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I vostri 10 film preferiti - NO SPOILER
di Euron Gioiagrigia
creato il 27 febbraio 2019


Euron Gioiagrigia
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Inviato il 01 marzo 2019 22:01 Autore

Comunque faccio veramente schifo, non ho messo nella mia lista la trilogia del Signore degli Anelli (film che ho rivisto almeno venti volte ciascuno) e La forma dell'acqua. Sto invecchiando.

 

@MezzoUomo la tua lista è magnifica, ma hai commesso un grave errore: hai messo Basic Instinct. Quel film è misogino, sessuofobo e recitato con i piedi (per non nominare altre parti del corpo). Si salva solo Sharon Stone.


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Lyra Stark
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Inviato il 01 marzo 2019 22:41

Io ho dimenticato Hellboy The Golden army. ^^"


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.

 

When the snows fall and the white winds blow,

the lone wolf dies, but the pack survives

 

Stark è grigio e Greyjoy è nero

Ma sembra che il vento sia in entrambi

 
 
What do they say of Robb Stark in the North?
They call him The Young Wolf
They say he can't be killed...
 
A thousand years before the Conquest, a promise was made, and oaths were sworn in the Wolf's Den before the old gods and the new. When we were sore beset and friendless, hounded from our homes and in peril of our lives, the wolves took us in and nourished us and protected us against our enemies. The city is built upon the land they gave us. In return we swore that we should always be their men. Stark men!

 

 
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Inviato il 01 marzo 2019 22:57

Io ne avrò lasciati fuori una ventina di preferiti, purtroppo quando il topic è "I vostri 10 film preferiti" tocca fare una cernita. Per esempio non ho citato I duellanti di Scott e Barry Lyndon di Kubrick, perché degli stessi registi avevo già messo nella lista Blade Runner e Arancia meccanica e volevo lasciar spazio ad altri. E avrei voluto citare, perlomeno, anche L'ultimo dei Mohicani (quello del '92 con la splendida e celeberrima main theme), Jurassic Park (nonostante nel 2019 non riesca più a guardare quei Velociraptor senza piume) e Dune di Lynch, film tutt'altro che perfetto (e deludente se confrontato col libro, che però va detto essere una roba difficilissima da adattare su schermo) ma suggestivo e inquietante a livelli assurdi (senza contare che è l'opera che ha dato il via al sodalizio con Kyle MacLachlan, quindi senza quel film non avremmo avuto l'agente Cooper :blink:). Ma è meglio se mi quieto altrimenti vien fuori un'altra lista :D

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 02 marzo 2019 7:44
11 hours fa, Euron Gioiagrigia dice:

 

 

@MezzoUomo la tua lista è magnifica, ma hai commesso un grave errore: hai messo Basic Instinct. Quel film è misogino, sessuofobo e recitato con i piedi (per non nominare altre parti del corpo). Si salva solo Sharon Stone.

Basic Instinct è un film misogino quanto Starship Trooper è un film pro-bellico o RoboCop è un film su un giustiziere. È il cinema di Verhoeven, dissacratore e ironico in modo anche contorto, ma per me geniale. Parliamo di uno che si è presentato di persona a ritirare il Rasberry Award per Showgirls.

 

Modificato il 05 July 2024 17:07

Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.

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Stella di Valyria
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Inviato il 02 marzo 2019 14:44

Oh che bel topic! :)  
Ne cito alcuni, scelti tra quelli -vecchiotti- che nel mio cuore hanno resistito al tempo, diventando dei cult. :wub:

