Aggiungo anche il mio Commento sul film "Il Destino di un Guerriero" (Titolo Orginale "Alatriste"), che sono andato a vedere ieri al Cinema dopo un Superballottaggio tra questo e "Transformers".
E sinceramente la pirma cosa che ho pensato quando è finito è "Mi sa proprio che era meglio Optimus Prime e Soci....".
Piaciuto poco. Un film che si è rivelato troppo pesante, con troppi sbalzi temporali, una serie di personaggi che per la maggior parte non riescono a risultare incisivi e una trama che a mio avviso ogni tanto fa acqua.
Le scene riuscite ci sono: quelle in cui si ritrae la guerra son fatte molto bene e fanno capire anche cosa voleva dire essere soldati e in che condizioni si viveva.
Ma il resto mi ha convinto davvero poco, dagli intrighi di palazzo agli stessi personaggi. A proposito di questi: Viggo Mortensen fa il suo lavoro bene e il personaggio di Alatriste ne esce abbastanza interessante (niente di eccezionale, eh). Notevole anche il suo compagno d' Armi.
Ma per il resto, ho trovato ben poco di interessante a partire da Inigo (co-protagonista).
Cosa secondo me manca e molto è comunque un senso di Epicità che personalmente amo riscontrare in questi film. Qui invece i duelli sono troppo rapidi e non si riesce a "sentirli" come in altre pellicole. Un vero peccato perchè lo stile di combattimento di quel periodo storico garantiva notevole spunto di spettacolo (tipo il mitico scontro tra Inigo Montoya e il Protagonista de "La Storia Fantastica"). In Alatriste invece non son proprio riuscito ad appassionarmi ai duelli che anzi riescono a sciupare un altro personaggio interessante come il Siciliano (non scendo nel dettaglio per sciupare la sorpresa a chi vuole vedere il film).
Insomma do un 5,5/10 e buona parte del voto lo porta a casa Mortensen che comunque è un professionista e il suo lavoro lo sa fare bene.
La donna del ritratto, di Fritz Lang, con Edward G. Robinson, Dan Duryea, Joan Bennett. Thriller psicologico dalle atmosfere noir, con un grande G. Robinson come protagonista. I dubbi e le paure vengono a galla quando si è colpevoli, e anche la più piccola paranoia può diventare un arma da ritorcere contro se stessi. Assolutamente perfetto nei tempi, con un equilibrio dosato delle scene, ne più ne meno di quelle che servivano allo scopo. Unica pecca, appare prevedibile l'epilogo finale, ma bisogna considerare che il film ha più di 60 anni e di celluloide sotto i ponti ne è passata tanta... ma Lang è sempre una garanzia. Glaciale. Voto 4 / 5 " />" />" />
Tom Horn, di William Wiard, con Steve McQueen, Richard Farnsworth, Linda Evans. Western lento e dalle forti tematiche psicologiche, ma non privo di fascino e, seppur poche, esaltanti scene d'azione. Il personaggio storico interpretato da Steve McQueen d'altronde aveva una storia su cui era facile costruire una trama avvincente, seppur con qualche caduta di tono nei minuti finali. Non fondamentale per gli appassionati del genere, ma comunque godibile. Spietato. Voto 3 / 5 " />" />" />
Time, di Kim Ki-Duk, con Ha Jung-woo, Sung Hyun-ah. La visione di questo film non è consigliata a chi ha la lacrima facile, pena rischio di annegamento. Kim Ki Duk ci regala una storia delle sue, sempre in bilico tra genio e follia, tra virtuosismi capaci di sorprendere ogni volta di più. Questa volta è una storia straziante a fare da sfondo al suo estro, una storia di un amore impossibile, che brucia e si spegne in un circolo vizioso dal quale è impossibile uscire senza adottare misure estreme. A tratti forse troppo ridondante su se stesso, in un vortice che avrebbe ingabbiato molti altri registi. Non è questo però il caso, e la pellicola, seppur provocando angoscia e tristezza, è un ennesimo gioiello da incastonare nella filmografia del regista. Doloroso. Voto 4 / 5 " />" />" />
La strada, di Federico Fellini, con Anthony Quinn, Giulietta Masina, Richard Basehart. Non è un caso se è una delle colonne portanti del cinema italiano. La strada è allo stesso tempo uno specchio dell'Italia di quei tempi, un ritratto di una società arrancante e una storia di perdizione. Una regia già ai tempi geniale, nel film che impose Fellini al successo internazionale. Impresa riuscita grazie anche ai protagonisti, uno strepitoso e burbero Quinn e una "maschera" come la Masina, capace di ricordare più volte il grande Charlot. Fondamentale anche la figura del matto, personaggio forse più adatto a una cinematografia odierna che anteriore. Struggente e malinconico, è un pezzo di storia dell'Italia. Imprescindibile. Voto 5 / 5 " />" />" />
