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Politica internazionale
S di sharingan
creato il 05 gennaio 2009

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Lyra Stark
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Inviato il 16 maggio 2021 15:09
22 ore fa, Mar ha scritto:

Utopia per utopia, considero non solo migliore, ma pure più fattibile "2 Popoli, 1 Stato" 

Ma non è quello che si è tentato finora con i risultati che sono sotto gli occhi di tutti? 


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.

 

When the snows fall and the white winds blow,

the lone wolf dies, but the pack survives

 

Stark è grigio e Greyjoy è nero

Ma sembra che il vento sia in entrambi

 
 
What do they say of Robb Stark in the North?
They call him The Young Wolf
They say he can't be killed...
 
A thousand years before the Conquest, a promise was made, and oaths were sworn in the Wolf's Den before the old gods and the new. When we were sore beset and friendless, hounded from our homes and in peril of our lives, the wolves took us in and nourished us and protected us against our enemies. The city is built upon the land they gave us. In return we swore that we should always be their men. Stark men!

 

 

Mar
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Inviato il 16 maggio 2021 18:47
22 ore fa, Menevyn ha scritto:

Questo ragionamento però sembra porre i palestinesi dalla parte dei "cattivi", o quantomeno irragionevoli, come se il loro non voler accettare l'occupazione o l'egemonia israeliana fosse il motivo per cui questa maledetta guerra va avanti da 70 anni (che poi non è che i musulmani israeliani se la passino benissimo, in Israele, specie a Gerusalemme, e specie da quando quel genio di Trump ha riconosciuto la città quale capitale dello Stato Ebraico).

 

No ma ci mancherebbe, non mi passa neanche per la testa di ridurre queste situazioni così complesse in termini di buoni o cattivi, di torto e ragione. Posso invece essere totalmente d'accordo sul discorso discriminazione dei cittadini di serie b, ma pur sempre di una condizione moooolto migliore di quella in cui si trovano i palestinesi, con tanto di Partiti arabi regolarmente eletti nel Parlamento di uno Stato "democratico" con separazione delle cariche e dei Poteri, e la garanzia di controlli costituzionali, si tratta. Ma appunto, per me è proprio la deriva etno-teo-nazionalista quella che va fermata e risolta.

 

 

Quello cui facevo riferimento anche nel resto del post, è l'equivoco di pensare a Israele e Palestina, o viceversa. Problematico, perchè Israele è Palestina, e viceversa. Una è la Terra* contesa (e una è la Città "Santa"), per entrambi i Popoli. Tentativi di ingegneria urbana e statale a suon di muri e lungo faglie etnico/ideologico/religiose se ne sono visti tanti nel Novecento, e sono stati tutti contraddistinti da grandi sofferenze, compromessi insoddisfacenti per entrambe le parti coinvolte, e a lungo andare destino fallimentare. Inevitabilmente, perchè l'unico risultato è quello di istituzionalizzare situazioni ibride, stabili nel loro essere instabili, di impedire la cicatrizzazione della ferita.


Uno Stato (arabo) palestinese, confinante con, circondato da, e nemico di, uno Stato (ebraico) israeliano. Composto, il primo, da due entità territoriali, poverissime e senza il minimo valore simbolico/"sacro", per giunta separate tra loro dal secondo (e proprio per questo amministrate, più o meno ufficiosamente, da due autorità molto diverse, una delle quali considerata terroristica da UE e USA, che per la cronaca, rispondendo al precedente intervento di Phoenix, in ogni momento sono, con immenso distacco, i due principali donatori internazionali della Palestina con ben oltre mezzo miliardo di aiuti). Infinite, assicurate, "dispute di frontiera" e per il controllo delle risorse energetiche. Ciliegina sulla torta esplosiva, la totalmente irrisolta questione Gerusalemme. Uno stimolo potentissimo alle derive di cui sopra. Un circolo vizioso disastroso. 

 

A me sembra che sia questo quello che si è tentato finora, con la francamente irrilevante differenza che la "Palestina" non è di fatto uno Stato sovrano.
 

 


* tanto per fare un esempio più o meno noto : Hebron, in piena Cisgiordania "palestinese", è la biblica città di Abramo, Davide, e vi sarebbe sepolto anche Isacco.


