Ho riflettuto molto su quali temi mi sarebbe piaciuto approfondire e quali potevano essere quelli più semplici da realizzare in una struttura a POV. Poi come diceva Starcatcher alla fine la domanda che ci è stata fatta era cosa mi sarebbe piaciuto scrivere. Sono rimasto in dubbio su un'opzione per un pò, però poi ho deciso così..
1. Lotta per il potere. In tutte le società c'è sempre un arrampicatore sociale e chi invece vuole conservare il proprio potere. Possibilità infinite per creare la nostra ambientazione, gestione relativamente semplice dei POV, per il resto totalmente al buio. Vado più per sintonia con quanto mi piacerebbe scrivere che altro. da una discussione approfondita sul tema potrebbero uscirne delle belle, e non me le voglio perdere.
5. Libertà. Più che per le idee venute fuori in questa discussione, mi piace il tema in sè. Si presta a molte interpretazioni e discutendone più attentamente si potrebbero trovare anche delle buone idee e una buona trama. Da quanto venuto fuori mi sembra ci sia una buona base di partenza, migliore che in molti altri casi.
8. Esodo La mia preferita. Raccontare una storia di migranti "senza patria" mi affascina molto. Storie di vita quotidiana che vengono alla nostra attenzione per un particolare motivo sono semplici da narrare con i POV e lasciano ampia possibilità di plasmare i personaggi. Mi piacerebbe molto scriverci una storia. " />" />
Orbene, nel presentarmi come uno dei 3 organizzatori scelti e/o candidatisi per portare avanti questo progetto, ecco qhi i miei voti:
Ecco le mie 3 preferenze:
3. Seconda possibilità
5. Libertà
8. Esodo
E siamo ad 8
^^
Vi ricordo che il termine per le votazioni è stasera alle 00.00. I voti postati dopo tale orario non saranno considerati validi.
Per qualsiasi dubbio in merito vi rimando a questo post di Starcatcher.
Termine scaduto, ecco l'esito.
I tre temi più votati sono stati
ti sei perso un voto, credo. ci sono 8 votanti e se non ho errato il risultato è:
n°5 con sei voti, n°1 con cinque voti e n°8 con quattro voti.
c'è poi il 7 con tre voti, 9 e 3 con due voti, 4 e 6 con un voto. totale 24 voti, 8 votanti.
Non vedo come il tuo risultato differisca dal mio " />
lol che idiota ho contato i numeri senza moltiplicare per due le doppie :P
ed ora che si fa? si mischiano questi tre incipit alla ricerca di una trama di massima? si sceglie il primo nella lista? si fa una ulteriore votazione per scegliere il solo tema su cui puntare? siamo tanti? siamo pochi? siamo troppi?
ed ora che si fa? si mischiano questi tre incipit alla ricerca di una trama di massima? si sceglie il primo nella lista? si fa una ulteriore votazione per scegliere il solo tema su cui puntare? siamo tanti? siamo pochi? siamo troppi?
Personalmente non intenderei i tre temi scelti come degli "incipit", ma, per l'appunto, come dei temi caratterizzanti della trama.
La miscela "a tutti i costi" non mi entusiasma, nel senso che potrebbe produrre forzature indesiderate. Inserire il tema dell'esodo così come inteso - viaggio della durata di generazioni e generazioni - in un contesto di lotta per il potere in una città, per dire, rischia di essere un compromesso al ribasso.
Secondo me conviene approfondire separatamente i tre temi, cercando, per ciascuno di essi, di provare ad immaginare ambientazione, trama e personaggi. Insomma, un'operazione di dettaglio che ha senso fare per tre temi ma non per una decina. Successivamente, sulla base delle idee che saremo riusciti a tirare fuori, sarà possibile scegliere con precisione il tema oggetto della scrittura.
Attendiamo comunque info dagli organizzatori.
Concordo con quanto detto da Beric. Dopo il lavoro fatto per definire temi più o meno generici, penso sia meglio analizzarli a fondo, sceglierne uno che più si adatta ai pensieri dei partecipanti e sviluppare quello. Poi ovviamente alcuni elementi presenti in altri temi possono essere presi in considerazione, perchè no.
Intanto faccio una piccola marcia indietro, e dico la mia sui tre temi più votati.
