Eh no! Metamorfo mica te la filerai così eh! Non si fa! Attendiamo le doverose stroncature! E poi mi sembra che i suggerimenti sulle basi siano servite, quindi perché non continuare?
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Quella di Emma mi fa piegare: già mi immagino Bimbina con il vestitino inamidato e gli occhi spiritati che uccide tutta la famiglia facendo loro ingozzare 12 plum cake senza l'adeguato accompagnamento di liquidi ">(una morte atroce e dolorosa!).
Ecco, avete smascherato il mio alter ego psicopatico, il mio Mr Hyde, l'ombra di Ramsay che aleggia su di me... Quindi ora che sapete... State attenti! ">
Comunque dai, archiviamo una volta per tutte l'incidente, penso che nella foga del momento siano state dette cose un po' sopra le righe ma non è successo niente di irreparabile, e nessuno dovrebbe andarsene o smettere di scrivere per questo secondo me!
E ora ecco i commenti ai racconti che mi mancavano (dolci e zuccherosi, perchè a quest'ora Bimbina è ancora sotto l'influsso del Dr Jekyll e inoltre non essendo un'esperta giudica solo in base al suo gusto e alle prime impressioni):
@Eddard Greyjoy:
Dei tuoi racconti mi piace sempre come sembrino inseriti in un quadro più ampio che fa venire voglia di leggere il resto della storia (anche se stavolta il protagonista finisce male) e la fantasia che hai nello scegliere i nomi… Mi è piaciuto!
@Ygritte baciata dal fuoco:
All’inizio non avevo capito bene cos’ era successo e chi/cos’era il mostro, ma quando ho riletto la seconda volta è stato più chiaro… Anche il tuo racconto mi è piaciuto, anche per il fatto che è ambientato in un contesto quotidiano ed è (purtroppo) realistico.
@hacktuhana:
Devo dire che essendo prosa e non poesia (che non è troppo nelle mie corde) l’ho apprezzato più degli altri tuoi scritti Si sente comunque un eco di poesia che lo rende molto particolare! Molto bello!
@Maya:
Mi è piaciuto veramente tanto, forse anche perché l’ambientazione e las celta dei nomi mi hanno ricordato The Help che adoro! Il modo in cui hai reso i pensieri di Mary Rose è molto efficace, sembra proprio di essere nella sua testa e condividere i suoi pensieri..
È brava Bimbina... volevo dire Emma, che ha trovato un riferimento filmico assolutamente voluto. Alcuni nomi dei personaggi si ispirano proprio a The Help, un film splendido. Praticamente ho incrociato nomi e cognomi. <br /><br />Inviato dal mio GT-I9100 utilizzando Tapatalk<br /><br />
Signori, se dopo tre/quattro post di un semplice diverbio vi si arrufa il pelame e vi defilate aristocraticamente.. vi consiglio vivamente di evitare Approdo del Re! " /> Opinione personale e spassionata, se vi offende fatti vostri.
Sul concreto, ho letto tutti i racconti e ce ne sono due/tre che mi son piaciuti più degli altri, in generale devo notare un livello NETTAMENTE superiore ad ogni contest, davvero complimenti vivissimi a tutti quanti!
Spiace non poter leggere il racconto di emanuele83, mi pare inutile andare sul blog se è fuori concorso (onestamente ho faticato a trovar tempo per leggere quelli in concorso, figuratevi.. ops puntini puntini, perdonami Metamorfo! :P), il mio parere è che attaccare le parole alla punteggiatura per "guadagnare" spazi non sia affatto una furbata, ma tutto il contrario. Mettendo ovviamente da parte la "scelta stilistica" *si guarda attorno ma non vede nessun Joyce nei paraggi* e affermando l'ovvio nel dire che non si è infranto nessuna regola, è alquanto dannoso. Rendi la lettura brutta, faticosa. Un racconto non può che essere peggiore (magari rimane eccelso eh, se la base di partenza è buona).
Soprattutto se la versione iniziale è 5500 caratteri. Basta poco per tagliare 500 caratteri senza stuprare il racconto, basta mettercisi un pochino. Lo dico per esperienza, fidatevi.
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
io comunque a Metamorfo non glielo dico proprio di tornare...
che cacchio di nipote malefico è sennò? Lo diseredo subito!
ma che cosa si vince in questo contest? Il trono di spade?
