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TWOW - Theon I
K di King Of The North
creato il 29 dicembre 2011

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misterpirelli
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misterpirelli
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Inviato il 02 giugno 2013 9:04

hi hi, certo che Stannis é un vero signore. Carino quel dettaglio che firma il contratto della banca di ferro con il proprio sangue.. anche se un fatto marginale, a me é piaciuto. (Stannis for president, for ever)

 

E mi é piaciuto anche Theon sul finale, che pendente a due metri dal suolo, attaccato ad una catena (con tanto di condanna a morte imminente), trova la forza di sorridere. È vero che sta recuperando: gli basta sapere che non verrà scuoiato, e già sorride. Fantastico!

Detto questo, io credo che, da un punto di vista narrativo, sarebbe un nonsense fare muorire Theon adesso. Come personaggio, ha ancora troppo potenziale, sotto tanti punti di vista...Fino adesso le morti importanti, in Martins, hanno sempre avuto le seguenti caratteristiche:- hanno sorpreso- hanno stravolto le carte in tavola per quanto riguarda lo sviluppo della storiaSe Theon morisse adesso, per mano di Stannis di fronte ad un albero del cuore, sarebbe una morte preanunciata, scontata, (anche noiosa) che non stravolgerebbe un bel niente: Le cose resterebbero tali e quali come sono. Martins si priverebbe di un personaggio ben riuscito, interessante, utile per raccontare gli eventi e portare avanti la storia, al quale ha giá dedicato pagine e pagine, senza guadagnarci nulla. Non lo fa morire, se in cambio non ottiene qualcosa.

Per quanto riguarda le sorti della battaglia imminente, anche io credo che Stannis abbia deciso di battere ritirata strategica in attesa di tempi migliori. Non gli restano molte altre opzioini. La neve l'ha pagata. Non ha le forze per rimanere dove sta, ne per prendere grande Inverno. Ora che ha in mano "Arya Stark", e che ha firmato un contratto con la banca di ferro, la cosa migliore che può fare e ritirarsi a Forte Orientale (o da qualche altra parte), ed aspettare che arrivini i suoi nuovi mercenari. Anche il fatto che abbia specificato che vuole 'più arcieri' mi fa propendere per questa ipotesi: sa che prima o poi dovrà diffendere un castello, dunque é di archi che ha bisogno.La presunta morte di Stannis, secondo me è solo un dipistaggio da parte sua per confondere il nemico (e i lettori), forse per guadagnare un po di tempo e coprirsi le spalle durante la fuga. (un esercito disperso e senza condottiero fa meno paura)Dubito però che la lettera arrivata a jon snow sia parte integrante del piano di Stannis. Più probabile che si tratti di una conseguenza non voluta: bastard Balton viene a sapere/crede/mangia la foglia che Stannis é morto, ma che i suoi giocattolini preferiti sono scappati e fuggiti verso la barriera, si infuria e non sapendo che altro fare manda una lettera di minaccia a jon Snow, qualcosa del genere...


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Raizen
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Inviato il 02 giugno 2013 21:27

Meglio vivere nominato per sempre voltagabbana che morire di una pace tranquilla xD

 

Io troverei molto più lugubre e triste per Theon se alla fine di tutto finisse per diventare lui il re delle isole di ferro


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misterpirelli
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misterpirelli
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Inviato il 02 giugno 2013 21:37

A me piacerebbe vedere un 'theon alla riscossa', anche se forse re delle isole di ferro é un po esagerato.... Diciamo che mi piacerebbe se riuscisse a riguadagnarsi un po di dignità, e magari addirittura a morire con una spada in mano... spero anche che non seguano di nuovo capitoli e capitoli di sevizie e torture, per estorcerli le verità che conosce. Fino adesso sono state di grande effetto, ma se continuasse così, alla lunga sarebbe noioso...


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Inviato il 02 giugno 2013 22:35

No io invece la vedrei proprio come una tortura infinita quella di vivere per sempre regnando su una stirpe disonorata da lui stesso e che il suo stesso rimanere in vita gli ricorderà sempre xD Una tortura molto più subdola e meno misericordiosa della semplice morte... Se davvero in due libri vuole concludere tutto non penso che sprecherà altri capitoli a chiacchierare con Daenerys ancora nel sud e una barriera ancora in piedi


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misterpirelli
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Inviato il 03 giugno 2013 9:35

In effetti anche un finale così, un re solo sul trono, circondato da nemici che lo odiano (un po in stile shakespear), ci può stare.

 

La vedo però realisticamente difficile. Gli uomini di ferro, più che il sangue, guardano il carisma, e il valore del guerriero. Theon, già lo disprezzavano prima, figurati adesso. è vero che sta recuperando, ma dal essere uno che si ricorda appena il proprio nome, a diventare un prode guerrierio, in grado di guadagnarsi il trono del mare, sarebbe un po una forzatura..... poi chi sa, Martins é talmente bravo a stravolgere personaggii e trame di potere, che forse riuscirebbe a fare sembrare credibile anche questo....

Comunque vada avanti la saga, io spero che finalmente inizia ad fare coinvolgeri i personaggi verso il gran finale. La situazione é talmente complessa, che ogni tanto dubito che due libri saranno sufficienti. Almeno che non decida di inserire un salto temporale. Prima però dovrà per forza di cose deve raccontarci che cosa succede al nord, e alla baia della schiavisti, che come minimo prenderà gran parte del prossimo libro. (se non tutto)


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megadrive
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Inviato il 03 giugno 2013 13:23

In effetti anche un finale così, un re solo sul trono, circondato da nemici che lo odiano (un po in stile shakespear), ci può stare.

 

La vedo però realisticamente difficile. Gli uomini di ferro, più che il sangue, guardano il carisma, e il valore del guerriero. Theon, già lo disprezzavano prima, figurati adesso. è vero che sta recuperando, ma dal essere uno che si ricorda appena il proprio nome, a diventare un prode guerrierio, in grado di guadagnarsi il trono del mare, sarebbe un po una forzatura..... poi chi sa, Martins é talmente bravo a stravolgere personaggii e trame di potere, che forse riuscirebbe a fare sembrare credibile anche questo....

Comunque vada avanti la saga, io spero che finalmente inizia ad fare coinvolgeri i personaggi verso il gran finale. La situazione é talmente complessa, che ogni tanto dubito che due libri saranno sufficienti. Almeno che non decida di inserire un salto temporale. Prima però dovrà per forza di cose deve raccontarci che cosa succede al nord, e alla baia della schiavisti, che come minimo prenderà gran parte del prossimo libro. (se non tutto)

 

 

Sara' che sono un purista, sara' che sono pignolo o fissato, ma se c'e' una cosa che non sopporto sono le storpiature dei nomi (forse perche' il mio l'hanno storpiato troppe volte)....

 

Si chiama Martin e non Martins !!!!

 

 

P.S. Chiedo scusa a tutti per l'OT


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xixer
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Inviato il 27 febbraio 2014 23:33

Fuggire!?Il determinatissimo Stannis!?Dopo tutta sta ostinatissima marcia/carneficina!?Proprio ora che ha qualche possibilita' di vincere!?Ma scherziamo!? Piutosto avete notato il suo voler "sfruttare il terreno?Sembrava molto convinto. Il che mi riporta in mente quando nel libro precedente uno dei suoi uomini gli diceva piu' o meno cosi':"non ci sono piu' pesci..avete fatto talmente tanti buchi che mi meraviglio che il lafgo non sia ancora crollato inghiottendovi tutti." I che mi fa venire un idea...

 

 

 

 


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AndreaBryndenTully
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Inviato il 13 aprile 2014 1:20

Le informazioni che questo capitolo ci ha dato sono tante, ma nulla di certo.

Prima cosa: Stannis è vivo, anche se la lettera di Ramsay contiene molti interrogativi. Mi ha fatto un immenso piacere la scoperta del tradimento dei Karstark. Riguardo a Theon...l'ipotesi che venga giustiziato così in parte la ritengo giusta e persino onorevole, quasi come ritornare a Eddard Stark che decapitava i confratelli disertori.

 

Dall'altra mi aspetto ancora molto da questo personaggio. Vedremo cosa succederà. Di certo vorrei che Theon rivelasse la vera identità di Jeyne e anche la sorte di Bran e Rickon.


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Mercuzio
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Inviato il 14 aprile 2014 17:04

spero in un pò di redenzione per Theon e che non venga ucciso così su due piedi, che torni in auge la sua nomination per il trono del mare è assolutamente fuori discussione per me, non ha mai avuto il favore degli uomini di ferro quindi dovrebbe sperare nell' aiuto militare di qualche altro personaggio, ma chi e perchè dovrebbe volerlo vedere regnare? in prospettiva quello che ha più chance per me è victarion se dovesse in qualche modo favorire la causa di Daenerys


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Feanor_Turambar
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Feanor_Turambar
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Inviato il 14 aprile 2014 17:06

Fuggire!?Il determinatissimo Stannis!?Dopo tutta sta ostinatissima marcia/carneficina!?Proprio ora che ha qualche possibilita' di vincere!?Ma scherziamo!? Piutosto avete notato il suo voler "sfruttare il terreno?Sembrava molto convinto. Il che mi riporta in mente quando nel libro precedente uno dei suoi uomini gli diceva piu' o meno cosi':"non ci sono piu' pesci..avete fatto talmente tanti buchi che mi meraviglio che il lafgo non sia ancora crollato inghiottendovi tutti." I che mi fa venire un idea...

 

Conoscendo Martin e sapendo quanto ami riciclare episodi storici per il suo romanzo (le Nozze Rosse sono ispirati a fatti reali della storia scozzese, ad esempio) non mi stupirei se Stannis combattesse una battaglia sul lago ghiacciato come quella del lago Peipus fra teutonici e principato di Novgorod.


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Brienne_Tarth
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Brienne_Tarth
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Inviato il 22 luglio 2014 19:37

Emh, ragazzi, non ho letto tutta la discussione per non beccarmi spoiler prima di leggere il capitolo, ma il link iniziale porta al capitolo di Arya. Per caso questo capitolo è stato tradotto?


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Albert Stark
Alchimista del Ghiaccio e del Fuoco
Guardiani della Notte
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Albert Stark
Alchimista del Ghiaccio e del Fuoco

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Guardiani della Notte

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Inviato il 22 luglio 2014 21:04

C'è sicuramente in questo topic anche la traduzione, ricordo di averlo letto in italiano da qui!!


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Brienne_Tarth
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Brienne_Tarth
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Inviato il 23 luglio 2014 0:04

Grazie, domani spulcio per bene il topic e di certo lo trovo!


