25 minutes fa, Zio Frank dice:Io non parlavo di scogli ,dicevo solo che processo creativo e di scrittura non sono compartimenti stagni.
All' università ci sono i libri già creati e tu che devi sederti a studiarli
Quindi non si dovrebbe applicare quel processo di studio ad uno scrittore
Poi a Martin men che meno
Non sono compartimenti stagni, ma in linea di principio il processo creativo (inteso come programmazione del piano dell'opera) viene prima della fase della stesura materiale, tanto è vero che i libri complessi vengono modificati molte volte dall'autore e di quasi tutti i capolavori famosi esistono stesure successive prima di quella definitiva. Si è detto mille volte che Martin non fa così, che lui decide in corso d'opera eccetera. Io mi auguro che non sia una regola assoluta e che una programmazione ci sia, perchè gestire un'opera così complessa sulla base dell'ispirazione del momento non è difficile, è impossibile. A maggior ragione nella fase in cui si deve arrivare, in modo sperabilmente coerente, alla risoluzione finale.
Lui ha sempre detto di essere più un giardiniere che un architetto
Qui si torna al punto focale
A me i risultati piacciono e non cambierei ne lo scrittore ne quindi i suoi metodi
Abbozzo e aspetto con fiducia ma anche quasi certezza del la bellezza del risultato
Ma la trama è l'ultimo dei problemi, soprattutto per uno come Martin a cui certamente le idee non mancano e non si è mai fatto problemi a saccheggiare quelle preesistenti.
Come se poi esistessero trame innovative e la letteratura non fosse l'eterna reinvenzione delle stesse dieci storie.
Il problema è raccontarla, la storia. Quello è sempre stato il punto di forza di GRRM, non la creazione della trama o il world-building (che poi, scusate, ma quale?), ma la capacità di narrare la trama da lui ideata in un modo fresco, avvincente, coinvolgente.
Cosa rende indimenticabili le Nozze Rosse, l'idea che qualcuno venga ammazzato ad un matrimonio, che era vecchia prima ancora che Remo e Romolo litigassero? O piuttosto il modo geniale in cui vengono raccontate, il crescendo della tensione, l'ineluttabile senso di disgrazia che riempe ogni pagina, l'orrore senza fondo che si dipana davanti ai nostri occhi?
Ed in questo consiste la forza di Martin, potrei riproporre esempi fino a domani, il Bosco dei Sussurri e il duello
Bronn - Vardis narrati dal POV di Catelyn, il furibondo montaggio alternato della battaglia delle Acque Nere, il fulminante inizio in medias res del capitolo in cui Dany libera gli Unsullied, l'incredibile capacità di Tyrion di rendere indimenticabile il più banale dei dialoghi (ma quello alla Barriera tra lui e Ser Alliser Thorne, ve lo ricordate? Mentre mangia i granchi?), Jaime che torna indietro per Brienne, e ancora ancora ancora...
Leggendo la trilogia iniziale più volte mi sono davvero chiesto se stessi leggendo qualcosa destinato a diventare un classico, un punto di riferimento dello scrivere e raccontare storie. E, in una certa qual misura, lo penso ancora.
Tutto questo in AFFC e soprattutto in ADWD si è andato progressivamente smarrendo, sempre più capitoli diventano dei meri, esasperanti, dimenticabili, plot delivery tools e se questo sia successo perché GRRM - a tremendo torto - si sia convinto che il world building e il raccontare una storia intricata e piena di riferimenti intricati ed easter eggs ed enigmi fosse il suo punto di forza, oppure perché, semplicemente e tremendamente, il talento che lo ha illuminato durante la trilogia iniziale se ne sia andato, non lo so.
Personalmente penso che GRRM, a cui rimprovero molte cose ma non certo di essere uno con poca percezione di sè, sia perfettamente consapevole che ADWD non gli sia venuto molto bene. E per questo sono dieci anni che rima e rilima e straccia e riscrive TWoW, perché vuole che sia perfetto. Non perché gli manchino le idee su cosa scriverci dentro, ma perché non sa come scriverlo. Almeno in un modo che sia adeguato agli standard narrativi dei quali sa di essere (stato) capace.
Ma purtroppo il tempo passa, TWoW non esce, in GRRM cresce la consapevolezza che forse tempo per un settimo libro non ci sarà, che la sua vera eredità popolare rischia di essere una serie TV realizzata da altri, e tutto questo non lo aiuta. La notte è buia, e piena di terrori.
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
Affc e adwd sono addirittura superiori
Twow è il seguito di questi due
Chi non è soddisfatto da quei due......
L'unica cosa che Martin rimprovera ad adwd è aver accettato limiti di pagine
Questione di punti di vista. Io personalmente la penso come Mezzouomo e Metamorfo.
4 minutes fa, MezzoUomo dice:E per questo sono dieci anni che rima e rilima e straccia e riscrive TWoW, perché vuole che sia perfetto.
Ma non dicevi che GRRM non scrive più niente dal 2013 ?
Concordo col post di MezzoUomo.
28 minutes fa, Metamorfo dice:
E' esattamente questo.
Chi non conosce il processo di scrittura non capirà. Pensano che la scrittura sia una cosa magica, per cui ti basta avere delle idee e puff! il più è fatto. Non sanno del dover ragionare su ogni singola linea di dialogo, di descrizione, ecc.