"It may be a reflection on human nature, that such devices should be necessary to control the abuses of government. But what is government itself, but the greatest of all reflections on human nature? If men were angels, no government would be necessary. If angels were to govern men, neither external nor internal controls on government would be necessary. In framing a government which is to be administered by men over men, the great difficulty lies in this: you must first enable the government to control the governed; and in the next place oblige it to control itself".

Federalist No. 51, The Structure of the Government Must Furnish the Proper Checks and Balances Between the Different Departments, in The Federalist Papers, a collection of essays written in favour of the new Constitution as agreed upon by the Federal Convention, September 17, 1787

Alexander Hamilton, James Madison, John Jay

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Menevyn
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Inviato il 16 maggio 2021 21:21

Quello che dici è giusto (del resto il problema è stato analizzato sotto ogni tipo di luce ed angolazione possibile); per spezzare quel circolo vizioso di cui parli, almeno dal punto di vista politico, si potrebbe provare a fare una cosa che credo non sia mai stata fatta, ossia, trattare Israele come un qualsiasi altro Stato membro delle Nazioni Unite che avesse violato in modo sistematico credo una sessantina tra risoluzioni vincolanti e non vincolanti del Consiglio di Sicurezza e dell'Assemblea Generale (escludendo tutte quelle bloccate dagli USA ponendo il veto in CdS, e credo siano anche quelle qualche decina), per non parlare di tutte le violazioni al diritto internazionale e ai diritti umani. Solo che non credo ce ne sia mai stato uno, almeno nelle stesse proporzioni. E di sicuro nel beneficio del sostanziale lassismo di gran parte della comunità internazionale, occidentale in primis. Poi è chiaro, ci sono molti Paesi che hanno commesso violazioni simili e che hanno continuato a fare tranquillamente ciò che volevano senza conseguenze reali ed efficaci che non fossero meramente economiche (Corea del Nord, Cuba, Iran, senza guardare all'Africa o al sud-est asiatico), ma, utopia per utopia, proposta inconcludente per proposta incolcludente, si potrebbe dire, tentar non nuoce.

 

Ma credo che sia un poposito più irrealizzabile che la conclusione stessa della guerra.

Modificato il 05 July 2024 17:07


Euron Gioiagrigia
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Inviato il 17 maggio 2021 9:43

Comunque è interessante notare che si sta parlando dello stesso argomento con cui è stata aperta questa discussione, 12 anni fa.


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Phoenix
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Phoenix


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Inviato il 24 maggio 2021 20:29

Che dire di Lukashenko e dell' affaire dirottamento? Sembra la trama di un'americanata, incredibile. 



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Inviato il 24 maggio 2021 22:18

Fa tanto seconda metà anni 30.

Il problema è che se non reagiamo a cose così "ridotte" mi immagino cosa succederà se i turchi proveranno in futuro a prendersi qualche isola greca



Euron Gioiagrigia
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Inviato il 26 maggio 2021 9:47
Il 24/5/2021 at 22:18, osservatore dal nord ha scritto:

Fa tanto seconda metà anni 30.

 

Concordo. Tutta l'Europa Orientale ha questa brutta tendenza verso regimi opachi in fatto di democrazia, come Polonia e Ungheria, oltre ovviamente alla Bielorussia che però in realtà è una dittatura fin da quando si è separata dalla Russia. L'avvenimento è molto grave e spero che la UE reagisca in modo compatto e adeguato, ovviamente sempre per via diplomatica.

Modificato il 05 July 2024 17:07


osservatore dal nord
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Inviato il 18 giugno 2021 14:45

Fotografia di Gwadar: il lato oscuro del corridoio economico Cina-Pakistan

Dettaglio di una carta di Laura Canali

Dettaglio di una carta di Laura Canali.

 17/06/2021

RUBRICA DESH I mega progetti urbanistico-infrastrutturali finanziati da Pechino stanno rendendo la località pakistana una prigione a cielo aperto per la popolazione autoctona. A tutto vantaggio di aziende e manodopera cinesi e dell’élite militare locale. Islamabad è con l’acqua alla gola.

