Ottima l'analisi Sharingan, precisa e concisa.
L'apparente ipocrisia e imbarazzo nel momento in cui ci si sofferma su Tywin deriva a mio avviso da un errore in buona fede fatto dalla maggior parte dei fan: scambiare la "maschera" Tywin (grande Lord, grande Condottiero, Principe Machiavellico per antonomasia..) dal "vero" Tywin (individuo profondamente "segnato" per non usare termini più forti, che ha impostato la sua intera esistenza sull'idea distorta di orgoglio malato da cui deriva la sua traumatica visione di vendetta). Il bello è che la finzione di Tywin era rivolta sia a chi vive nell'universo insieme a lui sia a noi che lo leggiamo. Naturalmente la morte particolare è stato l'ammiccamento finale che ci ha rivolto Martin, ma sia i libri, sia TWOIAF sia la versione estesa delle Westerland pubblicata solo sul suo sito ne sono piene zeppe.
Ho notato come sui forum/social esteri sia ormai un dato di fatto (numerosi saggi addirittura sull'argomento) mentre da noi ancora non sia una consapevolezza così affermata.
Ovviamente il tutto rientra nel tema carissimo a Martin, la contrapposizione percezione/realtà, che GRRM stesso ha applicato e esplorato un po ovunque in ASOIAF, dai POV ai personaggi secondari alle realtà storico-politiche
"It may be a reflection on human nature, that such devices should be necessary to control the abuses of government. But what is government itself, but the greatest of all reflections on human nature? If men were angels, no government would be necessary. If angels were to govern men, neither external nor internal controls on government would be necessary. In framing a government which is to be administered by men over men, the great difficulty lies in this: you must first enable the government to control the governed; and in the next place oblige it to control itself".
Federalist No. 51, The Structure of the Government Must Furnish the Proper Checks and Balances Between the Different Departments, in The Federalist Papers, a collection of essays written in favour of the new Constitution as agreed upon by the Federal Convention, September 17, 1787
Alexander Hamilton, James Madison, John Jay
Paradossalmente il solo Jaime si relazione al padre in maniera più sana. Certamente non si tratta di un rapporto idilliaco, tantomeno qualcosa di completamente intaccabile. Semplicemente Jaime fa le sue scelte, sfugge al dominio paterno ma la sua è una presa di coscienza, non una vera e propria ribellione. Lui non idealizza il padre, né in negativo, né in positivo. Sembra quasi compatirlo in alcuni punti, provare pena per i suoi sforzi. Ne arriva a contestare le azioni e i pensieri, ma mai ad accusarlo per la propria natura. Egli non è da lui influenzato in entrambi i sensi. Riesce a formarsi completamente, da solo.
C'è da dire una cosa su Jaime però.
Lui è l'unico figlio dei tre che cresce lontano da Tywin, nel periodo formativo più importante nella vita di una persona: l'adolescenza.
Mentre Cersei e Tyrion rimangono sempre vicini al padre subendone la pressione/violenza psicologica, Jaime ha la possibilità di vivere la sua vita più liberamente, e di osservare altre tipologie di leader.
Inoltre il mondo in cui vive Jaime (fino al fattaccio della sala del trono) è diverso da quello che vivono Cersei e Tyrion, a lui vengono riconosciuti valore e coraggio,viene trattato con rispetto (anche dal padre, che crede di aver generato un grande erede) per le sue imprese e non perché figlio di Tywin, mentre alla sorella viene riconuscita solo la bellezza e a Tyrion la deformità.
La vita di Jaime è stata meno traumatizzante.
Il problema insomma non è tanto che Tyrion frequenti popolane o prostitute, ma che se ne innamori.
Il problema, più che altro, è che lo fa pubblicamente. Per uno ossessionato come Tywin dall'immagine della famiglia, un comportamento simile è del tutto inaccettabile.
Vero, e forse non solo che se ne innamori ma che voglia pure sposarsele ^^".
Ma penso che sia tutto legato a una mancanza di considerazione/affetto dovuta a lacune affettive.
