Mi piace...MI PIACE....MI PIACE " />
Il tema é molto intrigante.
Se avrò tempo proverò a buttare giù qualcosa.
Diciassettesimo contest di scrittura creativa
Vetro
E il Signore li disperse di là su tutta la terra, ed essi
cessarono di costruire la torre. Per questo la si chiamò
Babele, perché là il Signore confuse la loro lingua.
- Che ne sai tu? Sei solo uno shumallû - Lo sguardo di Nin-zadim era carico di disprezzo, e sulle sue labbra l'akkadû, il Linguaggio, si era fatto tagliente come schegge di mekku.
Zizru tenne la testa bassa, per rispetto, ma insistette: - Il mekku si rompe, bèlu. Vedete? - Fece cozzare fra loro le forme lucenti che teneva in mano. Andarono in mille pezzi, mentre un filo di perle rosse appariva sulla sabbia.
- Sakkuku! Ti sei fatto male. - Gli prese la mano ferita, ma già gli si addolcivano gli occhi: - Il mekku ti ha punito per averlo maltrattato, rubando il tuo damu per darlo a šipik, sua madre.
A Zizru non dispiaceva: anzi, avere estinto così in fretta il proprio debito nei confronti della sabbia lo sollevava. Ma non si lasciò distrarre: - Si rompe, bèlu, - mormorò, leccandosi la mano ferita.
Nin-zadim gli accarezzò benevolmente la testa: - Qui a Sennaar il mondo si unirà, Zizru. La vedi? - Si voltò, alzando lo sguardo verso la torre incendiata dal sole: fu costretto a socchiudere gli occhi per sopportarne il bagliore. Era alta almeno venti cubiti. - Ziqquratu Babbar. - intonò. - Hai mai visto nulla di più splendido, Zizru? Il mekku è molto più resistente della terra cotta nei forni. La tenera šipik, sposata al calore feroce di išatu, ha generato un materiale cento volte più forte. Questa torre arriverà fino al cielo, e tutti i popoli del mondo si uniranno qui, sulle rive del Purattu.
Zizru lanciò un'occhiata al fiume che si allungava sinuoso fino a perdersi nella foschia giallognola dell'orizzonte: così non capì immediatamente l'origine dello schianto che lacerò improvvisamente l'aria. Fece appena in tempo a vedere l'immensa struttura della torre collassare su sé stessa in uno sciame di scintille sfavillanti, che rimasero sospese, quasi immobili nell'immenso cielo azzurro ora vuoto. Uomini scuri fuggivano in ogni direzione sulla sabbia bianca. "Babbar! Babbar!" Zizru ora fissava il volto immobile di Nin-zadim: solo un bisbiglio usciva dalla sua bocca tremante: - Che Enlil e Anum ci proteggano...
- Si rompe, bèlu... L'avevo detto...
Abu Alì al-Hasan ibn al-Haitham si fermò sulla riva di Al-Furāt, e lasciò che il suo cammello si abbeverasse. La calura del tardo pomeriggio rendeva l'aria appena respirabile, ma Alì voleva esercitare la pazienza prima di dissetarsi a sua volta. Si guardò attorno con calma, e chiamò: - Aziz!
Il ragazzo lo raggiunse in fretta: - Eccomi, mu'allim!
- Prepara la tenda.
- Sì, mu'allim. Siamo arrivati?
- Ci aspettano ancora due giorni di cammino. Ma questo è un buon posto per passare la notte.
- Che posto è? - chiese Aziz, affaccendandosi sulla soma dell'animale.
Abu Alì s'inginocchiò, immergendo una mano nell'acqua: - Questa è la piana di Sennaar, dove si dice che fu costruita Ziqqurat Babal.
- Quella che crollò?
- Sì.
- Perché crollò?
Abu Alì non rispose, e rimase a guardare Aziz che montava la tenda.
- Mu'allim!
- Che c'è, Aziz?