- Thelma e Louise:  da pelle d'oca la resa dell'idea del viaggio, fuori  -in quegli spazi illimitati, immensi, che penso esistano solo negli USA- ma anche e soprattutto dentro di sè, per scoprire chi veramente si é. E la sensazione di una progressiva liberazione, dagli uomini ma anche -ed è questo l'aspetto che adoro- da se' stesse, dai clichè che le due donne si erano cucite addosso. Trovo bellissimo vedere il progressivo cambiamento di abbigliamento e anche fisico delle due splendide, iconiche protagoniste: all'inizio controllata l'una e seduttiva l'altra;  poi man mano con addosso la polvere del deserto ed i capelli al vento: finalmente vere, libere, vive. Una liberazione, per la prima volta nella vita, che avviene, paradossalmente, durante quella che è in realtà una corsa verso la morte. Belli i dialoghi al telefono col poliziotto comprensivo, l'unico -scelta funzionale ed intelligente anche perchè, senza di lui, il film sarebbe stato troppo generalizzante in negativo nei confronti degli uomini- e disperato il senso di impotenza dietro ai suoi tentativi di risolvere la situazione, quando tutti i suoi colleghi ragionano per stereotipi e lui soltanto ha la sensibilità per capire davvero; da tuffo al cuore il momento in cui dal canyon sorge l'elicottero, stupendo e da vero cult l'accelerata e il "volo" finale, verso una libertá che, in un certo tipo di situazione e societá, é incompatibile con la vita.

- Visto da ragazzina, rivisto dopo, amato sempre: Amadeus. Una trama -il contrasto tra il genio, che arriva come un dono del tutto casuale, e lo studio e la diligenza, che non sono nulla se manca quel "qualcosa" che, appunto, si può ricevere solo da un dio, spesso cieco e beffardo, o dal caso- su cui si potrebbero scrivere pagine e pagine. E la fusione perfetta tra immagine e musica, tra narrazione e brani che, visti cosí, acquistano ancora, se possibile, in fascino e significato; la strepitosa recitazione, sopra le righe e, paradossalmente, nello stesso tempo controllatissima, di Hulce-Mozart a cui fa da contraltare e supporto, come una linea di basso continuo, il non meno grande Murray Abraham - Salieri. Semplicemente da pelle d'oca la

morte di Mozart vista in parallelo alla carrozza della moglie che, pentita, torna da lui sperando di arrivare in tempo, sperando che non sia troppo tardi. Con lui che, sul letto di morte, intona, con un filo di voce, la Messa Da Requiem; e poi la stessa musica che esplode in tutta la sua potenza -immane, immensa, quasi sovrumana e insostenibile per la troppa bellezza- con coro e orchestra. Una delle scene più emozionanti che abbia mai visto al cinema; non posso guardarla senza ritrovarmi con gli occhi lucidi ed un nodo in gola. Sarà anche un abile lavoro di montaggio, conoscenza delle emozioni del pubblico e, in definitiva, mestiere: ma questo è cinema.Grandissimo. E il post-finale, con Salieri vecchio e dimenticato, che, ormai folle, benedice tutti i mediocri del mondo...

Amo questo film assolutamente ed incondizionatamente, dal primo istante all'ultima battuta. E basta.

- Le vite degli altri. Perchè è una storia lineare quanto potente; perchè racconta non tanto il cambiamento di un essere umano, ma come le circostanze fanno l'essere umano: il nazista glaciale che insegna tecniche di interrogatorio si rivelerà un uomo con un cuore... quando scoprirà che nella vita esiste anche questo. Esteriormente, nel suo comportamento, sarà un cambiamento totale. Ma la cosa immensamente amara è che ti rendi conto che, interiormente, non lo è: sta solo venendo a galla qualcosa di buono e bello che è sempre stato dentro di lui, ma che il contesto in cui si è formato, gli insegnamenti che ha ricevuto, hanno soffocato, represso e schiacciato. E allora, quando lo guardi con altri occhi, cogli anche il dolore della sua solitudine. Assoluta. Raccontata, magistralmente, con due soli dettagli: l'orribile rientro, a fine giornata, in un appartamento anonimo, brutto, squallido e vuoto come una stanza d'albergo, che capisci essere lo specchio della sua vita; il rapido passaggio di una prostituta, come un servizio tra tanti, il portare il pranzo o il rifare i letti: due momenti che ti raccontano il deserto totale di una intera vita.
Struggente il momento finale

(con un errore di traduzione, credo: la frase doveva essere "questo libro è per me", non "lo compro per me"); e la prima volta che si vede il sorriso di quest'uomo. Un sorriso spiazzante, vulnerabile, doloroso e dolcissimo, struggente.

