Dipende quanti anni ha lui. Se anche lui è un ragazzo adolescente o poco più e ha sui 16-20 anni, allora è comune.Ma un 40enne che si sbatte le tredicenni mi pare proprio considerato un porco pedofilo dalla mentalità comune.
bah, se è consenziente non direi proprio... un po' porco, ok, ma niente di scandaloso.
se è per questo anche in westeros la differenza di età troppo marcata è vissuta con sospetto e un po' di disgusto... jon arryn e lysa, i pretendenti di arianne, la punizione per la maculata amica di arianne, walder frey e le sue giovani mogli...
Al massimo puoi dire che è strana per altri motivi (per via del sessismo), ma non per la violenza in sè. E anche in questo caso, a livello quantitativo, mi pare molto meno strana.Gendry (che mi sembra assolutamente un rappresentante del ragazzo medio westerosiano) la considera strana, ma non è nemmeno sconvolto.
Poi alla Locanda dell'Incrocio c'erano delle ragazzine armate di balestra.
Tra l'altro, per le Mormont andare in battaglia è considerato assolutamente normale. E mi sembrano persone abbastanza integrate con il resto di westeros, non emarginate o disprezzate.
Anche Asha si è riuscita ad integrare relativamente. Suo padre la appoggia. Già da piccola "giocava con le asce".
Dorne è piena di donne-guerriere e fa comunque parte di Westeros. Il potere centrale non ha particolarmente intenzione di abolire quelle abitudini.
ma neanch'io sarei sconvolto.
in una situazione di guerra totale ognuno si arrangia come può.
mi parrebbe un po' strana tutta questa furia in una bambinetta, ma vabbè.
un medievale doc (carlo magno, toh) non so cosa avrebbe pensato di una piccola nobile sudicia e pronta al combattimento.
forse qualcosa più di "particolare"... magari una cosa tipo "va contro l'ordine naturale delle cose"
Poi alla Locanda dell'Incrocio c'erano delle ragazzine armate di balestra.Tra l'altro, per le Mormont andare in battaglia è considerato assolutamente normale. E mi sembrano persone abbastanza integrate con il resto di westeros, non emarginate o disprezzate.
Anche Asha si è riuscita ad integrare relativamente. Suo padre la appoggia. Già da piccola "giocava con le asce".
Dorne è piena di donne-guerriere e fa comunque parte di Westeros. Il potere centrale non ha particolarmente intenzione di abolire quelle abitudini.
aggiungiamo brienne.
appunto. Se non una società femminista, perlomeno non iper-rigidamente maschilista, almeno per quanto le donne-guerriere.
nel medioevo c'erano tante donne guerriere? non era accusate di stregoneria o simili?
bah, se è consenziente non direi proprio... un po' porco, ok, ma niente di scandaloso.
A me pare proprio di sì... :unsure:
se è per questo anche in westeros la differenza di età troppo marcata è vissuta con sospetto e un po' di disgusto... jon arryn e lysa, i pretendenti di arianne, la punizione per la maculata amica di arianne, walder frey e le sue giovani mogli...
Disgusto per forza, certo che a delle giovani ragazze in genere fa schifo l'idea di vivere e andare a letto con dei vecchietti decrepiti. A livello di attrazione fisica fa schifo.
Però non è disgustoso da un punto di vista morale, non è che quei vecchietti siano giudicati male dalla società per quello.
un medievale doc (carlo magno, toh) non so cosa avrebbe pensato di una piccola nobile sudicia e pronta al combattimento.forse qualcosa più di "particolare"... magari una cosa tipo "va contro l'ordine naturale delle cose"
Carlo Magno non lo so (e lui comunque era ancora Alto Medioevo, Westeros come minimo sarà Basso...), non saprei nemmeno cosa penserebbero le persone in generale. Non sono mica così sicura del fatto che tutti lo considererebbero così scandaloso, addirittura a livelli "da esorcismo"...
aggiungiamo brienne.
Da Randyll Tarly era considerata proprio scandalosissima. Hyle Hunt già la trattava in modo più tranquillo.
Mi sembra che Randyll Tarly sia uno abbastanza "duro" anche per Westeros...
Appunto. Se non una società femminista, perlomeno non iper-rigidamente maschilista, almeno per quanto le donne-guerriere.
