Barry Lindon del vecchio Kubrik mi è piaciuto molto, poi i costumi dell'esercito inglese che dire se non bellissimi.
anche i duelli "simpatici"
4|5
L'amore che non muore, di Patrice Leconte, con Juliette Binoche, Daniel Auteuil, Emir Kusturica. Dramma in costume di grande eleganza del maestro Leconte. E' la storia, ispirata a un fatto di cronaca, di un condannato a morte in Francia nel 1850. Reo confesso di un omicidio, trova affetto e amicizia nel capitano della guarnigione che deve sorvegliarlo in attesa della condanna a morte, e di sua moglie. Si crea così un insolito triangolo, che deve sicuramente molto all'interpretazione degli attori, e tra Auteuil, Kusturica e la Binoche è difficile dire chi è il più bravo. Molti sviluppi che si pensavano ovvii non accadono, e così si arriva a una fine forse inaspettata. Il film è appassionato, coinvolgente, ma ha qualche caduta di tono in una sceneggiatura non proprio perfetta e appare alquanto assurdo il repentino cambio di personalità dell'omicida, una sera diabolico, il giorno dopo un agnellino. Per il resto è sicuramente un buon film, che conferma come la Francia oggigiorno sia la vera fautrice di cinema di livello in Europa, e non solo. Disilluso. Voto 3.5 / 5 " />" />
lucei d'inverno di ingmar bergman, che non si discosta dal suo stile di film basato sui dialoghi incentrati sulla riflessione. Come in altri suoi film è predominate il tema religioso ed esistenziale, in particolare si sofferma sul dolore che il "silenzio di dio" provoca sull'uomo. Film estremamente lento e che si discosta molto dal concetto di film degli ultimi anni, assolutamente sconsigliato uindi per una serata allegra con amici, bisogna essere veramente motivati a vederlo e seguire con attenzione. Voto 3.5/5, nessun pregio da attribuire a scenografie e musiche dato che sono ridotte all'osso (essendo inutili allo scopo del film). Non il miglior film di Bergaman, comunuqe, mi sono piaciuti motlo di più "il settimo sigillo" e "il posto delle fragole", che sono anche meno pesanti
Priscilla, Regina del Deserto.
E' almeno la millecentesima volta che lo guardo ma è sempre meraviglioso.
Con Guy Pearce, Terence Stamp e Hugo Weaving.
E' divertente, esagerato, buffo... ma nasconde delle vere perle, dei momenti molto molto profondi. Da vedere.
Voto 4/5
P.S. immaginatevi Elrond vestito con una parrucca rosa e un abitino fatto di infradito rosa e capirete perchè NON è possibile perderselo " />
The Queen.
Ben recitato e molto interessante.Meritato Oscar per Helen Mirren, molto brava nel suo ruolo, riesce a trasmettere tutto il ventaglio d'emozioni della regina, rendendo evidente il passaggio da sfera privata a pubblica anche solo con uno sguardo.Molto azzeccata l'idea di utilizzare i documenti e i filmati dell'epoca come parte integrante del film, aiutando così lo spettatore a immergersi appieno nell'atmosfera che regnava in UK nell'Agosto 1997.Bravo anche l'attore che impersonifica il premier Tony Blair.
Molto utile se si è curiosi di gettare lo sguardo su di un mondo completamente diverso dal nostro.
3.5/5 alla prima visione.Da vedere.
Il labirinto del fauno 5/5
tra la realtà della spagna franchista ed una favola fantasy, si snoda questo film veramente ben fatto ed originale... da vedere! A mio avviso meritati i 3 oscar, ed avrebbe meritato più fama! (altro che harry potter, imho... )
Una calibro 20 per lo specialista, di Michael Cimino, con Clint Eastwood, George Kennedy, Jeff Bridges, Geoffrey Lewis, Catherine Bach. Rozzo e confusonario road movie con ambizione sociologiche. Una trama inconsistente, una sceneggiatura che fà acqua da tutte le parti e una regia banale, nonostante sia l'esordio di Cimino, non fanno che relegare questa pellicola ben presto nel dimenticatoio. E stavolta neppure Clint riesce a salvare la baracca...Noioso. Voto 2 / 5 " />" />" />
Belle toujours - Bella sempre, di Manoel de Oliveira, con Michel Piccoli, Bulle Ogier, Ricardo Trepa, Leonor Baldaque. E' un sentito omaggio al grande capolavoro di Bunuel, amico intimo del regista de Oliveira, "Bella di giorno". Viene ripresa la storia , 38 anni dopo, attraverso l'incontro fortuito di due dei protagonisti della precedente pellicola. Se Piccoli è tornato in formissima, a 80 anni suonati, nei panni del cinico Henri, nota di demerito và alla Deneuve che non ha accettato di tornare nelle vesti di Sevèrine, qua interpretata da un'anonima Ogier. E' un film lento all'eccesso, pieno di ricordi ,che dona un ritratto della vecchiaia disilluso e nostalgico (d'altronde de Oliveira ha ben 99 anni), ma che regala scene stupende come quella della cena a luna di candele verso la fine, o l'apparizione della gallina, ruggente omaggio al cinema bunueliano. E' una visione per un pubblico di nicchia, che necessita sicuramente la previa visione di "Bella di giorno". Chicca. Voto 3.5 / 5 " />" />" />
