Mi pare strano che ci sia stato un rifiuto per un attacco simulato, c'è altro sotto ma io vedo complotti ovunque.
Gil Galad - Stella di radianza
Per una volta sono d'accordo, di sicuro che c'è altro sotto.
Analizziamo i fatti: Putin si è rintanato in un bunker.
Si è provato a smentire ciò, ma alla fine le stesse ricostruzioni "complottiste" hanno dovuto ammettere che ha giudicato "prudente" mettersi al riparo.
Lo scenario: militari, clero e alta economia del tutto insoddisfatti, ognuno per i propri motivi.
Le voci: a parte l'improbabile war games americano che non si capisce perché dovrebbe preoccupare colui che invia bombardieri strategici armati di missili nucleari vicino alle coste inglesi, le voci insistenti vedevano un tentativo di golpe in atto da parte di elementi russi insoddisfatti. Alle voci si è anche aggiunto il regolamento di conti interno seguito all'esecuzione di Nemetsov. E articoli russi parlavano di strani giri di elicotteri militari attorno al cremlino proprio in quei giorni, ricordiamo roba del tutto inusuale.
Ergo, abbiamo tutti gli elementi che quadrano il cerchio e fanno concludere che effettivamente c'è stato un tentativo di colpo di stato ai danni di Putin o ci si è arrivati molto ma molto vicini.
E diciamo che i complottisti hanno tutti gli elementi per discutere su quale/i fazione russa/e abbia/no tentato di prendere il sopravvento. Questo per quanto riguarda i complottisti. Per quanti riguarda invece i "complottisti antioccidentali", ovviamente dovranno inventarsi qualche altra cosa per dare la colpa agli occidentali, la nato, l'europa e così via. :)
Il bilancio in seguito all'attacco al campus universitario di Garissa, in Kenya, si chiude con 147 morti. 147, studenti in larga parte.
Nessun dio, cristiano o musulmano, credo chieda tutto questo sangue sparso in suo nome.
Quando si mischia la religione alla politica i disastri sono quasi sempre certi e la Storia del passato e ahimé l'attualità di questi anni lo dimostra. Nessuno di qualsiasi fede può arrogarsi il diritto di parlare e compiere azioni così terribili in nome di Dio. Sono atti barbarici e criminali punto e vanno perseguiti come oltraggio all'umanità.
Intanto articolo sull'accordo sul nucleare con l'Iran di ieri:
Da formiche.net
Tutti gli effetti geopolitici dell’intesa sul nucleare iraniano
Primo non è ancora una vera intesa, ma una cornice sui “parametri chiave”. Secondo, ci vorrà fino al 30 giugno per esaminare i dettagli e stipulare un “accordo quadro”. E proprio nei dettagli s’annida Satana. Da quel che si sa, la capacità di arricchire l’uranio da parte dell’Iran verrebbe ridotta di due terzi, mentre l’uranio arricchito sarebbe diluito o trasferito all’estero (ecco uno di quei diabolici dettagli sui quali si gioca il dualismo tra uso civile e militare). Kerry esulta, ancor più Federica Mogherini che ha avuto l’onore dell’annuncio insieme al ministro degli Esteri di Teheran, Mohamed Jawad Zarif.
Ma quanto siano imbrogliate le cose sul piano tecnico, lo dimostrano alcune cifre chiave: l’Iran manterrà 6.104 delle attuali 19mila centrifughe e si impegnerà a non arricchire l’uranio oltre il 3,67 per cento per almeno 15 anni. Inoltre si impegna a ridurre il suo attuale stock di 10mila chili di uranio arricchito a non più di 300 chili, arricchiti al massimo al 3,67 per cento. Ancor più complicate le faccende sul piano politico, perché è in ballo la fiducia e molti non si fidano.
Non si fida Israele (non solo Netanyahu), non si fida gran parte del Congresso americano (non solo i repubblicani), ma gli europei, vogliosi di far cadere le sanzioni, in cuor loro possono davvero ammettere di fidarsi di interlocutori noti per la loro doppiezza? Su tutto incombe una questione di fondo: come mai Barack Obama ha rovesciato la diplomazia americana in Medio Oriente, sdoganando gli ayatollah?