1 - Lotta per il potere
Non ricordo chi, ma qualcuno disse che poteva essere il tema più facile. Sinceramente non lo vedo così facile, e vado subito a spiegare il perchè.
Lotta per il potere è, in definitiva, un'altro modo di scrivere Gioco del trono, in cui i vari personaggi "lottano" l'uno contro l'altro per cercare di raggiungere i proprio scopi. In uno scenario del genere, dove intrighi, tradimenti e compagnia bella potrebbero e dovrebbero essere all'ordine del giorno, riuscire a creare un racconto fatto bene senza avere chiara una trama ben strutturata potrebbe essere difficile.
Qualcuno pagine fa aveva parlato di accomunare la traccia del romanzo ad un GDR. Tralasciando i commenti positivi e negativi, penso che potrebbe essere uno dei modi logici di affrontare un tema del genere.
Un'altro potrebbe essere, per l'appunto, creare fin da subito una trama dettagliata e seguirla passo passo.
Dato che tutti quelli che parteciperanno lo faranno, penso, anche con lo scopo di divertirsi, non so quanto la seconda ipotesi possa risultare stimolante, mentre sono più propenso a considerare stimolamente la prima.
Per quanto riguarda invece ambientazione, tipologia di personaggi, situazione di partenza e situazione finale, non abbiamo che l'imbarazzo della scelta.
2 - Esodo
Rileggendo l'abbozzo di trama proposto da Ser Lostdream, mi vien quasi da pensare che quanto detto sull'amalgama dei temi possa fin da subito andare a farsi benedire: è facilissimo ipotizzare, infatti, che in una situazione del genere si verifichi anche una lotta per il potere che porti una fazione a prevalere sull'altra e un accenno di giallo che porti a scoprire cos'è successo a quella benedetta Nave 2 che s'è improvvisamente spenta.
Di possibilità per integrare la trama ne abbiamo forse fin troppe, e con una scelta così ampia potrebbe essere difficile riuscire a focalizzarsi sul tema dell'esodo.
A meno che non si decida fin da subito di fare una miscellanea di più temi.
Per il terzo tema, ci rileggiamo stasera " />
Finalmente si entra nel vivo della discussione!
Io credo che i problemi di "coordinamento" tra le varie sottotrame, la creazione di intrighi, colpi di scena, interazioni tra fazioni in lotta, si avvertono (e sono difficili da gestire) soprattutto nei romanzi (come anche ASOIAF) in cui si seguono da vicino i personaggi a capo delle fazioni, in altre parole quelli che devono scegliere. Non a caso anche Martin esclude dai POV Ditocorto, Varys, Tywin e Doran, tanto per dire i principali manovratori, i cui pensieri svelerebbero molti dei colpi di scena che hanno fatto la fortuna di Martin.1 - Lotta per il potere
Non ricordo chi, ma qualcuno disse che poteva essere il tema più facile. Sinceramente non lo vedo così facile, e vado subito a spiegare il perchè.
Lotta per il potere è, in definitiva, un'altro modo di scrivere Gioco del trono, in cui i vari personaggi "lottano" l'uno contro l'altro per cercare di raggiungere i proprio scopi. In uno scenario del genere, dove intrighi, tradimenti e compagnia bella potrebbero e dovrebbero essere all'ordine del giorno, riuscire a creare un racconto fatto bene senza avere chiara una trama ben strutturata potrebbe essere difficile.
Qualcuno pagine fa aveva parlato di accomunare la traccia del romanzo ad un GDR. Tralasciando i commenti positivi e negativi, penso che potrebbe essere uno dei modi logici di affrontare un tema del genere.
Un'altro potrebbe essere, per l'appunto, creare fin da subito una trama dettagliata e seguirla passo passo.
Dato che tutti quelli che parteciperanno lo faranno, penso, anche con lo scopo di divertirsi, non so quanto la seconda ipotesi possa risultare stimolante, mentre sono più propenso a considerare stimolamente la prima.
Per quanto riguarda invece ambientazione, tipologia di personaggi, situazione di partenza e situazione finale, non abbiamo che l'imbarazzo della scelta.
