Skie Lannister : ovviamente l'ambientazione non può che piacermi. Ci sono alcuni errori di distrazione, ma nonostante questo il testo scorre bene. L'unica cosa che mi ha lasciato perplessa è quello che ha notato Arya, ossia lo spacco tra la scena iniziale e il riassunto del resto del testo.
Tyrion Hill: il brano mi ha coinvolto parecchio, in crescendo. Mi è piaciuta molto l'idea e l'hai sviluppata davvero molto bene. Per ora è il mio preferito ^^
Ho seguito i tuoi consigli dell'altra volta. " /> Ho usato pochissimi sinonimi di "disse".Tyrion Hill: come scrittura questa volta non è male.
Mah... a me piaceva (ci avevo pensato), ma forse hai ragione.Ci sono delle cosine che aggiusterei, come qualche cambiamento di punteggiatura, quel "minimamente" iniziale che è bruttino e inutile...
Eh, lo so, ma ho dovuto tagliare un po' Quella parte mi sembrava piu' sacrificabile di altre... era solo splatter! Lo so che ti piace... " />L'uccisione del negoziante penso che sarebbe stato meglio descriverla di più (parlo dell'uccisione in sè, non il prima e il dopo).
" /> Hai ragione...Inoltre quando dici: "rovesciò la credenza buona"... perchè "buona"? Nella stanza c'è forse un'altra credenza "cattiva"?
Se ci saranno meno di 5 brani, mi sa che il tempo per scrivere si prolunga di 4 giorni...
Forza, ce ne sono di cose da scrivere!
io stavolta passo, esamone da 18 crediti lunedì " />
Skie Lannister: La storia poteva essere molto più bella, se non ci fossero frequenti (piccole) imperfezioni che risultano fastidiose abbastanza da impedirmi l'immersione.
Poi naturalmente c'è anche il fatto disdicevole che io di storia romana non so un ciufolo... " />
Tema: La vendetta
Titolo: Una storia vera.
Vuole la tradizione che un piano diabolicamente malvagio venga accompagnato da una lugubre risata sullo sfondo di una notte in tempesta. Non è il nostro caso.
Quella notte avrebbe potuto essere la scena finale di uno sdolcinato film sul natale, con la neve che scendeva lenta sul tetto bianco di una casa dove il camino buttava un adorabile filo di fumo. Ma scendendo giù per la canna fumaria, sporcandosi di fuliggine e osservando infine dal vetro sporco e sigillato di una stufa a legna, uno sfortunato babbo natale avrebbe potuto disapprovare un comportamento decisamente poco natalizio, per poi finire orribilmente bruciato.
"Che pagne queshcta Arya - gulp- snow" borbottava tra sè e sè un trasandato ragazzo in un pigiama grigio e azzurro, masticando qualcosa di non meglio identificato preso dal frigo.
"Ma quante volte l'ha già vinto questo contest?". triex guardò perplesso dentro il mobile, cercando dei biscotti. Tirò fuori un pacchetto di tarallucci, vuoto. Lo guardò con astio per un secondo e poi si mise a frugarci dentro per raccoglierne le briciole.
"E io neanche una volta" continuò a lamentarsi camminando attorno al tavolo. Il suo computer portatile stava lì sopra, con il browser aperto sulla pagina del contest di scrittura di Barriera. Quel contest era stata una sua idea! E qualcun altro gli stava rubando la gloria.
Accartocciò il pacchetto vuoto e lo rimise accuratamente nel mobile. Rimase un momento con una mano appoggiata alla maniglia e un'altra ad accarezzarsi il pizzetto, colto da qualche pensiero. Si voltò di colpo a guardare la stufa, come se avesse sentito un flebile grido di aiuto provenire da dentro, poi scrollò le spalle e continuò nel suo monologo.
"Devo fare qualcosa, ne va del mio orgoglio!" Esclamò, puntando in modo teatrale un dito verso il cielo e sbattendo la mano sul lampadario. "Ouch".
