Sono stata indecisa su quale fosse il luogo migliore per inserire la mia richiesta, e alla fine ho optato per approdo del re perché in questo momento non ho la minima intenzione di commentare la saga di "Harry Potter", quanto piuttosto una situazione artificiale e secondo me pericolosa che si è venuta a creare intorno a questi libri. So che il mio messaggio è molto lungo, ma vi chiedi di leggerlo ugualmente perché credo che sia importante.
Ormai sappiamo tutti da mesi che "Harry Potter e il principe mezzosangue" sarà in libreria il 6 gennaio. Se ne parla da un po' nel forum, e questo è normale, visto che se siamo qui è perché siamo tutti lettori di fantasy, e se ne è parlato in televisione e sui giornali perché è diventato un fenomeno di costume.
Ora, per quanto io sia contenta che un libro possa avere un successo enorme e spingere alla lettura anche gente che prima non leggeva, e anche se mi fa molto piacere che un libro fantasy abbia questo successo, perché questo significa più fan di questo genere e quindi più pubblicazioni da parte delle case editrici, quello che ruota intorno ad Harry e ai suoi amici è decisamente eccessivo.
La casa editrice ha interesse a vendere il suo prodotto, ed è riuscita artificialmente a creare un'attesa spasmodica, come se l'uscita di un nuovo romanzo della Rowling sia l'unica cosa realmente importante, un evento da non perdere, e non solo in Italia. Penso per esempio alla scelta di far uscire l'edizione inglese in contemporanea mondiale, e agli eventi calcolati per stuzzicare sempre più l'attenzione del pubblico. Al sito con aggiornamenti a volte sibillini, fatti per mantenere la suspance nei lettori. A tutto il merchandising che ruota intorno. Ai film, che ogni volta sono un evento.
A mio giudizio sono tutte cose eccessivamente gonfiate, ma riesco ad ignorarle abbastanza facilmente, anche se c'è gente che finisce per fare cose assurde. Per esempio... avete presente quanto è lungo "l'Ordine della fenice"? Qualche giorno dopo la sua pubblicazione un signore lo ha visto e mi ha chiesto se era la prima edizione. Io gli ho risposto di sì e lui, malgrado il costo non basso di 27,00 euro, e il fatto che nessuno nella sua famiglia parlasse l'inglese, lo ha comprato con la motivazione "perché poi vale". Perché poi vale???? Un libro del quale sono uscite parecchie milioni di copie in tutto il mondo? A meno che non sia un illustrato, o un libro veramente da collezione, i libri non vanno comprati se non si ha alcuna intenzione di leggerli o di regalarli. Non sono soprammobili, anche se qualcuno li intende così.
Ecco, quel tale è a mio giudizio una delle aberrazioni che si è creata intorno a questa saga. 27,00 euro buttati via.
Non è un problema mio, certo. Il mio problema è un altro. Molti negozi oggi saranno aperti dopo la mezzanotte, perché esattamente alle 24:00 e un secondo saremo già nel giorno 6 gennaio, e quindi sarà possibile vendere il nuovo romanzo senza incorrere nelle ire della casa editrice. E molta gente verrà a comprarlo, perché non riuscirà a resistere e vorrà averlo subito. Motivazione? "Devono averlo".
E questa è una cosa che non capisco, e che mi fa arrabbiare. Perché devono averlo subito? Hanno intenzione di andare a casa a leggerlo all´istante, e non fare altro finché non l´hanno finito? Perché, se fanno così, almeno lo hanno preso per leggerlo subito. Ma se arrivati a casa vanno a dormire, non potevano aspettare il mattino dopo per acquistarlo? Non solo se vanno a dormire subito, anche se lo fanno dopo aver letto un capitolo. Hanno interrotto la lettura. Non potevano comprare il libro quando realmente avevano il tempo per leggerlo, invece di interrompersi così?
Forse questo commento potrà sconvolgere qualcuno, ma un libro, qualsiasi libro, non è realmente indispensabile. Non con quest´urgenza. Mi spiego: tre anni fa il giorno di Pasqua mi è venuto un terribile mal di denti. In casa non avevo Aulin e le farmacie erano chiuse. Quella era urgenza. L´Aulin mi serviva in quel momento, non una settimana dopo. Non due giorni dopo. Un libro non è urgente. Non muore nessuno se inizia a leggerlo dopo qualche ora.