Secondo il nuovo Master Plan i professionisti espatriati rappresenteranno l’80% della popolazione di Gwadar. Saranno attirati a Gwadar da lavori altamente retribuiti, dalla mancanza di tasse, dalle industrie ad alto contenuto tecnologico, dai mega centri commerciali e dall’aeroporto internazionale più grande del Pakistan (…) Gwadar è destinata a diventare la prima città del Pakistan in cui non ci sono tasse né armi (…) La sicurezza di lavoratori e investitori stranieri verrà garantita da una solida rete di impianti di sicurezza, che include telecamere a circuito chiuso, software di riconoscimento facciale, un controllo capillare dei veicoli in circolazione, telecamere a circuito chiuso ovunque e impianti di allarme (…) Il primo paradiso fiscale del Pakistan avrà grandi teatri, una città universitaria, negozi in riva al mare e passeggiate per il tempo libero, parchi, spiagge, hotel a cinque stelle e un porto per navi da crociera che collega Muscat, Dubai, Doha, Bahrein e Gedda”.


Così il governo del Pakistan, sul sito web che illustra il master plan per lo sviluppo del porto di Gwadar, pubblicizza il futuro fiore all’occhiello del corridoio economico Cina-Pakistan (Cpec). Il progetto – parte della Belt and Road Initiative (Bri, o nuove vie della seta) – in cui la Cina ha investito 50 miliardi di dollari, secondo le stime ufficiali del governo pakistano dovrebbe produrre un incremento netto del 2,5% del pil e “creare migliaia di posti di lavoro”. Stando al master plan, Gwadar sarà divisa grosso modo in tre zone: Gwadar Port Free Zone, Gieda Industrial Zone e Epza Export Processing Zone.


Nelle intenzioni cinesi, la città dovrebbe diventare “la prossima Dubai”: un paradiso per investitori e professionisti stranieri, per golfisti miliardari e per appassionati di shopping selvaggio. Il fiore all’occhiello del progetto è la cosiddetta Gwadar Smart Port City, che si svilupperà su circa 300 chilometri quadrati e che comprende, appunto: “resort di lusso, centri commerciali e campi da golf fronte mare”. Oltre, naturalmente, a complessi residenziali di alto profilo.


Peccato che per costruire la nuova Dubai i governi cinese e pakistano stiano trasformando la città in una prigione a cielo aperto. Con 24 chilometri totali di filo spinato e cavalli di frisia che tagliano in due abitazioni private e condomini e che sono volte, sostengono gli abitanti del luogo, non a garantire la sicurezza delle nuove infrastrutture ma a rinchiudere la popolazione locale in una specie di enorme carcere. Privando dell’accesso al mare e persino all’acqua potabile –  come accadute nei mesi scorsi – una buona fetta della popolazione che vive esclusivamente di pesca. Quella stessa popolazione, tanto per capirci, le cui terre sono state espropriate senza complimenti dal governo e che non ha ricevuto compensazione alcuna.


Anche se, a leggere l’ultimo sondaggio dell’Ufficio statistico governativo (Pbs), si apprende che il reddito medio delle famiglie del Balucistan si è più che quadruplicato, passando da 6.346 a 36.387 rupie pakistane l’anno. Secondo il Pbs, gli incrementi di reddito più significativi si sono registrati nelle provincie del Punjab e del Balucistan e sono sostanzialmente dovuti ai mega progetti di sviluppo che fanno parte del Cpec.


 

Carta di Laura Canali, 2017

Carta di Laura Canali, 2017


È un peccato che i sondaggisti del Pbs non conoscano Trilussa, visto che i versi del poeta su polli e statistiche si adattano perfettamente alla situazione del Pakistan. Posto che, secondo il Programma della Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), il 71% della popolazione locale vive sotto la soglia di povertà – percentuale che sale all’85% se si considerano soltanto le zone rurali. E che pur essendo il Balucistan la regione più ricca di risorse dell’intero Pakistan, gran parte dei suoi abitanti non ha accesso né all’elettricità né all’acqua potabile o al gas; che in gran parte della regione non ci sono scuole né ospedali.


Per tornare a Trilussa e ai polli, basta scorrere il master plan e spulciare i consigli di amministrazione delle società che stanno sviluppando Gwadar per capire chi sta mangiando il pollo che, secondo le statistiche, dovrebbe finire nella pancia degli abitanti del Balucistan. A leggere il master plan, che dipende dalla commissione governativa Balochistan Development Authority (Bda), “il governo non possiede nemmeno un singolo pezzo di terra”. Non ufficialmente, forse.