Il lampadario prese a oscillare pericolosamente mentre lui sbatteva la mano su e giù per il dolore. Con l'altra mano fermò l'oscillazione, maledicendo chi aveva montato quella trappola, cioè lui.
"°_°" Disse una voce sulla sua spalla. triex voltò la testa per vedere cosa diavolo gli stava suggerendo emoticon dalla spalla sinistra.
Era un uomo ben proporzionato ma minuscolo, che fluttuava a pochi centimetri dalla sua spalla. Aveva i capelli cortissimi e lo sguardo furbetto, ed era vestito in maniera casual, stravaccato su una sedia immaginaria.
"Uh, qho? Che diamine ci fai sulla mia spalla?" disse triex muovendo un braccio per scacciarlo. La mano gli passo attraverso un paio di volte, e lui tornò a guardare dubbioso l'armadio aggiungendo "E da quanto tempo saranno state lì quelle briciole?"
"Beh, ti dico solo che se vuoi tirare un tiro mancino ad Aryasnow, io riderò fino alle lacrime" Disse con aria seria il mini-Qho, a cui era comparso magicamente in mano un boccale di birra.
"Ho capito chi sei... il mio diavoletto personale, quelli che arrivano quando uno è indeciso sul da farsi" disse triex con aria saputa, cercando di annuire con il collo piegato verso sinistra. Voltò lo sguardo dall'altra parte "Non dovrebbe esserci qualcuno anche di qua?"
Qho poggiò con noncuranza il boccale sull'orecchio del suo ospite "Colpa della crisi, abbiamo tagliato il personale anche sulle coscienze. Tempi duri sai?"
triex si sedette sul divano, guardando sempre a sinistra. Non si chiese se stava impazzendo, perché era evidente che la risposta era sì. Si domandò piuttosto se si sarebbe svegliato l'indomani con un torcicollo di quelli coi fiocchi.
Meecha si svegliò con un miagolìo acuto e prese a strusciarsi contro la gamba di triex, salendogli in grembo. Le sue dita presero ad accarezzarla d'istinto.
"Quindi, che mi consigli di fare? Vendetta tremenda vendetta?" "E cosa se no? Conosci il suo indirizzo?" triex ci pensò un attimo "Conosco la città solo... ma posso sempre dirle che le voglio spedire una cartolina".
Mini-Qho sorrise "Certo, e invece le spedirai qualcos'altro" "Ah, tipo una testa di cavallo morto" "Beh, in realtà quello penso che le farebbe piacere. Stiamo parlando di aryasnow, ricordi?" "Oh sì, vero".
Rimasero un attimo in silenzio, con l'unico rumore il crepitìo della legna e come un debole e frenetico bussare al vetro della stufa.
Qho guardò la stufa con un ghigno divertito. Poi parve colto da una idea "Ah! Ho trovato!" "Sul serio?"
Qho gli svelò la sua splendida idea all'orecchio.
"Uh, Geniale... e non saprà mai che sono stato io?" "Ovvio che lo saprà, lo scriverai sul contest"
triex lo guardò con aria stranita "Eh?"
"Puppa" rispose Qho, soddisfatto. "Fidati di me. Vivrà nel terrore sapendo che le accadrà qualcosa di terribile, ma poi se anche accadrà tu potrai sempre dire che era uno scherzo, un racconto per il contest! Nessuno potrà incolparti"
"Uh, questo è Machiavellicamente geniale" disse triex riempendosi la bocca con quella parola lunga.
Poi scattò in piedi, suscitando un miagolìo di protesta da Meecha che si stava addormentando. "Alla triex-caverna!".
" /> Cinque!"Ma quante volte l'ha già vinto questo contest?".
Whahahahah!!! Ho riso, ho pianto, è stato fantastico! Grandissimo Triex in pigiama grigio e azzurro!
Massì, ci sono degli errorini, chissene. L'importante è ridere!
Se mi votate metterò in atto la mia vendetta, sallatelo.
Ma io voglio troppo bene ad Arya... " />
Allora se mi voti non la metterò in atto.
Mi arrendo, non ho più voglia di rileggerlo.
