Ha fatto bene, dalla 5/6 in poi è inguardabile se uno ha già letto i libriBoh, io sono abbastanza fiducioso viste le dichiarazioni, mi sembra "carico" e più ottimista del solito
Dici? Io non ho avuto questa impressione, mi è parso il solito menare il can per l'aia. Che poi, non dubito che la stesura del libro stia in qualche modo procedendo, ma ho il timore che oltre a tutti gli altri problemi il nostro a questo punto abbia anche quello dell'ansia da prestazione. Voglio dire, lui sa che i suoi lettori ormai non ne possono più di questa attesa, come premio per la loro devozione si aspettano come minimo un capolavoro e non gli perdoneranno nulla: né un ulteriore tirare in lungo con la trama senza far venire i nodi al pettine, né uno sviluppo poco convincente dei personaggi principali verso il loro destino finale. Che, nel caso fosse a grandi linee quello spoilerato dalla serie, dovrebbe essere preparato eccezionalmente bene per non dare adito a polemiche (e mi riferisco soprattutto a Bran, che come personaggio "adulto" è ancora praticamente da inventare). Credo che tutto questo, al di là delle dichiarazioni apparentemente disinvolte, sia un macigno di responsabilità non da poco sulle spalle di Martin, che potrebbe portarlo a riscrivere e limare ogni capitolo ancora chissà quante volte...
Se avesse quel tipo di ansia (diversa dal perfezionismo e dall' ossessione per il premio Hugo) gli basterebbe cambiare i piani .
Invece scommetto che ha perso sei mesi Sol o per caratterizzare Willas Tyrell, i Dayne e le situazioni politiche del nord e dei fiumi post vittoria di Stannis
Ed è quello che voglio
Non credo a quella cosa di Bran ne mi interesserà particolarmentefino a che non leggo winds
Io invece sono molto preoccupata dall'eccesso di perfezionismo, perché significherebbe non vedere mai ADOS. Con tutto il bene che gli posso augurare Martin ha quasi settantadue anni, ne dimostra dieci di più, è obeso e molto probabilmente diabetico e iperteso. Quanti anni di decente salute e piena attività è lecito aspettarsi ancora? Sei, sette? Dieci, ad essere veramente molto ottimisti. Ben venga Willas Tyrell, ma io faccio parte di quei lettori di bocca buona che preferirebbero un finale...
Io sto qua preoccupato per battaglia del nord ,se ho ragione o no sulla lettera rosa ,per Jaime e il suo incontro con lady stoneheart, per Jon.
Più altro
Pensare a ados sarebbe come dovermi sposare e reperire i soldi per sposarmi ,ma pensare già ai soldi per l'università di una figlia che non potrei avere (il figlio maschio se non è genio non ci perdo 2 minuti a mandarlo a lavorare a 18 anni )e che potrebbe non voler andare all' università.
Insomma fammi leggere winds ,Se non dovessi rimanere soddisfatto l'ultimo libro non sarà un problema mio
Detto questo ,nei post precedenti ho abbondantemente spiegato perché la lavorazione di ados sarà una passeggiata
Il 13/7/2020 at 12:55, Zio Frank dice:I piani originali.........che non esistono da molto visto che non esistevano ne i Baratheon ne i Greyjoy ad esempio ,mentre già nel primo libro ci sono indizi su storyline di 4 e 5
Poi non si capisce perché ados dovrebbe avere una gestazione più lunga di winds .....
Pare che appioppate a Martin un modus operandi da studente fuori corso ,i siete convinti che le distrazioni gli impediscano di scrivere quando è risaputo ,e spiegato in the big bang theory, che le grandi menti hanno le idee durante le distrazioni, scrivere è la meno cosa
Riprendo un attimo questo tuo post perchè non ritengo affatto che scrivere sia la meno cosa, anzi. Nel caso di Martin, poi, in particolare. Le idee lui le ha, il piano generale dell'opera a questo punto si spera che l'abbia chiaro, la capacità di costruire personaggi e creare ambienti è la sua dote migliore e quella che presumibilmente anche lo diverte di più, tanto è vero che anche negli ultimi libri in questo senso non si è risparmiato.
Quello che apparentemente nell'ultimo decennio gli ha fatto difetto è proprio la capacità di svolgere il lavoro di manovalanza, cioè di buttar giù sulla carta questa sovrabbondanza creativa in modo organico. Che è faticoso, non interessante, non divertente, ma indispensabile per venire a capo di un'opera di migliaia di pagine. A questo punto non deve più creare, deve solo sgobbare, ed evidentemente non ne ha voglia. Può anche darsi che ADOS sia destinato ad essere, come tu dici, una passeggiata, ma il presupposto è che i nodi che ben conosciamo siano risolti e personaggi e POV drasticamente sfoltiti. Ci starà riuscendo? Speriamo.
@PongiPerò non abbiamo prove che il processo creativo sia finito
O dalla porta o dalla finestra si torna sempre alla serie tv e alla convinZione che sia tutto deciso e solo da scrivere .
Non ho prove nemmeno io del contrario ma insomma
Cercavo di essere ottimista. Se manco il processo creativo è ancora concluso possiamo scordarci non solo ADOS, ma pure TWOW.
