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di diversità si può morire
I di Iskall Ytterligare
creato il 05 aprile 2007

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Ashan 'Tyr
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Ashan 'Tyr
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Inviato il 12 aprile 2007 16:32

Traduzione Girlfriend

Artista: Avril Lavigne

Titolo: Girlfriend

Titolo Tradotto: Ragazza

 

Hey hey dico a te

non mi piace la tua ragazza

per niente, per niente

penso che tu abbia bisogno

di una nuova ragazza

hey hey dico a te

io potrei essere la tua ragazza

hey hey dico a te

so che ti piaccio

non c'è altra soluzione

so che non è un segreto

hey hey dico a te

voglio essere la tua ragazza

 

sei così bello, voglio che tu sia mio

sei così delizioso, penso a te tutto il tempo

sei come una droga per me, sei cosciente di

quel che posso fare per farti sentire bene?

sentire bene, sentire bene, sentire bene

 

non far finta di no, penso che sai che

sono dannatamente preziosa

e diamine, sono una fottuta principessa

posso dire che anche io ti piaccio

e tu sai che ho ragione

sai che ho ragione, che ho ragione...

 

lei è una qualunque

puoi fare di meglio

penso che dovremmo stare assieme adesso

ed è quello di cui tutti stanno parlando

 

riesco a vedere il modo in cui mi guardi

e anche quando scosti lo sguardo

so che stai pensando a me

so che parli di me tutto il tempo

sempre, sempre, sempre

quindi vieni qui e dimmi cosa vuoi sentire

meglio ancora se fai scomparire la tua ragazza

non voglio sentirti dire il suo nome mai più

mai più mai più mai più

 

perchè lei è una qualunque

puoi fare di meglio

penso che dovremmo stare assieme adesso

ed è quello di cui tutti stanno parlando

 

oh in un secondo sarai avvolto attorno al mio dito

perchè io posso, io posso fare di meglio

non c'è nessun'altra, quando lo annunceremo?

lei è così stupida, a cosa diavolo stai pensando?

 

oh in un secondo sarai avvolto attorno al mio dito

perchè io posso, io posso fare di meglio

non c'è nessun'altra, quando lo annunceremo?

lei è così stupida, a cosa diavolo stai pensando?

 

 

wow

 

 

e il tutto condito da un video nel quale lei prende per il c**o, butta in acqua, prende a calci una ragazza "bruttarella" e non "cool" come lei e le sue amiche "lolita-punk-della-domenica".

 

 

wow

 

 

scusate, vomito una cosina e torno


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Drogon
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Drogon
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Inviato il 12 aprile 2007 16:38

e io che pensavo che i pink floid scrivessero buona musica....

ragazz, questa qua sopra è poesia :smack: :wub: :wub: ^_^ ^_^ ^_^ ^_^


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{Spettro}
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Inviato il 12 aprile 2007 17:20

/me MODERATOR mode ON

 

Torniamo in tema please :smack:

 

/me MODERATOR mode OFF


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Ashan 'Tyr
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Ashan 'Tyr
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Inviato il 12 aprile 2007 17:31

beh, in un certo senso siamo in tema...

insomma, in una canzone pensata per un target di ragazzini si mostrano azioni che se fatte realmente sarebbero catalogate come "bullismo" mentre lì vengono pure considerate "cool".

credo che quel video rispecchi la mentalità attuale in modo preoccupantemente vero.

 

Comunque per me il problema non sta tanto nel fatto che il ragazzo sia stato definito "gay" (purtroppo si sa che per i ragazzini essere diversi è sempre e comunque un'offesa, che tu sia gay, straniero, poco attraente, non alla moda, cicciottello, brufoloso, piatta -se donna-, etc etc..).

per me il problema è essere tanto crudeli da far sentire la persona presa di mira così male da arrivare al suicidio.

Ora, a me cose così gravi non ce ne sono state, ma per come ero da adolescente ero sicuramente parte del gruppo degli "emarginati", venivo presa in giro anch'io, e so che essere isolati fa male, e tanto.

 

Non credo che si dovrebbe procedere per vie legali, come alcuni auspicano, perchè da sempre i ragazzini fanno i bastardi. Io credo piuttosto che la famiglia debba educare alla tolleranza, e punire se viene a sapere che i propri figli si comportano in modo esagerato, prima che si possa arrivare a casi clamorosi come quello...

