Concordo. Una storia che capitolo per capitolo può essere soggetta all'esito di alcune giocate, mancherebbe di un certo respiro, credo. Inoltre influenzerebbe, imho negativamente, la scrittura. Aspetto chiarimenti da chi aveva proposto questa tipologia per capire meglio cosa intendeva.Lotta per il potere
"trama predefinita" VS "gioco di ruolo". Qui chiedo lumi agli organizzatori, ma non vorrei che per gioco di ruolo si intendesse qualcosa tipo "nemmeno chi scrive sa la storia, che viene definita di volta in volta dall'esito delle giocate". Se si intende questo, non sono d'accordo.
Su questo punto, l'unica cosa che mi piacerebbe è che comunque per tutti i personaggi coinvolti negli intrighi, ai vari livelli, siano chiari (almeno alla fine) i motivi che li spingono nelle loro azioni. I personaggi "cattivi per natura", che vogliono il potere "per non farsene nulla" o peggio "per porsi obiettivi irrealistici", proprio non mi stanno simpatici.Per questo tema troverei interessante raccontare una lotta totalizzante e per certi aspetti straniante. Faccio due esempi: il primo è il cambiamento di mentalità da "il potere mi serve per fare le cose X, Y e Z, che gli altri non fanno" a "poiché gli altri non fanno X, Y e Z, ogni mia azione deve essere mirata alla conquista e alla preservazione del potere", ovvero il passaggio del potere visto come occasione di servizio al potere autoreferenziale.
Siccome il romanzo sarà autoconclusivo, sicuramente una situazione finale deve prevedere comunque un nuovo equilibrio. Questo potrebbe andare bene, però non vorrei che rimanesse la nostra unica alternativa. In fase iniziale almeno dovremmo elaborare delle alternative, anche perchè potrebbe influenzare di molto il messaggio, se ce n'è uno, che vogliamo dare.[...]un desiderio di potere visto come necessità che non siano i rivali a comandare, al punto da consegnare l'intera città ad un nemico esterno piuttosto che vedere vincere i rivali interni. [...]Proprio questo secondo esempio a mio parere può costituire uno scioglimento ideale della situazione di tensione tale da essere messo come termine del libro.
Si esatto. Di situazioni interessanti da descrivere ce ne sono tante. Il punto cruciale di questo romanzo, oltre all'ambientazione, è proprio l'incipit. Innanzitutto se una nave "si spegne" di punto in bianco, chi impedisce alle altre navi di effettuare una missione di salvataggio? Se supponiamo che sia una vera e propria civiltà viaggiante ci sarà un corpo di sicurezza, qualcosa che consenta ai passeggeri di passare da una nave all'altra, anche solo per il trasporto merci. Anche se nessuno rispondesse, la missione di soccorso partirebbe ugualmente. Quindi le premesse, e i primi movimenti delle navi sopravvissute, devono essere ben ponderate.Esodo
L'abbozzo di trama ipotizzato da Ser Lostdream è interessante. Più ancora che il mistero della scomparsa di una delle astronavi (essendo autori e non lettori, non dobbiamo pensare "un'astronave scompare, inventiamoci un motivo", ma "l'astronave scompare per questo motivo, come facciamo a fare in modo che i personaggi ci arrivino dopo 400 pagine?") è molto bella la lotta tra chi non si accontenta di far parte di una "missione" di cui non vedrà la fine e desidera un mondo per sé e chi invece nella missione ci crede, culminante nel passaggio di un'astronave di nuova generazione che di fatto rende la missione "inutile" e anzi dannosa per i nuovi, veri, coloni.