Ma a fare la parte del leone nei progetti di sviluppo di Gwadar è la società Am99, presieduta e fondata dal brigadiere in pensione Asif Mahmood Minas, che ricopre anche il ruolo di direttore per le joint ventures e consigliere nella Bda. La Am99, con sede a Lahore, sta costruendo il Gwadar Club and Ninety Nine Beach Resort nel cui consiglio di amministrazione siedono, oltre alla moglie dello stesso Asif, il direttore della Dg Walled City di Lahore, ex ambasciatore pakistano alle Mauritius ed ex ministro della Legge del Punjab. La silver membership del club costa 300 mila rupie pakistane e, secondo il loro sito web, “garantisce un accesso privilegiato alla Balochistan Development Authority e alla Gwadar Development Authority”.


Il China-Pak Golf Estates è invece in mano alla China-Pakistan Investment Corporation (Cpic). Si tratta di una società con sede a Londra autoproclamatasi “award winning”, di cui nessuno che sia qualcuno nel mercato immobiliare della City ha però mai sentito parlare. Nel suo consiglio di amministrazione siedono, oltre a un paio di aristocratici inglesi di dubbia fama, un ex ammiraglio della marina pakistana e un tenente generale (ancora in servizio) dell’esercito di Islamabad. Oltre all’imprenditore Zeeshaan Shah, protagonista di una fulminante quanto insospettata carriera dopo aver vinto l’edizione britannica di The Apprentice e Ryan He, un “esperto di investimenti” con un lungo curriculum alle spalle di collaborazione con le istituzioni cinesi. Il relativo sito web esplicita bene le intenzioni dei costruttori. Lo sviluppo del mega progetto a Gwadar: “offre tutto ciò che è necessario per vivere, lavorare e divertirsi in una comunità protetta e sicura. Il complesso offrirà inoltre il primo tempio cinese di Gwadar”.


E poco importa che Gwadar si trovi praticamente in una zona di guerra, dove poco più di un anno fa l’hotel Pearl Intercontinental è stato attaccato con tanto di squadre suicide e razzi dall’Esercito di liberazione del Balucistan. Secondo la Cpic: “Gwadar è universalmente considerata più che sicura, non c’è quindi alcun problema per il benessere dei suoi abitanti. Circa novemila soldati dell’esercito pakistano sono di stanza in città, a cui si aggiungono seimila membri dei corpi paramilitari”. Più i quindicimila soldati cinesi messi a “proteggere” il porto, su cui ormai da tempo sventolano le bandiere congiunte di Cina e Pakistan.


 

Carta di Laura Canali, 2009.

Carta di Laura Canali, 2009.


Nonostante il premier pakistano Imran Khan si affanni a dire che il Cpec “andrà avanti a ogni costo”, le preoccupazioni, i dubbi e le proteste si fanno sempre più pressanti. L’ex ministro degli Affari marittimi Mir Hasil Khan Bizenjo ha denunciato lo scorso novembre in parlamento che, secondo gli accordi, Islamabad percepirà soltanto il 9% degli utili generati dal porto di Gwadar. Mentre il restante 91% finirà dritto nelle capienti tasche di Pechino per i prossimi quarant’anni.


Inoltre, in Balucistan come altrove, a beneficiare delle “migliaia di posti di lavoro” sono soltanto i cinesi. Alla manodopera locale, se e quando viene assunta, vengono riservati soltanto impieghi di basso profilo – senza contare che i pakistani vengono pagati circa la metà dei cinesi che compiono lo stesso lavoro. Il Pakistan, indebitato oltre ogni limite, è ormai tenuto saldamente per la gola dalla Repubblica Popolare.


Pechino, sempre con la connivenza dell’esercito, ha intenzione di “occuparsi” anche del Sindh. Precisamente di due isole, Bhundar (o Bundal) e Dingi. Le quali, poste con un colpo di mano incostituzionale sotto il diretto controllo del governo centrale, nelle intenzioni della Cina dovrebbero diventare le Hong Kong del futuro. La neonata Pakistan Island Development Authority, istituita con decreto presidenziale, deve per statuto essere presieduta un membro o ex tale dell’esercito. E sta anche sviluppando, con il solito sistema di compagnie private, una serie di Model Town nella Kpk (Khyber pakhtunkhwa) – dove la popolazione locale aspetta ancora che siano ricostruiti i villaggi rasi al suolo dall’esercito e che siano bonificati i campi minati – oltre a raffinerie, fabbriche di cemento, impianti idroelettrici e quant’altro.