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sharingan
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Bannato
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sharingan
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S

Bannato
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Inviato il 23 luglio 2014 8:32

Il link porta al cap di Arya perchè è la pagina dei sample chapters del sito di Martin che viene cambiata ogni volta che ne esce uno nuovo. Riposto la traduzione fatta dall'utente Annad:

 

La voce del re era soffocata dalla rabbia. "Tu sei un pirata peggiore di Salladhor Saan."Theon Greyjoy aprì gli occhi. Le sue spalle erano in fiamme, non riusciva a muovere le mani. Il battito accelerato del suo cuore gli fece temere di essere di nuovo nella vecchia cella sotto Dreadfort, ma il guazzabuglio di ricordi dentro la sua testa non era altro che il residuo di qualche sogno di febbre. Stavo dormendo, si rese conto. Sono svenuto per il dolore. Quando cercò di muoversi, oscillò da una parte all'altra, raschiando con la schiena la pietra. Era appeso a un muro all'interno di una torre, con i polsi incatenati a una coppia di anelli di ferro arrugginiti.
L'aria puzzava di torba bruciata. Il pavimento era duro e sporco. Gradini di legno salivano a spirale sino al tetto. Vide che non c’erano finestre. La torre era umida e buia, l’arredamento consisteva in una sedia con un alto schienale e in un tavolo sfregiato che poggiava su tre cavalletti. In una nicchia in ombra Theon vide un vaso da notte. L'unica luce proveniva dalle candele sul tavolo. I suoi piedi pendevano da due metri dal pavimento.
"I debiti di mio fratello, " il re borbottava. "I debiti di Joffrey, questo è troppo e quell’abominio bastardo non è mio parente." Theon si contorse nelle catene. Conosceva quella voce. Stannis.
Theon Greyjoy ridacchiò. Una fitta di dolore gli salì dalle braccia, sino alle spalle e ai polsi. Tutto quello che aveva passato, tutto quello che aveva sofferto, il Moat Catilin e Barrowton e Grande Inverno, Abel e le sue lavandaie, Crowfood e gli Umbers, il cammino forzato attraverso le nevi, tutto era servito solo per arrivare ad un altro carnefice.
"Vostra Grazia”disse piano una seconda voce. "Perdono, ma l'inchiostro si è ghiacciato." Il Bravosiano, Theon lo conosceva. Come si chiamava? Tycho ... Tycho qualcosa ... "Forse un po’ di calore ...?"
"C’è un modo più veloce".Disse Stannis “ho un coltello”. Per un istante Theon pensò che volesse pugnalare il banchiere. Non riuscirà mai ad ottenere una goccia di inchiostro da quello, mio signore, disse il Bravosiano. Il re premette la lama del coltello contro il polpastrello del pollice sinistro e si tagliò. " Firmerò con il mio sangue". "Questo dovrebbe rendere i vostri padroni felici."
"Se compiace Vostra Grazia, compiacerà la Banca di ferro."
Stannis immerse la penna nel sangue che zampillava dal suo pollice e scrisse il suo nome nel pezzo di pergamena. "Partirete oggi". Lord Bolton può arrivare in qualsiasi momento. "Non voglio che siate coinvolti nei combattimenti."
"Lo preferirei anch’io." Disse il Bravosiano facendo scivolare il rotolo di pergamena all'interno di un tubo di legno. "Spero di avere l'onore di rivedere Vostra grazia quando siederà sul Trono di Spade."
"Speri di riavere il tuo oro, vuoi dire." Evita i convenevoli. È la moneta che mi serve da Voi Bravosiani, non vuote cortesie. "Dì alla guardia la fuori che ho bisogno di Justin Massey."
"Sarà un piacere". "La Banca di ferro è sempre felice di essere al servizio." Il banchiere si inchinò.
Da sinistra, arrivò, un altro cavaliere. I cavalieri del re erano andati avanti e indietro per tutta la notte, Theon ricordò vagamente. Questo sembrava conoscere bene il re. Magro, capelli scuri, occhi duri, il viso butterato da cicatrici vecchie, indossava una sopravveste sbiadita ricamata con tre falene. "Sire," annunciò, "Lord. Arnolf le manda a dire che sarebbe molto lieto di rompere il suo digiuno con te."
"E’Il figlio vero?"
"E anche i nipoti". Lord Wull vuole pubblico e vuole ."
"So quello che vuole." Il re indicò Theon. "Lui.. Wull lo vuole morto. Flint, Norrey ... tutti loro lo vogliono morto. Vendetta per i ragazzi che ha ucciso. Vendetta per il loro prezioso Ned."
"Will ci obbliga?"
"Proprio ora, che il voltagabbana mi serve vivo. Sa molto potremmo avere bisogno di lui. Portatelo via." Il re prese una pergamena dal tavolo e strizzò gli occhi. Una lettera, Theon sapeva. Il sigillo rotto era di cera nera, dura e lucida. So quello che dice, pensò ridacchiando.
Stannis alzò lo sguardo. "portate il Maestro."
"Theon. Il mio nome è Theon." Doveva ricordare il suo nome.
"Conosco il tuo nome. So quello che hai fatto."
"L'ho salvata." La parete esterna di Grande Inverno era alta 80 metri, ma da dove erano saltati la neve si era accumulata per più di quaranta metri . Un cuscino bianco freddo. Ma la ragazza era caduta male. Jeyne, il suo nome è Jeyne, ma lei non avrebbe detto loro che Theon era atterrato su di lei, e che le aveva rotto alcune costole. "Ho salvato la ragazza," disse. "Siamo saltati."
Stannis sbuffò. "Sei caduto. Umber l’ha salvata. Se Mors Crowfood ed i suoi uomini non fossero stati fuori il castello, Bolton vi avrebbe ripreso tutti e due in un momento."
Crowfood. Theon ricordò. Un vecchio, enorme e possente, con un viso rubicondo e una barba ispida e bianca. Era seduto su un ammasso gigantesco di neve, rivestito di pelle d’orso, con il cappuccio che gli copriva la testa. Sotto il cappuccio deò mantello si intravedeva una benda di pelle bianca macchiata che ricordava a Theon suo zio Euron.
Avrebbe voluto strapparla dal viso di Umber, per assicurarsi che sotto non c’era il vuoto, non c’era un occhio nero brillante di malizia. Invece aveva piagnucolato tra i denti rotti dicendo: "Io sono.."
" Un voltagabbana e uno sterminatore di re," Crowfood aveva finito per lui. "Che perda la mia lingua bugiarda, se non lo sei".
Umber strizzò gli occhi guardando da vicino con il suo unico occhio buono la ragazza. "Tu sei la figlia più giovane?"
E Jeyne annuì. "Arya. Il mio nome è Arya."
"Arya di Grande Inverno, sì. l'ultima volta che fui tra quelle mura, il cuoco ci servì una bistecca e pasticcio di rognone. Fatto con ali, credo, il migliore che abbia mai assaggiato. Qual era il nome del cuoco?"
"Gage," Jeyne disse subito. "Era un bravo cuoco. Per Sansa faceva la torta al limone ogni volta che c’erano limoni."
Crowfood si accarezzò la barba con le dita. "Ora sarà morto, immagino. C’era un uomo anche che conosceva l’acciaio. Qual era il suo nome?"
Jeyne esitò. Mikken, Theon pensò. Il suo nome era Mikken. Il fabbro del castello ma non aveva mai fatto nessuna torta al limone per Sansa, e questo lo aveva reso di gran lunga meno importante del cuoco del castello e del dolce mondo che aveva condiviso con la sua amica Jeyne Poole. Ricordalo, accidenti a te. Tuo padre era l’uomo, che gestiva tutta la casa. Il nome del fabbro era Mikken, Mikken, Mikken. Lo avevo messo a morte per primo.
"Mikken" Jeyne disse.
Mors Umber aveva grugnito. "Sì". Che cosa avrebbe detto o fatto poi Theon non l’avrebbe mai saputo, un ragazzo corse verso loro stringendo una lancia e gridando che il cancello di Grande Inverno si stava aprendo. E Crowfood aveva sorriso.
Theon si contorse tra le catene, e sbatté le palpebre per guardare il re. "Crowfood ci ha trovato, sì, ci ha portato qui, ma sono stato io che l'ho salvata. Chiedetelo a lei." Lei avrebbe risposto. "Si mi ha salvato lui," Jeyne glielo aveva sussurrato, mentre la trascinava tra la neve. Era pallida per il dolore, ma lo aveva sfiorato con una mano sulla guancia e gli aveva sorriso. "Ho salvato Lady Arya," Theon sussurrò di rimando. E poi d'un tratto Mors, Umber e gli altri li avevano circondati. "E 'questo il tuo ringraziamento?" chiese a Stannis, scalciando debolmente contro il muro. Le sue spalle erano in agonia. Il suo peso gli fuoriusciva anche dalle orbite degli occhi. Quanto tempo era stato appeso? Era ancora notte fuori? La torre era senza finestre, non aveva modo di capirlo.
"Liberami, e ti servirò."
"Come hai servito Roose Bolton e Robb Stark?" Stannis sbuffò. "Non credo. Abbiamo uno scopo più consono per te, voltagabbana., Ma non lo conoscerai sino a quando non avremo finito con te."
Ha intenzione di uccidermi. Il pensiero fu stranamente confortante. La morte non faceva paura a Theon Greyjoy. La morte significava la fine del dolore. "Fallo, allora", lo esortò Theon. "Tagliami la testa e infilala su una picca. Ho ucciso i figli di Lord Eddard, devo morire. Ma fallo in fretta. Sta arrivando."
"Chi? Bolton?"
"Lord Ramsay," Theon sibilò. "Il figlio, non il padre. Non devi lasciare che mi prenda. Roose ... Roose è al sicuro tra le mura di Grande Inverno con la sua nuova grassa moglie. E’ Ramsay che sta arrivando."
"Snow Ramsay, vuoi dire. Il bastardo."
"Non chiamarlo così!" rispose Theon sputando saliva dalle labbra . "Ramsay Bolton, Ramsay Snow mai, Snow mai, bisogna ricordare il suo nome, o lui ti farà del male."
"E 'il benvenuto se ci vuole provare. Qualunque nome preferisca."
La porta si aprì lasciando entrare una folata di vento freddo carico di neve. Il cavaliere delle falene era tornato con il maestro che il re gli aveva chiesto, le vesti grigie erano nascoste sotto una pelle d'orso pesante. Dietro di loro venivano altri due cavalieri, ciascuno recava un corvo in una gabbia. Uno era l'uomo che era con Asha, quando il banchiere lo consegnò a lei, un uomo corpulento con un maiale alato sulla sua sopravveste. L'altro era più alto, con le spalle larghe e muscolose.L’uomo più alto portava un armantura in acciaio argentato con intarsi, anche se era graffiata e ammaccata, ancora brillava alla luce delle candele. Sul mantello vi era un cuore ardente.
"Maestro Tibald", annunciò il cavaliere delle falene.
Il Maestro cadde in ginocchio. Aveva i capelli rossi, le spalle floscie, con gli occhi ravvicinati guardò verso Theon appeso al muro. "Vostra Grazia. Come posso esservi utile?"
Stannis non rispose subito. Studiò l'uomo corrugando la fronte. "Alzati". Il Maestro si alzò. "Tu sei il Maestro dei Dreadfort. Come mai sei qui?"
"Lord Arnolf mi ha portato per curare i suoi feriti".
"Per i suoi feriti o per i suoi corvi?
Per entrambi, Vostra Grazia. "
" Per entrambi." Stannis sbottò a quell’ammissione. "Ogni corvo dei Maestri vola solo in un luogo E 'corretto?"
Il Maestro si asciugò il sudore dalla fronte con la manica. "N-non del tutto, Vostra Grazia. La maggior parte, sì. Alcuni, a pochi, si può insegnare a volare tra due castelli. Tali uccelli sono molto apprezzati. E ogni tanto, c’è un corvo che può imparare i nomi di tre o quattro o cinque castelli. Di uccelli così intelligenti ne nascono solo una volta ogni cento anni ".
Stannis indicò gli uccelli neri nelle gabbie. "Questi due non sono così intelligenti, presumo."
"No, Vostra Grazia. Anche se lo vorrei."
"Dimmi, allora. Per dove sono stati addestrati a volare?"
Maestro Tibald non rispose. Theon Greyjoy mosse debolmente i piedi, ridendo. Preso!
"Rispondi. Se dovessimo perdere, questi uccelli, potrebbero volare a Dreadfort?" Il re si sporse in avanti. "Oppure potrebbero volare a Grande Inverno?"
Maestro Tibald si pisciò nelle vesti. Theon non poteva vedere la macchia scura da dove era appeso, ma sentiva l'odore di piscio tagliente e forte.
"Maestro Tibald ha perso la lingua," Stannis osservò con i suoi cavalieri. "Godry, quante gabbie hai trovato?"
"Tre, Vostra Grazia," disse il cavaliere con il pettorale argentato. "Una era vuota."
"Vostra Grazia, il mio ordine mi impone di servire, noi ..."
"So tutto dei vostri voti. Quello che voglio sapere è cosa c'era scritto nella lettera che hai inviato a Grande Inverno. Hai forse detto a Lord Bolton dove siamo?"
"S-sire." Tibald dalle spalle floscie si raddrizzò con orgoglio.
"Le regole del mio ordine mi proibiscono di divulgare il contenuto delle lettere di Lord Arnolf."
"I vostri voti sono più forti della tua vescica, a quanto pare."
"Vostra Grazia deve capire -"
"Devo?" Il re si strinse nelle spalle. "Se lo dici tu. Tu sei un uomo di sapere, dopo tutto. Ho avuto un Maestro a Roccia del Drago, che era quasi un padre per me. Ho grande rispetto per il vostro ordine e per i Vostri voti. Ma Ser Clayton non condivide i miei sentimenti. Ha imparato tutto quello che sa nelle terre di Flea Bottom. Se dovessi darti a lui, ti strangolerebbe con la tua catena o ti caverebbe un occhio con un cucchiaio. "
"Solo uno, Vostra Grazia," si offrì il cavaliere calvo, con il maiale alato. "Mi piacerebbe vederlo orbo."
"Di quanti occhi ha bisogno un Maestro per leggere una lettera?" chiese Stannis. "Si dovrebbe bastarne uno. Non vorrei che non sia più in grado di adempiere i suoi doveri verso il suo Lord. Roose Bolton e i suoi uomini potrebbero attaccarci anche ora, però, E’ quindi necessario capire se lesinare su alcune cortesie. Vi chiedo ancora una volta. Cosa c'era nel messaggio inviato a Grande Inverno? "
Il Maestro tremava. "Una mappa, Vostra Grazia."
Il re si appoggiò allo schienale della sedia. "Portatelo fuori», ordinò. "Lasciate qui i corvi". Una vena gli pulsava nel collo. "Confinate questo disgraziato grigio in una delle capanne fino a quando non avrò deciso che cosa farne".
"Sarà fatto," dichiarò il cavaliere alto. Il Maestro svanì dietro a un vento freddo colmo di neve. Rimase solo il cavaliere dalle tre falene.
Stannis guardò Theon in cagnesco, "Non sei il solo voltagabbana qui, a quanto pare. Vorrei che tutti i Lord dei Sette Regni, avessero un unico collo.” Si voltò verso il cavaliere. "Ser Richard, mentre mi incontro con Lord Arnolf, disarma i suoi uomini e mettili sotto custodia. La maggior parte sarà addormentata. Non fare loro alcun male, a meno che non resistano. Potrebbero non sapere. Domanda loro ... ma con calma. Se non erano a conoscenza del tradimento, hanno la possibilità di dimostrare la loro lealtà. " Mosse la mano licenziandolo. "Fai entrare Justin Massey."
Un altro cavaliere, Theon questo lo conosceva, .Era un uomo giusto, con una barba ben curata biondi e folti capelli lisci così pallidi che sembravano più bianchi che oro. La sua tunica recava la tripla spirale, un sigillo antico di un’antica casa. "Mi è stato detto Vostra Grazia che avete bisogno di me", disse, inginocchiandosi.
Stannis annuì. "Si, accompagnerai il banchiere Bravosiano. Scegli sei uomini forti e prendi dodici cavalli."
"Da montare o da mangiare?"
Il re non si divertiva. "Voglio che tu parta prima di mezzogiorno, ser. Lord Bolton potrebbe arrivare da un momento all'altro, ed è imperativo che il banchiere faccia ritorno a Braavos. Lo dovrai scortare sino al di là del mare stretto."
"Se ci sarà battaglia, il mio posto è qui con te."
"Il tuo posto è dove io dico che è. Ho 500 spade buone come te con me, ma tu hai modi più piacevoli e una lingua migliore, e mi sarai più utile con il Bravosiano che qui con me. La Banca di Ferro mi ha aperto le sue casse. Con le loro monete noleggerai navi e mercenari. Una compagnia onerevole, se c’è n’è una. La Compagnioa Dorata sarebbe la mia prima scelta, se non è già sotto contratto. Cercali nelle Disputed Lands, se necessario. Prima delle spade, però, trova il maggior numero possibile di arcieri a Braavos, e inviali al di Forte Orientale. Arcieri, abbiamo bisogno di più arcieri. " Ser Justin spinse indietro una ciocca di capelli che gli era finita in un occhio e disse: "I capitani delle compagnie libere si uniranno più facilmente a un Lord che a un semplice cavaliere, Vostra Grazia. Non possiedo né terre, né il titolo, perché dovrebbero vendermi le loro spade?"
"Andrai da loro con i pugni pieni di dragoni d'oro," disse il re, in tono acido. "Questo dovrebbe risultare convincente. Ventimila uomini dovrebbero essere sufficienti. Non tornare con meno."
"Sire, posso parlare liberamente?"
"Si, se lo fai alla svelta."
"Vostra Grazia dovrebbe andare con il banchiere Bravosiano."
"E ' questo il tuo consiglio? Dovrei fuggire?" Il volto del re si rabbuiò. "Questo è stato anche il tuo consiglio a Blackwater, se ben ricordo. Quando la battaglia volse contro di noi, mi dicesti di lasciare Horpe Chivvy e di tornare a Roccia del Drago come un cane frustato."
"Quel giorno perdemmo, Vostra Grazia."
«Sì, dicesti così. Stiamo perdendo, sire. Dobbiamo tornare indietro' E ora vuoi che io me la dia a gambe al di là del mare stretto ... "
"... Per radunare un esercito, sì. come fece Acreacciaio dopo la battaglia di Redgrass, dove Daemon Blackfyre morì."
"Non cianciare con me della storia, ser. Daemon Blackfyre era un ribelle e un usurpatore, Acreacciaio un bastardo. Quando fuggì, giurò che sarebbe tornato per mettere il figlio di Daemon sul Trono di Spade. Non lo ha mai fatto. Le parole sono vento, e il vento che soffia sugli esuli al di là del mare stretto soffia raramente indietro. Quel ragazzo Viserys Targaryen parlava di ritornare. Mi sfuggì a Roccia del Drago, solo per trascorrere la sua vita a far moine ai mercenari. 'Il Re Mendicante,' si lo chiamavano così nelle Città Libere. Beh, io non prego, di sfuggire a nessuno. Sono l'erede di Robert, il re legittimo di Westeros. Il mio posto è qui con i miei uomini. Il tuo è a Braavos. Vai con il banchiere, e fai la tua offerta. "
"Come comandi," Ser Justin rispose.
"Può darsi che perderemo questa battaglia," disse il re con aria cupa. "A Braavos potrai udire che sono morto. Forse sarà vero. Ma troverai i mercenari comunque."
Il cavaliere esitò. "Vostra Grazia, se sarai morto"
"Vendicherai la mia morte, e metterai mia figlia sul Trono di Spade o morirai nel tentativo.".
Ser Justin mise una mano sulla sua elsa della spada. "Sul mio onore di cavaliere, hai la mia parola."