Ecco, io direi che, visto che non siamo Martin, facendo un ulteriore passo lontano dai centri decisionali, questo tema potrebbe essere molto interessante. Tanto per fare un esempio: in una guerra tra tre fazioni, non sceglierei di raccontare cosa avviene nei diversi ranghi dal POV di generali, alti comandanti, alte cariche in genere, ma piuttosto dal POV di cavalieri, soldati semplici, servi, popolani o personaggi vari che in un modo o nell'altro si trovano nel punto giusto al momento giusto per cogliere gli eventi più significativi della trama principale.
E' ovvio che in questo modo dovrebbe essere ben chiaro agli scrittori il ruolo da far recitare ai vari personaggi e quindi, nella fase preparatoria, la stesura dei punti chiave della trama dovrebbe essere approfondita e risultare maggiormente vincolante.
Effettivamente, per come è stato presentato questo tema, la scelta dei fatti da narrare può influenzare notevolmente il genere, lo stile e, più in generale, ognuno di noi potrebbe privilegiare un aspetto piuttosto che un altro, finendo per risultare qualcosa di indefinito e molto disomogeneo.2 - Esodo
Rileggendo l'abbozzo di trama proposto da Ser Lostdream, mi vien quasi da pensare che quanto detto sull'amalgama dei temi possa fin da subito andare a farsi benedire: è facilissimo ipotizzare, infatti, che in una situazione del genere si verifichi anche una lotta per il potere che porti una fazione a prevalere sull'altra e un accenno di giallo che porti a scoprire cos'è successo a quella benedetta Nave 2 che s'è improvvisamente spenta.
Di possibilità per integrare la trama ne abbiamo forse fin troppe, e con una scelta così ampia potrebbe essere difficile riuscire a focalizzarsi sul tema dell'esodo.
A meno che non si decida fin da subito di fare una miscellanea di più temi. " />
Quindi prima di riempire questo contenitore grandissimo con idee che potrebbero portarci da parti completamente opposte vi chiederei di dire cosa vi piacerebbe approfondire se si mettesse in piedi una storia basata su questo tema.
Per parte mia vi dico che quello che più mi interesserebbe, indipendentemente dai fatti contingenti che muoverebbero i POV, è osservare la società creata per un obiettivo così importante come preservare la specie. Quali sono le caratteristiche necessarie perchè il patrimonio dell'umanità non venga disperso in un viaggio così lungo? Come sono cambiati i rapporti interpersonali? Esiste crescita demografica o vige uno stretto controllo delle nascite? Le persone lavorano? Che tipo di lavori sono svolti? Come viene difesa la flotta? Ci sono problemi di ordine pubblico? Quali sono i risvolti psicologici nel sapere di fare un viaggio senza vederne la fine? Il senso della missione è ancora presente nell'equipaggio o si è perso per strada?
Butto anche io qualche sasso nello stagno dei brainstorming.
Lotta per il potere
Trovo corretta l'osservazione di Prete Rosso su "chi" dovrebbero essere i POV del romanzo e quale ruolo dovrebbero ricoprire nella trama.
Il discorso però si riallaccia in parte a quanto detto da Qhorin sulla scelta "trama predefinita" VS "gioco di ruolo". Qui chiedo lumi agli organizzatori, ma non vorrei che per gioco di ruolo si intendesse qualcosa tipo "nemmeno chi scrive sa la storia, che viene definita di volta in volta dall'esito delle giocate". Se si intende questo, non sono d'accordo. Secondo me, per realizzare un libro decente, occorre sapere dove si parte e dove si arriva, e anche le tappe fondamentali del percorso intermedio. Il gioco di ruolo può essere usato in determinati passaggi per consentire una maggiore immedesimazione e di conseguenza una maggior resa letteraria, ma lasciar decidere lo sviluppo della storia al gioco non è buona soluzione in termini di risultato.
Questo vuol dire che secondo me dobbiamo inventarci tutta la storia e gli intrighi dei "capi" delle varie fazioni, e poi raccontarli con gli occhi e i pensieri dei galoppini di turno.
Per questo tema troverei interessante raccontare una lotta totalizzante e per certi aspetti straniante. Faccio due esempi: il primo è il cambiamento di mentalità da "il potere mi serve per fare le cose X, Y e Z, che gli altri non fanno" a "poiché gli altri non fanno X, Y e Z, ogni mia azione deve essere mirata alla conquista e alla preservazione del potere", ovvero il passaggio del potere visto come occasione di servizio al potere autoreferenziale. Il secondo esempio è un desiderio di potere visto come necessità che non siano i rivali a comandare, al punto da consegnare l'intera città ad un nemico esterno piuttosto che vedere vincere i rivali interni. La storia italiana pre-unitaria pullula di casi analoghi, e in fondo, anche quest'anno tutti i non-interisti avevano invocato la vittoria del nemico esterno in Champions (il Bayern) piuttosto di veder trionfare il nemico interno... quindi è un sentimento che secondo me può essere narrato e compreso bene.
