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Ogni giorno sul sito del Corriere della Sera compare la top ten delle notizie più lette del giorno e ai primi posti ci sono sempre o quasi notizie futili o di gossip.
Ok,ma le notizie non sono fiction:un direttore di rete puo decidere quale fiction produrre in base ai gusti degli spettatori,i giornalisti devono dare le notizie per quello che sono,non pensando al gradimento del pubblico.....il quale se vuole informarsi sull'ultima fiamma di Elisabetta Canalis si compra Novella 2000:Corriere mi aspetto gli editoriali di Sartori e le inchieste di Stella.
Sul vero. Non tutte le notizie sono limpide, pulite. Per la maggioranza dei giornalisti l'11 settembre è colpa di Bin Laden, ma se vai su altri quotidiani politicamente schierati ti diranno che Bush gli attentati se li è fatti da solo. Per me queste teorie alternative sono panzane ma per altri no. Indi non per tutti la verità di un fatto è la stessa.
A dire il vero,che io sappia,dal momento che nessuno dei due "schieramenti è finora riuscito a portare prove schiaccianti a sostegno di quanto afferma,quelle sull 11 settembre sono ancora solo "teorie".
Teniamo presente una cosa quando parliamo della TV pubblica. Le nomine sono fatte dai partiti per via parlamentare. Quindi è del tutto naturale che ci sia dipendenza. In questo modo nessuno della TV si arrischia a prendere posizione perchè diventa fortemente ricattabile. Io credo che questo sia il vero cancro dell'informazione italiana e temo che l'unica vera soluzione sarebbe la privatizzazione della RAI unitamente all'abolizione della Gasparri.
Difatti la vergogna vera è la Gasparri,perchè il problema non è (per fare un nome) Vespa (e gli zerbini come lui),il problema è di un intero sistema televisivo che gli permette di andare in onda 4 sere a settimana e gli fornisce il monopolio dell'approfondimento televisivo sul piu importante canale nazionale.......
:figo: :wub: :D
l'ordine dovrebbe garantire la professionalità del giornalista in quanto specialista del suo mestiere, eliminando dai giornali gli scrittori della domenica. Non con questo proibire gli articoli di esperti autorevoli chiamati in causa dalla questione, ma il restante 90% delle notizie dovrebbe scriverle un giornalista professionista, dato che lauree in giornalismo ci sono
Ci sono almeno quattro problemi: il primo, visto che non c'è una laurea in giornalismo, se permetti di scrivere solo ai giornalisti professionisti come si diventa tali? Dovrò pur scrivere, prima di diventare giornalista professionista, per diventarlo...
In secondo luogo, come decidi chi è abbastanza autorevole da pubblicare, e chi no?
Tre, e se voglio pubblicare una recensione, una critica, o simili? Chiunque può farlo, e anche se non si è professionisti si può comunque fare un buon lavoro.
Ultimo, ma forse piú importante, non si può fare una legge che vieti di scrivere sui giornali, in quanto andrebbe contro la libertà di espressione e di stampa: il direttore può rifiutarsi, certo, ma la legge non può dirmi "Tu non puoi scrivere", oltretutto a prescindere da cosa voglio pubblicare.
La prima cosa che ti insegnano quando ti avvicini al giornalismo è "le tue idee non esistono, contano solo i nudi fatti"
Peccato che nessuno o quasi lo metta in pratica, nemmeno i giornalisti professionisti, e basta vedere due articoli sullo stesso fatto, pubblicato uno su un giornale di destra e l'altro di sinistra, per vedere le differenze. Non ricordo se fosse Montanelli, ma un giornale, anni e anni fa, aveva iniziato a pubblicare un articolo in tripla versione: mera cronaca in centro, e ai lati "Visto da destra" e "Visto da sinistra". Per fare una cronaca puntuale, non serve essere giornalisti professionisti, anzi. E anche i nudi fatti possono essere presentati in modi diversi, ma comunque veri (vedi dopo).
esattamenteNon c'è bisogno di nessuna regola particolarmente complessa,ne di buttarla sul politico,semplicemente:-I giornalisti VERI devono dare le informazioni VERE,chi non fa ciò non è un giornalista.....uno puo leggersi tutte le recensioni di Pietro Taricone sul De Bello Gallico,ma non puo pretendere di metterle sullo stesso piano delle inchieste di Lidio Abbate sulla mafia siciliana o della Capacchione sull'inchiesta Spartacus,e di chiamarle GIORNALISMO allo stesso modo.....