Per rispondere dobbiamo volgere lo sguardo a quel che sta accadendo nel mondo islamico. La scossa tellurica comincia a scuotere anche la Turchia di Erdogan sgonfiando i sogni di un nuovo impero Ottomano. Il Califfato arriva alle porte di Damasco e l’Isis se la prende persino con Hamas, dimostrazione evidente che la questione palestinese non è più l’alfa e l’omega del Medio Oriente. Nello Yemen si combatte la guerra tra Iran e Arabia Saudita per l’egemonia (militare, economica, politica, religiosa) non solo tra Golfo Persico e Mar Rosso, ma nell’Islam intero. E spuntano persino truppe egiziane, di quel generale Al Sisi che si candida a regolatore dei conflitti che hanno lacerato la Libia e squassano l’intero Nord Africa.
Non era meglio tenersi i satrapi di un tempo, quelli usciti dal nasserismo e dal socialismo arabo? In altre parole i Moubarak, i Saddam, i Gheddafi? E che ruolo gioca zio Sam in questa partita destinata a cambiare gli equilibri dell’Islam e, ancora una volta, i suoi confini?
Alla prima domanda, la risposta è abbastanza semplice: i regimi laico-nazionalisti erano marci. Si può gettare su Sarkozy la responsabilità di aver dato il colpo di grazia a Gheddafi, ma la Gran Giamahiria non stava più in piedi. Lo stesso vale per la primavera araba: molti hanno intinto la spada nel curaro, però gli equilibri precedenti erano già saltati. L’intero mondo islamico è attraversato da continue onde d’urto, scatenate dalla rivoluzione iraniana nel 1979. Da allora abbiamo visto la guerra tra Iran e Iraq, la distruzione del Libano, l’Afghanistan in mano ai talebani, l’invasione del Kuwait, la vittoria di Hamas in Palestina, l’irrompere dei Fratelli Musulmani in Egitto, l’espansione dei wahabiti in Arabia, Al Qaeda e l’attacco all’America, gli attentati a Madrid, Londra, Parigi.
Gli Stati Uniti hanno cercato di fare gli sceriffi prima con Bush padre poi con Clinton. I neocon hanno convinto Bush figlio a imporre il canone occidentale, esportando la democrazia, ma hanno fallito. Non ha funzionato lo hard power della destra né il soft power della sinistra. Di questa duplice sconfitta ha tratto le conseguenze Obama. Dopo esseri illuso per molti anni di poter interpretare un po’ l’idealista wilsoniano un po’ il realista, ha cercato un approccio ancor più complicato e spesso confuso.
L’idea, molto kissingeriana, è accettare una serie di potenze regionali in conflitto tra loro, rispetto alle quali gli Stati Uniti non possono essere né onesti mediatori come pensava Clinton né pacificatori alla Bush. Dunque, la cosa migliore è creare un equilibrio multilaterale, a condizione che nessuna sub-potenza prevalga sulle altre.
L’Arabia Saudita resta la sponda storica nel mondo islamico, ma non l’unica; quindi si può sdoganare l’Iran e usarlo come il manganello contro il Califfato sostenuto dai sauditi. Israele non è d’accordo? Washington continuerà a sostenere Gerusalemme contro le minacce degli Hezbollah filo iraniani a nord e di Hamas finanziata dai sauditi al sud. In Africa, l’Egitto è senza dubbio un bastione contro gli uomini neri, purché non si illuda di diventare la potenza dominante in Libia.
Queste geometrie variabili rischiano di confondere le idee e di provocare pasticci. Se non è fatto con il cinismo da Ancien Régime di un Metternich o con l’amaro disincanto di un Talleyrand, possono generare la convinzione che Obama non sappia dove sbattere la testa.
