Entra Registrati
Fede e ragione
M di Mornon
creato il 26 aprile 2008

Questa discussione è stata archiviata, non è più possibile rispondere.
S
Ser Balon Swann
Confratello
Utente
7698 messaggi
Ser Balon Swann
Confratello

S

Utente
7698 messaggi
Inviato il 05 maggio 2008 12:35

secondo me è sbagliato parlare di processo logico... non c'è una logica nell'ipotizzare un Dio che lancia i fulmini dalle nuvole.

 

Secondo me è piuttosto un processo empirico... ci sono suoni naturali che sembrano quasi umani.

 

il tuono sembra il ruggito di rabbia di un uomo possente, pertanto sarà effettivamente un uomo possente.

 

il vento tra le canne, i pertugi, e le fronde sembra un urlo, un lamento, un sussurro: perciò ci sarà qualcuno che sussurra, urla eccetera.

 

così il mare, ha una sua voce... e quindi ci sarà qualcuno che mormora in fondo al mare.

 

ma non è una deduzione logica del tipo "sento un tuono/sento il vento, non so chi lo produce, sarà Dio", ma piuttosto "sento ruggire/sento piangere, sarà qualcuno che ruggisce/piange"

 

inoltre l'intervento divino è utilizzato anche per spiegare il CASO (qualcosa che non capiamo bene nemmeno noi post-moderni, direi)... perchè un neonato muore e l'altro sopravvive? perchè andando a caccia il mio migliore amico muore e io sopravvivo? avevamo le stesse armi, la stessa abilità, eravamo nello stesso punto... ma lui e morto e io no... perchè?

In questo caso la risposta logica non può essere "così, casualmente".

Magari "così, casualmente" è la risposta corretta, ma non quella logica, perchè la logica impone di trovare una causa ad ogni effetto.

E quando la causa è impossibile da rintracciare, è logico ipotizzare una Causa Superiore. O anche un Legge Superiore, volendo (il determinismo)


N
nymerios
Confratello
Utente
1176 messaggi
nymerios
Confratello

N

Utente
1176 messaggi
Inviato il 05 maggio 2008 12:45

beh le tue deduzioni rispecchiano il processo logico cui mi riferivo io, tra il non avere una risposta plausibile ed averne una, per quanto astratta, la nostra logica ci spinge alla seconda.

Conan Doyle disse:

"Dopo aver eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità."

Evidentemente per l'uomo della preistoria il discorso era analogo.


M
Mornon
Confratello
Utente
7689 messaggi
Mornon
Confratello

M

Utente
7689 messaggi
Inviato il 05 maggio 2008 12:52 Autore
Il pantheon greco si è lentamente e culturalmente formato, ma da zero, non c'era nessuna cultura dalla quale copiare la teologia o le discussioni filosofiche, quello che hanno avuto se lo sono lentamente creato in un migliaio d'anni di storia ed evoluzione culturale, dal fulmine che cade alle migliaia di amori di Zeus

Plausibilmente, il pantheon greco si è sviluppato da precedenti culti animistici, subendo le influenze di questi e delle popolazioni precedenti (non è che i greci sono apparsi da subito cosí com'erano, avranno subito anche loro evoluzioni; con questo non voglio dire che sia uguale al cristianesimo, ma non sono cosí convinto che sia partito da zero, senza influenze da visioni pregresse.

 

 

Il dare un'identità ad un entità astratta tutelare di un fenomeno inspiegabile è frutto della culturalizzazione di tale entità, non del processo logico che ha portato ad ipotizzarne l'esistenza

Cerchiamo solo di chiarire di quale logicità si sta discutendo: come già detto, ipotizzarne l'esistenza è un processo logico, personalmente non ho mai detto il contrario; è passare da quell'ipotesi alla certezza che dico essere materia di fede, in quanto non c'è elemento per escludere le infinite possibilità alternative.

 

 

le tue deduzioni rispecchiano il processo logico cui mi riferivo io, tra il non avere una risposta plausibile ed averne una, per quanto astratta, la nostra logica ci spinge alla seconda.

Conan Doyle disse:

"Dopo aver eliminato l'impossibile, ciò che resta, per improbabile che sia, deve essere la verità."

Evidentemente per l'uomo della preistoria il discorso era analogo

A parte la succitata differenza tra ipotizzare che la risposta sia dio, e decidere per certo che la risposta è dio, il punto è che "Non so spiegarmelo" non è né impossibile, né implausibile, né improbabile; ed è, come detto, la risposta su cui si basa ogni avanzamento.


S
Ser Balon Swann
Confratello
Utente
7698 messaggi
Ser Balon Swann
Confratello

S

Utente
7698 messaggi
Inviato il 05 maggio 2008 13:39
parte la succitata differenza tra ipotizzare che la risposta sia dio, e decidere per certo che la risposta è dio, il punto è che "Non so spiegarmelo" non è né impossibile, né implausibile, né improbabile; ed è, come detto, la risposta su cui si basa ogni avanzamento.

 

secondo me bisogna distinguere due casi fondamentali

 

- non so spiegarmelo perchè non ho i mezzi necessari, siano tecnologici, metodologi eccetera: ad esempio il fulmine. Possono esserci un infinità di risposte logiche a riguardo, solo che io non posso distinguere quelle vere da quelle false per mancanza di mezzi.

In questi casi la risposta più logica è "non so, aspettiamo e vedremo"

 

 

- non so spiegarmelo perchè concettualmente e logicamente inspiegabile; non ho un infinità di risposte logiche: non ne ho nessuna, e lo so. E' l'esempio del Caso, o della causa prima incausata... l'incapacità di dare un risposta non risiede in mancanze di vario genere, ma in una "mancanza" intrinseca alla stessa logica, e quindi insuperabile.

In questi casi la risposta più logica non è "non so, aspettiamo e vedremo", perchè non c'è nulla da aspettare e vedere: sono gli stessi principi della logica ad essere messi in discussione.

In questi casi pertanto non ci può essere una risposta logica, ma bisogna necessariamente porre degli assiomi, dei Principi o un Principio arbitrario che vada al di là della logica...


Messaggi
79
Creato
16 anni fa
Ultima Risposta
16 anni fa

MIGLIOR CONTRIBUTO IN QUESTA DISCUSSIONE