Un attimo... Una serie di racconti collegati tra loro ed un romanzo multiautore sono due cose molto diverse.
WILD CARDS usa entrambi i metodi, privilegiando i racconti in fase di introduzione (primo e secondo romanzo di ciascuna trilogia) e il romanzo in fase di chiusura (terzo libro).
Penso che il progetto nel nostro caso sia da intendersi come romanzo, non come collezione di racconti. " />
Per quanto riguarda il finale, l'opzione "ne resterà soltanto uno" non è certo l'unica possibile; THE LORD OF THE RINGS, per dire, ha un finale chiaro e definito, che, pur aprendo spazio a nuove avventure, lascia capire che la storia di cui si parla è finita.
Secondo me, dopo un libro passato ad affrontare il dilemma del "seguire la missione o andare per i cavoli nostri", far vedere un'astronave che supera i protagonisti per prenderne il posto come colonizzatori riapre il medesimo tema, per questa ragione faccio fatica a vederlo come finale. " />
Penso che il progetto nel nostro caso sia da intendersi come romanzo, non come collezione di racconti. " />
Esattamente. L'intenzione è proprio quella di creare un romanzo, non una serie di racconti. Quindi cerchiao di restare orientati in questa direzione " />
Visto che le proposte fatte fin'ora sono in una fase di stallo... lancio una nuova idea per il tema
Lotta per il potere
“un esercito straniero che varca la porta principale della nostra città” Tito sputò a terra “e con petali di rose a ricoprire il loro cammino”.
“Sul nostro sangue dovrebbero camminare, almeno non saremmo ricoperti di vergogna” mormorò Alastar.
“Fidati di me, fratello” Tito distolse lo sguardo da quella processione regale e fissò intensamente l’amico “arriverà anche il sangue”.
Questa è la premessa dalla quale son partito.. forse un po' banale lo ammetto... ma riprende un po' quello detto fin'ora: Alla fine l'esercito nemico/straniero/esterno entra in città e prende il potere, lasciando a bocca asciutta gli altri partecipanti al gioco del trono
Quindi... E se questo fosse l'inizio?
Ma andiamo con ordine...
Macro-Ambientazione: Un po' medievaleggiante, al limite con qualche elemento fantasy
Micro-Ambientazione: La storia è ambientata nel cuore del regno. Una città imprendibile che è sempre stata il simbolo del potere della casa regnante. Si dice che nessun esercito la potrebbe mai piegare, ne con la forza ne per fame.
In breve: Da decenni (secoli?), una dinastia detiene il potere sul regno, garantendo la purezza della stirpe grazie agli incroci/matrimoni delle cinque più antiche famiglie del regno (tutte residentinella città). Mentre il re e la regina non lasciano mai il palazzo, nel quale allevano i principi e le principesse secondo regole ben precise di un'antica scuola, le altre famiglie mantengono l'ordine nel regno.
Ci sono state rivolte in passato, ma il tutto è sempre stato riportato alla normalità grazie alla forza dell'esercito reale e all'unità delle famiglie. Il potere è assoluto.
L'inizio: Il re muore a causa di un incidente e la regina non può più avere figli a causa dell'età avanzata. Hanno un solo figlio, un maschio. Le altre famiglie hanno solo figli maschi. E quindi sembra non esserci una futura regina e quindi un continuo per le cinque famiglie.
Molte famiglie nobili vedono una possibilità per entrare a far parte della stretta cerchia del potere e accorrono in città per far vedere le proprie figlie.
Naturalmente il gioco non è pulito e ognuno vuole avere la propria possibilità. Anche tra la gente del popolo c'è chi avanza qualche pretesa ed iniziano pure a girare voci per cui la stirpe regnante è maledetta e la prova è la mancanza di un'erede femmina che possa sposare il principe.
A sorpresa il principe prende contatto e stringe accordi con una regina che viene da "fuori" (per farla semplice da un regno al di là del mare, da oriente o...?).
Il malcontento cresce e le spaccature all'interno del regno sono sempre più evidenti. Le stese si rispecchiano all'interno della Città. La regina arriva con il suo imponente seguito per concludere l'accordo.