Probabilmente infatti è meno sessista che il nostro medioevo, ma vorrei comunque seperne di più...
nel medioevo c'erano tante donne guerriere? non era accusate di stregoneria o simili?
Non saprei...
A parte Giovanna d'Arco, sul momento mi vengono in mente questa o questa.
Però vorrei saperne di più...
Tra l'altro, se ce ne sono state anche pochissime famose, mi viene da pensare che di non-famose (e specialmente di quelle che semplicemente aspiravano a diventarlo da bambine) ce ne fossero ancora di più. Poi è ovvio: sempre di eccezioni si parla.
Scusami, ma non credo che avrebbero ritenuto necessario un esorcismo in questo caso: al massimo qualche frustata - data al suo servo, però, perché lei è intoccabile. O più probabilmente avrebbero decapitato la suorano no, guarda che non è per niente così... l'educazione delle giovinette, gestita dalle religiose, era rigorosissima e severissima, e non aliene di punizioni corporali e vari tipi di umiliazioni.
Certo, la punizione corporale era inscindibile dall'educazione (anche fino a pochissimi decenni fa). Ma mi riesce difficile credere che fosse applicata allegramente anche ai figli dei nobili... in particolare alle ragazzine. Ho cercato un po' con Google, e ho trovato un brano dall'autobiografia di Guibert de Nogent (circa 1100), che però apparteneva alla piccola aristocrazia (non era certo un principe), ed era frustato un giorno sí e uno no. Il brano riportato racconta di lui che cerca di nascondere alla madre il fatto di essere punito corporalmente. La madre gli alza la camicia, e lo vede tumefatto e coperto di segni. La reazione della madre è quasi disperata, ma il figlio insiste a voler continuare gli studi (tra parentesi: non è un "romanzo storico", questo, ma una autobiografia: infatti il racconto, e le frasi che madre e figlio si scambiano sono cosí... moderni!).
l'educazione delle giovani stark sembra quella di una scuola elementare, tale è il livello di lassismo.
Non credo che fosse molto diverso per una figlia di re, nel medioevo. Poi, Arya e Sansa studiano le cose "giuste": ricamo, storia, alberi genealogici, comportarsi "da lady"... È proprio medioevo.
non so, l'atteggiamento "ahah ma tu guarda questa piccola pulce... datti una calmata, ragazza-lupo -buffetto sulla guancia-" ti sembra adatto a un contesto medievale?
In un contesto "di strada", quotidiano, sí, mi sembra normale... Credo proprio che fosse cosí.
apro una parentesi: in realtà il relativismo dei valori, quando si giudica, lascia spazio al volontarismo, da che mondo è mondo (ultimamente è stato un po' mitigato, ma se ci pensiamo bene mica tanto).
-ma io ho commesso questa cosa perchè... contesto culturale, situazione, indottrinamento eccetera.
-certo certo, ma a me non piace e quindi ti condanno.
-ma perchè? forse non capisci: io ho un diverso contesto culturale, sono cresciuto in una società violenta...
-perchè lo voglio!
Non capisco come questo possa indicare che sia sbagliato giudicare tenendo conto delle circostanze e del contesto dell'azione che si vuole giudicare.
Disgusto per forza, certo che a delle giovani ragazze in genere fa schifo l'idea di vivere e andare a letto con dei vecchietti decrepiti. A livello di attrazione fisica fa schifo.Però non è disgustoso da un punto di vista morale, non è che quei vecchietti siano giudicati male dalla società per quello.
be' insomma... Walder frey lo guardano tutti storto per questa sua mania.
comunque, ok: 13 anni da noi non va tanto bene, invece va benissimo 15.
capirai che differenza di mentalità.
non saprei nemmeno cosa penserebbero le persone in generale. Non sono mica così sicura del fatto che tutti lo considererebbero così scandaloso, addirittura a livelli "da esorcismo"...
ma sì, dai, esorcismo... sai che con arya esagero sempre.
certo io mi immagino un atteggiamento molto molto più intransigente verso questo tipo di cose.
A parte Giovanna d'Arco, sul momento mi vengono in mente questa o questa.
la seconda però non è mai andata in giro con la mazza ferrata a spaccare teste.
la prima ha combattuto una sola volta, che si sappia... i normanni poi erano gente abbastanza aperta e "avanti", mi sembra... vedi federico II
entrambe era mogli di re o regine esse stesse. questo particolare pesa, a mio avviso.
insomma asha e brienne e le ragazze di dorne e le mormont sono qualcosa di diverso.
