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La cacciata di Luttazzi
S di sharingan
creato il 09 dicembre 2007

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sharingan
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sharingan
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Inviato il 16 dicembre 2007 20:35 Autore

No infatti l'errore più grosso è stato quello della rete che prima gli ha lasciato carta libera e poi lo ha cacciato... detto questo secondo me è normale che sulla TV generalista siano posti dei paletti alla libertà del conduttore... come già detto la mia speranza è che cresca il satellitare perchè invece secondo me il tipo di mezzo di comunicazione conta eccome...


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »

 

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SteeJans
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SteeJans
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Inviato il 16 dicembre 2007 21:15

La differenza però è che Giovenale non aveva la televisione per fare quello che faceva mentre Luttazzi sì... per me chi va in televisione dovrebbe adottare un atteggiamento più responsabile se ne è capace... se no deve rinunciare e occuparsi di altro....

 

Dipende da cosa si intende per responsabile. Luttazzi e le sue volgarità sono più o meno "responsabili" dei servizi dei tg che durante lo sciopero dei tir hanno montato un servizio dal titolo "Il Day After de 'noantri" intramezzando le parole "in Italia è il caos" con immagini tratte dalla Guerra dei Mondi di Spielberg in cui la folla impazzita si riversava per le strade?

 

E' stato lo sciopero o la tv a creare il caos, le risse ai distributori, i supermercati assaltati manco fossimo entrati in guerra? Bisognerebbe andare a vedere cosa fa più danni invece dei danni più visibili.

 

Capisco bene quello che dici Sharingan, ma messa nella tua ottica Luttazzi e le parolacce sono a mio modo di vedere davvero l'ultimo dei problemi.

 

SJ


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Aija
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Aija
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Inviato il 16 dicembre 2007 21:53

La differenza però è che Giovenale non aveva la televisione per fare quello che faceva mentre Luttazzi sì... per me chi va in televisione dovrebbe adottare un atteggiamento più responsabile se ne è capace... se no deve rinunciare e occuparsi di altro.... e questo non vale solo per la satira ma anche per tutto il resto compresi reality... io sono contrario alla TV pedagogica ma questo non significa che debba essere per forza sboccata e volgare... e purtroppo certi programmi di oggi lo sono...

 

Come ho ribadito nella mia premessa, non credo nella moralità, la trovo ipocrita, ma questo è un'altro discorso... Ho solo espresso la mia opinione.


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Runak
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Runak
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Inviato il 17 dicembre 2007 10:18

Ma il problema sta nel linguaggio di Luttazzi o nel fatto che ha detto solo verità (su Berlusconi prima di tutto)?

Il linguaggio che usa Luttazzi spiega a chiare lettere e in modo crudo quello che è stata la politica italiana e quella attuale. Ma come si sa questi personaggi fuori dai canonici stereotipi tipo Vespa, Ferrara, Floris (miseri ruffiani)...etc danno fastidio alla classe politica (ma dove?) italiana.

Viva la satira politica e viva Luttazzi


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sharingan
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sharingan
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Inviato il 17 dicembre 2007 11:15 Autore

Luttazzi ha detto la sua verità non LA verità.... che poi io la condivida in parte questo non significa che sia accettebile da tutti... Che Vespa sia un ruffiano non ci sono dubbi ma Ferrara e Floris proprio non mi sembra...

I TG italiani non mi piacciono ma non vedo quale colpa hanno nello scipero dei Tir... il supermercato vicino a casa mia era semivuoto e tutti gli alimentari avevano costi di molto superiori alla norma... mio padre non ha trovato subito benzina ai distributori e io ho fatto tardi al lavoro per il traffico causato dai tir...

 

Comunque io non parlo di moralità ma di regole... ci sono dappertutto e anche in televisione...


 

« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
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Ser Matthew
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Inviato il 17 dicembre 2007 11:41

Dare del ruffiano senza entrare nel merito delle idee altrui mi sembra quanto meno scorretto. Se è vero e non ho motivo di dubitarne, che era stato messo nero su bianco "totale libertà creativa" allora La7 ha sbagliato. Detto ciò rimane la questione del limite: non può bastare sostenere se ti ho offeso querelami.

 

P.S. : Giovenale può anche aver dato della prostituta a Messalina ma nacque circa cinquant'anni dopo la sua morte, particolare direi rilevante. Luttazzi ha equiparato un suo contemporaneo ad una latrina, magari solo perché non la pensa allo stesso modo?

 

"... la gloria rende gli eroi immortali!"