"Oh, e porta la ragazza Stark con te. Consegnala al Lord Snow il Comandante quando sarai sulla strada per il Forte Orientale." Stannis scrutò la pergamena davanti a lui. "Un vero re paga i suoi debiti."
Pagare, sì, pensò Theon. Paga con moneta falsa. Jon Snow avrebbe riconosciuto la falsa Arya in un batter d’occhio. Il bastardo del cupo Lord Stark avrebbe riconosciuto Jeyne Poole, lui era sempre stato affezionato alla sua piccola sorellastra Arya.
"I fratelli neri vi accompagneranno sino al Castello Nero," il re andò via. "Gli uomini di ferro resteranno qui, presumibilmente a combattere per noi. Un altro regalo da Tycho Nestoris. Meglio così, vi avrebbero solo rallentati gli uomini di ferro sono fatti per le navi, non per i cavalli. Lady Arya dovrebbe avere una compagna. Prendi Alysane Mormont. "
Ser Justin spinse indietro i capelli di nuovo. "E Lady Asha?"
Il re riflettette per un momento. "No."
"Un giorno, Vostra Grazia avrà bisogno di prendere le Isole di Ferro. Sarà molto più facile se la figlia di Balon Greyjoy, sarà sposata con uno dei vostri uomini leali, signore."
"Tu?" Il re fece una smorfia. "La donna è sposata, Justin."
"Un matrimonio per procura, mai consumato. Facilmente annullabile. Inoltre lo sposo è vecchio. Potrebbe morire presto."
Con una spada nella pancia, ser verme. Theon sapeva come certi cavalieri agiscono.
Stannis strinse le labbra. "Servimi bene con questa faccenda dei mercenari e avrai ciò che desideri. Fino a quel momento, la donna resterà mia prigioniera."
Ser Justin chinò la testa. "Capisco".
Ciò irritò il re. "La tua comprensione non è necessaria. Solo la tua obbedienza. Sei sulla buona strada, ser."
Quando il cavaliere si congedò, il mondo al di là della porta era più bianco che nero.
Stannis Baratheon attraversò la torre. La torre era piccola, umida e stretta. Si portò a pochi passi da Theon. «Quanti uomini ha Bolton a Grande Inverno?"
"Cinquemila. Sei. Forse di più." Fece un sorriso orribile, aveva tutti i denti frantumati. "Più di te".
"Quanti pensa di inviarcene contro?"
"Non più di metà." Quella era una supposizione, certo, ma gli sembrava fosse giusta. Roose Bolton non era un uomo da mandarne di più alla cieca nella neve, mappa o no. Avrebbe tenuto con se una riserva maggiore, i suoi uomini migliori, e aveva fiducia nel doppio muro massiccio di Grande Inverno. "Il castello era affollato. Gli uomini erano l'uno alla gola dell’altro, i Manderlys e i Freys in particolare. Sua signoria ha inviato quelli che è bene vengano eliminati."
"Wyman Manderly". La bocca del re si contorse in disprezzo. "il Lord troppo grasso per montare a cavallo. Troppo grasso per venire me, ma per andare a Grande Inverno no. Troppo grasso per piegare il ginocchio a me e giurare con la sua spada, ma ora brandisce la spada per Bolton. Ho inviato il mio Lord delle Cipolle a trattare con lui, e il Lord troppo grasso l’ha massacrato e ha messo la testa e le mani sulle pareti di porto bianco per far gongolare i Freys. E i Freys ... e le nozze rosse erano state dimenticate? "
"Il nord ricorda. Le nozze rosse, le dita di Lady Hornwood, il saccheggio di Grande Inverno, Deepwood Motte e Piazza Torrhen, ricorda tutto." Bran e Rickon. Anche se erano solo i figli del mugnaio. "Frey e Manderly non uniranno le loro forze. Verranno da voi, ma separatamente. Lord Ramsay non resterà indietro. Vuole la sua sposa. Vuole la sua Reek." La risata di Theon era per metà una risatina e per metà un gemito. "E’ diLord Ramsay che Vostra Grazia che deve aver paura."
Stannis si urtò a questo. "Ho sconfitto tuo zio Victarion e la sua flotta di ferro fuori Fair Isle, la prima volta che tuo padre si fece incoronare. Ho tenuto Capo Tempesta contro il potere dei Reach per un anno, e ho preso Roccia del Drago ai Targaryen. Ho distrutto Mance Rayder alla barriera, anche se aveva uomini venti volte più di me. Dimmi, voltagabbana, quante battaglie ha mai vinto il Bastardo di Bolton perchè io ne abbia a temere? "
Non devi chiamarlo così! Un'ondata di dolore sommerse Theon Greyjoy. Chiuse gli occhi e fece una smorfia. Quando li riaprì, disse: "Non lo so."
"Non lo so."
"Sa di me,» gridò uno dei corvi lasciati dal Maestro. Sbattendo le grandi ali nere contro le sbarre della gabbia."Sa", gridò di nuovo.
Stannis si voltò. "Fate finire questo rumore".
La porta dietro di lui si aprì. I Karstarks erano arrivati.
Curvo e contorto, il castellano di Karhold si appoggiò pesantemente al bastone mentre camminava verso il tavolo. Il mantello di Lord Arnolf era di lana grigia, bordato di nero con una raggiera d’argento. Un capo ricco, pensò Theon. Aveva visto quel mantello prima, lo conosceva, proprio come conosceva l'uomo che lo indossava. A Dreadfort. Si ricordò. Si sedette e cenò con Lord Ramsay e Whoresbane Umber, la notte che portarono Reek nella sua cella.
L'uomo accanto a lui non poteva che essere il figlio. Sui cinquanta, Theon giudicò, con un viso rotondo e morbido come quello di suo padre, quando Lord Arnolf sarebbe ingrassato. Dietro di lui venivano tre uomini più giovani. I nipoti, ipotizzò. Uno indossava una corazza con la cotta di maglia. Gli altri sembravano vestiti per la prima colazione, non per la battaglia. Sciocchi.
"Vostra Grazia". Arnolf Karstark chinò la testa. "E’ un onore". Si guardò intorno. E i suoi occhi videro Theon. "E chi è questo?" Il riconoscimento venne con un battito cardiaco più tardi. Lord Arnolf impallidì.
Il figlio stupido rimase ignaro. "Non ci sono sedie,"Osservò l'idiota. Uno dei corvi urlò dalla gabbia.
"Solo la mia". Re Stannis era seduto. "Non è il Trono di Spade, ma si addice a questo posto." Era presente una dozzina di uomini, guidati dal cavaliere delle falene e dall'uomo dal pettorale argentato. "Voi siete già morti, lo dovete sapere. Resta solo da definire il modo della vostra morte. Fareste bene a non sprecare il mio tempo con delle smentite. Confessate, e avrete la stessa fine rapida che il giovane lupo ha dato a Lord Rickard. Mentite e brucerete. Scegliete. "
"Ho scelto questo." Uno dei nipoti afferrò l’impugnatura della spada, e fece per colpirlo.
Si rivelò una scelta sbagliata. La lama del nipote non era nemmeno fuoriuscita dal fodero che già due dei cavalieri del re erano su di lui. Si ritrovò con l'avambraccio mozzato mentre uno dei suoi fratelli ebbe uno squarcio nella pancia, inciampò per le scale a causa della sporcizia e del sangue sgorgato. Barcollò per sei passi prima di cadere, poi crollò sul pavimento.
Né Karstark Arnolf né suo figlio si mossero.
"Portateli via," il re ordinò. "La loro vista mi inacidisce lo stomaco." In pochi istanti, i cinque uomini erano stati legati e portati altrove. Quello che aveva perso il braccio era svenuto per la perdita di sangue, ma il fratello con la ferita del ventre aveva urlato abbastanza forte per tutti e due. "È così che tratto i traditori, voltagabbana," Stannis informò Theon.
"Il mio nome è Theon."
"Come vuoi. Dimmi, Theon, quanti uomini ha Mors Umber con lui a Grande Inverno?"
"Nessuno. Nessun uomo." Sorrise a se stesso. "Aveva dei ragazzi. Li ho visti." E una manciata di semi storpi sergenti, i guerrieri che Crowfood aveva portato giù da End Hearth erano appena grandi per farsi la barba. "Le lance e le asce che stringevano erano più vecchie di loro. Era Umber Whoresbane che aveva gli uomini, all'interno del castello. Li ho visti anch'io. Vecchi, comunque." Theon ridacchiò. "Mors ha preso i ragazzi e Hother ha preso i vecchi. Tutti gli uomini veri sono andati con Greatjon alle nozze rosse. E 'questo che voleva sapere, Vostra Grazia?"
Re Stannis ignorò l’ultima frase. "Ragazzi," fu tutto quello che disse in modo disgustato. "Con dei ragazzi non resisterà a lungo Lord Bolton."
"Non molto," Theon disse d'accordo. "Non abbiamo molto tempo tutti, comunque."
"Non molto tempo», esclamò il corvo nella gabbia.
Il re rivolse all’uccello uno sguardo irritato. " Secondo questo banchiere Bravosiano Lord Aenys Frey è morto. Ha dei ragazzi?"
"Venti ragazzi verdi, con picche," Theon disse. "La neve cadde pesantemente per giorni e giorni. Così pesantemente che dalle mura del castello non si poteva vedere che a una decina di metri di distanza, gli uomini sui merli non potevano vedere cosa stava accadendo al di là di quelle mura. Così Crowfood mise i suoi ragazzi a scavare una trincea fuori del castello, soffiò il corno per attirare Lord Bolton fuori. Invece uscirono i Freys. La neve aveva coperto i pozzi, e il cavallo di Aenys si ruppe il collo, sentii dire, Ser Hosteen perse solo un cavallo, tanto peggio. Sarà arrabbiato. "
Stranamente, Stannis sorrise. "La rabbia dei nemici non mi riguarda. La rabbia rende gli uomini stupidi, e Hosteen Frey è già stupido di suo, se è vera la metà di quello che ho sentito dire di lui. Che venga."
"Verrà."
"Bolton ha commesso un errore grossolano," il re dichiarò. "Tutto quello che doveva fare era restare dentro il suo castello mentre noi pativamo la fame. Invece ha mandato una parte della sua forza per darci battaglia. I suoi cavalieri sono a cavallo, ma si dovrà combattere a piedi. I suoi uomini saranno ben nutriti, mentre noi andremo in battaglia con le pance vuote. Ma non ha importanza. Ser Stupido, il Lord Troppo Grasso, il Bastardo, lasciali venire. Continueremo a tenere questo terreno, e intendo trasformarlo in un nostro vantaggio.. "
"Il terreno?" Theon disse. "Che terreno? Qui? Questa torre illegittima? Questo villaggio miserabile? Non ci sono alture, né pareti per nasconderci, né alcuna difesa naturale."
"Eppure".
"Eppure," entrambi i corvi urlato all'unisono. Poi un corvo, dopo l'altro mormorarono: “Albero, albero, albero.”
La porta si spalancò su un mondo bianco. Il cavaliere delle tre falene entrò, le gambe incrostate di neve. Scosse i piedi fuori e disse: «Vostra Grazia, i Karstarks sono stati presi. Alcuni di loro hanno resistito, e sono morti per questo. Gli altri erano troppo confusi e sono venuti in silenzio. Li abbiamo ammassati tutti nella torre e confinati lì. "
"Ben fatto".
"Dicono che non sapevano nulla." "Ma forse mentono".
"Potremmo chiederglielo più forte ..."
"No, non credo possa servire. Karstark non avrebbe mai potuto sperare di mantenere segreto il suo tradimento se avesse condiviso i suoi piani con ogni uomo al suo servizio. Qualche lanciere ubriaco si sarebbe lasciato sfuggire qualcosa una notte mentre prendeva una pu***na. Non avevano bisogno di sapere. Sono uomini di Karhold. Quando sarebbe giunto il momento avrebbero obbedito ai loro Lord, come avevano fatto per tutta la vita. "
"Va bene, Sire."
"Che mi dici delle tue perdite personali?"
"Uno degli uomini di Lord Peasebury è stato ucciso, e due dei miei sono stati feriti. Ma, Vostra Grazia, gli uomini sono sempre più ansiosi. Centinaia di loro si sono riuniti intorno alla torre, chiedendosi che cosa sia successo. Parole di tradimento sono su ogni bocca
Nessuno sa di chi fidarsi, e gli Uomini del Nord in particolare pensano che chiunque possa essere arrestato -. "
"Ho bisogno di parlare con loro. Wull è ancora in attesa?"
"Lui e Artos Flint. Li vedrai’"
"Per poco. La prima è il kraken".
"Come comandi". Il cavaliere si congedò.
Mia sorella, Theon pensò, la mia dolce sorella. Anche se non c’erano mai stati grandi sentimenti, si sentì torcere l’intestino, come quando il banchiere Bravosiano lo presentò a Asha come un 'dono'. Il ricordo gli bruciava ancora. Il corpulento, calvo cavaliere che era con lei non aveva perso tempo per gridare aiuto, e non aveva avuto che qualche istante prima di essre trascinato via da lei per essere portato dal re. E’ stato abbastanza però. Aveva odiato l’espressione di Asha, quando si era resa conto di chi fosse, lo shock nei suoi occhi, la pietà nella sua voce, il modo in cui la sua bocca si era distorta per il disgusto. Invece di correre incontro per abbracciarlo, aveva fatto un mezzo passo indietro. "E’ stato il Bastardo a farti questo?" aveva chiesto.
"Non chiamarlo così." Poi le parole erano fuoriuscite in fretta da Theon. Cercò di dirle tutto, circa Reek e Dreadfort e Kyra e delle chiavi, che mai Lord Ramsay lo aveva scuoiato a meno che lo avesse pregato di farlo. Le raccontò che aveva salvato la ragazza, saltando dal muro castello giù nella neve. "Abbiamo volato. Facciamo fare a Abel una canzone su come abbiamo volato." Poi cle aveva detto chi era Abele e delle lavandaie che non erano veramente lavandaie. Sin da allora Theon aveva capito che sembrava strano e incoerente tutto quello che diceva, ma in qualche modo le parole non si fermavano. Era freddo e malato e stanco ... e debole, così debole, così debole.
Lei deve capire. Lei è mia sorella. Non ho mai voluto fare del male a Bran o Rickon. Reek ha ucciso quei ragazzi, non lui ma Reek l'altro. "Io non sono uno sterminatore di re", aveva insistito. Le disse come aveva capito che Grande Inverno era piena di fantasmi. "Le spade non c'erano più. Quattro, credo, o cinque. Non ricordo. I re di pietra sono arrabbiati." Tremava al ricordo, tremava come una foglia d'autunno. "L'albero del cuore sapeva il mio nome. Gli dei antichi. Theon, li ho sentiti bisbigliare. Non c'era vento, ma le foglie si muovevano. Theon, hanno detto. Il tuo nome è Theon." E 'stato bello udire il mio nome. Quando lo avevo quasi dimenticato”. "Devi sapere il tuo nome," aveva detto alla sorella. "Tu ... tu mi hai detto che ti chiamavi Esgred, ma era una bugia. Il tuo nome è Asha."
"Si," la sorella aveva detto, così piano che aveva paura che potesse piangere. Theon la odiava. Odiava le donne in lacrime. Jeyne Poole aveva pianto per tutta la strada da Grande Inverno a li, aveva pianto fino a quando il suo volto era diventato viola come una barbabietola e le lacrime le si erano congelate sulle guance, e tutto perché lui le aveva detto che lei deve essere Arya, altrimenti anche i lupi per potrebbero rimandati indietro . "Ti hanno addestrato in un bordello," le ricordò, sussurrandole in un orecchio in modo che gli altri non sentissero. "Jeyne la prossima cosa da fare per una pu***na, è continuare ad essere Arya." Lo aveva detto a fin di bene per lei. E 'stato per il suo bene. Deve ricordare il suo nome. Quando la punta del naso le era diventato nero per congelamento, e uno dei Guardiani della Notte le aveva detto che avrebbe potuto perderne un pezzo, Jeyne aveva pianto ancora. "Nessuno avrebbe fatto male a lei finchè sarebbe stata Arya , lei è l’ erede di Grande Inverno," la rassicurò. "Un centinaio di uomini vogliono sposarla. Mille."
I Ricordi fecero contorcere Theon nelle catene. "Fammi scendere", chiese. "Solo per un pò', poi mi appenderai di nuovo." Stannis Baratheon lo guardò, ma non rispose. "Albero", un corvo gridò.
Albero, albero, albero. "
Poi altro uccello disse: «Theon," chiaro come il giorno, Asha entrò a grandi passi attraverso la porta.
Qarl la Fanciulla era con lei, e Tristifer Botley. Theon aveva conosciuto Botley quando erano ragazzi a Pyke. Perché ha portato i suoi animali domestici? Significa che anche lei vuole uccidermi? Si sarebbe finita allo stesso modo che con i Karstarks.
Il re era scontento della loro presenza. "Le tue guardie possono attendere fuori. Se voglio farti del male, due uomini non mi dissuaderanno".
Gli uomini di ferro si inchinarono e uscirono. Asha si inginocchiò. "Vostra Grazia. Mio fratello deve essere incatenato a quel modo? Mi sembra una scarsa ricompensa per chi ti ha portato la ragazza Stark."
La bocca del re si contrasse. "Hai una lingua audace, mia signora. Non diversamente dal tuo fratello voltagabbana."
"Grazie, Vostra Grazia."
"Non era un complimento." Stannis diede una lunga occhiata a Theon. "Mancano le prigioni e ho più prigionieri di quanti me ne aspettassi." Fece un cenno Asha. "Ma possono aumentare."
Lei si alzò. "Il Bravosianoi ha riscattato sette dei miei uomini daLady Glover. Vorrei pagare un riscatto per mio fratello."
"Non c'è abbastanza oro su tutte le Isole di Ferro. Le mani di tuo fratello sono sporche di sangue. Farring mi chiede di darlo a R'hllor."
"Anche Clayton Suggs, non ne dubito."
"Lui, Corliss Penny, e tutti gli altri. Anche Ser Richard, che ama il Signore della Luce, solo quando fa comodo i suoi scopi."
"Il dio rosso conosce solo una singola canzone."
"Fino a quando la canzone sarà gradita alle orecchie del dio, falli cantare. Lord Bolton e i suoi uomini saranno qui prima di quanto vorremmo. Solo Umber Mors si frappone tra noi, e tuo fratello mi dice che ha solamente ragazzi verdi. Agli uomini piacerebbe sapere che il loro dio è con loro quando ci sarà battaglia. "
"Non tutti i tuoi uomini adorano lo stesso dio."
"Sono consapevole di questo. il pazzo è mio fratello."
"Theon è ultimo figlio superstite di mia madre. LA morte di suoi fratelli, l'ha distrutta. La sua morte schiaccerà ciò che resta di lei ... ma non sono venuta a pregare per la sua vita."
"Saggio da parte tua. Mi dispiace per tua madre, ma non posso risparmiare la vita dei voltagabbana. La sua in particolare. Ha ucciso i due figli di Eddard Stark. Ogni uomo del Nord al mio servizio mi abbandonerebbe se gli mostrerò clemenza. Tuo fratello deve morire. "
"Poi farlo di nascosto, Vostra Grazia." Il gelo nella voce di Asha fece rabbrividire Theon nelle sue catene. "Portalo fuori sul lago, sull'isolotto dove cresce l’albero diga, e tagliagli la testa con la tua spada magic. Così come avrebbe fatto Eddard Stark. Theon uccise i figli di Lord Eddard. Dallo agli dèi di Lord Eddard. Alle antiche divinità del nord. Dallo a l'albero diga. "
E all'improvviso i corvi del Maestro iniziarono selvaggiamente a saltellare e a dibattersi nelle gabbie, le loro piume nere volarono sbattendo contro le sbarre un grido rauco si levò. "L'albero", uno gracchiò, "l'albero, l'albero", mentre il secondo urlava, "Theon, Theon, Theon."
Theon Greyjoy sorrise. Conoscono il mio nome, pensò.


