Dopo essermi addentrato nel personaggio più criptico di ASOIAF, ossia Roose (http://www.labarriera.net/forum/index.php?showtopic=16332), volevo concentrarmi su un altro personaggio della vecchia scuola che adoro letteralmente per complessità e struttura. Forse uno dei pochi per cui ho, spudoratamente, tifato con irrazionalità. L'Unico Vero Re: Stannis Baratheon.
Nel leggere di Stannis mi sono sentito, stranamente, ancor più umano. Ed altrettanto più emotivo. Strano a dirsi, vista l'ostentata aridità che troviamo tra le sue righe.
Stannis è un motore di emozioni negative veicolate verso una spirale positiva. E' una sindrome delle sensazioni più umane e, impensabilmente, spontanee che si possano avere e dimostrare; è l'espressione di una decenza burbera, contraddistinta ed esule dal canone di conformazione in essere nel suo mondo. E' la persona più rancorosa che possa esistere e proprio per questo la sua capacità di amare è pari a quella di serbare risentimento. Solo chi è in grado di amare con altrettanta forza può essere contenitore di una tale furia quasi poetica.
E' un giudice introverso, la sentinella ammorbante di sé stesso, è quello che potrebbe essere quasi definito equalizer con le dovute proporzioni.
E' facile empatizzare con il suo personaggio, laddove è radicato un diverso senso di giustizia. Non propriamente irrazionale, ma sicuramente brutale. Vivo, pulsante. E questo fa sfociare in un paradosso ironico in quanto in modo estremamente facile si empatizza con un carattere che è invece, ad occhio medio, FORSE, incapace di fare altrettanto. (Ma incapace solo apparentemente).
Stannis deve sì gran parte di ciò che è al risentimento, ma non va intrapresa la strada del pensiero medio secondo cui questo sia dovuto solo ad una gelosia incontrovertibile e ingiustificata. Lui potrà essere sì geloso di Robert, in parte, ma non agognerebbe mai a porsi al suo posto, con i suoi metodi e le sue virtù. Stannis agogna invece all'affermazione della propria persona con metodologie, approcci e comportamenti del tutto inversi. Vuole porre il metro sul medesimo successo del fratello, ma vuole farlo con il superamento del proprio io e prendendone le distanze in modo netto. E soprattutto, non scavalcherebbe mai i suoi diritti.
E non c'è benevolenza in questa sua scelta. Lui lo fa per amore di uno schema di leggi e regole a cui si è legato. Vi è del vero e proprio sentimento tra l'Unico Vero Re e le astratte regole; se le è semplicemente imposte. E lo ha fatto con ardore e volontà. Ha colmato la sua necessità più grande: Quella della liceità, dell'equilibrio, dell'equità. Lui si pone al servizio di Robert non solo veicolato da un forte senso del dovere, ma lo fa soprattutto perché legato ad un quadro di equità e alla ricerca eterna della stessa. Nell'ingiustizia egli impone a sé stesso di essere giusto e, conseguentemente, di essere così legittimato a pretendere lo stesso tipo di giustizia e giustezza al prossimo. Si nobilita facendo ciò che tutti, comunemente, dovrebbero fare: essere ligi al dovere, esercitando sé stessi secondo le regole.
E' per via di questo passaggio che resiste ad ogni costo all'assalto di Tyrell e Redwyne. Vi è sicuramente anche la volontà recondita e mai sopita di comprovare sé stesso al medesimo livello del celebre fratello ed essere poi riconosciuto, ma è un aspetto del tutto secondario. Il suo fare coriaceo, l'esasperarsi e a portarsi ad essere quasi un fantasma pur di raggiungere lo scopo deriva dalle convinzioni citate precedentemente. E' la stessa ragione per cui, oltre il dichiarare la palese offesa, non ci sono conseguenze apparenti quando Robert viola il suo talamo.