La cena dei cretini, di Francis Veber, con Jacques Villeret, Francis Huster, Thierry Lhermitte, Daniel Prevost. Divertente commedia francese, giocata tutta tra quattro mura. Un'ironia semplice, non volgare, a tratti un pò troppo verbosa e forzata, ma comunque genuina. Si ride e si sorride, grazie anche a una storia che pur nella sua assurda parabola, diventa veicolo di critica sociale. Strepitoso Villeret, che incarna un "cretino" da Oscar. Frizzante. Voto 3.5 / 5 " />" />" />
Shinobi, di Shimoyama Ten, con Yukie Nakama, Joe Odagiri, Tomoka Kurotani, Erika Sawajiri. Sfrutta il recente successo del wu xia pian, ma in realtà questo Shinobi è più un fantasy digitale che una vera e propria storia di cappa e spada orientale. Tratto dal manga e anime Basilisk, pare infatti più un grosso giocattolone di effetti speciali, per altro non sempre ben realizzati, che un vero e proprio film. Ambisce all'epica pura, ma non la sfiora neanche. Non mancano delle scene di discreto impatto emozionale, favorite anche da un'ottima colonna sonora e dagli splendidi paesaggi, ma è un pò poco. Interesserà soprattutto ai fans del fumetto e dell'animazione giapponese, ma chi è alla ricerca del nuovo "La tigre e il dragone" rimarrà non poco deluso. Modesto. Voto 2 / 5 " />" />" />
rivisti
natural born killers...io adoro woody harrelson e juliette lewis!*_* non sono una grande fan di oliver stone (e dopo alexander se lo vedo lo scuoio con un cucchiaino da tè) ma 'sto film,detto papale papale, l'ha fatto proprio bene!!anche se si vede che è stato scritto da tarantino!XD
sin city...assurdo ma non me lo ricordavo per niente!mi ricordavo solo alcune cose ma per il resto vuoto totale...alzheimer?
Harry Potter e l'ordine della fenice
Visto ieri sera...in mezzo a una sala di ragazzini urlanti che non sono stati zitti nemmeno un secondo!!
Non ho letto il libro (e non ho nemmeno visto i primi tre film), quindi mi astengo da commenti sulla fedeltà o meno della trasposizione, ma nel complesso mi è sembrato un film abbastanza carino.
Abbastanza.
Anche senza leggere il libro, si capisce che le parti tagliate sono state davvero moltissime, senza contare l'esiguo spazio dato a personaggi di un certo calibro, ridotti a fare una breve comparsata. (Il prof. Piton, tanto per citarne uno)
Devo anche aggiungere che i "piccoli" attori hanno perennamente la faccia da tonni...cribbio, variate l'espressione, di tanto in tanto!
I due gemelli si confermano i mattatori del film...due veri balordi!!^^
Voto: 3/5
Dieci incredibili giorni, di Claude Chabrol, con Michel Piccoli, Anthony Perkins, Marlène Jobert, Orson Welles. Perfetto thriller dal maestro Chabrol, che si traveste da Hithcock rendendo il tutto però in salsa francese, con quella classe tipica del paese d'Oltralpe. Una regia solida, perfetta nei tempi, dove niente è lasciato al caso. Il cast vede grandi nomi, e oltre alla star nazionale Piccoli troviamo due mostri del calibro di Welles e Perkins. Labirintica la vicenda, che si conclude in un finale "divino" e lascia tutto incerto fino all'ultimo secondo. Affascinante. Voto 4 / 5 " />" />" />
Invece a mio avviso il bello del film sta proprio nell'abbattimento di quell'aura di epicità eccessiva che viene comunemente buttata dentro. Tu ami riscontrarla, ma se un film va giocato sul realismo quell'aura deve sparire.Cosa secondo me manca e molto è comunque un senso di Epicità che personalmente amo riscontrare in questi film. Qui invece i duelli sono troppo rapidi e non si riesce a "sentirli" come in altre pellicole. Un vero peccato perchè lo stile di combattimento di quel periodo storico garantiva notevole spunto di spettacolo (tipo il mitico scontro tra Inigo Montoya e il Protagonista de "La Storia Fantastica"). In Alatriste invece non son proprio riuscito ad appassionarmi ai duelli che anzi riescono a sciupare un altro personaggio interessante come il Siciliano (non scendo nel dettaglio per sciupare la sorpresa a chi vuole vedere il film).