E qui inizia la nostra storia...
POSSIBILI FINALI?
- La regina si siede sul trono.... e porta con se un re straniero, ponendo definitivamente fine alla vechia dinastia regnante.
- Altri giocatori di famiglie nobili o meno riescono a ribaltare il potere, riconsegnando nelle mani dellegittimo erede il potere.
- La città viene completamente rasa al suolo dalla guerra civile, ponendo fine alla sua storia nell'unico modo possibile -> essere distrutta dall'interno e questo segna l'inizio di una nuova era fatta di diversi regni/stati e non più un regno unito sotto il comando della potente capitale
- altro?
Libertà
E se ambientassimo la nostra società in un contesto power fantasy?
Esempio:
Abbiamo una società in cui una piccola parte della popolazione è ammessa alla pratica della magia, in base alle proprie attitudini mentali e psichiche. Gli aspiranti devono sottostare a criteri di selezione durissimi poichè saranno la guida del popolo e governeranno le nazioni grazie ai loro poteri. Ciò crea delle disparità sociali, e sebbene gli stregoni siano animati da fini nobili e aspirino ad un mondo di pace, tra loro inizia a svilupparsi un certo istinto alla conservazione del potere. Negli anni accadranno sempre più spesso episodi di familismo, fino a che si creerà una vera e propria casta staccata dal popolo (prendo in prestito dalla proposta fatta da lysmaya). Saranno sempre più frequenti anche gli episodi di arroganza verso il popolino e in alcuni casi scoppieranno guerre di potere tra famiglie di maghi per la conquista di interi reami. Dopo una di queste guerre, il popolo tenta la rivolta ma i maghi riuniti gettano su di loro un incantesimo inibitore.
A questo punto, o anche prima, potrebbe iniziare la storia di cui abbiamo parlato finora. Quello che cercavo di dire, era semplicemente che se le 3 proposte finora considerate non riescono a convincerci, forse potrebbe essere utile ribaltarle e guardarle da altre prospettive
Ok il chip, ok la magia... ma io non riesco proprio ad immaginarmi tutte le persone private di libertà...
Nel senso.. come gestiamo all'inizio i PDV e cmq i personaggi? come marionette? Cosa fanno durante il giorno? Lavorano come robot per il beneficio dei pochi liberi?
Esodo:
Il problema è che un evento del genere, soprattutto per le storie dei personaggi, non è un finale, quanto piuttosto un inizio...
Non lo vedo come chiusura di una storia, mi aspetterei qualcosa d'altro in seguito: come dite voi, le reazioni interiori ed esteriori dei personaggi, che mettono in moto nuove catene di eventi.
Per questo mi sembra un finale debole: lascia a mio parere un senso di incompiutezza.
Altre proposte per un eventuale finale?
la nuova proposta non è per niente malvagia, anzi...!!!!!! " />
forse però l'inizio è un pò improbabile...come fanno a riuscire a combinare sempre matrimoni?? e alla fine si sposano un pò tra cugini
fanno a riuscire a combinare sempre matrimoni?? e alla fine si sposano un pò tra cugini
Bé.. non sarebbe una novità..
Capisco quello che dici, e lo condivido. Quello che intendevo è che la struttura WC può essere secondo me più utile per immergere il lettore e anche noi (onesti lavoratori) nell'ambientazione. Almeno all'inizio, è ovvio.Ci sarebbero un sacco di particolari da approfondire prima di riuscire a scrivere un blocco narrativo compatto e uniforme.Un attimo... Una serie di racconti collegati tra loro ed un romanzo multiautore sono due cose molto diverse.
WILD CARDS usa entrambi i metodi, privilegiando i racconti in fase di introduzione (primo e secondo romanzo di ciascuna trilogia) e il romanzo in fase di chiusura (terzo libro).
Penso che il progetto nel nostro caso sia da intendersi come romanzo, non come collezione di racconti. " />
Per quanto riguarda il finale, l'opzione "ne resterà soltanto uno" non è certo l'unica possibile; THE LORD OF THE RINGS, per dire, ha un finale chiaro e definito, che, pur aprendo spazio a nuove avventure, lascia capire che la storia di cui si parla è finita.
