In effetti la legge dovrebbe essere rivisitata corretta e molto limitata entro la prossima settimana..
Il governo ci tiene ad essere rieletto..
Si brinda!!!!!!!!!!
tanto non cambiava nulla... come si legge nell'articolo sul presidente dell'associazione dei provider italiani controllare tutto il traffico p2p è una cosa infattibile x costi e risorse disponibili...
P.S.: la legge europea sull'uso personale è stata interpretata male, ha solo messo in chiaro che è legale creare copie di backup del proprio materiale, metre prima era illegale pure quello :P
giorno nuovo, articolo nuovo
-----P2P, la retromarcia di Urbani----
Sull'onda delle proteste, il ministro decide di cancellare le sanzioni per il download ad uso personale. Il testo sarà dunque corretto. Soddisfatta l'opposizione ma rimangono cauti i provider. La Carlucci pensa ad una nuova tassa
02/04/04 - News - Roma - La guerra non è ancora vinta ma i sostenitori delle libertà digitali tirano un sospiro di sollievo. Il ministro Giuliano Urbani ha infatti invitato i deputati che stanno esaminando il suo decreto alla Camera a cancellare dallo stesso le sanzioni previste a carico degli utenti o, più precisamente, a non sanzionare il download di file ad uso personale.
Il nuovo approccio presentato ai deputati della Commissione Cultura che stanno esaminando il provvedimento ha incontrato l'apprezzamento di maggioranza ed opposizione. Fin dal suo primo apparire il decreto aveva sollevato una enorme quantità di critiche e nelle scorse ore era emerso un orientamento diffuso, anche nella maggioranza, per apporre modifiche sostanziali al testo messo a punto dal titolare del dicastero dei Beni culturali e approvato dal Consiglio dei Ministri. Oltre al ministro delle Comunicazioni Gasparri, rilievi e perplessità su alcuni aspetti del decreto erano stati espressi anche dalla relatrice del provvedimento in Commissione, Gabriella Carlucci (Forza Italia), e dal suo collega di partito Antonio Palmieri.
"La decisione del Governo - ha dichiarato Franca Chiaromonte, deputata diessina membro della Commissione - rappresenta un primo passo verso l'apertura di una discussione che dovrà, senza alcun dubbio, riguardare i molti altri lati deboli di questo provvedimento: l'attribuzione al dipartimento della pubblica sicurezza di poteri di indagine spettanti all'autorità giudiziaria; l'uso di terminologie incoerenti con le definizioni previste dalle normative europee; l'assegnazione implicita ai provider di funzioni a carattere ispettivo che non possono certo riguardare chi svolge un'attività imprenditoriale; il rischio della violazione della privacy degli utenti di Internet e, infine, la evidente disparità di trattamento e di tutela delle opere protette dal diritto d autore".
Alla dichiarazione dell'on. Chiaromonte, che ha ripreso in toto le tesi già sostenute nella questione pregiudiziale presentata dall'opposizione per impedire l'esame del decreto, e poi ritirata, ha fatto seguito anche una presa di posizione di altri esponenti dell'opposizione. Secondo il senatore Fiorello Cortiana, presidente dell'Intergruppo Bicamerale per l'Innovazione Tecnologica, "la disponibilità della maggioranza e del presidente della VII Commissione Adornato, in accordo con il Ministro Urbani, a eliminare le sanzioni contro chi scarica file per uso personale dal decreto è un passo importante per evitare una criminalizzazione di massa di milioni di cittadini. Ora aspettiamo di vedere il testo della proposta emendativa della maggioranza. Le decine di migliaia di firme contro quella scelta e la mobilitazione del popolo della rete hanno ottenuto un primo riscontro".
Nei prossimi giorni, dunque, la Commissione continuerà a lavorare sul decreto seguendo nuove direttrici. Da un lato si renderà omogeneo il trattamento per tutte le opere dell'ingegno e non solo per quanto riguarda i film, ma dall'altro si dovrebbe riuscire a superare il nodo che nel DL Urbani impegna i provider a svolgere un ruolo che non è quello del fornitore di servizi.
Su questo punto lo stesso Cortiana ha voluto sottolineare come, nonostante la lettera di Urbani, rimanga "assolutamente critico il passaggio del decreto che prevede che i provider, uno dei settori in crescita della nostra economia, divengano impropriamente i mastini di internet, controllori degli utenti in lesione della loro privacy. È dannoso confondere la questione del libero accesso ai contenuti e la questione della pirateria commerciale, oggi in mano alle organizzazione criminali. Ma questo richiede un approfondimento che potrà essere fatto in ambito legislativo, non attraverso un decreto legge d'urgenza".
Rimangono peraltro molto cauti proprio i provider. L'associazione AIIP contattata da Punto Informatico, in attesa di conoscere più approfonditamente già nei prossimi giorni l'orientamento della Commissione anche alla luce della posizione espressa dal Ministro, ha ribadito la propria preoccupazione per la formulazione dell'articolo 1, di cui già da più parti è stata chiesta la cancellazione, e, più in generale, per la non sufficiente distinzione tra fornitori di accesso e fornitori di servizi.