E appunto per tale aspetto che, nonostante la sua intelligenza, Stannis è spesso sorpreso di riscoprire i ''reati'' altrui e come suddette persone abbiano infranto le stesse regole a cui lui si sottopone con rigore. Non ne rimane solo inorridito, ma vi trova sorpresa. Perché seguendo ciecamente tale quadro, si aspetta che tutti facciano lo stesso.
E non è la fine delle sue sfaccettature morali. Vi possiamo citare anche la castrazione per gli stupratori nelle sue fila militari.
Passiamo poi alla presunta apatia o incapacità di provare sentimenti. Cito quello che è sicuramente nella Top 3 dei passaggi più belli di Stannis e sicuramente in una eventuale Top di Martin in generale:
« Renly mi ha offerto una pesca. Mi ha deriso, mi ha sfidato e mi ha offerto una pesca. Quando ha parlato di quanto era succosa, alludeva a qualche significato nascosto? Renly era l'unico in grado di vessarmi con un semplice frutto. Eppure io lo amavo...e ora lo so, l'ho compreso. E ti giuro, andrò nella tomba pensando alla pesca di mio fratello ».
Qui non solo è sincero, ma dà sfogo alla parte più intima di sé. Dà prova verbale di quanto già si poteva dedurre dalle sue azioni. Non solo per un pentimento graduale. E' carico di amore, pur in una connotazione apparentemente negativa. E quando fa queste affermazioni è coinvolto da shock emotivo-depressivo. Il bello non è il contesto, quanto la modalità con cui le porta alla luce. Come fosse in una trance. Ecco, io questa scena l'ho sempre immaginata raccontata con piccole pause, mentre ha lo sguardo fisso nel vuoto. Come se nella realtà, per un istante, non fosse presente. Ma isolato in una sfera emotiva che lo ha spesso attanagliato e logorato.
E' qui che viene fuori il cervo: nobile, austero, elegantemente sensibile e sfuggevole. Inapprezzabile da vicino.
Ed allo stesso modo si possono continuare a vedere le pieghe positive in quelle negative. Spesso gli si imputa l'eventuale rogo di Edric Storm. Ma proprio in correlazione ad Edric Storm vediamo l'essere umano e non la bestia con ambizioni personali. Senza dubbio, forse, una parte di lui avrebbe avallato il sacrificio dell'uno per il bene superiore. Ma non sono del tutto incline a questa tesi. La vicinanza con Davos, il ricercare indirettamente il suo parere... E' come se trasferisse la sua coscienza in Davos. Come se, inconsapevolmente e consapevolmente, volesse porsi un freno tramite lui. Quelle parole con cui il suo Primo Cavaliere si oppone all'idea del rogo...
« Cos'è la vita di un ragazzo a confronto con quella di tutti nel mondo? E' tutto.»
Per me è esattamente ciò che voleva sentirsi dire, ciò che non poteva affermare in prima persona. E' come fosse il subconscio stesso di Stannis a suggerirlo.
Citerei, inoltre, le parole di Tywin Lannister e Varys a suo riguardo. Essi lo ritengono il pericolo maggiore in confronto ad altri e hanno tale idea perché vedono le sue azioni legittime. Varys stesso, afferma che proprio perché vi è legittimità e neutralità dietro le sue gesta, la pericolosità di Stannis è elevatissima.
Ed è nella legge, nella legittimità e nelle regole che Stannis vive. E' quella sua pretesa a fargli trattare le altre persone come se fossero perennemente in debito con lui. E' quella pretesa di equità a non fargli fare passi indietro. Perché rinnegare le proprie convinzioni, ritenute legittime, acclarabili ed insindacabili, vorrebbe dire la morte del suo io. Dell'individuo.
L'umanità di Stannis va inoltre ricercate anche in talune fasi di rabbia o frustrazione relative ai fallimenti che ha mostrato in varie occasioni. Stannis non nega mai il fallimento. Anzi, pone l'accento laddove ha fallito e si biasima, biasimando anche gli altri, ma mai quanto biasimi sé stesso.