 

"La va a pochi"



joramun
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joramun
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Inviato il 17 dicembre 2007 13:36
Dipende da cosa si intende per responsabile. Luttazzi e le sue volgarità sono più o meno "responsabili" dei servizi dei tg che durante lo sciopero dei tir hanno montato un servizio dal titolo "Il Day After de 'noantri" intramezzando le parole "in Italia è il caos" con immagini tratte dalla Guerra dei Mondi di Spielberg in cui la folla impazzita si riversava per le strade?

Difatti il problema è anche relativo al particolare contesto che abbiamo in italia:dal momento che i giornali e i tg non fanno informazione come dovrebbero,nei comici "satirici" è nata la convinzione di essere dei paladini della Verita e della Liberta;ora se questo puo senz'altro essere un merito in certe occasioni,diventa seccante quando,per varie vicissitudini,queste persone si appiccicano addosso l'etichetta di "perseguitati",salvo poi (proprio grazie a tale fama di martiri)riempire i teatri con i loro spettacoli(Luttazzi),diventare i volti piu cliccati della rete(Grillo),andare al parlamento europeo,continuando ad essere stipendiati dalla rai(Santoro,anche se non fa il comico)

Insomma Luttazzi ha ragione ma non faccia il "martire",che non ci casca nessuno!

:figo: ^_^ ^_^


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Aija
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Aija
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Inviato il 17 dicembre 2007 14:59

P.S. : Giovenale può anche aver dato della prostituta a Messalina ma nacque circa cinquant'anni dopo la sua morte, particolare direi rilevante. Luttazzi ha equiparato un suo contemporaneo ad una latrina, magari solo perché non la pensa allo stesso modo?

 

Devo ribadire ulteriormente la mia posizione? Ho specificato che non intendo parlare di politica, e di politica non parlerò. Ho parlato di satira e Giovenale mi sembra un esempio calzante. E rispondo in due punti anche per le affermazioni precedenti di Sharingan.

 

1-Il fatto che nella Roma inperiale non ci fosse la televisione come gigantesco mezzo di informazione non mi pare cambi il senso del mio discorso, il mondo stesso era differente, e per l'epoca la letteretura è un GIGANTESCO mezzo d'informazione come lo è oggi la televisione;

 

2-Il fatto che lui dia della meretrice ad una persona morta limita solo in parte la violenza della sua satira. Resta il carattere fortemente "offensivo" e disgustato tipico del suo modo di fare satira.

 

Tornando all'epoca moderna, IO, nella mia opinione ho parlato di satira. In quanto genere essa ha tante sfaccettature, alcune ci fanno ridere perchè sono ironiche e spiritose, altre sono aggressive, violente e accusatorie. Ci possono piacere molto o molto poco, ma il senso rimane lo stesso: ACCUSARE. Logicamente qualcuno si sarà offeso, ma la frase di Lutazzi ha ormai raggiunto lo scopo per la quale è stata prodotta: tutti ne stiamo parlando e tutti siamo portati a ragionarci. Questo è il senso del mio discorso.


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zack86sq
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zack86sq
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Inviato il 17 dicembre 2007 22:02

Dico la mia sulla questione del limite che un comico dovrebbe avere nel suo fare satira, perchè che La 7 abbia fatto una figuraccia mandando via Luttazzi mi pare assodato dalla piega che ha preso la discussione.

 

Secondo me che un comico si debba porre il problema di non urtare troppo la sensibilità del bersaglio della sua satira è un problema finto ed è solo italiano. Va contro l'obiettivo stesso della satira.

Faccio un esempio: settimana scorsa, scandalo delle intercettazioni su Berlusconi. Un comico ci fa il suo pezzo sopra e si dovrebbe preoccupare (cosa che purtroppo è successa) di non dire che amici del Cavaliere avrebbero tentato di corrompere un deputato, mentre può dire che ha raccomandato 4-5 sgallettate che non sanno fare niente? Ma stiamo scherzando!?!?! :figo: ^_^ (vi prego di prenderlo solo come esempio, questo mi è venuto. Se me lo chiedete ne farò altri su Prodi o chi volete)

 

La satira è denuncia del malcostume dei potenti attraverso l'utilizzo di immagini forti, a volte anche parecchio volgari e paradossalmente divertenti, e se un politico non riesce a sopportare di essere bersaglio della satira è meglio che se ne stia a casa.

Anzi per me sono troppo buoni in Italia. Per tutti gli inciuci che ci sono nel nostro Paese, dovrebbero diventare verdi dalla rabbia ogni giorno.

 

Il pretesto che poi Luttazzi sia volgare non regge. Non si parla di un programma in fascia protetta. Tra la seconda e la terza serata il pubblico che lo ascolta ha sentito già tutte le parolacce che Luttazzi si può inventare da oggi fino a che non muore. Il telecomando esiste...

