Direi almeno 5 concorrenti come l'altra volta " />
Visto che parli tanto, perché non sei la prossima?
Così incoraggiamo il prossimo " />
Ingrandiamo il contest, contest di scrittura e disegno creativo " />
giuro che alcuni dei vostri racconti (ovviamente tra quelli che ho votato) erano così vividi che qualche bozzetto l'ho fatto :P.
Allora vogliamo vederli! " />
Ok...dopo aver cambiato racconto per almeno dieci volte, pare che sia riuscita ad arrivare a qualcosa di vagamente decente.
Ecco il mio racconto.
Il distacco
Buon compleanno.
Sara aprì gli occhi e rimase a fissare il soffitto della sua camera da letto.
Questa sera la ucciderò.
La frase le si formò nella testa senza suscitare in lei alcuna emozione. Aveva appena deciso di uccidere sua madre, ma la cosa sembrava normale come il pensiero di doversi lavare i denti dopo pranzo.
Guardò il display del cellulare e vide che erano le undici e mezza di sera. Tra mezz'ora avrebbe compiuto diciotto anni, sarebbe diventata maggiorenne. Silenziosamente tirò fuori la valigia dall'armadio e iniziò a prepararla. Non poteva certo restare a casa dopo aver commesso il delitto.
Mentre frugava tra i cassetti fece un elenco di tutti i motivi per cui era necessario uccidere sua madre. Una parola riassumeva tutto alla perfezione: soffocamento.
Per diciotto lunghi anni quella donna l'aveva letteralmente soffocata.
Sua madre si chiamava Sara, proprio come lei. Nemmeno nel nome le aveva voluto concedere un'identità propria. E a partire da quello le aveva imposto una vita che non era la sua, ma quella che lei avrebbe voluto vivere.
E' vero che i genitori sanno cosa è meglio per i loro figli, specie quando sono piccoli, ma nelle imposizioni che aveva subito da parte di sua madre non c'era nessuna premura nei suoi confronti, ma solo un estremo bisogno di autocompiacimento.
Nella banale scelta tra una maglietta rosa e una bianca era la bianca a prevalere, perchè il bianco era il colore preferito di sua madre. Nell'iscrizione a nuoto, invece che a danza c'era l'aspirazione di sua madre a voler essere una nuotatrice. Si era dovuta iscrivere al liceo scientifico perchè a sua madre interessavano maggiormente le materie scientifiche e ora, per l'università, era già decisa la laurea in in matematica. Poco importava se lei era portata per le materie umanistiche.
Mentre chiudeva la valigia, Sara si chiese come aveva potuto permettere per diciotto anni tutto questo.
Da piccola era effettivamente impossibile imporsi alla madre. Ma non erano state le minacce di castighi o le punizioni a farla retrocedere, no. Era il modo di fare, lo sguardo, le parole...una sorta di ricatto emotivo che aveva creato un cordone ombelicale dove non era la madre a vivere in funzione della figlia, ma il contrario. Quella donna non era stata capace di vivere la sua vita e ora la figlia doveva farlo per lei.
Ma ora stava tutto per finire.
La ucciderò a mezzanotte. Sarò indipendente in tutti i modi possibili. Reciderò questo legame. Sarò libera da lei.
L'orologio della cucina segnava le undici e cinquantotto quando Sara entrò nella stanza. Sua madre era lì, a guardare qualche stupido programma in televisione. La donna non si girò sentendola entrare.
"Hai sete? - chiese continuando a guardare lo schermo – C'è una bottiglia d'acqua in frigo. Torna a letto che domani dobbiamo andare a vedere per l'iscrizione all'università."
Sara tese la mano verso il lavabo dove stavano dei coltelli ancora da lavare. Alzò gli occhi verso la madre mentre lei faceva altrettanto.
E Sara vide. Vide una fragile creatura di quarantacinque anni, con i capelli raccolti e gli occhiali sottili. Una donna che non aveva saputo imporsi nella vita e si era fatta sconfiggere da una famiglia bigotta. Il marito l'aveva lasciata dopo due anni di matrimonio, stufo di reggere una situazione così difficile e lei aveva gettato tutta la sua infelicità e le sue ambizioni represse nella figlia. Non c'era nemmeno bisogno di ucciderla...e scoprirlo era sconcertante.
"Perchè sei vestita così?" chiese la donna perplessa, vedendola col giubotto in jeans.
"Perchè me ne vado, mamma"
L'orologio scoccò la mezzanotte. L'incantesimo di Cenerentola era finito. Il cordone reciso, il distacco compiuto.
"Cosa?"
Non la ascoltò nemmeno mentre lei farneticava incredula davanti alla sua ribellione. Si recò all'ingresso, dove aveva lasciato la valigia. Uscì di casa, chiudendo la porta a chiave e lasciando la stessa nella toppa, mentre la voce di sua madre si spostava dalla cucina all'ingresso.
Prese il cellulare e chiamò
"Pronto, Sara?" rispose una voce assonnata
"Ciao, papà, scusa l'ora – disse lei con tutta tranquillità – Mi chiedevo, dato che ho appena compiuto diciotto anni, ti dispiace se vengo a stare da te?"
Ci fu un silenzio per due interminabili secondi.
"Scendi. Prendo la macchina e tra venti minuti sono da te."
"Grazie"
"Buon compleanno, piccola mia."
Il miglior regalo della mia vita – pensò mentre iniziava a scendere le scale.
Mi aspettavo la scena sanguinolenta alla fine, con tanto di madre che riesce ad uccidere la figlia e se ne esce con un "Unite anche nella morte, piccola mia...", ma come l'hai concluso te è decisamente migliore. Bello "> .
E siamo a tre " />
Dobbiam solo trovare un altro paio di coraggiosi " />
Ormai qui siam fermi... e tra pochi giorni arriverà ADWD!!! Mi sa che conviene chiudere il contest finché siamo in tempo!!! Che ne dite, votiamo??
in effetti, direi che hai ragione. mi dispiace moltissimo, perchè avevo in mente un paio di ideuzze niente male, ma non ho avuto il tempo materiale per scrivere nulla.... ah, la dura vita dei tutori dell'ordine....ahahahah
Mi sa che facciam prima a chiedere se c'è qualcuno che vuole scrivere qualcosa. Se non salta nessuno entro la fine della settimana prossima, si può tranquillamente chiudere e per la votazione direi di votare un solo titolo.