Concludo dicendo che per me sicuramente sopravvivono quelli che io considero piú "adatti": Arya, Tyrion, Daenerys, Jon, e Jaquen H'ghar (Petyr muore, e nessuno mi ha chiesto perché... :wacko: ).
Perchè Petyr secondo te è "inadatto"? :huh:
Comunque Arya ha purtroppo il difetto di essere troppo impulsiva e avventata. Questo è un aspetto piuttosto "pericoloso" per lei. Spero che crescendo lo smussi.
Concludo dicendo che per me sicuramente sopravvivono quelli che io considero piú "adatti": Arya, Tyrion, Daenerys, Jon, e Jaquen H'ghar (Petyr muore, e nessuno mi ha chiesto perché... :wacko: ).Perchè Petyr secondo te è "inadatto"? :huh:
Perché è un bugiardo. A partire dalle sue vanterie sessuali, fino al suo modo di gestire le forze di potere in gioco. Tutto ció che insegna a Sansa è: mentire, mentire, mentire (fino a renderlo reale). Petyr morirà semplicemente perché:
Puoi imbrogliare tutti per un certo tempo.
Puoi imbrogliare qualcuno per sempre.
Ma non riuscirai a imbrogliare tutti per sempre.
Comunque Arya ha purtroppo il difetto di essere troppo impulsiva e avventata. Questo è un aspetto piuttosto "pericoloso" per lei. Spero che crescendo lo smussi.
Persino una disordinata avventatezza aiuta. Arya sopravviverà perché:
Spara il primo colpo in fretta. Questo sconcerterà il tuo avversario quanto basta per permetterti di centrarlo perfettamente al secondo colpo.
(Robert Heinlein)
Perché è un bugiardo. A partire dalle sue vanterie sessuali, fino al suo modo di gestire le forze di potere in gioco. Tutto ció che insegna a Sansa è: mentire, mentire, mentire (fino a renderlo reale). Petyr morirà semplicemente perché:
Puoi imbrogliare tutti per un certo tempo.
Puoi imbrogliare qualcuno per sempre.
Ma non riuscirai a imbrogliare tutti per sempre.
L'imbroglio e la bugia (detta con maestria) negli intrighi di corte è in linea generale indubbiamente un grande requisito.
Quello che dici significa semplicemente che anche tale arma può anche fallire. Ma questo vale per qualsiasi altra capacità di cui uno può essere dotato.
Io direi piuttosto che il punto debole di Ditocorto potrebbero essere le frustrazioni che si è portato dietro dal passato (quelle di essere stato un povero sfigato), che potrebbero portarlo ad essere troppo precipitoso nella sua scalata sociale e quindi a sopravvalutarsi. Oppure potrebbe esserlo anche il suo antico amore per Catelyn (e la conseguente attrazione per Sansa).
Spara il primo colpo in fretta. Questo sconcerterà il tuo avversario quanto basta per permetterti di centrarlo perfettamente al secondo colpo.
(Robert Heinlein)
Dipende dalle situazioni!
Quando è rischiesta una prontezza di riflessi e una reazione immediata, Arya sicuramente tende a cavarsela benone.
Ma in altri casi la sua impulsività e avventatezza può essere uno svantaggio enorme.
Ti faccio alcuni esempi, cose già avvenute:
- Quando Ned viene condannato a morte, Arya nella disperazione si precipita in mezzo alla folla, agitando la spada a destra e manca. Di sicuro non avrebbe salvato il padre. Se avesse attirato l'attenzione di qualche guardia prima che Yoren la prendesse, avrebbe rischiato grosso. Ha avuto il c**o di attirare in questo modo l'attenzione di Yoren, quindi paradossalmente la sua avventatezza in realtà le è stata d'aiuto. Però è stata solo una questione di c**o. In casi come questi essere impulsivi in genere è un danno.
- Quando Gendry viene catturato dagli uomini della montagna, lei si mette in testa di liberarlo e cerca di farlo insieme a Frittella. Insomma, si mette in testa di compiere questa "grande impresa". A rovinare il piano è stato Frittella, però diciamocelo chiaramente: in ogni caso le possibilità di successo erano scarse, per non dire nulle. Molto probabilmente sarebbe stata presa comunque. Ha rischiato di morire torturata da Messer Sottile e si è salvata solo perchè ha avuto il c**o di non essere capitata fra i prescelti.
