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Saga dei Regni delle Spine e delle Ossa
R di Roose Bolton
creato il 27 ottobre 2004

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Roose Bolton
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Inviato il 08 novembre 2004 14:07 Autore

Grazie, visto che me lo consigli così caldamente mi sa che lo proverò davvero uno di questi giorni.

Comunque ho finalmente fatto la.....

 

 

RECENSIONE

(e spero di avere evitato gli spoilers...gh)

 

 

"Il re degli alberi" di Greg Keyes si apre con un antefatto situato nel passato ancestrale del mondo ove è ambientata la vicenda.

Allora la regina Virgenya Dare guidò i propri eroi alla vittoria contro i temibili skasloi, conoscitori di arti stregonesche, svincolando gli uomini dalla schiavitù e dando inizio alla loro civiltà.

Ma non senza pagare un prezzo: il re degli skasloi, imprigionato, la avvertì. Non si può evocare il potere del sedos senza subirne le conseguenze e Virgenya Dare non ha fatto altro che corteggiare la rovina alla quale ha condannato tutta la propria discendenza.

 

Passiamo quindi al presente.

La terra è ormai divisa in tutta una serie di domini umani, fra i quali spicca il regno di Crotheny, il più rilevante in quanto dominato direttamente dai successori di Virgenya, e attualmente da William II.

Esso conta tutta una serie di stati alleati e soggetti, ma anche temibili nemici quali Hansa e altre nazioni.

Su tali stati ha notevole influenza la Chiesa, che stabilisce in modo ferreo la propria dottrina, caratterizzata da una particolare venerazione nel culto dei Santi: spiriti primigeni, eroi della ribellione o altri individui toccati da particolari virtù.

Proprio nel regno di Crotheny, Anne Dare, la principessa, giocando insieme alla propria dama di compagnia nella città dei morti, rinviene sottoterra la tomba perduta di Virgenya, dando inizio ad una serie di avvenimenti che la porteranno a scoprire un lato ignoto della propria personalità.

A questi mutamenti concorreranno anche l'infatuazione per un cavaliere dalla cattiva fama, Roderick, un figuro malvisto a corte per l'appartenere ad una famiglia ostile, la frequentazione del coven (una scuola femminile del tutto particolare) e l'incontro con Catio, un nobile spadaccino decaduto ma che mantiene intatto il proprio valore.

Ma anche il resto della corte di Crotheny viene descritto con maestria da Keyes, a partire da Fastia, principessa apparentemente rigida e antipatica vista attraverso gli occhi di Anne, la sorella, ma in realtà infelice e insoddisfatta della propria vita.

Appunto in tale luce la donna ci appare attraverso lo sguardo di Sir Neil MqVren, novello cavaliere che si trova ben presto invischiato nelle trame di corte, a lottare contro nemici imponderabili e misteriosi intenti ad attentare alla vita delle regnanti.

Domina la corte re William, debole e indeciso, sovrano di un regno in crisi ove la guerra è imminente per i maneggi e le beghe intestine dei territori di confine.

E' aiutato dal fratello Robert, abile e astuto quanto infido e pericoloso.

Non ultima per importanza è la regina Muriele, saggia ed avveduta, aiutata dalla sua letale dama di compagnia, assistente, consigliera ed amica Lady Erren.

 

Su tutt'altro fronte incontriamo il guardaboschi del re Aspar White.

Misteriosi omicidi avvengono nella foresta in strane zone, ove uomini squartati sono disposti orribilmente per scopi incomprensibili.

Inoltre, numerosi cadaveri hanno una caratteristica del tutto inusuale: il loro solo contatto può produrre decadenza e malattia...e la morte.

I nomadi sefry, poi, stanno fuggendo dalle foreste che erano state loro rifugio da tempo immemorabile.

E si mormora che una strana creatura, il greffyn, sia responsabile di buona parte di questi eventi.

A questo mistero cercherà di porre soluzione il guardaboschi, che è anch'egli partecipe di un destino particolare che si svelerà in parte nel corso della vicenda.

Il suo cammino sarà intersecato da quello di un giovane e colto novizio, sulla via del monastero di D'Ef per assumere l'incarico di traduttore di antichi testi.

Egli è molto versato nelle lingue e nei manoscritti con i quali verrà a contatto si celano verità destinate a cambiare il corso della storia e a mettere in luce molte cose sul Re degli Alberi, l'essere leggendario che periodicamente si sveglia per portare morte e rovina sul mondo.