In questo ci vedo un po' un parallelo con Theon: entrambi darebbero un polmone per avere dell'affetto/ riconoscimento salvo poi inguaiarsi perché subentrano in loro delle tendenze autodistruttive legate proprio ai problemi infantili/adolescenziali, all'ambizione e nel caso di Theon anche a un po' di scemenza.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.
When the snows fall and the white winds blow,
the lone wolf dies, but the pack survives
Stark è grigio e Greyjoy è nero
Ma sembra che il vento sia in entrambi
Ho letto, per ora, solo alcuni post del thread, e già sono piena di ammirazione per ciò che avete scritto e per come lo avete scritto. Wow! Non proverò neanche a mantenermi a quel livello
Lancio solo un'osservazione minima: curiosa la tecnica narrativa che Martin usa, con questo personaggio. Tutti o quasi tutti i caratteri principali di Asoiaf evolvono, ma alcuni hanno addirittura due fasi ben distinte (seppur raccordate con continuità ed in modo perfettamente credibile): Jamie, Sansa, si presume (da quanto stiamo vedendo nella serie TV) il Mastino. In tutti questi casi, entrambe le fasi sono sviscerate, raccontate con dovizia di particolari. Anche nel percorso di Tywin, si intuisce, devono essere esistite due fasi: ma il Tywin-1 , quello innamorato di Joanna, quindi capace di provare sentimenti, profondamente umano, probabilmente anche vulnerabile, è presentato con un accenno di poche righe, è lo sguardo di un attimo attraverso una porta che per un attimo si socchiude lasciando intravedere uno spiraglio di ciò che c'è al di là e poi viene subito richiusa. Tu, lettore, ti aspetti che verrà riaperta in seguito, secondo una costruzione narrativa che Martin usa molto (non so come si chiami, ma nei libri scolastici di matematica un metodo sostanzialmente simile, anni fa, si chiamava "a spirale"). E invece no: almeno per adesso, la porta è rimasta serrata. Non so se Martin intenda riaprirla in seguito, ma ormai penserei di no. E la cosa curiosa, dicevo, è che questa scelta ha un'efficacia enorme. Porta il lettore a porsi delle domande senza risposta, ma la cosa strana è che questo senso di curiosità insoddisfatta, di racconto incompiuto, di parte in ombra, in qualche modo non impoverisce il personaggio, non lo rende incompleto, ma ne aumenta la complessità, il fascino e la tensione narrativa.
Giustissimo! Io trovo che questa tecnica narrativa Martin la usi anche per altri personaggi come Ned o Robb, cito solo i due che mi vengono subito in mente.
Il primo è chiaramente POV e ci viene si descritto e presentato in modo abbastanza esauriente ma rimane sempre quella porta appena spalancata che ci fa incuriosire: il Ned che conosciamo è sempre stato così? Onorevole, compassato (intendo nella sua veste pubblica). O c'è dell'altro? C'e per esempio l'episodio di Ashara che è messo lá come stranezza, ma anche la questione Jon è uno spiraglio grande come una voragine. Il lettore nei primissimi capitoli è portato a chiedersi se non ci sia un contrasto tra il Ned che legge, che appare comunque sempre un po' freddo e molto più incline al dovere, e il Ned di un tempo. Una sensazione certo molto più blanda rispetto a Tywin e forse anche meno contrastante perché non ci sono due versioni quasi opposte.
Anche se personalmente io tendo a pensare che Tywin non sia cambiato da così a cosá solo per la morte di Joanna come paiono sostenere alcuni. Un certo tipo di psicologia e attitudini sono intrinseche.
Un altro personaggio in cui si può vedere questo tipo di tecnica e non PoV è Robb (perdonatemi se appaio ridondante). In lui non è tanto vedere un contrasto, ma di sicuro c'è l'idea di uno spiraglio aperto: c'era un'animositá di lupo dietro la facciata del Re? E soprattutto che fine ha fatto il Robb uomo? quando da un certo punto in poi noi leggiamo solo del Lord o del Re. Qui però pesa molto anche l'avere PoV di un unico tipo, mentre per Tywin è interessante che le visioni ci provengano da più persone.
E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.