E io che pensavo di presentare un racconto da 5001 caratteri giusto per rimanere in tema con la traccia... adesso che letto i post di sto pomeriggio, ho cambiato idea.... " />
meglio non alimentare le polemiche...
detto questo aggiungo qualcosa ai racconti. Purtroppo io non riesco ad essere sintetico su temi come questi, (sono fatto così). Se devo fare un critica la faccio nel dettaglio, sennò preferisco non farla.(e mi scuso con tutti quelli che non ho commentato nell'edizione scorsa. è stato solo per questione di tempo)
Chi non sa digerire le critiche, e pregato di non leggere... (non vorrei mai che qualcuno decidesse di cancellare il suo racconto per colpa mia... " /> )
Dal momento che parlo anche di argomenti venuto fuori nel contest precedente, ho lasciato il link alla sezione dove ho raccolto il materiale...
prima di passare ai racconti però:
@Metamorfo, non ci lasciare. Le tue critiche sono un toccasana perChiunqueAbbiaOrecchiePerAscoltare.
E ora passo alle mie opinioni personali...
@sposa del re...
Per quanto riguarda la caratterizzazione dei personaggi, mi associo a quello che ha fatto notare Maya. Giocando sui dialoghi, avresti potuto tirarne fuori molto di più... peccato perchè la maestra è caratterizzata bene...
Inoltre, su un passaggio, ho scovato una piccolo stonatura (io l'ho percepita come tale,) ...
...(la maestra) finì per scoprire due occhi rossi....
dal momento che il narratore è immerso dentro Giacomo, riportare quello che la maestra scopre è un po come spostare di colpo il punto di vista della narrazione. di narratore immerso, e omniscente se ne è già parlato.
@Erin
Rileggendo il tuo racconto, e associandomi ai post che ne sono seguiti, (sulla necessità di tagliare), io mi chiedo se non avresti potuto scegliere un momento migliore per fare iniziare la narrazione. Nei racconti è sempre consigliabile concentrarsi il più possibile su un unica scena e scegliere bene il momento per entrare nel mezzo della storia vera e propria (in media res) , specie se si ha un limite di battute come il nostro.
Forse nel tuo caso avresti potuto fare partire il tutto con l'atterraggio. La tempesta (per creare atmosfera) avresti potuto comunque mostrarla con poche parole. Ti saresti risparmiato tutto l'intro del volo, senza perdere poi troppo sulla storia, (mostrando l'atterraggio, tu mostri anche che si tratta di un essere che sa volare).
Fare partire un racconto con il personaggio principale che sta rischiando di morire, poi, è una bella scommessa, dal momento che il lettore medio tende a volere sempre di più, rispetto all'inizio. È sempre alla ricerca di un crescendo (anche se non lo sa), e dal momento che la tua storia poi parla d'altro, forse non è stata una scelta poi così funzionale... ma su questo potrei anche sbagliarmi... si tratta cmq di opinione personale (come sempre)
Credo inoltre che non ogni parola, o frase, nel tuo testo, sia davvero indispensabile al termine della comprensione. Forse tagliando qua e la, avresti guadagnato battute preziose per caratterizzare Keroy, e dato più immediatezza al racconto... delle 'parole inutili' ne abbiamo già parlato con Metamorfo al contest scorso. Secondo me se in generale prestassi più attenzione a questo aspetto, i tuoi racconti guadagnerebbero punti.
In ogni caso, anche a me piacerebbe un giorno leggerne un versione più integrale. (Ma davvero il piccolo non potrà mai volare? Dai che non credo...)
@re del nord
Hai sviato bene il lettore. Nonostante al contest scorso, ci fosse un racconto con un finale simile, ci sono cascato di nuovo....
In se è anche scritto bene e il linguaggio è chiaro, ma allo stesso tempo l'ho percepito un po monocolore. Secondo me potresti giocare molto di più sul tuo stile, quello che un po ho percepito (secondo gusti personali) come carenza è il giocare con le parole ed andare oltre il significato più comune delle parole, (e forse anche qualche gioco di metafore o simile ci poteva stare.) Tanto per colorare un po il linguaggio. Di questo argomenti si è già parlato, da qualche parte qui..
@Eddard Greyvoy
Anche questa volta si vede che hai scritto un racconto con una dimensione e un mondo che si nasconde dietro. Agghiacciante la storia del protagonista. Complimenti per la scelta dei nomi, certo non facilita la lettura, ma bisogno riconoscere che sono nomi ricercati e originali. Le critiche che ho da fare riguardano sopratutto il mostrare senza dire. Sotto questo punta di vista, secondo me, potevi fare di meglio. Il tuo racconto resta piuttosto descrittivo. Specie la scena della evirazione, appare nel mezzo di un paragrafo e a me da lettore, e quasi sfuggita...