Max Boot, del Council on Foreign Relations, parla di una “dottrina Obama”, messa alla prova dal negoziato con l’Iran, il cui presupposto è tirarsi fuori dal caos mediorientale, anche grazie al nuovo ruolo riconosciuto a Teheran. Ma “il più grande ostacolo – sottolinea – è rappresentato proprio dai mullah”. Karim Sadjadpour specialista di Medio Oriente al Carnegie Endowment, avverte che “nella lotta con l’Isis l’Iran è nello stesso tempo l’incendiario e il pompiere”. Quindi Obama cammina su una fune sospesa nel vuoto. Anche Thomas Friedman, sul New York Times, s’interroga sulla svolta, ma riconosce che “gestire il declino del sistema statale arabo è un problema che non ci appartiene. D’altra parte non sapremmo come farlo”. Dunque, dopo il fallimento dei neocon siamo di fronte alla resa dei liberal, mascherata da nuova strategia?
Il rischio è evidente e lo ha denunciato Netanyahu nel suo modo poco diplomatico, ma molto efficace. Israele resta solo, pronto a scelte drastiche per reagire al pericolo di venire schiacciato da forze nemiche tra loro, ma convergenti di fronte a un comune avversario. E’ successo molte volte in Europa (la Guerra del Trent’anni, le guerre napoleoniche), in Medio oriente è una costante storica. Obama vuole fare il Metternich? Ammesso che ne abbia la stoffa, prima ci vorrebbero un congresso di Vienna.
Gil Galad - Stella di radianza
Personalmente non mi sono fatta ancora un'idea categorica sulla questione dell'accordo nucleare con l'Iran. Nel mio ostinato ottimismo immagino che ci sono tanti "se" e tanti "ma" che anticiperanno l'ok definitivo (che comunque, si capisce, arriverà il 30 Giugno).
Non c'è sorpresa nella reazione di Israele, quanto piuttosto nelle maggiori aperture da parte di altri, a cominciare dallo stesso Obama. D'altro canto, laddove gli equilibri sono così fragili, la politica del muro contro muro non può funzionare e quindi la parola "accordo" va comunque presa in considerazione ed anche Israele se ne dovrebbe fare una ragione.
Israele dopo la morte di Isac Rabin oramai quasi ventanni fa ricordiamolo per mano di un estremista ebreo di destra ha peggiorato la sua politica in maniera vergognosa. Soprattutto con Netanyahu mi pare divenuto uno Stato più fondamentalista dei fondamenalisti che la circondano all'esterno.
Gil Galad - Stella di radianza
Non voglio passare per sostenitore di Nety, ma verrebbe da dire che quello é l'unico modo per sopravvivere. Sei circondato da lupi affamati, non puoi permetterti di fare l'agnellino,ma devi essere tu il lupo piu grosso e affamato di tutti.
Del resto sono stati gli statisti Israeliani a inventare la strategia "del Pazzo" poi presa in prestito anche da Nixon & Co
La situazione laggiù é particolarmente difficile perché non ci si scontra direttamente sull'esistenza stessa o meno di uno stato. Dopo vengono i motivi economici, religiosi, il problema dell'acqua
Evidentemente da parecchi anni a questa parte, Israele ha adottato questa politica magari aggressiva, magari "antipatica" ma che EVIDENTEMENTE persone molto più preparate di noi e più interessate, giudicano la migliore possibile per sopravvivere circondati da Stati che ti vogliono far sparire dal mappamondo
Invece, anche la seconda scatola nera ha confermato quanto tutto il mondo gia pensava e aveva capito. Direi che i complottisti dovrebbero come minimo scusarsi e magari ragionare con più calma
Credo però che il problema sia, almeno in parte, quello di voler fare una "diplomazia dei poteri forti".
Posso comprendere le ragioni storiche e anche politiche di certe posizioni, ma non posso far finta che questo non sia un ostacolo (certamente non il solo e non il più grande, sia inteso) lungo la via che potrebbe portare ad una pacificazione in Medio Oriente. Lungo questa strada, non penso si possa prescindere dal compromesso ed il compromesso è scomodo, per tutti, da sempre.
