non prendevo in considerazione il fatto che il trasporto potesse presentare perdite in modo differente, lo consideravo equivalente ma non ci avevo riflettuto. (D'altra parte però potrebbe darsi al contrario che l'idrogeno sia più facile da trasportare
Vero, proprio per questo sono stato su un generico "Se uno dei due" ^_^
Quella sul 19% invece del 20% era una frecciatina :wub: un ingeniere come te che sbaglia una percentuale?
Non avevo colto ^_^ Comunque non era sbagliata, "quasi il 20%" era approssimata. Da buon ingegnere... ^_^
@ Loras: si lo so anche che è una citazione, anche se non ricordavo di chi ^_^ ma diciamo che in questo contesto ha un tono solo semiserio... vista anche la faccina sghignazzante subito dopo :p
@ Mornon: ...da buon ingegnere trovi sempre il modo di salvarti in corner ^_^
@ me stesso: dieci martellate su ogni dito delle mani per aver scritto ingeniere!!!
Tanto per uscire dal tecnico e riportare il discorso sul filosofico:
E se un giorno l'umanità scomparisse?La Terra la dimenticherebbe in fretta
ROMA - Abbiamo la capacità di viaggiare nello spazio, siamo riusciti a colonizzare buona parte delle terre emerse, possiamo fare cose che nessun'altra specie vivente, almeno sul nostro pianeta, ha mai nemmeno immaginato. Eppure, per quanto possa essere difficile accettarlo, tutti le nostre opere sono effimere e potrebbero essere distrutte con disarmante facilità. Perché la Natura è più forte dell'uomo e, in un tempo relativamente breve, potrebbe cancellare ogni sua traccia. E non finisce qui: senza la nostra presenza, il mondo starebbe molto meglio. Sono le amare conclusioni di uno studio pubblicato dalla rivista New Scientist, che si è posta una semplice domanda: cosa accadrebbe se all'improvviso l'umanità scomparisse?
Senza voler pensare a catastrofi o pandemie, immaginiamo dunque che gli oltre 6,5 miliardi di persone che popolano la Terra se ne vadano, magari diretti in un'altra galassia. Cosa accadrebbe al nostro pianeta? Lasciata da sola, dicono gli autori della ricerca, la Natura reclamerebbe immediatamente gli spazi che le erano stati sottratti dall'uomo. E mentre i campi ritornerebbero boschi e praterie, l'inquinamento calerebbe e la biodiversità tornerebbe a crescere. "La triste verità - dice il biologo americano John Orrock - è che subito dopo la scomparsa degli uomini, l'ambiente inizierebbe a stare molto meglio".
La distruzione della civiltà umana. Già nelle prime 24 ore senza esseri umani, il volto della Terra cambierebbe profondamente, soprattutto di notte. Senza manutenzione e rifornimenti nelle centrali elettriche, inizierebbero a verificarsi dei black out. Gli impianti di illuminazione rimarrebbero spenti e tutti i macchinari si fermerebbero. Il cambiamento sarebbe visibile anche dallo spazio, con la scomparsa delle luci delle città.
Nel giro qualche anno, avrebbe inizio la distruzione degli edifici e delle infrastrutture. Senza interventi e riparazioni, ogni temporale, alluvione o notte di gelo ne minerebbero la stabilità. Le prime a cedere sarebbero le costruzioni di legno, seguite dai tetti di quelle in muratura. Gradualmente il processo si estenderebbe e, in pochi millenni, delle nostre città non rimarrebbe che polvere.
Un buon esempio è fornito dalla città ucraina di Pripyat, nei pressi di Chernobyl. Abbandonata venti anni fa dopo l'incidente nella vicina centrale nucleare, si sta rapidamente riducendo a un ammasso di rovine. A fare più danni sono le piante, che insinuano le loro radici nei muri e indeboliscono le strutture.
Il ritmo della distruzione varierebbe ovviamente in base alle caratteristiche dell'ambiente. Nelle aree più calde e umide, dove i processi dell'ecosistema sono più veloci, le tracce della civiltà scomparirebbero prima rispetto a quelle più fresche e aride.
Le conseguenze sugli animali e le piante. Le razze di animali e piante domestici sparirebbero in fretta. I loro discendenti evolverebbero probabilmente verso forme meno specializzate, tornando in parte allo stato precedente alla selezione effettuata dall'uomo.
Molte specie in via di estinzione, in difficoltà per la riduzione del loro habitat naturale, si gioverebbero della nostra assenza e tornerebbero a crescere. Alcune altre, che sono ormai al di sotto della soglia di sopravvivenza e non sono scomparse solamente grazie all'impegno di alcuni esseri umani, sarebbero invece condannate definitivamente a morte.
Nel complesso, comunque, la Terra sarebbe un posto più sicuro per le specie in pericolo. "Le specie che avrebbero dei benefici sarebbero significativamente di più di quelle che soffrirebbero, almeno a livello globale", dice il biologo David Wilcock, dell'università di Princeton.