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Anche io sono d'accordo che il cambiamento di Tywin, presunto da molti suoi conoscenti, non sia ridonante quanto appaia. Determinati aspetti della propria personalità sono sempre dettati da natura intrinseca e da dove pende la propria indole. Di per sé si penserebbe dunque che Tywin, per quanto un tempo meno arido, fosse sempre un uomo in grado di dare adito e inizio a barbarie, purché queste lasciassero inalterate il proprio status quo e avessero un vantaggio per la propria Casata. La morte di Joanna ha probabilmente esasperato talune sfaccettature, portandolo a condannare definitivamente l'esistenza umana dal punto di vista individualista. Forse è qui che c'è stato il cambiamento radicale. Nel lasciare ogni riflessione sulla vita come individuo in favore di un'immortalità onirica, dato che quella stessa vita lo aveva privato della moglie.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
Quello che mi ha colpito sempre di Tywin è la sua ossessione per la famiglia vista in una prospettiva, scusate il paragone, para-mafiosa. La famiglia è una rete di rapporti fondati sul sangue il cui fine ultimo non è la costruzione di affetti , ma di legami fiduciari orientati su un obiettivo di potere. Nella discussione molti hanno giustamente rilevato l'importanza avuta nello sviluppo della personalità di Tywin dal rapporto col padre Tytos e da quello successivo con la moglie Joanna (e dalla morte prematura di lei), ma secondo me decisivo è stato anche il fallimento del rapporto di amicizia con Aerys. Il tentativo abortito di fidanzamento tra Cersei e Rhaegar , e il fallimento del progetto di entrare a far parte del clan di Aerys, e il successivo avvicinamento di Aerys a Steffon Baratheon (con cui i due avevano formato un terzetto ben affiatato), aveva probabilmente convinto Tywin del fatto che non si potesse contare che sul legame di sangue, cosa che Aerys probabilmente intuiva e di cui probabilmente si serviva per tormentare psicologicamente l'ex amico . L'ossessione per la famiglia è anche all'origine della decisione di crescere nonostante tutto il figlio nano e deforme, perché non garantirgli protezione sarebbe stato una violazione del credo principale di Tywin per cui un Lannister non volta mai le spalle a un altro Lannister. Credo quindi che il "non sei mio figlio" di Tywin rivolto a Tyrion sia da collegare a quest'ultima considerazione e non sia una rivelazione su un'eventuale paternità di Aerys. Allo stesso modo, ritengo che probabilmente Tywin fosse perfettamente a conoscenza della relazione tra i suoi due figli gemelli, ma non ne avesse mai fatto un problema, pensando piuttosto che la loro vicinanza potesse aiutarli a far fronte contro Robert ed eventualmente a manipolarlo; probabilmente il tentativo fallì vista lo scarso talento sia di Cersei che di Jaime per la gestione oculata del potere reale, e a Tywin non rimase poi che prendere in mano personalmente la situazione.
Sul rapporto con Tywion: freudianamente parlando, probabilmente l'inconscio di Tywin riconosce in Tyrion tutte le proprie pulsioni interiori bollate come basse e degradanti: l'attrazione per le prostitute, l'abbandonarsi agli istinti, tutte cose acuite poi dall'aspetto ripugnante del figlio che tuttavia non può disconoscere (personalmente sono convinta che Tywin fosse assolutamente certo della fedeltà di Joanna); è abbastanza obiettivo dal riconoscerne l'intelligenza, ma ritiene l'emotività istintiva del figlio una pulsione troppo pericolosa per l'esercizio dell'intelletto, e quindi bisognosa di una supervisione e guida da parte sua. Dovendo immaginare la propria successione ideale probabilmente Tywin avrebbe ipotizzato una soluzione con Jaime preposto alla continuazione biologica della famiglia, Tyrion all'amministrazione ordinaria del feudo, il tutto supervisionato magari da Kevan (che mi dà l'idea di esser stato da sempre considerato dal fratello maggiore come il proprio "supplente"):
Sull'anaffetività apparente di Tywin: è difficile dare un parere definitivo, data la mancanza del POV del personaggio. In questo senso abbiamo un'evidente analogia con la sorte del personaggio di Robb, che è visto quasi sempre attraverso il filtro del figlio/ragazzo di Cat; Tywin è sempre osservato dalla prospettiva di personaggi che lo temono, lo odiano o lo disprezzano insieme a un malcelato sentimento di ammirazione o di invidia. Martin ha detto sempre di non aver avuto la possibilità di scrivere dei capitoli dalla prospettiva di Tywin, perché sarebbero stati troppo rivelatori, ma un PoV emotivamente diverso (Kevan?) probabilmente il personaggio ne avrebbe guadagnato in spessore.