E se i robot fossero solo delle "macchine", ossia non abbiano una particolare forma di intelligenza che controlla tutto sulle navi, ma siano semplicemente una versione più evoluta dei macchinari attualmente utilizzati nelle varie applicazioni? Secondo me potrebbe essere molto più interessante, anche per il formarsi delle correnti di pensiero che faranno esplodere il contrasto tra i favorevoli e i contrari alla "missione terra 2". Se tutte le scelte sono direttamente affidate alla classe dirigente degli uomini è più probabile che si formino delle sacche di opposizione al progetto, che la upper-class voglia conservare lo status quo, mentre gli altri vogliano rovesciare la situazione. E poi gli uomini sono corruttibili..Che rapporto c'è tra umani e robot? [...] Robot alla R. Daneel (Asimov) indistinguibli dagli umani (magari che si danno il cambio ogni X anni per simulare il passaggio generazionale) che impediscano che la razza umana si autodistrugga sull'astronave occupando ruoli chiave - non necessariamente preminenti - della società.
Non ricordo chi lo aveva proposto nelle pagine precedenti, ma se riducessimo il nostro campo d'azione ad una comunità più o meno ristretta oggetto di un esperimento scientifico non sarebbe più pratico? Per esempio la tecnologia necessaria potrebbe essere stata creata per mantenere sotto controllo i detenuti in peniteziari sovraffollati e poi esportata in altri contesti a seguito di particolari condizioni. Si può spiegare tutto, come dici tu, creando un'umanità in un mondo post-apocalittico che sull'onda emotiva si è lasciata "condizionare", oppure si può ridurre il numero di soggetti coinvolti nell'esperimento. Questo permetterebbe maggiore libertà se si dovessero introdurre personaggi "non condizionati" che in qualche modo vengono a sapere dell'esperimento e cercano di boicottarlo. Non lo so, credo che in tante pagine di discussione ci stiamo dimenticando qualche ottimo spunto che era stato lanciato. Devo rileggermi tuttoLibertà
La storia alle spalle del libro potrebbe essere quella di un'umanità arrivata quasi sull'orlo dell'estinzione per via di comportamenti distruttivi (guerre, devastazione ecosistemica, sfruttamento sconsiderato delle risorse). Scampata dal disastro ma profondamente segnata dall'esperienza, decide che solo con una maggiore coordinazione e con l'eliminazione degli impulsi più animaleschi la razza sarebbe potuta sopravvivere. Da qui ad un chip di condizionamento quindi il passaggio è breve.
Io avevo pensato ad un condizionamento più leggero che influenzi e "diluisca" soltanto la ricezione di alcuni impulsi come rabbia, dolore. Una specie di inibitore. Nulla di più. Certo, questo è senza dubbio un grande problema. Dobbiamo metterci d'accordo e capire come potrebbe influenzare la narrazione un "condizionamento pesante" perchè non mi sembra nemmeno credibile, passatemi il termine, un chip che "sospende/azzera" la coscienza umana. A meno di non creare una personalità completa di ricordi, caratteristiche comportamentali, nozioni tecniche e capacità lavorative, tutto compreso insomma e sostituirla a quella naturale, stile dollhouse tanto per intenderci, mi sembra quano mai complicato spiegare come un chip riesca a vincolare ogni azione umana, ogni sentimento, ogni reazione a dei comportamenti stabiliti.Sul livello di condizionamento personalmente troverei più interessante qualcosa di molto pervasivo, anche se c'è da pensarci bene perché forse rallenta il libro... dipende da quanto deve essere importante la parte del ritrovamento della libertà rispetto al totale del romanzo. Diciamo che per come la immagino io il chip sopperisce ad ogni cosa, ti dice quando hai fame, quando hai sonno e quando devi andare in bagno, in che direzione camminare, come tenere il chiodo contro la parete e come piantarlo nel muro con il martello senza fracassarti le dita, ecco. Cosa importante, ti dice cosa è giusto e cosa no. Una persona che uscisse da un condizionamento di questo genere dovrebbe imparare a gestire, come un bambino piccolo ma senza aiuto genitoriale, lo stimolo della fame, per esempio. Una persona di questo genere dovrà capire che lo stimolo della fame si placa mangiando, e come reagirà? Spaccherà una vetrina per prendere una bistecca dal banco del macellaio (macellaio inteso come persona senza particolari capacità ma il cui chip guida i movimenti affinché faccia il lavoro del macellaio)? E poi? La mangerà cruda?