Secondo quali basi scientifiche è impossibile capirlo
Lo so che tu consideri le ipotesi più pessimistiche mero disfattismo, e sa il cielo se spero che tu abbia ragione. Ma ragionando a pelle (come ognuno di noi, perchè prove provate non ce ne sono in nessun senso) l'impressione che ho è che Martin abbia il problema di tantissimi scrittori, soprattutto se in età avanzata: non ha più voglia, materialmente, di scrivere, perchè è un lavoro faticoso. Un problema non solo suo, immagino: chissà quanti, tra i famosi autori di bestseller, oltre una certa età subappaltano il lavoro di manovalanza ai ghost writers. Non c'è niente di moralmente criticabile in questo: lo facevano i pittori del Rinascimento, quando dipingevano i volti e le mani e lasciavano il resto ai ragazzi di bottega; lo fanno gli scienziati, che fanno fare il lavoro agli allievi e si limitano a fare la revisione dell'articolo e metterci il nome.
Martin non lo vuole fare, e questo gli fa onore. Ma temo che il principale motivo dei rinvii sia questo, non la "paralisi creativa". A settant'anni la mente è ancora perfetta, non è certamente un'età in cui la capacità di un bravo scrittore di inventare storie debba di per sè declinare. Quello che declina è la voglia di fare fatica, e scrivere due libri di 1500 pagine o giù di lì è tanta fatica.
La mia, che tu lo creda o no, è una visione ottimistica, che prevede solo uno scoglio materiale al completamento dell'opera. Se invece lo scoglio è creativo e Martin sul serio non ha idea di come districarsi dall'impasse, sinceramente non vedo che speranze ci possano essere.
Scusa, doppio. Non si può eliminare?
Io non parlavo di scogli ,dicevo solo che processo creativo e di scrittura non sono compartimenti stagni.
All' università ci sono i libri già creati e tu che devi sederti a studiarli
Quindi non si dovrebbe applicare quel processo di studio ad uno scrittore
Poi a Martin men che meno
14 hours fa, Pongi dice:
Quello che apparentemente nell'ultimo decennio gli ha fatto difetto è proprio la capacità di svolgere il lavoro di manovalanza, cioè di buttar giù sulla carta questa sovrabbondanza creativa in modo organico. Che è faticoso, non interessante, non divertente, ma indispensabile per venire a capo di un'opera di migliaia di pagine. A questo punto non deve più creare, deve solo sgobbare, ed evidentemente non ne ha voglia.
E' esattamente questo.
Chi non conosce il processo di scrittura non capirà. Pensano che la scrittura sia una cosa magica, per cui ti basta avere delle idee e puff! il più è fatto. Non sanno del dover ragionare su ogni singola linea di dialogo, di descrizione, ecc.
Ho provato a spiegarlo tante volte qui, ma pochissimi capiscono. Tutti rimangono focalizzati sulla creatività, sulla trama e i suoi collegamenti. Come se quella fosse la scrittura. Come se davvero il problema di Martin è avere delle idee di trama, e poi da lì è una passeggiata.
Non si rendono conto di cosa significhi nella realtà immaginare ogni singolo passaggio e riempire ogni riga di ogni pagina delle singole scene, soprattutto per uno come Martin che vuole scrivere ogni passaggio sia scritto nel modo migliore possibile.
Tempo fa Martin disse che l'idea su come far morire un pg gli venne durante una vacanza ad Amburgo, tornò a casa e la scrisse .
Se stava seduto davanti al computer senza la vacanza ,la scriveva ?
Adesso compra ferrovie ,magari Euron trasformerà la silenzio in una locomotiva che va a sangue di prete ,o forse no
Comunque no , gli artisti non creano solo mentre effettivamente costruiscono la loro creazione
Potete ripeterlo altre cento volte e dare degli idioti a chi non è d'accordo.
Ma i fatti sono un'altra cosa
Personalmente ho sempre dato per scontato che lo sviluppo mentale della trama e la sua resa su carta siano interconnessi. Più è complicato l'intreccio, più lo diventa la creazione dei singoli passaggi (dialoghi, monologhi, descrizioni et cetera) attraverso i quali l'intreccio si dipana.
Se GRRM non ha le idee chiare su cosa far fare ai personaggi, oppure si rende conto che le cose da far fare ai personaggi non si incastrano fra loro od occupano più di 1500 pagine, ne risente anche il come queste cose devono essere fatte o descritte. Oppure è proprio il come GRRM compone i passaggi della trama che va a interferire con la costruzione mentale del cosa.
Vogliamo una società socialista che corrisponda alle condizioni del nostro paese, che rispetti tutte le libertà sancite dalla Costituzione, che sia fondata su una pluralità di partiti, sul concorso di diverse forze sociali. Una società che rispetti tutte le libertà, meno una: quella di sfruttare il lavoro di altri esseri umani, perché questa libertà tutte le altre distrugge e rende vane.
Enrico Berlinguer
What is honor compared to a woman's love? What is duty against the feel of a newborn son in your arms… or the memory of a brother's smile? Wind and words. Wind and words. We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
George R. R. Martin (A Game of Thrones)
The measure of a life is a measure of love and respect,
So hard to earn, so easily burned
In the fullness of time,
A garden to nurture and protect
It's a measure of a life
The treasure of a life is a measure of love and respect,
The way you live, the gifts that you give
In the fullness of time,
It's the only return that you expect
Neil Peart (The Garden)
Ernest Hemingway once wrote, ‘The world is a fine place, and worth fighting for.’ I agree with the second part.
Andrew Kevin Walker (Seven)
In this game that we’re playing, we can’t win. Some kinds of failure are better than other kinds, that’s all.
George Orwell (Nineteen Eighty-Four)