 

La battuta in questione, poi, più la sento, più mi sembra la migliore possibile per descrivere il discorso cui si riferisce di un uomo che accetta senza troppi problemi una guerra a quanto sembra ingiustificata, casini vari, ecc. e dopo rinnega ciò che ha fatto. Quando certe cose succedono ti girano i cosiddetti e quella battuta contiene tutta la frustrazione per una situazione così paradossale. E non è una battuta la sua, è proprio grave. Provassero loro quello che hanno provato gli altri...è questo che sembra voler dire.

 

Ps Se in Italia l'informazione non la fa chi di dovere, il comico che ha un certo spirito civico deve stare zitto nei sui pezzi satirici facendo una comicità priva di riferimenti attuali?

Io preferisco che parlino e siano cattivi fino al midollo. Poi sarò io a cercare notizie certe per approfondire i problemi. Esempio2 L'intervista di Fazio a Prodi. A parte la domanda sul Dalai Lama, Fazio ha fatto altre domande serie? Sul caso del consigliere rai poteva spaccarlo in due, sul caso del ricorso al tar per la revoca del Generale della guardia di Finanzia lo poteva fare nero, sul fatto che l'Italia spenda più di germania e francia per il ministero della difesa e che la sinistra "pacifista" non ha mosso un dito per evitare questi aumenti in finanziaria non ha fatto domande. Potrei continuare a lungo. Se i giornalisti non hanno spina dorsale, allora meglio 10 Luttazzi che tra un vaf.. e una put...qualcosa la dicono. ^_^


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Mornon
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Mornon
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Inviato il 17 dicembre 2007 22:19
Secondo me che un comico si debba porre il problema di non urtare troppo la sensibilità del bersaglio della sua satira è un problema finto ed è solo italiano. Va contro l'obiettivo stesso della satira

Ma non mi pare che nel caso in questione il bersaglio della satira fosse Ferrara.

 

 

La satira è denuncia del malcostume dei potenti attraverso l'utilizzo di immagini forti, a volte anche parecchio volgari e paradossalmente divertenti, e se un politico non riesce a sopportare di essere bersaglio della satira è meglio che se ne stia a casa

La satira comunque non toglie ingiurie, diffamazioni e simili: un comico è libero di dire (invento ora) "[Personaggio a caso] ha ammazzato quella t***a di sua madre", ma quel personaggio ha tutto il diritto di denunciarlo per diffamazione, e la madre ha tutto il diritto di denunciarlo per ingiuria. Fare satira non significa essere al di sopra di determinati reati.

A parte questo, Berlusconi si è lamentato, in proposito?


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zack86sq
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Inviato il 17 dicembre 2007 22:36
Secondo me che un comico si debba porre il problema di non urtare troppo la sensibilità del bersaglio della sua satira è un problema finto ed è solo italiano. Va contro l'obiettivo stesso della satira

Ma non mi pare che nel caso in questione il bersaglio della satira fosse Ferrara.

 

Il bersaglio era Berlusconi e chi appoggia incondizionatamente ciò che fae poi smentisce, credo. Ferrara, Dell'Utri, la Santanchè...c'era anche lei, no?

 

La satira è denuncia del malcostume dei potenti attraverso l'utilizzo di immagini forti, a volte anche parecchio volgari e paradossalmente divertenti, e se un politico non riesce a sopportare di essere bersaglio della satira è meglio che se ne stia a casa

La satira comunque non toglie ingiurie, diffamazioni e simili: un comico è libero di dire (invento ora) "[Personaggio a caso] ha ammazzato quella t***a di sua madre", ma quel personaggio ha tutto il diritto di denunciarlo per diffamazione, e la madre ha tutto il diritto di denunciarlo per ingiuria. Fare satira non significa essere al di sopra di determinati reati.

A parte questo, Berlusconi si è lamentato, in proposito?

Chiaramente ognuno si prende le proprie responsabilità. Se dici Tizio ha ucciso la madre, devi averne le prove.

Se dici che sua madre è una tr**a sai cosa comporta se ti denuncia per ingiuria.