Stephen Darige, il monaco, scoprirà molte alte cose: un sotto-ordine religioso occulto e sinistro, la natura della via dei templi e diverse notizie sul sedos, che cosa sono i Santi Oscuri e per quale motivo pare che la fine dell'uomo stia arrivando.

 

E voi lettori vedrete molto altro: un prigioniero del tutto particolare nelle segrete del castello, che cosa accade a camminare in senso antiorario in un semplice giardino, che cosa può accadere nel Grembo di Santa Mefitis, un pellegrinaggio singolare, manifestazioni soprannaturali in una festa, i poteri segreti dei sefry e una valle nascosta tra le montagne dove si vedono cose davvero bizzarre...

E poi pathos, action, romance!

Che non sono da trascurare…

 

Lo stile di scrittura di Keyes è molto fluido e scorrevole, attento ad evitare banalità e ricercato anche nel creare termini ed un’onomastica che, personalmente, mi fanno supporre che la terra del Re degli alberi possa essere una Terra del futuro.

Ma su questo potrei sbagliare.

Efficaci le citazioni dai testi antichi poste in epigrafe alle sezioni del romanzo, così come filastrocche, poesie e canti poste all'interno.

Eccellente caratterizzazione dei personaggi, con un uso dei punti di vista meno marcato che in Martin ma apprezzabile.

In particolar modo fanno centro i capitoli dedicati a Sthepen Darige e quelli di Sir Neil che sono forse quelli che più mi hanno tenuto inchiodato alla poltrona.

La costruzione del retroterra storico - mitico è molto originale e curata, così come l'aspetto inerente razze, creature e mostri.

Niente razze usate e strausate fino allo sfinimento.

Personalmente ho un certo fastidio quando per l'ennesima volta in un nuovo libro fantasy sento della ennesima storia con gli ennesimi elfi, i nani, gli umani e magari mezzelfi e elfi oscuri...e basta!

Idem con patate dicasi per draghi rossi, verdi, a pallini o a strisce.

Anche Martin ha commesso l'errore peggiore abbandonandosi all'uso della creatura più logorata della letteratura fantasy: il drago.

Essendo lui un grande scrittore l'ha usato in modo efficace e più astuto, rendendolo una semplice bestia, un animale insomma.

Ma ciò non toglie che Estranei vincano drago 100 a 0.

Keyes invece agisce diversamente: le razze sono esclusivamente umane, niente draghi e l'unica creatura (oltre al Re degli alberi che è su un livello superiore) a entrare in scena è il greffyn (grifone?).

Ma le caratteristiche che gli vengono attribuite non mi risultano dalla tradizione e sono pertanto innovative.

 

In definitiva, una lettura imperdibile: profetizzo che diverrà un vero classico.

Se i volumi successivi saranno all'altezza di questo, infatti, avremo un nuovo capolavoro assoluto della fantasy moderna, all’altezza dei vari Gemmell, Martin, Pratchett (in un ambito diverso of corse) e paragonabile pure agli autori “classici”.

Voto: 8 ½ (per ora).


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Alex Nimerya
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Inviato il 08 novembre 2004 18:40

L'ho notato anch'io in libreria,e sono rimasta colpita,però per ora nn se ne parla:devo sempre finire la prima triologia di dragonlance,e poi....forse!per ora nn posso proprio......ma mi avete incuriosita parecchio..... :figo:


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gothmog
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Inviato il 08 novembre 2004 22:10

si non sembra male

per lo meno non e' la solita storia trita e ritrita del ragazzino che parte dal proprio villaggio in compagnia di nani ed elfi per diventare un grande re o un famoso mago


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frankifol
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Inviato il 08 novembre 2004 22:45

ne ho lette un centinaio di pagine e devo dire che roose ha fatto centro. Non ho ancora i dati per dire che keyes sia un grande, ma le premesse ci sono tutte.


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Oberyn Martell
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Inviato il 09 novembre 2004 0:08

Sapete quanti libri ha intenzione di scrivere >_> ?


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Inviato il 09 novembre 2004 8:35
Sapete quanti libri ha intenzione di scrivere >_> ?

Quattro? Direi quattro, sì.

 

Dal sito ufficiale dell'autore:

http://www.gregkeyes.com/


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Roose Bolton
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Inviato il 09 novembre 2004 12:50 Autore

Ullallà questo non lo conoscevo, grazie!


