a - il Protocollo di Kyoto è solo un pro-forma?
Cercherò di avere maggiori informazioni sulla questione delle sanzioni entro questa settimana.
b - nonostante il punto a, nessuna legislazione (non solo italiana, mi pare) riesce a fare in modo di raggiungerne gli obiettivi?
Al momento non ho dati sottomano, ma a parte eventuali eccezioni che si basano fortemente (o solamente) su fonti a emissioni basse o nulla per fini elettrici non saprei.
cosa si può realmente fare "dal basso"? E quali possono esserne gli effetti, considerando la generale indifferenza (se non opposizione) che c'è "in alto"?
Limitare gli sprechi, nelle possibilità economiche dei singoli cercare di consumare meno (lampadine a risparmio energetico, limitatori idrici, isolamento termico delle case, pannelli fotovoltaici, ecc.), usare automobili e simili solo quando effettivamente servirebbero (non per fare cento metri perché "Il supermercato è lontano"...), tenere il riscaldamento a livelli decenti (diciotto gradi ed eventualmente un maglione è piú intelligente di venticinque gradi... ma dov'è scritto che in Inverno devo stare in maniche corte?), stessa cosa per il condizionamento (diciotto gradi ad Agosto? Ma d'Inverno in maniche corte e d'Estate col giaccone?). Eccetera.
cosa si può realmente fare "dal basso"? E quali possono esserne gli effetti, considerando la generale indifferenza (se non opposizione) che c'è "in alto"?Limitare gli sprechi, nelle possibilità economiche dei singoli cercare di consumare meno (lampadine a risparmio energetico, limitatori idrici, isolamento termico delle case, pannelli fotovoltaici, ecc.), usare automobili e simili solo quando effettivamente servirebbero (non per fare cento metri perché "Il supermercato è lontano"...), tenere il riscaldamento a livelli decenti (diciotto gradi ed eventualmente un maglione è piú intelligente di venticinque gradi... ma dov'è scritto che in Inverno devo stare in maniche corte?), stessa cosa per il condizionamento (diciotto gradi ad Agosto? Ma d'Inverno in maniche corte e d'Estate col giaccone?). Eccetera.
Che tra l'altro aiuta a risparmiare, e magari a evitare un raffreddore da sbalzi di temperatura... :huh:
Sono tutti piccoli gesti che da soli sono poco significativi. Ma Zio Paperone direbbe che un miliardo è fatto di cents, e se è diventato il papero più ricco del mondo vuol dire che ha ragione, no? ^^
Dimenticavo: dismettere al piú presto ogni boiler elettrico che possiate avere. Parlando di energia, è un uso decisamente assurdo da farsi...
A proposito di sprechi: da oggi i riscaldamenti della città di Milano e non solo verranno accesi. Siamo al 15 ottobre e fuori ci sono più di 23 gradi.
Accordo Pecoraro Scanio-Bersani: 24 milioni di tonnellate di anidride carbonica in meno dal 2008 al 2012
Kyoto, l’Italia riduce i gas inquinanti
Via al piano: le industrie taglieranno del 10% le emissioni di CO2
ROMA — Nessuna sanatoria sulle emissioni di anidride carbonica (CO2): le industrie italiane, e principalmente quelle del settore termoelettrico, dovranno ridurre i gas di un buon 10%, passando da 224 milioni di tonnellate di CO2 del 2005 a circa 200 milioni di tonnellate all’anno nel periodo 2008-2012. Il ministro dell’Ambiente Alfonso Pecoraro Scanio è riuscito a portare a casa questo risultato dopo due mesi di serrato confronto con il collega dell’Economia Pier Luigi Bersani da un lato e con la Commissione europea dall’altro.
UNA SVOLTA —Rispetto al precedente governo si tratta di una svolta poiché si passa da un atteggiamento di dubbio sulla possibilità di tener fede agli impegni del Protocollo di Kyoto, a un rilancio degli accordi climatici.E tutto questo proprio alla vigilia del vertice di Nairobi (6-17 novembre) che dovrà decidere il futuro del contestato trattato salva-clima. «Mi sono opposto al condono della CO2 perché avrebbe significato condannare il pianeta. A Nairobi stiamo andando a chiedere a Cina e India di non distruggere la Terra con una valanga di emissioni. E allora noi per primi dobbiamo dare il buon esempio», afferma Pecoraro Scanio.