Tra l'altro, se ce ne sono state anche pochissime famose, mi viene da pensare che di non-famose (e specialmente di quelle che semplicemente aspiravano a diventarlo da bambine) ce ne fossero ancora di più.
mah, probabile che siano famose proprio in quanto eccezione.
poi anche a me piacerebbe saperne di più.
Non credo che fosse molto diverso per una figlia di re, nel medioevo. Poi, Arya e Sansa studiano le cose "giuste": ricamo, storia, alberi genealogici, comportarsi "da lady"... È proprio medioevo.
mah, mah... io non sono mica tanto convinto. le principessine rinascimentali, ok... le figlie del feudario di york dell'anno 1000 ho qualche dubbio in più.
In un contesto "di strada", quotidiano, sí, mi sembra normale... Credo proprio che fosse cosí.
io dico di no, mi immagino atteggiamenti scandalizzati e reazioni anche violente... ma tanto non lo sapremo mai.
probabilmente ho ragione io, visto che non si hanno molte notizie di giovani guerriere tollerate (insomma giovanna l'hanno accusata di stregoneria, alla fin fine).
comunque potrei sbagliare, e in realtà le giovani guerriere erano così nella norma che è x questo motivo che non se ne ha notizia.
Non capisco come questo possa indicare che sia sbagliato giudicare tenendo conto delle circostanze e del contesto dell'azione che si vuole giudicare
perchè di fatto, quando servirebbe, nessuno lo fa mai (lasciando perdere dolo e colpa).
quando devi processare, giudicare "veramente" (della serie "in prigione oppure no"), e non limitarsi a dare un giudizio di simpatia-commiserazione-comprensione, raramente il fattore "cultura/educazione" rileva più di tanto.
insomma dubito che l'infanzia traumatica di ratko mladic servirà a evitargli l'ergastolo quando lo beccheranno.
Un paio di precisazioni.
Giovanna d'Arco è stata accusata di stregoneria, ma dai suoi nemici che avevano solo voglia di vendicarsi per le sconfitte subite, in Francia quando vinceva era considerata una santa.
Sull'età da matrimonio: ho appena letto L'ultimo re, della serie Le storie dei re sassoni, Bernard Cornwell; il quale è uno che sa scrivere romanzi storici rigorosi, a mio parere. Questo è ambientato nell'alto Medioevo, mi pare nel secolo 800. Un certo tizio, adulto (anche se poco più che ventenne) deve sposare per ragioni dinastiche una ragazza di 16 anni; il commento è "Se a quest'età non si è ancora sposata significa che dev'essere veramente molto brutta". Insomma, piuttosto presto...
per il resto, appoggio in gran parte le opinioni di Balon Swann.
Non capisco come questo possa indicare che sia sbagliato giudicare tenendo conto delle circostanze e del contesto dell'azione che si vuole giudicareperchè di fatto, quando servirebbe, nessuno lo fa mai (lasciando perdere dolo e colpa).
quando devi processare, giudicare "veramente" (della serie "in prigione oppure no"), e non limitarsi a dare un giudizio di simpatia-commiserazione-comprensione, raramente il fattore "cultura/educazione" rileva più di tanto.
insomma dubito che l'infanzia traumatica di ratko mladic servirà a evitargli l'ergastolo quando lo beccheranno.
Va bene, ma io non parlo tanto di un processo in tribunale, ma del giudicare azioni compiute in un determinato contesto storico. Ignorare il contesto storico è assurdo - non svicolare... :unsure:
Va bene, ma io non parlo tanto di un processo in tribunale, ma del giudicare azioni compiute in un determinato contesto storico. Ignorare il contesto storico è assurdo - non svicolare...
mah... il contesto storico, educativo e culturale, più che altro lo tengo presente per capire le motivazioni che hanno portato una persona a commetere determinate azioni
però se devo "giudicare", quindi esprimere un'opinione, tendo a rifarmi soprattutto alla mia sensibilità personale.
ci sono atteggiamenti universali -molto pochi- che "giustifico" sempre, perchè sono e saranno sempre uguali (uccidere per sopravvivere, desiderio di vendetta, difendere la propria dignità)... però se devo andare a giudicare fatti che sono prevalentemente frutto di un atteggiamento culturale "tipico" di in certo popolo/di una certa epoca, anche in questo caso preferisco applicare il mio metro di giudizio.