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frankifol
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Inviato il 09 novembre 2004 12:59

sono a metà del re degli alberi...molto bello.

Erikson cmq (nonostante sprizzi magia da tutte le parti) mi pare + originale. In più sia l'ambientazione che il background culturale secondo me sono più accurate.


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Negróre
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Inviato il 09 novembre 2004 13:42

Nonostante? E da quando in qua avere tanta magia è sinonimo di "aspetto negativo"?

Tutto dipende da come viene utilizzata: deve essere coerente, ponderata e giustificata; e non deve creare l'effetto "deus ex machina".

Per il resto, è uno degli aspetti del fantasy più interessanti ed è, in fondo, un traslato di molte cose (tecnologiche).

Il realismo di un romanzo fantasy non dipende dal fatto che c'è poca magia, ma da come l'ha concepita e la gestisce l'autore.


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Inviato il 09 novembre 2004 14:02 Autore

Io preferisco quando non salta fuori ogni due minuti...

E' stato uno dei motivi che mi ha fatto esaltare fin dall'inizio per Martin.

Ora ce n'è un'anticchia di più, ma sempre oltre il livello di tolleranza...

Ma quando per soffiarsi il naso uno spara l'incantesimo "prendi il fazzoletto" è un pò troppo direi....

Per fare un esempio, in Keyes ce n'è e abbastanza abbondante, ma per fortuna non deborda (ancora almeno) ed è molto legata al discorso religioso.

Nella sword & sorcery di solito è limitata a aspetti singoli della narrazione.

e così via.,...


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frankifol
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Inviato il 09 novembre 2004 18:57
Nonostante? E da quando in qua avere tanta magia è sinonimo di "aspetto negativo"?

Tutto dipende da come viene utilizzata: deve essere coerente, ponderata e giustificata; e non deve creare l'effetto "deus ex machina".

Per il resto, è uno degli aspetti del fantasy più interessanti ed è, in fondo, un traslato di molte cose (tecnologiche).

Il realismo di un romanzo fantasy non dipende dal fatto che c'è poca magia, ma da come l'ha concepita e la gestisce l'autore.

dicevo "nonostante" perchè dal tono del discorso di roose mi pareva di aver capito che preferisse autori che la inseriscono in maniera moderata...

per quel che mi riguarda amo profondamente la riftwar saga di feist che deborda di elementi classici e citazioni tolkieniane...nonchè di magia. E come dici tu, secondo me feist è un autore capace di inserirla in maniera motivata; per la stessa ragione non mi piace la "magia blu" di brooks.


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Oberyn Martell
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Oberyn Martell
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Inviato il 09 novembre 2004 23:10
Sapete quanti libri ha intenzione di scrivere >_> ?

Quattro? Direi quattro, sì.

 

Dal sito ufficiale dell'autore:

http://www.gregkeyes.com/

Cavolo!! Se son solo 4 è pressocchè certo che lo comprerò! Prima però devo leggere il ciclo di Belgariad, da un po' sullo scaffale...


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frankifol
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Inviato il 11 novembre 2004 23:25

finito il re degli alberi. Non sono entusiasta quanto roose, preferisco ancora feist e jordan, ma questo libro è veramente bello...

non mi dilungo visto che ho già postato altrove uno pseudocommento

 

http://www.freeforumzone.com/viewmessaggi....f=42103&idd=308


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Roose Bolton
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Inviato il 12 novembre 2004 0:17 Autore

son d'accordo con te anche se tu sei un pò troppo tiepido su molte cose artisticamente rilevanti...

Inoltre le somiglianze che citi, son appunto solo tali...

Somiglianze e basta...


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frankifol
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Inviato il 12 novembre 2004 11:44

certo che sono somiglianze e basta. Il punto è che credo non siamo ancora abituati ad autori che prendonop spunto dai "nuovi maestri" e quindi al cosa balza all'occhio in maniera accentuata...tra un po' non ci faremo più caso

 

spoiler

 

 

 

 

 

 

 

 

 

se da un lato l'unica cosa che accomuna il Matto con il giullare di charles è che sono entrambi giullari ed entrambi bianchissimi, è vero che la morte sequenziale dei membri della famiglia Dare è + che una somiglianza con quello che capita agli stark....

 

 

 

 

 

fine spoiler

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ora vi saluto dato che sto andando alla feltrinelli international a vedere se per caso hanno il secondo in hardcover....


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