INFRAZIONE — La decisione di mettere un freno alla crescente quantità di CO2 che esce dai camini delle nostre industrie (e di conseguenza agli idrocarburi che bruciamo) è stata sollecitata anche da un colpo di bacchetta ricevuto giorni fa dall’Ue, attraverso una procedura di infrazione. Piuttosto che rispettare i limiti di emissioni concordate, eravamo avviati sulla strada dello sforamento sistematico, col rischio di pagare multe salatissime. L’Ue ci ha chiesto di passare da 224 milioni di tonnellate a 194. Pecoraro e Bersani hanno concordato 200.
CHI RIDUCE —Il maggior impegno di riduzione è richiesto alle aziende elettriche, che dovranno passare da circa 133 milioni di tonnellate annue di CO2 emesse nel 2005 a 115, con un taglio di 18. Molto più contenuti i tagli richiesti agli altri settori energivori: petrolchimica e raffinazione, cementifici, cartiere, industria del vetro e altri, i quali complessivamente emettevano nel 2005 circa 90 milioni di tonnellate di CO2.
COME FARANNO —«Non vogliamo certamente che le nostre aziende debbano acquistare crediti di emissioni all’estero per rientrare nelle loro quote — dice Pecoraro —. Quello che chiediamo è che investano in innovazione tecnologica per produrre in maniera più efficiente. Solo così l’ambiente diventerà un’occasione redditizia». E a questo scopo il piano Pecoraro-Bersani prevede 6 milioni di tonnellate di CO2 da mettere all’asta (a una ventina di euro per tonnellata). Potranno essere acquistate dalle aziende in difficoltà per rientrare nei limiti di emissione attribuiti a ciascuna. Il ricavato servirà a costituire un fondo per promuovere innovazione e qualità in campo energetico.
Franco Foresta Martin
Fonte: Corriere Della Sera
Lady delle Gocciole Extra Dark
We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
La discussione è molto interessante, tuttavia l'Italia non può farcela...e lo dico con amarezza perchè potrebbe farcela ma manca la volontà.
Posso dare millemila motivazioni:
1- producendo energia all'80% con combustibili fossili già ci taglia le gambe...
2- il trasporto merci è fatto troppo su ruota
3- sono pochissimo usati i mezzi pubblici, soprattutto gli autobus nelle città (anche perchè spesso il servizio lascia a desiderare)
4- recuperare energia dai rifiuti, si può fare ma occorrono inceneritori nuovi e nessuno li vuole
5- eolico sfruttato poco e male
6- fotovoltaico dai costi ancora troppo alti (almeno qua non è colpa dell'Italia ma si tratta di una cosa generale)
7- solare termico non sfruttato
Il punto più pesante è il primo, siamo l'unico paese "occidentale" che ha questa percentuale da 1800...il nucleare costa molto meno in proporzione e inquina nulla se confrontato con gas e oli combustibili.
Punto due...occorre dire che la rete ferroviaria è molto vecchia e probabilmente non c'è posto per molti treni merci. Servirebbe un piano serio per sistemarla.
Punto tre è un problema diciamo "culturale" come analogamente succede con il riscaldamento autonomo degli appartamenti al posto di quelli centralizzati a condominio.
Quattro: i termovalorizzatori sono impianti di nuova generazione, si otterrebbe il beneficio di consumare rifiuti e produrre energia...e le emissioni sono più contenute rispetto ad un gruppo turbogas
Cinque: ci sono diversi siti eolici molto buoni in Italia, ad esempio in Sardegna ma nessuna giunta regionale li vuole (OFF TOPIC POLITICO ma se ci sono così tanti comuni gestiti dalla sinistra - e i verdi con loro - perchè nessuno vuole l'eolico?)
Sei: il processo produttivo del silicio per i pannelli è costosissimo...finchè questo non è abbattuto o si trovano nuovi materiali difficilmente le cose cambieranno (fermo restando che NON SI PUO', per problemi di stabilità di rete elettrica, andare oltre il 20% di produzione da eolico/solare). Altor piccolo OFF TOPIC politico..una legge, non ricordo se del '91 o cosa, obbliga gli edifici pubblici a dotarsi di pannelli fotovoltaici a meno che non si dimostri che la cosa sia del tutto fuori luogo. Ora potrei capire in paesi nebbiosi come nella pianura padana (fermo restando che visti i criteri sarebbero da costruire in tutta Italia)...ma in Sicilia non so quanti comuni o scuole o ospedali abbiano i pannelli...
