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Romanzi storici
P di Pirick
creato il 12 maggio 2004

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Silk
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Silk
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Inviato il 25 giugno 2005 1:48

Consiglio il ciclo "i figli della terra" della Auel

L'uomo agli albori che vive ankora nelle grotte di caccia e le varie tribù,più la coesione con i "testapiatta"tutto raccontato con gran maestria!

:D

ciaoo


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Morgil
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Inviato il 25 giugno 2005 11:32
["Q"

]

 

se vuoi saperne di più, o fartene almeno un idea, passa sul sito www.wumingfoundation.com. Gli autori mettono a completa e gratuita disposizione tutti i loro scritti, fra cui, appunto "Q".

Secondo me, il miglior romanzo italiano dell'ultimo decennio.

io ho un romanzo chiamato Q ma l'autore nn è italiano ma credo francese o tedesco visto che si chiama luther blisset!! <_<


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frankifol
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Inviato il 25 giugno 2005 11:40

addio alle armi di hemingway, guerra e pace se vuoi uno spaccato della russia nel periodo napoleonico, quo vadis se ti ispira nerone....e gia che ci siamo i promessi sposi.... <_<


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Daenerys_blue
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Inviato il 25 giugno 2005 12:30
Jack Whyte - Le cronache di Camelot(grande saga che da veramente una spiegazione e un'interpretazione convincente e veritiera su Artù e company)

 

Christian Jacq - Ramses(forse tra i primi romanzi che abbia mai letto,lo trovo stupendo)

 

Valerio Massimo Manfredi - Alexandros(semplicemente unico,ma anche gli altri sono più che meritevoli)

 

Bernard Cornwell - Excalibur(questo per me è secondo solo ad Alexandros di VMM,molto belli anche i romanzi di Thomas)

 

Hai citato i miei romanzi storici preferiti....

Jacq, a me piace molto..infatti ho letto anche altre sue saghe: "Kheops", "Il mistero della pietra di luce", davvero molto belli secondo me..mentre "L'Albero della Vita" non mi è paciuto granchè...adesso mi manca "La regina Libertà"..ma aspetterà un pò :D

Un suo libro singolo che consiglio è Il faraone Nero..davveor molto molto bello! :scrib:

 

Jack Whyte per mè è eccezionale..ed è ex equo con Martin al primo posto della mia personale classifica :wub:

 

VMM, come ho già detto nella discussione a lui dedicata, è eccezionale...Alèxandros è assolutamente eccelso, sublime....ma amche altri suoi romanzi sono molto belli: L'ultima legione, L'Oracolo, Lo scudo di Talos.

 

Excalibur di Bernard Cornwell l'ho trovato spettacolare..e anche molto commovente in alcune parti..... <_<

di Corwell è molto carina la saga su Richard Sharpe... :D

 

 

A questi autori aggiungo Wilbur Smith...e davvero non saprei cosa consigliare, perchè ho letto tutti i suoi romanzi e mi piace molto....rimanendo in campo più rigorosamente storico, direi di legegre la trilogia sull'Egitto: Il Dio del Fiume, Il settimo papiro e Figli del Nilo (anche se quest'ultimo è inferiore ai primi due!)


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Daenerys_blue
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Daenerys_blue
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Inviato il 25 giugno 2005 12:38

Dimenticavo....

mi associo a chi consiglia Il cavaliere irlandese di Juilene Osborne-McKnight...l'ho divorato..e l'ho trovato "affascinante"

x quanto riguarda invece Morgan LLywelyn, il suo Il Potere dei druidi non mi è piaciuto molto...

di Conn Iggulden per ora ho letto solo Le Porte di Roma...che mi è piaciuto molto, ho già preso Il Soldato di Roma e al più presto lo leggerò..

rimanendo in tema storia romana, consiglio anche Il Legato Romano, di Guido Cervo.

Poi consiglio anche Pompei, di Thomas Harris (non è l'Harris de Il Silenzio degli Innocenti! XD), ambientato ai tempi dell'eruzione del Vesuvio che distrusse Pompei.

Infine consiglio la saga su Owen Archer, di Candace Robb...thriller medioevale, molto molto avvincente..!

 

credo di aver finito....al più ci rivediamo tra qualche tempo <_<

 

Ornella.


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Raya
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Inviato il 26 giugno 2005 20:21
io ho un romanzo chiamato Q ma l'autore nn è italiano ma credo francese o tedesco visto che si chiama luther blisset!!