gli aztechi sacrificavano i prigionieri; posso capire perchè lo facevano, ma non li giustifico.
i romani erano inutilmente spietati, dei veri proto-nazisti... capisco perchè lo facevano, ma non li giustifico.
mladic: posso capire il suo razzismo, ma non lo giustifico
anche perchè, secondo me, da ventenne del XXI° secolo che di storia/antropologia qualcosa sa ma non poi così tanto, è presunzione (e ne sto avendo la conferma in questa discussione) pensare di poter affermare "eh, ma questa era la sua cultura, la sua mentalità"... ci sono troppi fattori che bisognerebbe tenere in considerazione, oltre la cultura e l'educazione, anche le esperienze personali di ciascuno, i traumi, la psicologia, i desideri...
insomma quel poco di nozioni storico-culturali che ho posso usarle per capire in linea di massima quali possono essere i fattori predominanti che hanno portato qualcuno, o anche un intera civiltà, a fare qualcosa.
ma se devo giudicare, cioè stabilire se ciò che hanno fatto è bene o male, giusto o sbagliato, condannabile e ammissibile, credo sia più onesto basarsi sulla propria sensibilità.
benedetto croce diceva (non condivido del tutto la sua teoria, ma questo passaggio sì): la storia è come un corteo, e mentre questo si svolge, piegando ora a sinistra ora a destra, e talvolta ripiegando su se stesso, le posizioni relative dei vari settori mutano continuamente ….via via che il corteo avanza appaiono di continuo nuovi panorami, nuovi angoli visuale...Lo storico è parte della storia. L'angolo visuale da cui egli guarda il passato è determinato dalla posizione che egli occupa nel corteo.
Lo storico quindi fa esso stesso parte della storia, sente le pressioni, gli urti di chi gli sta vicino nel corteo, le accelerazioni e i rallentamenti di chi lo segue e di chi lo precede. Lo storico risente inevitabilmente dei sentimenti, delle emozioni , degli interessi suoi e della società in cui vive. Egli quindi non potrà mai essere imparziale, oggettivo, come spesso incongruamente si pretende da lui.
è superbia credere di essere invece su un balcone, e da quello ossevare il corteo con occhio distaccato, e così credere di avere tali conoscenze da potersi immaginare in un altro luogo del corteo, e immedesimarsi correttamente in quella particolare situazione.
a queste astrazioni (credere di avere i principi universali validi per ogni epoca; credere di potersi immedesimare in un epoca al punto da comprenderne la mentalità), preferisco un giudizio basato sulla mia personale posizione, come individuo e come uomo moderno.
tornando alle cronache: il discorso è un po' diverso, perchè si tratta di romanzo e non di storia.
di diversi personaggi conosciamo quasi tutto, educazione, truami, desideri, sentimenti, e quindi possiamo sbilanciarci in un giudizio basandoci sulla "mentalità westerosiana"
resto tuttavia convinto (e so che tu sei uno che spesso, nelle discussioni, pone l'accento sul fatto che le cronache siano il messaggio di uno scrittore e non la vita reale) che "mentalità westerosiana" non è sinonimo di "medievale" per moltissimi aspetti, e che Martin, nel caso abbia voluto trasmetterci informazioni che ci portino a giudicare i suoi personaggi, non l'abbia fatto con l'idea di rivolgersi a esperti medievalisti, ma a un pubblico vasto ed eterogeneo, e quindi portato a giudicare secondo la mentalità "moderna".
gli aztechi sacrificavano i prigionieri; posso capire perchè lo facevano, ma non li giustifico.
i romani erano inutilmente spietati, dei veri proto-nazisti... capisco perchè lo facevano, ma non li giustifico.
mladic: posso capire il suo razzismo, ma non lo giustifico [...]
Scusa, Balon, ma stai continuando a svicolare... :stralol: Anch'io condanno le società azteca, romana - e anche quella medievale se è per questo. Ma non dico che un particolare azteco è colpevole di assassinio perché ha preso parte a un sacrificio umano rituale. Perché tengo conto del contesto culturale cui appartiene, quando lo giudico.