Riserve dei provider sono peraltro prevedibili anche rispetto ad una possibilità ventilata dalla Carlucci ieri, quella dell'imposizione di una "quota" tratta dai ricavi dei fornitori di connettività che andrebbe a compensare le copie fatte non a fini di lucro, similmente a quanto accade con le imposte sui supporti di registrazione, una sorta di nuova tassa su internet che, però, deve ancora essere discussa.
appena ho notizie nuove vi aggiorno subito
ciauzzzzzzzz
grazie mille degli aggiornamenti
e continuo a tirare sospiri di sollievo
news anche oggi
-----Dal DL Urbani alla Carta dei diritti?-----
La richiedono i sostenitori delle libertà digitali, tra cui il verde Cortiana. Più garanzie per utenti e operatori per far crescere il nuovo medium e non ostacolare mercato e innovazione
06/04/04 - News - Roma - Il senatore dei Verdi Fiorello Cortiana, presidente dell'Intergruppo Bicamerale per l'Innovazione Tecnologica, non ha usato mezzi termini per attaccare il decreto Urbani durante una conferenza sulle frontiere della comunicazione telematica che si è svolta a Firenze lo scorso sabato durante il convegno "Terrafutura" sulle nuove prospettive dello sviluppo economico e sociale. Si è parlato di open-source e pubblica amministrazione, di diritto alla comunicazione ma sopratutto delle ultime, rilevanti novità della legislazione italiana in materia telematica.
Cortiana ha ancora una volta sferrato un assalto al famoso decreto salvacinema, che anch'eglio definisce "decreto Grande Fratello", aggiungendo che "il P2P a fini non commerciali non è pirateria". Nonostante questo, le istituzioni promuovono un controllo tout-court della Rete e nel tentativo di tutelare la proprietà intellettuale limitano la libertà di comunicazione. Questi elementi di controllo non possono "essere dettati da logiche mercantili che minano la libertà personale", che pretendono di trasformare i provider in controllori dell'attività comunicativa. Gli utenti non sono semplici consumatori ma hanno il diritto di scegliere delle tecnologie libere, basate sulla libera circolazione dei dati digitali.
Secondo Cortiana, impegnato in una battaglia parlamentare per scardinare le agende politiche che pretendono di controllare la Rete, "è evidente che se di volta in volta si riprorranno controlli sull'attività telematica del cittadino, sempre più persone si mobiliteranno per ottenere una carta dei diritti della cittadinanza telematica".
Vi è pertanto la necessità di una direttiva europea di iniziativa popolare per salvaguardare la libertà della Rete, perchè ormai i "tempi sono maturi": l'esplosione di nuove testate giornalistiche, portali e comunità virtuali, denota che Internet è l'ambiente sociale del futuro. L'obiettivo fondamentale, emerso nel corso della conferenza fiorentina, è di estendere a livello europeo la tutela della libera riproducibilità dei saperi, attraverso l'uso estensivo di licenze pubbliche come GPL e Creative Commons.
Come ha ricordato Jason Nardi di Unimondo.org, in questi anni è sempre più importante dover contrastare la privatizzazione dei saperi ed affermare i diritti globali per vivere in una società aperta, democratica e libera.
Durante la prima fase del WSIS, il Summit mondiale sulla società dell'informazione (Ginevra, 2003 - Tunisi, 2005), furono stabilite delle verità inconfutabili sulla necessità della libertà telematica: "La comunicazione è un processo sociale fondamentale, un bisogno umano di base ed il fondamento di qualsiasi organizzazione sociale".
E' bello come riescano sempre a trovare la soluzione sbagliata ai problemi.
Sentiti Complimenti.
Jaqen
Non c' è da stupirsi...... siamo in Italia
-----DL Urbani, cancellate le sanzioni-----
A brevissimo arriverà il testo riformulato della normativa che abrogherà le sanzioni a carico degli utenti. Sarà esaminato dalla Camera. Rimangono i grossi problemi per i provider e arrivano le sorpresine di primavera
08/04/04 - News - Roma - Una stesura definitiva ancora non c'è ma la relatrice del provvedimento su cinema e pirateria Gabriella Carlucci ha assicurato che, come anche lei ha proposto in commissione Cultura, verranno cancellate le sanzioni previste a carico degli utenti.
Si tratta, evidentemente, di un grande risultato per il vasto movimento di opinione che in queste settimane ha accompagnato la nascita e la successiva approvazione del decreto legge proposto dal ministro ai Beni culturali Giuliano Urbani. Le sanzioni previste dal decreto, infatti, saranno abolite per chi fa uso personale di quanto scaricato. L'applicazione della normativa, per quello che sarà una volta rivista, si rivolgerà invece non più soltanto alla protezione delle opere cinematografiche ma, più in generale, a tutte quelle protette da diritto d'autore.
"Oggi in Commissione - ha confermato Ferdinando Adornato, presidente della commissione Cultura - abbiamo presentato il testo di modifica dell'articolo 1. Sono state quindi eliminate le sanzioni per chi scarica file da internet per uso personale e contestualmente abbiamo esteso le tutele previste da questo decreto per il settore audiovisivo a tutte le altre opere dell'ingegno. In particolare la musica e l'editoria".
L'Articolo 1 è stato sostanzialmente riscritto e, a dispetto delle numerose richieste in senso opposto, sono state mantenute le multe per i provider da 50 a 250 mila euro, sebbene gli operatori ora siano identificati con una definizione più specifica: "prestatori dei servizi della società dell’informazione".
L'emendamento Carlucci prevede che i fornitori di connettività per l’accesso ad internet dovranno riprodurre sulla propria home page un banner antipirateria, ossia un vistoso link che invii gli utenti che vi clicchino ad un sito specializzato che illustrerà le sanzioni previste dal decreto per coloro che useranno in modo illecito le copie di prodotti dell'ingegno protetti scaricati da Internet.
Secondo la Carlucci questo è un obbligo necessario per informare gli utenti: i fornitori che non aderiranno rischieranno multe dai 103 ai 10mila euro.
Ma la sorpresina, per così dire, destinata a colpire molti è l'introduzione, con il nuovo comma 6-quater, di una tassa sui masterizzatori e sul software di masterizzazione. A parere della Commissione, infatti, il 3 per cento sul prezzo di listino, proprio come già avviene per videoregistratori e registratori audio, deve essere esteso ai masterizzatori come imposto dalla naturale evoluzione delle tecnologie di registrazione, laddove sono considerate indispensabili "per il processo di copia privata".