Mi rendo conto che nel tuo racconto non è facile mostrare tutto, dal momento che ci stai raccontando uno straccio ampio della vita del tuo personaggio. Hai in sostanza provato a raccontare molte scene. Forse avresti ottenuto un risultato migliore concentrando l'intero racconto ad un una o due scene (ad esempio la scena della evirazione e scena finale con nemici che arrivano), e raccontare il tutto in modo che il lettore possa intuire tutto il resto dai dialoghi o dai pensieri del personaggio e dal contesto. Anche al costo di non dire proprio tutto..
@Ygritte
Rispetto agli altri due racconti che ho letto di te, questo è quello che mi ha coinvolto di più.. Fin dalla prima frase, da lettore, mi sono sentito subito immerso emotivamente dentro il personaggio. Lo sviluppo poi funziona bene. Nella lettura mi sono sentito sviato due volte. Prima con l'inizio dolce con le carezze della mamma (anche se poi il fatto che il bambino ha gli incubi, anticipa già qualcosa). Poi si parla del mostro, e io lettore ho pensato che fosse la madre a subire violenza. Invece il finale mi ha lasciato di ghiaccio ancora adesso (se è come ho capito io)
Bello. Ho apprezzato il fatto che tu abbia raccontato con la voce di un bambino, mi chiedo però se forse non avresti potuto farlo ancora di più. Spingerti ancora di più dentro questo modo di parlare, per poi lasciare il lettore ancora più di ghiaccio sul finale... Forse come idea...
Per ora mi fermo qui, che è tardi...
ma che cosa si vince in questo contest? Il trono di spade?
E io che pensavo di presentare un racconto da 5001 caratteri giusto per rimanere in tema con la traccia... adesso che letto i post di sto pomeriggio, ho cambiato idea.... " />
@Erin
Rileggendo il tuo racconto, e associandomi ai post che ne sono seguiti, (sulla necessità di tagliare), io mi chiedo se non avresti potuto scegliere un momento migliore per fare iniziare la narrazione. Nei racconti è sempre consigliabile concentrarsi il più possibile su un unica scena e scegliere bene il momento per entrare nel mezzo della storia vera e propria (in media res) , specie se si ha un limite di battute come il nostro.
Forse nel tuo caso avresti potuto fare partire il tutto con l'atterraggio. La tempesta (per creare atmosfera) avresti potuto comunque mostrarla con poche parole. Ti saresti risparmiato tutto l'intro del volo, senza perdere poi troppo sulla storia, (mostrando l'atterraggio, tu mostri anche che si tratta di un essere che sa volare).
Fare partire un racconto con il personaggio principale che sta rischiando di morire, poi, è una bella scommessa, dal momento che il lettore medio tende a volere sempre di più, rispetto all'inizio. È sempre alla ricerca di un crescendo (anche se non lo sa), e dal momento che la tua storia poi parla d'altro, forse non è stata una scelta poi così funzionale... ma su questo potrei anche sbagliarmi... si tratta cmq di opinione personale (come sempre)
Credo inoltre che non ogni parola, o frase, nel tuo testo, sia davvero indispensabile al termine della comprensione. Forse tagliando qua e la, avresti guadagnato battute preziose per caratterizzare Keroy, e dato più immediatezza al racconto... delle 'parole inutili' ne abbiamo già parlato con Metamorfo al contest scorso. Secondo me se in generale prestassi più attenzione a questo aspetto, i tuoi racconti guadagnerebbero punti.
In ogni caso, anche a me piacerebbe un giorno leggerne un versione più integrale. (Ma davvero il piccolo non potrà mai volare? Dai che non credo...)
sappi che se avessi fatto una cosa del genere avresti avuto tutta la mia stima per la genialità " />" />
Venendo a quanto mi hai detto (metto sempre sotto spoiler, non si sa mai.
Ma lo sai che ora entro in crisi? Perché ero davvero partita con l'atterraggio, ma poi mi è sembrato di far partire la storia in modo mutilo -.-''
Non lo so quanto quell'inizio, specie la frase incriminata (quella sul pensare di morire) possa aver pesato sul resto del racconto, faceva parte dell'idea di contraddizione che c'è nel personaggio di Risa: continua a dire che avrebbe dovuto uccidere quel bambino con le ali deformi, eppure rischia la vita per portarlo nella dimora del padre, al sicuro dal suo popolo che l'avrebbe certamente eliminato.