- Quando c'è stato il massacro alle Torri Gemelle, lei si è precipitata per aiutare i suoi cari. Poteva veramente aiutarli? Probabilmente sarebbe rimasta uccisa nel massacro. Ha avuto il c**o di essere salvata da Sandor Clegane.
- Ma prendiamo anche il famoso caso dei tre nomi detti da Jaquen'h'Ghar. Invece di nominare Chiswick, avrebbe fatto meglio a far uccidere Tywin o almeno Gregor (che in quel momento erano pure lì a Harrenhall!). Invece si è fatta prendere dall'indignazione del momento per la storia dello stupro, rinunciando alla possibilità di fare qualcosa di molto più utile.
Arya ha un sacco di pregi che la possono aiutare moltissimo (a che l'hanno già aiutata). Inoltre questo suo difetto è più perdonabile per via della sua giovane età. Ma resta il fatto che questo difetto c'è e che in molti casi è veramente un grande difetto.
Se non smussa questo difetto, le probabilità che un giorno esso le sia fatale sono alte.
Vi ricordo signori che Arya ora sta effettuando una specie di "addestramento", dimenticando ora chi è realmente, inparando a conoscere i propri difetti e a migliorare il proprio carattere... Diciamo che gli " stanno smussando il difetto"... Almeno a e sembra che sia così...
Perché è un bugiardo. A partire dalle sue vanterie sessuali, fino al suo modo di gestire le forze di potere in gioco. Tutto ció che insegna a Sansa è: mentire, mentire, mentire (fino a renderlo reale). Petyr morirà semplicemente perché:
Puoi imbrogliare tutti per un certo tempo.
Puoi imbrogliare qualcuno per sempre.
Ma non riuscirai a imbrogliare tutti per sempre.
L'imbroglio e la bugia (detta con maestria) negli intrighi di corte è in linea generale indubbiamente un grande requisito.
Quello che dici significa semplicemente che anche tale arma può anche fallire. Ma questo vale per qualsiasi altra capacità di cui uno può essere dotato.
No, no, io sto dicendo ben altro: e cioè che Petyr mette tutte le uova in un unico paniere - ovvero punta tutto su una unica strategia. In altre parole, Petyr pretende di "imbrogliare tutti per sempre", e questo (per un idealista come Abraham Lincoln, Bob Marley, e George Martin, è impossibile).
Io direi piuttosto che il punto debole di Ditocorto potrebbero essere le frustrazioni che si è portato dietro dal passato (quelle di essere stato un povero sfigato), che potrebbero portarlo ad essere troppo precipitoso nella sua scalata sociale e quindi a sopravvalutarsi.
Ma quelle frustrazioni che si è portato dietro dal passato (quelle di essere stato un povero sfigato), abbiamo già visto dove lo hanno portato: a essere un arrampicatore sociale e un manipolatore. Il "troppo precipitoso" lo aggiungi tu, e magari è vero, ma a che ti serve? Per il momento mi limito a quello che vedo.
Oppure potrebbe esserlo anche il suo antico amore per Catelyn (e la conseguente attrazione per Sansa).
Secondo la mia teoria questo non condurrebbe alla morte di Petyr: Martin non considererebbe mai questa una cosa da meritare la "pena capitale". Quindi, se Petyr morirà a causa della ragione che dici tu, avrai ragione tu. :wacko: Voglio dire: io prevedo la morte di Petyr, ma non solo, ne prevedo anche la ragione - una ragione completamente diversa da quella che proponi tu. Per me sarà un po' come un effetto domino: tutti i suoi castelli di balle crolleranno rovinosamente su di lui.
Spara il primo colpo in fretta. Questo sconcerterà il tuo avversario quanto basta per permetterti di centrarlo perfettamente al secondo colpo.
(Robert Heinlein)
Dipende dalle situazioni!
Quando è rischiesta una prontezza di riflessi e una reazione immediata, Arya sicuramente tende a cavarsela benone.
Ma in altri casi la sua impulsività e avventatezza può essere uno svantaggio enorme.
Ti faccio alcuni esempi, cose già avvenute:
- Quando Ned viene condannato a morte, Arya nella disperazione si precipita in mezzo alla folla, agitando la spada a destra e manca. Di sicuro non avrebbe salvato il padre. Se avesse attirato l'attenzione di qualche guardia prima che Yoren la prendesse, avrebbe rischiato grosso. Ha avuto il c**o di attirare in questo modo l'attenzione di Yoren, quindi paradossalmente la sua avventatezza in realtà le è stata d'aiuto. Però è stata solo una questione di c**o. In casi come questi essere impulsivi in genere è un danno.