E se vi chiedete perché la cosa mi dà tanto fastidio... che lavoro fate? Siete studenti, e anche se non sapete cosa farete pensate di poter fare qualcosa attinente con i vostri studi, e, soprattutto se siete universitari, sperate di poter avere un ruolo di qualche responsabilità? Non è detto che in futuro non diventerete miei colleghi. Io ho due diplomi, e ho superato 19 esami all´università. Ho, o ho avuto, 7 colleghi laureati, tutti con le mie stesse mansioni e i miei stessi orari, e altri 5 che sono studenti universitari con corso di studi incompiuto. So con certezza che per fare il commesso (non il responsabile) nel reparto di storia di una libreria nostra concorrente viene richiesta la laurea in storia. Sbrigatevi a laurearvi, perché fra qualche anno sarà un titolo di studio necessario anche per fare lo spazzino. Oppure lavorate in qualche ufficio, o in un posto che consente di avere orari di lavoro normali? Il mio lavoro mi piace, ma da questo punto di vista vi invidio. Io lavoro fino a mezzanotte una settimana su tre, lavoro sei giorni su sette e alternativamente il sabato o la domenica, il che significa che la parola week-end per me non esiste. Il "mio" negozio è aperto anche nei giorni festivi, primo maggio compreso. Ma non doveva essere la festa dei lavoratori? E non sono lavoratrice anch´io? E perché i miei capi pensano di poter fare quello che vogliono mentre chi guadagna molto meno di loro e sgobba molto di più deve lavorare? Io quel giorno non lavoro, per fortuna non posso essere obbligata, ma non tutti sono nella stessa situazione. C´è gente che ha un contratto precario, e che ha paura di dire che in un giorno festivo vuole fare festa perché teme di perdere il posto di lavoro. Alcuni supermercati sono rimasti aperti la mattina del 25 dicembre. Secondo voi chi ha lavorato non avrebbe preferito starsene con la sua famiglia? Quattro anni fa abbiamo scioperato perché il governo non abolisse l´articolo 18. Forse qualcuno di voi è troppo giovane per ricordarlo, per essersene interessato allora. Vedendo le vostre date di nascita a volte mi viene da pensare "ma quanto sono giovani!". Certo io a 13-14 anni non ascoltavo i telegiornali, e quando ho iniziato ad andare in manifestazione, a 15 anni, era per avere una scuola migliore. Ancora non pensavo al lavoro. L´articolo 18, per chi non lo sa, impedisce al datore di lavoro di licenziare un dipendente senza "giusta causa". Il che significa che posso essere licenziata, per esempio, se rubo qualcosa al negozio per il quale lavoro, o se divulgo in giro notizie riservate, ma non se scelgo di restare a casa mia in un giorno festivo. Vista l´enorme mobilitazione di persone, il Governo ha deciso di fregarci in un altro modo. Ha reso il lavoro interinale permanente. Prima un lavoratore interinale poteva essere assunto dalla stessa ditta consecutivamente solo tre o quattro volte (non sono sicura del numero). Ora questo tipo di contratto può essere fatto in eterno. Il che significa che una ragazza, arrivata da noi come interinale quattro anni fa, dopo il massimo numero di contratti consentiti dalla legge, è stata assunta dal negozio a tempo indeterminato perché era una persona in gamba, e anche i nostri capi non volevano rinunciare a lei. Un anno fa, a legge cambiata, è arrivata un´altra ragazza in gamba. Di mese in mese le viene fatto un nuovo contratto. E se pensate che questa sia una cosa insignificante, provate a chiedere un mutuo con un contratto di questo tipo. Nessuna banca ve lo darà mai. E chiedetevi se avreste il coraggio di dire "no, io il 26 dicembre non lavoro".