Quattordicesimo contest di scrittura creativa: La Vendetta.
Segue la terza e penultima parte della trascrizione audio/video. L’immagine continua a limitarsi al primo piano del soggetto, dietro il quale si intravede lo schienale in velluto di una poltrona colore grigio ardesia. Il soggetto appare privo di vita e il volto parzialmente oscurato da un’ombra. L’audio a velocità naturale risulta incomprensibile.
Premi per la trascrizione audio a velocità ridotta (contiene volgarità)
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VOCE FEMMINILE: Che situazione di merda.
VOCE MASCHILE1: È un momento di precario equilibrio. Passerà, come sempre.
VOCE MASCHILE2: Di-pre-ca... questa è bella. Davvero, capo, complimenti. Mi fai morire.
VOCE FEMMINILE: Fosse vero.
VOCE MASCHILE1: Calma e sangue freddo, gente. Raccontiamo la verità, e nessuno si farà male.
VOCE FEMMINILE: Io l’ho già detta, la verità. Il problema è che nessuno mi crede.
VOCE MASCHILE2: Il problema è che non sta in piedi. Confessa.
VOCE FEMMINILE: Ascolta, stronzo, sono arrivata ed era già così. Non mi ha detto niente.
VOCE MASCHILE2: Oppure te lo sei lavorato, e poi l’hai sistemato senza aspettarci.
VOCE FEMMINILE: E chi mi dice che non l’abbia avvelenato tu, e poi sia tornato dopo il mio arrivo?
VOCE MASCHILE2: Ha!
VOCE FEMMINILE: Cosa?
VOCE MASCHILE2: Chi ha mai parlato di veleno?
VOCE FEMMINILE: Idiota. Guardalo in faccia e dimmi se non ho ragione.
VOCE MASCHILE2: Capo, sento uno strano prurito al dito: quasi quasi premo il grilletto.
VOCE FEMMINILE: Provaci, e sparo anch’io.
VOCE MASCHILE1: Nessuno spara a nessuno. Ragazzo, rifletti: anche se ci avesse fregato, uccidendola rinunceremmo a tutto. E noi non vogliamo questo, giusto?
VOCE MASCHILE2: In effetti non lo vogliamo.
VOCE MASCHILE1: Bravo ragazzo.
VOCE MASCHILE2: Ma il pru...
VOCE MASCHILE1: ...ed escluderei l’ipotesi di un tuo complotto: troppo elaborato, viste le tue condizioni. Con rispetto parlando.
VOCE MASCHILE2: Grazie, capo. Ma anche vaffanculo, con rispetto parlando.
L’ombra si sposta fuori campo rivelando al contempo la metà inferiore del volto in primo piano. In particolare sono ora visibili le labbra, contratte in un sorriso squisitamente sardonico.
Premi per la trascrizione audio a velocità ridotta (contiene volgarità)
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VOCE MASCHILE1: Amleto, qui!
VOCE CANINA: Woof!
VOCE FEMMINILE: Tenetemi lontana quella bestia.
VOCE MASCHILE2: Potevi sistemare anche lui, già che c’eri.
VOCE MASCHILE1: Seduto, così. Tesoro, voi due eravate intimi.
VOCE FEMMINILE: Ancora col terzo grado?
VOCE MASCHILE1: Non era una domanda.
VOCE FEMMINILE: Ci scopavo e basta, tesoro. Nulla di intimo.
VOCE MASCHILE1: Giusto, giusto. Ma potrebbe essergli sfuggito qualcosa. Cerca di ricordare.
VOCE FEMMINILE: Ricordo quello che gli vendeva lui. Ricordo quello che era costretto a darti. Vogliamo davvero parlarne?
VOCE MASCHILE1: Noto un certo atteggiamento protettivo nei suoi confronti. Nulla di intimo, eh?
VOCE FEMMINILE: Certo che no! E deciditi: prima mi accusavi del contrario.
VOCE MASCHILE1: Devo analizzare ogni possibilità. Deformazione professionale, suppongo.