 

no, in effetti luther blisset è un nome fittizio, dietro a cui trovi 5 autori italianissimi.

se ce l'hai a casa e ancora non hai "approfitatto", beh...ripeto, se ti piace martin (e altrimenti non saremmo qui), ne ritroverai molto dello spirito realistico/crudele.

per stomaci forti, in alcune parti, ma tieni conto che la sfondo e gli avvenimenti sono reali...e questo, davvero, fa venire la pelle d'oca


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Calinn Vojnngat
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Inviato il 26 giugno 2005 21:52

A me è capitato tra le mani un libro intitolato Imprimatur...è basato su documenti del seicento trovati in Vaticano ed ambientato a roma, basato sul diario di un garzone che lavorava in una locanda, mi pare negli anni ottanta del 600. A causa di un presunto contagio di peste, la locanda viene messa in quarantena con i suoi ospiti. Il linguaggio ed i personaggi, nonchè la storia, sono interessanti, a me è piaciuto :lol:


Your ears and my eyes / Machinery of discord
If art is a world within ourselves / Baby we’re living on distant planets
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Scuotivento
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Inviato il 27 giugno 2005 20:47
quoto Vaina,il ciclo fiorentino della Durnett è davvero bello.

 

anche "Q" è caldamente consigliato.

Ciclo fiorentino? :D:D:D

Niccolò non lavora per i Medici?

 

L'ombra dell'aquila narra di un battaglione di soldati spagnoli arruolati nell'esercito napoleonico che durante una battaglia alle porte di Mosca cercano di disertare.


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Inviato il 27 giugno 2005 23:54
A me è capitato tra le mani un libro intitolato Imprimatur...è basato su documenti del seicento trovati in Vaticano ed ambientato a roma, basato sul diario di un garzone che lavorava in una locanda, mi pare negli anni ottanta del 600.

 

ti ricordi per caso chi è il curatore e per quale edizione?


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Calinn Vojnngat
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Inviato il 27 giugno 2005 23:58

Mondadori, curato da due giornalisti, Monaldi e Sorti :D


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Inviato il 28 giugno 2005 0:19
Mondadori, curato da due giornalisti, Monaldi e Sorti

 

grazie!


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petyr foruncolo
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Inviato il 28 giugno 2005 11:22

Marguerite Yourcenar è a mio avviso una delle più grandi scrittrici del xx secolo e la maestra induscussa del romanzo storico.

Una prosa di larghissimo respiro, estremamente ricercata e profonda, ma allo stesso tempo emozionante... mai prolissa o forbita per maniera riesce a trasfondere nelle pagine dei suoi libri una cultura sconfinata, unita ad una sensibilità poetica e ad una intelligenza emotiva fuori dal comune... direi letteratura di altissimo livello...

Consiglio, oltre a Memorie di Adriano che è un classico, anche l'Opera al nero, ambientato in una Eurorpa rinascimentale flagellata dalle guerre di religione...

«Come il viaggiatore che naviga tra le isole dell´arcipelago vede levarsi a sera i vapori luminosi, e scopre a poco a poco la linea della costa, così io comincio a scorgere il profilo della mia morte»

 

La rocambolesca storia

di un romanzo perduto

 

di DARIA GALATERIA

 

Nell´autunno del ´49, Grace, l´amica americana di Marguerite Yourcenar, mise in banca i primi capitoli delle Memorie d´Adriano. Si sentiva più tranquilla sapendo che uno dei capolavori del Novecento - e su questo già non aveva dubbi - veniva custodito in cassetta di sicurezza; Marguerite Yourcenar lo aveva perso e abbandonato due o tre volte. Marguerite era così; impilava le valige appena disfatte in camere temporanee, e poi se le dimenticava; così povera, dopo le "splendide bancarotte" del suo aristocraticissimo padre, e così sola, da poter andare da qualsiasi parte. Diceva che amava vivere sulle frontiere, "posizione ironica", vicina e lontana. E si capisce bene che nel ´39 avesse dimenticato proprio il baule con le prime due versioni di Adriano all´Hotel Meurice di Losanna: suonavano a martello tutte le campane della città, e di tutti i villaggi attorno; era stata dichiarata la guerra. Così, il viaggio sentimentale della Yourcenar verso gli Stati Uniti e l´amica Grace aveva preso l´aria affannosa di una fuga. Doveva essere un viaggio, e diventò un decennio americano.