Non sarà sicuramente Ned Stark né Jon Snow, il suo più grande limite in questo risiederà sicuramente nell'essere incapace di mentire, nel dire sempre la verità e nel non sviare con diplomazia spicciola. Sicuramente la mancanza di apertura emotiva e di gratitudine verso altre persone è un altrettanto limite.
Ma ricordiamoci che, nel giudicare quest'uomo, noi ci limitiamo quasi sempre all'austero individuo con la mascella serrata, al cervo che reclama il suo posto al mondo con furia, eleganza ed onore, ma dimentichiamo molto spesso l'orfano incolpevole che vede i genitori morire davanti ai suoi occhi. Impotente, svuotato, pieno di macerie.
E' in tutto questo elenco di analisi spropositate e prolisse che rivedo ancor più motivi per supportare Stannis Baratheon, ciò che il suo personaggio rappresenta e ciò che la sua mente e la sua intimità emotiva sono.
E il bello è che ci sarebbe molto, ma molto di più da dire. E non è escluso che lo farò.
E voi? Cosa ne pensate di lui? Quali sono le vostre conclusioni?
PS. Colgo l'occasione per dire che ho amato l'interpretazione di Dillane e la ritengo insuperabile. Questo nonostante nella Serie Stannis sia stato praticamente marcato solo come lo zerbino di Melisandre e un epic fail continuo.
PPS. E ritengo inoltre che Stannis non avrebbe mai lasciato impuniti gli omicidi di Aegon e Rhaenys, tantomeno li avrebbe ordinati.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
il personaggio piu shakespeariano della saga
hai detto praticamente tutto , io ci vedo anche un'allegoria nella sua storyline ,soprattutto nel terzo libro , stannis è l'umanità con l'angioletto davos sulla spalla destra e il diavoletto tentatore melisandre sulla sinistra.
l'ateo convinto a suon di trucchi magici ma la cui coscienza umana rappresentata da davos , un uomo che ha praticamente creato lui quasi a sostituire una figura paterna o di fratello maggiore mai avuta prima , gli impedisce concretamente di sbagliare
sbaglierà , morirà ,manderà a fuoco qualcuno , non lo so
fino ad ora è uno dei personaggi piu riusciti della saga e vederlo vincere,magari contro daenerys , sarebbe chiedere troppo .
STANNIS! STANNIS ! STANNIS!
Parlando di Stannis, in molti hanno trovato tratti della cosiddetta "middle child syndrome", ossia di un particolare fenomeno per cui il figlio (o i figli, in caso di famiglie numerose) "intermedio" è portato spesso a sentirsi trascurato e "invisibile" rispetto agli altri fratelli: i più grandi, che li hanno preceduti in tutti i piccoli e grandi traguardi (camminare, parlare, gli studi) facendo apparire tutte le prestazioni del fratello di mezzo come scontate o inferiori (maestro Cressen sottolinea che "qualsiasi impresa Stannis avesse realizzato, Robert l'aveva già compiuta prima e meglio"), e i più piccoli che, essendo più bisognosi di cure, "sottraggono" al mediano l'attenzione extra che in genere hanno i figli minori (cosa anche questa molto enfatizzata nel caso di Renly, che ha più di dieci anni meno di Stannis). Tutto il POV di Cressen in ACOK è incentrato su questo fatto, e l'essere sempre "in ombra" di Stannis probabilmente è stato uno dei catalizzatori che lo ha portato alla sua ossessione per le leggi come manifestazioni del "giusto": si sforza sempre di essere dalla parte della ragione (intesa nel senso morale più alto), perché sente che, naturalmente, l'atteggiamento degli altri lo vede sempre in difetto ("Robert poteva pisciare in una coppa e c'era gente che l'avrebbe chiamato vino. Io offro pura acqua di fonte e quegli stessi uomini ammicano...mugugnando se ha uno strano sapore o no"), e che quindi l'unica cosa che può sostenerlo è il diritto, la legge. Nel rapporto con i fratelli , lo stesso sentimento lo porta ad atteggiamenti ambivalenti: sottolinea tutti i difetti e le manchevolezze di Robert, ma allo stesso tempo è pronto a sostenerlo nella ribellione, e la stessa gelosia malcelata per la sua amicizia con Ned fa capire che, nonostante tutto, ne desiderasse l'affetto, nonostante le sue offese vere o presunte (la storia con Delena alle sue nozze, il concedere Capo Tempesta a Renly invece che a lui). Per Renly probabilmente l'affetto era maggiore, anche considerando che era l'unico pezzo di famiglia rimastogli dopo la morte dei genitori (Robert era già alla Valle come protetto di Jon Arryn), e probabilmente vederlo crescere come una copia più frivola di Robert deve averlo amareggiato, come del resto la sua auto-proclamazione a re deve essergli sembrato un tradimento familiare prima che sociale.
