secondo me è giusto che solo chi vuole si arruoli.... è sicuramente meglio avere un volontario che uno che è stato obbligato ad entrare nell'esercito
Ho votato contro. Ci son già molti modi legali-contrattuali per sfruttare i giovani che vogliono entrare nel mondo del lavoro, spesso facendo diminuire l'entusiasmo che in molti si riscontra. Questo lo trovo un modo in più per sfruttare le persone. non tutti possono permettersi di lavorare venendo pagati 3.50€ al giorno, facendo un lavoro che non li gratificano, per cui non si sentono adatti, togliendo la possibilità di tirocinio a chi veramente interessa lavorare nel sociale...la trovo una cosa assurda. Che pensino a sistemare i contratti piuttosto... :unsure:
l'obbligatorietà non la considero per niente una cosa buona, mentre l'utilità del servizio sociale credo sia altissima.
Non solo per la comunità ma anche per l'individuo che la svolge: magari a 19 anni, disoccupato perchè mancante di referenze, a carico dei genitori, può fare un esperienza [anche se la paga è da fame] da mettere nel curriculum e nel contempo avere qualche soldino per andare la sera in pizzeria, senza andare a chiederli ai genitori :unsure:
Penso che sia un ottimo modo per formare il carattere. L'ho odiato durante tutti quei fo**uti 10 mesi, ma di certo mi ha cambiato... credo di essere maturato, un po', anche grazie a quello.
Ora, se potessi tornare indietro, farei il servizio militare, però. Ma è una considerazione personale.
10 mesi al servizio dello Stato, non penso facciano male. Il discorso "dopo 10 anni di studio voglio lavorare subito", bé, mi sembra abbastanza egoistico... e improbabile. Bene o male è un'esperienza in più da inserire nel curriculum.
Inoltre, il servizio civile o militare andrebbe svolto a 18 anni... rimandarlo a tipo 24 per gli studi m'è sempre parsa un po' 'na cagata.
Certo che andrebbe pagato meglio... ma non troppo: essere costretti a tirare la cinghia, secondo me, aiuta a formare il senso del valore del denaro... e insegna a non appoggiarsi troppo sugli allori.
ma poi il servizio civile è una cosa che deve venire da dentro, non si può obbligare una persona a farlo se no perde il suo scopo.
Se ragioniamo così, nessuno farebbe più nulla... la pigrizia ci fagociterebbe tutti.
Ma poi scusate, lo "scopo" qual è, esattamente?
Lo "scopo" non è chissà quale meta filosofica elevata, neh... è far camminare un vecchio, pulire un ce**o intasato di vomito, portare handicappati a fare esami all'ospedale e cose simili.
Questi "scopi" li raggiungi benissimo, che tu sia obbligato o volontario.
In certi casi conta più il fine del mezzo.
Sono profondamente contrario.
Innanzitutto trovo che sia una barzelletta bella e buona che Prodi possa sapere cosa sia meglio o peggio per me, cosa sia necessario per costruire la mia "coscienza" come cittadino. Non credo che 6 mesi di servizio civile possano fare molto quando nella nostra società non si respira neanche un'ombra di qualsivoglia senso civico. Il problema è, da questo punto di vista, molto più complicato, radicato e difficile da risolvere. Palliativi del genere lustrano una medaglietta appuntata su una divisa lacera.
In secondo luogo passare 6 mesi, o peggio un anno, a girarsi le dita dei pollici è inutile, per non dire deleterio. Perchè, checchè se ne dica, non c'è nulla di professionalizzante nel far attraversare la strada ad un anziano, nulla di propedeutico al lavoro. Certo, c'è gente che non è in grado di gestire neanche problemi del genere, ma visto che ci sono giovani sfaticati ed incapaci vogliamo togliere un anno a tutti, in particolare a chi è in possesso di tutt'altre capacità, solo perchè qualcuno non riesce a tenergli dietro? Bella storia, abbiamo una ferrari, pista libera, ed andiamo in seconda. Insomma, abbiamo un'intera classe dirigente che si lamenta per i tempi extralunghi delle nostre lauree e poi mi vengono a dire che dovremmo prenderci un'altro anno prima di metterci a lavorare? Certo, e poi magari altri 6 mesi per metterti il parquet a casa, vero Romano? :figo:
Noto un leggero filo d'incoerenza.