La sera del 24 dicembre un ragazzo al quale stavo dando dei libri mi ha chiesto "domani e dopodomani siete aperti?". Io ho risposto più o meno "domani siamo chiusi, dopodomani siamo aperti dalle 14 alle 20". Mi sembrava una risposta chiara, ma per lui evidentemente non lo era, perché ha aggiunto: "Allora domani siete chiusi?". Io ho risposto "è Natale anche per noi" e lui ha ribattuto "e chi ha detto niente? Anch´io vado in vacanza". A parte il fatto che lui "andava" in vacanza, quindi partiva e andava a divertirsi da qualche parte mentre io sarei rimasta a casa (quel ragazzo non poteva sapere che io il 26 non avrei lavorato, da quello che ci siamo detti avrei potuto avere un solo giorno libero e non i due che ho effettivamente avuto) lui ha davvero detto qualcosa di sbagliato. Non contento della prima risposta ha insistito su un´eventuale apertura nel giorno di Natale. Se era in negozio il 24, non poteva comprare in quel momento quello che voleva invece di tornare il giorno dopo? Quello che per lui è un passatempo, per noi è un impegno pesante. Anche noi abbiamo una vita fuori dal negozio. Anche a noi piace stare con amici e parenti. Nel momento in cui avrò un figlio non so come farò a conciliare le sue esigenze con i miei orari di lavoro.
E comprare un libro a mezzanotte non è un´esigenza per nessuno. Io capisco che chi fa un lavoro con orari "normali" possa non riuscire a fare i suoi acquisti in settimana. molti negozi, compreso il mio, sono aperti tutte le domeniche. Dovrebbe essere più che sufficiente. I giorni festivi dovrebbero rimanere tali, festivi. Se prendete l´abitudine di fare acquisti nei giorni di festa, o dopo mezzanotte, fate l´interesse non della gente comune, ma di chi ha già un mucchio di soldi e che pretende dai suoi dipendenti una disponibilità illimitata. Se ancora non lavorate, sappiate che più il tempo passa più i contratti sono gravosi per il lavoratore. Cinque anni fa chi veniva assunto dove sono stata assunta io aveva l´obbligo di lavorare una domenica al mese. Quattro anni e mezzo fa, e questo è il contratto che ho io, l´obbligo lavorativo è diventato di due domeniche al mese. E quando faccio straordinario guadagno meno delle mie colleghe più "anziane". Ora non esiste più il contratto fisso, e le nuove colleghe devono accettare qualsiasi imposizione. Solo se il datore di lavoro non troverà economicamente conveniente (cioè se non ci saranno incassi, perché la gente non verrà a comprare) noi, e in futuro anche quelli di voi che lavoreranno nel commercio, avranno contratti migliori. È inutile pagare lo straordinario notturno, e le spese di illuminazione del negozio, se la gente fa i suoi acquisti di giorno. E a me serve di più andare a casa da mio marito un´ora prima piuttosto che guadagnare 1,50 euro.
Fatemi un favore. Se volete comprare Harry Potter, compratelo il domani, non stanotte. O meglio ancora dopodomani. Tanto non finisce. Il mio negozio ne ha ordinata una quantità superiore rispetto al numero di copie vendute da "L´ordine della fenice" dal giorno della sua uscita ad oggi. E nessun libraio con almeno un paio d´anni di esperienza può aver fatto l´errore di ordinare poche copie. Poche ore, per voi, non fanno differenza. Per i lavoratori, fra i quali in futuro potreste esserci anche voi, la differenza può essere enorme.
Mi sembra una protesta(e soprattutto una richiesta)ben più che sensata.Onestamente non ero a conoscenza di questa situazione e,per quanto poco e scontato,posso soltanto dirti che hai la mia solidarietà.Ovviamente non andrò a comprare Harry Potter nè stanotte,nè domani nè mai,in quanto il maghettino mi sta cordialmente sulle balle,però spero comunque che chi fosse intenzionato a comprarlo ascolti la tua richiesta,anche se dubito fortemente che cambierà qualcosa...