E che dire dei rapporti interpersonali? Quanti tentativi serviranno per instaurare una conversazione normale tra due persone libere da chip? E come reagiranno le persone con il chip a vedere i "liberi"? Le forze dell'ordine? Le strutture sanitarie?
Ora vorrei dare anche io la mia opinione sui tre temi rimasti.
Premetto che, secondo me, sarebbe MOLTO difficile unirli insime con naturalezza, senza che la cosa risulti forzata. Può esserci spazio per tutti e tre (e per altri ancora), ma il tema dominante dovrà essere uno.
Detto ciò:
1. Lotta per il potere
Il modello che io ho in mente quando penso a "lotta per il potere" è Martin. Di conseguenza, immagino una realtà in cui i POV lottano per ottenere qualcosa, e di ottenerlo attraverso il potere; quindi ci sarà un personaggio che lotta per ottenere i soldi, un altro che lotta per ottenere vendetta, un altro ancora che vuole il potere perché ha le manie d'onnipotenza...ma ci sarà anche il POV che, trovandosi in mezzo agli eventi (trovandosi coinvolto, per dirlo "alla Martin", nel "gioco del trono"), lotta per salvare la propria vita, o quella delle persone a lui care, o per realizzare un obiettivo anche senza aver raggiunto il potere.
Sono d'accordo con chi dice che questo tipo di struttura non è affatto semplice da gestire, proprio perché scrivendo senza una trama iniziale già ben dettagliata si rischia di ritrovarsi in vicoli ciechi da cui si può uscire solo con forzature enormi. Altra storia è se viene impostato tutto come GdR, ma non è un'ipotesi che mi attira. Insomma, qui vorremmo scrivere un romanzo, ai GdR si può sempre giocare in altri contesti. Un buon modo per ovviare, almeno in parte al problema della gestibilità della trama sarebbe, a mio parera, ambientare la lotta per il potere in un contesto molto ristretto, una città, e non un intero mondo, come invece fa Martin.
2. Esodo
Un tema classico tra i più affascinanti. Direi che se venisse scelto questo tema, sarebbe più semplice integrare altri temi, come la libertà, la natura dell'uomo, l'universo, etc. Comunque anche questo presenta diverse difficoltà, e va gestito con attenzione. Confermo che l'idea delle tre astronavi, di cui una all'improvviso si "spegne", mi affascina molto, ma certo il motivo per cui avviene ciò dovrebbe essere molto originale e ovviamente complicato da scoprire (per i passeggeri delle altre astonavi). Trovo che sarebbe molto interessante approfondire anche il motivo per cui avviene questo esodo (guerra nuleare che ha distrutto al Terra? Catastrofe naturale? Ricerca di nuove fonti di energia o di nuove terre da colonizzare?). E che dire, poi, se i passeggeri non fossero terrestri? Se fossero addirittura potenziali "invasori" che voglono colonizzare la Terra perchè hanno esaurito le risorse sul loro pianeta? Insomma, come ho già detto, i temi da esplorare potrebbero essere tanti.
3. Libertà
Sarebbe, penso, il tema più difficile di cui definire l'ambientazione, il contesto. Anche qui, comunque, credo sia meglio concentrarsi su una città piuttosto che sul mondo intero (insomma, in un mondo senza libertà, è perfettamente plausibile che ogni città sia un mondo a sé, e sia coordinata con le altre città solo dall'elité al potere). L'idea del chip mi piace molto, così come l'idea che alcune persone riescano in qualche modo a liberarsi da questo chip e cerchino di fare "qualcosa". Fuggire? Liberare la città? Liberare il mondo? Magari ognuno dei POV potrebbe avere un obiettivo diverso. Sarebbe molto interessante un finale, come qualcuno ha proposto, in cui i cittadini, finalmente liberi, scelgano di rimettersi sotto il giogo dei "padroni". Anche in questo caso, la trama andrebbe pianificata, ma credo che potrebbe essere più semplice: le "tappe fondamentali" da definire, compresa la fine, sarebbero forse realizzabili dai POV con più semplicità e libertà.
