Brienne! :wacko:
A me piacciono i capitoli di Brienne.
La Vergine di Tarth ci porta in posti dove i "grandi" della trama non ci porterebbero mai. Ci fa conoscere i sudditi, la gente, quella massa di esseri finora quasi sconosciuti che popolano il Continente occidentale, con le loro disgrazie e la loro voglia di ricominciare dopo i disastri della guerra. Ci presenta personaggi simpatici o tragici (vedasi Dick Crabb), ci fa palpare il senso di insicurezza che domina le strade dei Sette Regni ma anche il bisogno di fiducia negli altri che ancora sopravvive in tanti. Mostra senza cadute patetiche il buono che cerca di resistere in quel mare di m***a che ha sommerso tutti.
Per me le pagine di Brienne (come in parte quelle di Arya fino ad Affc) sono una splendida critica agli orrori della guerra, ambientazione letteraria suggestiva ma tragedia infinita dell'umanità che si ripete ancora nel mondo contemporaneo.
Non so quali siano le idee politiche di Martin, per quanto ne so potrebbe essere anche un accanito guerrafondaio, ma da quello che leggo nei capitoli di Brienne ricavo l'idea di un autore che vuole condannare moralmente quella realtà di violenza, che pure è così accattivante ed efficace sul piano narrativo. Come se, dopo avercene presentato gli aspetti affascinanti ed esaltanti ai fini della trama, volesse prendersi un momento di riflessione seria su quello che è veramente la guerra, su quello che ha significato per tutti gli altri, per i deboli, per quelli che non hanno spade e che non saprebbero comunque usarle.
Ma che pizza.... :wacko: uno dei punti buoni delle Cronache è proprio il fatto che c'è una quasi completa assenza di ideologia e/o politica. Le idee di Martin su cosa ne pensi della guerra non mi interessano per niente e infatti non mi pare nemmeno che la sua intenzione sia quella.
Per quanto riguarda i deboli, poi Martin se n'è sempre fregato. E' uno scontro tra nobili, il resto è contorno.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Brienne "La Bella" di Tarth.Thoros mi è alquanto indifferente.
Laura, questa me la segno. :wacko:
:**
A me i capitoli di Brienne non esaltano tanto: alcuni sono belli, altri noiosi.
Però come personaggio non mi dispiace (:
Non c'è chissà quale ideologia esplicita, ma un minimo le idee dell'autore comunque passano, almeno in certi punti. Non ci vedo niente di male.
Non è nemmeno vero che ci sia sempre stato un menefreghismo completo verso i più deboli. Ci si concentra maggiormente sull'ambiente nobiliare, ma non estremizziamo.
Nei capitoli di Arya fin dalla fine di AGOT si è praticamente concentrato sui più poveri (e i capitoli di Arya sono i più numerosi dopo quelli di Tyrion).
Ma anche in altri punti ci sono comunque dei riferimenti.
Tra l'altro molti dei personaggi principali, anche se nobili, sono comunque in qualche senso "dei deboli".
Voto Brienne :wacko:
Ma che pizza.... :wacko: uno dei punti buoni delle Cronache è proprio il fatto che c'è una quasi completa assenza di ideologia e/o politica. Le idee di Martin su cosa ne pensi della guerra non mi interessano per niente e infatti non mi pare nemmeno che la sua intenzione sia quella.
Per quanto riguarda i deboli, poi Martin se n'è sempre fregato. E' uno scontro tra nobili, il resto è contorno.
Non ho detto che la sua intenzione sia quella, ho detto che io ne ho ricavato quel messaggio e mi è piaciuto leggere la cosa in questo modo.
Anche perché non ci vedrei altri possibili significati. E mi pare difficile che Martin si metta a scrivere capitoli inutili con tutto il lavoro che ha da fare.
uno dei punti buoni delle Cronache è proprio il fatto che c'è una quasi completa assenza di ideologia e/o politica. Le idee di Martin su cosa ne pensi della guerra non mi interessano per niente e infatti non mi pare nemmeno che la sua intenzione sia quella.
Per quanto riguarda i deboli, poi Martin se n'è sempre fregato. E' uno scontro tra nobili, il resto è contorno.
Il resto è ricchezza di particolari,è strutturare la storia su più livelli,analizzare gli avvenimenti da diversi punti di vista......dà quella completezza a livello di narrazione che contribuisce a rendere l'opera qualcosa di più di "intrighi nella capitale/guerra sul fronte occidentale/magia,draghi e lupi tutt'attorno" (ovviamente,anche grazie a capitoli come quelli di Brienne,le Cronache sono molto più di questo......era solo per dimostrare come,estremizzando,si può arrivare un pò dove si vuole).
Per le storie essenziali e senza "contorno" c'è Tom Clancy.... >_>
voto Brienne di Tarth Thoros era un simpaticone ma in fondo non mi ha mai detto tanto come personaggio
voto Brienne
Ormai mi pare che i giochi siano fatti...quindi il mio voto non sarà influente.
Sono due pg che non mi hanno detto molto, ma tra i due certamente maggiore risalto ce l'ha la Donzella.