Il ragazzo indicava un oggetto scuro, grande quanto un dattero, mezzo immerso nella sabbia. Lasciò la tenda e lo raccolse: - Cos'è?
Il mu'allim tese la mano, e lo esaminò: - È kas. Guarda... - Raccolse della sabbia, e con quella strofinò con forza l'oggetto, rivelandone la lucentezza. - Vedi? Forse è un pezzo di Ziqqurat Babal. Alcuni antichi scritti affermano che fosse fatta di kas. Per quello crollò.
- Kas? - Aziz spalancò gli occhi, mentre il mu'allim continuava a strofinare con le mani callose. Alla fine alzò l'oggetto, tenendolo fra due dita: era liscio e splendente come l'acqua del fiume. Poi lo portò all'occhio, e osservò i granelli di sabbia rimasti sulle dita: l'immagine era perfetta. - Guarda, Aziz. Lo vedi? Il kas piega la luce, e ingrandisce le cose. Dipende dalla sua forma, e questa sembra essere ideale. Se riuscissimo a scoprire il segreto di questa curva, forse un giorno potremo vedere le cose più lontane...
Nel buio sotto la cupola si poteva vedere solo una fetta di cielo stellato, parzialmente oscurata dalla struttura dell'enorme telescopio. Un gruppo di astronomi si preparava a una notte di osservazioni. Jima Takashi, Jean Pirard, Marco Grandi, Yara da Silva, John Snowden, Guang Li, e Abdul Halim, sotto il grande specchio di vetro, parlavano tutti la stessa lingua.
**
ok, come commento la riga sopra è spam, quindi:
- bella l'idea, il progresso tecnologico come una cosa fragile fragile che però unisce i popoli.
Tutte queste parole straniere mi distraggono parecchio ma parlando della torre di babele hanno anche senso.
La parte centrale forse sembra un po' messa lì...è una bella immagine e lega ma mi suona troppo debole rispetto alle altre due (e non mi chiedre debole come!)
Uhm... forse non e' cosi' debole. Sai chi e' Abu Alì al-Hasan ibn al-Haitham?La parte centrale forse sembra un po' messa lì...è una bella immagine e lega ma mi suona troppo debole rispetto alle altre due (e non mi chiedre debole come!)
signori, questo è un racconto di Qualità.
è il primo racconto di questo contest in cui il messaggio è così profondo, semplice e chiaro da rendere lo stile (peraltro molto buono) del tutto irrilevante.
e questo capita molto, molto raramente, anche nel mondo della scrittura "professionale"
Grazie, Balon! Sono commosso...
E ho troppa voglia di raccontare come è nato questo racconto.
Quando mi e' venuta l'idea per il racconto mi batteva il cuore all'impazzata: ero terrorizzato di poterla "rovinare" con la mia inadeguatezza nello scrivere. L'idea mi piaceva, perche' esprimeva la mia fiducia nell'umanita', e nella scienza.
Al solito, l'idea non e' solo mia: le idee per i racconti mi vengono da discussioni con la mia ex-moglie (che viene in visita una volta alla settimana per vedere il figlio). Le ho detto che dovevo scrivere una storia sul tema "Vetro". Io avevo in mente qualcosa su un'astronave che si appresta a lasciare il sistema solare, ma a una certa distanza non riesce piu' ad avanzare: qualche forza misteriosa la trattiene, e la faccenda sarebbe che tutto il sistema solare si trova in un grande acquario... Insomma, una cavolata gia' sentita e risentita.
Allora mia moglie ha proposto che forse il Vetro poteva essere un elemento unificatore. Qualcosa che metteva insieme tutti gli uomini - ad esempio, attorno a un telescopio (io sono un astronomo, come ormai sapete tutti credo). Il racconto si poteva concludere con questa scena "unificatrice", mentre il resto del racconto poteva essere una specie di "storia del vetro".
Al che io ho obbiettato che non bastava: un racconto deve riflettere in ogni sua parte il tema principale, e ad esempio se la fine corrispondeva a una "unificazione", l'inizio forse avrebbe dovuto presentare il Vetro come elemento di disunificazione.