L'amore sospetto, di Emmanuel Carrère, con Vincent Lindon, Emmanuelle Devos, Mathieu Amalric, Hippolyte Girardot. Cosa può accadere se un uomo decide di tagliarsi i baffi dopo molti anni? Normalmente niente, nel film di Carrère l'incredibile. Tra buchi mentali e personalità incerte memori del cinema di un certo David Lynch, si instaura una storia surreale e atipica, che pur non avendo grandi spunti, riesce ad affascinare per quel suo senso di raffinatezza tipicamente francese. Se la prima parte è assolutamente coinvolgente, merito anche della strepitosa interpretazione di Lindon, da metà in poi il film si perde in disgressioni sempre più circolari che cercano di chiudere il cerchio, senza però dare una vera e propria risposta ai quesiti degli spettatori. E' uno di quei film cerebrali, la cui ricerca della verità non ha fine con la visione, ma continua senza forse mai trovarla. Sicuramente consigliato ai fan di Lynch, anche se non devono aspettarsi un nuovo Mulholland Drive. Contorto. Voto 3 / 5 " />" />" />
Le notti della luna piena, di Eric Rohmer, con Pascale Ogier, Tchéky Karyo, Christian Vadim, Fabrice Luchini. Quarto capitolo del ciclo rohmeriano "commedie e proverbi", è un attenta e fulgida analisi sui rapporti umani, in particolar modo sulla relazione tra la protagonista e il suo convivente. Lui, geloso e possessivo, lei vivace e in cerca di libertà : una coppia che scoppia, che porterà a risvolti inaspettati. Non è forse il miglior Rohmer, qui manca un personaggio carismatico, e la ,seppur brava (e sfortunata, morta nel '84 poco dopo le riprese del film), Ogier non riesce a bissare i fasti dei suoi predecessori. Rimane comunque sempre innegata la grande abilità del regista di ritrarre personalità così vicino alla realtà da sembrar vere e non puro estro cinematico. Affine. Voto 3 / 5 " />" />" />
I topi del deserto, di Robert Wise, con Richard Burton, James Mason, Robert Newton. Discreto film di guerra, abbastanza classico, incentrato sull'eroica resistenza di un battaglione australiano, guidato da un capitano inglese (un Burton giovanissimo ma con già grande carisma), a Tobruk, punto crociale della guerra in Africa. Si combatte tanto, esplosioni a go go, lo spettacolo insomma è assicurato. Non sarà un film che cambierà la storia del cinema bellico, ma è più che coinvolgente per una serata di relax. Tonico. Voto 3 / 5 " />" />" />
Tandem, di Patrice Leconte ,con Gérard Jugnot, Jean Rochefort. E' incredibile come con tutta la spazzatura passata nell'ultimo ventennio sugli schermi italiani, questo film di Leconte sia stato distribuito con ben 16 anni di ritardo. E' uscito infatti nella nostra penisola nel 2003, ma risale ben al 1987 e si tratta del secondo lungometraggio del regista francese, il primo veramente importante. E' una storia di amicizia trattata con una delicatezza sorprendente, soprattutto grazie ai due bravi protagonisti, in particolare Rochefort. Un conduttore di radio è all'oscuro che il suo programma on the road verrà presto chiuso per i bassi ascolti dopo 25 anni, e il suo tecnico / aiutante fà di tutto per nasconderglielo. Un legame di amicizia particolare, che se dapprima è sullo stile servo-padrone, ben presto si trasforma in un rapporto di affetto (niente pseudo significati omosex, per fortuna...) che li legherà anche in futuro. Ricorre una canzone di Cocciante, che per quanto adatta al film forse viene usata un pò troppo spesso in sottofondo. Ma è comunque una pellicola incantevole, pregna di malinconia e voglia di non mollare, laddove ci insegna che "quando si è in due, non si è mai da soli". Ispirato. Voto 4 / 5 " />" />" />
URCA!!!!io guardo raramente cose così impegnate............comunque ho appena visto di nuovo Pollyanna..........................che cosa C-A-R-I-N-A!!!!!!!!!! " />" />
The Grizzly Man di Werner Herzog.
Assolutamente da vedere. Il film più commovente e amaro di fine 2006. " />
Intrigo a Berlino - The good German, di Steven Soderbergh, con George Clooney, Cate Blanchett, Tobey Maguire, Beau Bridges, Tony Curran. Ennesimo titolo trasformato nella versione italiana, per l'ultima pellicola firmata dalla coppia Clooney-Soderbergh, che ormai appare inseparabile. Un noir d'altritempi ambientato nella Berlino dell'immediato dopo guerra. Clooney si trova a indagare suo malgrado nell'omicidio di un soldato, e ritrova sulla sua strada anche la sua ex-amante tedesca. Girato completamente in bianco e nero e secondo le tecniche d'epoca, appare come un film fuori dal suo tempo. E' sicuramente affascinante e giova di una grande interpretazione da parte di Clooney, ma latita quasi completamente di tensione, lasciando per lo più lo spettatore a sorbirsi lunghi dialoghi da melò di 50 anni fà. La Blanchett, di solito bellissima e superba, qua è meno sensuale del solito, merito anche di un doppiaggio veramente infelice, mentre un bravo a Maguire, che tolta la tuta da Spiderman e infilata la divisa americana, se la cava più che bene. Pieno di citazioni, paradossale la scena finale presa pari passo da "Casablanca", è un film non facile, di sicuro interesse ma non privo di difetti. Retrò. Voto 3 / 5 " />" />" />