VOCE MASCHILE2: Capo, se fosse così, la troia potrebbe averlo avvisato delle nostre intenzioni.
VOCE MASCHILE1: Come dici?
VOCE MASCHILE2: Voglio dire, magari erano d’accordo. Dall’inizio, intendo.
VOCE MASCHILE1: Ragazzo, forse ti ho sottovalutato. Te la senti di elaborare il concetto?
VOCE FEMMINILE: Sei impazzito?
VOCE MASCHILE2: Che ne diresti di abbassare il ferro, prima? Un po’ di fiducia mi incoraggerebbe.
VOCE MASCHILE1: Dovremmo farlo tutti e tre assieme.
VOCE FEMMINILE: Scordatevelo. Vi state coalizzando, e io sto perdendo la pazienza.
VOCE MASCHILE2: Allora, vediamo...
VOCE MASCHILE1: Tesoro, non possiamo rimanere così per sempre.
VOCE MASCHILE2: Il concetto, sì...
VOCE FEMMINILE: Il concetto dimostra la mia innocenza, idiota.
VOCE MASCHILE1: Solo se ammetti di averlo aiutato. E quindi di averci tradito.
VOCE MASCHILE2: Ha! E sarei io, l’idiota.
VOCE FEMMINILE: Cercate solo un pretesto, non è vero?
VOCE MASCHILE1: Così mi ferisci.
VOCE CANINA: Woof! Woof!
VOCE FEMMINILE: Non ve ne frega nulla della verità.
VOCE MASCHILE2: Oddio che prurito, non resisto.
VOCE FEMMINILE: Ti avviso, stronzo: muoio io, moriamo tutti.
VOCE MASCHILE2: Vogliamo provare?
VOCE FEMMINILE: E dite a questo mostro di allontanarsi!
VOCE MASCHILE2: È andata.
VOCE MASCHILE1: Tu non provocarla.
VOCE MASCHILE2: Ma è divertente.
VOCE FEMMINILE: Sparisci!
VOCE MASCHILE1: Amleto, seduto!
VOCE CANINA: Woof?
VOCE MASCHILE1: No!
VOCE FEMMINILE: Sparo, giuro che sparo!
VOCE CANINA: Grrr...
VOCE MASCHILE2: Vai, bello, fai giustizia!
(rumore di uno sparo)
VOCE MASCHILE2: Oh Cris...
(rumore di uno sparo)
(rumore di uno sparo)
Sul viso del soggetto compaiono minuscole macchie ellittiche di quello che, al di là di ogni ragionevole dubbio, riteniamo essere liquido ematico. L’ultimo quarto del video non presenta alcun movimento o suono fino alla conclusione, che avviene a due secondi esatti di distanza dall’ultimo rumore.
Fine trascrizione.
Macchè, "solo" 3 " />" /> Cinque!
Più tardi leggerò gli ultimi racconti (anche se quello di triex so già di che parla " /> ), adesso devo fare le pulizie di casa.
Tema: La vendetta
Titolo: Una storia vera.
(17.30) (B)Giacomo(B): lol
(17.30) (B)Giacomo(B): bellissimo XD
solo non ho capito come mai ad ogni frase vai a capo .-.
(17.31) triex: uh?
(17.31) triex: è che le righe sono molto lunghe
sul forum verrà meglio
(17.31) (B)Giacomo(B): capito
Perchè c'è qualcosa che non mi torna? " />
"°_°" Disse una voce sulla sua spalla. triex voltò la testa per vedere cosa diavolo gli stava suggerendo emoticon dalla spalla sinistra.
°_°
Mi si è fulminato il cervello? Chissà come me lo sono messo in testa... Ma allora siamo pari!!! " />Macchè, "solo" 3 " />" /> Cinque!
Va bene, Ilyn Payne, l'ho letto ben due volte (era divertente e ben scritto). Adesso mi serve la spiegazione, perché per quanto mi sia spremuto le meningi non ci ho capito una beata fava.
Tanto per cominciare il video non l'ho pututo vedere, perché qui in Germania è censurato.