 

Berlusconi non si è lamentato. Ma, dopo le esperienze passate, non c'è più bisogno che lo faccia. :figo:


{
{Spettro}
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Utente
2233 messaggi
{Spettro}
Confratello

{

Utente
2233 messaggi
Inviato il 17 dicembre 2007 23:10

^__^

 

 

Ecco un bel link chiarificatore (rullo di tamburi) click here

 

Dai ragazzi non mettiamo questi messaggi che non hanno un perchè, lo spazio non è gratis!!! :figo:


S
sharingan
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sharingan
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S

Bannato
12774 messaggi
Inviato il 17 dicembre 2007 23:26 Autore

Credo che tutti abbiano un po' ragione ma vorrei dire una cosa: io non sono d'accordo con la sospensione di Luttazzi da La 7 ma contesto il processo di ''santificazione'' che si fa del personaggio e della satira stessa.... ora si cita il fatto che la televisione non fa il suo dovere riguardo alla guerra in Iraq... sinceramente su questo non sono d'accordo... la TV italiana fa schifo ma su questo specifico punto non ho visto disinformazione... io mi considero di sinistra ma non mi sembra serio dire che Berlusconi ha fatto la guerra e che abbia a che fare con le atrocità di Abu Grahib... in questo caso la vera disinformazione è quella di Luttazzi... in base a che cosa chi è d'accordo con Luttazzi afferma questo?


 

« I met a traveller from an antique land
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And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
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Ser Matthew
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Ser Matthew
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Inviato il 18 dicembre 2007 10:04

Comunque, l'Italia e le sue forze armate sono intervenute in Iraq in base alla seguente. Leggere, grazie:

 

La Risoluzione 1511 sull'Iraq del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, 16 ottobre 2003

 

(La risoluzione crea le premesse per un miglioramento politico, economico e della sicurezza)

 

Il 16 ottobre scorso, il Consiglio di Sicurezza ha approvato all'unanimità una risoluzione che getta le basi per una partecipazione internazionale e delle Nazioni Unite alla ricostruzione politica ed economica dell'Iraq e al mantenimento della sicurezza.

 

La risoluzione, originariamente proposta dagli Stati Uniti, è stata appoggiata da Camerun, Spagna e Regno Unito. Tale risoluzione, adottata ai sensi del capitolo VII dello Statuto delle Nazioni Unite, si concentra su tre aree principali: la leadership irachena e il passaggio dei poteri dall'Autorità Provvisoria della Coalizione al popolo iracheno; il mantenimento di condizioni di sicurezza a opera di una forza multinazionale sotto comando unificato; la partecipazione internazionale e delle Nazioni Unite al finanziamento dei progetti di ricostruzione e di ripresa. La risoluzione conferisce, inoltre, alle Nazioni Unite un ruolo più importante nell'assistere l'Iraq nel processo politico e in altri ambiti, quali diritti umani, aiuti umanitari e sviluppo sostenibile.

 

In una dichiarazione rilasciata al Consiglio di Sicurezza dopo il voto, l'Ambasciatore statunitense John Negroponte ha sottolineato che la forza multinazionale opererà sotto "il comando unificato degli Stati Uniti".

 

La risoluzione riconosce l'attuale Consiglio di Governo iracheno e i Ministri che ne fanno parte quali "organi principali dell'Amministrazione provvisoria irachena" e concede a tale Consiglio due mesi di tempo, fino al 15 dicembre 2003, per presentare al Consiglio di Sicurezza una tabella di marcia per la stesura di una nuova Costituzione e per la convocazione di elezioni democratiche ai sensi di tale Costituzione.

 

Contemplando che "il conseguimento della sicurezza e della stabilità è fondamentale per riuscire a portare a termine con successo il processo politico" e per permettere alle Nazioni Unite di lavorare nel Paese, la risoluzione autorizza una "forza multinazionale sotto comando unificato a prendere tutti i provvedimenti necessari per contribuire al mantenimento della sicurezza e della stabilità in Iraq". Tale forza dovrà riferire al Consiglio di Sicurezza almeno ogni sei mesi.

 

La risoluzione dispone, altresì, che l'Autorità Provvisoria della Coalizione "restituisca, prima possibile, le responsabilità e l'autorità di Governo alla popolazione dell'Iraq" e chiede all'Autorità, al Consiglio di Governo iracheno e al Segretario Generale delle Nazioni Unite di tenere informato il Consiglio di Sicurezza sui progressi compiuti.

 

Il testo esorta le Nazioni a partecipare alla forza multinazionale con l'invio di forze militari e invita i Paesi Membri e gli Istituti finanziari internazionali a fornire le risorse necessarie, compresi prestiti e altri aiuti finanziari, per la ripresa e la ricostruzione della infrastruttura economica irachena.

 

Nella risoluzione, inoltre, il Consiglio "condanna inequivocabilmente" gli attacchi terroristici avvenuti in Iraq e invita le Nazioni a impedire il transito di terroristi, il trasferimento di armi e di finanziamenti per le attività terroristiche all'interno del Paese.