Nelle mie intenzioni, il climax si dovrebbe raggiungere nella parte in cui il piccolo lancia i richiami d'aiuto, quando Risa si trova nel filo del rasoio e deve decidere se superare il limite, assecondando il suo istinto materno e non l'istinto Aler.
Sulle parole inutili cercherò di fare più attenzione.
Riguardo alla versione estesa, mi dispiace dirlo ma il piccolo proprio non ce la fa a volare. Lo so, è crudele, ma l'handicap fisico è troppo forte, per quanto Risa provi in tutti i modi a farlo volare. " />
ma che cosa si vince in questo contest? Il trono di spade?
E io che pensavo di presentare un racconto da 5001 caratteri giusto per rimanere in tema con la traccia... adesso che letto i post di sto pomeriggio, ho cambiato idea.... " />
sappi che se avessi fatto una cosa del genere avresti avuto tutta la mia stima per la genialità " />" />
@erin
Lo stavo per fare (tenendomi un secondo racconto come opzione qualora venissi squalificato), ma dopo le polemiche di ieri pome, non mi sembrava il caso di gettare olio sul fuoco. Dal momento che il contest sembra essere più importante della scrittura stessa, mi adatto...
per quanto riguarda il tuo racconto,
l'ultima cosa che volevo era metterti in crisi. " />
Iniziare il racconto (ad esempio) con : L'atterraggio fu privo di qualsiasi dignità.. è efficace. Il lettore è spinto a chiedersi le seguenti cose: ma chi è atterrato? Di che creatura si tratta? Come mai il suo atterraggio é stato privo di dignità? Con una frase dai al lettore tre motivi per andare avanti a leggere perlomeno la prossima frase...
Il ragionamento sulla contraddizione interna del personaggio in se è una buona idea (da tenersi buona per una versione senza limite di battute), ma forse andrebbe enfatizzato di più, per essere efficace.
La frase Per la prima volta in vita sua fu certa di morire, poi, dice tanto e mostra poco. Subito schiaffarla li all'inizio di un racconto breve, non so...
Per quanto riguarda il climax, io credo che funzioni bene, ma chiedevo solo se (forse) non sarebbe più efficace togliendo quel intro, tutto qua.
ps. mi dispiace per il piccolo (possibile che gli scrittori debbano esseri tutti così crudeli). Spero comunque tu abbia ancora grossi progetti per lui... .
Ora proseguo con le mie critiche (opinioni personali), Chi non le vuole, non le legga. Ho deciso di non frenarmi più, al costo di intascare l'odio di qualcuno....
@emma
Anche nel caso del tuo racconto, posso dire che mi ha convinto di più rispetto a quelli tuoi precedenti. Questa volta hai mostrato molto di più. Ti sei ispirata ad un mondo Orwelliano, ma ci hai messo anche del tuo. La scelta dei personaggi poi l'ho trovata molto funzionale. Un personaggio Omicron che mette in dubbio il sistema, Rho che il sistema lo difende, Alpha che da qualche parte sta combattuta li in mezzo (con presa di coscienza finale).
Forse i dialoghi potrebbero essere migliorati. Sono scritti bene ma forse spiegano un po troppo. Credo si potrebbero snellire in modo da farli risultare più naturali, (anche non dire tutto, e fare intuire qualcosa al lettore).
L'ultima parte, quando Alpha se ne va a dormire, combattuta, forse è un po descrittiva. Mi chiedo se non avresti potuto entrare ancora di più nella testa del protagonista ed esprimere i suoi dubbi in modo un po più 'visivo'...
Ma nel complesso ho notato miglioramenti notevole (sempre seguendo i miei gusti personali). Ti posso solo invitare a continuare ad esperimentare ancora di più con le parole. (specie per quanto riguarda l'uso figurativo delle parole)
@hackuana
dunque la poesia è utile per scrivere buona prosa...
Mi ha fatto piacere che tu abbia deciso di scrivere un racconto.
L'ho trovato molto toccante, specie il tuo modo di dare carattere ai personaggi, enfatizzando sopratutto le qualità meno 'visibili' e più interiori, e dandogli così un spessore non da poco. Anche il finale coinvolge il lettore...
Forse, in termini di visualizzazione, da lettore avrei gradito qualche coordinata visiva (o percettiva) in più, sia per quanto riguarda l'ambientazione (mi è quasi sfuggito che la scena di svolge in un pulmino, all'inizio). Anche qualche elemento visivo o sensoriali in più su bambini, o di Angelo, forse sarebbe stato un aiuto per 'vedere' meglio la scena.