Ulteriori dettagli e sorprese sul provvedimento si sapranno comunque entro il 21 aprile, giorno nel quale Adornato prevede che il provvedimento passerà all'esame della Camera.
Tra gli altri elementi di interesse anche il fatto che, nonostante le richieste in tal senso provenienti dalle forze dell'ordine, ai provider non verrà richiesto di conservare i dati delle connessioni più a lungo di quanto già previsto dalle attuali normative. Al contrario, qualora i cybercop ravvedano l'utilizzo illegale del network da parte di un abbonato, il corrispondente provider verrà informato affinché possa mettere in atto misure atte ad impedire la prosecuzione del comportamento illegale. In questo senso dunque non sembra essere stata ridefinita quella parte del decreto Urbani che, a detta della quasi totalità degli intervenuti sulla questione, trasforma i provider in "sceriffi".
Come aveva assicurato la stessa Carlucci nelle scorse ore, invece, il provvedimento non contemplerà alcuna nuova tassa sulla connettività come era stato ventilato nei giorni scorsi.
"Il nuovo testo del decreto antipirateria che il governo porterà alla discussione dell'Aula - ha dichiarato Giovanna Grignaffini, capogruppo dei DS in commissione Cultura - rappresenta una vittoria per i Democratici di Sinistra. La riformulazione non prevedrà le sanzioni destinate agli utenti di Internet che scambiano file per uso privato, sarà allineata alle norme europee e riguarderà tutte le opere protette dal diritto di autore". "Il governo - ha proseguito Grignaffini - dopo il ritiro delle pregiudiziali di costituzionalità da noi presentate ha eliminato, infatti, il comma 2 che prevedeva pene pecuniarie fino a 1500 euro a chi effettua il così detto filesharing. A fronte delle rassicurazioni e dell'impegno assunto dal Governo sul decreto, restano da chiarire ancora alcuni aspetti. In particolare i temi che riguardano le funzioni di controllo attribuite ai provider".
Soddisfazione ma anche cautela è stata espressa dal senatore dei Verdi Fiorello Cortiana, presidente dell'Intergruppo bicamerale per l'Innovazione tecnologica, secondo cui "la relatrice Carlucci che mi ha confermato la sua intenzione di proporre la soppressione degli aspetti più vessatori del decreto, come le sanzioni per chi scarica contenuti per uso personale e senza fini di lucro e il fatto che i provider debbano controllare le azioni degli utenti". "Il Governo - ha spiegato Cortiana - ha infatti assunto gli emendamenti della relatrice nel corso della discussione. Se queste sono le linee guida del cambiamento radicale dell'articolo 1 del provvedimento, sarebbe una importante vittoria del popolo della rete, capace di contrastare efficacemente un provvedimento nato male. Devo dare atto all'on. Carlucci di un lavoro intelligente ed efficace, teso a sentire tutte le parti in causa. Attendo però di vedere il testo che approderà in aula, per verificare se il Governo terrà fede all'impegno preso in Commissione, perché sono convinto che la strada che porta alla costruzione di una legge capace di salvaguardare i diritti degli utenti di internet sia ancora lunga".
Per la cronaca, ieri un'associazione di cui non si conosce l'identità avrebbe presentato una denuncia contro il decreto Urbani alle autorità regolamentari dell'Unione Europea. Nella denuncia si afferma che "le norme nazionali sarebbero state adottate senza rispettare la procedura stabilita dalla direttiva 98/34 sulla Trasparenza, che obbliga gli Stati a notificare i progetti delle regolamentazioni tecniche relative ai prodotti e ai servizi della società dell'informazione alla Commissione e agli altri Stati membri prima che queste siano adottate nelle legislazioni nazionali". L'esposto chiede l'accertamento dei fatti e, se è il caso, l'apertura di una procedura di infrazione contro l'Italia.
Secondo l'industria del cinema, peraltro, il problema della pirateria non riguarda tanto o soltanto il mezzo quando l'aspetto "culturale". Come ha dichiarato Pupi Avati, presidente di Cinecittà Holding, "l'ambiguità nei confronti del fenomeno ha determinato il fatto che in Italia la pirateria non sia percepita come un reato, anzi l’extracomunitario che vende CD per strada o il ragazzetto che scarica film via Internet vengono guardati con una certa simpatia". Da parte sua il produttore Aurelio De Laurentiis nelle scorse ore ha sottolineato che, quando si viene alla repressione della pirateria, "non si tratta di limitare le libertà individuali o di criminalizzare i provider. Semplicemente di ribadire che la proprietà intellettuale deve essere garantita anche in rete: i contenuti non possono essere gratuiti".
La strada da fare, come temuto da Cortiana, potrebbe dunque essere davvero ancora molto lunga.
Per tenervi ancora aggiornati... le news di oggi:
-----DL Urbani, interviene l'on. Carlucci-----
Relatrice del provvedimento, la parlamentare di Forza Italia ha ieri diramato una nota per spiegare le novità previste dal decreto che si avvia, nelle prossime settimane, ad essere convertito in legge dello Stato. Ecco il testo
09/04/04 - News - Roma - "Decreto-legge Urbani: attenuate e graduate le sanzioni contro la pirateria (da 1.500 a 154 euro), ma estese a tutte le opere dell'ingegno (musica editoria, software)"
L'on.Gabriella Carlucci, responsabile spettacolo di Forza Italia, relatrice sul decreto-legge anti-pirateria fortemente voluto dal Ministro Urbani, segnala che il Governo ha accolto, facendoli propri, tutti gli emendamenti della relatrice, i quali prevedono un'attenuazione delle sanzioni contro la pirateria per coloro che agiscono per uso esclusivamente personale e senza fini di lucro, ed un'estensione delle norme all'insieme delle opere dell'ingegno.
