Erin: A me a livello stilistico invece pare il più pulito tra tutti quelli di Erin che ho visto fino ad ora, di difetti veri e propri ne vedo molto pochi. Anche come idea non è troppo banale. Però a livello emotivo, di trama e di contenuto mi ha colpito poco, infatti continuo a preferire i tuoi primi due " /> La protagonista mi sembra una tipa troppo precisina e ordinaria... non la trovo molto interessante =P Inoltre le tematiche molto quotidiane e riferite alla vita normale non sono il mio genere, come ho già detto anche in passato. Il tema della nostalgia dei cartoni dell'infanzia in realtà mi piace molto e dovrebbe emozionarmi: io da piccola guardavo molti cartoni e anche adesso li ricordo benissimo (infatti anch'io avevo in mente prima o poi in qualche modo trattare la cosa, se mi capitava l'occasione... però non ho avuto l'idea per questo tema qui =P), comprese le sigle " /> Però boh, forse vivo la cosa in modo un po' diverso e anche i miei cartoni più amati non erano questi. Però mi è piaciuto il ricordo della compilation di fivelandia e il fatto che i cartoni di oggi le sembrano delle cretinate, in questo mi ritrovo " />
EDIT: ah, dimenticavo: anche la frase finale: In fondo lei non aveva perso assolutamente niente, perché a suo tempo l’aveva vissuto appieno. è degna di nota. E' forse l'unica cosa a livello di contenuto che mi ha emozionata e mi ero dimenticata di dirla " />
Io non conosco Bimbumbam, ma questo per me resta di gran lunga il migliore racconto di Erin - e di fatto l'unico che mi sia veramente piaciuto - e mi e' piaciuto moltissimo. Al finale mi ha fatto venire i lucciconi agli occhi. Inoltre, come ha anche notato Arya, e' per giunta scritto molto, molto meglio degli altri. Per quanto mi riguarda, sara' difficile che un altro racconto possa riuscire distogliere il mio voto da questo piccolo capolavoro.
Pff, ce l'ho fatta " />
Ecco i commenti a tutti i brani che non ho potuto leggere e votare prima:
Nymeria Sand: Di difetti stilistici non ne vedo molti e non sono gravi, anche se d’altra parte non ci sono nemmeno espressioni che trovo interessanti e altri pregi formali particolari (e serve anche questo). L’idea di far manifestare questi mostri mitologici è molto carina e anche abbastanza particolare, però mi sarebbe interessato vederla sfruttata in maniera più “entusiasmante”. Cioè: da quando si capisce il senso del racconto (all’inizio, praticamente), poi tutto va nel modo più previsto e anche il modo in cui è espresso non mi suscita grandi picchi di interesse (il tono lo trovo un po’ piatto :-/). I tuoi racconti sono piacevoli e con alcuni spunti carini, ma non trovo nemmeno momenti che proprio mi “prendano”, in modo da farmeli piacere davvero.
Ser Lostdream: buono, anche questo mi è piaciuto. Fino ad ora non hai ancora scritto un racconto che non sia tra i miei preferiti di ogni contest " /> Stilisticamente da te mi aspettavo di meglio perché sono abituata a vedere di più: quelli di prima erano di una pulizia quasi perfetta, i difetti erano molto pochi. Qui ne ho visti un po’ di più e forse la forma mi ha colpito un po’ di meno, anche se la comunque non è male. La narrazione è organizzata molto bene e non scontata, i personaggi caratterizzati a sufficienza. Il finale è emozionante.
Idriel: buono anche questo. E’ quello che mi è piaciuto di più tra i tuoi racconti ed è anche uno di quelli stilisticamente migliori di tutti i contest fino ad ora in assoluto: nella forma di difetti non ne ho trovati quasi per niente. Non è particolarmente originale come idea, ma è una tematica che mi piace e come interpretazione del tema “mostro” non è nemmeno eccessivamente banale. Le emozioni del protagonista e quello che vive sono trasmesse e si riesce a provare dispiacere per quel bambino,
Tyrion: Lo stile è ok. Qualche difettino c’è ma… non così tanti e nel complesso è scritto discretamente. Anche il tema mi piace e mi ha presa, ci sono diversi passaggi che sono riusciti ad emozionarmi. Il problema è: per me supera davvero troppo il limite =P Inoltre, non solo lo supera, ma allo stesso tempo continua ad essere evidente che è stato molto tagliato e per questo lascia una certa insoddisfazione nonostante la lunghezza. Poi in realtà anche secondo me a questo punto sarebbe stato meglio tagliare di più… tagliare meglio in modo da non far sentire i tagli. Mi aspetto di alzare nettamente il giudizio leggendo la versione completa e in modo svincolato dal contest (ancora non ho avuto tempo).