Ma il racconto mi è piaciuto molto...
@maya
Bel racconto. Hai scelta una tematica molto forte, e anche sta volta hai dimostrato un certo coraggio.
Questa volta hai sperimentato molto sul linguaggio, cercando di narrare con la voce del personaggio, cosa buona, perché sperimentare fa sempre bene. In questo modo sei riuscita a dare una buona dimensione al personaggio. Mary Jaine resta impressa, e anche il bambino con gli occhi azzurri.
Stilisticamente parlando devo dire che mi ha convinto, ma non al cento per cento. (diciamo al novanta)
Non so neanche bene dire dove sta il pelo di quello che non mi ha convinto, ma secondo me, il modo in cui parla Mary Jaine, si adatta bene ad un italiana (ingenua) di qualche entroterra di chi sa quale regione sperduta del nostro paese, ma per una afro americana, in quel determinato periodo storico, non so. So anche che è difficile. Forse qualche termine anglosassone, (o parole o frasi dall'immaginario collettivo che riportino al blues, o al gospel....) avrebbero potuto colorare il linguaggio nel modo giusto. O forse avrebbero fatto solo danni. Ti sto solo parlando di sensazioni mie, ma non riesco bene a focalizzare la natura di quello che mi lascia perplesso.. Diciamo che secondo me lo stile del linguaggio combacia bene, ma potrebbe combaciare ancora meglio.
@emanuele83
Ho fatto appena in tempo a leggere il tuo racconto prima che sparisse. Era pure uno di quelli che mi è piaciuto di più. Ma dal momento che ora non lo si può più leggere, l'unica critica che resta da farti (perdonas) sta nel fatto che tuo lo abbia cancellato solo perchè qualcuno ha espresso delle perplessità sulla punteggiatura. Poi libero di fare come vuoi. Ma imparare ad intascare critiche, può fare bene alla scrittura...
@maya
Bel racconto. Hai scelta una tematica molto forte, e anche sta volta hai dimostrato un certo coraggio.
Questa volta hai sperimentato molto sul linguaggio, cercando di narrare con la voce del personaggio, cosa buona, perché sperimentare fa sempre bene. In questo modo sei riuscita a dare una buona dimensione al personaggio. Mary Jaine resta impressa, e anche il bambino con gli occhi azzurri.
Stilisticamente parlando devo dire che mi ha convinto, ma non al cento per cento. (diciamo al novanta)
Non so neanche bene dire dove sta il pelo di quello che non mi ha convinto, ma secondo me, il modo in cui parla Mary Jaine, si adatta bene ad un italiana (ingenua) di qualche entroterra di chi sa quale regione sperduta del nostro paese, ma per una afro americana, in quel determinato periodo storico, non so. So anche che è difficile. Forse qualche termine anglosassone, (o parole o frasi dall'immaginario collettivo che riportino al blues, o al gospel....) avrebbero potuto colorare il linguaggio nel modo giusto. O forse avrebbero fatto solo danni. Ti sto solo parlando di sensazioni mie, ma non riesco bene a focalizzare la natura di quello che mi lascia perplesso.. Diciamo che secondo me lo stile del linguaggio combacia bene, ma potrebbe combaciare ancora meglio.
Grazie misterpirelli, non solo per il commento al mio racconto, ma per tutti. Lo fai con impegno, dedizione e con ragion di causa. Spero sinceramente che Metamorfo ci ripensi e torni anche lui a commentare.
In merito al tuo commento: capisco quel che dici. Certamente quella del linguaggio è stata la mia scommessa in questa circostanza. Per come la vedo io, se non c'è il rischio, il gioco non vale la pena di essere giocato. Poi che così mi incasini con scelte azzardate è un'altra storia. " />
Purtroppo, qui c'è un limite che è quello della traduzione. Nella realtà, Mary Rose parlerebbe in inglese. Per rendere il suo linguaggio in italiano mi sono ispirata in parte a come vengono resi i discorsi nei film e nei libri (cercando però di non cedere a cose tipo "sì, Mis Rosela" oppure "'gnor no, 'gnor sì"); in parte, a come parlano i bambini, perché Mary Jane è un po' una bambina.