 

Segue il testo della risoluzione:

 

Camerun, Spagna, Regno Unito di Gran Bretagna e d'Irlanda del Nord e Stati Uniti d'America: Risoluzione 1511

 

Risoluzione 1511

 

Il Consiglio di Sicurezza,

 

confermando le precedenti risoluzioni adottate sull'Iraq, comprese la 1483 (2003) del 22 maggio 2003 e la 1500 (2003) del 14 agosto 2003, sulle minacce causate dagli atti terroristici alla pace e alla sicurezza, compresa la Risoluzione 1373 (2001) del 28 settembre 2001, e altre importanti risoluzioni,

 

sottolineando che la sovranità irachena risiede nello Stato iracheno, ribadendo il diritto del popolo iracheno a determinare liberamente il proprio futuro politico e il controllo delle proprie risorse naturali, confermando il bisogno di pervenire rapidamente al giorno in cui gli iracheni potranno governarsi da soli e riconoscendo l'importanza del sostegno internazionale, in particolar modo dell'appoggio dei Paesi della regione, dei Paesi confinanti con l'Iraq e delle Organizzazioni della regione, nel portare avanti tale processo con rapidità,

 

riconoscendo che il sostegno internazionale per il ripristino di condizioni di stabilità e sicurezza è indispensabile per il benessere della popolazione dell'Iraq e per permettere a quanti coinvolti nel processo di svolgere il proprio lavoro nell'interesse della popolazione dell'Iraq e accettando di buon grado i contributi dei Paesi Membri a tal proposito, ai sensi della Risoluzione 1483 (2003),

 

Approvando la decisione del Consiglio di Governo iracheno di costituire una Commissione costituzionale preparatoria per l'organizzazione della Conferenza costituzionale in cui si redigerà una Costituzione in grado di includere le aspirazioni del popolo iracheno ed esortando il Consiglio a compiere velocemente tale processo,

 

Affermando che l'attentato terroristico contro l'Ambasciata giordana, avvenuto il 7 agosto 2003, quello contro il quartier generale delle Nazioni Unite a Baghdad del 19 agosto 2003, l'attacco contro la Moschea dell'Imam Ali a Najaf il 29 agosto 2003, l'attentato contro l'Ambasciata turca del 14 ottobre 2003 e l'omicidio di un diplomatico spagnolo il 9 ottobre 2003 sono attacchi contro il popolo iracheno, contro le Nazioni Unite e contro la comunità internazionale e deplorando l'assassinio di Akila al Hashimi, morta il 25 settembre 2003, come un attacco contro il futuro dell'Iraq,

 

In tale contesto, ricordando e ribadendo la dichiarazione rilasciata dal Presidente il 20 agosto 2003 (S/PRST/2003/13) e la Risoluzione 1502 (2003) del 26 agosto 2003,

 

Riconoscendo che la situazione in Iraq, seppur migliorata, continua a rappresentare una minaccia per la pace e la sicurezza internazionale,

 

Ai sensi del capitolo VII dello Statuto delle Nazioni Unite,

 

1. Conferma la sovranità e l'integrità territoriale dell'Iraq e sottolinea, in tale contesto, la natura temporanea dell'esercizio, da parte dell'Autorità Provvisoria della Coalizione, degli specifici doveri, responsabilità e autorità, previsti dal diritto internazionale applicabile e contenuti nella Risoluzione 1483 (2003). Tale esercizio avrà fine non appena un Governo rappresentativo, riconosciuto a livello internazionale ed eletto dal popolo iracheno, si sarà insediato, previo giuramento, e assumerà le responsabilità dell'Autorità, anche in virtù di quanto previsto nei paragrafi 4, 5, 6, 7 e 10 seguenti:

 

2. Approva il consenso dimostrato dalla comunità internazionale, da organismi quali la Lega Araba, l'Organizzazione della Conferenza islamica, l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura, all'istituzione di un Consiglio di Governo ampiamente rappresentativo come elemento determinante per la nascita di un Governo rappresentativo, riconosciuto a livello internazionale;

 

3. Sostiene gli sforzi del Consiglio di Governo volti a coinvolgere il popolo iracheno, anche attraverso la designazione di un Gabinetto dei Ministri e di una Commissione costituzionale preparatoria, in modo da poter portare avanti un processo in cui il popolo stesso assumerà gradualmente il controllo del Paese;

 

4. Stabilisce che il Consiglio di Governo e i Ministri che ne fanno parte sono gli organi principali dell'Amministrazione provvisoria irachena, la quale, fatti salvi i suoi futuri sviluppi, rappresenta la sovranità dello Stato iracheno nella fase di transizione, ovvero fino all'insediamento di un Governo rappresentativo, riconosciuto a livello internazionale, che assumerà le responsabilità dell'Autorità;