Quando si parla di Tywin, non si può non farlo anche di Tyrion e viceversa, Martin ha costruito il loro rapporto appositamente in maniera che un confronto/scontro tra i loro 2 personaggi fosse inevitabile.
Avete presente la scena finale di The Departed, il ratto nella casa di Matt Damon? Ecco, come già detto, lo stesso significato ha la morte di Tywin e dirò di più, tyrion stesso ha quel significato. Mi spiegherò meglio
Fin dalla prima apparizione della famiglia Lannister, sembrano i personaggi più piatti e stereotipati partoriti da Martin, ancor di più se confrontati con le caraterizzazoni aprticolarissime di casa stark con tutti i loro problemi grandi e piccoli. Jaime è il Principe Azzurro per antonomasia, Cersei è la regina bella e fredda, Tywin non è presente in quei primi capitoli di got, ma sappiamo che persino i giovani fratelli baratheon (a detta di stannis) anni prima lo avevano scambiato per il re ed erano rimasti impressionati dal suo portamento, Anche nel corso della storia questa sensazione di bidimensionalità prosegue, tywin è il grande condottiero (fake news!), jaime è lo spadaccino formidabile, cersei è la regina cattiva, sono insomma i cattivi della storia, a cui tutto va bene contro gli stark, i buoni, a cui tutto va male. Naturalmente le cose cambiano a partire da asos, jaime ottiene il suo pov, in cambio perde la mano, i piani di tywin inziano a venir meno (sopratutto in acok) e cersei sclera sempre di più. La figura che stona tantissimo con questo quadretto familiare è proprio Tyrion, il nano deforme, dai capelli bianchi anzichè dorati e gli occhi di colori diversi anzichè verdi, con la testa troppo grossa rispetto agli statuari gemelli
Il confronto speculare Tywin Tyrion continua, il primo è tanto magnifico, glorioso e grandioso (almeno a detta del suo uomo Pycelle) quanto il secondo è un nano goffo e brutto. Ma pensate all'entrata in scena di tyrion, non la piroetta di cui pure martin si è pentito, ma la famosa frase detta a jon: CIT praticamente la negazione dell'intera esistenza del padre
perchè come inconsapevolmente ci ripete shae per 3 libri, il vero gigante di lannister della famiglia è proprio l'ultimo figlio e il vero nano deforme e perverso tanto caro a cersei è il grande lord
tywin comanda dalle retrovie in armatura dorata e mantello circondato da 5000 uomini, tyrion combatte suo malgrado nell'avanguardai, circondato da barbari e uomini spezzati, rischiando la pelle e la faccia in prima persona
tyrion è fin da ragazzo uno sterminatore di innocenti (castamere e tarbeck hall, duskendale, stoney sept, approdo, riverlands) tyrion protegge e salva l'intera capitale che lo odia e disprezza
tywin è un manipolatore, tanto che arriva a convincerci che CIT è meglio ammazzare a tradimento pochi a un banchetto che tanti in battaglia (falso, visto che frey e bolton macellano i 3500 di robb oltre a robb stesso) ne avrebbe da dire davos CIT cos'è la vita di un ragazzo innocente in confronto all'intero regno? Tutto!
