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Carta dei Valori
di Lord Beric
creato il 04 ottobre 2006

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Lord Beric
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Inviato il 04 ottobre 2006 15:14 Autore

Riporto una notizia letta da poco su Repubblica:

 

Il ministro dell'Interno chiarisce che dovrà essere accettata

da "tutti coloro che vorranno vivere stabilmente in Italia"

Islam, Amato: "La Carta dei valori

non è soltanto per i musulmani"

Critiche all'Ucoii: "Mai detto che l'avremmo firmata oggi"

 

 

Amato alla Consulta islamica

ROMA - La Carta dei valori e dei principi non riguarderà soltanto i musulmani, ma tutti coloro che vorranno vivere stabilmente in Italia: perché accettare i principi che sono alla base della società e della cultura italiana è la condizione per diventare cittadini italiani. Prima di abbandonare la riunione della Consulta islamica per seguire gli sviluppi del dirottamento dell'aereo turco atterrato a Brindisi, il ministro dell'Interno Giuliano Amato chiarisce, non senza irritazione, il senso del documento che "solo più avanti sarà sottoposto alla firma" e che, dunque, allo stato attuale, non è altro che una bozza di lavoro su cui intavolare una discussione critica e costruttiva.

 

Per questo il ministro critica apertamente chi "prima della riunione ha dichiarato con veemenza" che oggi non avrebbe firmato alcunché, "accreditando la tesi che oggi si sottoponesse alla firma la Carta". Il riferimento è chiaro ed è al segretario dell'Ucoii, Hamza Roberto Piccardo, che alla vigilia dell'incontro aveva voluto far sapere che se la bozza fosse stata sottoposta ai soli fedeli musulmani, sarebbe stato un atto discriminatorio e dunque l'Ucoii non avrebbe firmato, scatenando una serie di reazioni da parte degli stessi membri della Consulta e del mondo politico.

L'obiettivo della riunione, dice il ministro ai membri della Consulta, "è sempre stato quello di raccogliere pareri e proposte in vista della stesura della Carta dei principi e dei valori, che solo più avanti sarà sottoposta alla firma".

 

L'obiettivo della Carta, invece, è ben più ambizioso: "Favorire il processo di integrazione nella comunità nazionale". E' evidente dunque, è la conclusione di Amato, che il documento "dovrà riguardare tutti coloro che vogliono vivere stabilmente in Italia". Ecco perché "ha senso che ne discutiamo tra noi, ma sarebbe sbagliato che ne discutessimo solo tra noi. Così come sarebbe sbagliato che la Carta fosse sottoposta per la firma solo ai musulmani".

 

Polemica chiusa sul nascere, dunque. E anche dall'Ucoii arrivano rassicurazioni. "Non c'è nessuna frattura, nessuna rottura - sottolinea il presidente Mohammed Nour Dachan - siamo sulla stessa linea del ministro Amato". "Ho assicurato al ministro dell'Interno la mia fiducia e la mia piena collaborazione - aggiunge - e dunque non c'è spazio per polemiche e strumentalizzazioni".

 

Da domani si riprende dunque a lavorare e i membri della Consulta saranno chiamati ad avanzare le loro proposte. A loro, ed è la seconda novità della riunione di oggi, si affiancherà un "comitato scientifico" composto da esponenti del mondo della cultura e del diritto. Cinque di loro hanno già partecipato all'incontro di oggi: sono i professori Roberta Aluffi Beck Peccoz, Carlo Cardia, Khaled Fouad Allam, Adnane Mokrani, Francesco Zannini. A loro, spiega il ministro, spetterà il compito di "elaborare la bozza della Carta dei valori e dei principi, dopo aver consultato associazioni ed esponenti delle diverse comunità religiose ed etniche presenti in Italia". Anche su questo punto, tutti si sono detti d'accordo con il titolare del Viminale e, dice la nota del ministero, "hanno fornito un utile contributo per sviluppare i vari argomenti, con l'obiettivo principale di dichiarare i principi fondamentali nei quali ci si riconosce, sulla base delle specificità delle singole comunita".

 

 

Che ne pensate? Un metodo per l'integrazione oppure quello che possiamo definire l'ennesimo cedimento della società occidentale? C'è veramente bisogno di un documento del genere? O semplicemente chi viene in Italia per viverci e diventarne cittadino deve adeguarsi al nostro stile di vita?

 

A voi la parola e occhio ai flame, please


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
Why do our dreams become so much smaller when they finally come true?
We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]

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Morgil
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Inviato il 04 ottobre 2006 15:44

secondo me è un ulteriore cedimento verso questa gente ,ma se nn altro nn il peggiore...