Secondo me, dopo un libro passato ad affrontare il dilemma del "seguire la missione o andare per i cavoli nostri", far vedere un'astronave che supera i protagonisti per prenderne il posto come colonizzatori riapre il medesimo tema, per questa ragione faccio fatica a vederlo come finale. " />
Vengo alla parte propositiva.
E se fosse proprio raccontare questa storia di mezzo ad essere il problema? O la beffa finale a non essere "adatta" a mettere la parola fine alla storia? Primo perchè trovo altamente improbabile che un'astronave di ultima generazioni non tenti un contatto con l'astronave dei nostri "eroi".
Secondo: sull'astronave sono scoppiate delle rivolte tra chi vuole proseguire e chi no. Una fazione ha vinto e ha scelto. Gli altri che fanno? Messa così sembra più una grande introduzione che una storia autosufficiente.
A questo punto molto meglio sarebbe per esempio narrare la storia da un altro punto di vista. Del tipo ci sono le due fazioni che conosciamo bene, durante gli scontri l'astronave viene sabotata e deve scendere sul pianeta più vicino. Qui continuano gli scontri e alla fine c'è chi decide che vuole restare, chi andarsene e ache dove andare. Non lo so. C'è da ragionarci.
Lotta per il potere
“un esercito straniero che varca la porta principale della nostra città” Tito sputò a terra “e con petali di rose a ricoprire il loro cammino”.
“Sul nostro sangue dovrebbero camminare, almeno non saremmo ricoperti di vergogna” mormorò Alastar.
“Fidati di me, fratello” Tito distolse lo sguardo da quella processione regale e fissò intensamente l’amico “arriverà anche il sangue”.
Ho dei commenti da farti. L'idea di questa scena è carina. Sviluppiamola come farebbe Stephen King. " />
Se il principe ha deciso di non voler sposare nessuna delle figlie di nobile stirpe del regno ci possono essere solo pochi motivi per cui questo è potuto succedere:
- il re, probabilmente gli ha cercato moglie prima di morire, quindi il ragazzo sarà stato già promesso a qualcuna anche dalla tenera età.
- Il re , che non è stupido, vedendo che non ci sono figlie femmine tra i nobili dellle 5 famiglie poteva scegliere quale alleanza comporre all'interno del regno per rendere la sua famiglia la più potente tra le 5.
Ora se non è successo questo ci possono essere diverse opzioni:
- il principe ha rotto la promessa di suo padre scatenando una faida interna alle 5 famiglie e una guerra civile magari per diversi motivi;
- il padre lo aveva promesso ad una principessa straniera per unire due reami e escludere le 4 famiglie restanti dal potere e creare una nuova monarchia ereditaria. (per sete di potere o per liberare il reame da nobili assetati di privilegi sceglietelo voi)
Ciò spiegherebbe una morte prematura del re (ucciso dai nobili dellle famiglie che vedono il loro potere in pericolo) e i tumulti creati ad arte dai lord che si vedono declassati. Per ogni famiglia in disgrazia ce ne sarebbe una che non farebbe mancare il proprio sostegno al nuovo re sperando in un'ascesa sociale e non mancherebbero intrighi, guerre, personaggi che manovrano dietro le quinte. " />
Mi piacciono sia l'idea alternativa per la lotta per il potere, sia la nuova angolazione data al tema dell'esodo.
Sull'esodo a questo punto il tema della missione diventerebbe determinante. Perché la missione? Perché non va bene il pianeta attuale e occorre arrivare fino alla fine?
Butto lì una proposta poco originale ma forse adeguata: facciamo rientrare dalla finestra i viaggi nel tempo (universo chiuso rotante, cilindro di Tipler) e diciamo che alla destinazione del viaggio deve esserci la Terra ma nel passato - se fosse nel futuro la necessità sarebbe meno pressante. Se evitiamo la teoria della linea temporale unica per sposare il multiverso everettiano le modifiche al passato dovrebbero essere consentite, in quanto il viaggio nel tempo corrisponderebbe al trasferimento di coscienza da una proiezione ad un'altra del multiverso.