lysmaya: oddio, davvero troppo pesante, astratto e scritto in modo pomposo per i miei gusti. Secondo me le capacità le hai, solo che questo modo di scrivere proprio non è il mio genere " />
triex: buono anche questo. Anzi, è quello di questo contest che mi piace di più. Il fatto che sia “disturbante” per me non è un difetto, casomai il contrario =P Il personaggio è ben caratterizzato e ci sono passaggi molto efficaci. La tensione di mantiene, il modo in cui tutto va a finire non è tanto prevedibile e le parti conclusive in seguito sono ottime. Anche lo stile è buono, qualche difetto ma… pochi… " />
khal: la tecnica la trovo piuttosto altalenante: ci sono espressioni e momenti che mi piacciono, però anche dei difetti tra cui alcuni mi hanno infastidito non poco. Una cosa in particolare: in certi momenti sembra che il punto di vista sia ben dentro l’animale, altre che assuma un tono troppo scientifico per esserlo e addirittura sembra passare all’improvviso al narratore onnisciente. Questo per me è molto grave e mi abbassa tanto il giudizio. La trama è buona e ben gestita, e il racconto non è banale.
Avrei votato: triex (e per ora questo è tra i 4 racconti che mi sono piaciuti di più in assoluto in tutto il contest!), e poi Ser Lostdream. Però Idriel è davvero quasi sullo stesso livello di Ser Lostdream.
I miei complimenti a Erin. " /> Ben lungi da esaminare il racconto stilisticamente...non ne ho la capacità....ma il racconto mi ha suscitato ricordi meravigliosi, periodi che non rievocavo da molto. Grande BimBumBam " /> ho nel cuore quello di Bonolis " />
Sono molto contenta che questa volta il mio racconto incontri il tuo favore Tyrion, e ovviamente sono contentissima anche del parere positivo di Laura e di Brynden (che ha postato mentre scrivevo la risposta XD)
Per quanto concerne le critiche, avevo terrore di essere proprio distrutta. Però ho deciso di affrontare questo tema, a me particolarmente caro, senza cercare qualcosa di particolare che rendesse il racconto più "movimentato" o senza troppo effetto. E' solo un tranquillo racconto, che vuole ricordare i tempi passati
Sinceramente, eccetto il nome e diversi altri particolari, la percezione della protagonista è la mia. E sono davvero contenta di aver scritto questo brano perchè lo sento davvero mio, nel profondo. Probabilmente questo ha influito anche sullo stile, chissà! " />
Edit:
@Brynden con la frase
"ma il racconto mi ha suscitato ricordi meravigliosi, periodi che non rievocavo da molto"
mi hai reso davvero felice, perchè vuol dire che il racconto ha raggiunto il suo scopo!
Sul punto di vista del contenuto, sei stata perfetta. Solo avrei voluto una tecnica migliore. Comunque l'idea è buona e si può passare sopra i difetti " />
Questa volta, come ho letto il titolo del tema, non ho potuto fare a meno di uscire dalla mia solita ambientazione fantasy. " />
(dedicato ai nostalgici " /> )
Bellissimo *_____*
Grazie per la dedica *_____*
In fondo lei non aveva perso assolutamente niente, perché a suo tempo l’aveva vissuto appieno.
" />
(dedicato ai nostalgici " /> )
Bellina l'atmosfera un po' amarcord, ma pur rendendosi conto di essere una voce fuori dal coro, a parte il tema che sente comunque molto vicino (specie quell'ultima bellissima frase), alla Dama invece non è piaciuto moltissimo questo pezzo, il che è strano, perchè di solito ama particolarmente i brani di Erin ...