Ho provato a spiegarlo tante volte qui, ma pochissimi capiscono. Tutti rimangono focalizzati sulla creatività, sulla trama e i suoi collegamenti. Come se quella fosse la scrittura. Come se davvero il problema di Martin è avere delle idee di trama, e poi da lì è una passeggiata.
Non si rendono conto di cosa significhi nella realtà immaginare ogni singolo passaggio e riempire ogni riga di ogni pagina delle singole scene, soprattutto per uno come Martin che vuole scrivere ogni passaggio sia scritto nel modo migliore possibile.
Certamente : il suo stile di scrittura è questo.
Prima scrive i capitoli come gli vengono più ispirati e solo dopo crea i collegamenti fra di loro.
Questo metodo è responsabile dei tempi di scrittura wagneriani che lo contraddistinguono.
3 minutes fa, Pongi dice:Questione di punti di vista. Io personalmente la penso come Mezzouomo e Metamorfo.
Auguri
8 minutes fa, Euron Gioiagrigia dice:
Ma non dicevi che GRRM non scrive più niente dal 2013 ?
Ma infatti scrive dieci pagine, ci pensa su una settimana, le legge e le brucia.
Pausa di tre mesi.
Scrive dieci pagine, ci pensa su una settimana, le legge e le brucia.
Pausa di tre mesi.
E via così...
Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.
La scrittura come forma d'arte in cui oltre alla parte creativa esiste tutta la parte tecnica e il duro lavoro, non viene capita.
E' come se il problema in termini di tempo e creazione di Michelangelo fosse stato "che ci disegno lì sulla volta di questa cappella?" e non soprattutto lo stare a testa in su a dipingere ogni singolo centimetro.
Oppure se abbia pensato "ora faccio una scultura con Cristo sdraiato sulla Madonna in questo modo, con il volto della madonna fatto così e lo schema piramidale...fiuuu, il più è fatto!" e non abbia considerato il tempo, la fatica e il sudore dei singoli colpi di cesello.
Sono i singoli colpi di cesello che prendono a Martin tutto il tempo, non la visione d'insieme.
Per fare un esempio, immaginiamo un piccolissimo passaggio di trama che lui ha pensato (butto a caso): Varys deve rivelare a Tyrion di essere un Blackfyre.
Un paio di paginette. 10 minuti di scrittura e via, no?
No.
Martin deve pensare a come costruire quella scena. Quale scenario (che serve anche a creare la giusta atmosfera) e come descriverlo, l'eventuale presenza di altri personaggi, il dialogo in modo che entrambi usino la propria voce, che le linee siano piene di frasi intelligenti e intriganti (come ci si aspetta da questi personaggi), che ci sia del conflitto (per renderlo ancora più interessante), deve scegliere quali riferimenti al passato Targ/blackfyre inserire e il come, in modo che ci sia epicità, come mostrare la risposta emotiva di Tyrion, ecc.
Solo per scrivere queste due paginette di dialogo, George potrebbe metterci una settimana, perchè pure ad uno con del talento, le frasi tanto brillanti da finire nei quote che ci piacciono tanto, non vengono in mente istantaneamente, ma richiedono di pensare e ripensare, e riscrivere e scartare ed aggiungere e modificare.
Richiedono ore col cesello in mano, a sudare e faticare. Laddove l'idea "qui Varys confessa a Tyrion" gli è magari venuta in mente davvero in un attimo.
Si ok ,mai pensato che il come tu, Io, chiunque ,pensi alla complessità di una cosa ,Non è applicabile a chi quella cosa la inventa?
È come dire : impossibile fare le moltiplicazioni a 5 o più cifre a mente ,perché tu non ce la fai
Ma per forza che è applicabile anche a chi quella cosa la inventa, perché la fase materiale della scrittura non può essere evitata. Pensare che basti l'impeto creativo e voilà, le storie si materializzano sulla pagina in quattro e quattr'otto è molto irrealistico, e lo è ancora di più se le pagine da scrivere sono migliaia.
Quindi siccome per te è impossibile districarsi in una trama ,è impossibile per lo scrittore della trama stessa
Un po' come dire che siccome non hai capito chi è l'assassinio di un giallo ,Non lo sa manco lo scrittore
3 minutes fa, Pongi dice:Ma per forza che è applicabile anche a chi quella cosa la inventa, perché la fase materiale della scrittura non può essere evitata. Pensare che basti l'impeto creativo e voilà, le storie si materializzano sulla pagina in quattro e quattr'otto è molto irrealistico, e lo è ancora di più se le pagine da scrivere sono migliaia.
Le persone pensano che per gli scrittori professionisti la cosa diventi sempre automatica, mentre il vantaggio del talento è che permette di fare cose ottime (cosa impossibile per chi il talento non lo ha) e quello dell'esperienza è di farlo in maniera più pratica e veloce, ma è sempre un processo che va fatto.
Nel caso di Martin sappiamo pure che si fa del male, cancellando e riscrivendo come se non ci fosse un domani.
Oltre a questo, nonostante scriva da una vita, e probabilmente digiterà con tutte e dieci le dita e senza guardare, io non riesco a non immaginare ancora George cliccare sulla tastiera soltanto coi soli ditoni indici, cercando con gli occhi le lettere da spingere