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L di Lord Lupo
creato il 25 luglio 2005

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Dany Snow R.
Confratello
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677 messaggi
Dany Snow R.
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Inviato il 06 agosto 2005 12:31
è anche innegabile che la sua visione sul mondo sia fortemente conservatrice.

Ne sei davvero sicuro/a?

 

Guardiamo un attimo. (Contiente SPOILER)

C'è un solo momento in cui la fedeltà al passato, o a ciò che è stato, prende nei "buoni" il sopravvento su ciò che sentono giusto, o ciò che la loro etica e morale gli "ordina"?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Penso a Boromir, che tratta Aragorn come l'ultimo dei pirla anche se è tecnicamente il suo re. Alla guardia reale di denethor, che disubbedendo agli ordini del sovrintendente uccide un uomo pur di prendergli la chiave della cripta in cui si sta per bruciare faramir; penso a Sam, che mal tollera Gollum, e lo tratta male appena può, nonostante frodo gli dica di non farlo; e ancora, non posso non pensare a eowyn che disubbidisce al volere del suo signore e zio-quasi padre; o, nel quadro generale, al Passato glorioso della Terra di Mezzo, fatto di Nani ed Elfi, depositari della Saggezza e della Sapienza, e in armonia con la natura (in forma più limitata, anche gli Hobbit sono così). Eppure, il libro finisce con la loro era che muore: avanti al nuovo che avanza, agli uomini, alle macchine. Persino distruggere il "male assoluto", nella fattispecie Sauron e gli Orchetti, contribuisce a instaurare un nuovo regno, un nuovo modo di vivere, e di governare, dato quanto Aragorn sia un sovrano illuminato.

 

Certo, si apprezzano i valori del passato. Questo è vero. Ma se ci fate caso, sono valori ancora attuali oggi.

Il fatto che un Re abbia la responsabilità del suo popolo, al punto di combattere in prima linea al suo fianco, ha tanto valore morale quanto il direttore di un'azienda che scende in piazza coi lavoratori per scioperare contro una riduzione del personale decisa dal presidente del Gruppo.

Un ricco signore che percorre a piedi chilometri e chilometri con un macigno sulle spalle viene stimato per questo quanto, penso, del titolare di una media azienda di cotruzioni edili, che arriva in cantiere assieme ai subalterni, e lavora manualmente e fisicamente assieme a loro, quando potrebbe limitarsi a prendere telefonate e girare tra le banche.

Un uomo cresciuto tutta la vita nel più rigoroso ed esclusivo degli anmbienti, circondato da un modo di pensare e di fare estremamente conservatore e pragmatico, che sbaglia e commette crimini, e nonostante ciò sente prima l'impulso di fare ciò che sa essere giusto, anche se non l'ammette, e che infine si riscatta morendo per proteggere coloro che ha messo in pericolo, non è forse da rispettare quanto un figlio di papà che dopo aver investito una persona decide di lasciare la casa paterna per fare volontariato, o anche solo per proseguire gli studi mentre lavora per pagarseli?

 

Personalmente, sono un sostenitore della Fantasy in primis per il divertimento, ma subito dopo perché penso che i contrasti tra bianco/nero e luce/buio possa esemplificare e far riflettere anche sulle cose reali, materiali, su quelle persone - a volte squallide, a volte affascinanti, molto spesso comuni - che incontriamo ogni giorno, e può aiutarci a rispondere ai nostri dilemmi quotidiani.

 

E' giusto riferire a quell'amica che il suo ragazzo mi ha confidato in segreto di tradirla?

E' giusto rimanere in silenzio mentre un collega di lavoro viene ripreso e minacciato di licenziamento per un errore non suo ma mio?

E' giusto non fare nulla mentre un ragazzo zingaro picchia in pubblico la sorella, e lei cerca di allontanarsi da lui, ma quello la insegue? Ed è giusto sentirsi sollevati quando spariscono dalla mia visuale,o quando arriva l'autobus che devo assolutamente prendere per non fare tardi al lavoro?

E' giusto provare paura per me stesso, di sera, quando il cane abbaia senza ragione e temi che un malintenzionato sia entrato in casa?

 

La letteratura fantasy, bene o male, ci parla di fedeltà. E di nno tradire, mai, la fiducia. Ma anche di cercare di aiutare quando si vede un errore, di guarire il male.

Ci parla di onore, di fare cià che è giusto anche se questo ci costa tutto ciò che abbiamo, anche la vita.

Ci dice che è normale avere paura, e indignarsi quando vediamo soffrire qualcuno. Ci dice anche che davanti al dolore altrui, spesso le persone scappano. Ma ci dice anche, che se si ha il coraggio, o anche solo la pietà, necessaria per fare il primo passo avanti, e rivolgersi contro il male, gli altri seguiranno. Che l'unione fa la _vera_ forza.

Samvise mi ha insegnato che avere paura è normale. Che tremare è normale. Che piangere per chi si ama è normale. E che il vero coraggio non è nel non avere paura: ma nel riuscire, comunque, nonostante il tremore, nonostante il sudore freddo, nonostante la paura, a dire a chi ami: stai indietro, controllo io. E nell'aprire tutte le porte di casa, accendendo la luce, con i nervi quasi isterici, con le orecchie puntate e acutizzate al massimo. Scrutando nel buio della stanza, senza trovare l'interruttore della luce. Spalancando le porte degli armadi e guardando sotto il letto. Per trovare poi la lucertola che faceva abbaiare il cane.

 

E a quel punto, chiamare tua moglie perché a te fa schifo mandarla via, forse è il minore dei mali ^^


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