La voce del re era soffocata dalla rabbia. "Tu sei un pirata peggiore di Salladhor Saan."Theon Greyjoy aprì gli occhi. Le sue spalle erano in fiamme, non riusciva a muovere le mani. Il battito accelerato del suo cuore gli fece temere di essere di nuovo nella vecchia cella sotto Dreadfort, ma il guazzabuglio di ricordi dentro la sua testa non era altro che il residuo di qualche sogno di febbre. Stavo dormendo, si rese conto. Sono svenuto per il dolore. Quando cercò di muoversi, oscillò da una parte all'altra, raschiando con la schiena la pietra. Era appeso a un muro all'interno di una torre, con i polsi incatenati a una coppia di anelli di ferro arrugginiti.
L'aria puzzava di torba bruciata. Il pavimento era duro e sporco. Gradini di legno salivano a spirale sino al tetto. Vide che non c’erano finestre. La torre era umida e buia, l’arredamento consisteva in una sedia con un alto schienale e in un tavolo sfregiato che poggiava su tre cavalletti. In una nicchia in ombra Theon vide un vaso da notte. L'unica luce proveniva dalle candele sul tavolo. I suoi piedi pendevano da due metri dal pavimento.
"I debiti di mio fratello, " il re borbottava. "I debiti di Joffrey, questo è troppo e quell’abominio bastardo non è mio parente." Theon si contorse nelle catene. Conosceva quella voce. Stannis.
Theon Greyjoy ridacchiò. Una fitta di dolore gli salì dalle braccia, sino alle spalle e ai polsi. Tutto quello che aveva passato, tutto quello che aveva sofferto, il Moat Catilin e Barrowton e Grande Inverno, Abel e le sue lavandaie, Crowfood e gli Umbers, il cammino forzato attraverso le nevi, tutto era servito solo per arrivare ad un altro carnefice.
"Vostra Grazia”disse piano una seconda voce. "Perdono, ma l'inchiostro si è ghiacciato." Il Bravosiano, Theon lo conosceva. Come si chiamava? Tycho ... Tycho qualcosa ... "Forse un po’ di calore ...?"
"C’è un modo più veloce".Disse Stannis “ho un coltello”. Per un istante Theon pensò che volesse pugnalare il banchiere. Non riuscirà mai ad ottenere una goccia di inchiostro da quello, mio signore, disse il Bravosiano. Il re premette la lama del coltello contro il polpastrello del pollice sinistro e si tagliò. " Firmerò con il mio sangue". "Questo dovrebbe rendere i vostri padroni felici."
"Se compiace Vostra Grazia, compiacerà la Banca di ferro."
Stannis immerse la penna nel sangue che zampillava dal suo pollice e scrisse il suo nome nel pezzo di pergamena. "Partirete oggi". Lord Bolton può arrivare in qualsiasi momento. "Non voglio che siate coinvolti nei combattimenti."
"Lo preferirei anch’io." Disse il Bravosiano facendo scivolare il rotolo di pergamena all'interno di un tubo di legno. "Spero di avere l'onore di rivedere Vostra grazia quando siederà sul Trono di Spade."
"Speri di riavere il tuo oro, vuoi dire." Evita i convenevoli. È la moneta che mi serve da Voi Bravosiani, non vuote cortesie. "Dì alla guardia la fuori che ho bisogno di Justin Massey."
"Sarà un piacere". "La Banca di ferro è sempre felice di essere al servizio." Il banchiere si inchinò.
Da sinistra, arrivò, un altro cavaliere. I cavalieri del re erano andati avanti e indietro per tutta la notte, Theon ricordò vagamente. Questo sembrava conoscere bene il re. Magro, capelli scuri, occhi duri, il viso butterato da cicatrici vecchie, indossava una sopravveste sbiadita ricamata con tre falene. "Sire," annunciò, "Lord. Arnolf le manda a dire che sarebbe molto lieto di rompere il suo digiuno con te."
"E’Il figlio vero?"
"E anche i nipoti". Lord Wull vuole pubblico e vuole ."
"So quello che vuole." Il re indicò Theon. "Lui.. Wull lo vuole morto. Flint, Norrey ... tutti loro lo vogliono morto. Vendetta per i ragazzi che ha ucciso. Vendetta per il loro prezioso Ned."
"Will ci obbliga?"
"Proprio ora, che il voltagabbana mi serve vivo. Sa molto potremmo avere bisogno di lui. Portatelo via." Il re prese una pergamena dal tavolo e strizzò gli occhi. Una lettera, Theon sapeva. Il sigillo rotto era di cera nera, dura e lucida. So quello che dice, pensò ridacchiando.
Stannis alzò lo sguardo. "portate il Maestro."
"Theon. Il mio nome è Theon." Doveva ricordare il suo nome.
"Conosco il tuo nome. So quello che hai fatto."
"L'ho salvata." La parete esterna di Grande Inverno era alta 80 metri, ma da dove erano saltati la neve si era accumulata per più di quaranta metri . Un cuscino bianco freddo. Ma la ragazza era caduta male. Jeyne, il suo nome è Jeyne, ma lei non avrebbe detto loro che Theon era atterrato su di lei, e che le aveva rotto alcune costole. "Ho salvato la ragazza," disse. "Siamo saltati."
Stannis sbuffò. "Sei caduto. Umber l’ha salvata. Se Mors Crowfood ed i suoi uomini non fossero stati fuori il castello, Bolton vi avrebbe ripreso tutti e due in un momento."
Crowfood. Theon ricordò. Un vecchio, enorme e possente, con un viso rubicondo e una barba ispida e bianca. Era seduto su un ammasso gigantesco di neve, rivestito di pelle d’orso, con il cappuccio che gli copriva la testa. Sotto il cappuccio deò mantello si intravedeva una benda di pelle bianca macchiata che ricordava a Theon suo zio Euron.