Marguerite Yourcenar dimentica l´imperatore Adriano. Nel ´41, compra da un robivecchi di New York un´incisione di Piranesi che rappresentava, sepolta dalla vegetazione, gli spini e il tempo, Villa Adriana a Tivoli, e l´appende al muro. La guarda tutti i giorni, e non una volta Adriano le torna in mente. Poi, il baule perduto da dieci anni torna, anzi, le "cade dal cielo"; un amico lo aveva trovato, e glielo spedisce nel Maine. Erano vecchie lettere di famiglia, per lo più; molte al padre, morto da venti anni. Marguerite, di anni, ne ha 46; si mette accanto al fuoco a bruciare quell´inventario della sua vita. «Caro Marco», inizia una lettera; ma non è una lettera, è l´incipit di Adriano. Da quel momento, Marguerite è invasa dal futuro romanzo, la missiva dell´imperatore sessantenne al giovane Marco Aurelio, "lungo colpo d´occhio" sulla sua vita. Marguerite deve raggiungere Grace a Santa Fe, e scrive febbrilmente nel wagon-lit tra New York e Chicago, poi, bloccata dalla neve, al ristorante della stazione e di nuovo nell´espresso per Santa Fe, mentre dai finestrini scorrono i dossi neri delle montagne del Colorado. Riscrive completamente le prime pagine del romanzo, il capitolo «Animula vagula blandula»; delle vecchie versioni, rimane solo una frase: «Come il viaggiatore che naviga tra le isole dell´arcipelago vede levarsi a sera i vapori luminosi, e scopre a poco a poco la linea della costa, così io comincio a scorgere il profilo della mia morte».

Per due anni, Marguerite Yourcenar vive "in pieno II secolo", impregnandosi di letture perché il romanzo spunti come una pianta dalla terra. Scrive la lenta conquista degli onori e, per il soldato che parla con l´accento di Siviglia, della cultura greca e romana; racconta gli intrighi, le guerre ai confini dell´impero, la sapienza del governo, i viaggi, le conquiste, la pax romana, che passa attraverso il riconoscimento delle province: «Roma non è più Roma: dovrà riconoscersi nella metà del mondo o perire». Per Adriano, molte cose, e quelle che più lo riguardano, restano oscure. Traiano lo ha davvero scelto come suo successore? O, come si dice, le cortine del suo letto di morte chiuse, il medico Crito ha imitato la voce dell´imperatore per nominarlo nel testamento suo erede? Oltre alla silenziosa amica, l´imperatrice Plotina, c´è solo una guardia, che muore di febbri il giorno seguente. E il suicidio di Antinoo, l´adolescente amato e divinizzato - un enigma che conferisce alla terra "un volto deforme". Le pagine dell´amore, della trasformazione del corpo del fanciullo Antinoo, sono quelle che meglio tradiscono la misura perseguita dalla Yourcenar, l´ardore inciso nel marmo.

Un giorno che Grace spazza senza fretta il salotto della casetta di legno appena comperata a Mount Desert Island, di fronte alla costa del Maine, scoppia una discussione sulla mancanza di chiarezza di alcune frasi. L´opinione di Grace è che dipende dall´oscurità dei fatti. Bisogna solo conoscere meglio le cose. Anche Grace partecipa alle ricerche, chiudendosi in biblioteca; laYourcenar scrive nei taccuini i minimi dettagli della vita romana, per poi dimenticare. L´erudizione si apre a splendide raffigurazioni di costumi lontani, resi prossimi e solenni dallo sguardo alto, e il disincanto, di un imperatore vicino alla fine. Marguerite scrive di aver vissuto così in simbiosi con Adriano e di sapere quando mentiva. La Yourcenar a un certo punto chiede di sospendere le lezioni universitarie che Grace le ha procurato, e che le consentono di vivere. Tiene solo due conferenze, e una è su Flaubert. Nella corrispondenza di Flaubert aveva trovato, già nel ´27, una frase fondamentale: «Gli dei non c´erano più, e Cristo non c´era ancora; c´è stato, da Cicerone a Marco Aurelio, un momento unico in cui è esistito l´uomo solo».