Non ricordo il nome dell'attore e non vado a cercarlo su Google. Perchè non mi direbbe nulla, e comunque non mi importa del nome: il suo viso, la sua espressione, lui, li ricorderò per sempre. E mi aveva turbata ancora di più perchè, sapevo che mentre girava il film, nella realtà era malato. Cancro allo stomaco. E penso che qualcosa di questo si veda, in come recita: nella sensibilità portata all'estremo anche in espressioni minime, nella dolcezza amara e straziante -ma non gridata, come sussurrata- umanitá del momento finale. Sono cose che non ti insegna una scuola di recitazione, e forse non ti insegna neanche la vita: te le insegna la vicinanza della fine.
Per la cronaca, è morto poco dopo le riprese. (Piccolo inciso personale: anche per questo avevo amato tanto la sua recitazione, il suo viso tirato e sofferto; anche per questo mi aveva colpita al cuore, l'attore oltre che il personaggio: perché, non molto prima, proprio un cancro allo stomaco aveva portato via mio padre. E, quindi, pensavo di sapere qualcosa di quale lotta stesse attraversando, non il personaggio, ma l'uomo che lo raccontava. Basta, scusate la parentesi patetica). 

E poi, cercando di essere meno prolissa :D ... 
- Barry Lyndon : la perfezione. Punto.

 

- The Truman Show, pietra miliare su cui si potrebbe parlare per ore. Ma mi trattengo, perchè se no non solo mi bannate, ma venite a prendermi personalmente a sberle.

 

- Se mi lasci ti cancello, repellente titolo italiano per un film che è pura magia: affascinanti le scene con la villa sul mare che invecchia e diventa decrepita mentre i protagonisti parlano, o la cancellata che si cancella e loro che fuggono per sfuggire all'oblio che sta inghiottendo tutto. :wub:  Trama geniale e realizzazione superba. Splendida Kate Winslet con i suoi capelli multicolor molto prima che diventassero una moda, una delle mie attrici-mito, e strepitoso Tim Curry, oltre che uomo bellissimo, attore  immenso quando interpreta parti drammatiche: tanto che vederlo in ruoli scemi per me è una botta al cuore, non riesco a sopportarlo: è come vedere deturpata un'opera d'arte.

- I giorni del cielo : Richard Geere bracciante agricolo che cammina come un modello di Armani è un po' straniante, d'accordo, ma la storia è stupenda, la recitazione anche; sulla regia c'è poco da dire (è di Malick, serve altro?). E sono particolarissime le riprese macro delle cavallette, con uno stile da documentario, nel bel mezzo di un film. Senso di fatalità (quasi biblica, nelle scene delle cavallette e della natura incontrollabile, ed individuale, nella storia dei due protagonisti) e quasi di maledizione: perchè se sei nato dal lato sbagliato della vita, sei condannato a perdere, qualunque cosa tu faccia. Spettacolare il senso di solitudine nelle immense coltivazioni agricole, palpabile il senso di tragedia incombente. E da nodo in gola

la fuga, disperata nel senso letterale della parola, di Geere ricercato e braccato per aver fatto qualcosa che è stato costretto a fare (ma, si sa, nessuno crederà mai ad "uno come lui"), e che per un attimo, ormai sull'orlo della fine di tutto, lo porta nell'illusione di un momento idilliaco, un Eden irraggiungibile che puó esistere solo nei sogni:

in questo -me ne rendo conto adesso- é quasi il corrispettivo maschile di Thelma e Louise.

- Leon. Perchè sì. Perchè tutto quello che un film dovrebbe essere o avere, è lì dentro.

 

- L'amore infedele. Perchè poteva essere -e forse per i più è- l'ennesima storia d'amore e tradimento, ma per me è un film che ho sentito profondamente, sconvolgentemente vero. Realistico in ogni dettaglio -la coppia di superbelli con figlio brutto, il graffio di lei sul ginocchio che si rivede in tutte le scene successive, lui che indossa spesso il maglione che lei gli ha regalato in un momento di senso di colpa- ma soprattutto perchè le cose che i protagonisti sentono sono cose che potrei sentire anch'io. E sono assolutamente, totalmente reali.