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Damien Amfar
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Inviato il 04 ottobre 2006 16:33

A me pare che in Italia ci sia già una carta dei valori: la Costituzione.

 

E chi viene qui deve rispettare quella e tutte le leggi che ne conseguono.

 

Tutto il resto è fuffa, cosa c'entra la "Carta dei Valori"? C'è forse qualcuno che si illude che un documento firmato da rappresentanti non rappresentativi di ignari rappresentati possa in alcun modo attenuare, per fare un esempio, la tendenza a formare dei ghetti, delle comunità chiuse in seno alle città?

 

Ma andiamo :smack:

 

 

 

 

 

 

Ciauz :dart:


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Ninaeve
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Inviato il 04 ottobre 2006 16:43

sono con Damien, la carta dei valori già esiste ed è la costituzione

vorrei si rispettasse di più quello che abbiamo prima di inventarci altre cose


L
Lewyn Martell
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Inviato il 04 ottobre 2006 16:52

A me pare che in Italia ci sia già una carta dei valori: la Costituzione.

 

E chi viene qui deve rispettare quella e tutte le leggi che ne conseguono.

 

Tutto il resto è fuffa, cosa c'entra la "Carta dei Valori"? C'è forse qualcuno che si illude che un documento firmato da rappresentanti non rappresentativi di ignari rappresentati possa in alcun modo attenuare, per fare un esempio, la tendenza a formare dei ghetti, delle comunità chiuse in seno alle città?

 

Ma andiamo :smack:

 

 

 

 

 

 

Ciauz :dart:

Non aggiungo altro. Tutto questo politically correct mi fa innervosire.



Lord Beric
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Lord Beric
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Inviato il 04 ottobre 2006 17:00 Autore

In questo caso quoto anche io Michele. La Carta dei Valori per l'Italia è ovviamente la sua Costituzione.

 

Trovo tuttavia il ragionamento di Amato indicatore del fatto che forse un aggiornamento alla Costituzione, per rispondere a quelli che sono ora i valori della popolazione italiana, sarebbe da farsi.

L'Italia di oggi non è certo quella di 60 anni fa. La sua popolazione, a causa dell'immigrazione ma anche a causa della semplice evoluzione culturale, è profondamente diversa da quella di allora...


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alazzere
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Inviato il 04 ottobre 2006 17:26

La Costituzione non è una carta dei valori ma la fonte del diritto di un paese. Senza entrare troppo nel giurisprudenziale, è ciò che indirizza la formulazione delle leggi e fissa dei principi "cardine" ai quali non è possibile derogare con delle leggi.

L'altruismo è un valore (e non c'è scritto nella Costituzione che si deve esserlo), la solidarietà è un valore, il rispetto della donna (al di la delle pari opportunità, intendo nel vero senso della parola)


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Ninaeve
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Inviato il 04 ottobre 2006 17:46

certo tu dici bene quando metti tra i valori la solidarietà e il rispetto, ma sono aspetti che attengono mlto più alla sfera personale che a quella relazionale. mi spiego: una persona può essere rispettosa e solidale e la si può esortare in questo senso, ma un gruppo?

si può, seriamente, chiedere ad un gruppo di persone di imepgnarsi ad essere retto, onesto e a far propria un certo set valoriale?

a me sembra una forzatura logica.

e poi, a cgi si chiede di prendere questo impegno? ai cittadini non italiani? a tutti i cittadini, italiani e non? e cosa comporta poi trasgredire quest'obbligo?

sinceramente, mi sembra una farsa.

 

dice bene anche beric quando afferma che la composizione della popolazione italiana è cambiata in sessant'anni, ma mi sembra che la nostra costituzione sia ancora sana e condivisibile. accidenti i primi articoli sarebbero, se seguiti, un esempio fulgido di convivenza non solo civile ma etica, improntati come sono al rispetto, alla laboriosità, alla Pace.


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Damien Amfar
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Inviato il 04 ottobre 2006 19:49

Ciccio, aldilà della definizione giuridica, hai centrato un punto: la Costituzione non è fatta per contenere valori. Ma in ogni ne caso ne fa propri alcuni e quelli sono i soli che possono essere identificati come caratterizzanti dell'operare dello stato. Per quanto mi riguarda non c'è bisogno, anzi credo sarebbe un grave danno, definirne degli altri, che risulterebbero limitanti.

A me sembra indiscutibile che i seguenti punti siano valori:

1) sovranità del popolo

2) garanzia dei diritti inviolabili (con tutto ciò che comporta su un piano morale)

3) solidarietà

4) uguaglianza rispetto a religione, razza, sesso etc

 

E si potrebbe andare avanti ancora: http://www.quirinale.it/costituzione/costituzione.htm

 

Ma affiancare a questi altri principi, altri valori che gli stranieri dovrebbero rispettare, o impegnarsi a rispettare è, secondo me, follia: per quale motivo uno straniero dovrebbe impegnarsi nel rispettare qualcosa di diverso da ciò che rispetta l'italiano?