E' anche vero che da che mondo è mondo gli adolescenti si riuniscono in branchi, e se ti fai proteggere dai genitori ti tratteranno ancora peggio... a volte credo che non ci siano soluzioni, ma si possa solo scuotere la testa constatando che la razza umana nella sua totalità è davvero orrenda. :smack:


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Lady Lyanna
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Inviato il 12 aprile 2007 17:56

Comunque per me il problema non sta tanto nel fatto che il ragazzo sia stato definito "gay" (purtroppo si sa che per i ragazzini essere diversi è sempre e comunque un'offesa, che tu sia gay, straniero, poco attraente, non alla moda, cicciottello, brufoloso, piatta -se donna-, etc etc..).

per me il problema è essere tanto crudeli da far sentire la persona presa di mira così male da arrivare al suicidio.

Ora, a me cose così gravi non ce ne sono state, ma per come ero da adolescente ero sicuramente parte del gruppo degli "emarginati", venivo presa in giro anch'io, e so che essere isolati fa male, e tanto.

 

 

Secondo me non è proprio così. Il fatto che qualcuno ti dica sei gay non penso possa essere la causa principale di un suicidio. Quando io ero in quinta ginnasio durante l'orario di lezione un ragazzo si buttò giù dalla finestra del mio liceo. Si disse che la causa fosse un 3 preso in una versione di latino. Ma poi si scoprì che quel ragazzo di problemi ne aveva davvero tanti.

Penso che per matteo possa essere stato lo stesso. Sicuramente era molto insicuro e aveva grandi problemi che non riusciva ad affrontare e aveva bisogno d'aiuto. L'essere definito gay può essere la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Frasi come "interista sfigato" non sono gocce che fanno traboccare un vaso, "sei gay" lo fanno tracimare. Imho la differenza è tutta qui.


Lady delle Gocciole Extra Dark


We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.

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L'Estraneo
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L'Estraneo
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Inviato il 13 aprile 2007 18:34

L'essere diverso è argomento molto affrontato, (come le sue conseguenze..anche se in genere solo quelle negative) ...ma anche se molto affrontato pare che un punto di conclusione non vi sia proprio mai.

 

 

L'atto del suicidio è una cosa molto sottile e fragile da toccare con mano e nalaizzare come se deve:

..diciamo che in unc erto senso il suicidio è caratterizzato dal fattore "integrazione sociale", ovvero come è intuitivo capire.. quandto una persona fa e/o si sente parte della società in cui vive.

Premetto evito di entrare nel dettaglio altrimenti si dovebbre tirar fuori tematiche mai chiuse..

 

Alle volte è cosiderato un atto "egoistico" ... è quando il suicida non si sente effettivamente parte di uan società poichè non condivide una maggioranza di aspetti pregnanti della società stessa, poi c'è da considerare (ok si è da cinici inside) l'atto "scenico" del suicidio..la spettacolarizzazione. Dai per arrivare ad un atto simile o si deve veramente aver poca per dire NESSUNA considerazione della propria vita, non per gli affetti che invece è il primo pensiero che si ha, ma a qualcosa di ancor piu radicato si aprla di genetica, si parla dell'istinto di sopravvivenza animale.... non si deve proprio vedere il futuro per giungere a questo, non avere mete, ambizioni, punti di riferimento.. e credo neanchequella che è la voglia di cambiare, se non stanno bene delel cose l'istinto dice di cambiare, per dire una terra è diventata arida..palro di animali... prendono e migrano! ...c'è da capire cosa spinge a non cercare altro.

 

Al contrario c'è il suicidio chiamato altruistico, in genere è quando la società (ovviamente raramente accade che sia quella che per società s'0intende) ma ad esmepio la famiglia, etc.. in cui si vive diventa opprimente e quello spiraglio di "cambiare" non lo concede..

 

L'ho trattato tempo fa come argomento, è una cosa davvero complessa.

Ha un numero spropositato dif attori influenti e concordo sul fatto che etichettare un'evento simile come quello ad oggetto del topic con clichè anche se appurati e non casuali, ma studiati, sia inevitabilmente riduttivo.

 

 

Se fosse anche solo la diversità a spingere ad un simile atto a prescindere da quale sia (poichè ognuno ha un proprio metro di giudizio su quello che considera rilevante o non) avremo uno genocidio di tutti coloro che la società in cui vivono li considera diversi.

 

Da capire c'è quel "che", quel fattore scatenante che scinde a sua volta i "diversi" (passatemi il termine) da coloro che si suicidano e coloro che non lo fanno e continuano a vivere.