io taglio la testa al toro ed harry potter proprio non lo compro,sia perchè sono sempre molto diffidente verso i grandi successi editoriali sia perchè proprio questo fanatismo come tu lo hai descritto tende a rendermelo veramente fastidioso sia perchè effettivamente quel harry potter non mi interessa per nulla!riguardo al lavoro posso capirti,prima di riprendere gli studi ho lavorato in campagna con mio padre dalla 4:30 del mattino fino alle 22:30 e nel periodo in cui figliano le pecore e i meiali abbiamo dovuto fare anche dei giri durante la notte per evitare che arrivassero dei ladri in un terreno che dista 15 km da casa in tutt'altra zona.non esistono domeniche in questo lavoro o nessun tipo di festa perchè gli animali come le persone mangiano ogni giorno!quindi posso capire la tua frustrazione e se manifestate per avere almeno qualche giorno di ferie in più bè nessuno si potrà lamentare!
riguardo all'altro episodio quello del signore che ha sborsato 27 euro per harry potter è cmunque un fenomeno molto diffuso!persino io cerco di non perdermi se il libro o fumetto mi interessa la prima edizione(certo non assalto negozi a mezzanotte o minaccio di farmi saltare in aria se non ne trovo una coppia)poi se non lo trovo pazienza ma da quello che ho potuto notare sono in tanti a fare questo ragionamento!
comunque IMHO hai fatto bene a mettere quì questo post!
Personalmente... mi sembra che i due discorsi c'entrino ben poco l'uno con l'altro. Da un lato c'è la Harry Potter mania... ok, magari un pò gonfiata, ma alla fine una moda passeggera come ce ne sono state tantissime in passato. Se qualcuno vuol comprarsi il libro a mezzanotte, quali che siano i suoi motivi, fa benissimo ad andare a comprarselo... io personalmente me ne rimarrò a casa a dormire, ma se loro vogliono comprarlo a quell'ora che facciano pure. E' una questione di mercato, è un evento, un'occasione per passare una serata diversa volendo... invece che andare a bere birra al pub, stasera con gli amici me ne vado in libreria a comprare Harry Potter, non ci vedo proprio nulla di male. Nei ristoranti da che mondo è mondo si lavora anche nei festivi, le librerie e i vari negozi non sono diversi.
Dall'altro c'è la questione del lavoro interinale... e quella si che è una boiata. Ci sono le esigenze dei lavoratori, ci sono i sindacati che lavorano un pò come gli pare e proprio per questo hanno sempre meno potere, ci sono una marea di problemi di cui mi manca l'esperienza per poter parlare e discutere con cognizione di causa, ma tutto questo esiste da ben prima che scoppiasse la Harry Potter mania, così come il lavoro raddoppiato nei periodi natalizi esiste da ben prima che il governo ci fregasse, come hai detto tu, con la questione dei contratti a breve termine rinnovabili all'infinito. Chi va a fare spese la domenica probabilmente non può farlo durante la settimana perchè lavora e alcuni di quelli che andranno a comprare il libro questa notte lo faranno perchè poi nei prossimi giorni non ne avranno, per qualche motivo, l'occasione. Magari qualcuno ha deciso di partire per fare una vacanza proprio domani mattina e quindi va a comprare il libro stanotte per portarselo in vacanza, perchè vuole approfittare del suo poco tempo libero per leggersi il libro di cui è appassionato in santa pace. Le librerie offrono un servizio che è legittimo e per certi aspetti addirittura utile (visto che come dicevi il fenomeno Potter ha avvicinato moltissimi ragazzini alla lettura) se poi i lavoratori non hanno le garanzie che gli consentono di pretendere il giusto pagamento per gli straordinari o non sono in condizioni di rifiutarsi di lavorare nei festivi è un problema diverso.
IMHO.
Paolo.
Pur non condividendo i commenti su legge biagi e articolo 18 (che trovo peraltro fuoriluogo) sono pienamente d'accordo con te sul discorso dell'isteria, sul pericoloso circolo vizioso "sono aperti anche domenica, ci vado di domenica" e sul sensazionalismo markettaro dell'ultimo periodo (nda: leggi anche sulla dabbenaggine, il qualunquismo e la credulità dei consumatori).
Sarebbe contrario a ogni mio principio dire: regolamentiamo le azioni di marketing e pubblicità per legge. Totalmente antiliberale.
Però è un problema che si pone, un problema culturale, per la precisione. Dovrebbe crescere nella gente la capacità critica di rendersi conto che quello che le aziende propongono è per loro tornaconto e che con misura deve essere giudicato. Certamente non abbracciato come una religione
Ciauz
Cavolo che papiro!