Carlucci si dichiara soddisfatta, perché questo risultato cerca di coniugare intelligentemente le ragioni della libertà individuale, di cui internet è lo strumento sovrano, e le comunque legittime esigenze di tutelare i diritti degli autori e dei produttori di contenuto. Il "content" (musica, cinema, audiovisivo, editoria) si conferma come la risorsa più preziosa della cultura e dell'economia nazionale.
Il risultato è frutto di una delega che Carlucci ha acquisito dal Ministro Urbani, d'intesa con Gasparri e Stanca, affinché venissero ascoltate le voci più rappresentative dell'universo internet italiano, dai provider a Telecom e Fastweb, dalla Siae alle associazioni di consumatori, e venissero identificati i più adeguati correttivi alla prima versione del decreto-legge, approvato d'urgenza dal Consiglio dei Ministri il 12 marzo.
La relatrice si è quindi fatta promotrice di un rapido ma ampio giro di consultazioni, ed ha elaborato una serie di emendamenti che sono stati apprezzati anche dall'opposizione: dal sen. Cortiana (Verdi) agli onn. Grignaffini e Chiaromonte (Ds) a on. Colasio (Margherita). Il "popolo della rete" vede confermata la sua libertà, ma viene imposto il rispetto di regole essenziali per lo sviluppo delle industrie creative nazionali.
La nuova versione del decreto-legge elimina la sanzione amministrativa inizialmente prevista, riconducendo la trasgressione nell'ambito della vigente normativa sul diritto d'autore: la sanzione amministrativa è stata ridotta da 1.500 a 154 euro, che salgono a 1.032 soltanto in caso di recidiva.
La nuova norma prevede che qualsiasi opera dell'ingegno resa disponibile su internet, anche con sistemi di condivisione (file-sharing), debba recare un avviso relativo l'avvenuto rispetto degli obblighi previsti dalla legge sul diritto d'autore.
Il decreto conferma la liceità della cosiddetta "copia privata", ovvero della riproduzione privata di fonogrammi e videogrammi, effettuata da persona fisica per uso esclusivamente personale, senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali. Pesanti le sanzioni penali, invece, se il fatto è commesso per uso non personale: reclusione da 6 mesi a 3 anni.
Infine, è stato introdotto un prelievo del 3 per cento sul prezzi al listino dei masterizzatori di dvd (esiste già, dal 1992, un prelievo simile per i videoregistratori e registratori audio).
Il provvedimento diverrà legge dello Stato entro poche settimane
e intanto però un sacco di server opennap italiani chiudono perchè se la fanno sotto...doh
nuove news..oggi da strasburgo
-----DL Urbani, interrogazione a Strasburgo-----
Il parlamentare europeo radicale Marco Cappato chiede alla Commissione di valutare se il Governo italiano non debba ritirare il contestato decreto, visto il conflitto con le normative europee
14/04/04 - News - Roma - Nelle scorse ore il parlamentare europeo della Lista Bonino Marco Cappato, ha presentato una interrogazione alla Commissione europea sul contestatissimo decreto legge Urbani su cinema e pirateria, un decreto che, come noto, è in fase di rielaborazione al Parlamento e che ha suscitato vive preoccupazioni e proteste dentro e fuori dalla rete.
Cappato, certo non nuovo ad iniziative sul fronte delle libertà digitali, nell'interrogazione ripresa da Radicali.it, pone alcuni quesiti circa la compatibilità del decreto con la normativa europea. Le modalità di presentazione impongono alla Commissione europea di rispondere entro tre settimane, dunque in tempi assai brevi. Ma ecco il testo:
"L'art. 1 del decreto legge summenzionato definisce alcune misure di contrasto alla diffusione telematica abusiva d'opere cinematografiche e assimilate. In particolare il decreto prevede la punibilità di chi diffonde al pubblico per via telematica, anche mediante programmi di condivisione di file tra utenti, un'opera cinematografica o assimilata protetta dal diritto d'autore, o parte di essa, mediante reti e connessioni di qualsiasi genere;
Il decreto introduce inoltre l'obbligo in capo ai fornitori di connettività e di servizi di comunicare alle Autorità di polizia le informazioni in proprio possesso utili all'individuazione dei gestori dei siti e degli autori delle condotte segnalate e a porre in essere tutte le misure dirette ad impedire l'accesso ai siti o a rimuovere i contenuti segnalati.
Considerando che tali misure creano disarmonie e differenti condizioni per gli operatori europei del settore, non ritiene la Commissione che il governo italiano dovesse notificare il summenzionato decreto legge, ai sensi della direttiva 98/34?
L'art. 1 del decreto legge appare contrastare con alcune disposizioni della normativa comunitaria, segnatamente la direttiva 2000/31. Ritiene la Commissione che il governo italiano dovesse procedere alla notifica preventiva al fine di verificare un'eventuale incompatibilità con la normativa europea?
Ritiene la Commissione che la mancata notifica, sia per ragioni di tipo procedurale che di tipo sostanziale, comporti l'obbligo per il governo italiano di ritirare il summenzionato decreto e di notificarlo quindi alla Commissione prima di una sua nuova approvazione?
Ritiene infine la Commissione che, in presenza di una mancata notifica delle misure previste all'art 1, le disposizioni ivi contenute non siano applicabili?"
continuo con le news...spero che vi interessino...