I duelli che ami vedere, spettacolari e prolungati, appartengono alle pellicole di Sergio Sollima sul Corsaro Nero (bravissimo Kabir Bedi, anche se fuori posto nei panni di un corsaro italiano), o ai bei film del ciclo dei Moschettieri, o ancora a pellicole stile "Pirati dei Caraibi", ed erano adatti ad una nobiltà con tanto buon tempo da sprecare che poteva permettersi duelli al primo sangue per motivi d'onore, non certo ad assassini prezzolati e soldati il cui compito era uccidere, e in fretta, e poi sparire. Perfino in Cirano de Bergerac il protagonista tira in lungo il duello davanti al teatro, ma al momento di combattere va di fretta. La Storia Fantastica è un romanzo, e neppure di livello eccelso, e la sua trasposizione punta a giocare sulle esagerazioni...non crederai davevro che due duellanti stessero a considerare tutte le possibili posizioni e si scambiassero pareri durante la lotta, vero? " />
Quanto ad un Enrico Lo Verso che caratterizza meravigliosamente il suo personaggio ed il suo personaggio stesso...beh, era dura riuscire a dare spazio anche a lui.
L'arte del sogno, di Michel Gondry, con Gael García Bernal, Charlotte Gainsbourg, Alain Chabat, Miou-Miou. Da uno dei talenti più interessanti della nuova generazione, una pellicola molto particolare. Visionaria, delicata e affascinante, ma allo stesso tempo eccessiva e a tratti confusa. Gondry ha troppe idee e sembra gettarle sullo schermo senza un minimo di costrutto, riuscendo a volte a stupire altre a risultare incomprensibile forse anche a se stesso. Certo, i sogni son desideri diceva una vecchia canzone, ma qua appaiono più come allucinazioni deviate di una mente genuinamente folle. La classe c'è, è innegabile, ma deve essere dosata meglio. Inventivo. Voto 3 / 5 " />" />" />
Tutti gli uomini del presidente, di Alan J. Pakula, con Robert Redford, Martin Balsam, Jack Warden, Dustin Hoffman. Basato sulla storia dei due giornalisti del Wahington Post che portarono a galla lo scandalo Watergate, è un bel film sul giornalismo e su una pagina scura della recente storia americana. E' allo stesso tempo però troppo lento, verboso, l'azione è totalmente inesistente. Insomma più da vedere per conoscere il vero andamento dei fatti, che per godersi una serata di grande cinema. Brava la coppia Hoffman - Redford, ma ciò era prevedibile. Didascalico. Voto 3 / 5 " />" />" />
L'arco, di Kim Ki-Duk, con Min-jung Seo, Jeon Sung-hwan, Han Yeo-reum, Seo Ji-seok. Una storia difficile e aspra, che colpisce nel profondo delle coscienze. In molti sarebbero scaduti nelle volgarità più becere, o in qualche passo falso. Kim Ki-Duk è riuscito a trasformare un tema rischioso in pura poesia. Un vecchio vive da anni su una barca con una ragazzina che lui ha deciso essere la sua futura sposa...le cose si complicheranno con l'arrivo di un giovane pescatore. Forte, intenso, con un finale tanto sgradevole quanto magico, ricorda Ferro 3 per la totale assenza di parola della protagonista, trasformandolo per lunghi tratti in un film memore del cinema muto. Non potevano perciò mancare delle splendide musiche ad accompagnare questo viaggio psicologico. L'arco del titolo è, allo stesso tempo, arma di violenza, oggetto profetico e strumento di poesia. Toccante. Voto 4 / 5 " />" />" />
l'avevo iniziato a vedere l'altro giorno su sky ma poi non l'ho finito! " />L'arco, di Kim Ki-Duk, con Min-jung Seo, Jeon Sung-hwan, Han Yeo-reum, Seo Ji-seok. Una storia difficile e aspra, che colpisce nel profondo delle coscienze. In molti sarebbero scaduti nelle volgarità più becere, o in qualche passo falso. Kim Ki-Duk è riuscito a trasformare un tema rischioso in pura poesia. Un vecchio vive da anni su una barca con una ragazzina che lui ha deciso essere la sua futura sposa...le cose si complicheranno con l'arrivo di un giovane pescatore. Forte, intenso, con un finale tanto sgradevole quanto magico, ricorda Ferro 3 per la totale assenza di parola della protagonista, trasformandolo per lunghi tratti in un film memore del cinema muto. Non potevano perciò mancare delle splendide musiche ad accompagnare questo viaggio psicologico. L'arco del titolo è, allo stesso tempo, arma di violenza, oggetto profetico e strumento di poesia. Toccante. Voto 4 / 5 " />" />" />
ieri
Marie antoinette..carino di certo non un capolavoro ma piacevole!soprattutto racconta gli stati d'animo di maria antonietta:la noia,la pressione il senso di inadeguatezza..
favolosi gli abiti non a caso ha vinto l'oscar per questo....e davvero brava kristen dunst!
e luigi XVI mi ha fatto crepare dalle risate!XD