Sono letteralmente affascinato dal vedere come, costantemente, i lettori di Martin scambiano il mondo e i fatti da lui descritti come reali. Eppure si tratta di fiction. Lo sappiamo bene. La stessa parola "arte" è legata al significato di "artificiale", cioè non naturale, ma realizzato dall'uomo.
Ora, dire che Arya ha avuto "c*lo" a incontrare Yoren, significa credere che Martin sia una specie di giornalista che riporta dei fatti realmente avvenuti. E così, nelle vostre obiezioni, spuntano continuamente frasi come "proprio come nella vita reale", e "nel mondo reale anche una persona adatta può morire", che non fanno che riproporre lo stesso errore di lettura.
Quello che io dico è che Martin crea dei personaggi che esemplificano - spesso in uno stato quasi puro - determinati caratteri umani tipici. E inevitabilmente Martin avrà le sue idee di quali di questi sono favorevoli o sfavorevoli alla sopravvivenza. Non è che se Martin crede (personalmente) che fumare fa bene, si metterebbe in testa di scrivere un romanzo dove un fumatore crepa di tumore al polmone. Certo: nel mondo reale abbiamo sia un caso che l'altro, ma il punto non è certamente questo, spero che almeno su questo vorrai convenire...
Ora, a me pare evidente che Martin ha scelto Arya per rappresentare il "never give up", il "piccolo uomo" chapliniano, il trovare sempre le energie di andare avanti, e - a mio parere - l'impulsività, che ti permette di reagire in fretta alla situazione immediata, senza stare lí a pensare ai pro e contro, come fattore pro sopravvivenza. Martin lo sa che può portare alla morte, ovviamente, ma è evidentemente convinto che statisticamente la cosa è piú positiva che negativa.
- Quando Gendry viene catturato dagli uomini della montagna, lei si mette in testa di liberarlo e cerca di farlo insieme a Frittella. Insomma, si mette in testa di compiere questa "grande impresa". A rovinare il piano è stato Frittella, però diciamocelo chiaramente: in ogni caso le possibilità di successo erano scarse, per non dire nulle. Molto probabilmente sarebbe stata presa comunque. Ha rischiato di morire torturata da Messer Sottile e si è salvata solo perchè ha avuto il c**o di non essere capitata fra i prescelti.
Non è c*lo, ma Martin che fa le sue scelte.
Ma, scusami tanto Arya, se Martin non fosse dietro tutta questa storia a tirare i fili e a fare delle scelte, che senso avrebbe porre la domanda "Quale dei personaggi arriverà all'ultima pagina"? Se tutto fosse davvero per caso, allora tanto varrebbe rispondere a caso. Magari Petyr una mattina esce dalla sua sontuosa dimora nella valle di Arryn, sta per farne un'altra delle sue, ma disgraziatamente scivola su una buccia di banana. Batte la testa, trauma cranico, dopo due giorni di coma se ne torna al Creatore. E come cavolo faccio a saperlo? Boh. Per rispondere alla domanda di questo thread dovevo fare una ipotesi su Martin. Martin a mio parere ha delle convinzioni. E per quanto ho letto di lui, e di quello che lui ha letto, Martin vuole comunicare qualcosa su chi è degno di vivere e chi no. Martin ha dichiarato varie volte che non decide in base a buoni e cattivi. Assolutamente sensato, direi. E ipotizzo che faccia una distinzione fra adatti e non adatti.
- Quando c'è stato il massacro alle Torri Gemelle, lei si è precipitata per aiutare i suoi cari. Poteva veramente aiutarli? Probabilmente sarebbe rimasta uccisa nel massacro. Ha avuto il c**o di essere salvata da Sandor Clegane.
Vedi sopra, e comunque nemmeno realisticamente in questo caso sarebbe c*lo, visto che Sandor ovviamente la considerava utile per far soldi (e a mio parere, cosa piú importante, le voleva persino bene - e questa é un'altra grande ragione per cui secondo Martin Arya merita di vivere - sa farsi voler bene persino dai suoi nemici).
- Ma prendiamo anche il famoso caso dei tre nomi detti da Jaquen'h'Ghar. Invece di nominare Chiswick, avrebbe fatto meglio a far uccidere Tywin o almeno Gregor (che in quel momento erano pure lì a Harrenhall!). Invece si è fatta prendere dall'indignazione del momento per la storia dello stupro, rinunciando alla possibilità di fare qualcosa di molto più utile.
