Sì.. meglio prolungare.. Io pubblicherò dopo Pasqua probabilmente, ora l'idea c'è ed è solo da elaborare
ottima idea...infatti non ho ancora trovato un'idea decente XD
Ventunesimo contest di scrittura creativa - Il distacco
Una nuova vita
Edmond Burke entrò nel locale con una valigetta stretta in una mano e una lettera nell’altra. Aveva scelto con cura il vestito da indossare, senza badare a spese. Quello era un giorno importante, era la sua seconda possibilità. Edmond appoggiò a terra la valigetta per slacciarsi l’ultimo bottone della camicia. Stava sudando. Si guardò attorno ed individuò subito l’uomo che cercava, colui che gli aveva promesso una nuova vita.
“Salve, sono Edmond Burke” disse avvicinandosi.
L’uomo sembrò non averlo notato. Tagliò un altro pezzo dalla bistecca che aveva davanti e se lo portò alla bocca. Edmond si schiarì la voce:
“Mi scusi?”.
L’uomo sembrò tornare in sa da un posto lontano, come risvegliandosi da un sogno. Si scosse e finalmente gli prestò attenzione.
“Oh! Mi perdoni, signor Burke” disse alzandosi “sono davvero molto imbarazzato. Questa bistecca è così deliziosa da farmi perdere il contatto con la realtà. Dovrebbe provarla!”.
“Non si preoccupi, signor…”.
“Niente nome, signor Burke. Mi chiami solo: Domani. Sì, Domani mi piace” l’uomo gli indicò la sedia accanto “la prego, si accomodi”.
“Grazie”.
“Le posso dare del Tu, signor Burke?”
“Certamente, signor Domani”.
“Ottimo Edmond, odio queste formalità ipocrite. Dunque, veniamo subito al dunque. Lei vuole una nova vita, ricominciare da zero, tabula rasa, giusto?”.
“Esatto, ho passato un brutto periodo in questi ultimi tre anni e vorrei..”.
“Fermo, fermo!” l’uomo lo zittì alzando una mano “ci tengo a rispettare la privacy dei miei clienti. Preferisco non sapere i motivi che li spingono a rivolgersi a me”.
“Capisco”.
L’uomo sorrise. Un sorriso gentile, appena accennato.
“Edmond, hai portato tutto il necessario?”
Edmond annuì, mostrando la busta e la ventiquattrore che teneva sulle ginocchia.
“Ottimo, allora ascoltami bene: da questo momento in poi, non si torna più indietro. La prima fase è costituita dal viaggio, per allontanarti dai luoghi in cui hai vissuto. Dopodiché ti chiederò di fare una scelta ed infine ci sarà il distacco. Lascerai la tua vecchia vita, per una nuova”.
“Non vedo l’ora. Quando partiamo?”.
L’uomo lo fissò in silenzio per un lungo istante, poi disse alzandosi:
“Subito”.
Diverse ore più tardi, dopo aver lasciato l’auto ai bordi di una strada sterrata tra le colline, i due si incamminarono tra l’erba secca di un prato.
“Dove andiamo?” domandò Edmond.
“Qui vicino, Eddy, non ti preoccupare”.
“Dobbiamo proprio passare di qui?”.
“Certo Eddy. Cambiare vita comporta certi sacrifici” camminarono ancora per qualche minuto, poi si fermarono “qui può andar bene, dammi la valigetta e la busta”.
Edmond gli consegnò quanto richiesto.
“Ora è il momento della scelta e subito dopo, passeremo alla fase finale, sei pronto?.
“Certo” rispose Edmond impaziente, senza esitare.
“Bene. Vuoi tu, Edmond Burke, rinunciare alla tua vita, per cominciarne una nuova?”.
“Certo” Edmond sentì il suo cuore accelerare “Sì, lo voglio eccome”.
“Ottimo”.
L’uomo aprì la valigetta e l’appoggiò a terra. Prese dalla tasca della sua giacca una bottiglietta d’alcool ed iniziò a versarne il contenuto sui documenti.
“Bene, Eddy, ora daremo fuoco alla tua vecchia vita. Bruceremo tutto. Certificato di nascita, passaporto, eccetera eccetera. Tutto quello che ti riguarda. Ne riceverai di nuove”.
“Scusami, ma non sarebbe meglio farlo altrove? Qui l’erba è secca”.
“Non ti preoccupare, so quello che faccio, ora voltati”.
Edmond esitò un istante prima di obbedire.
Un attimo dopo sentì una puntura alla base del collo ed il terreno gli rovinò contro.
Edmond Burke provò a muoversi invano. Era cosciente, ma completamente paralizzato.
“Eccoci all’atto finale, Eddy”.
L’uomo era chino su di lui e tra le mani teneva le foto che erano contenute nella busta.
“Vediamo quindi cosa hai portato”.
L’uomo le sfogliò rapidamente e di tanto in tano gliene mostrava qualcuna.
“Interessante, questo chi è? Tuo figlio?”
Edmond provò a rispondere, ma non ne fu in grado.
“E questa? Tua moglie? È bellissima!”
L’uomo gli buttò addosso le foto.
“Lasciamo stare” concluse alzandosi “Non hai idea della rabbia che mi date, Eddy. Proprio non capisco perché tutti volete scappare! Dimmelo Eddy! Perché volevi una vita nuova quando la tua ti offriva già abbastanza?”.