Ma è davvero cosí arduo, per te, ammettere questa cosa cosí semplice, tanto da preferire buttarla in altre direzioni (Mladic?! :unsure:).
benedetto croce diceva (non condivido del tutto la sua teoria, ma questo passaggio sì): la storia è come un corteo, e mentre questo si svolge, piegando ora a sinistra ora a destra, e talvolta ripiegando su se stesso, le posizioni relative dei vari settori mutano continuamente ….via via che il corteo avanza appaiono di continuo nuovi panorami, nuovi angoli visuale...Lo storico è parte della storia. L'angolo visuale da cui egli guarda il passato è determinato dalla posizione che egli occupa nel corteo.
Lo storico quindi fa esso stesso parte della storia, sente le pressioni, gli urti di chi gli sta vicino nel corteo, le accelerazioni e i rallentamenti di chi lo segue e di chi lo precede. Lo storico risente inevitabilmente dei sentimenti, delle emozioni , degli interessi suoi e della società in cui vive. Egli quindi non potrà mai essere imparziale, oggettivo, come spesso incongruamente si pretende da lui.
è superbia credere di essere invece su un balcone, e da quello ossevare il corteo con occhio distaccato, e così credere di avere tali conoscenze da potersi immaginare in un altro luogo del corteo, e immedesimarsi correttamente in quella particolare situazione.
Anche questo è evidente: ma da qui a dire che "quindi" del contesto culturale di una determinata azione non ce ne deve fregare nulla e non dobbiamo nemmeno provarci, ce ne corre.
a queste astrazioni (credere di avere i principi universali validi per ogni epoca; credere di potersi immedesimare in un epoca al punto da comprenderne la mentalità), preferisco un giudizio basato sulla mia personale posizione, come individuo e come uomo moderno.
... e come ti dicevo l'altro giorno, questo ti condurrà a conclusioni di scarso valore, facilmente criticabili. È paradossale, oltretutto, che è proprio questo (che descrivi) l'atteggiamento "superbo", dato che vorrebbe dare valore a un giudizio dato senza fare il benchè minimo sforzo di vedere il corteo tenendo conto della propria posizione nel corteo, per ottenere una visione quanto più completa possibile del corteo. Per me assurdo.
gli aztechi sacrificavano i prigionieri; posso capire perchè lo facevano, ma non li giustifico.
i romani erano inutilmente spietati, dei veri proto-nazisti... capisco perchè lo facevano, ma non li giustifico.
mladic: posso capire il suo razzismo, ma non lo giustifico
(...)
ma se devo giudicare, cioè stabilire se ciò che hanno fatto è bene o male, giusto o sbagliato, condannabile e ammissibile, credo sia più onesto basarsi sulla propria sensibilità.
"Giustificare" e "capire" sono appunto due cose diverse. Nel primo caso intendo proprio che "ha fatto bene" o almeno che "l'azione è moralmente lecita". Nel secondo caso reputo l'azione "sbagliata", ma magari non condanno la persona che la compie.
Per me "giudicare" non significa semplicemente dire se l'azione è giusto o sbagliata/condannabile o ammissibile o meno. Per me significa anche dare un giudizio sulla persona che la compie, dire se è "buona" o "cattiva", stabilire quanto possa simpatizzare con lei, cosa potrei fare io al suo posto ecc ecc. E' una questione insomma di dire la propria opinione sulla persona, non soltanto di dire cosa moralmente si può fare e cose no. Non sempre le due cose sono coincidenti.
Ad esempio, sicuramente giudico peggio le Bestie di Satana degli Aztechi.
Il contesto culturale costituisce una grande attenuante.
questo ti condurrà a conclusioni di scarso valore, facilmente criticabili. È paradossale, oltretutto, che è proprio questo (che descrivi) l'atteggiamento "superbo", dato che vorrebbe dare valore a un giudizio dato senza fare il benchè minimo sforzo di vedere il corteo tenendo conto della propria posizione nel corteo, per ottenere una visione quanto più completa possibile del corteo. Per me assurdo.
per me è invece è naturalissimo. d'altra parte, è molto simile al discorso sulla realtà come non conoscibile.
non me ne frega niente di avere una visione "più completa". O l'ho completa, oppure niente. A quel punto preferisco la molto più umana combo "mi piace e lo voglio"
perchè giudichi un azteco un assassino? perchè non mi piace il suo modo di fare. E perchè lo voglio giudicare così. E' abbastanza inattaccabile questo ragionamento, d'altra parte è il ragionamento che tutti gli ordinamenti giuridici fanno. Il ragionamento che ha fatto Cortez. Il ragionamento che hanno fatto i nazisti, e poi chi ha giudicato i nazisti.