Gli abitanti del Balucistan, del Sindh e della Kpk protestano, ma i civili in Pakistan contano meno di niente. Ciò che conta è che Pechino tiene saldamente in mano i cordoni della borsa, che Imran Khan continua ad aggiungere debiti ai debiti e che quindi, volente o nolente, deve ballare i valzer cinesi e mangiare quel capolavoro di demenza pubblicitaria che è il “Cpec byriani”.


Facendo finta che gli uiguri non siano fratelli musulmani perseguitati, che le spose pakistane comprate dai cinesi e portate a Pechino non finiscano nei bordelli cinesi o a fare le schiave presso famiglie più o meno benestanti.


E facendo finta che la stretta sulla libertà di stampa, le sparizioni forzate che ormai riguardano tutto il paese, gli omicidi extragiudiziali, le fosse comuni, i dissidenti pakistani minacciati all’estero e quelli baluci uccisi negli scorsi mesi in Svezia e in Canada non siano tra i frutti avvelenati del Cpec e della smania cinese di avere campo libero e nessun problema attorno ai “progetti di sviluppo”.

 
Dal sito di limes. 
Se anche solo metà dell'articolo fosse vero, brividi.  
Modificato il 05 July 2024 17:07


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Inviato il 05 luglio 2021 15:30

L'irlanda del Nord tra qualche anno potrebbe riunificarsi con la Repubblica di Irlanda?

 

https://www.ilpost.it/2021/07/05/irlanda-del-nord-disgregazione/

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Lyra Stark
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Inviato il 05 luglio 2021 18:17

Sarebbe anche ora, una delle forzature storiche che hanno creato tantissimi morti.


E' sempre un dispiacere che quando tutti i lupi dovrebbero sollevarsi, un posto possa rimanere vuoto.

 

A man might befriend a wolf, even break a wolf, but no man could truly tame a wolf.

 

When the snows fall and the white winds blow,

the lone wolf dies, but the pack survives

 

Stark è grigio e Greyjoy è nero

Ma sembra che il vento sia in entrambi

 
 
What do they say of Robb Stark in the North?
They call him The Young Wolf
They say he can't be killed...
 
A thousand years before the Conquest, a promise was made, and oaths were sworn in the Wolf's Den before the old gods and the new. When we were sore beset and friendless, hounded from our homes and in peril of our lives, the wolves took us in and nourished us and protected us against our enemies. The city is built upon the land they gave us. In return we swore that we should always be their men. Stark men!

 

 

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Inviato il 27 luglio 2021 17:16

La Tunisia rischia seriamente di affrontare momenti difficili. Staremo a guardare anche stavolta sperando che tutti decidano di volersi bene o faremo qualcosa di concreto? 

Modificato il 05 July 2024 17:07

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Inviato il 27 luglio 2021 19:55

Tutto sta in cosa sia quel "qualcosa di concreto". Si fece "qualcosa di concreto" anche nel 2011 in Libia, ma non mi pare che poi le cose siano andate bene.



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Inviato il 27 luglio 2021 20:49

Tipo supportare  le istituzioni tunisine coordinando con la Francia , evitare che i turchi si intestino i servizi che il governo non riesce a fornire etcc.. In libia abbiamo passato anni sperando che prima o poi le varie milizie si scoprissero patriottiche e amanti della pace.



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Inviato il 31 luglio 2021 9:53

Neanche in Africa meridionale le cose procedono bene: in Mozambico è di fatto in corso una guerra contro un gruppo islamista che opera nel nord del Paese, e in Sudafrica vi sono state violente proteste e saccheggi per l'arresto dell'ex presidente Zuma accusato di corruzione.

 

https://www.ilpost.it/2021/07/30/mozambico-milizie-guerra/

 

https://www.ilpost.it/2021/07/13/sudafrica-proteste-zuma/

Modificato il 05 July 2024 17:07


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Inviato il 04 agosto 2021 14:10
Il 27/7/2021 at 20:49, osservatore dal nord ha scritto:

Tipo supportare  le istituzioni tunisine coordinando con la Francia , evitare che i turchi si intestino i servizi che il governo non riesce a fornire etcc.. In libia abbiamo passato anni sperando che prima o poi le varie milizie si scoprissero patriottiche e amanti della pace.

 

Nel frattempo l'Italia invia 1,5 milioni di dosi di vaccino anti Covid in Tunisia: https://formiche.net/2021/08/vaccini-covid-italia-tunisia/


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