Cmq ti poxo dire che capisco la tua situazione e hai tutta la mia solidarietà, certo che qst non fa che alimentare la mia teoria... "Harry Potter=Libro x bambini".
Facciamo un confronto: "il Signore degli Anelli" è senz'altro un capolavoro, molto meglio di qualunque cosa potrà mai uscire dalla penna della Rowling.
Eppure, il successo maniacale di Harry Potter è maggiore. Di certo vi concorre il fatto che è una saga in crescita, l'autrice è contemporanea ecc., ma secondo me la cosa peggiore è che dietro ci sono loro, i bambini. Perché? Semplice: la "colpa" è del libro stesso, dato che è molto meno complesso e più facilmente comprensibile da un bambinetto rispetto ad un'opera come ISdA, e x qst nasce tutto quel consumismo pazzesco che c'è dietro. Come quella cosa che avevo sentito, di tutte quelle civette richieste ai negozi di animali come animali domestici. Di chi è la colpa? Dei fan bambini, non certo degli adulti (certo poi è anke colpa degli dulti xké ascoltando le assurde richieste dei figli, ma qst è un altro discorso...). E qnd i bambini vogliono qls, lo vogliono subito, libro, dvd, civetta, nn ha importanza.
Kindra, hai ragione: il libro è diventato un giocattolo.
Con qst nn voglio dire che la colpa della tua situazione è il libro in sé, ma tutto quello che gli si è creato attorno.
Kindra hai assolutamente ragione a sfogarti così.
1) si può benissimo vivere sei ore e anche sei giorni senza avere l'ultimo libro appena uscito, HP o no (neanche mi sforzo a scrivere tutto il nome). Questo libro da una parte ha il pregio di aver spinto un sacco di gente alla lettura, ma dall'altra parte una collana letteraria molto bella e di valore (cosa che sinceramente penso) un altro esempio di oggetto commerciale, e tutto ciò che è commerciale mi fa schifo. Insomma, l'importante è averlo, sembra che a non averlo debba crollare il mondo, e il valore del libro in sé diventa secondario.
2) il lavoro festivo e anche domenicale, quando non sia indispensabile (farmacie) o almeno molto utile (ristoranti) non dovrebbe esistere (come, per l'appunto, nel caso dei librai). Da noi in Svizzera c'è recentemente stata una votazione su norme che dovrebbero favorire le aperture domenicali del commercio, che ha avuto risultati tiratissimi. Non c'è che dire... è assolutamente antipatico...
Io condivido pienamente la maggior parte di ciò che hai scritto.
Posso dirti che , per esperienza personale, la precarietà è un problema che esiste da parecchio tempo.
Della mia esperienza personale lavorativa ti dico che mi è capitato di lavorare per un azienda per 4-5 anni in precarietà, senza avere l'assunzione a tempo determinato anche prima che la legge aiutasse i datori di lavoro in maniera così sfacciata.
E' vero anche che allora mi sentivo più sicuro di ora che lavoro a tempo indeterminato , in quanto ora è più facile per un datore di lavoro lasciare a casa i propri dipendenti.
Io vivo una situazione simile alla tua, come molti del sito sanno lavoro in un negozio di videogiochi.
In questo settore la pressione sui nuovi titoli è sicuramente più forte che in una libreria.
Ti garantisco che ho visto piangere persone perchè il titolo non è arrivato il giorno stabilito, esistono patti durissimi fra i rifornitori e i negozianti per rispettare i famosi "day one" o come li chiamano loro.
Se nel vostro settore vi ha fatto disperare Harry potter non ti dico cosa è successo ultimamente per la nuova console X-box360, dove la Microsoft volontariamente ne ha distribuite, in un primo momento , pochissime copie!!
Non mi voglio dilungare troppo sull'argomento altrimenti rischio di scrivere una critica ulteriore sulla società contemporanea.
Mi spiace ma sarò fra quelli che stasera faranno la fila per averlo in libreria, anche perchè stasera aggredirò subito il libro per scoprire cosa ha combinato Harry , per giunta sarà anche un occasione per parlare con il mio librario ( devo ancora finire di raccontare la nostra avventura a Lucca, vi ricordate ?!?! ) !!!