Non ne vedo, francamente, il motivo.

 

 

 

 

 

Ciauz :dart:


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xaytar
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Inviato il 04 ottobre 2006 20:01

Nonostante sia d'accordo con l'ultima frase di damien, non sono d'accordo con le critiche a priori, per quanto ne veda il fondamento logico :smack: vorrei leggere in cosa consiste, prima di giudicarla :lol:

spero solamente che vada per le lunghe, così magari riesco a entrare tra i collaboratori :dart:


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Lord Lupo
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Inviato il 04 ottobre 2006 20:11

Concordo pienamente con Damien, chi viene in Italia (o per fare il turista o per viverci stabilmente e chiedere la cittadinanza) deve fare sostanzialmente una cosa: rispettare le leggi italiane (e, per effetto di ciò, ovviamente anche la Costituzione). Non c'è alcun bisogno di giuramenti o riti e credo che il fatto che ne parli un ministro (e noto costituzionalista) non depone favorevolmente per la nostra immagine di democrazia moderna, se non altro perchè così facendo si va a ledere proprio il diritto costituzionale dell'uguaglianza.

Tra l'altro che senso ha far giurare a qualcuno su quacosa che non crede...è un pò quello che avveniva in Italia quando si giurava sulla bibbia di non dire il falso: patetico!

I criteri per la cittadinanza dovrebbero essere altri, per esempio:

-identità certa;

-lavoro stabile da almeno un tot anni;

-una residenza stabile in Italia da almeno tot anni;

-non aver ricevuto condanne penali e/o interdizioni;

-varie ed eventuali.

Inoltre, ritengo che i principi fondamentali della notra Costituzione non siano affatto absoleti, tutt'altro. Semmai può essere rivisto il funzionamento dei poteri dello Stato e/o la loro organizzazione, ma questo è un altro discorso.


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Mornon
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Inviato il 04 ottobre 2006 20:17

Vorrei vedere come vogliono impostarla: se fosse un compromesso volto a cambiare quei valori che stante il nome della Carta dovrebbero esserci, potrebbe essere l'ennesimo cedimento; fosse invece una cosa anloga alle trenta domande tedesche (trenta domande volte ad accertare che chi chiede la cittadinanza è disposto ad accettare parità dei sessi, libertà di culto e di espressione, ecc. Con la clausola che, disattendendo quanto si è firmato, si può perdere la cittadinanza), riporterebbe gli stessi valori propri della Costituzione: piú che un cedimento, sarebbe una presa di posizione.


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Aggo
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Inviato il 04 ottobre 2006 20:33

Rendiamoci conto che i primi a non seguire le leggi italiane sono i parlamentari, come possiamo pretendere che lo facciano gli stranieri?

Come facciamo ad imporre ad uno straniero come condizione per ricevera la cittadinanza la non discriminazione razziale quando a dei parlamentari è concesso? Come facciamo a chiedere loro di essere incensurati per ricevere la cittadinanza quando gran parte dei parlamentari è indagata/condannata? Come possiamo essere credibili se per fare il bidello in una scuola devi essere incensurato ma non per fare il politico?

Prima di pensare a imporre qualcosa agli altri penso che dovremmo (noi cittadini comuni), cercare di imporlo a chi ci "rappresenta"...


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alazzere
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Inviato il 04 ottobre 2006 21:16

Non si parla di rispettare le leggi o essere incensurati. Questo è implicito e ineccepibile. Non si tratta nemmeno, secondo me, di imporre dei valori ma solamente di rendere edotto su alcuni aspetti della nostra società chi, decidendo di vivere in un altro paese, potrebbe un giorno meravigliarsi (e gridare allo scandalo) del fatto che nella scuola di suo figlio è appeso un crocefisso. Magari evitando, in totale spregio del rispetto altrui, di chiamarlo in diretta nazionale "cadaverino appeso". Il rispetto, ricordo, è un valore che viene ancora prima delle leggi.


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Lady Lyanna
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Inviato il 04 ottobre 2006 22:50

Non ho capito bene cosa si intenda con "Valori". Uno nella vita può vivere come meglio credere: essere generoso ed altruista oppure un grandissimo ipocrita ed egoista. Personalmente ritengo che l'unica cosa che uno straniero sia tenuto a fare quando viene nel mio paese è rispettarne le leggi. Per il resto quali siano i suoi valori a me interessa poco: vivi e lascia vivere.


Lady delle Gocciole Extra Dark


We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.

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