Non sa spiegare bene come mai, di solito puntare sulla nostalgia è uan cosa che funziona con lei (nostalgica D.O.C.), eppure è come se ci fosse... forse qualcosa che manca... Forse il problema è proprio che la Dama si ricorda com'era per lei quel periodo e leggerlo filtrato dagli occhi di qualcun'altra anzichè riportare alla mente i suoi ricordi glieli fa vedere come velati... L'impressione che ha avuto è stata un po' quella che si prova nel guardare una vecchia foto, rendendosi conto che è davvero solo una foto e non quello che rappresentava un tempo... E questo è davvero un peccato, perchè quando vede filmati come questo la Dama si scioglie (e con questo, Erin, il voto di tutti i nostalgici ti è assicurato! " /> )...
EDIT: SU QUESTO LINK LA VERSIONE RIVISTA
Contest di scrittura creativa: Quattro.
“Quattro”
Diario di un insegnante.
Mi è arrivata quella cassa di pregiata uva alcolica, mentre scrivo sto mangiando il secondo grappolo. E’ proprio forte, già mi ha ubriacato, e non posso negare che sia squisita. Stacco i tondi chicchi viola, ma prima di portarli alla bocca li contemplo: sembrano pianeti in lontananza, tenerli tra le dita e poterli distruggere è una sensazione quanto mai appagante. Mi sono sbronzato per affogare la seccatura odierna, ora però un sorriso compiaciuto – nella finestra ne vedo il riflesso – fluttua sul mio volto. Sì, sarà il potere a darmi la rivincita. Quegli scolaretti mi hanno sfidato, adesso occorre ribadire chi sta in alto.
La baldracca avrebbe dovuto esultare nel concedersi a me invece di atteggiarsi a principessina e tenermi sulle spine. Riconosco però che così ha accresciuto la mia soddisfazione di poterla finalmente possedere, non mi rimangio ciò che avevo scritto. Ma in seguito… per due mesi l’ho portata fuori a cena, le ho fatto regali che prima non vedeva nemmeno all’orizzonte. Lunedì le ho pure assegnato un dieci nonostante avesse già iniziato a stufarmi, quindi ormai l’anno lo passerà agevolmente. E con quale gratitudine mi ricambia, questa pezzente?
Apro la porta della sua camera, essendomi inaspettatamente trovato con un’ora libera. Sorprendo la zoccola a letto con un brufoloso del suo stesso anno. Dormono nudi, coperti dal lenzuolo, avvinghiati come due uccelletti in amore. Fanno un bel sobbalzo quando mi sentono entrare! Io fisso gli occhi di lei per un attimo, devo averla proprio fatta cagare sotto; poi annuisco e li lascio soli.
Chissà da quanto se la facevano alle mie spalle, lerciando la mia dignità e magari vantandosi coi compagni della loro furbizia. Adesso il gioco è terminato. Lo scotto che pagheranno sarà salato, che io finisca in monastero se non lo sarà! Proprio domani dovrò decidere il voto del marmocchio: già pregusto il momento.
Diario di un boia.
Fatico a guidare la penna da quanto sono a pezzi.
Oggi ho lavorato sotto la pioggia, costruendo i soliti numeri di legno e trasportandoli in cima alla collina. Già solo per il terreno fangoso dovevo faticare più del normale. Poi un lampo ha colpito e incendiato il quattro, e questo proprio poco prima del rituale! Mi è toccato mettermi sotto di nuovo, ad una velocità di cui non mi immaginavo capace, per montarne un altro e portalo su in tempo, visto che non ci tenevo a farmi massacrare di frustate.
Riparati sotto grossi ombrelli, i sacerdoti del Creatore sono giunti con i condannati del giorno e alcuni insegnanti. I sacrifici hanno avuto inizio. Ammetto di aver provato in primo luogo sollievo mentre piantavo chiodi nelle carni, ripensando soddisfatto all’efficienza con cui avevo fronteggiato l’incidente. Ormai il contatto con l’agonia di quei giovani non mi turba come all’inizio.
