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Le poesie ke passione.....
J di Jon_Snow_
creato il 20 febbraio 2004

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Jon_Snow_
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Jon_Snow_
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Inviato il 20 febbraio 2004 0:46 Autore

Ciao a voi tutti amici! :lol::unsure::lol:

 

 

Sarei curioso di sapere quali poesie vi hanno colpito maggiormente, hanno

 

cambiato la vostra vita, vi hanno fatto vivere momenti magici.....

 

 

Xkè nn le scriviamo e le facciamo conoscere ai nostri amici???????

 

 

 

Questa è un'idea nata dalle menti malvagie dei moderatori ke il 20.02.04 alle 0.45

 

chattavano e decantavano poesie! Maròòò fermatelo a quello ke nn la smette +....!

 

 

Ciaooooooooooooooooooooooooooooooooo!


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Jon_Snow_
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Jon_Snow_
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Inviato il 20 febbraio 2004 0:59 Autore

La lessi tempo fa e la dedicai a una mia amica ......

 

 

"Pugnalato da un pianto"

 

Mi ero lasciato il mare alle spalle;

si era ormai dissolto l'aroma delle onde.

Remote note di pianoforte giunsero fino a me:

solo allora, incontrai i suoi occhi.

 

Mi disse: Aggrappati a me,

alle mie sordide verità,

alle mie cupe schiettezze,

alle mie chiare sofferenze.

 

C'era incertezza nel mio sguardo:

culla di iridescenti paure,

regno di atavici pudori,

fortezza di radicati timori.

 

Indietreggiai, lambito dagli effluvi del mare

che, con nera prepotenza, ancora mi inondò;

pronunciai, in un mormorio, un fugace addio.

E mi chiusi in me stesso, pugnalato da un pianto.


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Ser Loras Tyrell
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Ser Loras Tyrell
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Inviato il 20 febbraio 2004 4:16

Ehehehehehe :lol:

 

Ho sempre amato questa poesia di Metastasio..è legata a parte della mia vita :lol:

 

Ve la ripropongo :wub:

 

 

 

LA LIBERTA'

 

A NICE

 

 

Grazie agl'inganni tuoi,

al fin respiro, o Nice,

al fin d'un infelice

ebber gli dei pietà:

sento da' lacci suoi,

sento che l'alma è sciolta;

non sogno questa volta,

non sogno libertà.

 

Mancò l'antico ardore,

e son tranquillo a segno,

che in me non trova sdegno

per mascherarsi amor.

Non cangio più colore

quando il tuo nome ascolto;

quando ti miro in volto

più non mi batte il cor.

 

Sogno, ma te non miro

sempre ne' sogni miei;

mi desto, e tu non sei

il primo mio pensier.

Lungi da te m'aggiro

senza bramarti mai;

son teco, e non mi fai

né pena, né piacer.

 

Di tua beltà ragiono,

né intenerir mi sento;

i torti miei rammento,

e non mi so sdegnar.

Confuso più non sono

quando mi vieni appresso;

col mio rivale istesso

posso di te parlar.

 

Volgimi il guardo altero,

parlami in volto umano;

il tuo disprezzo è vano,

è vano il tuo favor;

che più l'usato impero

quei labbri in me non hanno;

quegli occhi più non sanno

la via di questo cor.

 

Quel, che or m'alletta, o spiace.

se lieto o mesto or sono,

già non è più tuo dono,

già colpa tua non è:

che senza te mi piace

la selva, il colle, il prato;

ogni soggiorno ingrato

m'annoia ancor con te.

 

Odi, s'io son sincero;

ancor mi sembri bella,

ma non mi sembri quella,

che paragon non ha.

E (non t'offenda il vero)

nel tuo leggiadro aspetto

or vedo alcun difetto,

che mi parea beltà.

 

Quando lo stral spezzai,

(confesso il mio rossore)

spezzar m'intesi il core,

mi parve di morir.

Ma per uscir di guai,

per non vedersi oppresso,

per racquistar se stesso

tutto si può soffrir.

 

Nel visco, in cui s'avvenne

quell'augellin talora,

lascia le penne ancora,

ma torna in libertà:

poi le perdute penne

in pochi dì rinnova,

cauto divien per prova

né più tradir si fa.

 

So che non credi estinto

in me l'incendio antico,

perché sì spesso il dico,

perché tacer non so:

quel naturale istinto,

Nice, a parlar mi sprona,

per cui ciascun ragiona

de' rischi che passò.

 

Dopo il crudel cimento

narra i passati sdegni,

di sue ferite i segni

mostra il guerrier così.

Mostra così contento

schiavo, che uscì di pena,

la barbara catena,

che strascinava un dì.

 

Parlo, ma sol parlando

me soddisfar procuro;

parlo, ma nulla io curo

che tu mi presti fé:

parlo, ma non dimando

se approvi i detti miei,

né se tranquilla sei

nel ragionar di me.