Avrebbe voluto strapparla dal viso di Umber, per assicurarsi che sotto non c’era il vuoto, non c’era un occhio nero brillante di malizia. Invece aveva piagnucolato tra i denti rotti dicendo: "Io sono.."
" Un voltagabbana e uno sterminatore di re," Crowfood aveva finito per lui. "Che perda la mia lingua bugiarda, se non lo sei".
Umber strizzò gli occhi guardando da vicino con il suo unico occhio buono la ragazza. "Tu sei la figlia più giovane?"
E Jeyne annuì. "Arya. Il mio nome è Arya."
"Arya di Grande Inverno, sì. l'ultima volta che fui tra quelle mura, il cuoco ci servì una bistecca e pasticcio di rognone. Fatto con ali, credo, il migliore che abbia mai assaggiato. Qual era il nome del cuoco?"
"Gage," Jeyne disse subito. "Era un bravo cuoco. Per Sansa faceva la torta al limone ogni volta che c’erano limoni."
Crowfood si accarezzò la barba con le dita. "Ora sarà morto, immagino. C’era un uomo anche che conosceva l’acciaio. Qual era il suo nome?"
Jeyne esitò. Mikken, Theon pensò. Il suo nome era Mikken. Il fabbro del castello ma non aveva mai fatto nessuna torta al limone per Sansa, e questo lo aveva reso di gran lunga meno importante del cuoco del castello e del dolce mondo che aveva condiviso con la sua amica Jeyne Poole. Ricordalo, accidenti a te. Tuo padre era l’uomo, che gestiva tutta la casa. Il nome del fabbro era Mikken, Mikken, Mikken. Lo avevo messo a morte per primo.