Sí, ma questo non sarebbe stato in sintonia con l'impulsivìtà di Arya: il personaggio va rispettato, e Arya si rivolge sempre contro l'ostacolo piú vicino e immediato. Arya non è Machiavelli, questo è certo: ma non è necessario esserlo per sopravvivere.
Arya ha un sacco di pregi che la possono aiutare moltissimo (a che l'hanno già aiutata). Inoltre questo suo difetto è più perdonabile per via della sua giovane età. Ma resta il fatto che questo difetto c'è e che in molti casi è veramente un grande difetto.
Se non smussa questo difetto, le probabilità che un giorno esso le sia fatale sono alte.
Continui a ragionare come se parlassi di un mondo reale. Ma quali probabilità? Martin ha già deciso se Arya sopravviverà o no. :huh:
Continui a ragionare come se parlassi di un mondo reale. Ma quali probabilità? Martin ha già deciso se Arya sopravviverà o no.
quoto questo per non quotare il resto.
scusa, ma cosa stai dicendo? sei tu che non sai interpretare un libro.
Il messaggio che Martin sta trasmettendo ai lettori non è "Arya è il piccolo uomo chapliniano, quindi adatto, quindi sopravvivrà" :wacko:
Il messaggio è "Arya ha grande forza di volontà, ma anche una grande fortuna. Staremo a vedere"
Ovvio che dietro a tutto c'è il Martin-scrittore-onniscente, ma in quanto onnipotente può anche creare la fortuna.
Quello che io dico è che Martin crea dei personaggi che esemplificano - spesso in uno stato quasi puro - determinati caratteri umani tipici. E inevitabilmente Martin avrà le sue idee di quali di questi sono favorevoli o sfavorevoli alla sopravvivenza.
Martin crea personaggi "tipici". Ok, sono sempre personaggi complessi e spesso in evoluzione, ma può starci
Martin avrà le sue idee sulla sopravvivenza. Ok, anche qui può starci.
Ma ogni persona intelligente (tra cui inserisco Martin) sa che la sopravvivenza non è una questione matematica. Ho le caratteristiche X, sicuramente sopravvivrò alla situazione X.Caxxata.
Buona parte della vita umana è dominata dal caso, dalla fortuna; e questo Martin cerca di trasmetterci... io, Martin, ovvero la Fortuna, colpisco a caso, uccidendo buoni e cattivi, uomini chapliniani e donne felliniane, e tu lettore non potrai sapere quando le parche taglieranno il filo della vita di questo o quel personaggio.
Martin conosce l'ora della morte dei suoi personaggi, ma non il lettore.
In sintesi Martin è un realista, un iper-realista. Certo le abilità e le caratteristiche di un personaggio sono importanti, e chi ha le caratterstiche migliori e le usa con più intelligenza probabilemente sopravvivrà.
Ma c'è anche una dose di fortuna, di caso, che Martin cerca di ricreare.
In generale, gli adatti alla situazione X sopravvivono alla situazione X, come dici tu. Ma non è sicuro al 100%. Martin avrà anche le sue idee su quali siano le caratteristiche che permettono di sopravvivere a una battaglia, o quali caratteristiche siano fatali in politica... ma sa anche che la fortuna può ribaltare la situazione. E si sforza di ricreare proprio questa situazione.
Così Ned muore perchè inadatto agli intrighi
Ma anche il grandissimo genio della politica Tywin muore perchè suo figlio Nano ha trovato una balestra appesa al muro, e perchè nel momento in cui Tyrion è entrato nella stanza stava sulla tazza. Sfortuna, questione di attimi.
Così Gregor Clegane sopravvive a una ventina di battaglie-scontri, perchè è una macchina da guerra.
Ma lo sfigato Sam sopravvive a situazioni ben più terribili e pericolose, per pura fortuna.
Quindi io sono d'accordo nel dire che Martin crea personaggi che ritiene adatti o inadatti a determinate situazioni, e che questi personaggi probabilmente passeranno indenni attraverso queste situazioni.
Ma sa anche che la fortuna gioca un ruolo importante nella vita degli uomini, e si sforza di ricrearne gli effetti. Il più adatto può cadere, il meno adatto sopravvive.
Non è la regola, ma ogni tanto succede.