Il viaggio nel tempo è quindi necessario per fare in modo che la razza umana eviti le azioni che hanno portato alla disperata missione di cui narriamo.
Ora, il tema è quasi identico a quello di Terra! di Benni, e immagino a molte altre opere, ma il fatto di soffermarsi sui temi più "sociologici" (andare o restare? in nome di cosa?) lasciando solo al lettore il brivido della conoscenza del reale retroscena e facendo muovere i personaggi inconsci della situazione potrebbe rendere molto interessante il tutto.
Sull'altro tema avete detto tutto voi, direi che in generale questa ambientazione mi piace molto più di quella post-apocalittica.
Di viaggi nel tempo non ne capisco molto. Non mi accorgerei se una struttura scelta permette o meno alcune situazioni quindi mi fido di chi ne sa più di me. Non sono nemmeno contrario allo sviluppo della trama in questa direzione. Solo ho bisogno di qualche precisazione in più.Butto lì una proposta poco originale ma forse adeguata: facciamo rientrare dalla finestra i viaggi nel tempo (universo chiuso rotante, cilindro di Tipler) e diciamo che alla destinazione del viaggio deve esserci la Terra ma nel passato - se fosse nel futuro la necessità sarebbe meno pressante. Se evitiamo la teoria della linea temporale unica per sposare il multiverso everettiano le modifiche al passato dovrebbero essere consentite, in quanto il viaggio nel tempo corrisponderebbe al trasferimento di coscienza da una proiezione ad un'altra del multiverso.
Il viaggio nel tempo è quindi necessario per fare in modo che la razza umana eviti le azioni che hanno portato alla disperata missione di cui narriamo.
Puoi spiegare meglio questo passaggio?ma il fatto di soffermarsi sui temi più "sociologici" (andare o restare? in nome di cosa?) lasciando solo al lettore il brivido della conoscenza del reale retroscena e facendo muovere i personaggi inconsci della situazione potrebbe rendere molto interessante il tutto.
Dimmi se ho capito bene. Tu vorresti descrivere la vita di una generazione di persone che ha solo lo scopo di andare da un punto A ad un punto B. Solo i lettori saprebbero che facendo questo si arriverebbe ad una "Terra nel passato (TP)", questo comporterebbe un trasferimento di coscienza negli abitanti di TP che potrebbe salvarla dalla distruzione (o qualunque altra causa che ha fatto iniziare il viaggio).
Se la mia interpretazione è giusta, l'idea è molto stimolante però:
- la generazione 1 decide di iniziare il viaggio e parte dal punto A, la generazione 57 (quella che vorremmo descrivere) può trasferire la coscienza della generazione 1 se arriva al punto B?
Però qualche altro particolare sarebbe interessante.sull'altro tema avete detto tutto voi, direi che in generale questa ambientazione mi piace molto più di quella post-apocalittica.
Puoi spiegare meglio questo passaggio?ma il fatto di soffermarsi sui temi più "sociologici" (andare o restare? in nome di cosa?) lasciando solo al lettore il brivido della conoscenza del reale retroscena e facendo muovere i personaggi inconsci della situazione potrebbe rendere molto interessante il tutto.
Dimmi se ho capito bene. Tu vorresti descrivere la vita di una generazione di persone che ha solo lo scopo di andare da un punto A ad un punto B. Solo i lettori saprebbero che facendo questo si arriverebbe ad una "Terra nel passato (TP)", questo comporterebbe un trasferimento di coscienza negli abitanti di TP che potrebbe salvarla dalla distruzione (o qualunque altra causa che ha fatto iniziare il viaggio).
Se la mia interpretazione è giusta, l'idea è molto stimolante però:
- la generazione 1 decide di iniziare il viaggio e parte dal punto A, la generazione 57 (quella che vorremmo descrivere) può trasferire la coscienza della generazione 1 se arriva al punto B?
Allora: la generazione 1 parte in missione. Non sanno, salvo una piccola parte (o addirittura i robot, per riprendere un altro tema della sceneggiatura originale di Ser Lostdream) lo scopo reale della loro missione, per un motivo che possiamo inventarci ma che non credo sia eccessivamente complesso. Lo scopo ufficiale della missione è la ricerca di una nuova patria. Solo chi ha organizzato la missione sa che il vero obiettivo è cambiare il passato in modo che la Terra non si riduca in fin di vita.