 

Io lascio un'incostante;

tu perdi un cor sincero;

non so di noi primiero

chi s'abbia a consolar.

So che un sì fido amante

non troverà più Nice;

che un'altra ingannatrice

è facile a trovar

 

 

 

 

Ritmo travolgente...riesce ad esprimere con sprezzanza ciò che ha dentro ;)

Ce ne sono altre,ma questa mi accompagna dalla 4 superiore..abbiamo fatto parecchia strada assieme,e così la ripropongo qui :D:unsure:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

:lol:


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Jon_Snow
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Jon_Snow
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Inviato il 20 febbraio 2004 15:58

M'illumino d'immenso:

 

 

M'illumino d'immenso

 

 

 

 

XDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD

 

ham.gif


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GIL GALAD
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GIL GALAD
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G

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Inviato il 20 febbraio 2004 19:06

"Andai nei boschi perché volevo vivere con saggezza e in profondità, e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto” …

-Henry Thoreau, "Walden, ovvero vita nei boschi"-

 

 

 

 

 

Ahimè! Ah vita!

 

Ahimè! Ah vita! Di queste domande che ricorrono,

degli infiniti cortei senza fede, di città piene di sciocchi,

di me stesso che sempre mi rimprovero (perché chi più sciocco

di me, e chi più senza fede?)

di occhi che invano bramano la luce, di meschini scopi,

della battaglia sempre rinnovata,

dei poveri risultati di tutto, della folla che vedo sordida

camminare a fatica attorno a me,

dei vuoti ed inutili anni degli altri, io con gli altri legato in tanti

nodi,

a domanda, ahimè, la domanda così triste che ricorre- Che cosa

c’è di buono in tutto questo, ahimè, ah vita?

 

Risposta

 

Che tu sei qui-che esiste la vita e l’individuo,

che il potente spettacolo continua, e tu puoi contribuirvi

con un tuo verso.

 

Walt Whitman

 

O CAPITANO! MIO CAPITANO!

Di WALT WHITMAN (1865)

 

 

 

O Capitano! mio Capitano! il nostro viaggio tremendo è finito,

La nave ha superato ogni tempesta, l'ambito premio è vinto,

Il porto è vicino, odo le campane, il popolo è esultante,

 

Gli occhi seguono la solida chiglia, l'audace e altero vascello;

Ma o cuore! cuore! cuore!

O rosse gocce sanguinanti sul ponte

Dove è disteso il mio Capitano

Caduto morto, freddato.

 

O Capitano! mio Capitano! àlzati e ascolta le campane; àlzati,

Svetta per te la bandiera, trilla per te la tromba, per te

I mazzi di fiori, le ghirlande coi nastri, le rive nere di folla,

Chiamano te, le masse ondeggianti, i volti fissi impazienti,

Qua Capitano! padre amato!

Questo braccio sotto il tuo capo!

É un puro sogno che sul ponte

Cadesti morto, freddato.

 

Ma non risponde il mio Capitano, immobili e bianche le sue labbra,

Mio padre non sente il mio braccio, non ha più polso e volere;

La nave è ancorata sana e salva, il viaggio è finito,

Torna dal viaggio tremendo col premio vinto la nave;

Rive esultate, e voi squillate, campane!

Io con passo angosciato cammino sul ponte

Dove è disteso il mio Capitano

Caduto morto, freddato.


Gil Galad - Stella di radianza





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S
Ser Garlan Tyrell
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Ser Garlan Tyrell
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Inviato il 20 febbraio 2004 20:11
M'illumino d'immenso:

 

 

M'illumino d'immenso

 

 

 

 

XDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDDD

Uè,ma non si chiamava Mattino sta poesia?Bho!

Cmq epica sta poesia... :D

 

Saluti ^_^


J
Jon_Snow
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Jon_Snow
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Inviato il 20 febbraio 2004 20:21

No no sn abastanza sicuro che m'illumino d'immenso sia anche il titolo!!!

 

D'altronde è la mia preferita anche perchè è l'unica che sia mai riuscito a impararmi a memoria!!!!

 

 

:D

 

 

P.S. molto OT : Mitico anche il tuo avatar!!!!!!!!!!

 

 

 

ham.gif


A
Aegon Targaryen
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Aegon Targaryen
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Inviato il 22 febbraio 2004 0:04

Tanto gentile e tanto onesta pare

la donna mia quand'ella altrui saluta,

ch'ogne lingua deve tremando muta,

e li occhi non l'ardiscon di guardare.

 

Ella si va, sentendosi laudare,

benignamente d'umiltà vestuta;

e par che sia una cosa venuta

da cielo in terra a ricol mostrare.

 

Mostrarsi si piacente a chi la mira,

che da per li occhi una dolcezza (al core),

che 'ntender no la può chi no la prova:

 

E par che la sua labbia si mova

un spirito soave pien d'amore,

che va dicendo a l'anima: Sospira.

 

Dante


N
Namarië
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Namarië
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Inviato il 22 febbraio 2004 0:34

questa mi fa venire le lacrime agli occhi ogni volta ke la leggo o la sento :D (de andrè ne ha fatto una canzone bellissima...)