-----Urbani: non ce l'abbiamo con i giovani-----
Il ministro torna sull'argomento più spinoso del momento, il suo decreto legge su cinema e pirateria che la Camera si appresta a convertire in legge con modifiche sostanziali. Raggiunto - dice - un punto di equilibrio. Preoccupati gli ISP
15/04/04 - News - Roma - "Pugno di ferro per chi ruba a scopo di lucro, massima comprensione per chi lo fa a scopo individuale, che poi sono soprattutto i giovani". Con queste parole ieri il ministro ai Beni culturali, Giuliano Urbani, è tornato sulla questione del decreto legge su cinema e pirateria che tante polemiche ha scatenato.
Urbani, che ha parlato a latere della presentazione della società Arcus, organizzazione che si propone di valorizzare la cultura italiana, si è detto soddisfatto del dibattito in Commissione che ha messo al centro il proprio decreto. La conversione dello stesso, ha dichiarato Urbani, "sta andando molto bene".
Dinanzi alle proteste dei provider, alla petizione che ha raccolto l'adesione di decine di migliaia di utenti, alle pesanti considerazioni dell'opposizione, Urbani ha spiegato che le novità sono arrivate "dopo una prima perplessità da parte di alcuni verso la necessità di colpire la pirateria a scopo individuale, quella dei giovani".
Secondo il Ministro, dunque, si è giunti ora ad un "punto di equilibrio", costituito dal fatto che il testo che verrà approvato in Commissione è destinato a "prevedere sanzioni penali per tutti coloro che rubano a scopo di lucro". Stando ad un lancio AGI che ha ripreso le dichiarazioni del Ministro, Urbani avrebbe anche dichiarato che "per chi invece compie il furto a scopo di consumo individuale scattano due fattispecie: se l'opera non è coperta dal diritto di autore non accade nulla, chi ha rubato non paga alcun fio perché ha attinto ad una terra di nessuno; restano piccole sanzioni amministrative a scopo simbolico se invece l'opera è coperta dal diritto d'autore".
Nessun accenno, per ora, alla questione che sembra centrale nella vicenda della normativa, ovvero quali siano gli strumenti per procedere alle contestazioni di illecito se l'utente scarica materiale protetto e, soprattutto, quale debba essere il ruolo dei provider in questo quadro.
Da questo punto di vista, fondamentale per le libertà digitali, le anticipazioni sul nuovo testo, tra cui quelle fornite dalla relatrice Gabriella Carlucci, non convincono ma anzi preoccupano proprio gli ISP.
Non solo, infatti, non vengono rimosse le pesantissime sanzioni previste a carico dei prestatori di servizi della società dell'informazione, definizione che comprende anche i fornitori di accesso e non solo quelli di servizi, ma a questi soggetti può essere richiesto di rimuovere l'account di un utente non solo da parte dall'autorità giudiziaria ma anche dal ministero dell'Interno. Una disposizione che solleva evidentemente importanti dubbi di costituzionalità.
Inoltre, le attuali formulazioni possono indicare nei provider i responsabili di eventuali operazioni di diffusione di opere protette promosse tramite le proprie reti, anche se ciò è evidentemente ascrivibile al comportamento illecito solo dell'abbonato. Come a dire, dunque, che anche nella nuova formulazione non viene espresso con chiarezza un principio essenziale, quello della irresponsabilità dei provider per l'uso che viene fatto dai propri utenti delle reti messe a disposizione.
Urbani non ha peraltro voluto fin qui commentare la denuncia contro il suo decreto presentata da un'associazione italiana all'Unione Europea né l'interrogazione parlamentare presentata nelle scorse ore dall'europarlamentare italiano Marco Cappato. In entrambe le iniziative si punta decisamente al conflitto del decreto con la normativa europea in materia di protezione delle proprietà intellettuali.
Particolare attenzione devono prestare gli utenti del peer-to-peer che ritengano che la legge italiana, con le modifiche al DL Urbani, consenta di condividere opere protette. Ciò non è vero: è anzi fin qui invalsa l'interpretazione delle leggi sul diritto d'autore che puniscono con multe fino a 2.065 euro chiunque diffonda a qualsiasi fine opere protette. Poiché fin qui la sola messa in condivisione di un file viene considerata diffusione, ne discende una diretta responsabilità sul piano legale. Viene cioè considerato illegale detenere sul proprio computer un file sul quale si ha un diritto d'uso per il solo fatto che ai contenuti di tale computer possano accedere terzi da remoto.
L'esame del provvedimento in Commissione riprenderà il 19 aprile.
/pesante ironia ON
bravo ministro!!ora si che va bene!!ci piace na cifra sto decreto :smack: :smack: :smack:
/pesante ironia OFF
governo ladro ma cosa sta facendo??da i contentini?
grazie a fede per il costante aggiornamento!!
settimana intensa di news, questa in particolare molto carina
-----DL Urbani, Governo nella tempesta-----
Gli emendamenti al DL non piacciono a nessuno, nemmeno ai produttori che temono lo snaturamento del decreto. FIMI: meglio se salta tutto. Gasparri minimizza e i provider attaccano. C'è persino chi organizza un flash-mob di scambio-CD
16/04/04 - News - Roma - La prima dichiarazione di guerra, all'indomani delle esternazioni del ministro Urbani sulla revisione del suo decreto legge, è giunta ieri dalla FIMI, la Federazione dell'industria musicale italiana, che ha sparato a zero sull'attuale "manomissione" dell'impostazione repressiva originale del testo.
"Secondo il ministro Urbani - ha dichiarato Enzo Mazza, direttore generale della FIMI - il decreto legge sul cinema va avanti bene? Non risulta, anche perchè il ministro rilascia dichiarazioni inquietanti come: "Pugno di ferro per chi ruba a scopo di lucro, massima comprensione per chi lo fa a scopo individuale, che poi sono soprattutto i giovani"."