Per quanto riguarda il caso Germanwings, credo che volendo i complottisti potrebbero trovare una spiegazione anche a questo. E pensare che io non riesco a trovare nulla di davvero più terrificante del singolo individuo che nel suo momento di lucida follia compie un gesto così estremo e violento.
Non è solo questione di difendersi dai vicini ostili secondo me, ma la politica d'Israele nei confronti dei palestinesi non è ma stata volta veramente al tentativo di ricercare una pace definitiva dopo la morte di Rabin. Se vuoi fare un accordo devi necessariamente fare dei compromessi e rinunciare a qualcosa; nel caso di Israele fermare e togliere gli insediamenti dei coloni e permettere la creazione di uno Stato Palestinese con una Gerusalemme città aperta, una sorta di doppia capitale religiosa per entrambi i popoli e ottenere in cambio il riconoscimento all'esistenza come Stato e la fine permanente del terrorismo e queste cose almeno Al fatah del Presidente Abu Mazen le aveva garantite rompendo con Hamas. Invece Israele non ha fatto nulla ma peggio: ha continuato con gli insediamenti e recentemente ha protestato con vigore quando qualche paese come ad esempio la Svezia ha riconosciuto lo Stato di Palestina.
Sulla tragedia della GermanWings credo vi riferiate a me come complottista: è vero ho riportato dubbi e articoli su una presunta responsabilità della Nato ma avevo subito detto anch'io (basta scorrere i post) che la proponevo come una mezza panzana; ma la vicenda del pilota subito in meno di 24h incolpato di suicidio mi lasciava dei dubbi. Daltronde i complottisti se azzeccassero sempre le loro ipotesi non si chiamerebbero così o no? Io ho sempre pensato che essere complottisti, e vale per me, sia non dare la caccia alle streghe ma cercare di capire se dietro le verità ufficiali ci siano cose che non ci vengono dette o grattare talvolta verità che vengono create ad arte per comodità dal potere. Ad esempio fino a quando non mi mostreranno una foto o un filmato del presunto aereo che centra il Pentagono l'11 settembre del 2001 io su questo evento non ci crederò mai; uno dei posti più sorvegliati del mondo viene sfondato da un aereo di linea e non abbiamo mai visionato nulla che lo confermi? Unica cosa un frammento video con un lampo e una fiammata che più di un aereo fa pensare ad un missile che colpisce la facciata. Questo per dire che non bisogna sempre "bersi" le versioni ufficiali ma come anche il giornalismo d'inchiesta insegna scavare e cercare, se vi sono dei dubbi, delle verità alternative è doveroso.
Gil Galad - Stella di radianza
Io credo, che si parlasse in generale invece; basta farsi un giro sul web per vedere quanto le assurde tesi dei complottisti sull'A320 della Germanwings siano presenti anche sui maggiori social.......
Piuttosto che ne pensate di quanto sta succedendo in Turchia? La possibilità di derive islamiste era nell'aria data la pessima idea di Erdogan di ridare fiato all'anima religiosa del paese a discapito di quella laica.
Ma assieme alla deriva islamista ci tocca assistere a quella terrorista di stampo brigatista. Tutte le ragioni di questo mondo per rivendicare la morte del ragazzo e soprattutto nel protestare per le politiche a parer mio controproducenti, ma da questo a scadere nel brigatismo ce ne passa. Si torna sempre al solito discorso, invece di lottare per migliorare si punta a lottare per passare dalla padella alla brace.