 

il violinista Jones (il suonatore Jones è la canzone)

 

La terra emana una vibrazione

là nel tuo cuore, e quello sei tu.

E se la gente scopre che sai suonare,

ebbene, suonare ti tocca per tutta la vita.

Che cosa vedi, un raccolto di trifoglio?

O un prato da attraversare per arrivare al fiume?

Il vento è nel granturco; tuti freghi le mani

per i buoi ora pronti per il mercato;

oppure senti il fruscio delle gonne.

Come le ragazze quando ballano nel Boschetto.

Per Cooney Potter una colonna di polvere

o un vortice di foglie significavano disastrosa siccità;

Per me somigliavano a Sammy Testarossa

che danzava al motivo di Toor-a-Loor.

Come potevo coltivare i miei quaranta acri

per non parlare di acquistarne altri,

con una ridda di corni, fagotti e ottavini

agitata nella mia testa da corvi e pettirossi

e il cigolìo di un mulino a vento - solo questo?

E io non iniziai mai ad arare in vita mia

senza che qualcuno si fermasse per strada

e mi portasse via per un ballo o una merenda.

Finii con quaranta acri;

finii con un violino rotta -

e una risata spezzata, e mille ricordi,

e nemmeno un rimpianto.

 

di Edgar Lee Masters (Antologia di Spoon River)


T
Tati
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Inviato il 22 febbraio 2004 0:42
O CAPITANO! MIO CAPITANO!

Di WALT WHITMAN (1865)

^_^^_^^_^ Mi ricorda un film che amo molto: "L'Attimo Fuggente" :D^_^

La poesia che in questo momento mi sento di postare è la denuncia del genocidio e degli atti di barbara violenza perpetuato nei confronti del popolo ebraico!

 

"Se questo è un uomo".

 

Voi che vivete sicuri

Nelle vostre tiepide case,

voi che trovate tornando a sera

Il cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo

Che lavora nel fango

Che non conosce pace

Che lotta per un pezzo di pane

Che muore per un sì o per un no.

Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nome

Senza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il grembo

Come una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato:

Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,

Coricandovi alzandovi;

Ripetetele ai vostri figli.

O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,

I vostri nati torcano il viso da voi.

 

Primo Levi


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Ashan 'Tyr
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Inviato il 22 febbraio 2004 20:04

No no... sicurissima...

 

"Mattino"

 

Mi'illumino d'immenso

 

sono troppo in modalità prof!!!! ^_^


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Jon_Snow
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Inviato il 22 febbraio 2004 20:23

Anche te? ^_^

 

 

Ma 6 sicura che il titolo sia mattino? Allora il mio libro di testo è cannato!!! ^_^

 

 

 

 

 

^_^


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Ser Garlan Tyrell
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Inviato il 23 febbraio 2004 13:24

Confermo...mi sono informato e il titolo è proprio Mattino!!!


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Jon_Snow_
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Inviato il 27 febbraio 2004 0:17 Autore

Bordone

 

Ti vedrò?

Non ti vedrò?

 

A me importa

soltanto il tuo amore.

 

Hai sempre il riso di allora

e quel cuore?

 

 

Potessero le mie mani sfogliare

 

Pronunzio il tuo nome

nelle notti scure,

quando sorgono gli astri

per bere dalla luna

e dormono le frasche

delle macchie occulte.

E mi sento vuoto

di musica e passione.

Orologio pazzo che suona

antiche ore morte.

Pronunzio il tuo nome

in questa notte scura,

e il tuo nome risuona

più lontano che mai.

Più lontano di tutte le stelle

e più dolente della dolce pioggia.

t'amerò come allora

qualche volta? Che colpa

ha mai questo mio cuore?

Se la nebbia svanisce,

quale nuova passione mi attende?

Sarà tranquilla e pura?

Potessero le mie mani

sfogliare la luna!

 

 

Federico Garcia


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Jaqen H'ghar
Lord Comandante della Torre delle Ombre
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Inviato il 27 febbraio 2004 10:46

Jon il titolo di quella poesia è "Mattina" .

Sono un appassionato di Ungharetti e ne so molte a memoria. Poi ho tutte le raccolte per quelle che non so e spesso prima di andare a letto la sera ne leggo qualcuna.

 

Ecco cmq la mia poesia preferita:

 

Forse un mattino andando un un aria di vetro,

arida, rivolgendomi, vedrò compirsi il miracolo:

il nulla alle mie spalle, il vuoto dietro

di me, con un terrore di ubriaco.

 

Poi comes'uno schermo, s'accamperanno di gitto

alberi case colli per l'inganno consueto.

Ma sarà troppo tardi; ed io me ne andrò zitto

tra gli uomini che non si voltano, col mio segreto.

 

By Montale

 

Ah... anche la frase nella mia firma è la parte finale di una poesia, indovinate voi di chi ^_^


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