La mancanza delle figure genitoriali è un altro catalizzatore psicologico ed emotivo molto forte in Stannis. In particolare è evidente la ricerca di un surrogato di figura paterna in tre personaggi precisi: Jon Arryn, Cressen e Davos. Nella ricerca sulla legittimità dei figli di Robert, Stannis dice di essersi appoggiato a Jon Arryn perché, a differenza di lui stesso, Jon aveva l'autorità per farsi ascoltare da Robert; c'è quindi una sorta di ricerca di "approvazione paterna" da parte di Stannis per Jon, che avrebbe anche dovuto fungere da mediatore nel dialogo tra lui e il fratello (come forse era solito fare Steffon Baratheon). Jon Arryn sarebbe quindi una sorta di "padre legale". Cressen ricopre invece la funzione di "padre affettivo": i suoi sentimenti per Stannis sono evidenti nei suoi monologhi interiori e, nonostante l'apparente freddezza di Stannis nei suoi confronti in ACOK, nel capitolo di Theon di TWOW
Stannis dice di "averlo amato come un padre", in una delle sue poche manifestazioni esplicite di tenerezza.
Avevo letto non ricordo dove che in effetti il trattamento freddo che Stannis riserva a Cressen potrebbe esser stato un tentativo estremo di salvarlo: Melisandre potrebbe avergli detto di aver visto nelle fiamme la morte di Cressen al banchetto e il non invitarlo e agire in modo di offenderlo e farlo allontanare avrebbe avuto come unico scopo quello di mandarlo via e impedirgli di mettere in atto l'attentato alla Donna Rossa. Davos invece è per Stannis una sorta di "padre etico": nella serie passa inosservato perché Dillane e Cunningham sono quasi coetanei, ma nei romanzi tra Davos e Stannis ci sono più di dieci anni di differenza. Stannis cerca sempre il consiglio e il parere di Davos, non solo per semplice fiducia, ma quasi a voler cercare la voce della propria coscienza in un uomo (come diceva Davide Blackfyre), un uomo la cui mancanza sembra sempre sentire disperatamente (avevo scritto qualcosa tempo fa in una discussione sulle motivazioni della fedeltà di Davos). In un certo senso Davos è padre anche nel suo aver di fatto "ridato la vita " a Stannis, salvandolo dalla morte per inedia durante l'assedio di Capo Tempesta.