le loro vite sono speculari e opposte:
tywin soffre le debolezze del padre che lo portano a odiare risate e > si vendica annientando migliaia di persone
tywin soffre gli sgarbi di aerys > si vendica saccheggiando approdo e tradendo il suo vecchio amico e re
tywin soffre lo sgarbo di elia (sposa raeghar al posto di cersei) > si vendica facendola stuprare e ammazzare
tywin soffre lo sgarbo di catelyn > si vendica macellando migliaia di innocenti nelle riverlands
tyrion nasce soffrendo un padre (e una sorella) che lo odia e il resto del mondo che lo deride, a 13 anni imapra la lezione inflittagli dal padre e a tysha
non penso che tywin finga di non sapere dell'incesto, del resto non è un padre molto presente, lui dominava i sette regni ma joanna dominava la famiglia ( vedi il quasi matrimonio dei gemelli lannister coi fratelli martel fallito per un soffio)
la mockery da parte di martin "tywin non caca oro" (pesnata fin dalla prima scena), il cadavere in decomposizione che puzza, la faccia che ride, tutto in contrapoosozion alla falsa imamgine che tywin ha cercato di esteriorizzare
famiglia distrutta, niente andrà secondo i piani
CIT frase di ditocorto sul non avere mai le mani sporche idem tywin, CIT non è lui che ha fattp fuori elia , CIT non è lui che ha fatto fuori robb, frasi a tyrion
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Concordo sull'analisi del rapporto con Tyrion, penso proprio che Tywin lo veda come una rappresentazione grottesca di sè stesso, o meglio che Tyrion incarni tutto ciò che lui tenta di estirpare da sè e dalla famiglia.
Plauso all'apertura del tuo post per l'originalità di una visione ancora mai affrontata, ma ritengo che Tywin non fosse l'unico a pensarla in tale modo, solo che forse lui ha portato il tutto a livelli estremi. Molto interessanti e nuove anche le considerazioni sul rapporto con Aerys e Steffon.
Sulla delusione del mancato fidanzamento tra Rhaegar e Cersei, credo che sia stata cocente soprattutto perchè rappresentava il modo per innalzare la famiglia al massimo livello del prestigio sociale, e allo stesso tempo si configura come una sorta di rifiuto a volersi imparentare con la famiglia Lannister, quasi non fossero degni di tale onore, e questo abbia colpito Tywin sul vivo più di molte altre cose.
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Ma sembra che il vento sia in entrambi
Molto interessante questa discussione su Tywin, figura titanica, se ve ne è una, delle Cronache.
Ho trovato molto centrato il riferimento al suo rapporto con Aerys. Sembra ripercorrere un cliché oggi a tutti familiare, quello dell'uomo di fiducia del "capo", che poi del "capo" diviene anche amico. Ma che quando poi, in virtù di questo rapporto di fiducia e amicizia, si crede e tenta di porsi come pari del capo, viene da questo brutalmente rimesso al suo posto.
Questo è quello che succede a Tywin e che lo porta a rinchiudersi a Casterly Rock, meditando vendetta.
Constatato che nulla conta tranne i legami famigliari, perché degli altri ha tastato la inconsistenza, più che mai si dedica alla esaltazione della famiglia, non certo come luogo degli affetti ma quale unica entità sociale sulla quale poter fare affidamento.
Tyrion, a lui per certi versi così simile ma che, a suo avviso vittima di debolezze che sono forse le stesse del padre ma non contrastate adeguatamente dalla di lui titanica volontà, non si conforma a questa visione, suscita in lui le emozioni più forti e contrastanti.
La sua morte lascia in ogni caso un vuoto incolmabile nei 7 Regni, perché uomini come lui "non ce ne sono più".
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
Mi viene da notare che Tywin dopo la cocente delusione scelga di arroccarsi nella famiglia, che però è anche l'ambito nel quale può primeggiare e porsi come leader in modo assoluto, sapendo che così facendo non avrà rivali né la sua posizione e diciamo pure preminenza verrà messa in discussione.
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Il 24/7/2017 at 10:01, Stella di Valyria dice:Anche nel percorso di Tywin, si intuisce, devono essere esistite due fasi: ma il Tywin-1 , quello innamorato di Joanna, quindi capace di provare sentimenti, profondamente umano, probabilmente anche vulnerabile, è presentato con un accenno di poche righe, è lo sguardo di un attimo attraverso una porta che per un attimo si socchiude lasciando intravedere uno spiraglio di ciò che c'è al di là e poi viene subito richiusa. Tu, lettore, ti aspetti che verrà riaperta in seguito, secondo una costruzione narrativa che Martin usa molto (non so come si chiami, ma nei libri scolastici di matematica un metodo sostanzialmente simile, anni fa, si chiamava "a spirale"). E invece no: almeno per adesso, la porta è rimasta serrata. Non so se Martin intenda riaprirla in seguito, ma ormai penserei di no.