 

5. Delibera che le nascenti strutture dell'Amministrazione provvisoria irachena assumeranno gradualmente l'amministrazione dell'Iraq;

 

6. In tale contesto, invita l'Autorità a restituire, prima possibile, le responsabilità e l'autorità di governo alla popolazione dell'Iraq e chiede che l'Autorità, quando opportuno, in collaborazione con il Consiglio di Governo e con il Segretario Generale, riferisca al Consiglio di Sicurezza sui progressi compiuti;

 

7. Invita il Consiglio di Governo a sottoporre al Consiglio di Sicurezza, entro il 15 dicembre 2003, una tabella di marcia e un programma, elaborati in collaborazione con l'Autorità e, quando le circostanze lo consentiranno, con il Rappresentante Speciale del Segretario Generale, per redigere la nuova Costituzione irachena e per indire, ai sensi di tale Costituzione, lo svolgimento di elezioni democratiche;

 

8. Dispone che le Nazioni Unite, per mezzo del Segretario Generale, del suo Rappresentante Speciale e della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Iraq, dovrebbero consolidare il proprio ruolo vitale in Iraq, adoperandosi, fra l'altro, per fornire aiuti umanitari, favorire la ripresa economica e le condizioni per uno sviluppo sostenibile e portare avanti gli sforzi per ristabilire e creare istituzioni nazionali e locali per un Governo rappresentativo;

 

9. Richiede che, quando le circostanze lo consentiranno, il Segretario Generale porti avanti l'azione prevista nei paragrafi 98 e 99 del suo rapporto redatto il 17 luglio 2003 (S/2003/715);

 

10. Prende atto dell'intenzione del Consiglio di Governo di indire una Conferenza costituzionale e, riconoscendo l'estrema importanza della convocazione di tale Conferenza per il conseguimento del pieno esercizio della sovranità, chiede che la sua preparazione avvenga attraverso un dialogo e un consenso nazionale prima possibile ed esige che il Rappresentante Speciale del Segretario Generale, al momento della convocazione della Conferenza o quando le circostanze lo consentiranno, metta a disposizione del popolo iracheno la straordinaria competenza specifica delle Nazioni Unite per questo processo di transizione politica, anche mediante la creazione di un sistema elettorale;

 

11. Richiede al Segretario Generale di garantire la disponibilità delle risorse delle Nazioni Unite e delle Organizzazioni affiliate, in caso vi siano richieste in tal senso da parte del Consiglio di Governo iracheno e quando le circostanze lo consentiranno, per favorire l'avanzamento del programma formulato dal Consiglio di Governo, contemplato nel paragrafo 7, e incoraggia altre Organizzazioni specializzate nel settore a sostenere il Consiglio di Governo iracheno, qualora richiesto;

 

12. Richiede al Segretario Generale di informare il Consiglio di Sicurezza sull'assolvimento delle responsabilità a lui assegnate in questa risoluzione, sugli sviluppi e sull'attuazione della tabella di marcia e del programma ai sensi del predetto paragrafo 7;

 

13. Stabilisce che il conseguimento della sicurezza e della stabilità è fondamentale per riuscire a portare a termine con successo il processo politico come previsto nel citato paragrafo 7 e per permettere alle Nazioni Unite di sostenere efficacemente tale processo e l'attuazione della Risoluzione 1483 (2003). Autorizza, altresì, la Forza multinazionale sotto comando unificato a prendere tutti i provvedimenti necessari per contribuire al mantenimento della sicurezza e della stabilità in Iraq, anche al fine di garantire le condizioni necessarie all'attuazione della tabella di marcia e del programma e di contribuire alla sicurezza della Missione di Assistenza delle Nazioni Unite per l'Iraq, del Consiglio di Governo iracheno, di altre Istituzioni dell'Amministrazione provvisoria irachena e delle principali strutture umanitarie ed economiche;

 

14. Esorta i Paesi Membri a dare il proprio contributo, in virtù di questo mandato delle Nazioni Unite, anche con l'invio di forze militari, alla Forza multinazionale sopramenzionata nel paragrafo 13;

 

15. Delibera che il Consiglio dovrà esaminare le esigenze e la missione della Forza multinazionale, citata nel paragrafo 13, entro un anno dalla data di questa risoluzione e che, in ogni caso, il mandato di tale forza scadrà al completamento del processo politico descritto nei paragrafi 4,5,6,7 e 10. Manifesta la disponibilità a esaminare, in tale occasione, qualsiasi esigenza futura per prolungare la missione della forza multinazionale, tenendo conto delle opinioni del Governo rappresentativo iracheno, riconosciuto a livello internazionale;