Queste sono alcune delle mie considerazioni.
bene....e ora??? in base a che cosa si arriverà alla scelta finale??
Adesso possiamo discutere le varianti dei tre temi proposti, i pro e i contro, le difficoltà legata alla realizzazione di uno o dell'altro tema, etc.
Siccome sul tema della libertà e dell'esodo ho già dato nelle pagine precedenti la mia opinione e un'idea di trama più o meno dettagliata, mi limito per il momento a fare qualche mia considerazione sulla (1.) Lotta per il potere:
Vita la nostra poca o nulla esperienza in lavori/progetti di questo genere, direi che, come già detto da Starcatcher, l'idea di estendere questa ipotetica lotta per il potere ad un mondo intero è da escludere..
Però a questo punto dovremmo concentrarci su quale tipo di potere mettere in palio: il comando di una città? di una determinata zona (montagna, foresta, passo, deserto, lago, mare, oceano, ecc...)? di una palazzina, di una scuola, di un castello, di una nave, di un'azienda?
è vero che non è necessario avere un PDV dominante e che partecipa in modo direttamente al "gioco del trono" come per la saga di Martin possono essere Ditocorto, Varys, Tiwyn, Doran, ecc.. tuttavia servono PDV che siano per poco o per tanto tempo molto vicini o legati a questi personaggi in modo da poter addentrarsi in questa lotta.. Insomma, interessante avere punti di vista "dal basso", ma solo fino ad un certo punto... Ci vuole qualcuno che sia vicino al "gioco", molto vicino... Ma chi deve gestire questi PDV non solo deve essere molto bravo nello scrivere, ma anche nel raccontare e nel NON raccontare... Chi si prenderebbe questa responsabilità?
Per quanto riguarda l'ambientazione, io preferirei fosse ambientata ai giorni nostri o comunque in un'ambiente che non sia medievaleggiante, magari in una città alla Sin City, un po' fuori dal mondo e con regole proprie... Un principato o una piccola repubblica... In modo che quel che succede al suo interno, non vadi ad influire direttamente sul resto del paese....
per ora è tutto
ok sono d'accordo su tutto...
a parte sull ambientazione ai tempi nostri...cioè...dovrebbe essere qualcosa di vero al 100% allora, mentre se sparavamo a casaccio un medioevo distante potevamo inizialmente fregarcene abbastanza dal punto di vista istituzioni, regole di vita e bla bla bla...
sbaglio?
a parte sull ambientazione ai tempi nostri...cioè...dovrebbe essere qualcosa di vero al 100% allora, mentre se sparavamo a casaccio un medioevo distante potevamo inizialmente fregarcene abbastanza dal punto di vista istituzioni, regole di vita e bla bla bla...
sbaglio?
Non necessariamente.. La città potrebbe essere completamente inventata... Mentre se la ambientiamo nella solita città medievale con il solito re da spodestare.. lì sì che diventa necessario andare nel dettaglio su come funziona l'istituzione e un po' tutto il sistema nobiliare ecc... cosa in parte evitabile se ambientata ai giorni nostri ed inoltre potrebbe essere un poco più originale...
la "lotta per il potere" può avere come ambientazione anche una citta "moderna" o del futuro(cose cosi) con un urban fantasy in cui si deve spodestare una società malsana...
forse sarebbe pure piu figo cosi..
bè in effetti, per originalità ci sta...okok, convinta!