Tywin era una persona che umanamente faceva riferimento esclusivamente sulla moglie: morta la moglie, l'unico sfogo alla sua umanità è venuto meno e, date la sua età e la sua posizione in quel momento, era molto improbabile che qualcuno occupasse quel posto lasciato drammaticamente vuoto. Una volta morta l'unico canale attraverso cui passava la sua irrazionalità (i sentimenti, in pratica), Tywin comincia a rivolgere verso l'esterno esclusivamente attraverso la razionalità. Per fare un parallelo a noi più vicino, Tywin diventa una di quelle persone che trasformano il proprio lavoro (o il proprio ruolo nella piramide feudale, nel caso) nella propria vita.
Per questo è un genitore a metà: come padre ricopre il proprio ruolo di capo politico e di educatore, ma non quello affettivo.
Con Tyrion non riesce a contenere il proprio odio e la propria repulsione istintivi, che in parte sono dovuti certamente al ruolo del figlio nella morte della per lui insostituibile e indispensabile moglie, ma che forse dall'assenza della moglie sono amplificati: se Tywin si vede e si interpreta come un monolite razionale, allora come è possibile che l'odio per il figlio sia irrazionale? Magari lei sarebbe riuscita a farglielo capire, avendo accesso alla dimensione irrazionale del marito, ma lei non c'è e per lui la via facile è negare del tutto il proprio lato irrazionale e le basi irrazionali delle sue decisioni (sì, la mia è una ricostruzione ardita che fa molto leva su presunzioni: forse sto solo proiettando delle mie caratteristiche su di lui).
Con Jaime non riesce a capire in tempo utile che il proprio erede è pericolosamente tentato dal Bianco (eppure Tywin non è inserito così male a corte...) e non riesce a prevenire questo esito sgradito: come avrebbe potuto, del resto, visto che si trattava della decisione irrazionale di un ragazzo contro la quale gli argomenti esclusivamente razionali del padre potevano solo infrangersi?
Con Cersei era più semplice: l'ambiziosissima figliola andava benissimo a traino degli effetti benefici della razionalità paterna.
Ma la domanda è: un padre che si era trincerato nella strategia di vivere ignorando i sentimenti, avrebbe mai potuto scoprire i sentimenti tra i due propri gemelli? Dal punto di vista razionale, non c'era nessuna ragione neppure per sospettarne: sarebbero stati del tutto illogici (c'è la faccina di Spock? No...) e per via intuitiva non ci sarebbe stato nessun modo per arrivarci. Avrebbe potuto però arrivarci se per qualche ragione avesse messo sotto stretta sorveglianza i figli, ma ne aveva ragioni? La domanda la lascio aperta.
Butto lì una cosa assolutamente banale. Il concetto è stato espresso cento volte in questa discussione, in modo molto più profondo, bello e completo di così; vorrei solo condividere un'immagine che mi è venuta in mente.
In un certo senso, la piovra è l'emblema dei Greyjoy, ma per certi versi potrebbe rappresentare Tywin. Nel senso che egli vede i figli come se fossero... i suoi tentacoli. Non entità autonome, che destino interesse in quanto tali, nè tantomeno amore, ma estensioni del proprio smisurato ego. Prolungamenti di se stesso anche nel senso fisico, con cui espandersi verso l'esterno, per arrivare dove da solo non potrebbe (Cersei da far sposare a Rhaegar), o verso il futuro (la prosecuzione della casata dopo la sua morte). E sarà per lui uno choc scoprire che non è così.
Sì, esattamente. Proprie estensioni, al punto da non far caso alla loro individualità e pertanto non cogliere i dettagli sia minimi che evidenti di determinate situazioni da loro vissute. Pertanto anche una mente fine come quella di Tywin può incappare nei limiti umani dell'ego, che vanno a pregiudicare quello stesso raziocinio e quel pragmatismo che tanto è convinto di avere ed esercitare. Un errore di narcisismo dilagante che, per un ideale di immortalità onirica, limita non poco quella stessa dinastia attraverso la quale avrebbe voluto vivere per sempre.
Tywin è proprio assunto di immortalità onirica.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.