 

16. Sottolinea l'importanza di istituire forze di polizia e di sicurezza in grado di far rispettare la legge, mantenere l'ordine e la sicurezza e di combattere il terrorismo secondo quanto contemplato nel paragrafo 4 della Risoluzione 1483 (2003) e invita i Paesi Membri, le Organizzazioni internazionali e le Organizzazioni della regione a contribuire all'addestramento e all'equipaggiamento delle forze di polizia e di sicurezza irachene;

 

17. Esprime profonda solidarietà e cordoglio per le perdite subite dal popolo iracheno e dalle Nazioni Unite e per le famiglie del personale delle Nazioni Unite e di altre vittime innocenti rimaste uccise o ferite in quei tragici attacchi;

 

18. Condanna inequivocabilmente l'attentato terroristico contro l'Ambasciata giordana, avvenuto il 7 agosto 2003, quello contro il quartier generale delle Nazioni Unite a Baghdad del 19 agosto 2003, l'attacco contro la Moschea dell'Imam Ali a Najaf il 29 agosto 2003, l'attentato contro l'Ambasciata turca del 14 ottobre 2003, l'omicidio di un diplomatico spagnolo il 9 ottobre 2003 e l'assassinio di Akila al Hashimi, morta il 25 settembre 2003, e sottolinea che i responsabili devono essere assicurati alla giustizia;

 

19. Invita i Paesi Membri a impedire il transito di terroristi in Iraq, di armi e di finanziamenti atti a sostenere i terroristi e, a tal proposito, sottolinea l'importanza di intensificare la cooperazione dei Paesi della regione, in particolar modo dei Paesi confinanti con l'Iraq;

 

20. Si appella ai Paesi Membri e agli Istituti finanziari internazionali affinché intensifichino gli sforzi per assistere la popolazione dell'Iraq nella ricostruzione e nello sviluppo economico ed esorta tali Istituti a prendere provvedimenti immediati per fornire all'Iraq prestiti e altri aiuti finanziari, collaborando con il Consiglio di Governo e con i Ministri competenti;

 

21. Esorta i Paesi Membri, le Organizzazioni internazionali e le Organizzazioni della regione a sostenere l'opera di ricostruzione dell'Iraq, avviata con la Riunione consultiva delle Nazioni Unite del 24 giugno 2003, anche assumendo impegni sostanziali durante la Conferenza dei Donatori internazionali che avrà luogo a Madrid il 23 e il 24 ottobre 2003;

 

22. Invita i Paesi Membri e le Organizzazioni interessate a dare il proprio contributo per far fronte alle esigenze del popolo iracheno mediante l'approvvigionamento delle risorse necessarie per la ripresa e la ricostruzione della struttura economica dell'Iraq;

 

23. Sottolinea che la Commissione Internazionale per la Consulenza e il Monitoraggio, menzionata nel paragrafo 12 della Risoluzione 1483 (2003), dovrebbe essere istituita con priorità e ribadisce che il Fondo per lo Sviluppo dell'Iraq dovrà essere impiegato in maniera trasparente come contemplato nel paragrafo 14 della Risoluzione 1483 (2003);

 

24. Ricorda a tutti i Paesi Membri i propri doveri ai sensi dei paragrafi 19 e 23 della Risoluzione 1483 (2003), in particolar modo il dovere di destinare immediatamente capitali, altre attività finanziarie e risorse economiche al Fondo per lo Sviluppo dell'Iraq a beneficio del popolo iracheno;

 

25. Richiede agli Stati Uniti, a nome della forza multinazionale sopramenzionata nel paragrafo 13, di riferire al Consiglio di Sicurezza sugli sforzi e i progressi compiuti ogni qualvolta sia opportuno e, comunque, almeno ogni sei mesi;

 

26. Delibera di continuare a seguire la questione.


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zack86sq
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zack86sq
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Inviato il 18 dicembre 2007 10:22

Credo che tutti abbiano un po' ragione ma vorrei dire una cosa: io non sono d'accordo con la sospensione di Luttazzi da La 7 ma contesto il processo di ''santificazione'' che si fa del personaggio e della satira stessa.... ora si cita il fatto che la televisione non fa il suo dovere riguardo alla guerra in Iraq... sinceramente su questo non sono d'accordo... la TV italiana fa schifo ma su questo specifico punto non ho visto disinformazione... io mi considero di sinistra ma non mi sembra serio dire che Berlusconi ha fatto la guerra e che abbia a che fare con le atrocità di Abu Grahib... in questo caso la vera disinformazione è quella di Luttazzi... in base a che cosa chi è d'accordo con Luttazzi afferma questo?