L'inquinamento. Senza gli inquinanti prodotti dalle attività umane, lo stato di salute del pianeta migliorerebbe gradualmente. Alcune sostanze, come gli ossidi di nitrogeno e di zolfo e l'ozono, tornerebbero a livelli normali nel giro di poche settimane. Altri avrebbero bisogno di più tempo: il biossido di carbonio, ad esempio, potrebbe continuare a influenzare il clima per più di 1000 anni.
Il processo di riscaldamento globale, che è causato da moltissimi fattori legati tra loro, potrebbe continuare a lungo ed è difficile stimare quando la temperatura globale potrebbe tornare a scendere. Secondo alcuni, gli effetti dell'attività umana potrebbero farsi sentire ancora per qualche migliaio di anni.
Visioni di un futuro lontano. In ogni caso, tra qualche decina di migliaia di anni, della nostra presenza sulla Terra rimarrebbe ben poco. Secondo New Scientist, un alieno giunto sul pianeta 100mila anni dopo la scomparsa dell'uomo non troverebbe tracce evidenti dell'esistenza di una civiltà avanzata.
Qualcosa, in realtà, rimarrebbe ancora. Ad esempio, i fossili testimonierebbero di un'estinzione di massa avvenuta proprio in questo periodo. Nel sottosuolo si potrebbero poi trovare delle altre concentrazioni di resti di scimmie bipedi, con denti d'oro e gioielli lasciati nelle loro tombe. Inoltre, rimarrebbero dei frammenti di vetro e plastica. Infine, nelle profondità del cosmo, continuerebbe a vagare un impulso radio lungo un centinaio di anni che testimonierebbe la nostra esistenza a chi avesse la capacità e la voglia di ascoltarlo.
Rispetto ai sogni di gloria e immortalità che da sempre attraversano la storia dell'umanità, sarebbe comunque ben poco. "La verità - conclude l'articolo - è che la Terra si dimenticherebbe di noi molto rapidamente".
Fonte: Repubblica.
Personalmente non sono d'accordo sul concetto di meglio o peggio, per il resto mi sento di sottoscrivere questo articolo dedicato all'inconsistenza di ogni nostra pretesa di grandezza.
leggo con piacere che l'italia si è finalmente accorta di aver firmato il portocollo di kyoto.
meglio tardi che mai
Vediamo se poi se ne accorgerà anche nei fatti... al momento, rispetto al 12% di riduzione delle emissioni, che era l'obiettivo (non ricordo se all'anno scorso o a quest'anno, ma comunque nei dintorni), c'è stato un aumento del 37%, a quanto mi è stato detto...
Le riduzioni previste dal protocollo di Kyoto devono avvenire nell'arco di tempo che va dal 2008 al 2012.
L'Italia usa una scappatoia prevista dal protocollo. Al protocollo non interessa la riduzione di emissioni per signolo stato ma la riduzione a livello mondiale. L'Italia può raggiungere il suo calo dell'8% investendo in tecnologie pulite (e cose simili) in paesi del terzo mondo (dove gli viene a costare molto meno). Nonostante questo è previsto che non riusciremo a ridurre le emissioni.
Tra l'altro, se ricordo bene dal mio esame di diritto ambientale, chi firma il contratto e poi non lo rispetta, non incappa in nessuna sanzione. Ci si fida sulla parola. >_>
Lady delle Gocciole Extra Dark
We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
Il problema è che il primo traguardo, da cui si inizieranno a pagare multe (a quanto ne so sono previste sanzioni), dovrebbe essere appunto il 2007, entro cui si sarebbe dovuta ottenere una prima riduzione; e le sanzioni non sono cosa da poco, a memoria quaranta Euro a tonnellata (settanta dal 2012, sempre a memoria).
Io ho provato a guardare un pò in giro che si dice in caso di mancato adempimento ma non si parla mai di sanzioni pecuniarie: Se un paese incluso nell'Annesso I non rispetta i vincoli di emissione gli vengono sottratte nell'assegnazione del periodo di riferimento successivo (es. 2013 - 2017) quote di emissione pari a 1.3 volte le emissioni in eccesso del periodo di riferimento considerato (2008-2012). Inoltre, tali paesi non possono vendere quote di emissioni nell'ambito dell'IET finchè non sono nuovamente in regola.
I 40 euri vengono citati in quest'occasione: Il prezzo del credito di emissione (permesso di emissione di una tonnellata di CO2 equivalente) non è fisso e dipende dal mercato secondo la domanda e l'offerta. Esperienze pilota indicano che il potenziale range di oscillazione del prezzo è fra 3-10 €/TonCO2eq. Altri studi e simulazioni numeriche effettuate indicano un prezzo variabile fra i 7 e i 40 €/Ton CO2 eq a secondo degli scenari ipotizzati. Uno stato che emette poco ha la possibilità di vendere le sue quote di emissione e chi ne produce troppo può acquistare questi ulteriori permessi.