Maggiormente, però, ho cercato di cucirle addosso un linguaggio davvero tutto suo con quei "'ché", "mica", "pure" ecc. L'altra volta si lamentava la mancanza di personaggi memorabili e quindi ho cercato di lavorare in questo senso. Se poi io ci sia riuscita o meno, non sta a me dirlo, ma a voi. Per conto mio posso dire che di tutti i miei personaggi finora portati nel contest, lei è la mia preferita, quella che sento più viva.
Un termine anglosassone effettivamente c'è: "negro", che è uguale nelle due lingue. Mary Rose lo usa continuamente per definire se stessa e gli altri, perché è così che è stata sempre chiamata. Effettivamente però accadeva che tra neri si chiamassero così in senso dispregiativo o per rimarcare delle differenze di status. Lo potete notare, per esempio, nel film Django di Tarantino.
Faccio tesoro di questa tua indicazione in ogni caso. Grazie ancora
@maya
so che é difficile (specie per un personaggio di madre lingue inglese). Credo che però la tua scelta abbia pagato, tra tutti i tuoi, anche per me é il personaggio che è rimasto impresso di più.. è molto più vivo rispetto agli altri.
anche io ho cercato di fare uso di quello che ha detto metamorfo (torna tra noi). Tra non molto pubblicherò. Mi dirai se ci sono riuscito...
@Ygritte
Rispetto agli altri due racconti che ho letto di te, questo è quello che mi ha coinvolto di più.. Fin dalla prima frase, da lettore, mi sono sentito subito immerso emotivamente dentro il personaggio. Lo sviluppo poi funziona bene. Nella lettura mi sono sentito sviato due volte. Prima con l'inizio dolce con le carezze della mamma (anche se poi il fatto che il bambino ha gli incubi, anticipa già qualcosa). Poi si parla del mostro, e io lettore ho pensato che fosse la madre a subire violenza. Invece il finale mi ha lasciato di ghiaccio ancora adesso (se è come ho capito io)
Bello. Ho apprezzato il fatto che tu abbia raccontato con la voce di un bambino, mi chiedo però se forse non avresti potuto farlo ancora di più. Spingerti ancora di più dentro questo modo di parlare, per poi lasciare il lettore ancora più di ghiaccio sul finale... Forse come idea...
Per ora mi fermo qui, che è tardi...
Vado di spoiler anche io
Misterpirelli grazie, sono contenta di essere riuscita a caratterizzare bene il piccolo protagonista. Ho avuto qualche dubbio sull'immediatezza della storia, e anche i commenti precedenti dimostrano che non c'è un'unica interpretazione .
Per quanto riguarda il linguaggio, non ho voluto comunque esagerare (anche se ne ho una versione più plateale, che ho provato a recitare tipo testo teatrale e ho fatto piangere mia madre) per rimanere nell'ambito del racconto. Non so se ho fatto bene oppure no.
@emma
Anche nel caso del tuo racconto, posso dire che mi ha convinto di più rispetto a quelli tuoi precedenti. Questa volta hai mostrato molto di più. Ti sei ispirata ad un mondo Orwelliano, ma ci hai messo anche del tuo. La scelta dei personaggi poi l'ho trovata molto funzionale. Un personaggio Omicron che mette in dubbio il sistema, Rho che il sistema lo difende, Alpha che da qualche parte sta combattuta li in mezzo (con presa di coscienza finale).
Forse i dialoghi potrebbero essere migliorati. Sono scritti bene ma forse spiegano un po troppo. Credo si potrebbero snellire in modo da farli risultare più naturali, (anche non dire tutto, e fare intuire qualcosa al lettore).
L'ultima parte, quando Alpha se ne va a dormire, combattuta, forse è un po descrittiva. Mi chiedo se non avresti potuto entrare ancora di più nella testa del protagonista ed esprimere i suoi dubbi in modo un po più 'visivo'...
Ma nel complesso ho notato miglioramenti notevole (sempre seguendo i miei gusti personali). Ti posso solo invitare a continuare ad esperimentare ancora di più con le parole. (specie per quanto riguarda l'uso figurativo delle parole)
Grazie del commento dettagliato (vorrei riuscire a scriverne anch'io così, ma mi sembra sempre di non avere nulla da dire), ne terrò conto per la prossima volta! Ammetto che ho fatto una revisione un po' sbrigativa, forse se mi ci fossi concentrata di più avrei fatto meglio e soprattutto avrei fatto più caso a tutti gli accorgimenti stilistici che si erano detti l'altra volta ...
Di seguito i commenti che mi mancavano. Li metto sotto spoiler, perché stavolta in alcuni casi davvero ho messo pesanti indizi sulle storie.