Alla generazione X è accaduta una rivolta, nei termini già ipotizzati.
Ora la popolazione è divisa: chi pensa sia stato un bene avere un pianeta subito e chi pensa che il legame con la Terra non dovesse essere distrutto. Restare o ripartire? La popolazione non sa però che la vita di tutti quelli rimasti sul pianeta Terra dipenderà dalla scelta presa... I lettori sapranno cosa c'è in gioco, ma i personaggi no: decideranno sulla base dei loro ideali e delle loro convenienze del momento, sul senso della missione, sul potere personale, sulla possibilità di avere una casa subito per sé ed i propri figli e non tra altre Y generazioni...
Ci avevo preso più o meno. Mi vengono in mente subito degli interrogativi però:Allora: la generazione 1 parte in missione. Non sanno, salvo una piccola parte (o addirittura i robot, per riprendere un altro tema della sceneggiatura originale di Ser Lostdream) lo scopo reale della loro missione, per un motivo che possiamo inventarci ma che non credo sia eccessivamente complesso. Lo scopo ufficiale della missione è la ricerca di una nuova patria. Solo chi ha organizzato la missione sa che il vero obiettivo è cambiare il passato in modo che la Terra non si riduca in fin di vita.
Alla generazione X è accaduta una rivolta, nei termini già ipotizzati.
Ora la popolazione è divisa: chi pensa sia stato un bene avere un pianeta subito e chi pensa che il legame con la Terra non dovesse essere distrutto. Restare o ripartire? La popolazione non sa però che la vita di tutti quelli rimasti sul pianeta Terra dipenderà dalla scelta presa... I lettori sapranno cosa c'è in gioco, ma i personaggi no: decideranno sulla base dei loro ideali e delle loro convenienze del momento, sul senso della missione, sul potere personale, sulla possibilità di avere una casa subito per sé ed i propri figli e non tra altre Y generazioni...
- con quale ragione vengono imbarcati i membri dell'equipaggio della generazione 1? Perchè nessuno fa domande sullo scopo della missione?
- che fine fa la classica curiosità umana? Possibile che nessuno si chieda niente?
- Se è così importante la missione perchè non è stato detto nulla agli umani? In questo caso mi sembra un controsenso affidare il destino dell'umanità ad un gruppo di persone che non è consapevole dell'importanza di quello che sta facendo. Già diverso sarebbe se con il passare del tempo quello che era un obiettivo chiaro sia stato tramandato in modo sempre meno preciso e sia arrivato alla nostra generazione x come una leggenda, però ciò mal si concilia con il livello tecnologico di quest'ambientazione.
Insomma ho molti dubbi. Alcuni potrebbero essere risolti se il ruolo dei robot fosse approfondito, ma non so come.. " />
Per le prime due domande credo che l'idea "trovate una nuova patria perché il pianeta sta morendo, voi siete i migliori, i più adatti, il futuro della specie" sia sufficiente. " />
Sul fatto che qualcuno sia a conoscenza della missione, il ruolo dei robot come guide imho calza bene.
Infine, sul perché mentire... Beh, se non troviamo una scusa convincente, nulla in contrario all'opzione "sfumato nel mito". " /> In generale comunque potremmo pensare che:
- la missione è disperata: si tratta di cambiare il passato ma non si sa in effetti se in meglio o in peggio. È una mossa estrema dovuta alla precarietà delle condizioni al momento della partenza.
- Non solo non si sa se e come le cose cambieranno per l'umanità, ma a maggior ragione sono imprevedibili gli effetti sui singoli: cambiando il passato la mia famiglia esisterà ancora? Io stesso esisterò ancora?
Lavorandoci un po' secondo me queste potrebbero essere scuse valide per non rivelare proprio tutto a tutti i partenti...
