La notizia è di quelle buone, ovviamente; però la gioia mi si è strozzata in gola quando ho saputo il prezzo pagato: 5 terroristi talebani!
Aldilà delle valutazioni puramente numeriche, sto riflettendo sulle conseguenze di questa scelta.
Temo, infatti, che tutti gli italiani siano diventati ostaggi di fatto. Provo a mettermi nei panni di un talebano e non posso non pensare che quella del rapimento di civili sia la strada più rapida per ottenere:
a) un riconoscimento politico al mio movimento/partito/quello che è;
b) tutto quello che voglio.
Non posso fare a meno anche di pensare ai soldati italiani (ma anche della coalizione in generale) che si sono sacrificati per catturare quei criminali colpevoli di aver massacrato (a loro volta) persone innocenti. Come si saranno sentiti alla notizia della loro liberazione?
Non posso non pensare, infine, a tutte quelle persone che resteranno ferite, mutilate, uccise dalle azioni terroristiche messe in atto da questi cinque talibeni liberati.
La bilancia (mia personale, ovviamente) sembra pendere nettamente dalla parte della soluzione opposta a quella scelta. Anche questo, però, mi confonde perchè avrebbe portato ad una morte ulteriore.
In questi casi, può valere il principio del minor danno?
e quello del precedente?
È vivo.
Ne è uscito vivo.
Se io fossi un militare penserei di essere riuscito, a rischio della mia vita, a compiere un'azione che ha permesso a Mastrogiacomo di sopravvivere. E ne sarei fiero. Se io militare non avessi catturato quel Talebano, magari Mastrogiacomo sarebbe morto.
Se guardiamo il prezzo, è stato effettivamente pesante: 5 leader talebani. E tuttavia le alternative quali erano?
Lasciarlo morire?
Un raid per liberarlo?
Pagare del denaro invece che liberare dei talebani?
Escludendo ovviamente la prima, personalmente sono dell'idea che la seconda avrebbe portato danni ulteriori. Le montagne dell'Afghanistan sono territorio talebano, un raid sarebbe stato difficilissimo da portare a termine con successo; probabilmente Mastrogiacomo sarebbe morto al primo avvistamento degli eventuali liberatori.
La terza, a parte il fatto che deve essere accettata da entrambe le parti, per il nostro povero sgangherato paese sarebbe stata peggio. La tassa su Mastrogiacomo, perché di quello si sarebbe trattato, non sarebbe stata una bella cosa, e anche da un punto di vista logistico sarebbe stata peggiore come soluzione: meglio dieci braccia in più ai talebani che dieci braccia in meno e 100000 euro per comprare le armi.
Riguardo al fattore psicologico del rapimento come fonte di guadagno, riconoscimento, e potere contrattuale, penso che sia un'opinione fortemente radicata nel significato stesso di guerriglia e terrorismo... Non credo che si siano convinti dell'efficacia della cosa unicamente per il caso di Mastrogiacomo...
Casomai non fosse chiaro, opinione puramente personale. :unsure:
detto molto schiettamente:
da un punto di vista meramente pratico la soluzione migliore sarebbe stata lasciarlo morire,
ma per chiarire subito eventuali equivoci non è una soluzione che auspicavo nè è una soluzione praticabile,
sia chiaro :unsure:
per il resto sono d'accordo con beric
Il prezzo è stato oggettivamente alto...ora (e probabilmente anche prima) l'idea è "gli italiani pagano". Comunque lui è vivo, sta bene, speriamo che non capiti ancora...
I talebani liberati li puoi riprendere, la guerra ha molti sviluppi.
Se perdi un uomo di quel coraggio e forza mentale, non ne trovi un'altro al bazaar.
Cmq ho letto ieri sera le due o tre pagine in cui lui stesso descrive la sua prigionia e ho fatto un sacco di incubi.
Se l'avessimo lasciato lì sarebbe stata una beffa veramente drammatica.
Come dicevo, se si sconfigge il movimento talebano, quei cinque non faranno la differenza. E se liberare quei cinque invece ci cambia qualcosa... ma come, le superpotenze messe in scacco da cinque leader tribali? Chi la racconta sbagliata?
In generale?
In generale lui non ci doveva stare, lì.
