Anzi peraltro stavo riflettendo sul fatto che molte proprietà in zone costiere di solito ambite per forza si svaluteranno e non saranno più vendibili, quindi anche chi aveva il patrimonio in mattoni si ritroverà abbastanza col c**o per terra.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Ehh, poveretti...gli si svaluta la multiproprietà.
20 hours fa, joramun dice:Ehh, poveretti...gli si svaluta la multiproprietà.
Io di proprietà ne ho una sola e finirá sott'acqua come tutte quelle dei miei vicini, ti ringrazio comunque per la partecipazione emotiva e la generosità, anche se sono sempre stata portata a dubitare di chi si spertica a parole per i meno fortunati ma poi non è in grado di trattare almeno civilmente neanche tutti quelli con cui interagisce.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Ma sembra che il vento sia in entrambi
La discussione ha assunto tratti surreali.
Eravamo partiti dall'affermazione (difficilmente contestabile) di Metamorfo, sul fatto che a pagare lo scotto maggiore dei cambiamenti climatici saranno in gran parte i poveri cristi, gli indigenti. Tu hai detto "no, lo paga la middle class perchè i poveri sono nullatenenti", al chè io ho citato i dati dell'IPCC sulla stima di 200 milioni di migranti climatici entro il 2050 (e su cui continui a non rispondere: chi comporrà questa marea umana secondo te?).
Adesso, non si capisce come, siamo finiti a parlare della tua casa al mare, di cui non essendo il tuo commercialista non so nulla e nulla voglio sapere perchè non sono affari miei. Vorrei capire cosa c'entra e di cosa stiamo esattamente discutendo: del fatto che il povero Briatore o il notaio avranno la proprietà alle Maldive che finisce sott'acqua e quindi pagheranno il cambiamento climatico come l'agricoltore somalo che ha una baracca e una capra e niente da coltivare per colpa della desertificazione? Perchè sinceramente trovo questo discorso francamente risibile.
Se invece il punto è che prima o dopo le conseguenze del cambiamento climatico impatteranno (ma lo hanno già fatto) anche sul ricco occidente, è verissimo. Ma anche in quel caso si ripeterà il meccanismo per cui chi ha risorse continuerà a condurre la propria vita più o meno come sempre; chi invece quelle risorse non le avrà, o sarà colpito fattualmente e direttamente dai cambiamenti climatici, si farà ampiamente in quel posto.
E non parlo solo del pescatore di Mazzara del Vallo che vede il suo baracchino andare sott'acqua, mentre il dentista o l'imprenditore di Mazzara non deve far altro che comprare una proprietà 30-40 metri più su. Parlo del fatto che la stretta inevitabile che ci sarà sul consumo delle risorse porterà alcuni generi alimentari a costare sempre di più, al punto che una buona fiorentina diventerà più inaccessibile del caviale o del tartufo, e col tempo la carne potranno permettersela solo le fasce più abbienti della popolazione, visto l'elevatissimo impatto antropico dell'allevamento.
4 hours fa, joramun dice:Ma anche in quel caso si ripeterà il meccanismo per cui chi ha risorse continuerà a condurre la propria vita più o meno come sempre; chi invece quelle risorse non le avrà, o sarà colpito fattualmente e direttamente dai cambiamenti climatici, si farà ampiamente in quel posto.
Infatti come ho detto è un problema che riguarderà tutti mica solo i soliti poveracci.
E no non ho la casa al mare ma vivo proprio in una di quelle zone che saranno probabilmente sommerse, tanto per dimostrare con esempio concreto che pur non essendo ricca né poveraccia il problema tocca tutti nonostante il censo. E uscirsene con asserzioni come pagheranno solo i morti di fame e i ricchi sono sempre più fortunati mi pare un'affermazione che lascia il tempo che trova oltre che condita da una certa tendenza a essere prevenuti a priori. Comunque è vero che stiamo divagando e personalmente non sono interessata a continuare questa conversazione.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Ma sembra che il vento sia in entrambi
Il settore del nucleare, si propone come soluzione per il contenimento dei gas serra.
Sì, il nucleare può essere un'alternativa valida al termoelettrico, ma c'è il problema delle scorie e dei costi esorbitanti per costruire un parco centrali adeguato. E inoltre anche l'uranio si esaurisce, a meno di non usare le centrali al torio o i reattori autofertilizzanti (costosissimi e delicati).
Per carità sarebbe come passare dalla padella alla brace.