Proprio questo secondo esempio a mio parere può costituire uno scioglimento ideale della situazione di tensione tale da essere messo come termine del libro, mentre il primo esempio può essere usato nel corso della trama utilizzando la conquista del potere da parte del gruppo in questione come cesura tra due parti del romanzo.
I dettagli specifici chiaramente dipenderebbero dall'ambientazione scelta (storica, fantasy, contemporanea, fantascientifica, horror, altro), ma alcuni archetipi di voci sociali che possono essere incarnate da fazioni sono universali: criminalità organizzata, religioni che avversano la forma di potere costituito, interessi economici di privati. A questo si possono aggiungere dei jolly, personaggi che non rispondono a forze sociali ma che agiscono su iniziativa individuale. L'esempio più classico è l'ambiziosa prostituta d'alto bordo, versione riveduta e corretta delle amanti più o meno ufficiali dei regnanti delle grandi monarchie europee, come tutti da bambini abbiamo imparato guardando le prime puntate di Lady Oscar.
Esodo
L'abbozzo di trama ipotizzato da Ser Lostdream è interessante. Più ancora che il mistero della scomparsa di una delle astronavi (essendo autori e non lettori, non dobbiamo pensare "un'astronave scompare, inventiamoci un motivo", ma "l'astronave scompare per questo motivo, come facciamo a fare in modo che i personaggi ci arrivino dopo 400 pagine?") è molto bella la lotta tra chi non si accontenta di far parte di una "missione" di cui non vedrà la fine e desidera un mondo per sé e chi invece nella missione ci crede, culminante nel passaggio di un'astronave di nuova generazione che di fatto rende la missione "inutile" e anzi dannosa per i nuovi, veri, coloni.
Il problema è l'ambientazione. Le domande di Prete Rosso sono assolutamente pertinenti, e ne aggiungo altre. Esiste una civiltà sull'astronave o è un'immensa crociera che dura una vita? Gli umani sono abitanti o passeggeri? Lavorano? Esiste un'economia? Esiste un commercio? Esistono animali sull'astronave? Se sì, quali? Esistono classi sociali? Esistono movimenti religiosi? Qual è il ruolo dei robot? Sono necessari per la trama e/o l'ambientazione? Che rapporto c'è tra umani e robot?
Secondo me l'ambientazione è estremamente delicata, e credo occorra fare molta attenzione per scegliere qualcosa di plausibile.
Personalmente non ho particolari proposte in termini di trama o ambientazione. Credo che ipotizzare un'astronave come città viaggiante sia meglio che ragionare in termini di crociera. Quindi lavoro, classi sociali, economia. Robot alla R. Daneel (Asimov) indistinguibli dagli umani (magari che si danno il cambio ogni X anni per simulare il passaggio generazionale) che impediscano che la razza umana si autodistrugga sull'astronave occupando ruoli chiave - non necessariamente preminenti - della società. Un forte movimento religioso, che, via via che la Terra diventa una leggenda e le motivazioni del viaggio si perdono nel mito, rielabori il tema del popolo eletto e della terra promessa come collante per la missione, salvo eventualmente distorcersi ed essere usato per il mantenimento dello status quo, ovvero l'oppressione dei più deboli, fattore necessario per una ribellione e la necessità di avere un paradiso hic et nunc.
Libertà
L'ambientazione è il mondo proposto dal Prete Rosso, con gli uomini condizionati da chip eccetera eccetera.
Il tema quindi è che fare della libertà una volta ritrovata, il tema del libero arbitrio.
La trama di un movimento clandestino di persone libere dal chip che operi per la liberazione dell'intera umanità è OK. Il finale per me sarebbe un'umanità libera dal chip che sceglie consapevolmente di tornare sotto condizionamento, per inerzia, per paura di scegliere e di sbagliare.
