mi sembra una polemica inutile in un momento tanto difficile
non ho mai visto i mezzi di informazione tanto in crisi, giornalisti piangere in diretta, toccati dalla figura del santo padre come lo siamo stati tutti, quindi evitiamo di rovinare la preghiera con rabbia o polemica intile ed immotivata
il santo padre è in agonia, è ovvio che le televisioni, radio, carta stampata, si preparino al peggio, è un anno che noi tutti sappiamo in che condizioniprecarie di salute viveva/vive il papa, è finita un era e siamo tutti spiazzati da come sarà il mondo senza di lui, quindi se si puo evitare indignazione immotivata, e lasciare lo spazio alla tristessa ed al ricordo
in questi casi il silenzio e la preghiera sono la miglior cosa, aprire una polemica inutile cercando un modo per indignarsi, la peggiore
quindi se potete evitare questo genere di interventi polemici, fate oltre che un favore personale a me, credo anche un gesto di sensibilità verso chi è in silenzio ed in preghiera
non sono minimamente daccordo.
Se c'è dello squallore e mancanza di rispetto nel modo di fare informazione lo faccio notare(se vuoi chiamiamola pure polemica)
quindi se potete evitare questo genere di interventi polemici, fate oltre che un favore personale a me, credo anche un gesto di sensibilità verso chi è in silenzio ed in preghiera
Dovresti kiederlo a certi giornalisti questo gesto di sensibilità,ci sarà quello ke piange,ma è più raro di quello che ci specula sopra.
Se poi mi dici che preferisci che questa discussione resti intaccata per dedicarla semplicemente al pensiero per il Papa è un altro discorso,ne aprirò una contenente la "polemica"...come quella che io sto facendo ora con te,perkè il fatto ke per te questa indignazione sia immotivata nn vuol dire ke lo sia per altri.
se no si puo anke iniziare a parlare di certa ipocrisia che scatta in momenti come questi...
un saluto
non sono minimamente daccordo.
esattamente per questo eviterei quel genere di interventi che portano ad uno scambio di idee nate dall'indigniazione, dallo squallore o dalla rabbia, perchè discutere, polemizzare, argomentare in una situazione del genere mi sembra un gesto poco sensibile
poi fate come volete
non sono minimamente daccordo.
esattamente per questo eviterei quel genere di interventi che portano ad uno scambio di idee nate dall'indigniazione, dallo squallore o dalla rabbia, perchè discutere, polemizzare, argomentare in una situazione del genere mi sembra un gesto poco sensibile
poi fate come volete
questione di punti di vista
Mi piange il cuore
spero ci possano essere grandi uomini come lui, in futuro. E spero che tutti quei giornalisti che ne parlano, credendo di fare la cosa giusta forse, e sfruttano la notizia senza il minimo tatto, forse per l'audience, si rendano conto di quanto fanno schifo.
Al papa va tutto il mio rispetto.
Vi lascio l'editoriale di Avvenire di oggi. Segue il Mattutino di Mons. Ravasi.
COMBATTENTE
FINO ALLA FINE
2 Aprile 2005
Combattente. No, non avremmo immaginato di dover ricorrere a questa parola
anche per rappresentarlo mentre muore. E intanto tenacemente resta abbarbicato alla vita. Certo, lui, combattente un po’ lo è sempre stato: contro le avversità e le ideologie, contro i soprusi e i camuffamenti. Combattente in modo strenuo nello spirito, combattente per energia morale, combattente con la speculazione intellettuale. C’è un’immagine tragica dell’esistenza che per forza di cose lo ha accompagnato lungo gli anni, ispirandogli testi e ammonizioni. Proviamo ad ascoltare questa meditazione sulla morte scritta di suo pugno nel 1975: «Quando saremo sulla riva d’autunno\ esploderanno timore e amore nelle loro opposte brame:\ il timore bramando il ritorno a ciò che una volta fu vita\ e lo è ancora\ l’amore bramando inoltrarsi verso Colui in cui la vita trova tutto il suo domani.\ E in noi che guardiamo verso la riva d’autunno\ si scatena la lotta lungo la spaccatura\ che ogni uomo porta in sé...». Eccola da vicino, chi non l’ha intravista?, la spaccatura che separa la sua vita dalla morte. La stiamo scorgendo mentre a ondate si avvicina, come vediamo la lotta che si è fatalmente scatenata tra il timore che tutti prende al momento del guado e l’amore che ti sospinge ad andare oltre. Poteva antevedere meglio la propria agonia, il nostro Papa? Poteva immaginare più compiutamente il combattimento cui da un giorno e mezzo stiamo assistendo, e nel quale egli alterna momenti di assopimento che puntualmente sembrano definitivi a prodigiosi risvegli, con nuova concentrazione di preghiera?