Sette: solare termico...spesa bassa e una media annua di copertura al 25%, con punte di 100% in estate e 5% in gennaio, del fabbisogno di acqua calda, calcolata alla latitudine di Bologna. Percentuale che aumenta andando verso sud.
Questo mi viene in mente, è un tema difficile e complesso ma questi sono i problemi e le linee guida per le soluzioni sono semplici...occorre volontà, ma soprattutto attributi per decidere di cambiare le cose e cominciare a rispettare l'ambiente senza dover rinunciare alle comodità di cui siamo circondati e di cui nessuno vuole fare a meno.
Il punto più pesante è il primo, siamo l'unico paese "occidentale" che ha questa percentuale da 1800...il nucleare costa molto meno in proporzione e inquina nulla se confrontato con gas e oli combustibili.
Per costruire una centrale nucleare occorrono molti anni. Una centrale nucleare non può rimanere attiva per sempre ma dura solo qualche anno (non ricordo il numero) e smaltire una centrale in disuso richiede molti anni. I benefici in termini di costi si avrebbero molti anni dopo. Inoltre quando una centrale viene dismessa molto spesso non ci si preoccupa nemmeno di smaltire i rifiuti rimasti, ci si fa sopra una bella colata di cemento. Quando è in attività una centrale nucleare produce rifiuti, le scorie radioattive che vanno smaltite. Bisogna trovare appositi siti di stoccaggio lontani dai centri abitati, lontani dai corsi d'acqua, lontani dalle falde acquifere sotterranee. Attualmente il posto più indicato per lo stoccaggio è sotto al deserto del Nevada, non ricordo a quanti metri di profondità. Una centrale nucleare richiede enormi quantità di acqua per il raffreddamento: nemmeno il Po penso sia in grado di sopportare un prelievo d'acqua del genere. L'acqua prevelata viene poi ributtata nel fiume o nel lago ma con temperature molto elevate che creano un forte shock termico per la fauna e la flora ( ma della biodiversità di un fiume non importa a nessuno). Infine: tu vicino casa tua ce la metteresti una bella centrale nucleare?! :D So quanto sia pulito il nucleare, so che la sua resa energetica è enorme, ciò non toglie che una centrale dietro casa mia non mi tranquillizza nemmeno un pò. Non penso a Chernobyl, penso hai problemi che ci sono stati oggi 16 ottobre 2006 contemporaneamente in 3 centrali nucleari inglesi. Per sta volta gli è andata fatta bene.
E cmq entro il 2080 anche l'uranio sarà finito :D
Quattro: i termovalorizzatori sono impianti di nuova generazione, si otterrebbe il beneficio di consumare rifiuti e produrre energia...e le emissioni sono più contenute rispetto ad un gruppo turbogas
Termovalorizzatore è semplicemente il nome con cui adesso si chiamo (si tenta di camuffare) gli inceneritori. Dal momento che un inceneritore emette in atmosfera un'enorme quantità di sostanze anche tossiche è assolutamente vietato usarli a meno che non producano energia, di solito per le industrie. Per poter usare un termovalorizzatore bisogna saper fare differenziazione. Non si possono bruciare tutti i rifiuti come se niente fosse. Oltre alle diossine (Seveso 86 insegna) ci sono una quantità immensa di schifezze che vengono rilasciate nell'aria dalla combustione dei rifiuti. Sicuramente ci sono tecnologie che limitano la quantità di sostanze tossiche emesse ma subentra quello che è chiamato danno cronico: piccole emissioni di sostanze tossiche ma prolungate e costanti nel tempo. Spesso sono più dannosi dei danni acuti. Inoltre gli inceneritori (perchè questo sono) producono rifiuti "speciali" che vanno smaltiti ed essendo speciali sono più difficili da smaltire. In un termovalorizzatore si sa quello si butta dentro ma non si sa quello che ne esce fuori. La soluzione: brucio tutto e risolvo il problema non ha senso.
Lady delle Gocciole Extra Dark
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4- recuperare energia dai rifiuti, si può fare ma occorrono inceneritori nuovi e nessuno li vuole5- eolico sfruttato poco e male
6- fotovoltaico dai costi ancora troppo alti (almeno qua non è colpa dell'Italia ma si tratta di una cosa generale)
7- solare termico non sfruttato
4) A quanto ho letto ci sarebbero anche altre tecnologie, potenzialmente piú interessanti: temperature piú basse (meno rischo di polveri), possibilità di recupero dei metalli, ecc.