 

:il tentativo di "diversificare" poi gli individui è insito anche questo nella natura umana, puoi applicarvi freni culturali senza dubbio e ridurre gli inviti da parte di altre fonti, c'è chi dice che una cosa simile poi "ti forgia e ti renda forte" una votla superata... bha ahimè ognuno la vede come vuole eheh.. giustamente e purtroppo!

Io ero uno di quei bambini bastardi, mea culpa! ma non vuol dire niente, specialmente allora, ma non penso cambi molto dall'età trovi sempre chi cerca di emarginarti e chi cosciente o meno tu stesso emargini..


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Lyga Stark
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Inviato il 14 aprile 2007 1:12

Piccolo OT

Non metto in dubbio che alti rappresentanti della Chiesa dicano cose assurde, ma se la parola del singolo vale quanto quella della comunità l'attuale maggioranza è costituita da brigatisti, terroristi e "sfasciacittà"...

 

Bye bye ;) ^_^

 

La cosa grave non è tanto la frase in sé (che comunque è agghiacciante...), quanto il fatto che non ci sia stata NESSUNA presa di distanze da parte della Chiesa, né da parte del Papa, né da parte di Ruini, né da parte di qualsiasi alto prelato.

Nemmeno una correzione di rotta da parte dell'interessato stesso. Nulla di nulla.

Ciò fa riflettere di come sia diffuso il clima razzista nell'ambiente ecclesiastico.


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L'Estraneo
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Inviato il 14 aprile 2007 3:07

Penso che fosse una frecciata all'imperscrutabile discrezionalità che vuole qualche suicida in Chiesa, come Marco, e qualcun altro fuori dalla Chiesa... Vedi P. W. per non fare nomi. ^_^

 

Comunque Lyanna ha riportato in auge il tema centrale della discussione.

 

 

 

Indipendentemente dal bullismo, è accettabile, tollerabile, magari per qualcuno auspicabile, che GAY sia un insulto?

Che ci siano prese di posizione che vedono nell'omosessuale un inferiore? Che qualcuno debba sentirsi inferiore agli altri perché gay?

 

direi ottimi quisiti, mirati Lord Beric .......personalmente presumo che possano essere "solo" vecchi ma radicati retaggi culturali (non pensate che siamo cambiati molto in 2 mila e rotti anni per certi aspetti) per cui uno o più individui che non concorrono alla riproduzione della propria specie non garantiscono per cosi dire (sto volutamente banalizzando) la sopravvivenza di questa.. dunque non sono "utili" a portare avanti la sopravvivenza.

A questo forse si può associare il fatto che l'omosessualità famminile è vista meno "danneggiante" per una società di quella maschile (o no? bho.. lo lessi da qualche parte su un testo di sociologia)), per parlar chiaro... (NB: femministe ALT -> mi riferisco al corso della storia ihih) una donna per quanto possa avere certi gusti se può/vuole/la costringono un bimbo non è difficile da mettere al mondo...dopotutto biologicamente è dotata del giusto apparato, un maschio d'altro canto se non gli si "risveglia la vipera rossa" è difficile che..."vinca il torneo"

 

(oddio non che nonostante ciò la demografia si sia controllata o sia incorsa in chissà quale rischio di scomparsa ;) al momento l'umanità è un peletto uno pseudo cancro planetare..)

 

....mi scuso a priori se ho avuto poco tatto, apprezzate il tentativo di censura per un possibile pubblico minorenne ..ma dopotutto ho l'ardire di avere un nick che può garantirmi certe facoltà (ghgh)

 

[vado a nanna che sto piegato..]


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Iskall Ytterligare
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Iskall Ytterligare
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Inviato il 14 aprile 2007 12:58 Autore

In effetti, a parità di omosessualità è più facile trovare nell'angolo a piangere un ragazzino gay che non una ragazzina...

 

I motivi sono due, entrambi di vecchia data, e uno è appunto quello di cui parlava il Capo: se prendete una società con l'uomo libero di agire e la donna "bene di scambio" e pensate al fatto che i matrimoni venivano consumati del tutto a prescindere dalla volontà dei due (con la donna quale soggetto debole, al 50% per educazione ricevuta) è facile capire come un uomo che non volesse avere rapporti con donne fosse molto più ostracizzato di una donna che volente o nolente li avrebbe avuti comunque.

Non è un caso che ad Atene gli studiosi ritengano certa una libertà di costumi femminile estremamente maggiore di quella maschile... proprio perchè nessuno dava peso alla donna, una volta infilata nel gineceo a badare ai pupattoli.