Il rifiorire di lei, dopo aver conosciuto il giovane affascinante che rompe la routine di un matrimonio anche troppo perfetto; il suo cambiamento anche nel vestire, nel pettinarsi: un abito più femminile e morbido, una luce nuova negli occhi... questa è una donna innamorata, nella real life. Il suo pianto, in treno, dopo aver tradito il marito che pure ama tantissimo. La reazione del marito dopo aver, quasi involontariamente, in un gesto di rabbia, ucciso il rivale: in tutti gli altri film, penserebbe solo a sbarazzarsi del cadavere. Qui, invece, ha quasi un malore, è scioccato, incredulo, sconvolto... è vero.


- Nuovo Cinema Paradiso: un atto d'amore al cinema, quello di una volta, di tempi semplici e ingenui, ma tutt'altro che lievi. E una malinconica riflessiione sul tempo che passa, le cose che cambiano e che la vita si porta via.

 


E, moltissimi scalini sotto gli altri... Total Recall  :D(non certo per la recitazione o gli interpreti :D  , ma perchè ho una passione smodata per le trame cerebrali e con paradossi vari; e questa mi aveva davvero intrigata).

Modificato il 05 July 2024 17:07

                              

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Inviato il 02 marzo 2019 17:16

@Stella di Valyria l'hai toccata pianissimo, un titolo più bello dell'altro (ho delle riserve su L'Amore Infedele, ma vabbè).

 

Di Amadeus vorrei ricordare il regista, Milos Forman, uomo di mediocre talento che ha girato, oltre a quello citato, qualche altro filmetto appena appena discreto, tipo Qualcuno volò sul nido del cuculo e Man on the Moon, quest'ultimo, a giudizio mio personalissimo, il più bel biopic mai realizzato. Agevolo clip.

 

E siccome hai citato Le vite degli altri, un altro film sulla Repubblica Democratica Tedesca. Non un capolavoro, certo. Ma il finale per me è da lucciconi come pochi.

 

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 03 marzo 2019 13:41

Un apprezzamento da @MezzoUomo? In campo cinematografico? Sono onorata, davvero!! :victory:

Sull'onda dell'esaltazione, posso citarne ancora alcuni, che ieri avevo dimenticato?
Saltellando qua e là nel tempo:

- Trappola mortale. Nonostante il titolo bruttissimo, banalizzante e fuorviante, è uno splendido virtuosismo di stile teatrale per due attori soli. (ci sono altri due personaggi, ma appaiono pochissimo: è chiaro che tutto è sulle spalle -che devono essere solide e larghissime- dei due mattatori assoluti). E loro, Michael Caine e il povero e sfortunatissimo Christopher Reeve in stato di grazia e di una bellezza assoluta, quasi da star male, le spalle larghe le hanno davvero. Capaci di recitare -anche Reeve, che, sbagliando alla grandissima, avevo creduto limitato alla "plasticosità" della faccia da Superman e poi ho scoperto e rivalutato a posteriori, proprio vedendo questo vecchio film- con un lampo in uno sguardo, un'alzata di sopracciglia, un cambiamento quasi impercettibile nel sorriso. Una trama che è un giocare con lo spettatore, un continuo rovesciamento di situazioni: se solo non fosse recitata con una perfezione assoluta, sarebbe assurda, una totale ed insalvabile scivolata nel grottesco. Ma è recitata con perfezione assoluta. Film che, tra l'altro,  a suo tempo ha fatto scandalo e sdoganato qualcosa allora nuovo e "forte", 
 

il bacio tra Reeve e Caine


- Into the wild: be', citarlo è persino banale, tanto è acclamato da tutti. Ma posso dire, per il nulla che vale, perchè lo amo io. Perchè amo la natura e temo un certo tipo di finto progresso, che ci porterà a distruggere ciò che di più bello ci è stato donato, da un dio o dal caso, non importa. Perchè, se fossi stata nel protagonista ed avessi avuto la sua forza di carattere, avrei fatto la sua stessa scelta. Perchè è una storia vera. Perchè lo amerei già solo per la colonna sonora, in particolare una canzone, Society, che esprime, su una musica minimalista che solo una vera canzone può permettersi, esattamente il mio pensiero. E per il finale,

un pugno nello stomaco, straziante; soprattutto sapendo che corrisponde alla realtà. Un'intossicazione dovuta non si sa bene se alla somiglianza tra due piante -una commestibile, l'altra tossica- o al fatto che non si conoscesse ancora la tossicità di un certo tipo di bacca, se assunta in altre dosi, e quindi i libri -compreso il manuale che il ragazzo usa- la presentavano come "commestibile".
Comunque sia , l'ennesimo caso in cui la vita uccide un sogno. E colui che, tra tanti che rinunciano, si adeguano, rinunciano, rimpiangono (e io mi metto tra quelli), ha avuto il meraviglioso coraggio di cercare di viverlo.