Pongo delle regole attraverso cui giudicherò a mio piacimento, e poi le faccio rispettare, indipendentemente dalla cultura/educazione.
invece se impostiamo il giudizio sulla cultura, sulla mentalità, sull'educazione, possiamo dibattere all'infinito senza mai arrivare a un giudizio univoco, perchè tanto nessuno ha il quadro completo.
N.B. lo spregio di cultura/educazione vale nel momento del giudizio, non nel momento della "comprensione", dell' "accumulo e messa in relazione di nozioni", spero sia chiaro
perchè giudichi un azteco un assassino? perchè non mi piace il suo modo di fare. E perchè lo voglio giudicare così. E' abbastanza inattaccabile questo ragionamento, d'altra parte è il ragionamento che tutti gli ordinamenti giuridici fanno. Il ragionamento che ha fatto Cortez. Il ragionamento che hanno fatto i nazisti, e poi chi ha giudicato i nazisti.Pongo delle regole attraverso cui giudicherò a mio piacimento, e poi le faccio rispettare, indipendentemente dalla cultura/educazione.
Nei processi la questione è diversa.
C'è la questione fondamentale questione di eliminare/tenere lontano dalla società un individuo che si ritiene pericoloso (anche se per motivi umanamente comprensibili) e/o di fare il modo che la condanna sia di monito a tutti.
Se si tratta semplicemente di esprimere giudizi su delle persone/personaggi, senza che essi decretino qualcosa nella pratica, non c'è affatto tale necessità.
Che poi, hai fatto svariati esempi che mi sembrano in generale tutto tranne che imitabili =P
Se si tratta semplicemente di esprimere giudizi su delle persone/personaggi, senza che essi decretino qualcosa nella pratica, non c'è affatto tale necessità.
beh, io quando esprimo un giudizio morale su persone/personaggi, non riesco a prescindere dall' elemento "condanna o assoluzione"
se è un giudizio di simpatia/empatia il discorso è diverso, vado a pelle al 100%, senza una regola precisa
beh, io quando esprimo un giudizio morale su persone/personaggi, non riesco a prescindere dall' elemento "condanna o assoluzione"
Per me no, il giuridico e il morale sono due cose assolutamente distinte (questo non significa che non possano a volte coincidere...).
se è un giudizio di simpatia/empatia il discorso è diverso, vado a pelle al 100%, senza una regola precisa
Il giudizio di simpatia/empatia e quello morale per me si influenzano a vincenda... anche se non coincidono nemmeno questi...
per me è invece è naturalissimo. d'altra parte, è molto simile al discorso sulla realtà come non conoscibile.
Verissimo, ma tu sei cosí biano-e-nero... cosí non ti rendi conto che, anche se "la realtà non è conoscibile", esiste una cosina chiamata "scienza", e che funziona benone...
non me ne frega niente di avere una visione "più completa". O l'ho completa, oppure niente.
Quindi, niente...
N.B. lo spregio di cultura/educazione vale nel momento del giudizio, non nel momento della "comprensione", dell' "accumulo e messa in relazione di nozioni", spero sia chiaro
Ah, la metti sul piano etico... Eppure, occorre giudicare. E occorre giudicare bene. Avevo escluso dal discorso il giudizio entro i confini del nostro tempo e della nostra cultura - perché dopotutto in quel caso si può più facilmente presumere che il nostro bagaglio di regole e tabù sia più o meno lo stesso, e che quindi tutti possano e debbano essere giudicati in base a quello. Tuttavia, persino in questo caso, in ogni sistema giuridico moderno si contemplano, sempre, le circostanze attenuanti. Che tu possa anche solo tentare di negare questo è decisamente fuori delle mie capacità di comprensione. Ne prendo atto e chiudo qui: dopotutto, siamo di nuovo OT (siamo sempre in ritardo di una discussione, a quanto pare :stralol: ).
il giuridico e il morale sono due cose assolutamente distinte (questo non significa che non possano a volte coincidere...).
Il giuridico è un tentativo di oggettivazione della morale.