Ma non diremmo tutto, se tacessimo per rispetto umano un pensiero che si è fatto strada in queste ore di affannosa ricerca di un senso e di uno sbocco. Il pensiero è – si tengano forte i temperati illuministi che pur ci sono in casa nostra – che questa vicenda si alloca nella prima settimana di Pasqua, meglio: nei nove giorni (novena) che uniscono il venerdì santo alla domenica in Albis, proclamata dal Papa "Domenica della Divina Misericordia". Oh, conosciamo le bonarie allergie che questa iniziativa aveva istintivamente suscitato. Forse che la grande Pasqua non racchiude in sé tutte le grazie? Certo. Ma i fatti hanno pure un loro tasso di provocazione. Come escludere che mentre il Papa lotta e indecifrabilmente resiste agli assalti di una febbre devastante, come escludere che egli invochi quella santa Faustina Kowalska, apostola di Gesù Misericordioso, cui Karol Wojtyla è legato da un rapporto di comunione profonda? «Nulla – disse Gesù in una rivelazione – negherò a quelle anime che tu mi condurrai durante questi nove giorni... affinché attingano forza, sollievo e ogni grazia nei sacrifici della vita e specialmente nell’ora della morte». No,
non insinuiamo miracolismi. Siamo solo alla ricerca di un perché. Succeda poi quel che deve succedere, lo strazio e la speranza sono già nel nostro cuore. Signore, aiutalo. Signore, aiutaci.
Dino Boffo
---------------------------------------------
02 Aprile 2005
MATTUTINO
Aurora del mondo nuovo
O Maria, aurora del mondo nuovo, Madre dei viventi, ottieni a tutti di accogliere il vangelo della vita come dono sempre nuovo, la gioia di celebrarlo con gratitudine in tutta la loro esistenza e il coraggio di testimoniarlo con tenacia operosa, per costruire, insieme con tutti gli uomini di buona volontà, la civiltà della verità e dell'amore, a lode e gloria di Dio creatore e amante della vita.
Abbiamo scelto per questo giorno di dolore corale una preghiera mariana scritta da Giovanni Paolo II. Si tratta delle righe che concludono l'enciclica Evangelium vitae (1995). Maria, d'altra parte, ha come titolo più alto quello di Madre di Dio, un titolo che sul Calvario Gesù allarga a Madre di tutti i figli di Dio: «Ecco tua madre… Ecco tuo figlio». E Maria ha accompagnato non solo le ultime ore del Suo Figlio ma anche quelle del Papa.
Due sono i verbi che reggono questa supplica. C'è innanzitutto l'«accogliere» come dono la vita che Dio semina continuamente nel mondo in modo sempre sorprendente. Nella tradizione rabbinica si affermava che gli uomini con uno stampo riescono a fare monete solo e sempre uguali. Dio, invece, con l'unico modello di Adamo (cioè con la stessa dignità umana) crea infinite forme e coscienze umane. Nella figura del Papa in questi giorni si sono incarnate simbolicamente tante figure umane di sofferenza ma anche di speranza.
C'è, poi, il verbo «testimoniare» che evoca l'impegno operoso per la tutela della dignità della persona umana in tutto l'arco della sua esistenza e per un mondo diverso in cui non incombano la fame e l'egoismo, in cui non si privilegino le scorciatoie per risolvere i drammi personali ma comunitariamente ci si faccia carico della sofferenza e della solitudine di tante donne, delle madri, dei malati, degli anziani. È stata questa l'ultima testimonianza e una delle eredità più alte che Giovanni Paolo II ci ha lasciato.
Gianfranco Ravasi
---------------------------------------------
"Non abbiate paura. Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!"
(Giovanni Paolo II , 16 ottobre 1978)
Ragazzi mandatemi pure a quel paese se volete...
Ma il Papa non è ancora morto.
Mi dispiace per il Papa, è una persona che tanto ha dato, sicuramente degna di rispetto.
Vorrei che la piantassero di parlarne al passato, come se fosse già morto.
Nonostante tutto, ora, ridotto com'è sul letto, è riuscito nello scopo di una vita (o almeno di un pontificato): tutte le religioni sono unite, messe in fila dietro un'unica cosa. Ha dovuto arrivare dove (e come) sei, ma ce l'ha fatta.
Addio
... Se ne è andato un grandissimo uomo, che ha dato così tanto al mondo intero
ho in mente le immagini di stamattina su tutti i canali.. le preghiere nel mondo... la sua storia.. quello che ha rappresentato per tutti.
la sua forza.
nn mi sembra vero...
Simo
se n'è andata la parte più luminosa della cristianità
spero che il signore lo accolga immediatamente in cielo come merita un sant'uomo come lui
spero che le mie e le preghiere di tutti noi arrivino fino a lui lassù dove mi piace pensarei n compagnia di tante altre persone che come lui hanno cercato di rendere questo posto un mondo migliore.........
Premetto che sono non credente, ma a mio parere siamo stati di fronte ad un uomo la cui grandezza va al di là delle idee religiose...ci mancherai, Santo Padre
per quel che mi riguarda mi piace ricordarlo così
e mi piace anche pensare che il fatto che Cristiani, Musulmani, Ebrei e Buddisti abbiano pregato insieme per la sua salute, accantonando divisioni vecchie di millenni, sia stato il regalo più bello che il mondo avesse potuto fargli, per ringraziarlo della sua opera.
Lyga
Addio Karol riposa in pace e vegliaci dall'alto.
E' morto un uomo che ha fatto la storia
Addio