Edmond provò ancora a parlare, poi le lacrime iniziarono a scivolare lentamente sulle sue guance. Non per rimpianto, ma per paura.
“Vedi Edmond,” disse l’uomo versando il resto dell’alcool sul suo corpo “per poter iniziare una vita nuova, devi prima lasciare tutto di quella vecchia.”
L’uomo accese un fiammifero.
“Il solo fatto che tu respiri e che puoi ricordare, impedisce un nuovo inizio, capisci? In questo modo, avrai la tua seconda possibilità, come desideravi.” il fiammifero cadde a terra, mentre l’uomo si allontanava in fretta.
“Addio Eddy, e tanti auguri per il domani” furono le ultime parole che udirono le sue orecchie mentre bruciava.
Accidenti... è proprio bello. Complimentoni!!
Accidenti bel racconto davvero! http://www.labarriera.net/forum/public/style_emoticons/default/jaqen2.gif
Io devo trovare (anzi, ritrovare) l'ispirazione per aprire quel documento di testo dove ho scritto e cancellato troppe volte nella speranza di trovare l'idea giusta
Faccio passare questa settimana un po' impegnativa e poi vediamo se sarà la volta buona...
Scritto bene, ma leggendo avevo indovinato dove andava a parare.
Ventunesimo contest di scrittura creativa - Il distacco
Sola andata
-10
Risuonò in cuffia. Nikol’ka fissò il quadro comandi. Nessuna spia accesa, tutto pronto. Il conto alla rovescia proseguiva, inesorabile, inversamente proporzionale al senso di oppressione che le attanagliava le viscere.
-7
Finito il tempo dei ripensamenti? Il quadro si fece sfocato, i simboli indistinti, il respiro irregolare, indegno di un’allieva al primo volo.
-3
Stava per portare una mano ai comandi, ma qualcosa la frenava. Forse le parole di Julio? Deglutì. Il conto agli sgoccioli, la mano vinse l’invisibile resistenza.
0
Contatto. Una serie di pulsanti vennero attivati nella giusta sequenza e la piccola lancia ebbe il primo sussulto, finalmente dominata dalla vibrazione profonda dei propri motori.
“Distacco effettuato correttamente”
“Roger”
Rispose il secondo pilota alla constatazione del centro di controllo. Nikol’ka osservò distratta il quadro, si sentiva attratta dagli ombelicali ormai liberamente fluttuanti avanti a lei, sembrava ne rendessero materiale il pensiero.
Era fatta, non si sarebbe tornati indietro. Il secondo pilota nel frattempo scherzava nell’interfono con gli altri uomini a bordo, bagaglio del viaggio. Un plotone di soldati scelti per partecipare alla parata in onore dell’autoproclamato Basileo. Qualcuno rispondeva scherzando.
La ragazza si chiese se stesse rispondendo proprio il soldato che avevano scelto. Non che le interessasse veramente, tanto era già morto.
Ma dopo di lui sarebbe morto anche l’impostore. Colui che aveva violato La regola, l’unica regola che aveva permesso alla società di prosperare. Il divieto assoluto di instaurare dinastie. Di introdurre vincoli di sangue al vertice della collettività.
E dopo? Aveva ragione Julio a dire che ne sarebbe nata comunque una guerra civile? Una guerra civile dichiarata fin dal principio invece avrebbe veramente smorzato gli eccessi di una lotta basata sugli assassinii a tradimento e sul terrore di una lama nell’ombra? Deglutì ancora. Era veramente il principio a spingerla? Pensava veramente che a muoverla fosse la giustizia tradita? Sentiva qualcosa nei confronti dell’uomo che stava per uccidere? Scoprì che la cosa non le interessava poi molto. Sentiva semplicemente di aver tagliato i ponti con il passato. Braccata, i suoi migliori amici probabilmente arrestati per essere interrogati, gli ultimi due familiari che le erano rimasti pedinati ed intercettati, il suo reparto messo sotto osservazione, forse in quarantena. Tutto andato, un solco inesorabile si era aperto tra la sua vita ormai passata e i prossimi incerti e precari eventi. Forse un giorno avrebbe potuto ricongiungersi con gli Arcani, ma questa era un’eventualità da non mettere in conto. Per prima cosa avrebbe dovuto cercare di sopravvivere, anche a se stessa. Quindi avrebbe dovuto cercare di ricongiungersi con gli uomini che si sarebbero trovati dall’altro lato della barricata. Il vuoto siderale, una barricata ben peggiore delle trincee irte di campi minati e di fucili di meschini cecchini. E lei cos’era? Dilatò le narici, indispettita. Si, ricongiungersi con loro non era parte del piano. La pianificazione dell’assassinio partiva dal distacco. E non contemplava il ricongiungimento.
Lentamente, quasi alla deriva, si allontanavano dall’incrociatore spaziale Duran II, meraviglia di luci cangianti nelle trasparenze cristalline e di riflessi metallici, al cospetto della nebulosa della fenice, custode della sfera terrestre. Ma lo sguardo era perso negli ombelicali ondeggianti nel vuoto.
A furia di sbattere la testa negli spazi ortonormali non ho potuto evitare di rituffarmi un attimo nello spazio profondo. Buona lettura " />
Quale parte avresti voluto vedere approfondita?
Ecco, proprio quello che non volevo fare: aggiungere cose per arrivare attorno alla cifra " />
Forza!! Dove sono finiti tutti????