Ci siamo scervellati a pensare come cavolo il vetro potesse disunire gli uomini. A me veniva in mente solo la Torre di Babele, e Dio che disperde gli uomini per punire la loro "arroganza" facendogli parlare lingue diverse. Ma che c'entrava il vetro con la Torre di Babele? A meno che... e mi e' venuta l'idea che la Torre di Babele potesse essere fatta proprio di vetro! " />
Meravigliosa internet: ho cercato su Wikipedia Babele e la storia del vetro, e tutto era perfetto. Mesopotamia, Sennaar, sulle rive dell'Eufrate. Babele fu costruita attorno al 2200 aC, e il vetro appare nel 3000 aC. Inoltre la sabbia per fare il vetro non manca! E se nel racconto la separazione fra i popoli e' provocata principalmente dalla lingua, ebbene, gli astronomi sotto il telescopio parlano in effetti la stessa lingua!!! Mi sembrava perfetto. Ecco perche' mi batteva il cuore all'impazzata, non stavo piu' nella pelle. Sulla web ho cercato le parole in accadico e arabo che mi servivano, e le ho usate sperando di non fare troppi strafalcioni... Sicuramente se qualche archeologo leggesse il racconto, si ammazzerebbe dalle risate - e anzi, visto che qui su Barriera abbiamo un paio di archeologi (la Dama è una) mi piacerebbe che indicassero gli errori, così che io possa poi correggerli.
Ogni racconto andrebbe giudicato a prescindere dagli altri, ma voglio chiedertelo ugualmente: come concili questa idea con la precedente?
Sono bipolare. " />
Ciaaaaaooo belli " />
Scusate l'assenza prolungata... ma tra esami e... Vita... mi sono persa gli ultimi due contest ç__ç
Ma siccome oggi non avevo niente da fare (leggasi: non avevo voglia di studiare) ho deciso di recuperare tutti gli arretrati, e ho letto racconti e commenti del quindicesimo e del sedicesimo, nonchè il primo racconto del diciassettesimo. Noto con un certo piacere che in entrambi i contest passati avrei comunque votato per il vincitore " /> e volevo fare due rapidissimi commenti sui racconti dell'ultimo contest. I racconti, anche se pochi, mi sono piaciuti praticamente tutti In particolare quello di Seeth perchè ho trovato molto vivo il dialogo e molto appropriata la descrizione dello stato emotivo precedente all'implosione, l'ho sentito molto vero e da vicino; quello di Tyrion perchè mi ha fatto pensare un sacco alla Domanda Fondamentale (chi sa, capirà!) e ciò è stato di mio forte gradimento, al di là del racconto che è bello in sè; quello di Ilyn perchè... non ve lo spiegare bene a parole perchè, ma mi ha colpita molto; e infine quello di Metal Duchess perchè trovo che come sempre riesca a costruire delle immagini molto belle.
Detto questo: il nuovo tema mi pare molto molto bello... un'ideuzza ce l'avrei, ma si tratterebbe di una riscrittura (colpa delle mie solite associazioni letterarie immediate... " /> ) e quindi la trama non avrebbe granchè di farina del mio sacco. Però, in mancanza di altre idee, potrei comunque decidere di scriverlo, come divertissement, per rimettermi in gioco e in allenamento, che è tanto che non scrivo qui " />
Il racconto di Tyrion Hill è sicuramente notevole: il messaggio, il contenuto, sono molto molto belli, danno un senso di speranza e ottimismo che mi ha messo allegria " /> Però l'eccesso di termini a me sconosciuti, anche se funzionali certamente ad alimentare l'idea della Torre di Babele, mi ha reso la lettura difficoltosa e "scattosa", non consentendomi di gustare appieno il racconto " />
Questo è tutto, spero di farmi venire un'idea migliore di una riscrittura di Petronio XD
Però l'eccesso di termini a me sconosciuti, anche se funzionali certamente ad alimentare l'idea della Torre di Babele, mi ha reso la lettura difficoltosa e "scattosa"
addirittura difficoltosa.. certo non va giù come le fiabe di nonna papera, occorre concentrarsi un minimo.
ma anche leggendo (avvertenza: sto per fare uso di iperbole) Dante la lettura non delle più semplici e lineari.
in questo caso la complessità/scarsa comprensibilità del linguaggio non è assolutamente un difetto, anzi è il tema portante del racconto!
