Le proteste in Iran sono continuate in questi giorni e ci sono stati già alcuni morti, la notizie in merito però non sembrano avere molto spazio sui quotidiani e nei telegiornali; gli U.S.A. e l' Europa stanno molto cautamente a guardare che succede.
Credo che un po' di cautela sia saggia. Non bisogna dare l'impressione che la protesta sia influenzata dall'Occidente. Il consenso intorno alla sollevazione è dovuto proprio al fatto che è scaturita dall'interno, altrimenti i soliti complottisti (che ci sono anche in Occidente dove ci sono non pochi estimatori di Ahmadinejad) diranno che un milione di manifestanti sono degli agenti prezzolati della CIA.
Comunque la giornata chiave è oggi. Il regime ha negato la manifestazione ma l'opposizione è scesa in piazza lo stesso. C'è stato anche un'attentato e scontri con la polizia. Se Repubblica stanno seguendo l'evolversi della vicenda passo dopo passo: Link. Il sito straniero che segue con più accuratezza gli eventi è l'Huffington Post:Link; ci sono anche diverse testimonianze dirette.
Una delle cose più interessanti è l'utilizzo di internet. Se i media tradizionali sono in mano al regime, la rete rimane il mezzo più efficace per organizzare la protesta.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Pienamente d'accordo, anche perchè la necessaria cautela sul risultato elettorale (Ahmadinejad, al di là dei probabili brogli, verosilmente gode ancora della maggioranza dei consensi fra l'elettorato iraniano) si unisce ad uno fermo richiamo contro la violenza esercitata nel reprimere le manifestazioni di dissenso.Credo che un po' di cautela sia saggia.
Credo che questo sia in ogni caso un buon segnale per l'Occidente, così come il risultato delle da te citate elezioni in Libano.Il consenso intorno alla sollevazione è dovuto proprio al fatto che è scaturita dall'interno
Non solo per organizzare la protesta ma per fare sapere al mondo ciò che sta accadendo, viste le limitazioni di movimento cui sono sottoposti i giornalisti stranieri in Iran in questi giorni.Una delle cose più interessanti è l'utilizzo di internet. Se i media tradizionali sono in mano al regime, la rete rimane il mezzo più efficace per organizzare la protesta.
Mai come in queste occasioni W il Web!
Non solo per organizzare la protesta ma per fare sapere al mondo ciò che sta accadendo, viste le limitazioni di movimento cui sono sottoposti i giornalisti stranieri in Iran in questi giorni.Una delle cose più interessanti è l'utilizzo di internet. Se i media tradizionali sono in mano al regime, la rete rimane il mezzo più efficace per organizzare la protesta.
Mai come in queste occasioni W il Web!
A questo riguardo c'è un video che è già diventato famoso, è un po' il simbolo della rivolta. Mostra l'uccisione di una giovane ragazza iraniana "> . Per chi non l'avesse visto metto un link, ma avverto che le immagini sono molto forti: http://www.youtube.com/watch?v=ZERJTB3Go8s. Penso che, nonostante tutto, sia giusto che queste immagini vengano trasmesse perchè danno l'idea del livello di brutalità del regime iraniano.
Comunque ,visto il livello dello scontro, a questo punto penso che una resa dei conti ai vertici del regime sia inevitabile e bisogna vedere a quali esiti porterà. C'è chi dice anche che Rasfanjani, leader "ombra" dell'opposizione starebbe progettando di destituire Khamenei (tecnicamente può farlo).
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Il filosofo francese Bernard Henri-Levy è venuto in possesso di un video in cui Ahmadinejad espone il suo punto di vista sull'Iran, l'Islam e il Mondo. Ecco cosa dice Levy al Corriere della Sera a riguardo:
«Un vero discorso di ispirazione fascista-messianica, perché seppur in modo diverso dal nostro in Europa quel mélange di culto della forza e di ossessione della purezza altro non è: fascismo». «Un chiaro annuncio del progetto di rivolgimento planetario e di esportazione della rivoluzione islamica nel mondo: terrificante». Bernard-Henri Lévy, noto filosofo e intellettuale francese, impegnato in politica nonché reporter, non ha dubbi sull'importanza del video appena uscito clandestinamente dall'Iran e di cui è venuto in possesso.