Fondamentalmente si, almeno per quanto riguarda quelli più famosi (gli altri non li conosco " />) Ovviamente nel nostro caso il "quello che vogliono" dovrà essere in parte concordato a priori, o comunque man mano che la storia procede, altrimenti i famosi punto di partenza, punto di arrivo e le tappe fondamentali vanno a farsi benedire.Io credevo che i giochi di ruolo consistessero in questo: esiste un "mondo", una macro-situazione, e personaggi con proprieta' ben definite che ci si muovono liberamente dentro. Ovviamente c'e' un master a regolamentare il tutto, per forza di cose, ma i singoli restano relativamente liberi di fare quello che vogliono.
Rispondo poi a macchia di leopardo in base a quello che mi ricordo d'aver letto:
Qui chiedo lumi agli organizzatori, ma non vorrei che per gioco di ruolo si intendesse qualcosa tipo "nemmeno chi scrive sa la storia, che viene definita di volta in volta dall'esito delle giocate". Se si intende questo, non sono d'accordo. Secondo me, per realizzare un libro decente, occorre sapere dove si parte e dove si arriva, e anche le tappe fondamentali del percorso intermedio. Il gioco di ruolo può essere usato in determinati passaggi per consentire una maggiore immedesimazione e di conseguenza una maggior resa letteraria, ma lasciar decidere lo sviluppo della storia al gioco non è buona soluzione in termini di risultato.
Ovviamente l'idea di scrivere basandosi su un GDR puro e semplice non era nemmeno contemplata. Certo è che anche in un GDR il master deve sapere dove si parte, dove si arriva e attraverso quali tappe, altrimenti si rischia di degenerare in un nulla senza senso.
Concordo con chi dice che, per quanto riguarda il primo tema, più si limita il raggio d'azione dei personaggi più le cose si semplificano. Le soluzioni per risolvere la questione dell'ambientazione possono essere molte, ma quella che mi piace di più è quella proposta da Ser Lostdream: limitare il tutto ad una singola città (o città-stato, se si vuole utilizzare un'ambinetazione più fantasy), limitare al minimo le descrizioni di cosa c'è al di fuori e concentrarsi su come è organizzata nei vari substrati della società. Poi decidere un evento scatenante, che possa invogliare le forze in gioco a muoversi per raggiungere il potere, per preservarlo, per non farlo avere ai propri nemici, per sopravvivere. Mi viene in mente la morte di un regnante (o di un personaggio politico), come esempio anche abbastanza banale.
Circa il tema dell'esodo, mentre una parte dell'ambientazioni pare già prefissata, devo dire che di idee per una trama non ne ho molte. Solo alcune proposte mi sono sembrate molto simili alla storia del film d'animazione Wall-e, che forse chiama in causa sia il tema dell'esodo che quello della libertà (per ulteriori info " />click here)
Per quanto riguarda infine il tema della Libertà, penso che un approccio più ristretto (nel senso del raggio d'azione dei personaggi) come quello per il tema della Lotta per il potere sia da preferirsi, per gli stessi motivi descritti sopra.
/me at università mod on
Sulla scia di questi commenti aggiungo qualcosa anche io per quanto riguarda il tema 1.Concordo con chi dice che, per quanto riguarda il primo tema, più si limita il raggio d'azione dei personaggi più le cose si semplificano. Le soluzioni per risolvere la questione dell'ambientazione possono essere molte, ma quella che mi piace di più è quella proposta da Ser Lostdream: limitare il tutto ad una singola città (o città-stato, se si vuole utilizzare un'ambinetazione più fantasy), limitare al minimo le descrizioni di cosa c'è al di fuori e concentrarsi su come è organizzata nei vari substrati della società. Poi decidere un evento scatenante, che possa invogliare le forze in gioco a muoversi per raggiungere il potere, per preservarlo, per non farlo avere ai propri nemici, per sopravvivere.