Balon, mi hanno detto la stessa cosa tutti quelli che hanno letto il racconto (incluso mio figlio): la lettura della prima parte s'inceppa per i troppi termini sconosciuti (che io speravo si capissero immediatamente dal contesto). Li avevo messi proprio per mettere l'idea di "linguaggio" su tutto il racconto.
Comunque (giusto per divertimento) ecco tutti i termini usati nel racconto:
Accadico:
shumallû - allievo
Nin-zadim - mastro tagliapietra
akkadû - accadico
mekku - vetro
Zizru - piccoletto, nano (il nome del ragazzo)
bèlu - maestro
sakkuku - stupido
damu - sangue
šipik - sabbia
ziqquratu - torre
babbar - splendente
išatu - fuoco
Purattu - Eufrate
Enlil e Anum - principali divinità accadiche
Arabo:
Al-Furāt - Eufrate
mu'allim - maestro
ziqqurat - torre
kas - vetro
Ebraico:
babel - confusione
EDIT: ho controllato, in ebraico è
bilbul - confusione
bilbel - confuso
In assiro e babilonese bab è porta, el è Dio (come in ebraico). Quindi babel è porta di Dio. Io ho inventato una etimologia che verrebbe da babbar, splendente, che mi serviva per giustificare il fatto che la torre fosse di vetro (altra pura invenzione, ovviamente).
infatti se ne capiscono almeno 2/3 dal contesto, e l'altro terzo si comprendono in linea generale ragionandosi su una frazione di secondo (si capisce che sono nomi di luoghi o di persone).
un paio è anche fisiologico che non si capiscano, dopotutto si parla della babele delle lingue...
boh, non voglio fare il genio che capisce tutto al volo, ma per me non è stato affatto un problema.
eliminando i termini antichi certo sarebbe una lettura più amena , ma il racconto perderebbe profondità e anche senso, imho.
Prima di parlare di profondità, io aspetterei una risposta seria alla mia domanda, visto che il racconto precendente diceva l’opposto ;-)eliminando i termini antichi certo sarebbe una lettura più amena , ma il racconto perderebbe profondità e anche senso, imho.
Per il fatto di perdere senso, lo perderebbe proprio perché ha usato coppie di personaggi che discutono nella stessa lingua. L’effetto straniero o l'incomprensione è solo verso il lettore, non fra loro, ed è per questo che a molti risulta forzato.
Ma la mia risposta era serissima: ho alti e bassi. Momenti di profonda depressione, di cinismo, di nichilismo. E momenti di grande fiducia, di gioia, di passione.Prima di parlare di profondità, io aspetterei una risposta seria alla mia domanda, visto che il racconto precendente diceva l’opposto ;-)
Dici bene, è solo verso il lettore: la cosa è completamente "innaturale", e mentre scrivevo me ne rendevo conto. Lo stesso ho pensato che potesse funzionare (probabilmente sbagliavo). Pensavo che aiutasse anche a "trasportare" il lettore in un'epoca lontana, e con la mutazione delle parole (mekku -> kas -> vetro, babbar -> babal -> babel) rendere il passaggio del tempo... E' solo un artificio, anche per far sempre pensare al lettore "linguaggio, linguaggio, linguaggio". Sicuramente si poteva fare mille volte meglio...Per il fatto di perdere senso, lo perderebbe proprio perché ha usato coppie di personaggi che discutono nella stessa lingua. L’effetto straniero o l'incomprensione è solo verso il lettore, non fra loro, ed è per questo che a molti risulta forzato.