5) L'eolico non è un discorso facilissimo: al largo da noi non è facile da fare, a terra richiede ampi spazi e va valutato attentamente... l'assurdo, in questo campo, è il non riuscire a promuovere nemmeno idee nate in casa nostra, al punto da non dare (o da far arrivare chissà quando) i fondi per un prototipo... anticipazione (lo conosco da un po', ma sto aspettando risposta dall'ideatore; era previsto di inserirlo nel prossimo aggiornamento di "Fonti di Energia"), Kite Wind Generator.
6) e 7) E incentivi su cui è meglio evitare commenti.
Il punto più pesante è il primo, siamo l'unico paese "occidentale" che ha questa percentuale da 1800...il nucleare costa molto meno in proporzione e inquina nulla se confrontato con gas e oli combustibili
Sul costo non saprei: ho trovato due articoli in merito (Il Costo dell'Energia Nucleare e A Proposito dei Dati Sugli Impianti Nucleari), ho avuto modo di discutere il primo con l'autore (il secondo è il risultato di quella discussione), e devo dire che, almeno in mancanza di altri dati, il discorso mi pare coerente. Anche perché mi è stato detto da un docente che, nei calcoli sul costo del nucleare, soventemente (sempre?) non viene preso in considerazione lo smantellamento, né l'immagazzinamento delle scorie (né i costi esterni). Riguardo la discussione avuta con l'autore, a breve cercherò di modificare la parte sul nucleare in "Fonti di Energia", segnalando anche un sunto di quanto detto (altra cosa che avevo intenzione di fare in concomitanza con la segnalazione del KWG).
Ciò non toglie quanto già detto nella discussione dedicata riguardo alle questioni d'emissione.
occorre dire che la rete ferroviaria è molto vecchia e probabilmente non c'è posto per molti treni merci. Servirebbe un piano serio per sistemarla
Mi è stato detto, ma non so se sia vero, che per legge Trenitalia non può investire piú di quanto guadagni/ricavi (so che c'è una differenza enorme, ma non ricordo esattamente); fosse vero, almeno i problemi non dipenderebbero solo da lei...
il processo produttivo del silicio per i pannelli è costosissimo...finchè questo non è abbattuto o si trovano nuovi materiali difficilmente le cose cambieranno (fermo restando che NON SI PUO', per problemi di stabilità di rete elettrica, andare oltre il 20% di produzione da eolico/solare)
Senza contare che i prezzi aumenteranno ancora, visto che all'aumentare della domanda (e allo svegliarsi dei venditori) il silicio economico sta scarseggiando e aumentando di prezzo.
penso hai problemi che ci sono stati oggi 16 ottobre 2006 contemporaneamente in 3 centrali nucleari inglesi. Per sta volta gli è andata fatta bene
Però quando c'è un "incidente" simile la conclusione è "Per 'sta volta gli è andata bene" (notare che l'unico incidente grave nella storia, Chernobyl, si ha avuto per incompetenza e impreparazione umana, per manchevolezze governative, e su un tipo di reattori illegale e non usato nelle centrali occidentali): non potrebbe essere perché la norma è che vada bene, vuoi per caso (dubito), vuoi perché i sistemi di sicurezza sono tali e tanti che riescono a prevenire gli incidenti?
Nelle centrali inglesi l'impianto di raffreddamento perdeva. Per questo sono state spente. Non è stato un incidente nucleare, ma un semplice guasto a un impianto (comunque ridondato) che non ha portato a null'altro se non il previsto spegnimento della centrale. Dimostra solo una cosa: l'impianto di sicurezza di quelle centrali funziona. Onestamente, non vedo il problema.
Qustione uranio: sarebbe l'uranio 235 a essere finito, non l'uranio in sé; sarebbe da sviluppare la tecnologia dei reattori veloci, per ovviare a questo.