«Un documento straordinario» che riprende il presidente Mahmoud Ahmadinejad mentre arringa, con voce sommessa, una quindicina di religiosi iraniani in turbante bianco o nero, alla presenza del suo mentore, l'ayatollah oltranzista Mesbah Yazdi. «Ho deciso di mettere quel filmato sulla mia pagina di Facebook — spiega Lévy al Corriere — perché la gente deve sapere. E perché i giovani e l'opposizione in Iran non vanno lasciati soli in questo momento. È un atto di solidarietà come cittadino, anche se non so chi l'abbia ripreso, nè chi l'abbia inviato». Nel video, oltre dieci minuti di audio e immagini scadenti, probabilmente filmato di nascosto con il telefonino da un partecipante, Ahmadinejad sussurra con voce e occhi bassi rivolgendosi ai «cari» invitati, seduti a un tavolo ingombro di fiori e microfoni. Dice di essere a Qom, la città santa sciita dove risiede e predica Mesbah Yazdi (e molti altri ayatollah anche dell'opposizione, come Ali Montazeri o Yousef Sanei). Ringrazia i presenti per i «servigi» offerti, dice che questi serviranno a preparare finalmente una «grande vittoria, perché i tempi sono propizi». «Non sappiamo quando sia avvenuto l'incontro ma penso che fosse il 13 giugno, all'indomani delle elezioni — dice Lévy —. Quel ringraziamento riguarda i brogli che hanno hanno consentito al presidente di "vincere", anche se qualcuno tra i miei amici iraniani pensa sia precedente al voto e che il grazie sia invece per la preparazione delle elezioni truccate. Ma se i tempi sono ambigui, non lo è il resto: la "grande vittoria" di cui parla Ahmadinejad è la futura esportazione della rivoluzione islamica nel mondo che il presidente sogna da tempo. Un progetto terrificante. Un video che fa ancora più impressione di quelli sulle proteste a Teheran».
Nel consueto mix di Corano e politica, toni profetici e apparente umiltà, Ahmadinejad si dice in effetti certo che «la rivoluzione islamica ha ormai trovato la sua strada e un grande rivolgimento è iniziato: avrà dimensioni planetarie poiché il mondo ha sete di cultura musulmana, come diceva sempre l'Imam Khomeini». Il movimento, di cui lui si dice «solo uno dei partecipanti», ha una «forza immensa». «E se qualcuno pensa che l'organizzazione o le forze armate a nostra disposizione non siano sufficienti — continua Ahmadinejad sussurrando monotono — ebbene si sbaglia, poiché la logica comune non si applica a movimenti come questo, sostenuti dalla volontà e dalla misericordia divina». Se da un lato Ahmadinejad si dichiara certo del «sostegno di Dio», dall'altra chiede però ai presenti di fare il possibile per rafforzare il movimento: «Bisogna mobilitare tutti i potenziali intellettuali e manager per realizzare la legge e la giustizia dell'Islam e instaurare una società sul modello islamico nella nostra cara patria», dice, convinto come Yazdi che lo spirito della Repubblica Islamica in Iran si sia perso, e che prima di esportare la rivoluzione nel mondo si debba far pulizia in casa. Poi parla del popolo iraniano «che nel suo insieme non è malvagio» anche se «chi si basa su analisi e non su Dio non è certo un illuminato», e se «tutti quei giovani cresciuti in casa e a scuola non sanno niente dei grandi avvenimenti. Che noi, umani e maturi invece conosciamo». Discorsi che preludono a un golpe, come qualche commentatore iraniano su siti e forum sostiene?, chiediamo a Lévy. «Non saprei, difficile dirlo — risponde lui —. Ma di certo so che il regime è condannato. Se cercate in archivio gli articoli che il filosofo Michel Foucault scrisse proprio per il Corriere della Sera nel 1979, vedrete che dall'inizio delle proteste alla caduta dello Scià passò un anno. Ci volle del tempo allora, ce ne vorrà adesso. Ma alla fine accadrà».
Ora, al di là di ciò che è avvenuto con Bush, penso sia palese il motivo per il quale l'Iran non deve dotarsi della bomba atomica, o no?
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Lo penso anch'io.penso sia palese il motivo per il quale l'Iran non deve dotarsi della bomba atomica, o no?
So che si tratta di un semplice gesto simbolico ma voglio segnalarvi un sito sul quale, se volete, potete accendere una candela in memoria dei manifestanti iraniani che hanno perso la vita durante la repressione:
http://www.iranian-heroes.org/
Io l'ho fatto perchè penso sia importante che chi ha avuto il coraggio di far sentire la propria voce contro un pazzo come Ahmadinejad abbia bisogno di sentire la solidarità dell'opinione pubblica mondiale anche attraverso questi piccoli gesti.