 

- Mission Anche qui vado sul facile, includendolo nell'elenco. Ma oltre ad avermi emozionato in sè, oltre ad essere recitato impeccabilmente, mi ha fatto comprendere una parte di storia che, studiata a scuola, avevo colpevolmente scambiato per qualche riga stampata su un libro. Senza capire, allora, che la storia è la vita. Di persone come noi. E' lotta, speranza, sangue, dolore e morte. 
Illuminanti, per me, i rapporti tra i diversi modi di essere Gesuiti: i pur; quelli legati a nodo doppio al potere temporale ed agli interessi politici, e quelli a metà, che potrebbero ma non osano; che si comportano come i secondi ma se ne pentiranno, poi, per tutta la vita. De Niro, semplicemente, è De Niro: emana forza, potenza e carisma per il solo fatto di esserci. E Irons rende perfettamente l'idealista puro e tormentato, in un mondo che per gli ideali e la purezza non ha spazio. Affascinanti e magiche le scene alle cascate dell'Iguazù; azzeccatissimi tutti gli interpreti; semplicemente immensa, emozionalmente, la

battaglia finale, così senza speranza fin dall'inizio, con armi così tragicamente impari. Il grido di dolore e strazio di un mondo che viene spazzato via dall'uomo bianco; o perlomeno, da quegli uomini bianchi che hanno scelto il potere terreno anzichè la propria umanità.

 

- Master and Commander: confesso che lo ricordo molto poco. Ma mi aveva colpito -oltre alla maestria tecnica per cui, dopo, ti sembrava davvero di aver trascorso un'ora e mezza su una nave, in mezzo ad un mare infinito; sentivi le onde e, quasi, gli spruzzi d'acqua sul viso- il senso tra il fatale ed il simbolico, di questo inseguimento ad una nave spesso persa nella nebbia, che potrebbe essere ovunque; continuamente presente ma allo stesso tempo invisibile. Mi aveva fatto pensare ad Achab e la sua balena bianca. In alto mare, con uno scopo ed una meta ma che spesso si nascondono nella nebbia e non si sa dove siano, se a pochi metri o lontanissimi. Lontano da tutti e da tutti, in una solitudine totale. Come, in fondo, è la vita di ognuno di noi. 

- C'eravamo tanto amati Sì, lo so che è vecchissimo. Ma ho adorato Gassman (quello "vero", l'immenso Vittorio ). Ne avevo persino una cotta platonica, nonostante avesse tre volte i miei anni. Ricordo l'emozione quando, all'università, con due amiche eravamo riuscite a procurarci un biglietto per un suo spettacolo. Sapevamo che nell'intervallo sarebbe sceso tra il pubblico; ci eravamo tirate a lucido di conseguenza (anche e soprattutto una di loro, che ne era innamoratissima). Per poi scoprire che i nostri posti erano... nell'ultima fila della galleria. Insomma: non solo il mitico Vittorio non ci aveva viste manco di striscio, ma quando era sceso in platea... semplicemente era scomparso alla nostra vista. E ciao. 
Ma tornando al film: la storia di un'amicizia, del tempo che passa e di quanto ci cambia, e di come, quando non si è più uniti da un ideale comune, le strade si separano. In un periodo di grandi cambiamenti per la società italiana, tre amici (più una figura femmiile, una bellissima e non banale Stefania Sandrelli) crescono, maturano, diventano uomini di mezza età. E c'è chi resta al margine del rinascente benessere economico, chi lo combatte e chi (Gassman) lo cavalca. Un amarcord di un'amicizia, di come si cambia, di quanto ci si allontana. E di una purezza interiore perduta.