Per costruire una centrale nucleare occorrono molti anni. Una centrale nucleare non può rimanere attiva per sempre ma dura solo qualche anno (non ricordo il numero) e smaltire una centrale in disuso richiede molti anni. I benefici in termini di costi si avrebbero molti anni dopo. Inoltre quando una centrale viene dismessa molto spesso non ci si preoccupa nemmeno di smaltire i rifiuti rimasti, ci si fa sopra una bella colata di cemento. Quando è in attività una centrale nucleare produce rifiuti, le scorie radioattive che vanno smaltite. Bisogna trovare appositi siti di stoccaggio lontani dai centri abitati, lontani dai corsi d'acqua, lontani dalle falde acquifere sotterranee. Attualmente il posto più indicato per lo stoccaggio è sotto al deserto del Nevada, non ricordo a quanti metri di profondità. Una centrale nucleare richiede enormi quantità di acqua per il raffreddamento: nemmeno il Po penso sia in grado di sopportare un prelievo d'acqua del genere. L'acqua prevelata viene poi ributtata nel fiume o nel lago ma con temperature molto elevate che creano un forte shock termico per la fauna e la flora ( ma della biodiversità di un fiume non importa a nessuno). Infine: tu vicino casa tua ce la metteresti una bella centrale nucleare?! So quanto sia pulito il nucleare, so che la sua resa energetica è enorme, ciò non toglie che una centrale dietro casa mia non mi tranquillizza nemmeno un pò. Non penso a Chernobyl, penso hai problemi che ci sono stati oggi 16 ottobre 2006 contemporaneamente in 3 centrali nucleari inglesi. Per sta volta gli è andata fatta bene.
E cmq entro il 2080 anche l'uranio sarà finito
Occorrono dai 2 ai 4 anni;
periodo di attività che varia da 30 a 50 anni;
non è vero che si fa una colata di cemento, in inghilterra siti di centrali sono diventati parchi giochi e non c'è radioattività residua;
lo smaltimento scorie è molto più semplice di quanto si creda;
l'acqua per il raffreddamento dipende dalla potenza della centrale e non dal tipo di centrale e quindi non ci sono problemi di sorta;
gli shock termici sono regolati da apposite norme sulle temperature di ingresso/uscita nell'impianto;
io metterei vicino a casa mia una centrale;
e cmq non è vero che entro il 2080 l'uranio sarà finito.
Per l'argomento in specifico rimando alla "famosa" discussione-sondaggio sul nucleare di cui ora non ricordo il nome preciso...cmq ci tengo a ricordare che le mie informazioni sono precise in quanto è il mio campo di studio visto che giusto a luglio mi sono laureato in ingegneria nucleare :D :D :D .
Termovalorizzatore è semplicemente il nome con cui adesso si chiamo (si tenta di camuffare) gli inceneritori. Dal momento che un inceneritore emette in atmosfera un'enorme quantità di sostanze anche tossiche è assolutamente vietato usarli a meno che non producano energia, di solito per le industrie. Per poter usare un termovalorizzatore bisogna saper fare differenziazione. Non si possono bruciare tutti i rifiuti come se niente fosse. Oltre alle diossine (Seveso 86 insegna) ci sono una quantità immensa di schifezze che vengono rilasciate nell'aria dalla combustione dei rifiuti. Sicuramente ci sono tecnologie che limitano la quantità di sostanze tossiche emesse ma subentra quello che è chiamato danno cronico: piccole emissioni di sostanze tossiche ma prolungate e costanti nel tempo. Spesso sono più dannosi dei danni acuti. Inoltre gli inceneritori (perchè questo sono) producono rifiuti "speciali" che vanno smaltiti ed essendo speciali sono più difficili da smaltire. In un termovalorizzatore si sa quello si butta dentro ma non si sa quello che ne esce fuori. La soluzione: brucio tutto e risolvo il problema non ha senso.
Scusami se te lo dico ma discuti con molta approssimazione. Non è vero che "buttano in atmosfera una enorme quantità di schifezze" perchè le tecnologie attuali abbattono oltre il 99% degli inquinanti, inoltre i limiti di emissione PER LEGGE sono di molto inferiori rispetto a quelli di centrali a gas o olio combustibile. Le diossine sono un cliente difficile ma, come detto, sono abbattute e in questo caso al 100% (leggasi 99,99999....9999%) perchè appunto molto pericolose. Occorre differenziazione è vero ma non eccessiva e poi spesso ad un inceneritore è accoppiato un centro per la divisione dei rifiuti. Si sa cosa si ottiene dalla combustion e si sa come trattarlo. C'è voluta disinformazione perchè in questo paese le cose vanno così e non vogliono essere cambiate. Vogliamo dire che il business dei rifiuti è per la criminalità un volume di soldi enorme? Vogliamo dire che i comuni titolari di discariche beccano fior di quattrini?