Un altro tratto complesso di Stannis è il rapporto con la figlia. Nei romanzi non lo vediamo mai manifestare fisicamente o verbalmente il suo affetto per Shireen,ma è emblematico il fatto che sia sempre il pensiero della sua serenità a portarlo a riconsiderare situazioni altrimenti già decise: l'idea di mandarla a Nido dell'Aquila gli appare estranea finché Cressen non gli fa notare che la bimba potrebbe essere più felice lì che nell'atmosfera tetra di Roccia del Drago, Davos, per salvare Edric dal rogo, gli fa notare che Shireen gioca tutti i giorni con lui e la sua morte le spezzerebbe il cuore. Inoltre, sempre per affetto nei confronti verso Shireen, tiene a corte Macchia che, oltre a essere ben poco divertente come giullare, gli ricorda anche la tragica morte dei genitori. L'atteggiamento apparentemente anaffettivo nei confronti della figlia è dettato con tutta probabilità, oltre che dalla sua congenita inibizione emotiva, anche dal volerla in un certo senso temprare e abituarla al fatto che ben pochi probabilmente avranno dell'affetto sincero per lei (Stannis è troppo diretto e onesto per mentire alla figlia dicendole che è graziosa, o per immaginare che qualcuno possa corteggiarla per motivi diversi dall'interesse)
Un'altra questione relativa al mondo affettivo di Stannis è il suo rapporto con il mondo femminile. Pulsioni erotiche indubbiamente ne prova (ed è anche selettivo in questo senso, se pensiamo che dal tocco della moglie brutta si ritrae, mentre accetta quello della sexy sacerdotessa rossa ), ma in un certo senso ne è anche spaventato, considerando probabilmente la passione amorosa come un elemento di scompiglio nel suo universo di legalità rigidamente ordinata: Asha nei suoi POV nota che "è a disagio persino con la pia moglie di Lord Glover", e che probabilmente "considera le donne come una razza a parte, tipo gli elfi o i giganti". In un certo senso Melisandre è un'ottima soluzione di compromesso perché, se da una parte gli concede uno sfogo per le sue pulsioni erotiche (io sono tra quelli che hanno interpretato maliziosamente la frase "con Stannis partito, il letto la vedeva raramente" del POV di Melisandre in ADWD), dall'altra la giustificazione "politica" per questo rapporto (tenersi legata una donna che, con il suo potere, di fatto costituisce un'arma potente) gli permette di abbandonarsi a esso senza eccessivi rimorsi o turbamenti.
Parlando delle passioni di Stannis, poi risulta naturale chiedersi cosa provino gli altri per lui. Nonostante le affermazioni ricorrenti sulla sua impopolarità in tutti i romanzi, i singoli casi delle persone che gli stanno accanto sembrano invece dimostrare il contrario. Dei sentimenti di Davos avevo parlato in una discussione che avevo aperto tempo fa (non mi va di ripetere, sono pigra: eventualmente poi posto il link); maestro Cressen, contrariamente alla consuetudine che lega i maestri a un unico castello, sceglie di seguirlo da Capo Tempesta a Roccia del Drago; come dicevano in una discussione letta in un forum americano tempo fa, i parenti materni Estermont che lo conoscono personalmente (il cugino che gli ha fatto da scudiero e suo padre) addirittura si mettono in conflitto con la loro stessa famiglia (che ha scelto di seguire Renly e poi Joffrey) per lui e i soldati semplici del suo esercito, nonostante la durezza della marcia nella neve, lo seguono con ammirazione e fiducia (lo nota Asha nel suo POV di ADWD). Probabilmente il suo senso di giustizia e la sua onestà si trasferiscono quasi per osmosi in chi lo avvicina, e la sua semplice fiducia diventa motivo di gratificazione e di lealtà. Che poi non si esprima a parole, poco importa: Stannis è un uomo di fatti, non di chiacchiere.
MOD ON
Ho coperto uno spoiler di TWOW; fate attenzione e ricordatevi di segnalarli sempre qui nel Castello.
Buon proseguimento :)
MOD OFF
All that is gold does not glitter,
Not all those who wander are lost;
The old that is strong does not wither,
Deep roots are not reached by the frost.
From the ashes a fire shall be woken,
A light from the shadows shall spring;
Renewed shall be blade that was broken,
The crownless again shall be king.