@Il Re del Nord
La tua idea secondo me è buona. Ho trovato delizioso il modo in cui mostri le umane cose attraverso gli occhi dei due piccoli protagonisti (la Cappella Sistina, per esempio). La sorpresa finale poi è stata per me veramente una sorpresa.
La motivazione dell’azione mi sembra però un po’ troppo sottintesa. Secondo me, non è molto chiaro perché i due protagonisti decidano di partire. Sappiamo che è importante perché parlano del “grande giorno”, ma per lo meno io non ho chiaro cosa cerchino e perché. Per intenderci, c’è un richiamo all’avventura, ma mancano un po’ di dettagli sull’obiettivo che si vuole raggiungere, i rischi che si corrono ed il prezzo che si è disposti a pagare. Questione punteggiatura: sì, effettivamente qualche virgola la sostituirei con un punto, anche per cambiare un po’ il ritmo.
@Eddard Greyjoy
Ti invidio la capacità di creare dei nomi fittizi così artistici e musicali. Sicuramente io li pronuncerei nel modo peggiore, ma mi piace anche solo leggerli. Sono belli anche da un punto di vista grafico.
Di nuovo trovo il personaggio interessante e la storia complessa. Come ti hanno detto in molti, si intravede che c’è un mondo dietro, un mondo rispetto al quale sono sempre più curiosa.
La mia unica perplessità è il linguaggio che hai usato. Forse è solo una mia sensazione, ma è come se tu avessi voluto optare per un linguaggio che ricalcasse quello del personaggio, ma poi tu non abbia creduto fino in fondo in questa tua scelta. Non so se mi sono spiegata. Detto questo credo che tu abbia un sacco di buone idee. Continuo ad essere ansiosa di leggere tutto il romanzo.
@Ygritte baciata dal fuoco
Il vero incubo è la prospettiva di avere Peppa Pig nella mia vita per molti anni ancora. Chi non ha bimbi in età prescolare non sa cosa vuol dire.
A parte gli scherzi, un racconto doloroso, tragico, reale ed oltretutto scritto bene. Forse non è immediatamente chiaro quale sia il male che affligge il bambino o quale quello della madre, tale da spingere quest’ultima ad un gesto tanto estremo. Penso però che non abbia molta importanza, perché il disagio, la sofferenza si vede e si sente ed è accentuata dal fatto che la guardiamo attraverso gli occhi di un bimbo.
Avresti potuto spingerti oltre? Andare più a fondo? Portarci ancora più vicino a quel dolore? Questo non lo so. Certo però come madre non posso che essere colpita, angosciata… e non solo evidentemente per la prospettiva di avere ancora parecchie serate a base di Peppa Pig.
@Emma Snow
Ma Bimbina? Dov’è Bimbina?
Stavolta niente horror, niente sangue, niente mostri. L'incubo che hai creato però secondo me dovrebbe farci molta più paura. Forse è vero che il tema è già letto/visto (a me a ricordato un episodio di Black Mirror, di cui ora non ricordo il titolo ed anche un po’ Cloud Atlas), ma non ha importanza perché, come detto dal saggio nonno Hack (non si diventa nonni senza certe credenziali ): non conta quanto un tema sia trattato, ma come viene proposto. E la tua proposta mi piace, anche perché scrivi bene, in modo pulito e chiaro.
Non sono convinta al 100% del finale. Forse lo avrei lasciato più in sospeso (io adoro i finali sospesi). Avrei mantenuto aperto il dubbio su cosa deciderà di fare Alpha (superare o no il limite?), nella certezza che qualcosa in lei è certamente cambiato.
@ nonno (...) hackthuana
Ecco ora io lo so che l’altra volta tu il mio commento alla tua poesia non l’hai letto: ti avevo paragonato niente meno che a Rimbaud... non mi hai detto nulla... confermi? smentisci?
Stavolta in te ho visto qualcosa di Pennac con meno strenezze. Il tuo racconto è tenero ed i personaggi sono molto "vivi". Forse avrei calcato un po’ la mano sui loro atteggiamenti (i colpi di Giulio, gli starnuti di Luca, i silenzi di Marco ecc.): li avrei resi ridondanti e più legati tra loro ed alla scena. In generale, però, mi è piaciuto molto e mi ha davvero commosso.
P.S. anche io ho la dipendenza dai puntini di sospensione. Ho intrapreso un lungo processo di disintossicazione per poter guarire… ma è difficile… prima o poi la voglia torna… all’improvviso… e cedi…
Comunque, in generale, ho notato una cosa: nei nostri racconti muore un sacco di gente. I più fortunati se la cavano con una menomazione definitiva. C’è quindi un po’ di Bimbina in ognuno di noi (ed infatti M.S.E.S.)