Un giorno avrebbero chiesto alla Yourcenar se la creazione delle Nazioni Unite, alla fine della guerra, non avesse influenzato la rappresentazione della Pax romana. Lei rispose che forse c´era stato un momento di euforia, all´indomani del conflitto - un´illusione. Era stata piuttosto la guerra mondiale il problema; anche nell´Impero i barbari premevano; Marco Aurelio ne sarebbe morto disperato. Adriano invece coltivava la lucidità fino alla sfiducia; ma non era rassegnato, neanche nella solitudine della fine: "Piccola anima smarrita e soave - cerchiamo di entrare nella morte a occhi aperti".

Il 2 gennaio del ´51, la Yourcenar imposta la fine del romanzo al vicino ufficio postale; poi torna in biblioteca per le ultime verifiche. Gira per il paesino con una cappa, e non stupisce che gli isolani, pescatori e artigiani, trovino allarmante la sua sagoma "da strega". Per di più, non parla mai, per preservare il suo francese. E anche Grace ormai è una figura singolare.

Quando si erano conosciute, Grace Frick era una studentessa americana dal "profilo di sibilla". Nel ´37, un giorno che era a Parigi al caffè, aveva sentito Marguerite discutere di letteratura al tavolino accanto. Marguerite parlava con l´accento gratin, il tono dell´alta aristocrazia francese; ed era singolare sentirlo applicato, non ad argomenti leggeri e di côterie, di classe, ma alla letteratura: parlava di Coleridge. Il portamento della testa era quello di una regina; e camminava così, come se le porte le si dovessero aprire davanti. Grace si era innamorata in quel momento; aveva attaccato discorso: Marguerite aveva risposto. Sarebbero state insieme quarant´anni.

Consegnate Le memorie di Adriano, Marguerite e Grace si concedono una permanente. Intanto, in Francia, il romanzo, che è molto piaciuto ai lettori dell´editore Plon - «il soggetto non è da grande pubblico, ma la qualità è tale che ci si può aspettare un vero successo letterario» - è alle seconde bozze quando Gallimard tenta di impossessarsene. La Yourcenar ha firmato per lui, nelle precedenti pubblicazioni, un diritto di prelazione. Comincia una battaglia legale, in cui la Yourcenar non esita ad affrontare con la tipica fermezza, e un po´ di alterigia aristocratica, il potente editore Gallimard, che alla fine cede. Quando, molto tempo dopo, lui riesce ad avere i diritti di tutta l´opera della Yourcenar, calcola di aver venduto in pochi anni, e solo in Francia, delle Memorie di Adriano, un milione di copie.

Da allora non si è mai smorzata la passione per questa raffigurazione algida e rovente di un´epoca violenta. Nelle opere narrative della Yourcenar, da Alexis, del 1929, alla rinascimentale Opera in nero, c´è sempre l´alto distacco di uno stile formato sulla classicità, e inflessibile nella fedeltà al francese (la lettera all´editore, per la quarantatreesima edizione, è appassionata nella difesa di certi ortografie tradizionali, o di condizionali inediti); eppure il tema è sempre vicino alle passioni della sua vita, l´amore per un letterato che preferiva gli uomini, e gli ardori saffici.

Confessava di mescolare del resto due metodi di lavoro. Lasciarsi investire dal personaggio. E poi un altro sistema, inverso, e lontano dallo spirito francese; eliminare tutto il pensiero; fissare l´attenzione sul nulla. Era un´igiene; e certo il modo per infondere alla sua scrittura il distacco che la rende classica.

 

(15 ottobre 2002)

 

 

Mi piace anche segnalarvi uno scrittore tedesco che mi ha stupito per la sua profondità... si tratta di Gisbert Haefs...

Ha scritto svariati romanzi storici, ma quello che mi ha colpito in profondità è stato Annibale... in alcune pagine visionario ed estremamente emozionante...

 

da Annibale

"Annibale teneva le braccia incrociate e fissava lo sguardo verso sud, dove, da qualche parte, c'era Roma. Ai suoi piedi c'erano cataste di armi romane, che avrebbero dovuto migliorare l'equipaggiamento disordinato dei Celti, oltre a sostituire le spade di libi e iberi divenute inservibili, arrugginite o piene di tacche. Nell'ombra grigia del grigio mattino, il volto del punico aveva lo stesso colore.

Antigonos gli si avvicinò in silenzio e appoggiò la mano sinistra sulla sua spalla, mentre con la destra gli porgeva il bicchiere.

"Grazie, Tiggo."

"Sei stato tutta la notte qui?"

Annibale alzò le spalle e bevve. Quindi abbassò nuovamente lo sguardo sulle armi e sulle enormi fosse riempite a metà.