Continui a ragionare come se parlassi di un mondo reale. Ma quali probabilità? Martin ha già deciso se Arya sopravviverà o no. :unsure:
Tu sei convinto che Martin guidi la fortuna e la sfortuna in base alle sue idee generali sul più adatto e sul meno adatto, che dietro alle sue scelte ci sia la volontà di trasmettere un messaggio.
Io invece non vedo in lui la voglia di trasmettere un preciso e univoco messaggio, nè la volotà di salvare/uccidere dei personaggi in base ad un qualche criterio preciso (bontà/cattiveria, intalligenza/stupidità, essere adatti a questo o a quello ecc). A me sembra che lui anzi operi in la maniera abbastanza realistica e quindi decida lui stesso di far giocare al caso un ruolo non trascurabile.
Poi ovviamente per decidere le cose segue esigenze narrative, questo è ovvio. Ad esempio i PdV sono quasi tutti sopravvissuti a situazioni molto pericolose perchè farne una strage nella prima metà della saga non aveva molto senso.
Comunque si vedrà. Discuterne ulteriormente è una perdita di tempo.
In sintesi Martin è un realista, un iper-realista. Certo le abilità e le caratteristiche di un personaggio sono importanti, e chi ha le caratterstiche migliori e le usa con più intelligenza probabilemente sopravvivrà.
Ma c'è anche una dose di fortuna, di caso, che Martin cerca di ricreare.
Cito solo questo del tuo messaggio, ma consideralo citato tutto: la tua spiegazione è, a mio parere, estremamente intelligente. Mi piace soprattutto quando dici: "Martin può anche ricreare la fortuna", insomma, il caso. Ed è esattamente qui (e rispondo sia a te che ad AryaSnow - che dice la stessa cosa) che sto affermando il contrario. Per me Martin vuole comunicare un messaggio preciso nel quale la fortuna non c'entra nulla. Non ho problemi ad ammettere che potrei sbagliarmi, anzi, guarda, sicuramente mi sbaglio (sei contento?). Ti dico solo qual è al momento la mia impressione.
Martin è una persona strana e adorabile (almeno, io lo trovo adorabile): guarda come se la prende per Obama e McCain, e guarda come segue la sua squadra del cuore. Quindi, al di là del fatto che è uno scrittore eccezionale, è soprattutto una persona appassionata, idealista, che crede fortemente alle proprie idee. Ha cominciato a scrivere perché affascinato da Heinlein e altri autori che amo io stesso, sempre molto "idealisti" nelle loro opinioni e idee. È questo (assieme alla lettura di ASOIAF) che mi ha condotto a credere che Martin voglia davvero comunicare qualcosa di preciso, a livello di "informazione" (non so se riesco a spiegarmi), piuttosto che a ricreare una simulazione esattissima di realtà (un virtuosismo artistico - la ricreazione artificiale del reale!). Martin ha opinioni troppo forti per sprecare tempo su una cosa del genere. Martin è fortemente meritocratico. Arya vive perché lo merita, Ned muore perché lo merita. Simbolicamente, è chiaro. Ma è solo la mia stupida opinione, non c'è davvero bisogno di prenderla seriamente. :unsure:
nessuna opinione è stupida, io cerco solo di alzare il livello dello scontro dialettico (quindi scusa se qualche volta sono un po' brusco) perchè credo che più si dibatte, più cose interessanti vengono fuori :unsure:
comunque Martin non me lo vedo un Manzoni post-moderno, che sostituisce alla provvidenza la meritocrazia.
anch'io potrei sbagliarmi, ma secondo me Martin piuttosto cerca di creare un fantasy-storico, crudo, vero, complesso come la vera Storia, dove non ci sono bianchi e neri, tutti sono grigi e tutti possono cadere da un momento all'altro.
La meritocrazia che percepisci io la percepisco come una simpatia che Martin ha verso alcuni personaggi... ad esempio Stannis, Eddard, Tyrion, Sansa... ma per quanta simpatia Martin possa avere per questi personaggi, per quanto "condivida" i loro ideali (o sarebbe meglio dire per quanto trasponga i suoi ideali in questi personaggi), sa che alcuni di loro dovranno morire, altrimenti la crudezza e la verosimiglianza del mondo che vuole creare andrebbe a farsi friggere.
simpatia che Martin ha verso alcuni personaggi... ad esempio Stannis, Eddard, Tyrion, Sansa...