Va bene ridurre il campo d'azione per non complicarci troppo la vita, ma secondo me, se vogliamo creare il finale proposto da Lord Beric, con la resa di una fazione e la conquista di un avversario esterno non possiamo limitarci a narrare le lotte al'interno di una città. Almeno dovremmo caratterizzare un pò questo nemico esterno durante la storia, magari con uno o due POV propri, in modo che non si arrivi al finale con una chiusura brusca, dettata solo dalla volontà degli scrittori. Potremmo creare per esempio una città divisa tipo la Berlino est/ovest (per razza, religione o altra classificazione) e narrare la lotta per il potere che avviene in una parte di essa e come nell'altra si cerchi di sfruttare il caos prodotto per occupare l'intera città e sottomettere tutta la popolazione ai propri valori, ecc. La cosa a cui tengo, insomma, è che come Dany in ASOIAF non è solo l'invasore cattivo che vuole conquistare Westeros, anche noi nel nostro piccolissimo progetto creassimo delle fazioni spinte alla guerra da motivi reali e soprattutto credibili.
Vale lo stesso discorso di sopra. Inoltre sarebbe interessante vagliare alcune proposte diverse di macro-trama oltre a quelle già fatta e, magari, se si vuole mantenere la stessa impostazione, sistemi alternativi al famoso "chip" per ottenere lo stesso risultato. In questo caso, come nel tema dell'esodo, le soluzioni tecnologiche utilizzate devono essere quanto più verosimili possibile per creare una credibilità di fondo e avere l'effetto di sospensione del giudizio durante la lettura, quindi ben vengano altri pareri. " /> Oppure, se si è d'accordo con quanto già detto, possiamo iniziare a caratterizzare maggiormente l'ambientazione proposta perchè credo sia un lavoro abbastanza importante prima di scegliere quale tra questi temi può dare più soddisfazioni.Per quanto riguarda infine il tema della Libertà, penso che un approccio più ristretto (nel senso del raggio d'azione dei personaggi) come quello per il tema della Lotta per il potere sia da preferirsi, per gli stessi motivi descritti sopra.
va bene tutto.....ma nessuno ha nessun altra trama da proporre riguardante questi temi??? " /> dai!! " />
Per La sognatrice : a proposito di "altre trame" presumo non abbia gradito per il tema libertà né la mia "boutade" Chimaira né la soluzione della Dama - guadagnarsi il contatto umano, e la Dama mi scuserà se lo riassumo in maniera così pietosa. Se non le avesse notate e dovesse gradirne una, scommetto che un appoggio contro il pervasivo chip non dispiacerebbe alla Dama, e personalmente ne sarei entusiasta.
Invece, più in generale, mi è venuta un'idea per combinare il tema Libertà con la Lotta per il potere.
Invece del classico "si scatena il gioco del trono perché muore il re/il Podestà/ci sono le elezioni" si potrebbe provare (continuo a parlare in termini di chip visto che pare la soluzione predominante):
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Coloro che sono riusciti a liberarsi dal chip "fanno pubblicità" al fatto che tutta la popolazione è controllata, magari sperando di guadagnare adepti...e così qualcuno (a cominciare dai fantomatici nemici esterni, poi qualcuno libero dal chip che vede le potenzialità della cosa, e a seconda della potenza/delle capacità del chip forse anche un paio di chippati, anche se li vedo a causa del loro limite come i "nemici onorevoli"... " /> ) decide che impadronirsi del potere e controllare il chip (certo, dovrebbe essere tecnologicamente possibile ) è una grande idea.
Ovviamente non è originale (vedasi mia convinzione)...ma potrebbe venirne fuori qualcosa di passabile grazie a noi?
mi dispiace ma non hanno scatenato il mio interesse, o almeno sono state superate da altre proposte....
non per essere noiosa eh,...ma sto chip che controlla le menti e bla bla bla...ma piace davvero così tanto??? perchè non mi sembrava una cosa così eccezionale, forse anche un pò già visto...no? insomma, mi trovo più spinta verso altro...per questo volevo che si proponesse ancora qualcosina...