Anche il quattro ebbe una vittima. Il ragazzo supplicava misericordia, ormai crocifisso al numero, e c’era un insegnante che gli ripeteva come ogni speranza fosse vana: aveva concluso l’anno guadagnandosi un quattro, per questo veniva giustamente immolato al Creatore; la scuola non manteneva gli orfani per beneficenza, mirava a farne dei maestri, oppure carne per placare l’ira divina. Insomma, era uno che si divertiva ad infierire. Quella è stata l’ultima esecuzione, al tramonto mi sono incamminato verso casa.
Sulla stradina, all’improvviso una figura al galoppo è sbucata da dietro la curva. Io ero assorto, a malapena l’ho scorta prima di sentirmi travolto e sbattuto nella pozza. La mia caviglia ha urlato di dolore sotto lo zoccolo. Dopo aver sollevato la testa e sputato la melma, ho visto lo sconosciuto tornare da me. Si trattava di una ragazza, con la pioggia grigia che le colava dai capelli. Mi aspettavo delle scuse, un aiuto… ma lei sembrò notarmi appena: si è limitata a chiedere se oggi sulla collina si erano svolti sacrifici, per giunta strillandomi addosso. Al che io l’ho invitata a farsi fo***re da quel suo cavallo e prendersi un’infezione.
Insomma, è stata una giornata estenuante, ora vado a infilarmi sotto le coperte.
Arya. Ma... io sono incantato. Non capisco. Non scrivevi cosí bene, quattro contest fa. Ragazzi, qui stiamo facendo sul serio progressi. Questo per me è un 10 (whahahaha!). Racconto stupendo. Ma come ci riesci? Non ho altri commenti, non ho nulla da criticare.
unico appunto (a parte che sei completamente pazza) " />
Mi aspettavo delle scuse, un aiuto… ma lei sembrò notarmi appena: si è limitata a chiedere se oggi sulla collina si erano svolti sacrifici, per giunta strillandomi addosso.
sicura che sia il tempo verbale giusto? secondo me stona un po' con tutti gli altri passati prossimi e imperfetti... "ma lei è sembrata notarmi appena"
credo... " />
Eheh, non saprei nemmeno io, difatti non sono sicura che sia giusto. In realtà ci avevo pensato, mi era venuto un po' un dubbio. Però boh, alla fine mi sembrava che forse qualche volta una cosa del genere fosse ammissibile, continuava a non suonarmi male e anzi a suonarmi meglio rispetto alle alternative. Allora ho deciso di lasciare così. Poi non so, magari è invece sbagliato, ma diciamo che ho preferito correre il rischio " />
Un'altra parte in cui ho usato il passato remoto è ad esempio:
Anche il quattro ebbe una vittima.
...tanto per svelarmi =P
Anche qui mi suonava meglio così, bohhhh " />
non so, "anche il quattro ebbe la sua vittima" è tipo una frase epica, lapidaria, abbastanza slegata dalla narrazione degli eventi. Quindi ci sta.
invece "sembrò non vedermi e si è limitata a chiedermi l'ora" suona malino.
inezie, comunque... il brano è molto bello.
ora però basta demolire i capisaldi della giovinezza... già i puffi erano sconvolgenti...
Quinto contest di scrittura: Quattro
Una lama di luce fredda tagliò in due l’oscurità che avviluppava la stanza, e il silenzio fu invaso dai rumori della strada davanti alla vecchia casa: auto in corsa e chiacchiericcio dei passanti.
Ted fece un passo brandendo una vecchia torcia militare, gli anfibi che sollevavano nugoli di polvere; in qualche angolo della stanza, una piccola forma scura che poteva essere un topo si dileguò in una crepa del muro con un rumore breve e leggero.
Sciabolando il fascio di luce come se fosse una frusta, l’uomo continuava ad avanzare ruotando il capo a sinistra e a destra, gli occhi arrossati che scrutavano senza posa ogni particolare.
La casa era vecchia e in stato di semiabbandono: grosse ragnatele pendevano dal soffitto e dai lampadari, e uno spesso strato di polvere rendeva la scena innaturalmente sbiadita, come una foto di trent’anni prima. Vecchie cornici rotte penzolavano storte da chiodi arrugginiti, o giacevano scomposte sulle mattonelle crepate e sconnesse del pavimento; una scala pericolante e tarmata conduceva al piano superiore.