Penso che nessuno stia dicendo che siano da chiamare entrambe "giornalismo allo stesso modo", ma non chiamarle entrambe "giornalismo" non implica in alcun modo vietare a una delle due la pubblicazione.
A casa mia la verità è una, se poi relativizziamo anche quella siamo allo sbando più totale...un conto è la notizia, un altro è ciò che uno ci vuol leggere...se per qualcuno durante l'11 settembre 2001 Bush ha fatto schiantare due ufo sulle torri gemelle questo non significa che questa affermazione debba venire riportata dai giornali
Ma se ci sono cose che potrebbero supportare quella versione, perché non pubblicarle? Inoltre, se non la verità, almeno la percezione della verità, quanto ne sappiamo, può essere multiplo: A uccide B, perché questi ha stuprato la sorella dieci anni prima. Titolo di giornale: "A uccide B"; è vero? Sí. Titolo di giornale: "A uccide B per vendicare la sorella stuprata"; è vero? Sí. Titolo di giornale: "A uccide B per vendicare la sorella stuprata dieci anni prima"; è vero? Sí. Dicono cose diverse, eppure tutte e tre sono vere.
Corriere mi aspetto gli editoriali di Sartori e le inchieste di Stella
E se pubblicasse qualcosa sull'ultima fiamma di Elisabetta Canalis, tu non lo comprerai; ma vietare per legge? Onestamente, non è che mi piaccia.
Ma infatti tra i punti della proposta di referendum non compare mai la parola vietare:si parla di abolire i soldi pubblici dati ai giornali,di abolire l'ordine dei giornalisti (cosa su cui mi pare si sia un po tutti d'accordo,seppure con motivazioni diverse),e di abolire la Gasparri......nessuno vuole vietare nulla.
Ma se ci sono cose che potrebbero supportare quella versione, perché non pubblicarle? Inoltre, se non la verità, almeno la percezione della verità, quanto ne sappiamo, può essere multiplo: A uccide B, perché questi ha stuprato la sorella dieci anni prima. Titolo di giornale: "A uccide B"; è vero? Sí. Titolo di giornale: "A uccide B per vendicare la sorella stuprata"; è vero? Sí. Titolo di giornale: "A uccide B per vendicare la sorella stuprata dieci anni prima"; è vero? Sí. Dicono cose diverse, eppure tutte e tre sono vere.
Infatti si tratta in tutti e tre i casi di una verita.....peccato che in italia il problema non è riportabile alla casistica di cui parli:il problema dell'italia è che se il fatto è "La corte europea boccia il prestito ponte",la notizia di apertura è "riesumata la salma di Padre Pio".....il problema dell'italia che tutti i TG il gesto della mitraglietta fatto da berlusconi a una giornalista russa,una giornalista che vive in un paese in cui la stampa che critica Putin viene messa a tacere (spessissimo con metodi violenti,vedi il caso Politovskaija),lo si fa passare come una "allegra buffonata" o come scherzo simpatico.......questo è il problema.
Ci sono almeno quattro problemi: il primo, visto che non c'è una laurea in giornalismo, se permetti di scrivere solo ai giornalisti professionisti come si diventa tali? Dovrò pur scrivere, prima di diventare giornalista professionista, per diventarlo...
guarda che la laurea in editoria e giornalismo c'è, nella facoltà di scienze delle comunicazioni.
Informati.
In secondo luogo, come decidi chi è abbastanza autorevole da pubblicare, e chi no?
Puoi benissimo istituire una commissione che giudichi secondo dei parametri standard.
Tre, e se voglio pubblicare una recensione, una critica, o simili? Chiunque può farlo, e anche se non si è professionisti si può comunque fare un buon lavoro.
recensioni, critiche e simili di solito vengono fatte da specialisti, non da chicchessia.