"Mikken" Jeyne disse.
Mors Umber aveva grugnito. "Sì". Che cosa avrebbe detto o fatto poi Theon non l’avrebbe mai saputo, un ragazzo corse verso loro stringendo una lancia e gridando che il cancello di Grande Inverno si stava aprendo. E Crowfood aveva sorriso.
Theon si contorse tra le catene, e sbatté le palpebre per guardare il re. "Crowfood ci ha trovato, sì, ci ha portato qui, ma sono stato io che l'ho salvata. Chiedetelo a lei." Lei avrebbe risposto. "Si mi ha salvato lui," Jeyne glielo aveva sussurrato, mentre la trascinava tra la neve. Era pallida per il dolore, ma lo aveva sfiorato con una mano sulla guancia e gli aveva sorriso. "Ho salvato Lady Arya," Theon sussurrò di rimando. E poi d'un tratto Mors, Umber e gli altri li avevano circondati. "E 'questo il tuo ringraziamento?" chiese a Stannis, scalciando debolmente contro il muro. Le sue spalle erano in agonia. Il suo peso gli fuoriusciva anche dalle orbite degli occhi. Quanto tempo era stato appeso? Era ancora notte fuori? La torre era senza finestre, non aveva modo di capirlo.
"Liberami, e ti servirò."
"Come hai servito Roose Bolton e Robb Stark?" Stannis sbuffò. "Non credo. Abbiamo uno scopo più consono per te, voltagabbana., Ma non lo conoscerai sino a quando non avremo finito con te."
Ha intenzione di uccidermi. Il pensiero fu stranamente confortante. La morte non faceva paura a Theon Greyjoy. La morte significava la fine del dolore. "Fallo, allora", lo esortò Theon. "Tagliami la testa e infilala su una picca. Ho ucciso i figli di Lord Eddard, devo morire. Ma fallo in fretta. Sta arrivando."
"Chi? Bolton?"

"Lord Ramsay," Theon sibilò. "Il figlio, non il padre. Non devi lasciare che mi prenda. Roose ... Roose è al sicuro tra le mura di Grande Inverno con la sua nuova grassa moglie. E’ Ramsay che sta arrivando."
"Snow Ramsay, vuoi dire. Il bastardo."
"Non chiamarlo così!" rispose Theon sputando saliva dalle labbra . "Ramsay Bolton, Ramsay Snow mai, Snow mai, bisogna ricordare il suo nome, o lui ti farà del male."
"E 'il benvenuto se ci vuole provare. Qualunque nome preferisca."
La porta si aprì lasciando entrare una folata di vento freddo carico di neve. Il cavaliere delle falene era tornato con il maestro che il re gli aveva chiesto, le vesti grigie erano nascoste sotto una pelle d'orso pesante. Dietro di loro venivano altri due cavalieri, ciascuno recava un corvo in una gabbia. Uno era l'uomo che era con Asha, quando il banchiere lo consegnò a lei, un uomo corpulento con un maiale alato sulla sua sopravveste. L'altro era più alto, con le spalle larghe e muscolose.L’uomo più alto portava un armantura in acciaio argentato con intarsi, anche se era graffiata e ammaccata, ancora brillava alla luce delle candele. Sul mantello vi era un cuore ardente.
"Maestro Tibald", annunciò il cavaliere delle falene.
Il Maestro cadde in ginocchio. Aveva i capelli rossi, le spalle floscie, con gli occhi ravvicinati guardò verso Theon appeso al muro. "Vostra Grazia. Come posso esservi utile?"
Stannis non rispose subito. Studiò l'uomo corrugando la fronte. "Alzati". Il Maestro si alzò. "Tu sei il Maestro dei Dreadfort. Come mai sei qui?"
"Lord Arnolf mi ha portato per curare i suoi feriti".
"Per i suoi feriti o per i suoi corvi?