"Perchè allora non fare un decreto legge per l'ingresso gratis negli stadi per i giovani oppure che ai giovani è consentito viaggiare senza biglietto sui tram o rubare a scopo individuale? - si chiede Mazza - Stiamo andando verso l'approvazione di una norma che ridurrà il livello di protezione della musica in Italia dopo una direttiva approvata un anno fa, altro che combattere con determinazione la pirateria come ha affermato il Presidente Ciampi".
"È una situazione paradossale - ha concluso Mazza - a questo punto è meglio che il decreto salti".
A tentare di calmare le acque ci ha provato il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri che ha parlato di un emendamento che sarà presentato dal Governo e che, proprio come temuto dai produttori, intende punire la diffusione delle opere protette solo se avviene con fini di lucro. Ma il suo tentativo ottiene l'effetto opposto.
A Gasparri risponde infatti a breve giro di posta Federico Motta, presidente dell'AIE, l'associazione degli editori italiani. "Siamo fortemente preoccupati per quanto previsto nell'articolo 1 del decreto salvacinema e per le ipotesi di modifica emerse in Commissione Cultura della Camera - ha affermato Motta - Stupisce e sconcerta ancora di più però che un ministro della Cultura dichiari che ci sarà massima comprensione per chi scambia via internet file piratati a scopo individuale, in particolare per i giovani. E che il ministro Gasparri vada in questa stessa direzione, con le sue dichiarazioni di poco fa".
Motta ha espresso la preoccupazione che "le proposte di emendamento avanzate in merito alla necessità di liberalizzare lo scambio di file via internet tra privati attraverso l'eliminazione delle sanzioni, già previste nel testo originale del decreto e dall'attuale legge sul diritto d'autore aprano la strada e persino incentivino un aumento incontrollato e selvaggio del livello, già altissimo, della pirateria su internet".
Ma Motta affonda la lama affermando ieri pomeriggio che "se le cose proseguiranno in questa direzione (...) il decreto antipirateria rischia di diventare il decreto per la pirateria. In questo modo gli oltre 800milioni di file illegali - che interessano non solo le opere letterarie, ma anche quelle della musica, del software e delle banche dati - verranno legalizzati. Saremmo l'unico paese in Europa che, in dispregio della normativa comunitaria e internazionale vigente, autorizza una pratica illecita di questo tipo. Sconcerta, lo ripeto, la visione del diritto d'autore - immotivatamente indulgente verso comportamenti illeciti - che il Governo dimostra d'avere. Ne prendiamo atto e ci riserviamo di fare ricorso nelle sedi più opportune per tutelare i nostri diritti, anche in ambito internazionale se sarà necessario".
Posizioni, quelle di FIMI e AIE, condivise anche da ANICA secondo cui serve una legge non una legge qualsiasi per il gusto di "dire che c'è una legge"...
E mentre per lunedì 19 alle 18 a piazza Navona un gruppo di blogger organizza un flash-mob contro il decreto Urbani durante il quale saranno scambiati CD musicali tra i partecipanti (vedi qui tutte le info), ieri l'associazione dei provider AIIP ha smontato pezzo per pezzo in un documento di approfondimento i presupposti giuridici del DL Urbani.
Nel documento, gli operatori hanno anche ricordato la sussistenza di sanzioni precedenti al DL Urbani, quelle contenute nelle attuali leggi sul diritto d'autore e che, come ricordava ieri Punto Informatico, colpiscono la diffusione di opere protette a qualsiasi titolo venga effettuata, scopo di lucro o meno.
In questo clima, lunedì 19 dovrebbe riprendere il dibattito in Commissione ma è evidente che in una situazione come quella che si è venuta a creare, dove nessuna delle parti interessate è felice del provvedimento, sul quale peraltro pendono questioni di legittimità costituzionale, di fattibilità tecnica e di compatibilità con le direttive europee, l'ipotesi di un ritiro del decreto si fa di ora in ora più concreta.
un po dichiarazioni delle parti interessate trovate in rete
La FIMI contro il decreto Urbani: 'Meglio che salti'
l decreto legge Urbani, che dovrebbe inasprire la lotta alla distribuzione elettronica “pirata” di prodotti cinematografici e anche musicali, non soddisfa l'industria discografica italiana. Anche perché le dichiarazioni rilasciate ultimamente ai giornali dal ministro per i Beni Culturali lasciano intendere un'intenzione di colpire pesantemente chi pratica il file sharing non autorizzato a fini di lucro, ma non chi vi ricorre per uso personale, com'è il caso di molti giovani utenti della Rete. “Perché allora non fare un decreto legge che preveda l'ingresso gratis negli stadi per i giovani, oppure stabilire che ai giovani è consentito viaggiare senza biglietto sui tram o rubare a scopo individuale?”, contesta il direttore generale della FIMI Enzo Mazza. “Stiamo andando verso l'approvazione di una norma che ridurrà il livello di protezione della musica in Italia dopo una direttiva approvata un anno fa, altro che combattere con determinazione la pirateria come ha affermato il Presidente Ciampi”, aggiunge Mazza. “E' una situazione paradossale, a questo punto è meglio che il decreto salti".
quindi sono contrari alle multe light per uso non personale
La FPM (federazione contro la pirateria musicale) in disaccordo con le ipotesi di modifica del decreto Urbani
Milano, 15 aprile 2004 – La Federazione contro la Pirateria Musicale esprime forte disappunto per le ipotesi di modifica al Decreto Urbani che paiono emergere dalla Commissione Cultura della Camera.
In particolare la preoccupazione deriva dalla proposta di formulazione dell’Articolo 1 del decreto, articolo che prevede l’obbligo di corredare le opere dell’ingegno immesse in rete con un avviso che certifichi l’avvenuto assolvimento dei diritti d’autore e dei diritti connessi. Il “fantomatico” avviso, totalmente inapplicabile da un punto di vista tecnico e giuridico, favorirebbe di fatto coloro che immettono in rete file illecitamente duplicati a scapito di coloro che intendono rispettare la normativa.