Ted sospirò, e la faccia solcata da troppe rughe sembrò contrarsi e pulsare mentre fissava un punto in particolare: una macchia scura su una parete. Tutto quel che restava di suo figlio da tre anni a quel giorno. Una macchia di sangue secco e una domanda che si presentava ogni notte, puntuale e sempre più decomposta. Dio ci scampi dalle domande zombie, pensò, e se sarò fortunato la mia morirà stanotte.
Aveva cercato una traccia con la meticolosità di un segugio: prima alla polizia, poi al catasto, e ancora nell’incerto reame delle leggende metropolitane. Tutto portava a quel posto e a quell’ultima e più violenta sparizione.
Fece ancora qualche passo verso la macchia, allungando la mano come per sfiorarla.
“Quattro.” La voce alle sue spalle fu come un soffio d’aria gelida: poco più che un sussurro, ma tagliava come la lama di un rasoio.
“Quattro…”
Ted si voltò di scatto e puntò la torcia, con gli occhi sbarrati e la mascella contratta mentre un brivido gelido gli saettava dalla base della spina dorsale al collo.
Silenzio e nuvole di polvere.
Sbuffando, si costrinse alla calma: non era il caso di lasciarsi andare alle emozioni. Si girò di nuovo verso il muro, studiando la macchia, cercando di immaginare la dinamica di quel fatto misterioso che gli aveva strappato suo figlio, e l’unico scenario plausibile era anche il più terribile.
L’avevano sgozzato da dietro.
Un bambino di nove anni.
“Quattro.”.
Questa volta il sussurro era quasi un sibilo: più vicino, più distinto. Il cuore di Ted saltò un battito mentre si voltava di nuovo, finendo seduto per terra per il movimento troppo brusco.
La torcia gli sfuggì di mano, e in un rapido sobbalzo del cerchio di luce gli parve quasi di vedere.
Quelle labbra. Quei denti.
Scosse la testa con forza, e guardò di nuovo.
Nulla.
Le gambe gli tremavano, ma si costrinse lo stesso ad alzarsi. Per quanto si sforzasse di controllarli, i suoi respiri erano quelli corti e mozzi di un animale terrorizzato.
Lento e quasi barcollante, mosse un passo verso l’uscita.
La porta si chiuse con un rumore secco, sprofondandolo in un silenzio soffocante.
La luce della torcia iniziò a tremolare, a farsi più fioca.
“Quattro.”.
Un alito freddo e umido gli soffiò sulla nuca: la voce era un fruscio delicato, femminile, come di seta.
Le vene e il cervello in fiamme, Ted cercò di girarsi, ma il suo corpo era divenuto come di piombo.
Il cuore pompava all’impazzata mentre la coda dell’occhio registrava l’ultima immagine:
quei denti, le labbra che si aprivano in un ghigno da bestia, così rosse prima di avventarsi.
Il dolore lo dilaniò. La torcia si spense nelle tenebre.
“Cinque.”, mormorarono le labbra rosse prima di svanire sorridendo.
***
Aryasnow: inquietante è ancora dir poco... sarebbe interessante saperne di più: hai creato molto bene l'idea di un altro mondo, con sue regole e istituzioni... Sebbene alla prima lettura la Dama abbia storto il naso (il brano è molto particolare), la seconda l'ha lasciata incuriosita... Un piccolo appunto (anche se forse la cosa era voluta): sebbene tu abbia segnalato lo stacco tra i due PdV a livello stilistico e lessicale non si recepisce troppa distanza tra l'insegnante e il boia... Forse si potevano caratterizzare un po' meglio gli stili diversi di queste due eprsone (o forse è stata solo un'imrpessione della Dama)...
Lord Mortarion: come ben sai non è esattamente il genere preferito della Dama... L'idea non è affatto male, ma ci sono delle frasi che proprio non riesce a sentir scorrere (come ha già avuto modo di dirti dopo la lettura in anteprima)...
Tra al massimo un paio di giorni anche la Dama posterà il suo brano... E' già stato scritto, ma per tema e forma non è assolutamente il suo stile... Però le sembrava carino come "gioco" coi lettori, perciò, non appena si sarà convinta che non riesce a migliorarlo ulteriormente, lo darà in pasto a tutti voi...