Il problema non è che fare. Una volta che lo hanno, 5 leader talebani sono un piccolo prezzo.
Ma non doveva andarci.
Ci deve andare solo chi accetta di morire "a poco prezzo".
Il fronte è per i soldati, non per i civili.
Così il governo e i vertici militari possono raccontarci solo quello che vogliono loro su come va la guerra?
In generale?
In generale lui non ci doveva stare, lì.
[cut]
Ma non doveva andarci.
Ci deve andare solo chi accetta di morire "a poco prezzo".
Vero. I giornalisti in teatro di guerra non ci deveono andare.
Molto meglio se spiano i VIP come Corona. Quelli sono i giornalisti che vuole l'Italia. :unsure:
Così il governo e i vertici militari possono raccontarci solo quello che vogliono loro su come va la guerra?
lo fanno, nonostante i giornalisti... anzi direi grazie anche a certi giornalisti :unsure:
fermo restando la mia contentezza per la liberazione, e il prezzo non mi è sembrato sbilanciato. Abbiamo voluto la bicicletta, ora si pedala.
Bisognerebbe chiedersi se ne vale la pena. L'italia è nel mirino perchè paga i riscatti. Non ne faccio una questione economica, ma i soldi dei riscatti servono a comprare altre armi e fare altri morti. Liberando dei criminali si rischia di creare altre vittime. Un giornalista e a maggior ragione un turista (vi rigordate gli imbecilli in Yemen?) devono essere consapevoli dei rischi. Trovo, poi, abbastanza vergognoso che ci sia un diffuso menefreghismo sulla sorte dell'interprete di Mastrogiacomo.
Ma secondo voi è un prezzo congruo in senso assoluto?
cioè esso può diventare sbilancato al mutare delle condizioni?
Ad esempio: se i talebani liberati fossero stati dieci, venti, e così via.
E se, invece, quei cinque talebani (come sicuramente accadrà) contribuiscono all'uccisione di un numero indeterminato di persone, che sia comunque superiore ad una?
E cosa dovrebbe rispondere lo stato italiano alle famiglie dei militari uccisi proprio per catturare quei terroristi ora liberi? oppure quelli uccisi dai quei cinque terroristi prima di essere catturati?
n.b.: non sono domande provocatorie :unsure:
Sulle risposte alle tue domande, Lord Lupo, penso ci si arrovelli da quando l'uomo ha fatto la sua prima guerra.Ma l'unica risposta è che non c'è risposta: qualunque cosa io, tu, lo Stato, la Religione, la Giustiza possa dire alle famiglie dei militari/civili che sono/saranno/sono stati uccisi dai terroristi e dai soldati di qualunque paese e per qualunque causa non servirà mai a riempire il vuoto che i morti (a cuasa dell'idiozia e della cupidigia umana) si lasciano dietro.
Personalmente, sono contentissimo della liberazione di Daniele Mastrogiacomo.Sono contento che Emergency abbia ancora una volta svolto un ruolo chiave, riaffermandosi come uno dei pochi organismi internazionali seri e coerenti.Sono contento che lo Stato non abbia tergiversato, come ai tempi di Enzo Baldoni, ma che abbia agito tempestivamente e seriamente, riaffermando l'Italia come uno dei pochi paesi al mondo con cui si può parlare e non solo sparare.Sono contento che, in Niger, Cosma Russo e Francesco Arena siano stati liberati, anche se ormai nessuno li c****a più di striscio.Sono contento che in una solo settimana, siano state salvate ben 9 vite a rischio.Non è stata una cattiva settimana, dopotutto.Sono contento che D'Alema abbia proposto all'ONU la Conferenza Regionale per l'Afghanistan e che Fassino abbia porposto di invitare i Talebani.
Sono contento che esista ancora qualcuno, in questa follia chiamata "Guerra al Terrore", con cui sia possibile raggiungere un compromesso per salvare delle vite umane, che hanno e avranno sempre tutte lo stesso valore.
C'è solo una cosa per cui sono scontento: ieri notte hanno impiccato Taha Yassin Ramadan, ex vicepresidente iracheno sotto Saddam Hussein.E mentre tutti sono pronti a mettere in dubbio la scelta dello scambio di prigionieri e a definire "barbara" l'uccisione dell'autista Sayed Agha, non ci si rende (o non ci si vuole rendere) conto delle barbarie commesse (metaforicamente parlando) nel nostro "civilizzato" cortile di casa, che ci mette esattamente allo stesso livello dei "terroristi" che diciamo di combattere...