Oltre al problema delle scorie, del combustibile comunque a edaurimento e dei costi di gestione c'è anche anche quello relativo agli incidenti che avrebbero conseguenze devastanti e soprattutto a lunghissimo periodo.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Ma sembra che il vento sia in entrambi
D'altra parte, neanche la produzione dei tanto osannati pannelli fotovoltaici è proprio ecologica, usando processi chimici abbastanza pericolosi. Però di sicuro il nucleare non è ideale da questo punto di vista.
Non c'è una soluzione facile.
EDIT: un'alternativa c'è, ed è la fusione nucleare. Peccato che sia ancora allo stato embrionale. Credo che quello che si possa fare nel frattempo è un accorto mix di tutte le fonti energetiche disponibili, cercando di incrementare la quota di produzione rinnovabile senza indebolire troppo la rete elettrica e usando le migliori tecnologie disponibili. Però è necessario un'aumento della spesa nella ricerca, cosa su cui l'Italia è sempre deficitaria.
Per quanto riguarda il trasporto, più che sull'elettrico punterei sull'ibrido, che almeno non deve fare i conti con la mancanza di strutture di ricarica.
3 hours fa, Lyra Stark dice:quello relativo agli incidenti che avrebbero conseguenze devastanti e soprattutto a lunghissimo periodo.
Gli incidenti si possono evitare progettando centrali con moderni sistemi di sicurezza. Se uno ci pensa un attimo, i tre gravi incidenti occorsi da quando esiste il nucleare civile riguardavano centrali vecchie (Three Mile Island), centrali progettate in modo approssimativo (Chernobyl) e calamità clamorose (Fukushima). Però concordo sul fatto che in Italia non li reintrodurrei, anche perché nessuno lo vuole. Però continuerei ad investire sulla ricerca: non è che siccome una cosa non la usiamo ce la dobbiamo scordare.
Bha, che in Italia nessuno vorrebbe il nucleare è vero fino ad un certo punto.....senza contare che i nostri immediati vicini, vedi Francia (da cui già compriamo energia elettrica), e Slovenia, per fare solo due nomi, usano da sempre il nucleare....e, dovesse mai succere qualcosa, niente ci proteggerebbe dall'eventuale nube tossica.......
Il problema delle rinnovabili è che non esiste, all'oggi, una fonte la cui produzione risulti assolutamente pulita in grado di soddisfare appieno le esigenze del paese. E' necessario, come tu stesso hai suggerito, utilizzare un mix di fonti e non solo, vigilare affinché le leggi anti-inquinamento (che in Italia esistono, ma sulle quali a volte molte ditte soprassiedono) vengano rispettate scrupolosamente da tutti gli impianti produttivi nazionali, soprattutto quelli vicini a fiumi e mari.
Perché è inutile produrre energia pulita se poi scarichiamo scorie nelle nostre acque.....
1 hour fa, Darklady dice:Bha, che in Italia nessuno vorrebbe il nucleare è vero fino ad un certo punto
Mi pare che il relativo quesito del referendum promosso dal governo Berlusconi nel 2011 (dopo Fukushima, ironicamente) abbia visto una forte opposizione da parte degli italiani alla possibilità di usare energia nucleare. Poi che in caso di incidenti in Svizzera, Slovenia e Francia noi saremmo inguaiati lo stesso è vero, comunque.
1 hour fa, Darklady dice:vedi Francia (da cui già compriamo energia elettrica)
La compriamo però a basso costo, visto che i francesi non possono regolare la potenza prodotta dalle centrali nucleari (devono lavorare sempre a carico nominale). Inoltre ultimamente la stiamo esportando noi a loro, perché i francesi hanno molti reattori in manutenzione.
La fusione nucleare é lontana almeno 50 anni, nel migliore dei casi.
La fissione non la vorrei neppure morto in Italia: é una industria da miliardi di euro, é impossibile davvero augurarsi che non ci si butterebbero a capofitto tutte le realtá criminali del paese. É vero che c'é molta disinformazione riguardo anche solo il funzionamento delle centrali, ed é vero che sono molto sicure, ma é vero anche che in caso di incidente non basta piangere sui morti per qualche mese e indignarsi tutti assieme fino alle prossime elezioni: in caso di incidente sono guai, per tutti, per decenni.
Con tutto il rispetto, non vivrei tranquillo sapendo centrali nucleari in balia di interessi loschi e mafie varie...
Hai espresso ottimamente anche il mio pensiero. Aldilà dei rischi intrinseci che sono talmente grandi da bastare da soli, non bisogna dimenticare il contesto. Se si riesce a lucrare e delinquere provocando morti e stragi su cose abbastanza innocue come ponti, strade ed immondizia figuriamoci su cose delicate come il nucleare.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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