Ultimo, ma forse piú importante, non si può fare una legge che vieti di scrivere sui giornali, in quanto andrebbe contro la libertà di espressione e di stampa: il direttore può rifiutarsi, certo, ma la legge non può dirmi "Tu non puoi scrivere", oltretutto a prescindere da cosa voglio pubblicare.
Non una legge che vieti, ma una regolamentazione per gli organi di stampa principali. Se sei uno che scrive ca***te senza un minimo di accredito, non scrivi nelle testate, se ti vuole una rivistucola della stazione buon per te, ma dove si fa informazione pubblica a carattere nazionale/internazionale è bene che ci si dia delle regole di serietà ed imparzialità. Le opinioni personali saranno accolte negli editoriali o nella posta dei lettori, ma solo dove viene detto chiaramente che ciò che si sta per leggere è una riflessione personale. Gli articoli di cronaca devono raccontare i fatti per come sono.
Peccato che nessuno o quasi lo metta in pratica, nemmeno i giornalisti professionisti, e basta vedere due articoli sullo stesso fatto, pubblicato uno su un giornale di destra e l'altro di sinistra, per vedere le differenze. Non ricordo se fosse Montanelli, ma un giornale, anni e anni fa, aveva iniziato a pubblicare un articolo in tripla versione: mera cronaca in centro, e ai lati "Visto da destra" e "Visto da sinistra". Per fare una cronaca puntuale, non serve essere giornalisti professionisti, anzi. E anche i nudi fatti possono essere presentati in modi diversi, ma comunque veri (vedi dopo).
Difatti necessiterebbe un regolamento per evitare questi casi. Ovviamente se un giornale è organo di partito il discorso è sui generis, ma finché è una testata libera...
Penso che nessuno stia dicendo che siano da chiamare entrambe "giornalismo allo stesso modo", ma non chiamarle entrambe "giornalismo" non implica in alcun modo vietare a una delle due la pubblicazione.
Difatti c'è una netta distinzione tra i rotocalchi ed i quotidiani.
Ma se ci sono cose che potrebbero supportare quella versione, perché non pubblicarle? Inoltre, se non la verità, almeno la percezione della verità, quanto ne sappiamo, può essere multiplo: A uccide B, perché questi ha stuprato la sorella dieci anni prima. Titolo di giornale: "A uccide B"; è vero? Sí. Titolo di giornale: "A uccide B per vendicare la sorella stuprata"; è vero? Sí. Titolo di giornale: "A uccide B per vendicare la sorella stuprata dieci anni prima"; è vero? Sí. Dicono cose diverse, eppure tutte e tre sono vere.
Tu in questo esempio non fai altro che aggiungere dei tasselli nel titolo, ma la notizia non cambia. Per tutti e tre gli articoli la notizia è che A ha ucciso B e che la motivazione presunta è la vendetta per il precedente stupro della sorella. L'aggiungere dettagli al titolo non cambia la versione.
Se un giornalista scrivesse che il prezzo del grano è salito perché c'è un complotto internazionale per ridurre alla fame tutta la popolazione mondiale, secondo te darebbe credibilità ad una testata nazionale?
E se pubblicasse qualcosa sull'ultima fiamma di Elisabetta Canalis, tu non lo comprerai; ma vietare per legge? Onestamente, non è che mi piaccia.
de gustibus non disputandum est, ma novella2000 non parla di politica estera o di economia internazionale. quisque suum.
guarda che la laurea in editoria e giornalismo c'è, nella facoltà di scienze delle comunicazioni.Informati
È sempre bello vedere un modo costruttivo di porsi; avevo letto, nel tuo messaggio, "non ci sono" invece che "ci sono"; mea culpa, ma forse ci sono modi migliori di porsi, in una discussione.
Comunque, avere una laurea in giornalismo non implica essere giornalista professionista (non è che appena esci da medicina sei medico professionista), e quindi si torna al problema: se scrivono solo i giornalisti professionisti, in che modo lo divento?
Puoi benissimo istituire una commissione che giudichi secondo dei parametri standard
Certo, poi ti arriva un impiegato postale che scopre la relatività, o uno scienziato che porta una teoria assurda, che alla fin fine si scopre però vera; premetto che sono il primo a dire che i giornali dovrebbero controllare le fonti, prima di pubblicare, ma non condivido divieti legali di scrivere.
recensioni, critiche e simili di solito vengono fatte da specialisti, non da chicchessia
Mai detto il contrario, del resto; ma, come tu stesso dici, "di solito", e non vedo motivi per vietare al signor Rossi di pubblicarne una, se vuole farlo e se l'editore accetta di farlo.
Non una legge che vieti, ma una regolamentazione per gli organi di stampa principali. Se sei uno che scrive ca***te senza un minimo di accredito, non scrivi nelle testate
Se non è una legge a vietarmi di scrivere nelle testate, negli organi di stampa principali, cos'è? Perché il mio punto è proprio che non ci può essere una legge che mi vieti una simile cosa, sta all'editore, e se non per legge non vedo come si potrebbe raggiungere quello che stai dicendo ora. E se intendi una legge che vieti una simile cosa sugli organi di stampa principali, allora come già detto non condivido: la scelta è dell'editore, non può esserci una legge che mi vieta a priori, senza nemmeno sapere cosa voglio scrivere, il diritto di essere pubblicato su quelle testate. Perfettamente d'accordo che l'informazione dovrebbe essere di qualità, ma non per questo mi piace una legge che decida chi può scrivere e chi no su determinate testate: come detto, andrebbe contro la libertà di espressione e di stampa.
Tu in questo esempio non fai altro che aggiungere dei tasselli nel titolo, ma la notizia non cambia
Bello che decidi che non cambia senza averli letti: e che ne sai? Magari il primo non cita nemmeno la motivazione, il secondo sí, ma senza parlare del tempo trascorso, il terzo sottolinea il tempo trascorso, ragionando sull'influenza che ha avuto. La notizia cambia, come viene presentata cambia, ma nessuno dei tre ha mentito.
de gustibus non disputandum est, ma novella2000 non parla di politica estera o di economia internazionale. quisque suum
Intendi Cuique suum? Come tante altre volte, devo dire che non ho mai sostenuto il contrario; ma Novella2000 non parla di politica per sua scelta, non per imposizione; e parimenti a Il Corriere dovrebbe essere permesso di scegliere se parlare o no dell'ultima fiamma della Canalis: se sceglie di farlo, non c'è nessun motivo per cui dovrebbe venirgli vietato.
Non ci sono divieti del genere di cui parli tu nella proposta di referendum di Grillo.....che un giornale possa dare le notizie come piu gli aggrada è fuor di dubbio:cio che chiedo al giornale è di informarmi sugli sviluppi della situazione politica in Russia (non di tacere sulla repressione della stampa che per "l'amico" Putin è ormai consuetudine),di illuminarmi sui movimenti finanziari attorno ad Alitalia (non di tacere sulla bocciatura del prestito ponte),di dire la verita quando Berlusconi dice che "in realta Biagi scelse la prospettiva di una lauta liquidazione"......una volta che ha fatto questo puo parlare di tutte le relazioni della Canalis che vuole.
Non ci sono divieti del genere di cui parli tu nella proposta di referendum di Grillo
Né ho detto che ci siano :figo: Semplicemente, quanto detto da Lord Robb Stark sembra sostenere che, almeno sulle testate principali, dovrebbero poter scrivere solo giornalisti professionisti; a parte il divieto legale, non ho chiaro come ottenere tale obiettivo, quindi mi chiedevo quali altri modi avrebbe in mete.
Un codice deontologico, che è leggermente diverso da una legge governativa.
Un codice deontologico, che è leggermente diverso da una legge governativa
Il punto è che a mio parere non ci può essere qualcosa che vieti, oltretutto aprioristicamente (senza sapere cosa voglio pubblicare) o quasi, di scrivere, men che meno a interi gruppi; anche perché mi sa che andrebbe contro alla legge sulla libertà di espressione e sulla libertà di stampa: come imposteresti un simile codice deontologico, all'interno delle leggi?
Inoltre, un codice deontologico è vincolante per gli iscritti all'ordine, quindi non sarebbe impedirebbe nulla agli altri; e un codice che vieti agli iscritti di far scrivere i non iscritti/esperti/ecc., a parte che non mi troverebbe d'accordo e potenzialmente sarebbe un ottimo strumento di controllo della stampa (nel senso "Quello non mi piace, non lo pubblichi"), non so quanto sarebbe legale, per quanto detto sopra.
Piccola rettifica..... ^_^ ......spulciando un po qua e la,ho ascoltato le motivazioni dei promotori del referendum (Grillo in primis) alla cancellazione dell'ordine dei giornalisti:si tratta sostanzialmente di eliminare un ordine che c'è solo in Italia, formato durante il fascismo per poter meglio gestire la propaganda del regime. Oggi non vuol dire piu nulla.......con i nuovi mezzi di comunicazione (internet,blog) tutti sono potenzialmente fonte di notizie,senza il bisogno che ci sia qualcuno che da i "patentini".......queste piu o meno le motivazioni........mi pare che Mornon e Sharingan ci fossero andati piu vicini.......... :D
:D :D ^_^
Secondo me, i quesiti referendari promossi da Grillo, vanno al di là della loro valenza oggettiva.
Essi sono una denuncia della paradossale situazione della stampa italiana, e già il fatto di stare qui a parlarne è un ottimo risultato che senza la sua iniziativa pochi di noi avrebbero autonomamente sviluppato.
Ciò viene maggiormente amplificato proprio dal basso livello di autonomia dell'informazione televisiva, della censura preventiva attuata nei confronti del comico genovese e della critica distruttiva nei confronti delle trasmissioni che danno spazio al fenomeno grillo, vedi ultima puntata Annozero. Quindi io non mi soffermerei molto su soluzioni di merito del problema come se il nostro fosse uno stato civile nel quale si basa tutto sulla credibilità dei giornalisti e delle testate per cui lavorano, e tutti sanno che quel giornale è a favore di quel politico o di quei politici, però trovi anche voci indipendenti e autorevoli, e hai una grande scelta. Perchè in questo caso non ci sarebbe bisogno di codice deontologico, non ci sarebbe bisogno di riforma della Gasparri, non ci sarebbe bisogno di lamentarsi di duopolio politico e dell'informazione.
Siccome il nostro, invece, è un paese in cui Berlusconi dà da mangiare, paga gli stipendi ai giornalisti di 40 tra settimanali e riviste, possiede 3 televisioni, le altre 3 della RAI sono lottizzate dai partiti, i più grandi giornali sono posseduti da gruppi bancari, più o meno dichiaratamente schierati con uno o l'altro partito (intesa, unipol, mediolanum, tanto per dire i più noti), gli altri sono finanziati dai partiti, e gli indipendenti NON CI SONO (l'unico indipendente che fa informazione a livello nazionale è GRILLO, un comico; la Gabanelli fa 5 inchieste e poi la mandano a spasso 6 mesi); non ha senso parlare di queste piccolezze. CI vuole una riforma strutturale, uno shock, perchè ci sono intere generazioni di giornalisti che hanno iniziato a lavorare a partire dagli anni 90 e che si sono trovati immersi in questo duopolio, a volte monopolio, dell'informazione per cui ormai hanno iniziato a ragionare secondo le regole "implicite" che gli sono state insegnate di non attaccare i politici, mai, di non far notare certe cose, ecc.
Ecco perchè abolire l'ordine dei giornalisti è un fatto simbolico. Un fatto che va oltre le capacità dei singoli. Infatti se è vero che molti sono i "servi del potere", ci sono anche quelli bravi. Ma quelli bravi hanno una doppia colpa nella nostra informazione. Non si sono impegnati nell'eliminare la feccia e allora l'abolizione dell'ordine è uno shock dedicato a loro, perchè non hanno svolto questa funzione di controllo. Tutto senza fare generalizzazioni, ovviamente, ma questo è il significato che do al V-Day.
Il referendum sulla Gasparri secondo me è provocazione pura. Il brutto della cosa è che la legge va assolutamente cambiata e il prima possibile, perchè va contro praticamente ad ogni legge sulla concorrenza che esiste in europa ed è da quando è stata fatta che paghiamo multe all'UE. Se non viene cambiata entro fine anno si sa già l'entità delle nuove multe che la UE ci farà pagare: 300.000 euro al giorno, retroattivi.
Ma scusa.....se anche tu sei d'accordo che la legge è vergognosa,e che bisogna cambiarla,perche un referendum che propone proprio questo,sarebbe una "provocazione pura"? ^_^
Piccola rettifica..... ^_^ ......spulciando un po qua e la,ho ascoltato le motivazioni dei promotori del referendum (Grillo in primis) alla cancellazione dell'ordine dei giornalisti:si tratta sostanzialmente di eliminare un ordine che c'è solo in Italia, formato durante il fascismo per poter meglio gestire la propaganda del regime. Oggi non vuol dire piu nulla.......con i nuovi mezzi di comunicazione (internet,blog) tutti sono potenzialmente fonte di notizie,senza il bisogno che ci sia qualcuno che da i "patentini".......queste piu o meno le motivazioni........mi pare che Mornon e Sharingan ci fossero andati piu vicini.......... :D
:D :D ^_^
In sostanza è così. Grillo sbaglia solo su una cosa. L'Ordine è nato sì in epoca fascista, ma è stato largamente rimaneggiato successivamente, quindi dire che questo è un retaggio fascista e che è fatto per controllare la stampa non mi trova d'accordo. E' soprattutto una forma di associazionismo protettivo, molto diffusa in Italia retaggio più che altro della tradizione democristiana. Sempre di un rudere comunque si tratta.
Secondo me, i quesiti referendari promossi da Grillo, vanno al di là della loro valenza oggettiva.
Essi sono una denuncia della paradossale situazione della stampa italiana, e già il fatto di stare qui a parlarne è un ottimo risultato che senza la sua iniziativa pochi di noi avrebbero autonomamente sviluppato.
Ciò viene maggiormente amplificato proprio dal basso livello di autonomia dell'informazione televisiva, della censura preventiva attuata nei confronti del comico genovese e della critica distruttiva nei confronti delle trasmissioni che danno spazio al fenomeno grillo, vedi ultima puntata Annozero. Quindi io non mi soffermerei molto su soluzioni di merito del problema come se il nostro fosse uno stato civile nel quale si basa tutto sulla credibilità dei giornalisti e delle testate per cui lavorano, e tutti sanno che quel giornale è a favore di quel politico o di quei politici, però trovi anche voci indipendenti e autorevoli, e hai una grande scelta. Perchè in questo caso non ci sarebbe bisogno di codice deontologico, non ci sarebbe bisogno di riforma della Gasparri, non ci sarebbe bisogno di lamentarsi di duopolio politico e dell'informazione.
Siccome il nostro, invece, è un paese in cui Berlusconi dà da mangiare, paga gli stipendi ai giornalisti di 40 tra settimanali e riviste, possiede 3 televisioni, le altre 3 della RAI sono lottizzate dai partiti, i più grandi giornali sono posseduti da gruppi bancari, più o meno dichiaratamente schierati con uno o l'altro partito (intesa, unipol, mediolanum, tanto per dire i più noti), gli altri sono finanziati dai partiti, e gli indipendenti NON CI SONO (l'unico indipendente che fa informazione a livello nazionale è GRILLO, un comico; la Gabanelli fa 5 inchieste e poi la mandano a spasso 6 mesi); non ha senso parlare di queste piccolezze. CI vuole una riforma strutturale, uno shock, perchè ci sono intere generazioni di giornalisti che hanno iniziato a lavorare a partire dagli anni 90 e che si sono trovati immersi in questo duopolio, a volte monopolio, dell'informazione per cui ormai hanno iniziato a ragionare secondo le regole "implicite" che gli sono state insegnate di non attaccare i politici, mai, di non far notare certe cose, ecc.