Ma a suscitare ancora maggiore preoccupazione è la volontà, confermata da assurde dichiarazioni di ben due Ministri della Repubblica, di “tollerare” il file sharing, identificandolo con una non meglio precisata “copia ad uso personale” (identificazione condotta in totale spregio alla normativa nazionale e internazionale in materia di diritto d’autore).
Il Decreto Urbani, se le ipotesi di modifica verranno confermate, assegnerà all’Italia un invidiabile primato: quello dell’unico Paese Europeo che tollera un’attività illecita come la condivisione in rete di file musicali, audiovisivi, informatici ed editoriali duplicati abusivamente e questo grazie al Decreto “salva pirati”, nato per proteggere il diritto d’autore e cresciuto con tutte le carte in regola per affossarlo.
Questi sono contrari al bollino blu per la musica
ANICA, no a modifica dl urbani
Roma, 15 apr. - (Adnkronos) - ''A seguito delle ventilate richieste di modifica, provenienti da piu' parti e anche dal Governo stesso, al Decreto Legge Urbani, che istituisce sanzioni contro la pirateria on-line''. Il Presidente dell'Anica, Gianni Massaro, ribadisce la sua ferma opposizione a qualsiasi compromesso che snaturi il provvedimento. ''Intendo confermare -spiega Massaro in un articolo apparso sull'ultimo numero di 'Cinema d'Oggi'- il pieno sostegno dell'Anica al Decreto Legge ed alla Relazione che lo ha accompagnato in sede di presentazione al Consiglio dei Ministri e la ferma opposizione a qualunque modifica che possa, comunque, legittimare cio' che e' illegittimo o, peggio ancora, criminoso sulla base del diritto penale comune''.
Questi invece voglio che il decreto tratti solo cinema e nient'altro
Pirateria Audiovideo: GASPARRI,Da Governo Emendamento a Decreto URBANI
Roma, 15 apr. - "Presto il Governo presentera' in Commissione Cultura della Camera, un emendamento al Decreto Urbani sull'antipirateria audiovisiva, che accoglie in pieno le istanze provenienti dal mondo di Internet e dagli Internet Service Provider, e fornisce un contributo di chiarezza e incisivita' alla lotta alla pirateria attraverso Internet".
"L'emendamento - ha chiarito il ministro - si propone di regolamentare la diffusione lecita delle opere attraverso la rete multimediale, mediante l'obbligo di informare l'utente dell'avvenuto pagamento dei diritti d'autore. Il nuovo reato di diffusione abusiva per via telematica di opere protette dal diritto d'autore, sussiste solo in presenza del fine di lucro.
Si e' inteso in tal modo colpire direttamente chi, della pirateria su Internet, fa un vero e proprio commercio".
"Il nuovo testo della disposizione - conclude il Ministro - costituisce il frutto di un intenso confronto tra tutte le categorie di soggetti coinvolti e dell'impegno personale e dei Ministri Urbani e Stanca a trovare una soluzione condivisa, senza minimamente allentare la lotta alla pirateria"
Il governo invece conferma tutte le modifiche
AIE, l'associazione degli editori italiani, preoccupatiper le multe light
A Gasparri risponde infatti a breve giro di posta Federico Motta, presidente dell'AIE, l'associazione degli editori italiani. "Siamo fortemente preoccupati per quanto previsto nell'articolo 1 del decreto salvacinema e per le ipotesi di modifica emerse in Commissione Cultura della Camera - ha affermato Motta - Stupisce e sconcerta ancora di più però che un ministro della Cultura dichiari che ci sarà massima comprensione per chi scambia via internet file piratati a scopo individuale, in particolare per i giovani. E che il ministro Gasparri vada in questa stessa direzione, con le sue dichiarazioni di poco fa" Motta ha espresso la preoccupazione che "le proposte di emendamento avanzate in merito alla necessità di liberalizzare lo scambio di file via internet tra privati attraverso l'eliminazione delle sanzioni, già previste nel testo originale del decreto e dall'attuale legge sul diritto d'autore aprano la strada e persino incentivino un aumento incontrollato e selvaggio del livello, già altissimo, della pirateria su internet".
Qui si chiede l amano pesantecontro i pericolosi ragazzi che scarican dalla rete
Aiip, associazione provider: Non è nostro compito controllare
Profondamente scontenti del decreto sono innanzitutto gli ISP, che diverrebbero gli occhi del 'grande fratello' telematico. "I fornitori di connettività e servizi che abbiano avuto effettiva conoscenza della presenza di contenuti [illeciti secondo la vigente normativa] informano il Dipartimento della pubblica sicurezza del ministero dell'Interno [...]", si legge nel provvedimento. Se non lo fanno, possono scattare i 250.000 euro di multa. Paolo Nuti, presidente dell'Associazione Italiana Internet Provider (AIIP), commenta che "ci viene assegnato un ruolo di istruzione dell'accusa che non ci appartiene, soprattutto dal punto di vista costituzionale". Lamentando la mancanza di un dialogo preventivo sui contenuti del decreto, l'AIIP chiede di distinguere tra fornitori di connettività e di servizi: chi offre servizi può isolare un singolo content provider, chi offre connettività può solo tagliare la linea al fornitore di servizi, danneggiando anche tutti i clienti onesti dello stesso fornitore.
Questi chiedono modifche sostanziali che secondo me potrebbero complicareancora piu le cose
...una news "storica"....ottima analisi....
-----Dai pirati d'un tempo al DL Urbani----
un utente ripercorre i tempi del mercato nero pre-ADSL ed esamina i costi della connettività attuale. Ma non c'è forse una via di mezzo?