Allora mi chiedo è meglio avere tonnellate di schifo a cielo aperto con rischio ci contaminare l'acqua mentre si può produrre energia e ridurre il volume dei rifiuti.
Per inciso posso dare i numeri precisi ma i libri di materia li ho a casa e ora sono in appartamento...
Occorrono dai 2 ai 4 anni
Sui due coreani sono dubbio, accettiamo i quattro e mezzo della Francia (da vedere però se siano partendo da zero, o magari considerando siti già in qualche misura adattati); però riportiamoci al caso italiano, visto che in Italia siamo: prove di collaudo e avviamento, un anno (questo forse in generale, non solo in Italia, anche da qui quanto detto sui tempi sopra citati); iter di approvazione del progetto, almeno due anni (i tempi mi sono stati detti da un fisico che ha lavorato in centrali nucleari); sommiamo tutti i problemi sociali; proteste e simili... non so quanto sia plausibile, soprattutto da noi, avere una centrale in quei tempi.
Sui tempi di realizzazione, hai qualche fonte tecnica in merito?
Almeno al momento non entro nel merito degli inceneritori: non conosco moltissimo l'argomento, sto approfondendo.
Scusami se te lo dico ma discuti con molta approssimazione. Non è vero che "buttano in atmosfera una enorme quantità di schifezze" perchè le tecnologie attuali abbattono oltre il 99% degli inquinanti, inoltre i limiti di emissione PER LEGGE sono di molto inferiori rispetto a quelli di centrali a gas o olio combustibile. Le diossine sono un cliente difficile ma, come detto, sono abbattute e in questo caso al 100% (leggasi 99,99999....9999%) perchè appunto molto pericolose.
Io non ho mai parlato di immissione di grandi quantità di sostanze tossiche. Anzi ho detto che le tecnologie attuali permettono di ridurle. Ho parlato di effetto cronico: immissione di piccole quantità di sostanze tossiche ma in modo continuativo e prolungato nel tempo. Sono gli effetti più pericolosi.
I filtri delle centrali non arrivano a bloccare quelle che sono definite le nanopolveri che arrivano a creare patologie come il cancro.
Non c'è una sola associazione ambientalista che difenda gli inceneritori.
In Italia poi vogliamo sempre fare i furbi e l'Unione Europea ha inviato una infrazione all'Italia per gli incentivi dati dal governo italiano per produrre energia bruciando rifiuti inorganici e considerandola come "fonte rinnovabile".
Lady delle Gocciole Extra Dark
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So come funziona l'immissione in tempi lunghi, ma posso assicurarti che anche le nanopolveri vengono bloccate. La nuova (ma neanche tanto) tecnologia dei filtri a manica permette di bloccare il famoso 99,99...999% delle nanopolveri. Si tratta di una tecnologia costosa, ma per poter rispettare i limiti di legge le industrie sono costrette a montarli.
Vero che la combustione dei rifiuti in Italia è ritenuta "fonte assimilabile alle rinnovabili" dal decreto Bersani del '99. Serviva per far "partire" la tecnologia...non sapevo della sanzione europea, sai quando è stata data?
l'Unione Europea ha inviato una infrazione all'Italia per gli incentivi dati dal governo italiano per produrre energia bruciando rifiuti inorganici e considerandola come "fonte rinnovabile"
Non vorrei ricordare male, ma è considerata assimilata alle rinnovabili, non rinnovabile.
posso assicurarti che anche le nanopolveri vengono bloccate
A quanto mi è stato detto, vengono bloccato fino a un certo diametro, al di sotto del quale questo non accade (o accade in minima parte); però, almeno fino a un certo diametro minimo, sono comunque pericolose, anzi piú pericolose delle altre "grosse".
non sapevo della sanzione europea, sai quando è stata data?