L'ultima cosa è in realtà la prima che mi è venuta in mente sentendo questa proposta qualche tempo fa: è tanto illiberale da farmi venire da vomitare. L'obbligo di leva era già di per sè un'aberrazione, a mio modo di vedere, ma dopotutto altro non si trattava se non di un retaggio illiberale di una società che di libertà non aveva mai parlato. Ma abolire l'obbligo e poi reintrodurlo sarebbe un salto mortale logico che ci fa farebbe fare un gran bel tuffo, intellettuale, tra i cretini.
Ovviamente IMHO.
Mi incuriosisce sapere cosa ne pensa la sinistra antagonista di questa storia. :unsure:
Ciauz :figo:
mah sinceramente non mi sembra che sei mesi possano incidere più di tanto nella vita lavorativa di una persona, nè in bene nè in male, se però possono incidere positivamente nella vita di qualcuno che ha bisogno allora trovo che sia molto più giusto un servizio civile obbligatorio rispetto a un servizio militare.
Tra l'altro prima di giudicare se si tratta o no di un'attività utile bisognerebbe vedere quali sono le proposte nello specifico
ma poi il servizio civile è una cosa che deve venire da dentro, non si può obbligare una persona a farlo se no perde il suo scopo.Se ragioniamo così, nessuno farebbe più nulla... la pigrizia ci fagociterebbe tutti.
Ma poi scusate, lo "scopo" qual è, esattamente?
Lo "scopo" non è chissà quale meta filosofica elevata, neh... è far camminare un vecchio, pulire un ce**o intasato di vomito, portare handicappati a fare esami all'ospedale e cose simili.
Questi "scopi" li raggiungi benissimo, che tu sia obbligato o volontario.
In certi casi conta più il fine del mezzo.
posso essere d'accordo sul fatto che tutte queste sono cose importanti nel loro piccolo, ma non è giusto obbligare una persona a farlo... dov'è
la libertà in tutto ciò???? se si vogliono aiutare le persone esiste il
volontariato, che già dal nome rende l'idea di quanto sia una cosa
voluta dal singolo e spontanea, non decisa dall'esterno.....
non è che se c'è bisogno di queste persone le obblighiamo
ho coniato una definizione: volontariato obbligatorio.
Spero che non succeda una cosa del genere.
Ecco, però riguardo al volontariato c'è da dire una cosa, ovvero che in certi casi se fosse reso obbligatorio sarebbe molto meglio.
Un esempio può essere la donazione del sangue: sapete quante difficoltà ci sono a reperire sangue a sufficienza in Italia? L'Emilia Romagna è una delle poche regioni autosufficienti, e quel poco che "esportiamo" è ridicolmente inferiore al fabbisogno.
Perchè mantenere la donazione volontaria e non renderla obbligatoria, nel caso non sussistano chiaramente problemi di salute o religiosi?
Uguale discorso lo farei per la donazione degli organi.
(Ho citato questi due casi perchè sono quelli dove la partecipazione attiva del donante è ridotta al minimo, e quindi con le minime ingerenze nella vita quotidiana. )
Qui sì che apprezzerei un'azione decisa del nuovo governo.
Scusami Lord ma i cittadini di uno stato non sono sua propietà. Hanno il diritto di decidere per se stessi come meglio credono. Cancellare i diritti individuali per il bene comune è un'ottica piuttosto perversa, alla base di tutti i sistemi totalitari della prima metà del XX secolo.
Non mi pare una buona cosa riprendere gli errori del passato
Ciauz :figo:
Io non vedo niente di perverso nel perseguire il bene comune attraverso un sacrificio individuale pressochè nullo.
Allora fanno molto più danno le imposte, per esempio.
:figo:
non vedo niente di perverso nel perseguire il bene comune attraverso un sacrificio individuale pressochè nullo
Le tue ipotesi imporrebbero al cittadino come disporre, anche se solo in alcune situazioni, di sé stesso; il cittadino è proprietà dello stato, che può deciderne come disporne? La perversione detta da Damien non penso sia "nel perseguire il bene comune attraverso un sacrificio individuale pressochè nullo", ma in uno stato che arriva a imporre ai suoi cittadini come "usare" sé stessi.