E per finire questa pappardella chilometrica

Tutti gli uomini del re  Perchè non potevo non citare qualcosa con Sean Penn (anche se, come regista e autore, era già dietro Into The Wild). Più che un attore: un trasformista. Ha lineamenti talmente particolari, che pensi che se li debba portare dietro in ogni personaggio, che ogni suo personaggio debba diventare Sean Penn (a me succede con Robin Williams: non metto in dubbio che fosse un grande attore; però, qualsiasi personaggio interpreti, io vedo sempre Robin Williams. Ma magari è un limite mio, non so). E invece Penn, nonostante questa sua particolarità, in ogni film diventa una persona diversa. Può essere tutto: dall'avventuriero da filmetto con Madonna, alla ex star rock mezza fumata, al gay.  In questo film usa il suo immenso talento per raccontare la storia di un uomo politico (che, curiosamente, di cognome fa Stark) e della sua

progressiva corruzione interiore ed umana che lo porterà a diventare esattamente un ingranaggio -e uno dei più cinici e spietati- di quel "sistema" che combatteva.

Con bellissime figure di contorno e relative vicende umane (grande Antony Hopkins, tragico il risvolto della storia che lega lui e un inconsapevole Jude Law). Un film che può appassionare anche chi, come me, è allergico anche alla sola parola "politica". Perchè non racconta una storia di politica: racconta una storia -anzi, molte storie- di esseri umani. Fragili, incoerenti, vulnerabili; chi più chi meno, condannati, in definitiva, alla sofferenza. Ambientata negli anni '40 ma sempre attuale: perchè l'animo umano non cambia mai. Inaspettata, splendida e potente la scena finale, impreziosita ulteriormente da un'inquadratura di pura, tragica bellezza: rimani lì come un allocco, in silenzio, senza parole. Uno di quei film che, in qualche modo, ti cambiano. Perchè ti lascia con l'amaro in bocca, con una sensazione di ingiustizia e di sbagliato; ma anche, allo stesso tempo, di aver capito di più certi aspetti della vita e dell'animo umano. E non certo i migliori. 

Modificato il 05 July 2024 17:07

                              

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Timett figlio di Timett
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Inviato il 08 marzo 2019 11:26

10 film preferiti, mica facile. È da qualche giorno che ci penso su. Direi (anche io in ordine sparso):

 

1 Matrix, che è stato il film-rivelazione della mia adolescenza

2 Il Corvo, per lo stile e il mood che trasmette

3 Il cavaliere oscuro, perché é perfetto

4 Il ritorno del re, perché é il film piú epocale della mia generazione

5 Avengers Infinity war, perché è il film piú epocale di questa generazione

7 Blues Brothers, il film che ho visto di più e che non mi stuferá mai

8 Indiana Jones e l'ultima Crociata, e questo non lo metto perché è stato citato da altri, era comunque sulla mia lista fin dall'inizio. Era il mio film preferito da bambino, e quanche questo non riuscirá mai a stufarmi.

9. Il nome della rosa, che ho appena rivisto, per tanti fattori, ottimo storytelling, ottimo casting, ottima realizzazione, un film vero e cruento con il miglior Sean Connery

10. e qui ci potrei mettere di tutto: un film di Star Wars, che non ho citato, L'impero colpisce ancora, o Rogue One, oppure un film di Besson, Il quinto elemento, Léon, oppure un film di Christopher Nolan, Inception, Prestige, Interstellar. Oppure un film di Tarantino, Pulp Fiction, Kill Bill, Inglorious Basterds. E ancora  Trainspotting, The Departed, Watchmen. Tutti film capolavori.

 

Vorrei invece metter un anime, psicotico e introverso ma intenso e rivelatore come pochi, una vera dichiarazione filosofica dei nostri tempi: The End Of Evangelion.

 

Ecco, probabilmente mi sono dimenticato un altro milione di film, ma ce l'ho messa tutta. :D 


 

greyjoy.jpg

Team Greyjoy

 

image.png

 

#SaveSerBalzo!

Fondatore del comitato di quelli che venerano Nina Gold :ninja:

Co-ideatore del comitato pro-mozzarelloni headbangers (in cerca di nuovo mozzarellone headbanger) :huh: 

Appartente al comitato di protesta: Merret Frey stava solo bevendo!! >_>

 

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Inviato il 08 marzo 2019 12:52

Ieri ho rivisto per la ennesima volta Arancia Meccanica e mi sono reso conto con stupore che, incredibile, si può girare un film diciamo discreto che non consista esclusivamente in primi piani e piani medi montati da un bambino in crisi epilettica. 