Nel bene o nel male non posso altro che augurarti buon lavoro!!
OT
i sindacati che lavorano un pò come gli pare e proprio per questo hanno sempre meno potere
Rabbrividisco.
I sindacati hanno un potere ENORME in italia, non in crescita perchè significherebbe trasformarli in degli organi parastatali di stampo sovietico (dal sindacato ci vai per fare la dichiarazione dei redditi, per gestire la pensione, per far rendere il TFR. Questo già ora, tra un po' si metteranno a vendere il pane...).
Il problema è che i nostri sindacati non fanno i sindacati ma i partiti, non risolvono le dispute con le aziende discutendo in modo costruttivo (perchè non l'hanno mai fatto, perchè in italia sono nati per fare una nuova rivoluzione d'ottobre ) e non risolvono un problema pratico che sia uno, piuttosto ne creano altri 5.
Quello che ne risulta è un rapporto distorto tra il dipendente e il datore di lavoro, guerresco antinomico, inconciliabile. E attenzione, questo favorisce solo 2 categorie: 1) i sindacalisti, che assumendo una posizione di potere vengono privilegiati 2) i datori di lavoro disonesti.
Il caso di Kindra è esemplare così come
CHIUDO l'OT E NON NE PARLO PIù
Nel merito del lavoro domenicale non capisco perchè si dovrebbe vietare di stare aperti la domenica a chicchessia.
Farò un discorso prettamente economico, di impostazione liberale e liberista. Chi vuole leggere e avvertito, non si faccia venire l'urticaria per i concetti nè si addormenti a metà e poi pretenda di commentare. Uomo avvisato... ^_^
So già che mi darete dell'immorale e dell'insensibile che kindra probabilmente si arrabbierà (nota: a me dispiace della tua situazione, non la auguro di certo, e ancora di più quella dei tuoi nuovi colleghi. Quello che segue è semplicemente quello che credo avvenga, senza abbandonarsi a considerazioni sensazionilistiche, "pandemiste" e Kapitalcomplottiste)
Se un imprenditore vuole stare aperto la domenica deve organizzarsi per farlo, in maniera corretta. Questo può significare assumere più persone, assumerne alcune apposta per la domenica (cosa che solo con i contratti interinali si può fare), chiedere a chi lavora già lì di lavorare anche la domenica (dietro retribuzione s'intende). Se il datore di lavoro può ricattare il dipendente con il licenziamento ci si trova in una ben particolare situazione (1), ovvero quella in cui il lavoro del dipendente già assunto ha un valore esattamente identico a quello di un nuovo dipendente (a meno dei giorni persi per trovare il rimpiazzo).
In questo caso il dipendente licenziato non potrebbe trovare altro posto che non uno nelle stesse condizioni (per i motivi più vari: non ha professionalità, vuole quel lavoro in particolare perchè gli piace, la sua religione gli dice che lavorare in quel campo nobilita lo spirito... etc etc).
Se, al contrario, la condizione (1) non è vera significa che il datore di lavoro sta commettendo un errore e che il dipendente licenziato non rende come quello appena assunto e questo si rifletterà sui suoi conti. Quindi imparerà (e non ripeterà quel comportamento) o insisterà come un idiota ad assumere e licenziare (finendo sul lastrico).
Conclusione: l'unico modo per non essere licenziati è essere utili al datore di lavoro
Ciauz
Se nel vostro settore vi ha fatto disperare Harry potter non ti dico cosa è successo ultimamente per la nuova console X-box360, dove la Microsoft volontariamente ne ha distribuite, in un primo momento , pochissime copie!!
Guarda, quando mio padre aveva la cartoleria ho visto delle cose pazzesche x accaparrarsi la novità di allora, il "Tamagotchi"... Code da non credere, neanche qnd ci sono i saldi da Dolce&Gabbana...
Potter è un fenomeno di consumo di massa, passerà come tutti gli altri.