Il fronte è per i soldati, non per i civili.
esattamente come la penso io!
diciamo che sn felice x lui e x la famiglia, deve essere stata una brutta esperienza avere un familiare rapito... :unsure:
ma liberare 5 leader terroristi pronti a ideare altri sequestri o attachi verso i nostri militari è stato una cosa che nn mi va giù x niente...
il fatto nn è tanto se bisognava liberare o no i terroristi ma che nn bisogna mandare giornalisti in zone ad alto rischio e se qualcuno c vuole andare a suo rischio e pericolo, con i terroristi nn bisogna trattare
con i terroristi nn bisogna trattare
Provare a sterminarli tutti, che mi pare l'alternativa in questione, non è che stia dando grandi risultati, mi pare. :unsure:
Presupponendo che in Afghanistan prima o poi debba tornare la pace, o un tregua, o un armistizio, direi che l'armistizio lo fanno le parti in causa del conflitto.
In genere, se devo fare pace, la faccio con i nemici, quindi prima o poi ci devo pur trattare.
Mi ricordo un caso di trattativa a cui i perdenti non furono ammessi. Il Trattato di Versailles, dopo la Grande Guerra. Sappiamo tutti a cosa portò.
Tra l'altro, questa posizione mi pare abbia somiglianze, all'atto pratico, a quella di Hamas (ops, si parla di terroristi?) che non riconosce Israele.
Per quanto riguarda le domande di Lord Lupo...
Una soluzione "analitica", ovvero scegliere la risposta migliore, temo sia impossibile.
Tuttavia l'esplorazione dello spazio delle soluzioni, ovvero esaminare a cosa avrebbero portato le alternative, può aiutare. Secondo me è stato scelto il male minore, in proporzione alla mia scala di valori. Immagino che per altri possa non essere così...
Ovvio, se Mastrogiacomo non fosse stato lì...
Ovvio, se l'Italia non fosse stata impegnata nel conflitto...
Ovvio, se l'America non fosse intervenuta in Afghanistan...
Ovvio, se non fossero saltate le Torri Gemelle...
[cut]
Ovvio, se la vita non fosse mai esistita... :(
Ovviamente non si può esser che felici per la liberazione di Mastrogiacomo.Il prezzo pagato tuttavia come giustamente fatto notare è elevato, e la logica dura e pura del "lasciarlo crepare" è già presente nel nostro ordinamento, quando ad esempio si parla di ostaggi delle mafie.E ha un suo senso.Crudo ma ce l'ha.
Mastrogiacomo tuttavia è vivo proprio perchè dal punto di vista politico faceva comodo che vivesse:ne aveva convenienza il governo italiano per ovvi motivi, ma anche quello americano in vista del rifinanziamento della missione italiana in Afghanistan e dei rischi che un'eventuale dipartita del giornalista avrebbe potuto comportare sugli equilibri politico-militari dell'area.Ad andarci di mezzo, il governo afgano che di convenienza proprio non ne aveva, e che tra l'altro ha chiaramente affermato che la prossima volta non si ripeterà una trattativa simile.Emergency o no.Ma la debolezza politica e la dipendenza dell'esistenza stessa del governo Kharzai dalle forze straniere presenti sul territorio han fatto il resto.
Daniele è a casa, festeggiamo ma il prezo pagato è stato alto e di certo bisognerà porsi qualche interrogativo perchè al prossimo sequestro "calarsi nuovamente le brache" come fino ad ora si è fatto (a destra e sinistra, meglio specificare) non può rappresentare una soluzione.Chi sceglie un certo tipo di professione e per questa riceve il giusto conguaglio, deve essere a conoscenza dei rishci che corre.E anche che un Paese può avere interessi terzi rispetto alla vita di un suo cittadino che liberamente sceglie una data professione.
Giudico positivo invece il fatto che la conferenza di pace possa coinvolgere le milizie talebane.Per un semplice motivo:altrimenti non se ne verrebbe più fuori.