"Che cosa fa il tuo fegato, figliolo?"

Annibale strizzò gli occhi, stanco e sorpreso. "Perché il fegato?"

"Sembri Prometeo in persona."

Il punico sorrise forzatamente. Quindi indicò il terreno sulla riva. "Non arriveranno aquile, ma solo avvoltoi "

Antigonos gli prese il bicchiere, bevve e lo riempì di nuovo. "Hai vinto per la terza volta l'invincibile Roma, stratega" disse a bassa voce. "Hai annientato un intero esercito consolare. E ora sembra che avresti preferito perdere."

Annibale prese in mano il semplice elmo, lo osservò e lo ripose; solo allora riprese il bicchiere.

"No, questo no." Bevve, tenne il bicchiere con la sinistra e appoggiò il braccio destro sulle spalle dell'elleno. "Hai mai visto, Tiggo, come si sentiva mio padre dopo la battaglia?"

Antigonos esitò, quindi decise di dirgli la verità. "Male. Male da morire. Disperato. Come te. Credo che non finisca mai, neanche dopo mille battaglie. A meno che tu non riesca a odiare i nemici uno a uno."

"Contadini, artigiani, cittadini" disse Annibale indicando con il piede le fosse giù in basso. "Figli, padri, fratelli. Così tante vite. Là sotto ci sono diecimila famiglie che piangono. Come potrei odiarli? Io. .. per non parlare dei nostri uomini. " Sospirò. "Perché non ci lasciano in pace una buona volta?"

"Indurisci il tuo cuore, stratega" disse Antigonos ad alta voce. "I romani lasceranno in pace te, me e il mondo solo se li costringerai a farlo. Sempre che tu ci riesca."

"Sempre che."

"Inoltre, Annibale, non dimenticare che i romani dicono che è dolce e onorevole morire per la patria."

"Sterco di ratto in salsa verde" esclamò Annibale sputando. Quindi lasciò le spalle di Antigonos e si sistemò la benda sull'occhio. "Questi filosofi austeri e virtuosi. Li si dovrebbe costringere, due giorni dopo ogni battaglia, a mangiare un pezzo di carne piena di vermi di ogni morto. Dolce e onorevole!

Dovrebbero agire in modo che in tutti i paesi si possa vivere in modo dolce e onorevole."

Antigonos tacque. Con il pensiero era con Naravas accanto ad Amilcare, in una tenda poco illuminata, dopo la battaglia sul fiume, dopo la carneficina nella valle della Sega.

 

Quando Annibale riprese a parlare, la sua voce sembrava quella di Amilcare. "C'è una cosa sola più terribile della vittoria" disse lentamente. "La sconfitta. "


E
Edd l'addolorato
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Edd l'addolorato
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E

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Inviato il 28 giugno 2005 12:37
Bernard Cornwell - Excalibur

 

Sono d'accordo, anche a me è piaciuto parecchio, soprattutto per il vivido realismo che cratterizza i personaggi, ma anche per la magia/coincidenze: funziona la magia dei druidi o è solo frutto di coincidenze?

Onore a Derfell Cadarn! :D

 

P.s: Visto l'argomento propongo ARGENTO VIVO di Neal Steaphenson, primo volume del "Ciclo Barocco". Ambientato tra la fine del '600 e l'inizio del '700 tra l'America dei primi pellegrini e l'europa del Re Sole e dell'impero navale olandese.

Abbraccia tutte le forme di conoscenza dalla filosofia alla chimica passando per la religione e le opere teatrali.

Si snoda tra personaggi famosi e avvenimenti storici...

... ENIGMATICO&POSSENTE ! :D


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Vainamoinen
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Vainamoinen
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Inviato il 28 giugno 2005 13:09
quoto Vaina,il ciclo fiorentino della Durnett è davvero bello.

 

anche "Q" è caldamente consigliato.

Ciclo fiorentino? ;);):wacko:

Niccolò non lavora per i Medici?

Per un breve periodo... ma si chiama saga di Niccolò, non ciclo fiorentino, altrimenti di nomi ne potremmo dare tantissimi a questa bellissima saga. Peraltro a Firenze ci stà pochissimo Niccolò...

Dovresti leggerli, Scuotivento, meritano davvero!


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Malkex
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Inviato il 28 giugno 2005 13:39

quoto quoto,sono romanzi storici perfetti


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