Riguardo all'altro discorso, mi trovo d'accordo con quanto appena scritto da Damien, aggiungendo che in effetti sarebbe ora di mettersi in testa che è necessaria una collaborazione di stampo più corporativista tra imprenditoria e lavoratori. La conflittualità esasperta, risultato di atteggiamenti sbagliati portati avanti da una parte e dall'altra, non giova a nessuno. Men che meno all'Italia.
Secondo me Kindra ha ragione, non entro nello specifico politico (art. 18 e varie) ma è assurdo imporre giorni lavorativi quando dovrebbe essere festa.
Nel merito del lavoro domenicale non capisco perchè si dovrebbe vietare di stare aperti la domenica a chicchessia.
Perchè non si vuole vietare ma si vuole imporre. E' discussione di qualche anno, ormai, l'apertura domenicale di tutte le attività commerciali come nei giorni festivi e come nei giorni feriali facendo orario continuato o posticipando la chiusura dell'esercizio commerciale.
Adesso chi vuole aprire invece che stare a casa un giorno può benissimo farlo ma è anche giusto che chi vuole godersi la sua vacanza possa farlo.
Prendo spunto da quanto detto sopra per ampliare:
Kindra ha centrato il problema, vedere negozi aperti in qualsiasi occasione alletta le persone per niente perchè nel momento in cui io sono in giro e scelgo di andare in un negozio va tutto bene ma nel momento in cui io sono quella che lavora mi girano le scatole. Questo per dire che ognuno sceglie il suo lavoro ma è fin troppo facile parlare quando tocca agli altri e non a noi perchè sono decisamente pochi i lavori che non necessitano di riposo. Provate ad andare da un macellaio o da un panettiere ad obbligarlo a tenere aperto. Si fa le sue belle 10 ore al giorno e dovrebbe farne altre? Per chi? Deve lavorare per vivere o vivere per lavorare? Oltretutto il discorso è limitato perchè riferito al commerciale. Per esempio in ambito sportivo si usano molto i contratti di collaborazione che hanno una funzione semplicissima. Se faccio 20 ore a settimana in una palestra ho un tot di retribuzione ma se la settimana dopo sono malato e salto un giorno per un totale di 4 ore non verrò pagato come la settimana precedente ma verrò pagato per 4 ore in meno. Ovvero addio malattia. Quando c'è un po' di febbre niente di grave ma su cose più problematiche e lunghe?
Perchè non si vuole vietare ma si vuole imporre.
Cosa si vuole imporre scusa?!
Di non stare aperti la domenica? E' come vietare di stare aperti. Qualcosa mi sfugge
Questo per dire che ognuno sceglie il suo lavoro ma è fin troppo facile parlare quando tocca agli altri e non a noi perchè sono decisamente pochi i lavori che non necessitano di riposo.
Guarda, io ho fatto il barista con orari di 12 ore sette giorni su sette, era festa solo quando pioveva. Per esperienza personale (mia madre lavora in aeroporto) so perfettamente che cosa sia una vita a turni (la mattina, la notte, il giornaliero, poi ricominci) e ti assicuro che non parlo per dar fiato alla bocca.
La questione è che qui non si tratta di massimi sistemi. Si tratta di scelte individuali dei commercianti, perchè stare aperti di domenica significa proporsi sul mercato ad una fascia che altrimenti sarebbe difficilmente accessibile (quelli che hanno solo la domenica per girare e fare shopping perchè lavorano tutti i giorni e quando tornano a casa devono badare ai figli, ovvero 3/4 delle persone).
Quello che deve essere garantito è il totale di ore settimanali e giornaliere massime, retribuite a seconda della fascia oraria e della festività o meno (chiaro che se lavoro dalle 24 alle 8 il mio lavoro vale di più, stessa cosa se lavoro la domenica).
E' OVVIO che a Kindra non dovrebbe essere chiesto di lavorare 7 giorni a settimana, non sto dicendo questo. Per fare un esempio, chi lavora nel trasporto aereo ha dei turni con un solo weekend libero al mese, tutte le altre domeniche lavora. Chiaro che poi ha dei giorni liberi in mezzo alla settimana
La soluzione a questo problema non sta in una norma liberticida (come non sta mai, perchè la storia dimostra che i modi perchè due parti si comportino in maniera cooperante sono 2: uno prevede una pistola puntata alla tempia da parte di chi esercita la Forza, l'altro che le due parti si mettano d'accordo in una situazione il più possibile di equilibrio. E' a questo che servono i CCNL) ma nel rispetto delle regole e in una conformazione delle stesse che riesca ad adattarsi ai problemi.