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Euron Gioiagrigia
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Inviato il 08 marzo 2019 22:23 Autore

Facile fare capolavori quando sei Kubrick. Erano comunque altri tempi, irrecuperabili, quando i registi di una certo talento e fama avevano veramente il controllo totale delle loro opere. Se non sbaglio, dopo che molti giovani delinquenti in Inghilterra emularono le "gesta" del protagonista Alex nella vita vera, Kubrick decise che il film andava tolto dalle sale, e la Warner obbedì.

 

11 hours fa, Timett figlio di Timett dice:

Vorrei invece metter un anime, psicotico e introverso ma intenso e rivelatore come pochi, una vera dichiarazione filosofica dei nostri tempi: The End Of Evangelion.

 

Posso solo dire: :wub::wub::wub::wub::wub::wub::wub::wub::wub::wub:

Se non l'hai già fatto e hai tempo, vediti anche il Rebuild, e poi dimmi se condividi come me 

la teoria del loop/sequel

 

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 08 marzo 2019 23:57

Sono impazzito XD

due classifiche, la prima per Registi, con il film che più li rappresenta per me, e di cui ovviamente poi tutto(o quasi) mi piace di ogni lavoro fatto.

La seconda classifica è più personale e basata sul film, seppure per la maggior parte il discorso non cambia, riguardo l'ascendente che ogni regista ha su di me.

Nella seconda classifica ci ho messo alcune cose molto particolari. XD

 

1. il dottor stranamore KUBRICK 
2. vertigo HITCHCOCK 
3. giulietta degli spiriti FELLINI
4. pulp fiction TARANTINO 
5. eraserhead LYNCH
6. rosemary's baby POLANSKY
7. il settimo sigillo BERGMAN 
8. bladerunner SCOTT 
9. solo gli amanti sopravvivono JARMUSCH 
10. la sposa in nero TRUFFAUT
11. i soliti sospetti SINGER 
12. la promessa dell'assassino CRONENBERG 

13. 1997 fuga da New York CARPENTER 

 

1. C'era una volta il west LEONE
2. Il cielo sopra Berlino 
3. Qualcuno volò sul nido del cuculo 
4. Quarto potere 
5. Solaris/Stalker TARKOVSKIJ
6. Begotten 
7. Valhalla rising REFN
8. Il villaggio dei dannati 
9. Martyrs 
10. Il bacio della pantera 
11. Braveheart 
12. Generazione proteus

13. Gabriel
 

Modificato il 05 July 2024 17:07


Euron Gioiagrigia
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Inviato il 09 marzo 2019 0:09 Autore

Eraserhead di Lynch è uno di quei lavori che avrei sempre voluto vedere, ma ne ho un terrore assurdo.


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Inviato il 09 marzo 2019 0:37

è decisamente uno dei film più disturbanti e destabilizzanti che ci siano, tutto a livello psicologico ed emotivo, perché non c'è una goccia di sangue.

 


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Inviato il 09 marzo 2019 9:02

Ho trovato più duro Inland Empire, forse anche perché ero al cinema


Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.

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Inviato il 09 marzo 2019 10:56
12 hours fa, Euron Gioiagrigia dice:

Posso solo dire: :wub::wub::wub::wub::wub::wub::wub::wub::wub::wub:

Se non l'hai già fatto e hai tempo, vediti anche il Rebuild, e poi dimmi se condividi come me 

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la teoria del loop/sequel

 

Aspetto con trepidazione la conclusione della saga per decidere :D A quanto pare il rebuild é quasi finito su IMDB é indicato che sono in fase di filming.

Modificato il 05 July 2024 17:07

 

greyjoy.jpg

Team Greyjoy

 

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#SaveSerBalzo!

Fondatore del comitato di quelli che venerano Nina Gold :ninja:

Co-ideatore del comitato pro-mozzarelloni headbangers (in cerca di nuovo mozzarellone headbanger) :huh: 

Appartente al comitato di protesta: Merret Frey stava solo bevendo!! >_>

 

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