L'azione si svolge in due secondi esatti. Quindi i personaggi parlano come Speedy Gonzales, solo più veloce.
Il video mostra il volto della vittima. L'ombra non so cosa sia. I tre personaggi (e il cane) si trovano dentro di lui? Sparano, e lui si riempie di buchi (immagino tre). Ah. Il tipo sta dormendo. Sta sognando. "Non so che mi ha preso": è stato preso da un sogno molto realistico, che finisce per ucciderlo.
Boh. Senti, spiegamelo. Comincio a odiare i tuoi racconti. " />
Davvero non si capisce niente? :-\ Il bello è che sono partito proprio con l'idea di scrivere qualcosa di immediato, anche se stavo per cestinare anche questo racconto, quando ho pensato che si stesse involvendo troppo.
È la trascrizione di un video che dura pochi secondi, non sappiamo se è stato accelerato apposta o cos’altro, ma mi serviva un contesto misurabile e razionale. Uno spartito. Nel video viene inquadrato il primo piano di un uomo. Le voci si sentono fuori campo, e discutono dell’uomo stesso. Questa è la scena degli eventi.
Non si capisce chi l’ha ucciso, ma intuiamo che tutti e tre avevano in progetto di farlo e che il loro atteggiamento non era proprio genuino nei suoi confronti, così come intuiamo che il cane (Potevi sistemare anche lui, già che c’eri/Vai, bello, fai giustizia) era già lì, e apparteneva all’uomo. I tre si minacciano a vicenda con la pistola e si spremono in congetture; il cane fa precipitare gli eventi, perché il mexican stad-off finisce in tragedia, e vendica involontariamente il padrone (che ha un sorriso stampato in faccia). Tutto qui.
Il sangue appartiene alle voci fuori campo, stando alla trascrizione, e l’ombra è quella del cane, che è l'unico a muoversi. Infatti l’ombra si allontana quando viene chiamata dalla voce maschile 1; il sangue appare durante la sparatoria (minuscole macchie ellittiche, perché è così che il sangue dovrebbe schizzare su un corpo solido in seguito al colpo di un’arma da fuoco).
Non l’ho specificato al di fuori dello spoiler perché l’immagine potesse essere letta anche senza i dialoghi (in fondo non si sentono, a velocità naturale), quindi senza riferimenti espliciti a ciò che viene detto. I collegamenti, però, sono lì. Uno dopo l'altro.
Quasi tutte queste cose davo per scontato che fossero intuibili. La sfida che mi ero posto, piuttosto, è stata quella di scrivere i dialoghi in modo tale che, magari a una seconda lettura, fosse superfluo persino leggere chi diceva cosa, tanto il discorso fosse fluido e le voci distinguibili fra loro. Non dico che funziona, dico che è quello che ho provato a fare.
Il video non c’entra nulla, è solo un famosissimo pezzo jazz (All Blues – Miles Davis) che ascoltavo durante la scrittura e che ha il ritmo perfetto (in 6/8, appunto) per questo racconto. Un semplice consiglio per l’ascolto.
Diciamo che mi ha influenzato, visto che i dialoghi e il racconto, esteticamente, hanno la pretesa di ispirarsi al jazz. Ovvero, improvvisazione pura, un ampliamento del tempo scandito da pochi accordi (le immagini). Tutti i ragionamenti delle voci non portano infatti a nulla di concreto, non viene svelata la verità, ma sono godibili (anche qui, non dico che lo sono oggettivamente, ma è quello che ho provato a fare) solo in quanto tali. Esprimono dei sentimenti e degli atteggiamenti molto differenti; interagiscono, si incastrano e si spintonano fra loro attraverso l’improvvisazione, convergendo verso la medesima conclusione.
Ci sono altre cose da dire, ma mi fermo qui.
E non dire che odi il mio racconto. Neanche io ho capito perché Angelo è un pugile e la donna si sente più bella, vendetta dopo vendetta, ma mica odio il tuo racconto per questo :-P Anzi, mi è piaciuto.