Any man who must say ‘I am the king’ is no true king at all. Tywin Lannister
The War of the Ninepenny Kings? So they called it, though I never saw a king, nor earned a penny. It was war, though. That it was.
TWOW
They were dancing. In my dream. And everywhere the dragons danced the people died.
Mercy, thought Dany, They shall have the dragon’s mercy
A Son(g) Of Ice and Fire
We swore a vow.
Stannis è stato pensato da Martin come un vero personaggio tragico: è lui ad avere diritto al trono, lotta ma con scarso successo, e probabilmente farà una brutta fine (estranei? Daenerys?). E tuttavia lotta, digrigna la mascella e va avanti, anche in mezzo alla tempesta, portando allo stremo sé stesso e i suoi uomini (Capo Tempesta, la marcia verso Grande Inverno) perché così è giusto.
Io però, al di là del suo ferreo senso di giustizia, non sottovaluterei le sue motivazioni più nascoste che traspaiono velatamente tra le righe, come il fatto di essersi sentito sempre il fratello più in ombra, di non aver mai ricevuto ringraziamenti per le sue azioni (la difesa di Capo Tempesta, la conquista di Roccia del Drago, l'aiuto dato a Robert Arryn a governare), e il non aver ricevuto ciò che si merita, cioè il trono. Sono motivazioni importanti almeno quanto quelle derivanti dal suo ferreo senso di giustizia.
il personaggio piu shakespeariano della saga
hai detto praticamente tutto , io ci vedo anche un'allegoria nella sua storyline ,soprattutto nel terzo libro , stannis è l'umanità con l'angioletto davos sulla spalla destra e il diavoletto tentatore melisandre sulla sinistra.
l'ateo convinto a suon di trucchi magici ma la cui coscienza umana rappresentata da davos , un uomo che ha praticamente creato lui quasi a sostituire una figura paterna o di fratello maggiore mai avuta prima , gli impedisce concretamente di sbagliare
sbaglierà , morirà ,manderà a fuoco qualcuno , non lo so
fino ad ora è uno dei personaggi piu riusciti della saga e vederlo vincere,magari contro daenerys , sarebbe chiedere troppo .
STANNIS! STANNIS ! STANNIS!
Che bella allegoria quella dell'angelo e del diavolo. Effettivamente è così. Chissà se sia un qualcosa di voluto o meno. Sul vederlo vincere contro Daenerys neanche sollevo argomenti. Dico solo: MAGARI. E' un personaggio che, pur essendo tragico, merita qualche nota lieta per essere ancor più realistico.
Parlando di Stannis, in molti hanno trovato tratti della cosiddetta "middle child syndrome", ossia di un particolare fenomeno per cui il figlio (o i figli, in caso di famiglie numerose) "intermedio" è portato spesso a sentirsi trascurato e "invisibile" rispetto agli altri fratelli: i più grandi, che li hanno preceduti in tutti i piccoli e grandi traguardi (camminare, parlare, gli studi) facendo apparire tutte le prestazioni del fratello di mezzo come scontate o inferiori (maestro Cressen sottolinea che "qualsiasi impresa Stannis avesse realizzato, Robert l'aveva già compiuta prima e meglio"), e i più piccoli che, essendo più bisognosi di cure, "sottraggono" al mediano l'attenzione extra che in genere hanno i figli minori (cosa anche questa molto enfatizzata nel caso di Renly, che ha più di dieci anni meno di Stannis). Tutto il POV di Cressen in ACOK è incentrato su questo fatto, e l'essere sempre "in ombra" di Stannis probabilmente è stato uno dei catalizzatori che lo ha portato alla sua ossessione per le leggi come manifestazioni del "giusto": si sforza sempre di essere dalla parte della ragione (intesa nel senso morale più alto), perché sente che, naturalmente, l'atteggiamento degli altri lo vede sempre in difetto ("Robert poteva pisciare in una coppa e c'era gente che l'avrebbe chiamato vino. Io offro pura acqua di fonte e quegli stessi uomini ammicano...mugugnando se ha uno strano sapore o no"), e che quindi l'unica cosa che può sostenerlo è il diritto, la legge. Nel rapporto con i fratelli , lo stesso sentimento lo porta ad atteggiamenti ambivalenti: sottolinea tutti i difetti e le manchevolezze di Robert, ma allo stesso tempo è pronto a sostenerlo nella ribellione, e la stessa gelosia malcelata per la sua amicizia con Ned fa capire che, nonostante tutto, ne desiderasse l'affetto, nonostante le sue offese vere o presunte (la storia con Delena alle sue nozze, il concedere Capo Tempesta a Renly invece che a lui). Per Renly probabilmente l'affetto era maggiore, anche considerando che era l'unico pezzo di famiglia rimastogli dopo la morte dei genitori (Robert era già alla Valle come protetto di Jon Arryn), e probabilmente vederlo crescere come una copia più frivola di Robert deve averlo amareggiato, come del resto la sua auto-proclamazione a re deve essergli sembrato un tradimento familiare prima che sociale.