E ho notato pure un’altra cosa: abbiamo fatto tutti tesoro delle cose che ci siamo detti nei due contest precedenti, sia quelle severe, sia quelle “coccolose”.
Buongiorno, sono mancato ventiquattro ore e qui sono scorsi fiumi di sangue.
Cos’è successo? La battaglia delle Acque Nere?
Non voglio mancare di rispetto a Viserion che aveva chiuso la contesa ma, visto che il nonnino Hacktuhana mi ha definito lo zio saggio che poi tanto saggio non credo di esserlo, una cosa la voglio dire anch’io.
Sono sempre stato contrario a 5K caratteri spazzi compresi, non per i 5k caratteri ma per gli spazzi.
Sono quelli che penalizzano di più il testo, per causa di una sforatura di qualche centinaio di caratteri si è costretti a ricorrere ad artifici bislacchi, esempio eclatante quello di emanuele83.
Altro argomento, l’impaginazione, l’editor del forun non mantiene i rientri d’inizio paragrafo che si sono creati con word, quindi sei obbligato, se lo vuoi rendere più leggibile, a creare i rientri con degli spazzi vuoti con il conseguente rischio del superamento.
Mi trovo pienamente in sintonia con Metamorfo al riguardo di una buona impaginazione, migliora il racconto, induce a leggerlo. Io non leggerei mai un libro con un ottimo contenuto ma con una pessima stampa, mi farebbe rizzare il pelo, e qui sono andato in contrasto a Lochlann.
Non mi trovi d’accordo che togliendo 500 caratteri il testo venga altrettanto bene, 500 caratteri sono un intero paragrafo se non due. A volte per una cinquantina di caratteri in più, e non avendo più margine di limatura, sei costretto a eliminare quel benedetto paragrafo stravolgendo o lasciando monco il racconto.
E giacché siamo in argomento e dato che questo contest non è il Premio Strega, io proporrei di abolire la parola spazi vuoti dal regolamento oppure inserire la concessione di una piccola percentuale per lo sforamento. Faccio un esempio: con un 5% in più ci sarebbero 250 caratteri, utili a eventuali aggiustamenti, così il testo vero e proprio rimane di 5K caratteri e se si sfora di un centinaio di caratteri (compresi i blank) non c’è il rischio di essere eliminati. Questa è una proposta al fine di porre un miglioramento, se però a voi non sta bene rimarremo comunque amici, o almeno lo spero.
Desidero rivolgere un ultimo appello, questa volta da zio saggio (sempre parole del nonnino Hacktuhana), Metamorfo non ci abbandonare, la tua dipartita creerebbe un vuoto nella Barriera e rimarremmo in balia degli Estranei.
Di seguito i commenti che mi mancavano. Li metto sotto spoiler, perché stavolta in alcuni casi davvero ho messo pesanti indizi sulle storie.
@Ygritte baciata dal fuoco
Il vero incubo è la prospettiva di avere Peppa Pig nella mia vita per molti anni ancora. Chi non ha bimbi in età prescolare non sa cosa vuol dire.
A parte gli scherzi, un racconto doloroso, tragico, reale ed oltretutto scritto bene. Forse non è immediatamente chiaro quale sia il male che affligge il bambino o quale quello della madre, tale da spingere quest’ultima ad un gesto tanto estremo. Penso però che non abbia molta importanza, perché il disagio, la sofferenza si vede e si sente ed è accentuata dal fatto che la guardiamo attraverso gli occhi di un bimbo.
Avresti potuto spingerti oltre? Andare più a fondo? Portarci ancora più vicino a quel dolore? Questo non lo so. Certo però come madre non posso che essere colpita, angosciata… e non solo evidentemente per la prospettiva di avere ancora parecchie serate a base di Peppa Pig.
@ Maya ;-)
ti ringrazio per il tuo commento, hai sottolineato ciò che ho lasciato volutamente ambiguo. Anche io penso che non sia molto importante quale sia il male che afflige la madre (che poi, purtroppo, si trasmette di riflesso sul bambino). Pensavo alle storie che il telegiornale ci riporta, storie private tutte diverse, ma sicuramente se si arriva a quel gesto finale un comune denominatore c'è, ed è appunto l'angoscia, la sofferenza.
Grazie ancora per la tua attenta lettura!