19/04/04 - in queste settimane leggendo la Vs rivista riguardo al decreto Urbani mi sono chiesto se effettivamente tale Ministro conosca la realtà dei fatti e come lo era anni orsono.
Chi non è proprio giovanissimo si ricorderà la figura del "Pirata", quel signore o ragazzo che nervosamente ad un angolo ti vendeva una copia di un software nuovo di zecca. Poi c'era il proprietario del negozio di musica sotto casa che ti affittava i CD musicali. E infine il "vicino di casa" che lo aveva comprato.
Quelle persone si arricchivano abbastanza ma rischiavano anche... e i soldi andavano a finire solo nelle loro tasche. Ora invece: la rivoluzione ADSL!
La banda larga, siamo sinceri, in ambito casalingo ha preso piede solamente perchè permette di scaricare contenuti di grandi dimensioni in tempi ragionevolmente brevi (film e CD musicali all'80%) visto che per navigare e per scaricare la posta un 56Kb basta e avanza (sembrerà anacronistico per i giovani ma è la realtà).
Dal "lontano" '94 fino all'anno scorso ho sempre usato un modem normalissimo e non ho mai risentito della velocità tradizionale usando una flat serale. Questa mi permetteva di tenere il pc collegato la notte e usando un download manager che mi garantisse di non perdere il file in caso di cadute di linea avevo tutto quello che volevo (scarico molta documentazione in formato pdf, formato noto per la sua scarsa leggerezza). Era solo una questione di tempo (e io non avevo fretta).
Ora, in questa nuova era della "pirateria di connessione a banda larga" dove molte cose sembrano arraffate gratuitamente, come qualcuno vuol fare credere, in realtà ci troviamo di fronte ad una diversa situazione.
Chi vuole usare appieno la tecnologia broad band in questione deve spendere circa 1000€ per un computer, più 50€ (o anche più) per un abbonamento mensile ADSL (che fanno oltre 500€ l'anno), aggiungiamoci la corrente per il computer (facciamo 1€ al giorno). Tirando le somme il primo anno la spesa ammonterebbe a oltre 2000 euro mentre nei successivi oscillerebbe sulla metà escludendo upgrade/modding del computer. Ma non dimentichiamo che chi scarica spesso salva su CD o DVD, supporti che hanno un costo attorno ad 1€. Ipotizzando 5 CD a settimana fanno oltre 200€ l'anno. Portando la cifra annuale di "mantenimento" a 1200€ e oltre.
Riflettendo, dunque, i nostri soldi vanno alla società elettrica, al negoziante di pc e componentistica, al provider, alle ditte che producono i CD vergini.
Parlando con molte persone di tale argomento siamo giunti alla medesima conclusione: "Se prima andavo al cinema x volte, ora continuerò ad andarci lo stesso numero volte perchè i soldi non sono cambiati, e se prima non ci andavo, continuerò a non andarci" e poi "se prima mi compravo un CD al mese ora farò lo stesso". Non andrei mai a vedere "Le Barzellette", "Scary Movie 3" o altri film, ma se anche li vedessi via computer (cosa che non faccio) non avrei arrecato alcun danno: non ci sarei andato comunque al cinema.
Molti, come il sottoscritto, spesso si scaricano i film o gli album e se gli piacciono si comprano gli originali. Consideriamola "una visione di valutazione" ma che effettivamente ha un riscontro economico per gli artisti o i produttori dei film.
Si dovrebbe far capire ad Urbani e soci che questa repressione farà più danni di quanto si pensi. Se da un lato forse potrebbe rimpinguare un minimo le tasche del Cinema, da un altro farebbe cadere la necessità della banda larga in Italia. Le perdite economiche per provider, società di CD e le altre suddette sarebbero notevoli, forse più di quelle di un cinema che è sempre stato malconcio per la scarsa competitività.
Ora, questa situazione di "nervosismo" non potrà far altro che spaventare i nuovi possibili utenti che probabilmente sceglieranno di non migrare a tale connettività veloce.
È strano pensare che con gli "incentivi" statali si è aperto il mondo della banda larga domestica, poi questa ha avuto un picco per le continue pressioni pubblicitarie, e ora ci dicono che possiamo usare l'ADSL solo per scaricare la posta elettronica e leggere le pagine web? È incongruenza pura! Chi ha varato i fondi si rendeva conto a cosa effettivamente servisse questa tecnologia digitale?
Se questo decreto legge verrà approvato ritornerò al 56Kb senza rimpianti, ma con tanta amarezza per la solita ignoranza di chi decide senza studiare il problema.
Chissà se qualcuno ha pensato di utilizzare una percentuale del canone ADSL per compensare tali ammanchi.
E ovviamente ritornerà anche l'odiato/amato "Pirata", o ci dovremo accontentare degli Extracomunitari costretti a venderceli in mezzo alla strada per guadagnare qualche soldo...
commento di un amministratore del sito su cui è pubblicata la lettera:
mi permetto una postilla alla tua lettera da un lato perché non credo al principio secondo cui se una legge è sbagliata allora la si può violare, semmai si deve combattere per cercare di cambiarla, come hanno fatto tanti con il decreto Urbani in questi giorni; dall'altro perché ho l'impressione che il mercato nero dei CD e dei DVD continui a rappresentare il vero problema dei produttori, soprattutto dei maggiori, nella musica e nel cinema. Ed è certo che senza P2P quel mercato avrebbe una notevole spinta.
A dire la verità non sono convinto che per sfruttare la banda larga serva necessariamente spendere così tanto ma mi chiedo se il problema non sia invece il non voler trovare compromessi tra un modello di distribuzione senza precedenti, come il peer-to-peer, e la gestione della proprietà intellettuale. Perché non lo si vuole fare? Non è questa la domanda giusta da porsi?