Indi, voto Brienne
>_>
La Vergine di Tarth ci porta in posti dove i "grandi" della trama non ci porterebbero mai. Ci fa conoscere i sudditi, la gente, quella massa di esseri finora quasi sconosciuti che popolano il Continente occidentale, con le loro disgrazie e la loro voglia di ricominciare dopo i disastri della guerra. Ci presenta personaggi simpatici o tragici (vedasi Dick Crabb), ci fa palpare il senso di insicurezza che domina le strade dei Sette Regni ma anche il bisogno di fiducia negli altri che ancora sopravvive in tanti. Mostra senza cadute patetiche il buono che cerca di resistere in quel mare di m***a che ha sommerso tutti.
Per me le pagine di Brienne (come in parte quelle di Arya fino ad Affc) sono una splendida critica agli orrori della guerra, ambientazione letteraria suggestiva ma tragedia infinita dell'umanità che si ripete ancora nel mondo contemporaneo
quello che dici è giusto, ma secondo me è proprio questa ambientazione, sia pur resa bene, a rendere i capitoli di Brienne poco apprezzati.
non so, io trovo questa ambientazione abbastanza "noiosa e prevedibile"... mi spiego: quando il mondo va a scatafascio, i villaggi saccheggiati i civili massacrati le campagne sono percorse da bande di psicotici e al posto delle prugne sugli alberi ci sono centinaia di impiccati, non ci sono tanti modi per reagire.
o diventi un macellaio, o impazzisci (o meglio diventi irrazionale), o diventi un cinico della serie me-la-cavo-a-tutti-costi-non-importa-chi-devo-calpestare.
praticamente ci sono solo queste figure che si incontrano, e ricorrono in continuazione, in tutte le salse ma alla fine sempre uguali.
a peggiorare questa continua variazione sul tema, c'è la stessa Brienne, angelo buono e incorruttibile, che calato in questo contesto crea una stranissima sensazione di straniamento,visto che è l'unica a non rientrare in una delle tre tipologie sopracitate.
invece le ambientazioni dove le persone non sono con le spalle al muro, presentano molto più sfaccettature, possibilità e sorprese.
Non c'è chissà quale ideologia esplicita, ma un minimo le idee dell'autore comunque passano, almeno in certi punti. Non ci vedo niente di male.
Non è nemmeno vero che ci sia sempre stato un menefreghismo completo verso i più deboli. Ci si concentra maggiormente sull'ambiente nobiliare, ma non estremizziamo.
Nei capitoli di Arya fin dalla fine di AGOT si è praticamente concentrato sui più poveri (e i capitoli di Arya sono i più numerosi dopo quelli di Tyrion).
Ma anche in altri punti ci sono comunque dei riferimenti.
Tra l'altro molti dei personaggi principali, anche se nobili, sono comunque in qualche senso "dei deboli".
Boh i riferimenti non li ricordo, si vede che sono vicende che non mi hanno particolarmente colpito. A meno che non ti riferisci a Frittella e Company ma comunque si tratta pur sempre di tapezzeria, anche se simpatico (a proposito Frittella c'era nel Death Match :wub:)
Ma che pizza.... -_- uno dei punti buoni delle Cronache è proprio il fatto che c'è una quasi completa assenza di ideologia e/o politica. Le idee di Martin su cosa ne pensi della guerra non mi interessano per niente e infatti non mi pare nemmeno che la sua intenzione sia quella.
Per quanto riguarda i deboli, poi Martin se n'è sempre fregato. E' uno scontro tra nobili, il resto è contorno.
Non ho detto che la sua intenzione sia quella, ho detto che io ne ho ricavato quel messaggio e mi è piaciuto leggere la cosa in questo modo.
Anche perché non ci vedrei altri possibili significati. E mi pare difficile che Martin si metta a scrivere capitoli inutili con tutto il lavoro che ha da fare.
Martin è uno a cui piace il dettaglio. Se c'è una guerra è giusto dare uno sprazzo di visione sulle conseguenze di questa. E' funzionale al suo realismo a mio modo divedere.
uno dei punti buoni delle Cronache è proprio il fatto che c'è una quasi completa assenza di ideologia e/o politica. Le idee di Martin su cosa ne pensi della guerra non mi interessano per niente e infatti non mi pare nemmeno che la sua intenzione sia quella.
Per quanto riguarda i deboli, poi Martin se n'è sempre fregato. E' uno scontro tra nobili, il resto è contorno.
Il resto è ricchezza di particolari,è strutturare la storia su più livelli,analizzare gli avvenimenti da diversi punti di vista......dà quella completezza a livello di narrazione che contribuisce a rendere l'opera qualcosa di più di "intrighi nella capitale/guerra sul fronte occidentale/magia,draghi e lupi tutt'attorno" (ovviamente,anche grazie a capitoli come quelli di Brienne,le Cronache sono molto più di questo......era solo per dimostrare come,estremizzando,si può arrivare un pò dove si vuole).
Per le storie essenziali e senza "contorno" c'è Tom Clancy.... >_>
Non era un'analisi stilistica ma più contenutistica. I protagonisti delle Cronache sono (in netta maggioranza) dei nobili, non altro.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Voto Brienne !!! Mi sta simpatica anche se non è tra i miei personaggi preferiti...
Non era un'analisi stilistica ma più contenutistica. I protagonisti delle Cronache sono (in netta maggioranza) dei nobili, non altro.
io direi che tutti sono nobili... davos e areo hanno umili origini ma sono da tempo immemorabile i bracci destri di grandissimi lord... e tecnicamente davos è nobile pure lui...