Allora fanno molto più danno le imposte, per esempio
"Piú danno" non direi, senza imposte non ci sarebbe nulla di quanto fatto dallo stato... non pagare le imposte, ma non avere un sistema ospedaliero, diminuirebbe i danni?
non vedo niente di perverso nel perseguire il bene comune attraverso un sacrificio individuale pressochè nullo
Le tue ipotesi imporrebbero al cittadino come disporre, anche se solo in alcune situazioni, di sé stesso; il cittadino è proprietà dello stato, che può deciderne come disporne? La perversione detta da Damien non penso sia "nel perseguire il bene comune attraverso un sacrificio individuale pressochè nullo", ma in uno stato che arriva a imporre ai suoi cittadini come "usare" sé stessi.
Certamente il cittadino non è di proprietà dello Stato, ma nel momento in cui si instaura una società civile, penso si debba pensare non solo alla propria limitata cerchia di interessi.
Se, per migliorare il benessere in generale (ed anche il proprio), è necessario sostenere un sacrificio estremamente limitato, non vedo perchè non farlo. In quest'ottica riterrei auspicabile l'intervento pubblico qualora questa situazione non riuscisse a verificarsi.
Sarebbe, penso, una correzione di un egoismo illogico, dannoso ed immotivato.
Allora fanno molto più danno le imposte, per esempio
"Piú danno" non direi, senza imposte non ci sarebbe nulla di quanto fatto dallo stato... non pagare le imposte, ma non avere un sistema ospedaliero, diminuirebbe i danni?
Teoricamente, ma anche in pratica, il prelievo fiscale genera una perdita secca superiore ai benefici che lo Stato ne trae.
In sostanza, un'imposta riduce produzione, consumi e mercato, soffocando l'iniziativa ed in definitiva facendo più male che bene.
Chiaramente questo non per criticare le imposte, che anzi sono fondamentali, ma per sottolineare come questo contributo alla società sia in realtà molto più penalizzante di un prelievo di sangue.
Certamente il cittadino non è di proprietà dello Stato, ma nel momento in cui si instaura una società civile, penso si debba pensare non solo alla propria limitata cerchia di interessi.Se, per migliorare il benessere in generale (ed anche il proprio), è necessario sostenere un sacrificio estremamente limitato, non vedo perchè non farlo. In quest'ottica riterrei auspicabile l'intervento pubblico qualora questa situazione non riuscisse a verificarsi
In pratica, almeno in quella situazione il cittadino diventerebbe proprietà dello stato, visto che sarebbe lo stato a decidere come disporre del corpo stesso del cittadino. Tu non vedi perché non farlo, altri magari sí; e mentre l'intervento pubblico in generale è una cosa, l'intervento diretto sul corpo del cittadino mi pare ben diverso.
Tra parentesi: è raro, ma c'è la possibilità che nella donazione vengano contratte malattie; se io dico "Non voglio perché ho paura di quello" non è immotivato; ci dev'essere il diritto dello stato di ignorare questo?
Chiaramente questo non per criticare le imposte, che anzi sono fondamentali, ma per sottolineare come questo contributo alla società sia in realtà molto più penalizzante di un prelievo di sangue
A parte che comunque non è un intervento sul corpo, non ti impone di privarti di qualcosa del tuo corpo (il sangue si ricrea, ma di fatto ti imporrebbe di privarti di qualcosa del tuo corpo), considerando che senza imposte non ci sarebbero treni, autobus, ospedali, ecc. (o ci sarebbero, ma privati e con costi magari piú alti; considerate che anche la rete elettrica è statale, a ora in parte), in pratica non ci sarebbe lo stato (o, se ci sarebbe, uno stato che non so quanto potrebbe fare), non so quanto siano piú penlizzanti. Tra avere tutte quelle cose e non pagare le imposte, resto dubbio che il piú penalizzante sia il primo.
Per contro, si potrebbe dire che proporzionalmente è potenzialmente piú penalizzante il prelievo di sangue: se dono e non ne ho mai bisogno, do solo; se dono cento e mi serve uno, siamo in rapporto uno a cento. Con questo non sono contrario alla donazione di sangue, anzi, semplicemente non è che questo paragone mi convinca poi molto.