 

Non so se ti riferisci a me. Non ho detto che Berlusconi abbia fatto una guerra da solo. Ho detto che, come capo del governo in carica, ha appoggiato la politica americana e l'illeggittimità di alcune scelte sulla guerra in Iraq senza dire niente. Poi, un giorno se ne esce rinnegando ciò che ha fatto per 5 anni non è colpa mia. Boh, voglio dire poteva prendere le distanze dall'America come hanno fatto Francia, Germania, Spagna nel tempo. Ma non può uscirsene quando gli fa comodo dicendo che è stato un errore. Siamo il Paese con la maggiore presenza sul territorio dopo USA e Gran Bretagna. ^_^

 

Quanto al discorso informazione-disinformazione in tv. Da quanto tempo non si parla della guerra in Iraq in una puntata di un approfondimento televisivo? Adesso che sono uscite un sacco di magagne e che i giornalisti con i cosiddetti potrebbero inchiodare al muro politici l'argomento è passato di moda. Eppure i nostri soldati continuano a morire in missione. A quando uno speciale con ospiti in studio: Berlusconi, in veste di ministro degli esteri della scorsa legislatura; D'Alema, ministro degli esteri attuale, un paio di inviati di guerra a fare da moderatori e fare domande e si fanno nomi, si danno numeri per un bilancio complessivo sulla spedizione in Iraq? Ne uscirebbe un quadro disastroso, perciò non si fa.

Ma già negli anni scorsi, quando gli argomenti erano freschi, nessuno ha fatto notare, se è successo ditemi quando che cerco di ritrovare il materiale, le notizie che pian piano arrivavano e minavano le basi su cui era scaturita tutta l'offensiva americana.

 

Partiamo dalle risoluzioni dell'ONU, 1483 del 22 maggio 2003 e 1511 del 16 ottobre 2003, violate dall'invasione americana illeggittima; e poi la n. 1546 adottata l'8 giugno 2004 che a invasione avvenuta legittima l'operato degli USA e autorizza nella missione di pace l'uso di forze aeree, navali o terrestri di membri delle Nazioni Unite qualora il Consiglio di sicurezza ritenga che gli altri mezzi si siano dimostrati inadeguati per mantenere o ristabilire la pace e la sicurezza internazionale (art.42).

 

A guerra finita (2004) le armi di distruzione di massa non vengono trovate, Saddam viene condannato per il genocidio dei Curdi (senza armi non lo potevano condannare a morte per altro) e in seguito tutti si dimenticano (in Italia, solo in Italia) di nominare un articolo apparso sul NY Times "A War Crime Or an Act of War?" per i non anglofoni c'è un articolo di fondo di Sanjay Suri apparso su globalresearch "Saddam può chiamare la CIA in sua difesa"

Bush perde quota nei sondaggi per tutto questo casino. Allora decide che il suo capro espiatorio sarà la CIA. Filtra la notizia che le immagini dal satellite che ritraevano la costruzione di armi di distruzione di massa in Iraq sono false (lo sapevamo tutti già, no? :figo: ) vengono processati e condannati i vertici della CIA e viene cacciato Rumsfield(c'era una h, ma non mi ricordo) Si può continuare...

 

Di queste cose in Italia quanti hanno fatto un discorso serio? Io me le sono perse. Non ho visto Floris gridare allo scandalo, non ho visto chiedere al Governo il ritiro immediato delle nostre truppe. Solo la sinistra radicale lo faceva, ma senza cognizione di causa. Lo faceva a priori. Risultato, adesso siamo nominati anche nei video di Bin Laden...ci ritiene il braccio sinistro di Bush (quello destro è per la gran bretagna) ^_^

 

Se le notizie su una guerra sono quelle di cronaca: morti 3 soldati. attentato. commento del poltico generico sul nulla. Allora siamo informatissimi. Io, ma è solo una mia opinione, mi aspetto di più. E se questo non me lo offrono i giornalisti, sono ben contento che lo faccia qualcunaltro. Non mi importa chi sia. Certo prima di prendere una cosa per vera faccio i miei controlli, ma almeno un imput c'è. Luttazzi sulla guerra non fa informazione pura. Lo sappiamo tutti. A me sta anche antipatico a volte. Però almeno nella sua irruenza e volgarità smuove le acque. Per questo dico che ne servirebbero di più di uomini con le p***e che svelino tutti gli inciuci che fanno i nostri politici, giorno dopo giorno. Che facciano nomi e cognomi. Non ci può essere solo Report che fa inchieste, così come non ci può essere solo Luttazzi che fa satira. Tutti gli altri dovrebbero tirare su la schiena. :)


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