Ecco perchè abolire l'ordine dei giornalisti è un fatto simbolico. Un fatto che va oltre le capacità dei singoli. Infatti se è vero che molti sono i "servi del potere", ci sono anche quelli bravi. Ma quelli bravi hanno una doppia colpa nella nostra informazione. Non si sono impegnati nell'eliminare la feccia e allora l'abolizione dell'ordine è uno shock dedicato a loro, perchè non hanno svolto questa funzione di controllo. Tutto senza fare generalizzazioni, ovviamente, ma questo è il significato che do al V-Day.
Sì però lasciamo perdere i giornali. E' logico che i giornali siano controllati da gruppi di interesse, se no da chi? Solo grandi aziende possono avere il denaro necessario per finanziare l'editoria. E' così d'appertutto. Io leggo Il Corriere e so chi lo finanzia, ma non mi importa perchè mi piace la gente che ci scrive. Diverso il discorso per i giornali di partito che, sinceramente digerisco con difficoltà perchè in sostanza ti dicono quello che tu vuoi che ti dicano e soprattutto quello che vogliono i politici.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Sì però lasciamo perdere i giornali. E' logico che i giornali siano controllati da gruppi di interesse, se no da chi? Solo grandi aziende possono avere il denaro necessario per finanziare l'editoria. E' così d'appertutto. Io leggo Il Corriere e so chi lo finanzia, ma non mi importa perchè mi piace la gente che ci scrive. Diverso il discorso per i giornali di partito che, sinceramente digerisco con difficoltà perchè in sostanza ti dicono quello che tu vuoi che ti dicano e soprattutto quello che vogliono i politici.
Il problema italiano, a differenza di altri paesi, è che questi gruppi di potere fanno capo a poche persone, quasi sempre le stesse, che quasi sempre fanno affari insieme, che quasi sempre sono ammanicati con la politica o i loro gruppi dipendono da essa. In sostanza quello che voglio dire è che giornali che hanno alcuni interessi e che quindi decidono una linea editoriale per curarli, si spacciano per essere indipendenti, ma non lo sono.
Il Corriere, nessuno mette in dubbio che ci scrivano sopra persone importanti, che scrivono bene, altrimenti non venderebbe (la professionalità è comunque regolata dalle logiche di mercato).I lettori sono capaci di capire se un giornale è buono o meno. Però nessuno mi viene a dire che nel consiglio di amministrazione del gruppo RCS c'è Cesare Romiti, Ligresti, John Elkann, Pedersoli, Pagliaro, Stefen Franzo Grande, Carlo Pesenti, Corrado Passera, De Conto, Libonati e altri. Non perchè non siano bravi, alcuni se non quasi tutti lo saranno di certo. Ma che informazione vuoi che decidano di fare (scegliendo direttore, capiredattori, linea editoriale, ecc.) persone pagate anche da FIAT, Telecom, Banca Intesa, Pirelli, Assicurazioni Generali, Unicredit, Mediobanca, Italcementi quando ci sarà uno scanalo che colpirà uno di questi gruppi?
Ma questo non sarebbe neanche un problema se prendendo un altro giornale importante dietro i suoi consiglieri di amministrazione ci fossero altri aziende. Il problema serio è che ci troverai quasi sempre gli stessi affiancati da gruppi che hanno forti interessi corporativi simili..
Quindi alcune notizie, per come è l'informazione italiana oggi, semplicemente spariscono e nessuno ha interesse a farle venire fuori. (esempio Parmalat, Cirio, derivati. Finchè la bolla non è scoppiata nessuno si è azzardato a dirlo.)
Quando un giornale esce fuori dall'anonimato è grazie al lavoro del direttore e dei suoi giornalisti, sempre che non intacchi i gruppi che lo sorreggono, perchè il licenziamento è un'arma che è usata spesso.
E' per questo che sono così deluso dalla stampa in generale, anche se come dicevi giustamente, alcuni giornalisti che scrivono bene ci sono e gliene deve essere dato atto.
Per loro, che ci sia o meno l'ordine dei giornalisti a sorvegliare, non cambierebbe nulla. Se Stella scrivesse un pezzo e non fosse iscritto all'ordine nessuno starebbe a lamentarsi. ^_^