Eddard Stark o Eddard Tollet?
nessuna opinione è stupida, io cerco solo di alzare il livello dello scontro dialettico (quindi scusa se qualche volta sono un po' brusco) perchè credo che più si dibatte, più cose interessanti vengono fuori :wacko:
Ooooh! Lo vedi che ci siamo capiti! :wacko: Sí, la penso esattamente come te!
comunque Martin non me lo vedo un Manzoni post-moderno, che sostituisce alla provvidenza la meritocrazia.
Certo, nemmeno io: non la vedevo esattamente cosí: vedevo lo scrittore che usa il romanzo come una "scusa" per comunicare le proprie idee. Io credo che Martin non sia cosí stupido da credere a qualcosa di assoluto (e il semplice fatto che gli piaccia raccontare una storia per mezzo di POV lo indica piuttosto chiaramente): è consapevole che si tratta delle proprie idee. Le vuole solo comunicare.
anch'io potrei sbagliarmi, ma secondo me Martin piuttosto cerca di creare un fantasy-storico, crudo, vero, complesso come la vera Storia, dove non ci sono bianchi e neri, tutti sono grigi e tutti possono cadere da un momento all'altro.
Questo è sicuramente vero: si vede e si sente che Martin cerca di realizzare questo (e cavolo, gli riesce pure bene, è bellissimo). Ma creare questa sensazione non significa che sia realmente cosí. Aspetta (lo so, qui non mi sono spiegato bene). Mettiamo che io sia uno scrittore, e voglia comunicare il messaggio "chi la fa l'aspetti" (faccio per dire). Questo non mi impedisce di cercare di ricreare un "senso di realtà" nel mio romanzo. Ma intanto, il mio scopo è di mostrare che comunque le cose vanno come è "giusto" (secondo la mia visione del mondo) che vadano. In un certo senso è un inganno: ti dò l'impressione di essere equo e distaccato, e quindi quando le cose vanno come voglio io sembra quasi che non l'ho fatto apposta, e risulto piú convincente. Capisci cosa voglio dire? Il punto è che io gravito attorno all'impressione che Martin sia parecchio convinto delle proprie idee, e vive nell'ansia di comunicarle. E usa tutta l'arte possibile per riuscirci. In un certo senso, è un vero bastardo! :D
La meritocrazia che percepisci io la percepisco come una simpatia che Martin ha verso alcuni personaggi...
Però, aspetta... mi sembra quasi la stessa cosa. Quasi, certo... La simpatia è una cosa che può esistere indipendentemente dal fatto che determinati personaggi abbiano le caratteristiche che lo scrittore "approva" in generale... Comunque, accetto il tuo punto. È una cosa possibile (mi sembra verosimile, cioè, che Martin dopo avere creato personaggi cosí ricchi e dettagliati, possa realmente innamorarsi di loro).
ad esempio Stannis, Eddard, Tyrion, Sansa... ma per quanta simpatia Martin possa avere per questi personaggi, per quanto "condivida" i loro ideali (o sarebbe meglio dire per quanto trasponga i suoi ideali in questi personaggi), sa che alcuni di loro dovranno morire, altrimenti la crudezza e la verosimiglianza del mondo che vuole creare andrebbe a farsi friggere.
È una interpretazione sensatissima, quella che proponi, a mio parere.
Lo sai qual è la cosa bella? La saga è cosí ricca e profonda, che è in effetti difficile capire tutto il turbine di sentimenti che avvolge Martin mentre lo scrive. E questo ci porta a discutere come dei matti! :unsure:
Una cosa è certa: Martin è un grande (e se si sbrigasse con ADWD sarebbe anche piú grande!!!) :wacko:
simpatia che Martin ha verso alcuni personaggi... ad esempio Stannis, Eddard, Tyrion, Sansa...
Eddard Stark o Eddard Tollet?
eddard tollet???????
si chiama eddison!!
:unsure: :wacko:
simpatia che Martin ha verso alcuni personaggi... ad esempio Stannis, Eddard, Tyrion, Sansa...
Eddard Stark o Eddard Tollet?
eddard tollet???????
si chiama eddison!!
:unsure: :wacko:
Azzzzz!
C'hai ragione! Mi sono confuso....d'altronde è tardi...
già..tanto parlare del nome di edd ma non abbiamo nemmeno sfiorato l'argomento vita/morte
io penso e spero che edd sopravviverà. nella sua cupezza e tristezza è un personaggio molto carismatico.
mi ricordo una sua frase..quando si doveva scegliere il successore del defunto jeor mormont
"se farete una scelta saggia, allora non sceglierete me!"
essendo il vice di jon, starà sempre vicino a lui..e forse morirà proprio per salvagi la vita!!