Per entrambi, Vostra Grazia. "
" Per entrambi." Stannis sbottò a quell’ammissione. "Ogni corvo dei Maestri vola solo in un luogo E 'corretto?"
Il Maestro si asciugò il sudore dalla fronte con la manica. "N-non del tutto, Vostra Grazia. La maggior parte, sì. Alcuni, a pochi, si può insegnare a volare tra due castelli. Tali uccelli sono molto apprezzati. E ogni tanto, c’è un corvo che può imparare i nomi di tre o quattro o cinque castelli. Di uccelli così intelligenti ne nascono solo una volta ogni cento anni ".
Stannis indicò gli uccelli neri nelle gabbie. "Questi due non sono così intelligenti, presumo."
"No, Vostra Grazia. Anche se lo vorrei."
"Dimmi, allora. Per dove sono stati addestrati a volare?"
Maestro Tibald non rispose. Theon Greyjoy mosse debolmente i piedi, ridendo. Preso!
"Rispondi. Se dovessimo perdere, questi uccelli, potrebbero volare a Dreadfort?" Il re si sporse in avanti. "Oppure potrebbero volare a Grande Inverno?"
Maestro Tibald si pisciò nelle vesti. Theon non poteva vedere la macchia scura da dove era appeso, ma sentiva l'odore di piscio tagliente e forte.
"Maestro Tibald ha perso la lingua," Stannis osservò con i suoi cavalieri. "Godry, quante gabbie hai trovato?"
"Tre, Vostra Grazia," disse il cavaliere con il pettorale argentato. "Una era vuota."
"Vostra Grazia, il mio ordine mi impone di servire, noi ..."
"So tutto dei vostri voti. Quello che voglio sapere è cosa c'era scritto nella lettera che hai inviato a Grande Inverno. Hai forse detto a Lord Bolton dove siamo?"
"S-sire." Tibald dalle spalle floscie si raddrizzò con orgoglio.
"Le regole del mio ordine mi proibiscono di divulgare il contenuto delle lettere di Lord Arnolf."
"I vostri voti sono più forti della tua vescica, a quanto pare."
"Vostra Grazia deve capire -"
"Devo?" Il re si strinse nelle spalle. "Se lo dici tu. Tu sei un uomo di sapere, dopo tutto. Ho avuto un Maestro a Roccia del Drago, che era quasi un padre per me. Ho grande rispetto per il vostro ordine e per i Vostri voti. Ma Ser Clayton non condivide i miei sentimenti. Ha imparato tutto quello che sa nelle terre di Flea Bottom. Se dovessi darti a lui, ti strangolerebbe con la tua catena o ti caverebbe un occhio con un cucchiaio. "
"Solo uno, Vostra Grazia," si offrì il cavaliere calvo, con il maiale alato. "Mi piacerebbe vederlo orbo."
"Di quanti occhi ha bisogno un Maestro per leggere una lettera?" chiese Stannis. "Si dovrebbe bastarne uno. Non vorrei che non sia più in grado di adempiere i suoi doveri verso il suo Lord. Roose Bolton e i suoi uomini potrebbero attaccarci anche ora, però, E’ quindi necessario capire se lesinare su alcune cortesie. Vi chiedo ancora una volta. Cosa c'era nel messaggio inviato a Grande Inverno? "
Il Maestro tremava. "Una mappa, Vostra Grazia."
Il re si appoggiò allo schienale della sedia. "Portatelo fuori», ordinò. "Lasciate qui i corvi". Una vena gli pulsava nel collo. "Confinate questo disgraziato grigio in una delle capanne fino a quando non avrò deciso che cosa farne".
"Sarà fatto," dichiarò il cavaliere alto. Il Maestro svanì dietro a un vento freddo colmo di neve. Rimase solo il cavaliere dalle tre falene.
Stannis guardò Theon in cagnesco, "Non sei il solo voltagabbana qui, a quanto pare.
Vorrei che tutti i Lord dei Sette Regni, avessero un unico collo.” Si voltò verso il cavaliere. "Ser Richard, mentre mi incontro con Lord Arnolf, disarma i suoi uomini e mettili sotto custodia. La maggior parte sarà addormentata. Non fare loro alcun male, a meno che non resistano. Potrebbero non sapere. Domanda loro ... ma con calma. Se non erano a conoscenza del tradimento, hanno la possibilità di dimostrare la loro lealtà. " Mosse la mano licenziandolo. "Fai entrare Justin Massey."
Un altro cavaliere, Theon questo lo conosceva, .Era un uomo giusto, con una barba ben curata biondi e folti capelli lisci così pallidi che sembravano più bianchi che oro. La sua tunica recava la tripla spirale, un sigillo antico di un’antica casa. "Mi è stato detto Vostra Grazia che avete bisogno di me", disse, inginocchiandosi.
Stannis annuì. "Si, accompagnerai il banchiere Bravosiano. Scegli sei uomini forti e prendi dodici cavalli."
"Da montare o da mangiare?"
Il re non si divertiva. "Voglio che tu parta prima di mezzogiorno, ser. Lord Bolton potrebbe arrivare da un momento all'altro, ed è imperativo che il banchiere faccia ritorno a Braavos. Lo dovrai scortare sino al di là del mare stretto."
"Se ci sarà battaglia, il mio posto è qui con te."
"Il tuo posto è dove io dico che è. Ho 500 spade buone come te con me, ma tu hai modi più piacevoli e una lingua migliore, e mi sarai più utile con il Bravosiano che qui con me. La Banca di Ferro mi ha aperto le sue casse. Con le loro monete noleggerai navi e mercenari. Una compagnia onerevole, se c’è n’è una. La Compagnioa Dorata sarebbe la mia prima scelta, se non è già sotto contratto. Cercali nelle
Disputed Lands, se necessario. Prima delle spade, però, trova il maggior numero possibile di arcieri a Braavos, e inviali al di Forte Orientale. Arcieri, abbiamo bisogno di più arcieri. " Ser Justin spinse indietro una ciocca di capelli che gli era finita in un occhio e disse: "I capitani delle compagnie libere si uniranno più facilmente a un Lord che a un semplice cavaliere, Vostra Grazia. Non possiedo né terre, né il titolo, perché dovrebbero vendermi le loro spade?"
"Andrai da loro con i pugni pieni di dragoni d'oro," disse il re, in tono acido. "Questo dovrebbe risultare convincente. Ventimila uomini dovrebbero essere sufficienti. Non tornare con meno."
"Sire, posso parlare liberamente?"
"Si, se lo fai alla svelta."
"Vostra Grazia dovrebbe andare con il banchiere Bravosiano."
"E ' questo il tuo consiglio? Dovrei fuggire?" Il volto del re si rabbuiò. "Questo è stato anche il tuo consiglio a Blackwater, se ben ricordo. Quando la battaglia volse contro di noi, mi dicesti di lasciare Horpe Chivvy e di tornare a Roccia del Drago come un cane frustato."
"Quel giorno perdemmo, Vostra Grazia."
«Sì, dicesti così. Stiamo perdendo, sire. Dobbiamo tornare indietro' E ora vuoi che io me la dia a gambe al di là del mare stretto ... "
"... Per radunare un esercito, sì. come fece Acreacciaio dopo la battaglia di Redgrass, dove Daemon Blackfyre morì."
"Non cianciare con me della storia, ser. Daemon Blackfyre era un ribelle e un usurpatore, Acreacciaio un bastardo. Quando fuggì, giurò che sarebbe tornato per mettere il figlio di Daemon sul Trono di Spade. Non lo ha mai fatto. Le parole sono vento, e il vento che soffia sugli esuli al di là del mare stretto soffia raramente indietro. Quel ragazzo Viserys Targaryen parlava di ritornare. Mi sfuggì a Roccia del Drago, solo per trascorrere la sua vita a far moine ai mercenari. 'Il Re Mendicante,' si lo chiamavano così nelle Città Libere. Beh, io non prego, di sfuggire a nessuno. Sono l'erede di Robert, il re legittimo di Westeros. Il mio posto è qui con i miei uomini. Il tuo è a Braavos. Vai con il banchiere, e fai la tua offerta. "
"Come comandi," Ser Justin rispose.
"Può darsi che perderemo questa battaglia," disse il re con aria cupa. "A Braavos potrai udire che sono morto. Forse sarà vero. Ma troverai i mercenari comunque."
Il cavaliere esitò. "Vostra Grazia, se sarai morto"
"Vendicherai la mia morte, e metterai mia figlia sul Trono di Spade o morirai nel tentativo.".
Ser Justin mise una mano sulla sua elsa della spada. "Sul mio onore di cavaliere, hai la mia parola."
"Oh, e porta la ragazza Stark con te. Consegnala al Lord Snow il Comandante quando sarai sulla strada per il Forte Orientale." Stannis scrutò la pergamena davanti a lui. "Un vero re paga i suoi debiti."
Pagare, sì, pensò Theon. Paga con moneta falsa. Jon Snow avrebbe riconosciuto la falsa Arya in un batter d’occhio. Il bastardo del cupo Lord Stark avrebbe riconosciuto Jeyne Poole, lui era sempre stato affezionato alla sua piccola sorellastra Arya.
"I fratelli neri vi accompagneranno sino al Castello Nero," il re andò via. "Gli uomini di ferro resteranno qui, presumibilmente a combattere per noi. Un altro regalo da Tycho Nestoris. Meglio così, vi avrebbero solo rallentati gli uomini di ferro sono fatti per le navi, non per i cavalli. Lady Arya dovrebbe avere una compagna. Prendi Alysane Mormont. "
Ser Justin spinse indietro i capelli di nuovo. "E Lady Asha?"
Il re riflettette per un momento. "No."
"Un giorno, Vostra Grazia avrà bisogno di prendere le Isole di Ferro. Sarà molto più facile se la figlia di Balon Greyjoy, sarà sposata con uno dei vostri uomini leali, signore."
"Tu?" Il re fece una smorfia. "La donna è sposata, Justin."
"Un matrimonio per procura, mai consumato. Facilmente annullabile. Inoltre lo sposo è vecchio. Potrebbe morire presto."
Con una spada nella pancia, ser verme. Theon sapeva come certi cavalieri agiscono.
Stannis strinse le labbra. "Servimi bene con questa faccenda dei mercenari e avrai ciò che desideri. Fino a quel momento, la donna resterà mia prigioniera."
Ser Justin chinò la testa. "Capisco".
Ciò irritò il re. "La tua comprensione non è necessaria. Solo la tua obbedienza. Sei sulla buona strada, ser."
Quando il cavaliere si congedò, il mondo al di là della porta era più bianco che nero.
Stannis Baratheon attraversò la torre. La torre era piccola, umida e stretta. Si portò a pochi passi da Theon. «Quanti uomini ha Bolton a Grande Inverno?"
"Cinquemila. Sei. Forse di più." Fece un sorriso orribile, aveva tutti i denti frantumati. "Più di te".
"Quanti pensa di inviarcene contro?"
"Non più di metà." Quella era una supposizione, certo, ma gli sembrava fosse giusta. Roose Bolton non era un uomo da mandarne di più alla cieca nella neve, mappa o no. Avrebbe tenuto con se una riserva maggiore, i suoi uomini migliori, e aveva fiducia nel doppio muro massiccio di Grande Inverno. "Il castello era affollato. Gli uomini erano l'uno alla gola dell’altro, i Manderlys e i Freys in particolare. Sua signoria ha inviato quelli che è bene vengano eliminati."
"Wyman Manderly". La bocca del re si contorse in disprezzo. "il Lord troppo grasso per montare a cavallo. Troppo grasso per venire me, ma per andare a Grande Inverno no. Troppo grasso per piegare il ginocchio a me e giurare con la sua spada, ma ora brandisce la spada per Bolton. Ho inviato il mio Lord delle Cipolle a trattare con lui, e il Lord troppo grasso l’ha massacrato e ha messo la testa e le mani sulle pareti di porto bianco per far gongolare i Freys. E i Freys ... e le nozze rosse erano state dimenticate? "
"Il nord ricorda. Le nozze rosse, le dita di Lady Hornwood, il saccheggio di Grande Inverno, Deepwood Motte e Piazza Torrhen, ricorda tutto." Bran e Rickon. Anche se erano solo i figli del mugnaio. "Frey e Manderly non uniranno le loro forze. Verranno da voi, ma separatamente. Lord Ramsay non resterà indietro. Vuole la sua sposa. Vuole la sua Reek." La risata di Theon era per metà una risatina e per metà un gemito. "E’ diLord Ramsay che Vostra Grazia che deve aver paura."
Stannis si urtò a questo. "Ho sconfitto tuo zio Victarion e la sua flotta di ferro fuori Fair Isle, la prima volta che tuo padre si fece incoronare. Ho tenuto Capo Tempesta contro il potere dei Reach per un anno, e ho preso Roccia del Drago ai Targaryen. Ho distrutto Mance Rayder alla barriera, anche se aveva uomini venti volte più di me. Dimmi, voltagabbana, quante battaglie ha mai vinto il Bastardo di Bolton perchè io ne abbia a temere? "
Non devi chiamarlo così! Un'ondata di dolore sommerse Theon Greyjoy. Chiuse gli occhi e fece una smorfia. Quando li riaprì, disse: "Non lo so."
"Non lo so."
"Sa di me,» gridò uno dei corvi lasciati dal Maestro. Sbattendo le grandi ali nere contro le sbarre della gabbia."Sa", gridò di nuovo.
Stannis si voltò. "Fate finire questo rumore".
La porta dietro di lui si aprì. I Karstarks erano arrivati.
Curvo e contorto, il castellano di Karhold si appoggiò pesantemente al bastone mentre camminava verso il tavolo. Il mantello di Lord Arnolf era di lana grigia, bordato di nero con una raggiera d’argento. Un capo ricco, pensò Theon. Aveva visto quel mantello prima, lo conosceva, proprio come conosceva l'uomo che lo indossava. A Dreadfort. Si ricordò. Si sedette e cenò con Lord Ramsay e Whoresbane Umber, la notte che portarono Reek nella sua cella.
L'uomo accanto a lui non poteva che essere il figlio. Sui cinquanta, Theon giudicò, con un viso rotondo e morbido come quello di suo padre, quando Lord Arnolf sarebbe ingrassato. Dietro di lui venivano tre uomini più giovani. I nipoti, ipotizzò. Uno indossava una corazza con la cotta di maglia. Gli altri sembravano vestiti per la prima colazione, non per la battaglia. Sciocchi.
"Vostra Grazia". Arnolf Karstark chinò la testa. "E’ un onore". Si guardò intorno. E i suoi occhi videro Theon. "E chi è questo?" Il riconoscimento venne con un battito cardiaco più tardi. Lord Arnolf impallidì.
Il figlio stupido rimase ignaro. "Non ci sono sedie,"Osservò l'idiota. Uno dei corvi urlò dalla gabbia.
"Solo la mia". Re Stannis era seduto. "Non è il Trono di Spade, ma si addice a questo posto." Era presente una dozzina di uomini, guidati dal cavaliere delle falene e dall'uomo dal pettorale argentato. "Voi siete già morti, lo dovete sapere. Resta solo da definire il modo della vostra morte. Fareste bene a non sprecare il mio tempo con delle smentite. Confessate, e avrete la stessa fine rapida che il giovane lupo ha dato a Lord Rickard. Mentite e brucerete. Scegliete. "
"Ho scelto questo." Uno dei nipoti afferrò l’impugnatura della spada, e fece per colpirlo.
Si rivelò una scelta sbagliata. La lama del nipote non era nemmeno fuoriuscita dal fodero che già due dei cavalieri del re erano su di lui. Si ritrovò con l'avambraccio mozzato mentre uno dei suoi fratelli ebbe uno squarcio nella pancia, inciampò per le scale a causa della sporcizia e del sangue sgorgato. Barcollò per sei passi prima di cadere, poi crollò sul pavimento.
Né Karstark Arnolf né suo figlio si mossero.
"Portateli via," il re ordinò. "La loro vista mi inacidisce lo stomaco." In pochi istanti, i cinque uomini erano stati legati e portati altrove. Quello che aveva perso il braccio era svenuto per la perdita di sangue, ma il fratello con la ferita del ventre aveva urlato abbastanza forte per tutti e due. "È così che tratto i traditori, voltagabbana," Stannis informò Theon.
"Il mio nome è Theon."
"Come vuoi. Dimmi, Theon, quanti uomini ha Mors Umber con lui a Grande Inverno?"
"Nessuno. Nessun uomo." Sorrise a se stesso. "Aveva dei ragazzi. Li ho visti." E una manciata di semi storpi sergenti, i guerrieri che Crowfood aveva portato giù da End Hearth erano appena grandi per farsi la barba. "Le lance e le asce che stringevano erano più vecchie di loro. Era Umber Whoresbane che aveva gli uomini, all'interno del castello. Li ho visti anch'io. Vecchi, comunque." Theon ridacchiò. "Mors ha preso i ragazzi e Hother ha preso i vecchi. Tutti gli uomini veri sono andati con Greatjon alle nozze rosse. E 'questo che voleva sapere, Vostra Grazia?"
Re Stannis ignorò l’ultima frase. "Ragazzi," fu tutto quello che disse in modo disgustato. "Con dei ragazzi non resisterà a lungo Lord Bolton."
"Non molto," Theon disse d'accordo. "Non abbiamo molto tempo tutti, comunque."
"Non molto tempo», esclamò il corvo nella gabbia.
Il re rivolse all’uccello uno sguardo irritato. " Secondo questo banchiere Bravosiano Lord Aenys Frey è morto. Ha dei ragazzi?"
"Venti ragazzi verdi, con picche," Theon disse. "La neve cadde pesantemente per giorni e giorni. Così pesantemente che dalle mura del castello non si poteva vedere che a una decina di metri di distanza, gli uomini sui merli non potevano vedere cosa stava accadendo al di là di quelle mura. Così Crowfood mise i suoi ragazzi a scavare una trincea fuori del castello, soffiò il corno per attirare Lord Bolton fuori. Invece uscirono i Freys. La neve aveva coperto i pozzi, e il cavallo di Aenys si ruppe il collo, sentii dire, Ser Hosteen perse solo un cavallo, tanto peggio. Sarà arrabbiato. "
Stranamente, Stannis sorrise. "La rabbia dei nemici non mi riguarda. La rabbia rende gli uomini stupidi, e Hosteen Frey è già stupido di suo, se è vera la metà di quello che ho sentito dire di lui. Che venga."
"Verrà."
"Bolton ha commesso un errore grossolano," il re dichiarò. "Tutto quello che doveva fare era restare dentro il suo castello mentre noi pativamo la fame. Invece ha mandato una parte della sua forza per darci battaglia. I suoi cavalieri sono a cavallo, ma si dovrà combattere a piedi. I suoi uomini saranno ben nutriti, mentre noi andremo in battaglia con le pance vuote. Ma non ha importanza. Ser Stupido, il Lord Troppo Grasso, il Bastardo, lasciali venire. Continueremo a tenere questo terreno, e intendo trasformarlo in un nostro vantaggio.. "
"Il terreno?" Theon disse. "Che terreno? Qui? Questa torre illegittima? Questo villaggio miserabile? Non ci sono alture, né pareti per nasconderci, né alcuna difesa naturale."
"Eppure".
"Eppure," entrambi i corvi urlato all'unisono. Poi un corvo, dopo l'altro mormorarono: “Albero, albero, albero.”
La porta si spalancò su un mondo bianco. Il cavaliere delle tre falene entrò, le gambe incrostate di neve. Scosse i piedi fuori e disse: «Vostra Grazia, i Karstarks sono stati presi. Alcuni di loro hanno resistito, e sono morti per questo. Gli altri erano troppo confusi e sono venuti in silenzio. Li abbiamo ammassati tutti nella torre e confinati lì. "
"Ben fatto".
"Dicono che non sapevano nulla." "Ma forse mentono".
"Potremmo chiederglielo più forte ..."
"No, non credo possa servire. Karstark non avrebbe mai potuto sperare di mantenere segreto il suo tradimento se avesse condiviso i suoi piani con ogni uomo al suo servizio. Qualche lanciere ubriaco si sarebbe lasciato sfuggire qualcosa una notte mentre prendeva una pu***na. Non avevano bisogno di sapere. Sono uomini di Karhold. Quando sarebbe giunto il momento avrebbero obbedito ai loro Lord, come avevano fatto per tutta la vita. "
"Va bene, Sire."
"Che mi dici delle tue perdite personali?"
"Uno degli uomini di Lord Peasebury è stato ucciso, e due dei miei sono stati feriti. Ma, Vostra Grazia, gli uomini sono sempre più ansiosi. Centinaia di loro si sono riuniti intorno alla torre, chiedendosi che cosa sia successo. Parole di tradimento sono su ogni bocca