Ciauz
Questo post, Kindra, ha aumentato in me la già considerevole stima che avevo per te.
Io e Dani compreremo HP6 lunedì.
Però... per onestà sappi che mi piacerebbe diventare un autore così acclamato, merchandising-ato e soprattutto, ricco. Tanto per essere sinceri.
Se, al contrario, la condizione (1) non è vera significa che il datore di lavoro sta commettendo un errore e che il dipendente licenziato non rende come quello appena assunto e questo si rifletterà sui suoi conti. Quindi imparerà (e non ripeterà quel comportamento) o insisterà come un idiota ad assumere e licenziare (finendo sul lastrico).
Conclusione: l'unico modo per non essere licenziati è essere utili al datore di lavoro
Ciauz
Ho capito, Damien, ma se perdo il lavoro io faccio molta fatica a trovarne un altro. La mia famiglia esattamente chi la manterrebbe? solo lo stipendio della mia compagna?
1) è inferiore al mio [nonostante lei abbia il diploma]
2) già con entrambi l'ultima settimana prima di paga è un travaglio.
Okay, io devo andare incontro al datore di lavoro... ma dopo aver fatto tipo 4 giorni di non-lavoro in tutto dicembre (compresa 1 domenica), che ora lui mi dica "vieni anche la befana, sabato e domenica per far l'inventario" mi sta un filino sulle scatole. Infatti oggi ho preso ferie e vaffangimbo. Ma domani e dopodomani sono al lavoro... e niente più soste fino a domenica prossima. Azz.
Il fatto poi che "il datore di lavoro imparerà..."
1) non me ne po' fregà de meno, se mi concedi il francesismo: lui mangia comunque, se mi licenzia e assume giangioggiolo testavota... io no. Io sono nella kaka fino al kolo.
2) Io non so che rapporto abbia tu con i tuoi datori di lavoro, ma finora (2 esperienze lavorative lunghe, 3 occasionali) ho sempre trovato principali dalla 60ina in su (come penso che sia disgraziatamente normale, in italia), e il loro commento più tipico era sul genere "TU NON DEVI PENSARE! BASTO IO CHE PENSO!".
Anche se gli fai notare che, ad esempio, continuare a rifornire di soldi e di fatture false la ditta della figlia alcolizzata quando hai 20mila euro di rosso non è esattamente una cosa furba.
Oppure che acquistare pochi articoli per halloween, befana e capodanno solo perché "ma poi se la gente non li compra e mi restano lì?" è decisamente più deleterio che tenere, eventualmente, da parte per l'anno prossimo quelli che avanzano: un cliente che si sente rispondere "mi spiace signora, li ho già finiti" o, ancora peggio, "sa, quest'anno non abbiamo preso le calze..." è un cliente perso. E, peggio ancora, è un cliente che darà credito alla voce (falsa) secondo cui stiamo per chiudere, e contribuirà a diffonderla.
Quello che più mi infastidisce, sia dei sindacati che dei politici, che degli imprenditori, è che non guardano un po' più in basso... ci vorrebbe davvero una legge che costringa la gente a fare un lavoro da dipendente precario & salariato diciamo 5-6 anni prima di darsi al sindacalismo, alla politica o all'imprenditoria... Perché
- Non credo che sia SOLO il lavoratore a dover essere utile al datore di lavoro;
- Credo invece che anche il datore di lavoro dovrebbe venire incontro ai lavoratori: è vero che è necessario essere severi, se no la gente cazzeggia... ma è anche vero che un rapporto di fiducia *reciproca* rende, sul lungo termine, di più rispetto a continue imposizioni, che causano poi le situazioni "quando il gatto non c'è i topi ballano".
Inoltre, se i dipendenti RISPETTANO il principale, lavorano meglio. Le attività in cui i dipendenti parlano male alle spalle del datore di lavoro non sono mai sane.
Tutto ciò naturalmente IMHO, limitato alla mia personale esperienza lavorativa.