Cmq direi che queste sono piccolezze. Il problema di fondo rimane: non riusciremo a farcela.
Lady delle Gocciole Extra Dark
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Quindi la debolezza sta a livello del Protocollo, mi pare di capire...
Come mai dici che l'Italia non riuscirà a farcela?
Chiederò all'esercitatore che mi ha parlato delle multe; di per sé, la parte sulla diminuzione di 1,3 volte l'eccesso mi lascia perplesso: teoricamente può annullare, anche rendere negativa, la quota d'emissione di una nazione, al che questa non potrà mai riprendersi. E sarebbe assurdo pretendere che non emetta, significherebbe il blocco totale.
Perché non riusciremo a farcela? Invece di dimunire le emissioni del dovuto le abbiamo aumentate di oltre il triplo della diminuzione prevista, inoltre gli incentivi sulle fonti rinnovabili o sono minimi e gestiti male (fotovoltaico), o vanno alle fonti rinnovabili solo in minima parte. Riscaldamento domestico, non ne parliamo; sensibilizzazione per gli sprechi, e chi l'ha mai vista.
Se non diminuiamo dove possiamo, se non cerchiamo di avere fonti alternative per usare meno combustibili fossili, se non investiamo sul rinnovabile ciò che sul rinnovabile dovrebbe essere investito... se non siamo nemmeno in grado di aiutare lo sviluppo di progetti innovativi nati e sviluppati in casa nostra, come si fa a rientrare in quei parametri?
signori, non so se sia la sede opportuna, ma intanto siamo in argomento
per i comaschi, varesotti e compagnia venerdì partirà dalle parti di como un corso per l'autocostruzione di pannelli solari termici.
Perché non riusciremo a farcela? Invece di dimunire le emissioni del dovuto le abbiamo aumentate di oltre il triplo della diminuzione prevista, inoltre gli incentivi sulle fonti rinnovabili o sono minimi e gestiti male (fotovoltaico), o vanno alle fonti rinnovabili solo in minima parte. Riscaldamento domestico, non ne parliamo; sensibilizzazione per gli sprechi, e chi l'ha mai vista.
Se non diminuiamo dove possiamo, se non cerchiamo di avere fonti alternative per usare meno combustibili fossili, se non investiamo sul rinnovabile ciò che sul rinnovabile dovrebbe essere investito... se non siamo nemmeno in grado di aiutare lo sviluppo di progetti innovativi nati e sviluppati in casa nostra, come si fa a rientrare in quei parametri?
Hai ragione assolutissimamente ragione.
signori, non so se sia la sede opportuna, ma intanto siamo in argomento
per i comaschi, varesotti e compagnia venerdì partirà dalle parti di como un corso per l'autocostruzione di pannelli solari termici.
Non mi sembra una cattiva idea. Tra le altre cose ci sono incentivi a livello europeo per chi mette i pannelli solari. Non saranno molti soldi ma è cmq un inizio. Qui da me forse un pò meno utili dato che la nebbia aleggia perenne tutto l'inverno >_>
Lady delle Gocciole Extra Dark
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venerdì partirà dalle parti di como un corso per l'autocostruzione di pannelli solari termici
Se lo seguirai, facci sapere come andrà ed eventuali dati che vi forniranno (rendimenti, ecc.) :huh:
Tra le altre cose ci sono incentivi a livello europeo per chi mette i pannelli solari. Non saranno molti soldi ma è cmq un inizio
Sempre meglio di nulla, sarebbe interessante vedere se siano effettivamente incidenti sull'alto costo dei pannelli; anche perché l'attuale normativa italiana non è che faccia molto...
Il protocollo di Kyoto è notoriamente uno specchio per le allodole. È il classico tentativo di vuotare l'oceano con un cucchiaino.
Oltre al fatto che anche a me risulta che non sia per nulla vincolante, anche se tutti gli stati che l'hanno sottoscritto rispettassero gli impegni presi in partenza, il miglioramento a livello globale sarebbe puramente simbolico. Non ho dati esatti né voglia di cercarli, ma ho fatto una mini ricerca sei mesi fa e... ci sono rimasto male dal rendermi conto di quanto siano lievi e inconsistenti questi impegni.
...e la cosa triste è che nemmeno vengono rispettati. Meno di così non si può proprio fare, ma a quanto pare nemmeno riusciamo a far questo.
:huh: :trooper:
Riporto quindi il topic sul suo percorso "filosofico" originario... Cosa sta alla base del fatto che:
a - il Protocollo di Kyoto è solo un pro-forma?
b - nonostante il punto a, nessuna legislazione (non solo italiana, mi pare) riesce a fare in modo di raggiungerne gli obiettivi?
E lancio qui la domanda: cosa si può realmente fare "dal basso"? E quali possono esserne gli effetti, considerando la generale indifferenza (se non opposizione) che c'è "in alto"?
A voi l'ardua sentenza! :huh: