è un po che non c'erano news...
-----I docenti scomunicano il DL Urbani-----
Una lettera aperta firmata da numerosi professori universitari chiede la revisione totale del decreto più contestato del west. A Roma la manifestazione contro il varo della legge anti-P2P. Ultimissime: Urbani teme la disfatta?
18/05/04 - News - Roma - Ci sono nomi come quelli di Alberto Bertoni, Danilo Bruschi, Goffredo Haus, Piero Mussio, Alberto Borghese insieme a molti altri autorevoli esponenti della classe docente universitaria italiana nella lista in continua espansione dei firmatari di una lettera aperta con cui si chiede la revisione sostanziale del decreto legge Urbani su Internet.
La lettera, firmata da professori di Scienze dell'informazione e della comunicazione e di Tecnologie dell'Informazione, apparsa sui forum della rete civica milanese, è rivolta non solo al ministro dei Beni culturali Giuliano Urbani ma anche a quello all'Innovazione, Lucio Stanca, nonché ai presidenti dei due rami del Parlamento.
Sotto il titolo È questa la Società dell'Informazione che vogliamo costruire?, i docenti avvertono che "se un ragazzo scarica dalla rete attraverso un sistema di file sharing e quindi condividendolo con altri un film in violazione del diritto d'autore rischia una pena pari a quella del pedofilo che detiene materiale pornografico minorile (fino a tre anni di detenzione)!"
"Internet - spiegano i docenti ai ministri - è "nata" nelle Università, in Italia come nel resto del mondo: l'abbiamo sviluppata, usata e fatta conoscere al mondo come uno straordinario strumento di comunicazione e di avvicinamento delle persone, di raccolta e diffusione della conoscenza, l'abbiamo pensata alla portata di tutti. Internet è diventata strumento di sviluppo economico e miglioramento delle pratiche di governo.
Come docenti universitari che hanno contribuito a questo sviluppo sentiamo il dovere morale di denunciare la possibile prossima approvazione, nell'ordinamento giuridico italiano, di una legge che tradisce quella visione di prosperità e progresso".
"(...) Comportamenti illeciti - prosegue poi la lettera - non possono venire a lungo tollerati (quando ciò serve ad espandere alcuni settori di mercato quale quello della larga banda) e poi perseguiti con inusitata e sproporzionata rapidità (nella forma di decreto legge) e severità (quando ciò non serve più, o quando intervengono altre lobby a difendere proprie posizioni di mercato) (...)".
"Alla luce di questi principi - concludono i docenti - riteniamo necessario sollecitare la radicale modifica del Decreto Urbani, e la predisposizione di un testo di legge attraverso la più ampia partecipazione di tutti coloro che hanno dovere e diritto di contribuire alla costruzione della Società dell'Informazione".
Il testo completo della lettera e tutte le firme sono anche disponibili sul blog di Beppe Caravita.
Di seguito ecco cosa si prepara per oggi e come la rete sostiene la manifestazione di domani contro il DL Urbani davanti al Senato. E qualche info sul timore del Ministro che questa storia finisca col naufragio del decreto.
In queste settimane, fin dalla sua presentazione, il decreto Urbani nella prima versione e poi nel testo emerso dalla Commissione cultura della Camera e approvato dalla Camera stessa sono stati oggetto di una colossale quantità di critiche, alcune portate da referenti istituzionali e la maggioranza provenienti dagli ambienti della rete. Prima i provider e poi gli utenti, e con loro numerosi esperti, siti e webmaster, con il sostegno di associazioni e gruppi di varia natura, hanno letteralmente fatto a pezzi quel testo, considerato in modo quasi unanime come pericoloso per le libertà digitali. Non deve quindi sorprendere che quella che appare come la protesta più ampiamente condivisa nei confronti di una normativa che riguarda Internet in Italia si traduca oggi, come già lo scorso sabato, in una manifestazione di piazza.
Come ben sanno molti utenti, infatti, da giorni è in corso una mobilitazione che lo scorso sabato ha portato nelle piazze di numerosi comuni decine di spargitori di volantini e che proprio oggi davanti a Palazzo Madama a partire dalle 9,30 si concretizzerà in un presidio di denuncia e di protesta, per ricordare ai senatori che dibatteranno sul provvedimento la gravità di una normativa che tanti ritengono illegittima e dannosa.
A sostenere lo sforzo dei manifestanti sono anche i webmaster dei tanti siti che da giorni hanno oscurato le proprie home page per denunciare il provvedimento di conversione in legge del DL Urbani. Siti come valeriogiunta.altervista.org oppure oslinux.it, siti che spesso propongono testi e denunce contro il decreto come progetto.sardegna.it o queenitalia.interfree.it.
Un coordinamento spontaneo della manifestazione trova spazio ormai da giorni sul sito del senatore dei Verdi Fiorello Cortiana, www.fiorellocortiana.it, senatore che anche grazie all'aiuto degli utenti internet italiani è riuscito a mettere in piedi la bellezza di circa 750 emendamenti con i quali i Verdi tenteranno la via dell'ostruzionismo al Senato. Qualora si riuscisse a far slittare il provvedimento a dopo il 22 maggio, infatti, si supererebbero i tempi prescritti per la conversione del decreto legge.
Mentre scriviamo, comunque, la situazione è fluida: il ministro Urbani sembra timoroso che il suo decreto possa effettivamente essere affossato dall'ostruzionismo dei Verdi, sebbene il Senato concederà a Cortiana solo 8 minuti per illustrare tutti gli emendamenti. Come si legge in un messaggio sul forum del sito del senatore verde ciò a cui si potrebbe arrivare sarebbe una soluzione di compromesso che pure lascerebbe aperti una serie di punti importanti. In particolare vi sarebbe la disponibilità a modificare la locuzione "per trarne profitto", con cui sono state introdotte le sanzioni penali, ma per altri punti caldi ancora non vi sono vie d'intesa. Nelle prossime ore si conoscerà, evidentemente, l'esito del dibattito in corso a latere della seduta parlamentare.
Ad attendere oggi un segnale di svolta, cioè la possibilità di una revisione sostanziale in tempi record del provvedimento o un suo definitivo affossamento, sono anche i molti gestori di blog che in queste settimane si sono schierati contro la conversione del DL Urbani. Senza contare le decine di migliaia di firmatari della Petizione contro il decreto Urbani che in poche settimane si è trasformata in collettore dello sdegno che serpeggia in rete contro la normativa varata dal Consiglio dei Ministri con una decretazione d'urgenza.
....RAGAZZI...IL TRIONFO DELL'IGNORANZA!!!!!!
-----Roma vara la Legge Urbani-----
L'Italia approva il carcere per chi duplica e fa uso personale di certi file attraverso Internet. Cortiana ritira gli emendamenti. Urbani: vi chiedo di legiferare come non si dovrebbe legiferare. Il resoconto della manifestazione
19/05/04 - News - Roma - Il ministro dei Beni culturali Giuliano Urbani ce l'ha fatta: ieri al Senato il provvedimento che introduce anche la galera per chi duplica certi file via Internet è divenuto legge. La speranza degli oppositori, e tra questi il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana che ha ieri ritirato quasi 750 emendamenti al provvedimento, è che il Governo faccia presto ciò a cui si è impegnato, cioè introduca, in una successiva legge, le correzioni ritenute necessarie.
La nuova Legge Urbani, che apparirà nei prossimi giorni in Gazzetta Ufficiale, oltre al finanziamento pubblico per certe attività cinematografiche e sportive si scaglia a peso morto, come noto, contro il peer-to-peer o, meglio, l'uso che anche in Italia centinaia di migliaia di utenti ne fanno. L'introduzione della locuzione per trarne profitto sostitutiva di a fini di lucro, come noto, ha portato nel testo ormai approvato la possibilità di incorrere in sanzioni penali anche per chi fa esclusivamente uso personale di file protetti, a causa di precedenti interpretazioni in Cassazione su questa locuzione. Il testo completo del provvedimento è disponibile qui.
Hanno votato a favore tutti i partiti della Casa delle Libertà mentre si sono astenuti i Democratici di Sinistra, Margherita, UDEUR e SDI. Hanno votato contro soltanto i Verdi, Rifondazione comunista, Comunisti italiani e dipietristi.
Da segnalare che il provvedimento approvato dal Senato non è piaciuto a nessuno: da più parti si sono levate voci molto critiche, anche da partiti, come i DS, che hanno poi scelto l'astensione. Lo stesso Urbani nella sua replica ieri mattina ha dichiarato: "Chiedo al Senato il sacrificio di legiferare come tutti sappiamo che non si debba fare".
Come accennato, c'è una qualche prospettiva, però, che entro un certo numero di mesi entri in vigore una nuova legge che abolisca le misure sanzionatorie dell'articolo 1 del provvedimento Urbani, rimuova la tassa su masterizzatori e software di masterizzazione nonché tolga di mezzo l'obbligo di apporre un bollino, una "nota informativa", su tutti i materiali protetti da diritto d'autore circolanti in rete. Tutti obblighi che saranno nei prossimi giorni vigenti a tutti gli effetti.
La prospettiva di cui sopra è legata agli ordini del giorno approvati dal Senato che impegnano il Governo ad effettuare queste correzioni al più presto, con un provvedimento che dovrebbe iniziare l'iter già entro una o due settimane. Sebbene gli Ordini del giorno siano noti per non riuscire ad essere vincolanti, in questo caso sono stati appoggiati dai capigruppo ed è quindi lecito nutrire un qualche ottimismo.
Proprio a questo si appella peraltro il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana, costretto a rinunciare ai 750 emendamenti presentati per il contingentamento dei tempi che avrebbe reso vano lo sforzo ostruzionistico che rappresentavano. Cortiana però li ha ritirati soltanto dopo l'esplicita dichiarazione con cui il ministro Urbani ha pubblicamente preso l'impegno per rimediare a quelle che lo stesso Ministro ha dichiarato essere "non poche pagliuzze" nel testo (contrapposte alle "travi", quali il finanziamento al cinema).
Secondo Cortiana "le nostre ragioni contro gli errori, contro i quali verdi si sono schierati fin dal primo momento, hanno convinto, finalmente, anche il ministro Urbani che in aula si è impegnato a presentare in un articolo apposito le necessarie correzioni nell'imminente provvedimento annuale recante interventi nel settore dei beni e delle attività culturali, che dovrebbe essere presentato martedì prossimo alle Camere". Cortiana si augura che "tutti quelli che hanno costruito questa battaglia insieme a noi" continuino a "fare pressioni sul Governo perchè rispetti gli impegni presi".
E ieri, nel giorno in cui l'Italia si distingueva nel mondo per il varo di quella che il ministro Urbani ha definito una normativa pioneristica, a Roma si svolgeva la manifestazione di protesta alla quale hanno partecipato alcuni protagonisti di questa vicenda. L'inviato di Punto Informatico Tommaso Lombardi ha documentato l'avvenimento e ha potuto intervistare, oltre allo stesso Cortiana, anche altri oppositori della legge, come il candidato verde Beppe Caravita e il parlamentare europeo radicale Marco Cappato. Il resoconto della manifestazione e le interviste nelle pagine che seguono.
Pochi partecipanti, giovani ed arrabbiati. La manifestazione sostenuta dai Verdi è stata un flop? Non proprio: il popolo della Rete ha appena iniziato a muovere i primi passi. Parola di Cortiana.
Una cinquantina di manifestanti, molti buoni propositi ma scarsi risultati per contrastare un DL già tramutatosi in legge. Alle 10.00 arriva il furgone marchiato con l'inconfondibile effige dei Verdi. Due giovani studenti universitari commentano le novità introdotte dalla nuova legge: "la situazione è impossibile, dopo l'approvazione del DL Urbani torneremo al modem 56k. Banda larga, addio!". (Guarda il Video della manifestazione - formato wmv).
Ma le proteste di gente come Cappato (radicali) o Caravita (verdi) sono mute, attutite da un insabbiamento mediatico pressochè totale. L'appello della coalizione trasversale è chiaro: "salviamo Internet dalle lobby dell'infotainment". Si sprecano i riferimenti alla SIAE (accusata di essere una "storica lobby democristiana"), alla posizione di Aurelio de Laurentis (a capo di una battaglia per la tutela del diritto d'autore) o all'insolito conflitto d'interessi che coinvolge il Presidente del Consiglio Berlusconi. Entrambi, Caravita e Cappato, stupiscono quando ipotizzano e auspicano l'avvio di un'indagine della magistratura sul ruolo dell'UDC nel Decreto Urbani. Il sospetto è terribile: corruzione.
Di fronte al cordone delle forze dell'ordine, sotto lo sguardo attento di una telecamera di sicurezza, alcuni attivisti dei Verdi distribuiscono volantini e cartelli. Chi afferra i manifesti è giovane ed arrabbiato: forse ha lo sguardo di chi vede il proprio paese sprofondare verso una effettiva mercificazione totale della cultura, seguendo la tendenza internazionale. Gran parte dei presenti sono adolescenti. Un simpatico ragazzo, forse intorno ai 13 anni, esprime tutta la sua preoccupazione per il decreto: "Accidenti ma sai che cosa racconto a mia madre se mi arrestano? Io scarico solo due canzoni...". Arrestano la madre?
Ad un certo punto la voce del ministro Giuliano Urbani riecheggia nella via, mentre il furgoncino dei Verdi trasmette il GR Parlamento. Urbani invita a guardare verso "un futuro da pionieri", per sottolineare l'unicità dell'Italia, "il paese più coraggioso d'Europa" nella lotta alla pirateria. Secondo Urbani è "difficile salvaguardare il rispetto della legge e della libertà" perchè "bisogna essere sperimentali". Un pionierismo che sicuramente comporta rischi notevoli, nell'ottica di dare un "sostegno allo spettacolo". Si sente poi la voce di Gabriella Carlucci, relatrice del DL alla Camera, che cerca di cancellare un timore diffuso: "i giovani che scaricano due o tre canzoni, lo sappiamo tutti, non sono un problema per l'economia". Nel frattempo, i manifestanti sventolano i loro slogan: "Scarichi un MP3? Quattro anni di galera!"
Cappato e Caravita, che parlano di "nuova forma di proibizionismo", propongono un'alternativa già conosciuta in materia di droghe leggere: la "legalizzazione dell'uso personale". In questo caso non si tratterebbe di spinelli ma di musica, cinema, libri: cultura. Un po' come in Canada, dove grazie ad una tassa sugli abbonamenti broadband, gli artisti lesi dalla pirateria vengono rimborsati da un fondo pubblico.
Ma il problema fondamentale, evidenziato da Beppe Caravita, autore ieri di un curioso moblogging, è che l'opinione pubblica non sia stata sensibilizzata sui risvolti pratici di questo fosco ed apparentemente incontrovertibile futuro condizionato dal copyright. La sua visione è pessimistica: l'Occidente sta progressivamente vertendo sul modello americano di democrazia lobbista. Una tendenza che mette in luce la paura nutrita dai gruppi di potere nei confronti della Rete: uno strumento che, nella migliore delle ipotesi, può iniziare una nuova condizione sociale, nella quale Internet supplisce alla mancanza di comunicazione diretta tra istituzioni e cittadini (vedi la Videointervista a Caravita (parte1 e parte2 - formato wmv).
Nonostante la partecipazione di numerose associazioni (Generazione Ecologista, Laboratorio Giovanile, Linux Club Italia, ADUSBEF e AIIP), la grande ed attesissima manifestazione nazionale si è rivelata un gruppuscolo di utenti indignati e delusi dal Governo.
Ma il popolo della rete c'è, anche se timido, e secondo Cortiana è il soggetto politico del futuro. Zammataro (Verdi) annuncia trionfante che il testo del DL Urbani è stato "il più letto nella storia della Repubblica". Il merito è tutto delle proprietà comunicative della Rete.
Il deputato europeo Marco Cappato sostiene con veemenza che Internet è "nata libera, per fare in modo che il cittadino possa essere protagonista nel mondo". Un'altra Rete è forse possibile: servirebbero meno regolamentazioni e la decriminalizzazione di qualsiasi attività comunicativa, andando a collidere con gli enormi interessi delle grandi associazioni di autori (vedi la Videointervista a Cappato (parte 1 e parte 2 - formato wmv)
Il Sen. Cortiana annuncia così l'inizio di una nuova epoca, che casualmente coincide con l'inizio del nuovo millennio: sarà Digital Millennium? Il vero motore della manifestazione si augura poi che questa manifestazione "sia solo l'inizio di una democrazia digitale". Viviamo infatti in un'epoca caratterizzata dalla comunicazione di massa ed Internet può fornire una valida alternativa ai media tradizionali: l'importante, puntualizza Cortiana, è che "Internet non venga ridotta a semplice strumento informativo, ma sia un'arma pacifica per la democratizzazione del mondo" (ascolta l'Audiointervista a Cortiana - formato wma).
Insomma: non bisogna sottovalutare la forza della Rete.
È infatti sotto gli occhi di tutti. Ci sono i primi e deboli segni che qualcosa sta cambiando: un'antropogenesi telematica in grado, potenzialmente, di distruggere i piani di chi vuole una cultura timbrata da brevetti e marchi registrati. Al solito, non sembrano esserci vie di mezzo: oggi l'Italia decide di stare dalla parte della "cultura schiava delle logiche di marketing", parafrasando un pensiero di Beppe Caravita. Forse domani è già troppo tardi per cambiare le sorti di questa insidia silenziosa. Un pericolo che, come al solito, finirà al più presto nel dimenticatoio collettivo degli Italiani anestetizzati da un'informazione, dicono i manifestanti, sempre meno libera.
Di seguito alcune ulteriori significative dichiarazioni rilasciate da Cappato e Caravita.
Marco Cappato
Il DL urbani rimane all'interno di una svolta internazionale atta a criminalizzare l'uso libero della rete.
Ci sono grandi gruppi che hanno interesse alla crescita di una rete chiusa, dove il modello della televisione -chi trasmette e chi riceve - sia riproposto, aggiornato con l'interattività. Sia per il software che per i contenuti in genere. Il problema è che tutti i vari aspetti, Digital Rights Management, brevetti, la criminalizzazione del file sharing... Sono tutti aspetti di una unica cosa.. Non perchè ci sia bisogno di una grande mente o di un grande vecchio, ma perchè rispondono ad una solita concezione. il problema è dare forza all'alternativa. Dove l'individuo, cittadino, persona, possa essere protagonista anche sconvolgendo gli attuali modelli di business.
Un'altra rete è possibile. Rispetto ad altre cose è ancora più evidente che sia così. La rete è nata per libera interattività. Le regole servono, per evitare la prevaricazione del più forte, per evitare che la rete venga usata per disegni criminali. Poche regole, chiare, sanzione per comportamenti davvero pericolosi e non per modificare tutto quanto stia accadendo. Questo è il problema.
In Europa l'idea è questa. Fa comodo per i governanti europei: dare la colpa all'America per fare leggi che in realtà erano già in preparazione da noi, che sfruttando l'occasione realizziamo immediatamente.
Il problema del popolo della rete, di chi si oppone al proibizionismo informatico, è di non stare solo sulla difensiva per ritagliarsi i nostri piccoli spazi di libertà. Bisogna andare all'attacco. Se si parla di democrazia contro il terrorismo, allora noi dobbiamo dire che la libertà in rete è una precondizione per i peggiori dissidenti di questo pianeta.
Il WSIS di Tunisi è tra un anno. Noi dobbiamo dire che a Tunisi ci sono decine di persone in carcere per aver tentato di diffondere informazioni tramite i propri computer. La risposta a Bush etc non è questa: non bisogna chiedere più tolleranza, bisogna fare di più. La libertà della rete è un tassello fondamentale per diffondere conoscenza, informazione, sopratutto laddove non c'è il diritto di conoscere nulla. Non c'è solo il caso italiano: da noi l'informazione ha problemi di libertà e monopoli, in quei paesi pero' è la negazione totale.
Un minimo di democrazia passa anche dalla rete. Se il terrorismo nasce dall'incapacità di portare la democrazia e la libertà... la rete non è un nemico ma un punto forte.
Beppe Caravita
Il rischio vero proviene dalle polizie private e dalle lobby.
C'è una guerra in corso oggi, tra una concezione di democrazia storica ed aperta ed una concezione di regime fatta da lobby petrolifera (guerra in Iraq), lobby discografica (internet), lobby dappertutto che controllano le organizzazioni.
Non c'è trasparenza. Azioni senza senso apparente. Questa è la vera guerra. Loro hanno paura di internet. una trasformazione epocale. il completamento del canale di comunicazione inverso essenziale per la democrazia.
La riforma della costituzione materiale del pianeta. Dare la possibilità a tutti di avere voce in capitolo.
1746, l'ideale della costituzione di Philadelphia. Loro hanno paura, perchè padroni del vapore.
La Siae è stata trasformata col tempo in uno dei più grandi esattori di tasse italiani. Una lobby storicamente democristiana.
X stessa sua ammissione la polizia di stato non ha i mezzi x applicare questa normativa, è gia difficile e esoso in risorse tecnico/umane scovare pedofili x la rete, è impensabile che le forze dell'ordine scandaglino il web alla ricerca di utenti p2p che scaricano materiale illegale.
D'altrone in reti p2p come edonkey è subentrato un nuovo metodo di scambio dei files, praticamente se viene intercettato il download è matematicamente impossibile capire di che files si tratta.
Il metodo funziona cosi: io utente cerco l'ultima release della Slackware su eMule. Dopo aver trovato suddetto file, lo metto in coda di download. In quel momento il client eMule dell'utende da qui sto scaricando suddivide logicamente il file in segmenti codificandone la struttura e salvando la chiave in un file che viene subito mandato al richiedente. Dopo aver scaricato tutti i segmenti del file, il mio client legge la struttura del file e lo ricompone nella maniera corretta. In questo modo bisognerebbe intercettare tutti i segmenti ed il file con la struttura di codifica x avere un idea di cosa sia il file incriminato... cosa alquanto infattibile ^^
Spero di aver fugato i dubbi con ciò ^^
la situazione è talmente ridicola, ma in proprio tutto e per tutto...
cia sentite qua...
dopo il varo della legge urbani un ragazzo di 18 anni finisce in prigione e si trova a condividere la cella con un pluri omicida della malavita organizzzata condannato a 3 ergastoli...
dialogo:
ragazzo: "ehm...buon giorno"
pluriomicida della malavita: "grr bontoooonno e che mai avrà fatto un picciotto così giovine pe finire nilla mia cilla a scuassarmi la menghia?"
ragazzo: "ehm...ho scaricato un film da internet"
pluriomicida della malavita: "e che menghia è? quando ero giovine io ci scaricavo i cadaveri dal camioncino del netturbino non i film..."
ragazzo: "ehm...non mi sono spiegato bene forse...intendevo dire che ho scaricato un divx dalla rete"
pluriomicida della malavita: "aaaaaahhhh o capito!! spaccio di droga tramite i pescherecci...si quella è un'attività che non è mai passata di moda!"
ragazzo: "ehm...no allora provo con altre parole...ho scaricato una pellicola dal web"
pluriomicida della malavita: "che è mi stai pigliano po u c**o? che mi***ia significa la parola wep?"
ragazzo: "ehm...fa parte dell'acronimo WWW world wide web"
pluriomicida della malavita: "picciotto mio pure con i vu cumprà ti sei messo? di quelli non c'è da fidarsi poi ti beccano se stai appresso a loro..."
ragazzo: "ehm...no non ci siamo capiti...del decreto urbani non sa nulla?"
pluriomicida della malavita: "che menchia è?"
ragazzo: [breve riassunto del testo del decreto]
pluriomicida della malavita: "ah adesso ho capito...sai che ti dico, quando avevo la tua età io per ste minghiate in prigione mica ci si finiva, i ladri finivano in prigione e i buoni facevano le leggi per mandarli, adesso i buoni finiscono in prigione e d i ladri fanno le leggi....ma una domanda te la posso fare?"
ragazzo: "ehm...si si certo"
pluriomicida della malavita: "ma se le cose che mi hai raccontato non sono delle fantasagoriche minchiate, e te non hai ucciso nessuno, e se veramente sei in priglione per quello che hai fatto, pensi che quando esco di qui ce la faccio a diventare presidente del consiglio?"
FINE
BWAHAHAAH voglio questo boss come presidente del consiglioooooo
Per il resto sottoscrivo quello detto da Savatage, questa è una legge spauracchio e basta, tutto fumo negli occhi e totalmente inapplicabile.
Tra parentesi sono ancora traumatizzato dall'ultimo film che ho scar...ehm visto al cinema. Mamma mia che schifezza immonda, ricordatemi di non scar...ehm andare più a vedere film d'orrore giapponesi.
Ciao!
che un fascio di luce illumini le tenebre e ridà speranza?
-----Decreto Urbani: al via il dietrofront-----
27/05/2004 - 15:44
Via le sanzioni penali, il bollino virtuale e le tasse sui software di masterizzazione. La deputata Gabriella Carlucci in una lettera aperta annuncia le modifiche al Decreto Urbani. Si chiede un maggior dialogo fra le parti
Il Governo mantiene le promesse e presenterà domani al Senato le modifiche alla legge Urbani invocate da più parti. Secondo quanto espresso dalla deputata Gabriella Carlucci in una lettera a QuintoStato, verrà ripristinato in più punti il testo originale della legge sul dirito d'autore.
Verrà dunque cancellata la possibilità di sanzioni penali per chi condivide file protetti sulle reti Peer to Peer per fini personali, verrà cancellato il bollino virtuale da apporre sulle opere d'ingegno distribuite via Internet e le tasse su masterizzatori e software.
Alle modifiche, concordate con il Ministro Urbani, verrà concessa una «corsia preferenziale» e dovrebbero essere approvate dopo la pausa elettorale in programma per il 12 e 13 giugno prossimi.
Nella lettera la Carlucci fa appello alla necessità di un dialogo più esteso tra le parti coinvolte nei principali nodi di discussione. In particolare la Carlucci sottolinea come sul caso Urbani si siano verificate incomprensioni e contraddizioni che hanno minato lo sviluppo di un fertile dibattito: «se io voglio creare la mia copia personale di un cd regolarmente acquistato, pago la Siae 4 volte: la prima volta sul Cd originale, la seconda volta sul Cd vergine, la terza volta sul masterizzatore, la quarta volta sul software di masterizzazione».
La Carlucci premia il coraggio del Governo nel prendere posizione con il «perfettibile» decreto Urbani, e motiva i problemi emersi con l'urgenza nella quale il testo di legge è stato compilato. Rotto il ghiaccio, ora la proposta è quella di una «Commissione Bicamerale d'inchiesta» che estenda quanto più possibile il dibattito in tema Internet, affinchè le maggiori intelligenze del settore possano collaborare alla regolamentazione di un ambiente per il quale non tutti hanno in dote una specificità culturale adeguata.
Quella della Carlucci è una importante mano tesa a quel «Popolo della Rete» che più volte ha visto ignorata la propria protesta. Il sillogismo proposto in tema di P2P, inoltre, è quantomai lineare: «c’è una domanda fortissima di musica e di altre forme di opere dell’ingegno attraverso i canali della Rete; c’è un’offerta (legale) che è scarsa rispetto alla domanda; la domanda cerca altri sbocchi e li trova in un mercato illegale e pirata». Porte aperte, dunque, ai Music Store che poco alla volta vanno imponendosi anche nel vecchio continente, fermo restando la necessità di combattere la pirateria.
La lettera propone a corredo altri impegni formalmente presi dal Governo per il prossimo futuro: maggiore impulso alla e-democracy, ulteriore estensione della banda larga (al momento l'Italia sta recuperando il tempo perso con uno dei tassi di estensione maggiore in Europa) e migliore armonizzazione internazionale delle scelte programmatiche in tema Internet.
Si sono i motivi per i quali la legge è stata approvata...ovvero le promesse (indicate sopra nel reply di Fede) fatte dal ministro Urbani,infatti i (730 o qualcosa del genere)decreti da discutere presentati dall'opposizione (in modo da far passare i tempi per la conversione in legge del decreto) sono stati ritirati in attesa di queste modifiche..
In teoria doveva essere presentate martedì ma da quel che leggo i tempi si allungano..speriamo bene
Saluti con la manina
Molte voci hanno finalmente trovato conferma..ora speriamo ci voglia poco perchè cambino la legge
"Saranno tre i punti della legge Urbani che verranno cambiati: quelli sostanzialmente controversi. Ad annunciarlo è stato lo stesso Ministro Stanca, tra i ministri il più sensibile alla voce della rete.
Le modifiche su cui si è concordato di intervenire, recependo in tal modo pure le indicazioni dell'opposizione, sono:
Le penalizzazioni attualmente previste per chi duplica e diffonde, anche in Rete, copie pirata di film e musica "per trarne profitto" saranno invece applicate solo a chi lo fa "a fini di lucro", in tal modo verrà precisata meglio la fattispecie del reato e, quindi, ristretta l'area di applicabilità della norma.
Con lo stesso emendamento, inoltre, sarà limitata l'incidenza del prelievo a favore della SIAE sulla vendite degli apparati di produzione (masterizzatori, etc.).
Infine, verrà istituita una Commissione per la ridefinizione delle modalità di tutela del diritto di autore concernente la diffusione delle opere dell'ingegno per via telematica (il cosiddetto "bollino blu"), che verrà costituita con decreto del Ministro per l'Innovazione e le Tecnologie, su proposta del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, presso il Dipartimento per l'Innovazione e le Tecnologie della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Questa è dunque la conclusione della riunione cui hanno preso parte i ministri Giuliano Urbani e Lucio Stanca, il sen. Franco Asciutti e l'on. Ferdinando Adornato, presidenti delle commissioni parlamentari di merito per la legge vigente in materia."
Saluti con la manina
mmmmm
sono buone notizie le tue
dobbiamo aspettare l'effettiva ratifica
dovrebbe avvenire intorno a metà giugno...
Si in realtà doveva già essere fatta..poi sono state spostate a inizio giugno,adesso si parla dopo le europee (quindi metà mese)..speriamo non vadano oltre -__-'
Non ci resta che aspettare
Saluti con la manina
Internet - Urbani 1-1
Depositato il nuovo disegno di legge che impone un cambio di rotta radicale, tanto da suscitare le ire delle major. Soddisfazione dei Verdi. Cortiana scrive ai lettori di PI e avverte: non è ancora finita. Le notizie e i commenti
01/06/04 - News - Roma - Non è ancora la notizia che tutta la rete sta aspettando ma ci manca poco: le modifiche alla Legge Urbani non sono più soltanto buoni propositi ma sono esplicitate in una proposta normativa che sulla carta ha l'appoggio della maggioranza e dell'opposizione nonché del Governo. Passati i giorni di sospensione dei lavori parlamentari prevista per le elezioni europee, è lecito ritenere che in breve tempo le modifiche saranno realizzate.
Le modifiche contenute in un disegno di legge appena depositato prevedono la cancellazione delle sanzioni penali per l'uso personale di file protetti scaricati dalla rete. Torna dunque la locuzione "a fini di lucro" che tende quindi a penalizzare chi fa commercio di opere abusivamente riprodotte. Ciò non toglie che scaricare file protetti rimanga illegale ma soltanto che l'abuso non sarà più penalmente perseguibile.
Il disegno di legge, oltre ad istituire la Commissione per capire internet di cui si è già parlato, cancella le tasse aggiuntive su masterizzatori e software di masterizzazione, accogliendo così le fortissime critiche espresse dalle major del software.
Inutile dire che le modifiche contenute nel disegno di legge, che rispondono agli impegni assunti dal ministro Urbani e dal Governo non piacciono alle major. In questo senso si è espresso il direttore generale di FIMI, Enzo Mazza, secondo cui il clima elettorale sta condizionando l'operato di certi politici.
C'è chi pensa di regalare musica gratis dalla rete per fini elettorali - ha affermato Mazza - ma purtroppo ci sono trattati internazionali da rispettare e il download per uso personale non esiste. Reato era e reato rimarrà". Come noto, ancora prima del varo della Legge Urbani, Mazza in una intervista a Punto Informatico aveva sottolineato che le attività di condivisione rappresentano un reato e non un semplice illecito.
"Perchè il Ministro Stanca - si chiede ora Mazza - non regala invece linee telefoniche gratis agli italiani o banda larga gratis per tutti? Chi ha detto che la crescita della rete debba andare a discapito dei contenuti? Si continua con l'inaccettabile politica di avvantaggiare i contenitori a discapito dei contenuti, così la musica muore e le piattaforme di distribuzione online non decolleranno mai". Secondo Mazza, la presentazione delle modifiche equivale a quello che ha definito un ricatto. Mentre i dati mostrano un declino nel file sharing illegale, segno che si era sulla strada giusta, il Governo fa marcia indietro cedendo al ricatto dei pirati informatici, è assurdo".
Sulla stessa linea anche i commenti di Davide Rossi di Univideo, secondo cui con queste novità si rischia di discutere una questione tanto delicata "partendo dal presupposto sbagliato della differenza tra fine commerciale e non commerciale". Secondo Rossi "un baratto digitale non è altro che una primitiva forma di commercio fatta sulle spalle di altri". L'esponente dell'industria dell'audiovisivo ha spiegato che "qualcuno vorrebbe che tutto fosse concesso, purché sia ad uso privato. È pazzesco che si presenti come progresso quello che invece è solo far west".
Il varo del disegno di legge è stato invece accolto con favore dai Verdi, che come noto si sono opposti con ogni mezzo alla Legge Urbani, secondo i quali comunque "la mobilitazione del popolo della rete non si fermerà qui" perché dovrà accompagnare, a loro dire, una "veloce approvazione" delle nuove misure, affinché passino in via definitiva entro l'estate. Soddisfazione l'ha espressa anche il deputato diessino Pietro Folena che, sebbene il proprio gruppo si sia astenuto sia alla Camera che al Senato in occasione del voto sulla Legge Urbani, ritiene "positivo" l'annuncio delle modifiche al decreto Urbani. "Le pressioni del popolo di internet hanno funzionato - ha dichiarato Folena - e di tutto ciò dovremmo gioirne tutti: si sta sperimentando una novità importante, la partecipazione diretta dei cittadini alla vita politica attraverso la Rete".
Di seguito la lettera del senatore dei Verdi Fiorello Cortiana ai lettori di Punto Informatico. Nella pagina successiva un autorevole commento sull'attuale situazione giuridica in materia di diritto d'autore.
La lettera di Cortiana (Verdi)
Gent. Direttore,
La presentazione da parte del Governo del disegno di legge che, con un articolo specifico, ripristina una condizione civile per la rete e per i suoi utilizzatori costituisce un fatto importante. Il ministro Urbani ha rispettato la volontà espressa dal Parlamento con ordini del giorno molto chiari.
Coloro che si sono mobilitati, tanti, tantissimi, hanno quasi raggiunto l'obiettivo che ci eravamo prefissi. Ora è necessario mantenere la mobilitazione fino all'approvazione definitiva, per questo è importante l'impegno per lo sciopero delle connessioni del 6 giugno, che puo' essere anche più ampio di quello scorso.
Non ha senso aspettarsi che chi aveva espresso giudizi affrettati ed insulti rivolti a me ed ai verdi, adesso si scusi e faccia pubblica ammenda. È invece utile riflettere intorno alle ragioni di quell'atteggiamento e a cio' che ha costituito, invece, un fattore di successo. Non mi interessano le motivazioni di sciacallaggio politiche ed elettorali persino troppo evidenti, mi interessa fare capire che noi verdi siamo una forza di opposizione con il peso elettorale relativo che fino ad ora ci è stato dato e non solo un'utile metafora aperta. Che i tempi contingentati mi hanno dato 8 minuti per la discussione generale e l'illustrazione di 750 emendamenti! Che io non sono il ministro, per cui mi sono assunto con il gruppo verde la responsabilità di fare un uso negoziale e non testimoniale degli emendamenti che ho chiesto alla rete di aiutarmi a produrre. Che l'affermazione della questione della rete come questione democratica, come tale compresa dai parlamentari, richiede ancora molto impegno.
Piuttosto il fattore di successo è costituito dalla capacità di connessione, di condivisione e di azione collettiva di una rete di persone, di imprese, di associazioni, di nodi, che hanno agito come un blocco sociale dell'innovazione qualitativa.
Noi verdi ci siamo mossi con tempestività e coerenza alla Camera e al Senato, così al Parlamento Europeo contro la brevettazione del software, ma so bene che il "popolo della rete" è geloso della propria autonomia e non è disposto ad alcuna cessione della propria sovranità. Questo cambia la natura delle forme della partecipazione politica e della elaborazione dei suoi contenuti e costituisce una sfida cognitiva e culturale cruciale.
Cio' che occorre rilevare e condividere è la consapevolezza di costituire un blocco sociale dell'innovazione qualitativa, per quanto mobile, e che come tale puo' disporsi per agire non solo attraverso reazioni difensive, bensì con la definizione di proposte programmatiche da imporre all'agenda politica. Nonchè capace di condividere buone pratiche, che producono senso, identità e consuetudini sociali.
Per questo al Forum Sociale Europeo e al Congresso Europeo dei Verdi ho proposto di dare vita ad una "direttiva europea di iniziativa popolare" affinchè 2\3 dei parlamentari europei impongano alla Commissione Europea di istruire una direttiva per il pluralismo informatico e la libera disponibilità degli algoritmi. Per questo ho aderito alle iniziative di Quinto Stato e del Secolo della Rete per la costruzione in rete di una proposta programmatica sull'ICT. Così come membro della delegazione italiana al WSIS ho proposto ed ottenuto la costituzione di un tavolo per la definizione delle proposte italiane con la partecipazione degli stakeholders.
Per questo, infine, mi sembra importante utilizzare il tavolo tecnico-legislativo sul copyright in rete, del quale ho ottenuto la costituzione presso il Ministero dell'Innovazione Tecnologica, anche questo partecipato dagli stakeholders, compresi i detentori e produttori di opere di pubblico dominio. Tutto questo non sarebbe possibile senza una pratica compartecipata della\con la rete.
Per questo ringrazio tutti coloro che si impegnano in modo condiviso, per questo "non è che l'inizio".
di seguito una veloce ma importante overview sul diritto d'autore in Italia
Diritto d'autore e fine di lucro (Commento di V. De Cataldis)
Roma - Vorrei dare inizio a questa mia trattazione partendo da una breve analisi di due provvedimenti dell'autorità giudiziaria, il primo emesso dal Tribunale di Torino datato 13 luglio 2000 e il secondo dal Tribunale di Arezzo e datato 18 marzo 2003.
La prima sentenza disponeva l'assoluzione per un ferroviere, appassionato di navigazione Internet, accusato di ricettazione (art.648 c.p.) e violazione delle norme sul diritto d'autore (L.633/1941).
Nella specie, nel computer del ferroviere, a seguito di perquisizione e seguente sequestro, venivano trovati numerosi programmi per elaboratore elettronico per un valore complessivo di oltre 50 milioni di lire. Questi, ad un controllo successivo, non risultarono essere stati acquistati in originale: immediatamente furono contestati i reati di duplicazione abusiva di programmi per elaboratore elettronico (L.633/1941) e di successiva ricettazione.
La difesa dell'imputato, che confessò la duplicazione, venne condotta su due fronti. Da una parte si sostenne che i programmi immagazzinati nel hard disk del suo computer erano stati scaricati da Web; dall'altra si aggiunse che gli stessi furono acquistati dall'imputato a mezzo di riviste specializzate vendute in edicola e che in seguito i relativi supporti originali ( Cd Rom ) furono gettati perché usurati e, pertanto, inutilizzabili. Il Tribunale non ravvisando alcuna illiceità, per l'assenza del fine di lucro dietro la conservazione e la copia dei programmi, assolse l'imputato.
Nella seconda sentenza citata, il Tribunale di Arezzo affronta una fattispecie criminosa simile alla precedente ed in particolare avveniva che a seguito di indagini esperite a Roma per la vendita di software presumibilmente piratato vennero rinvenuti, in sede di perquisizione a carico di un tale D. L., vari bollettini relativi alla spedizione in contrassegno a più soggetti di software mediante corriere. Destinatario di una di queste spedizioni era l'imputato in questione il quale incluso in una mailing list detenuta dall'indagato risultava aver acquistato diversi CD da questo.
A seguito di perquisizione nella stanza dell'imputato venivano rinvenuti circa 30-35 cd che furono sottoposti a sequestro e che a seguito di successive analisi risultarono contenere copie masterizzate di videogiochi.
Immediatamente gli venivano contestati i reati di cui all'art.648 c.p. e di cui alla L.633/41. Il P.M. concludeva con la riqualificazione dell'ascritto reato in quello ex art. 16 L. 248/00 richiedendo solo l'applicazione di una sanzione amministrativa di Euro 155,00 e la confisca e la distruzione del materiale in sequestro e la pubblicazione della notizia su di un quotidiano.
Il Tribunale, difatti, non rilevando illiceità penale nella condotta dell'imputato, o meglio non ravvedendo alcuna azione volta al fine di lucro, disponeva l'assoluzione dello stesso, perché per la collocazione tenuta dall'imputato dei CD vicino alla consolle e per il fatto che questi non detenesse apparecchiatura idonea alla loro duplicazione, e per il fatto che i supporti venissero utilizzati al solo scopo di farne uso personale e cioè di giocare con la consolle in suo possesso, si escludeva qualsiasi concorso nella duplicazione abusiva del software in suo possesso e nella conseguente violazione del diritto d'autore. Gli era riconosciuto a suo carico solo la commissione di un illecito amministrativo.
Il legislatore del 2000 difatti, facendo propria l'esigenza di disciplinare espressamente tali fattispecie in rapida diffusione sul territorio nazionale prevedeva all'art. 16 della legge 248/00 che "Chiunque (...) acquista o noleggia supporti audiovisivi fonografici o informatici o multimediali non conformi alle prescrizioni della presente legge è punito, purché il fatto non costituisca concorso nei reati di cui agli articoli 171, 171-bis, 171-ter, 171-quater, 171-quinquies, 171-septies e 171-octies della legge 22 aprile 1941, n. 633, come modificati o introdotti dalla presente legge, con la sanzione amministrativa pecuniaria di lire trecentomila e con le sanzioni accessorie della confisca del materiale e della pubblicazione del provvedimento su un giornale quotidiano a diffusione nazionale".
La norma di cui all'art. 16 dunque sottrae dall'alveo della tutela penale, prevedendo solo una sanzione amministrativa, alcune condotte - tra cui l'acquisto - sempre che l'autore non abbia comunque concorso nella commissione dei reati previsti dalla disciplina a tutela del diritto d'autore. Trattasi dunque di norma residuale con la quale il legislatore ha sanzionato in modo meno rigido la condotta di chi acquista software illegale per uso personale, quasi prendendo atto del fatto che tale pratica è ormai assai diffusa in tutti i paesi, come il nostro, ove la tecnologia è divenuta fenomeno di consumo di massa.
Si ricorda incidentalmente che il d.l.vo n. 68/2003 abrogando l'art. 16 ha ulteriormente precisato la norma inserendola organicamente nella legge sul diritto d'autore all'art. 174 ter, mantenendo il regime sanzionatorio vigente.
Il diritto d'autore è dunque un principio del nostro ordinamento giuridico quanto mai controverso e discusso: recentissima è difatti una sua drastica riforma (disegno di legge n.72 del 22 marzo 2004 "c.d. Legge Urbani") con la quale il legislatore italiano ha deciso di adeguare la normativa vigente con il rapido incedere della moderna era digitale, ma con rimedi alquanto discutibili e che di moderno hanno ben poco.
Sicuramente il mutamento più evidente della disciplina si è registrato con il superamento della locuzione "fine di lucro" di cui alla L.633/41 sostituito da quella del "fine di trarne profitto" che, peraltro, la giurisprudenza italiana aveva individuato come limite per la punibilità in caso di duplicazione di software. La giurisprudenza più recente aveva preso, come si è detto, un orientamento ben preciso in tal senso: non è sanzionabile penalmente chi duplica software per fine di profitto ma non a scopo di lucro (ad esempio non per rivenderlo). Nell'art. 171 bis la locuzione "a fine di lucro" viene sostituita da "a fine di profitto", dunque, fino ad ampliare ancora di più la sfera di azione della sanzione penale che i principi di civiltà giuridica vogliono sia relegata ad extrema ratio. Precisamente la S.C. sanciva che...sostituire al dolo specifico del "fine di lucro" quello del "fine di trarne profitto", comporta un'accezione piú vasta, che non richiede necessariamente una finalità direttamente patrimoniale, ed amplia pertanto i confini della responsabilità dell'autore (Cass., sez. III, 25-06-2001), oppure il Tribunale di Torino,...il fine di lucro non può intendersi come comprendente anche il semplice risparmio di costi, ma deve limitarsi all'immediato incremento patrimoniale, che non è ravvisabile qualora la duplicazione sia avvenuta a fini personali (T. Torino, 13-07-2000).
In altre parole il legislatore ha intrapreso una brusca inversione di tendenza che rende vana l'opera di depenalizzazione intrapresa nel 2000, tramite una criminalizzazione generalizzata e sconsiderata di condotte ormai largamente diffuse, il file-sharing ossia il condividere e lo scaricare file da internet. È indiscutibile, peraltro, la considerazione che, qualora alla suddetta legge venga data applicazione, il carico di pendenze giudiziarie che si porterà dietro andrà ad ingolfare ulteriormente i già sovraccarichi organi di giustizia.
Uhm è un altro passo in avanti..sono ancora più ottimista
Però di tempi precisi,che è la cosa ora più importante,ancora non si dice niente neanche qua
Saluti con la manina
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Legge Urbani, scatta la prima denuncia
Il deputato europeo radicale Marco Cappato denuncia i gestori del sito web del ministero di Giuliano Urbani perché violano la Legge Urbani. Messi in rete illegalmente molti documenti coperti da copyright
10/06/04 - News - Roma - L'europarlamentare della Lista Bonino Marco Cappato ha reso noto di aver presentato un esposto alla Polizia amministrativa e postale nei confronti dei gestori del sito web del Ministero dei Beni Culturali per violazione della Legge Urbani.
Stando alla denuncia di Cappato, predisposta in collaborazione con l'avvocato Fabrizio Veutro e con il direttore di Linux Magazine Emmanuele Somma, il Ministero ha violato il comma 1 del Decreto legge 22 marzo 2004 n.72 convertito in legge con modificazioni dalla Legge 21 maggio 2004 n.128, la Legge Urbani appunto.
La violazione riguarda la pubblicazione via Internet di una grande quantità di contenuti protetti da diritto d'autore in un modo ritenuto illegale. "Il sito del Ministero - afferma Cappato - immette in rete numerose opere dell'ingegno prive dell'idoneo avviso prescritto dalla legge".
Come noto, la contestatissima Legge Urbani tra le altre cose impone a tutti coloro che pubblicano materiale protetto di aggiungervi un "idoneo avviso circa l'avvenuto assolvimento degli obblighi derivanti dalla normativa sul diritto d'autore e sui diritti connessi". L'avviso, stando alla legge, dev'essere di adeguata visibilità e deve contenere l'indicazione delle sanzioni previste dalle normative sul diritto d'autore.
Inoltre, sebbene le modalità tecniche di pubblicazione dell'avviso debbano essere compilate seguendo un regolamento che sarà emanato in futuro e in accordo con la SIAE, la Legge Urbani prescrive che già oggi tale avviso debba esistere con "caratteristiche tali da consentirne l'immediata visualizzazione".
"In questo momento - ha dichiarato Cappato - praticamente tutti i siti web potrebbero essere in violazione della Legge Urbani, perfino quello del Ministro che ha voluto la legge". "Non è chiaro peraltro - ha continuato - l'ambito di applicazione di questo idoneo avviso, che forse si trasformerà in un bollino virtuale con il regolamento tecnico e l'intervento della SIAE. Forse dovrà applicarsi a tutta la rete Internet, svelando così l'assurdità di una pretesa legislativa praticamente inattuabile e giuridicamente risibile. Forse invece riguarderà solo gli operatori italiani, che allora rimarranno ingiustamente discriminati rispetto agli stranieri privi di simili incombenze".
Secondo Cappato, alla riduzione della libertà di espressione coincide anche un danneggiamento grave del software "se questa normativa non sarà presto modificata o, meglio, del tutto abrogata". L'industria del software tradizionale, secondo Cappato, "dovrà probabilmente sopportare ingenti spese per adeguare la procedura di distribuzione nel mercato italiano, rispetto a una normativa che non ha riscontro nel resto del mondo".
"Per motivi simili - ha continuato l'esponente radicale - questa disposizione della Legge Urbani ostacola il software libero, il cui sviluppo è frutto di un'intensa e perpetua collaborazione internazionale che non può sopportare pesi e vincoli territoriali. Gli autori di Software Libero, inoltre, non hanno alcun interesse a limitare, controllare o anche solo appesantire con inutili avvisi la diffusione in rete delle loro opere, anche attraverso i canali del file-sharing".
Nell'imporre la visualizzazione di normative e ammonimenti vari sulle sanzioni previste dalla legge sul diritto d'autore, la Legge Urbani sembra muovere dall'erroneo principio per cui la diffusione di un'opera dell'ingegno debba essere sempre controllata o gestita dall'originario titolare dei diritti, e che al di fuori di tale controllo sia sempre illecita, dimenticando così che la comunicazione e la riproduzione di un'opera in rete sono diritti che l'autore può anche decidere di concedere agli utenti, impiegando una licenza libera quale la GPL per il software o una licenza Creative Commons per le altre opere. "In definitiva - ha concluso Cappato - si tratta di una legge miope e protezionistica che nel dichiarato intento di "promuovere la diffusione al pubblico e la fruizione per via telematica delle opere dell'ingegno", di fatto realizza l'effetto esattamente opposto".