Sulla Turchia penso che con Exall andremo molto daccordo. La penso più o meno esattamente, credere di poter portare un paese simile nella UE è stato e sarebbe ancora un grave errore. La Turchia gioca sporco su troppi piani: è contro Assad ed è ambigua con l'ISIS, è nella Nato ma contemporaneamente diviene amica della Russia, pensa di essere democratica ma è divenuta un regime autoritario. Mi sembra che stia con due piedi in una scarpa. Al tempo della Guerra Fredda potevo capire che tenerla nel campo occidentale avesse una funzione geostrategica importante ma ora se all'interno comprime le libertà e all'esterno flirta con terroristi o fondamentalisti sunniti allora la emarginerei e la caccerei pure dall'Alleanza Atlantica. Se la Nato si considera "pura" non dovrebbe avere la Tuchia attuale al suo interno ma è una questione che nessuno pone e porrà mai dato che spingerla fuori significherebbe buttarla definitivamente nelle braccia di Mosca da una parte e in quelle degli estremisti islamici dall'altra e non possiamo come occidente permetterlo.
Gil Galad - Stella di radianza
Mentre sembra che si sia sulla buona strada per la ricomposizione dei rapporti con l'iran, altri aggiornamenti dal medio oriente non sembrano positivi. Al Zawahiri sembrerebbe voler sciogliere Al Quaeda per farla confluire nell'Isis. Ciò da un lato implicherebbe l'ammissione dell'incapacità di Al Quaeda di costituire una minaccia significativa e di essere rimasta all'angolo, ma dall'altro sancirebbe la definitiva elezione dell'Isis al ruolo di entità di riferimento per la guerra all'occidente.
Non ci sono conferme, ma sembrerebbe che già in diverse occasioni le cellule periferiche siano state autorizzate a passare alle dipendenze o collaborare con l'Isis.
E ciò potrebbe significare un'ulteriore aggravarsi della situazione in siria dove il fornte di al nusra, legato ad al quaeda e quello dell'isis potrebbero infine saldarsi e dare scacco matto ad Assad.
Nel mentre, un video circa il livello di barbarie che riescono a raggiungere i membri dell'isis.
Martellate e raffiche di kalashnikov contro i simboli delle proprie stesse origini. Purtroppo, la cosa non fa che ricordare il rogo della biblioteca di Alessandria d'egitto.
Posto un articolo che interesserà soprattutto esperti e interessati di faccende militari, ma lo scopo non è tanto quello di concentrarsi sugli aspetti prettamente militari ma quanto far capire che non sempre la forza della quantità dei numeri garantisce il predominio.
Per quanto tempo l'US Navy può sopravvivere in una guerra?
Leggete e sarete forse sorpresi, io lo sono stato:
https://aurorasito.wordpress.com/2015/04/03/quanto-tempo-lus-navy-puo-sopravvivere-a-una-guerra/
Una bella notizia, i carabinieri sequestrano il Muos in Sicilia dopo la decisione definitiva dei giudici con grande irritazione d'oltreoceano. Una vittoria popolare per la salute che i cittadini hanno raggiunto contro la più grande potenza e contro i nostri governi servili:
Gil Galad - Stella di radianza
Qualità>quantitá é una morale moooolto antica, la Storia insegna
Piuttosto, non so quanto sia affidabile questo articolo essendo scritto da uno palesemente anti occidente e pro Russia W il Kommunismo e tutto il resto.
Ma anche se fosse effettivamente così, superiorità militare russa nei confronti degli usa, aerei che mandano in tilt la tecnologia delle portaerei e sottomarini che le portaerei le affondano direttamente non vedo quale sia il problema.
Il tipo di questo blog sembra quasi augurarsi al piu presto una guerra in cui i suoi beniamini possano sconfiggere i cattivi capitalisti americani, ma qualora dovessimo veramente avere un futuro confronto usa-Russia, questo significherà l'utilizzo di armi nucleari=tanti saluti a portaerei, caccia, metropoli e forme di vita su tutto il pianeta.
L'unica possibilità di avere uno scontro diretto tra queste 2 nazioni senza ordigni atomici, é che una delle 2 crolli da superpotenza a potenza regionale. E quindi lo scontro stesso non avrebbe senso. Un po come se gli Usa domani attaccassero l'Australia tanto per dire una nazione. Vorrei dire lo stesso per la Russia, ma loro l'Ucraina l'hanno effettivamente invasa :\