L'Unione Europea ha inviato una infrazione all'Italia per gli incentivi dati dal governo italiano per produrre energia bruciando rifiuti inorganici e considerandola come "fonte rinnovabile". A tal proposito già nel 2003 Il Commissario UE per i Trasporti e l'Energia, Loyola De Palacio, in risposta ad una interrogazione dell'On. Monica Frassoni al Parlamento Europeo, ha ribadito (20.11.2003, risposta E-2935/03IT) il fermo no dell'Unione Europea all'estensione del regime di sovvenzioni europee per lo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili, previsto dalla Direttiva 2001/77, all'incenerimento delle parti non biodegradabili dei rifiuti. Queste le affermazioni testuali del Commissario all'energia: «La Commissione conferma che, ai sensi della definizione dell'articolo 2, lettera b) della direttiva 2001/77/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 settembre 2001, sulla promozione dell'energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell'elettricità, la frazione non biodegradabile dei rifiuti non può essere considerata fonte di energia rinnovabile». Il fatto che una legge nazionale (Legge 39 del 1.3.2002, art. 43) proponga di includere, nell'atto di recepimento italiano della Direttiva 2001/77 (recepita in Italia col D.Lgs. 29 dicembre 2003, n. 387), i «rifiuti tra le fonti energetiche ammesse a beneficiare del regime riservato alle fonti rinnovabili, ivi compresi i rifiuti non biodegradabili», non rende meno grave la palese violazione di quanto dettato dalla direttiva europea. Una contraddizione è presente nella direttiva comunitaria 2001/77/Ce, che autorizza in deroga l'Italia a considerare l'energia prodotta dalla quota non rinnovabile dei rifiuti nel complesso dell'elettricità prodotta da fonti rinnovabili ai fini del raggiungimento dell'obiettivo del 25% del totale nel 2010: proprio questa deroga è nel 2006 stata attaccata in sede di Parlamento europeo coll'emendamento (articolo 15 bis) alla legge Comunitaria 2006.
Lady delle Gocciole Extra Dark
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Da parte di molti ambientalisti vedo un continuo rifiuto verso quasi qualsiasi forma di tecnologia per via degli "effetti collaterali". Ora, effetti collaterali ci sono ovunque, anche dove non li vediamo. Non do la dimostrazione matematica, prendetelo per buono. Non è un po' inutile accanirsi contro qualcosa "perché ha questo effetto" prima di aver valutato se tale effetto è migliore o peggiore delle attuali condizioni?
A me questo pare l'estensione di un problema che c'è un po' in ogni campo e in politica trova il suo esempio migliore. Ci si oppone a qualcosa anche solo per il gusto di opporsi, e si arriva a dire: "sono contrario perché è buono ma non abbastanza". Ma se si migliorano le condizioni attuali cominciamo a fare quel poco, no?
Da parte di molti ambientalisti vedo un continuo rifiuto verso quasi qualsiasi forma di tecnologia per via degli "effetti collaterali". Ora, effetti collaterali ci sono ovunque, anche dove non li vediamo. Non do la dimostrazione matematica, prendetelo per buono. Non è un po' inutile accanirsi contro qualcosa "perché ha questo effetto" prima di aver valutato se tale effetto è migliore o peggiore delle attuali condizioni?
A me questo pare l'estensione di un problema che c'è un po' in ogni campo e in politica trova il suo esempio migliore. Ci si oppone a qualcosa anche solo per il gusto di opporsi, e si arriva a dire: "sono contrario perché è buono ma non abbastanza". Ma se si migliorano le condizioni attuali cominciamo a fare quel poco, no?
Discorso da quotare in pieno. Troppo spesso ci si oppone a qualcosa vedendone solo gli aspetti negativi e non i positivi, o non rendendosi conto che si tratta di scegliere il male minore.
> Il nucleare produce energia pulita, ma 1) ha grandi costi di costruzione di tutti i tipi 2) problema delle scorie 3) acqua da raffreddamento che viene immessa nell'ambiente a temperature molto alte.
> L'eolico non è installabile ovunque, e paesaggisticamente non è amato (perché poi? a me non spiacerebbero un paio di mulini a vento... certo che se occupano uno spazio di dieci chilometri quadrati però...)
> Il solare costa troppo e non rende a sufficienza
> Un'altra fonte di cui non mi sembra si sia parlato in questo topic è l'idroelettrico. Energia pulitissima, ma... il fiume sotto casa mia d'estate è secco per lunghi tratti... Una diga o uno sbarramento è un'opera ingombrante e che non può essere piazzata ovunque.
La soluzione? applicare un po' questo un po' quello, e avere un minimo di sopportazione tutti quanti. Posso accettare qualche altra diga sulle Alpi, ma in compenso che si facciano impiani eolici in Sardegna e impianti solari in Basilicata (dove non c'è nessuno a cui dar fastidio XD)... Una fonte perfetta non esiste, cerchiamo allroa di minimizzare e distribuire i disagi.
E risparmiare energia ogni volta sia possibile.