Spero tanto che Henri-Levy abbia ragione quando fa questa dichiarazione:
di certo so che il regime è condannato. Se cercate in archivio gli articoli che il filosofo Michel Foucault scrisse proprio per il Corriere della Sera nel 1979, vedrete che dall'inizio delle proteste alla caduta dello Scià passò un anno. Ci volle del tempo allora, ce ne vorrà adesso. Ma alla fine accadrà.
Non capisco, mi viene sempre: Warning: Page has Expired
conseguenze? non saprei... bisogna vedere come sono andate le cose.
personalmente ritengo che se queste navi hanno tentato di forzare clandestinamente il blocco, sono in torto marcio. Non mi piacciono questi atteggiament.
Si tende a usare il politically correct che imperversa sulla scena internazionale e la risonanza mediatica che fatti come questi provocano (con conseguente indignazione dell'opinione pubblica) come "ricatto", pensando che si possano prendere sottogamba gli ordini di uno Stato.
Questa volta non è stato così.
Va bè,dai Balon.....è lo stesso per il postino che mi infila i volantini di Unieuro nella cassetta della posta nonostante il mio tassativo e legittimo ordine di non farlo.
Ma se lo becco "in flagranza di volantino" non è che gli sparo.....
conseguenze? non saprei... bisogna vedere come sono andate le cose.
personalmente ritengo che se queste navi hanno tentato di forzare clandestinamente il blocco, sono in torto marcio. Non mi piacciono questi atteggiament.
Si tende a usare il politically correct che imperversa sulla scena internazionale e la risonanza mediatica che fatti come questi provocano (con conseguente indignazione dell'opinione pubblica) come "ricatto", pensando che si possano prendere sottogamba gli ordini di uno Stato.
Questa volta non è stato così.
Però Israele dovrebbe anche cercare di capire il contesto in cui si trova. Soprattutto visto che c'erano di mezzo anche cittadini europei e, soprattutto turchi. Chiaramente non contesto il diritto di Israele a difendersi (l'ho già difeso altre volte) ma mi chiedo se in questo caso valesse davvero la pena mettersi contro mezzo mondo per una barchetta di dubbia pericolosità.
Personalmente sono abbastanza sicuro che ci fossero delle armi sulla nave turca, solo mi chiedo se l'esercito israeliano poteva gestire meglio la cosa. Secondo me è caduto in una provocazione.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
E le fonti di questa quasi sicurezza? L'esercito israeliano? D:
Comunque certe dichiarazioni dei militari farebbero quasi ridere se non fossero miseramente tragiche.
Ho sentito di un'aggressione da parte dei "pacifisti" con coltelli, bastoni ed almeno un'arma (naturalmente sottratta ad un soldato) alla quale il commando israeliano (che si trovavano sopra alla nave chiaramente per una crociera) ha dovuto rispondere ---> 19 morti (almeno)
Evviva "gli ordini di uno Stato". Massì, condanniamo il politically correct.
Sol da poco son giunto in queste terre, da una estrema ultima Thule. Un paese selvaggio che giace, sublime, fuori dal Tempo, fuori dallo Spazio.
All fled, all done, so lift me on the pyre. The feast is over and the lamps expire.
"I walked this land when the Tlan Imass were but children. I have commanded armies a hundred thousand strong.
I have spread the fire of my wrath across entire continents, and sat alone upon tall thrones. Do you grasp the meaning of this?"
"Yes" said Caladan Brood "you never learn."
Va bè,dai Balon.....è lo stesso per il postino che mi infila i volantini di Unieuro nella cassetta della posta nonostante il mio tassativo e legittimo ordine di non farlo.
ma qui non si tratta di volantinaggio.
qui c'è in ballo un blocco navale contro i terroristi.
Secondo me è caduto in una provocazione.
esatto.
però sarebbe anche ora di smetterla di provocare.
se vuoi andare contro gli "ordini di uno Stato" sei liberissimo di farlo, però poi non ti stupire se ogni tanto ti sparano addosso.
forzare blocchi imposti da militari per ragioni di sicurezza non è volantinaggio, ripeto.
è equiparabile a introdursi senza previo controllo e autorizzazione in zone off-limits, tipo ambasciate, caserme, carceri, sedi governative... naturale che vengono a fermarti, e se reagisci è molto probabile che il tutto finisca in modo violento.
Nessuna.Possibili conseguenze secondo voi?