La storia alle spalle del libro potrebbe essere quella di un'umanità arrivata quasi sull'orlo dell'estinzione per via di comportamenti distruttivi (guerre, devastazione ecosistemica, sfruttamento sconsiderato delle risorse). Scampata dal disastro ma profondamente segnata dall'esperienza, decide che solo con una maggiore coordinazione e con l'eliminazione degli impulsi più animaleschi la razza sarebbe potuta sopravvivere. Da qui ad un chip di condizionamento quindi il passaggio è breve.
Sul livello di condizionamento personalmente troverei più interessante qualcosa di molto pervasivo, anche se c'è da pensarci bene perché forse rallenta il libro... dipende da quanto deve essere importante la parte del ritrovamento della libertà rispetto al totale del romanzo. Diciamo che per come la immagino io il chip sopperisce ad ogni cosa, ti dice quando hai fame, quando hai sonno e quando devi andare in bagno, in che direzione camminare, come tenere il chiodo contro la parete e come piantarlo nel muro con il martello senza fracassarti le dita, ecco. Cosa importante, ti dice cosa è giusto e cosa no. Una persona che uscisse da un condizionamento di questo genere dovrebbe imparare a gestire, come un bambino piccolo ma senza aiuto genitoriale, lo stimolo della fame, per esempio. Una persona di questo genere dovrà capire che lo stimolo della fame si placa mangiando, e come reagirà? Spaccherà una vetrina per prendere una bistecca dal banco del macellaio (macellaio inteso come persona senza particolari capacità ma il cui chip guida i movimenti affinché faccia il lavoro del macellaio)? E poi? La mangerà cruda?
E che dire dei rapporti interpersonali? Quanti tentativi serviranno per instaurare una conversazione normale tra due persone libere da chip? E come reagiranno le persone con il chip a vedere i "liberi"? Le forze dell'ordine? Le strutture sanitarie?
Ecco, mi fermo qui con lo sproloquio e passo la parola al prossimo volontario per il brainstorming.
D'accordissimo. Quando ho lanciato l'idea di trattare il romanzo come un GdR (in contrapposizione con l'idea di partenza degli organizzatori) intendevo semplicemente dire che i vari PdV si trovano immersi in una situazione - precisamente definita, proprio come dici tu, nelle sue grandi linee - ma restano completamente liberi di agire secondo la propria natura, la propria particolare micro-situazione, e si incontrano e interagiscono, pur restando entro i limiti (molto ampi) del grande disegno della storia. Io credevo che i giochi di ruolo consistessero in questo: esiste un "mondo", una macro-situazione, e personaggi con proprieta' ben definite che ci si muovono liberamente dentro. Ovviamente c'e' un master a regolamentare il tutto, per forza di cose, ma i singoli restano relativamente liberi di fare quello che vogliono. Sbaglio di tanto? (Vorrei che stavolta mi rispondesse qualcuno che non sia Triex: lui l'ha gia' fatto, dandomi dell'ignorante e del prepotente, e non mi e' piaciuto tanto).Il discorso però si riallaccia in parte a quanto detto da Qhorin sulla scelta "trama predefinita" VS "gioco di ruolo". Qui chiedo lumi agli organizzatori, ma non vorrei che per gioco di ruolo si intendesse qualcosa tipo "nemmeno chi scrive sa la storia, che viene definita di volta in volta dall'esito delle giocate". Se si intende questo, non sono d'accordo. Secondo me, per realizzare un libro decente, occorre sapere dove si parte e dove si arriva, e anche le tappe fondamentali del percorso intermedio.
In ogni caso, questa totale micro-liberta' e' la cosa piu' necessaria agli autori (presi singolarmente) per non sentirsi degli schiavi, dei "negri", utilizzati per scrivere una storia interamente pensata da un altro - cosa che, secondo me, non reggerebbe per piu' di una settimana.
Cio' che ci spinge a scrivere, e ci esalta, e ci fa venir voglia di scrivere ancora, e' proprio quanto di creativo c'e' nell'attivita', e quanto di nostro c'e' in quello che facciamo. Non siamo solo "sociali", siamo anche dannatamente "individuali".
Lo ripeto ancora una volta: i piani quinquennali non hanno mai funzionato in alcun periodo della storia umana, in alcun luogo, in alcuna societa', in alcuna attivita'. E mai funzioneranno.