Per quel che ne so io un momento difficile della vita di un omosessuale nei paesini è quando cominciano a piovere le domande sul "ma quando si sposa?" e diventa complicato giustificarsi. Oggi la libertà della donna è molto maggiore, ed è su di lei che ricade il maggior biasimo se si rifiuta di "sistemarsi" a una certa età.

E c'è anche un'altro punto: una donna che non vuole avere figli (rapporti fecondi) è per la mentalità che la vuole "figli e focolare" una minaccia pericolosissima, da qui un'altra forma di ostracismo.

 

L'altro problema è che per molti versi agli occhi della società, la sessualità femminile non esiste e quindi non ci si aspetta che abbia desideri o iniziative autonome. La donna da un lato è oggetto di desiderio (o anche oggetto e basta), è disponibile all'attiva seduzione dell'uomo, dall'altro è ancora un mezzo tabù il fatto che abbia una sua vita sessuale specie prima del matrimonio.

Può sembrare un discorso antiquato, ma una donna che vive con sincerità le sue pulsioni viene definita famme fatale se va bene e mangiauomini se va male. E una donna a cui gli uomini non interessano proprio? Una donna a cui interessano sia uomini che donne? Non so gli appellativi in questi casi e non li voglio sapere.

 

Il punto è questo: da ragazzini ci si aspetta che nello sviluppo della sessualità ci si sviluppi in modo da raggiungere lo standard che la società assegna a uomo e donna in base al loro ruolo. Di conseguenza l'omosessualità maschile (e la bisessualità, visto che prevede comunque un tipo di attrazione antitetico all'idea di maschio fecondatore) è più ostracizzata di quella femminile. Ma non perchè questa sia meglio accetta. Perchè è tabù perfino parlarne.

In un'età in cui l'accettazione sociale è fondamentale, possono sicuramente soffrirne di più i maschi delle femmine... ma non sono sicura che avere una parte ancora più fondamentale di sè (lo sviluppo della vita sessuale) completamente innominabile sia meglio.

In ogni caso non ho ancora capito come siamo passati dalle culture antiche, estremamente aperte al riguardo, a queste così chiuse.


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Seetharaman Toral
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Seetharaman Toral
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Inviato il 14 aprile 2007 13:24

 

In un'età in cui l'accettazione sociale è fondamentale, possono sicuramente soffrirne di più i maschi delle femmine...

credo sia anche colpa di una differenza tra l'ostracismo maschile e quello femminile...da quello che ho osservato io di solito i maschi mell'insultare i loro pari sono molto più espiciti e "chiassosi" di quanto non facciano le ragazze...diciamo che le ragazze tendono a isolare e a "parlare male alle spalle" delle coetanee ritenute "poco femminili" (anche perchè facilmente spargeranno la voce in tutto il paese ma difficilmete diranno mai in pubblico a un'altra ragazza "sei una lesbica")...una cosa quindi è la reazione a insulto pesante fatto sul momento rispetto all'aver sentito una qualche diceria sul proprio conto


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Ashan 'Tyr
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Ashan 'Tyr
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Inviato il 14 aprile 2007 13:45

non solo, mi permetto di aggiungere al già esaustivo post di Yskall che mentre viene considerato normale che una ragazza "se la tiri", o che "non la dia via", anche perchè in caso contrario viene chiamata nel migliore dei casi "zo****a", un maschio dal momento in cui raggiunge l'età fertile è continuamente costretto dal gruppo dei pari a ostentare la sua virilità, dovendo continuamente dar sfoggio delle sue grandi capacità di amatore, o quantomeno DEVE mostrare ogni volta che può che ha una voglia matta di infilarsi tra le gambe di qualche esponente del sesso femminile.

 

Ovvio che quindi un ragazzo che per qualunque motivo non si mostra come uno stallone infoiato fin dai 12 anni circa venga etichettato dagli altri come un "frocio" ("gay" sarebbe troppo politically correct), mentre è più difficile che un simile epiteto venga rivolto a una ragazza, che magari i suoi desideri può confidarli alle amichette, ma ciò che le è concesso in pubblico non è mostrare di aver pulsioni sessuali, piuttosto è l'essere "oggetto del desiderio", quindi avere atteggiamenti provocanti che però non devono poi portare a stare davvero col ragazzo in questione...

 

va beh, riassumendo: il ragazzino deve voler fare sesso, se non vuole essere chiamato gay, la ragazzina deve "fare la diva" e quindi essere quel che si aspetta la società, quindi desiderabile, se non vuole rischiare di essere considerata stramba (anzi, "sfigata")..


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