Esodo
Potrei dire una caxxata grandissima. Cerco di trovare una spiegazione plausibile ai miei dubbi.Per le prime due domande credo che l'idea "trovate una nuova patria perché il pianeta sta morendo, voi siete i migliori, i più adatti, il futuro della specie" sia sufficiente. " />
Sul fatto che qualcuno sia a conoscenza della missione, il ruolo dei robot come guide imho calza bene.
Infine, sul perché mentire... Beh, se non troviamo una scusa convincente, nulla in contrario all'opzione "sfumato nel mito". " /> In generale comunque potremmo pensare che:
- la missione è disperata: si tratta di cambiare il passato ma non si sa in effetti se in meglio o in peggio. È una mossa estrema dovuta alla precarietà delle condizioni al momento della partenza.
- Non solo non si sa se e come le cose cambieranno per l'umanità, ma a maggior ragione sono imprevedibili gli effetti sui singoli: cambiando il passato la mia famiglia esisterà ancora? Io stesso esisterò ancora?
Lavorandoci un po' secondo me queste potrebbero essere scuse valide per non rivelare proprio tutto a tutti i partenti...
Antefatto: la società umana è sull'orlo di una crisi dalla quale uscirà in modo catastrofico (o solo diverso?) Le migliori menti del mondo organizzano un viaggio nel passato per trovare il momento esatto in cui la crisi è iniziata e cambiare il corso della storia. L'astronave 1 parte e ad un certo punto succede qualcosa che impedisce il completamento del viaggio.
Non so in quale modo (spero di non andar contro nessuna legge della fisica), le persone rimaste nel presente si accorgono che qualcosa è andato storto. Per questo organizzano una spedizione, che dicono essere di soccorso, e parte l'astronave 2. L'equipaggio è stato addestrato a prestare soccorso agli astronauti dispersi, ma il vero obiettivo è finire il viaggio iniziato dall'astronave 1.
Inizio: I computer di bordo forniscono le ultime coordinate dell'astronave 1 e l'equipaggio continua il viaggio lungo l'orbita impostata dai robot dell'astronave fino a quando la situazione all'interno non è più controllabile e iniziano i disordini..il resto lo conoscete
Ok forse è un po' ostico da gestire questo tema.. " />Libertà
Ok il chip, ok la magia... ma io non riesco proprio ad immaginarmi tutte le persone private di libertà...
Nel senso.. come gestiamo all'inizio i PDV e cmq i personaggi? come marionette? Cosa fanno durante il giorno? Lavorano come robot per il beneficio dei pochi liberi?
tutto morto?:/
Ok forse è un po' ostico da gestire questo tema.. " />
Libertà
Ok il chip, ok la magia... ma io non riesco proprio ad immaginarmi tutte le persone private di libertà...
Nel senso.. come gestiamo all'inizio i PDV e cmq i personaggi? come marionette? Cosa fanno durante il giorno? Lavorano come robot per il beneficio dei pochi liberi?
Questo tema secondo me potrebbe essere sviluppato in un'altro senso: anzichè essere tutta l'umanità sotto il controllo mentale, solo un determinato gruppo di persone lo è: possiamo sceglierlo in base alla razza, al ceto sociale, al lavoro, a ragioni sociali ben precise (chessò, carcerati o tossicodipendenti inseriti in un programma di recupero). E tra questi scegliamo coloro su cui questo controllo non funziona, per un motivo a caso che può essere chip/lavaggio del cervello/incantesimo/manipolazione mentale difettosi. Non è detto che questa del controllo debba essere una cosa risaputa a livello globale: magari la popolazione comune può esserne tranquillamente all'oscuro, al contrario del govero centrale o di una parte di esso. Questo ci permetterebbe di inventarci una fazione che, venuta a sapere di questa limitazione della libertà, decide di ccreare una lotta clandestina per eliminarla.
I PdV possono essere persone che si ritrovano libere dopo anni di condizionamento, membri della fazione che mira a eliminare il condizionamento per sempre, membri della fazione che mira a mantenere il controllo mentale, o traditori facenti parte di una di queste due che mira a distruggerla dall'interno.
So che messa così può sembrare un mix tra questo tema e quello Lotta per il potere, ma credo che comunque possa essere incentrato sulla questione "Libertà" senza troppi problemi.