Nessuno sa di chi fidarsi, e gli Uomini del Nord in particolare pensano che chiunque possa essere arrestato -. "
"Ho bisogno di parlare con loro. Wull è ancora in attesa?"
"Lui e Artos Flint. Li vedrai’"
"Per poco. La prima è il kraken".
"Come comandi". Il cavaliere si congedò.
Mia sorella, Theon pensò, la mia dolce sorella. Anche se non c’erano mai stati grandi sentimenti, si sentì torcere l’intestino, come quando il banchiere Bravosiano lo presentò a Asha come un 'dono'. Il ricordo gli bruciava ancora. Il corpulento, calvo cavaliere che era con lei non aveva perso tempo per gridare aiuto, e non aveva avuto che qualche istante prima di essre trascinato via da lei per essere portato dal re. E’ stato abbastanza però. Aveva odiato l’espressione di Asha, quando si era resa conto di chi fosse, lo shock nei suoi occhi, la pietà nella sua voce, il modo in cui la sua bocca si era distorta per il disgusto. Invece di correre incontro per abbracciarlo, aveva fatto un mezzo passo indietro. "E’ stato il Bastardo a farti questo?" aveva chiesto.
"Non chiamarlo così." Poi le parole erano fuoriuscite in fretta da Theon. Cercò di dirle tutto, circa Reek e Dreadfort e Kyra e delle chiavi, che mai Lord Ramsay lo aveva scuoiato a meno che lo avesse pregato di farlo. Le raccontò che aveva salvato la ragazza, saltando dal muro castello giù nella neve. "Abbiamo volato. Facciamo fare a Abel una canzone su come abbiamo volato." Poi cle aveva detto chi era Abele e delle lavandaie che non erano veramente lavandaie. Sin da allora Theon aveva capito che sembrava strano e incoerente tutto quello che diceva, ma in qualche modo le parole non si fermavano. Era freddo e malato e stanco ... e debole, così debole, così debole.
Lei deve capire. Lei è mia sorella. Non ho mai voluto fare del male a Bran o Rickon. Reek ha ucciso quei ragazzi, non lui ma Reek l'altro. "Io non sono uno sterminatore di re", aveva insistito. Le disse come aveva capito che Grande Inverno era piena di fantasmi. "Le spade non c'erano più. Quattro, credo, o cinque. Non ricordo. I re di pietra sono arrabbiati." Tremava al ricordo, tremava come una foglia d'autunno. "L'albero del cuore sapeva il mio nome. Gli dei antichi. Theon, li ho sentiti bisbigliare. Non c'era vento, ma le foglie si muovevano. Theon, hanno detto. Il tuo nome è Theon." E 'stato bello udire il mio nome. Quando lo avevo quasi dimenticato”. "Devi sapere il tuo nome," aveva detto alla sorella. "Tu ... tu mi hai detto che ti chiamavi Esgred, ma era una bugia. Il tuo nome è Asha."
"Si," la sorella aveva detto, così piano che aveva paura che potesse piangere. Theon la odiava. Odiava le donne in lacrime. Jeyne Poole aveva pianto per tutta la strada da Grande Inverno a li, aveva pianto fino a quando il suo volto era diventato viola come una barbabietola e le lacrime le si erano congelate sulle guance, e tutto perché lui le aveva detto che lei deve essere Arya, altrimenti anche i lupi per potrebbero rimandati indietro . "Ti hanno addestrato in un bordello," le ricordò, sussurrandole in un orecchio in modo che gli altri non sentissero. "Jeyne la prossima cosa da fare per una pu***na, è continuare ad essere Arya." Lo aveva detto a fin di bene per lei. E 'stato per il suo bene. Deve ricordare il suo nome. Quando la punta del naso le era diventato nero per congelamento, e uno dei Guardiani della Notte le aveva detto che avrebbe potuto perderne un pezzo, Jeyne aveva pianto ancora. "Nessuno avrebbe fatto male a lei finchè sarebbe stata Arya , lei è l’ erede di Grande Inverno," la rassicurò. "Un centinaio di uomini vogliono sposarla. Mille."
I Ricordi fecero contorcere Theon nelle catene. "Fammi scendere", chiese. "Solo per un pò', poi mi appenderai di nuovo." Stannis Baratheon lo guardò, ma non rispose. "Albero", un corvo gridò.
Albero, albero, albero. "
Poi altro uccello disse: «Theon," chiaro come il giorno, Asha entrò a grandi passi attraverso la porta.
Qarl la Fanciulla era con lei, e Tristifer Botley. Theon aveva conosciuto Botley quando erano ragazzi a Pyke. Perché ha portato i suoi animali domestici? Significa che anche lei vuole uccidermi? Si sarebbe finita allo stesso modo che con i Karstarks.

Il re era scontento della loro presenza. "Le tue guardie possono attendere fuori. Se voglio farti del male, due uomini non mi dissuaderanno".
Gli uomini di ferro si inchinarono e uscirono. Asha si inginocchiò. "Vostra Grazia. Mio fratello deve essere incatenato a quel modo? Mi sembra una scarsa ricompensa per chi ti ha portato la ragazza Stark."
La bocca del re si contrasse. "Hai una lingua audace, mia signora. Non diversamente dal tuo fratello voltagabbana."
"Grazie, Vostra Grazia."
"Non era un complimento." Stannis diede una lunga occhiata a Theon. "Mancano le prigioni e ho più prigionieri di quanti me ne aspettassi." Fece un cenno Asha. "Ma possono aumentare."

Lei si alzò. "Il Bravosianoi ha riscattato sette dei miei uomini daLady Glover. Vorrei pagare un riscatto per mio fratello."
"Non c'è abbastanza oro su tutte le Isole di Ferro. Le mani di tuo fratello sono sporche di sangue. Farring mi chiede di darlo a R'hllor."
"Anche Clayton Suggs, non ne dubito."
"Lui, Corliss Penny, e tutti gli altri. Anche Ser Richard, che ama il Signore della Luce, solo quando fa comodo i suoi scopi."
"Il dio rosso conosce solo una singola canzone."
"Fino a quando la canzone sarà gradita alle orecchie del dio, falli cantare. Lord Bolton e i suoi uomini saranno qui prima di quanto vorremmo. Solo Umber Mors si frappone tra noi, e tuo fratello mi dice che ha solamente ragazzi verdi. Agli uomini piacerebbe sapere che il loro dio è con loro quando ci sarà battaglia. "
"Non tutti i tuoi uomini adorano lo stesso dio."
"Sono consapevole di questo. il pazzo è mio fratello."
"Theon è ultimo figlio superstite di mia madre. LA morte di suoi fratelli, l'ha distrutta. La sua morte schiaccerà ciò che resta di lei ... ma non sono venuta a pregare per la sua vita."
"Saggio da parte tua. Mi dispiace per tua madre, ma non posso risparmiare la vita dei voltagabbana. La sua in particolare. Ha ucciso i due figli di Eddard Stark. Ogni uomo del Nord al mio servizio mi abbandonerebbe se gli mostrerò clemenza. Tuo fratello deve morire. "
"Poi farlo di nascosto, Vostra Grazia." Il gelo nella voce di Asha fece rabbrividire Theon nelle sue catene. "Portalo fuori sul lago, sull'isolotto dove cresce l’albero diga, e tagliagli la testa con la tua spada magic. Così come avrebbe fatto Eddard Stark. Theon uccise i figli di Lord Eddard. Dallo agli dèi di Lord Eddard. Alle antiche divinità del nord. Dallo a l'albero diga. "
E all'improvviso i corvi del Maestro iniziarono selvaggiamente a saltellare e a dibattersi nelle gabbie, le loro piume nere volarono sbattendo contro le sbarre un grido rauco si levò. "L'albero", uno gracchiò, "l'albero, l'albero", mentre il secondo urlava, "Theon, Theon, Theon."
Theon Greyjoy sorrise. Conoscono il mio nome, pensò.

 


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

S
StarkTargaryen
Confratello
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StarkTargaryen
Confratello

S

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Inviato il 23 luglio 2014 9:19

 

Fuggire!?Il determinatissimo Stannis!?Dopo tutta sta ostinatissima marcia/carneficina!?Proprio ora che ha qualche possibilita' di vincere!?Ma scherziamo!? Piutosto avete notato il suo voler "sfruttare il terreno?Sembrava molto convinto. Il che mi riporta in mente quando nel libro precedente uno dei suoi uomini gli diceva piu' o meno cosi':"non ci sono piu' pesci..avete fatto talmente tanti buchi che mi meraviglio che il lafgo non sia ancora crollato inghiottendovi tutti." I che mi fa venire un idea...

 

Conoscendo Martin e sapendo quanto ami riciclare episodi storici per il suo romanzo (le Nozze Rosse sono ispirati a fatti reali della storia scozzese, ad esempio) non mi stupirei se Stannis combattesse una battaglia sul lago ghiacciato come quella del lago Peipus fra teutonici e principato di Novgorod.

 

ti riferisci alla battaglia di Tannenberg o Grunwald?


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