[...] L'atteggiamento apparentemente anaffettivo nei confronti della figlia è dettato con tutta probabilità, oltre che dalla sua congenita inibizione emotiva, anche dal volerla in un certo senso temprare e abituarla al fatto che ben pochi probabilmente avranno dell'affetto sincero per lei (Stannis è troppo diretto e onesto per mentire alla figlia dicendole che è graziosa, o per immaginare che qualcuno possa corteggiarla per motivi diversi dall'interesse)
Un'altra questione relativa al mondo affettivo di Stannis è il suo rapporto con il mondo femminile. Pulsioni erotiche indubbiamente ne prova (ed è anche selettivo in questo senso, se pensiamo che dal tocco della moglie brutta si ritrae, mentre accetta quello della sexy sacerdotessa rossa ), ma in un certo senso ne è anche spaventato, considerando probabilmente la passione amorosa come un elemento di scompiglio nel suo universo di legalità rigidamente ordinata: Asha nei suoi POV nota che "è a disagio persino con la pia moglie di Lord Glover", e che probabilmente "considera le donne come una razza a parte, tipo gli elfi o i giganti". In un certo senso Melisandre è un'ottima soluzione di compromesso perché, se da una parte gli concede uno sfogo per le sue pulsioni erotiche (io sono tra quelli che hanno interpretato maliziosamente la frase "con Stannis partito, il letto la vedeva raramente" del POV di Melisandre in ADWD), dall'altra la giustificazione "politica" per questo rapporto (tenersi legata una donna che, con il suo potere, di fatto costituisce un'arma potente) gli permette di abbandonarsi a esso senza eccessivi rimorsi o turbamenti.
Probabilmente il suo senso di giustizia e la sua onestà si trasferiscono quasi per osmosi in chi lo avvicina, e la sua semplice fiducia diventa motivo di gratificazione e di lealtà. Che poi non si esprima a parole, poco importa: Stannis è un uomo di fatti, non di chiacchiere.
Ottima analisi. Credo anch'io possa aver sofferto della sindrome da middle child, però non ritengo sia il motivo esclusivo dietro la sua personalità.
Sul rapporto con la figlia hai centrato anche un altro punto, riallacciandoti un po' alla mia frase, ovvero che Stannis non è in grado di mentire. Né per gentilezza, né per diplomazia. Questa sincerità brutale e senza avvertimento è una delle sue caratteristiche migliori. Lui fa con facilità e naturalezza, per dovere, ciò che tutti dovrebbero fare nella sua società: seguire la verità e pronunciarla. E' così inadatto alla menzogna che decide di non adoperarla nei confronti della figlia. Lui non le ricalca la realtà, ma neanche gliela distorce. Nella Serie si è invece accentuato più il suo aspetto paterno, ma nei libri non è di certo un aspetto carente di profondità. Io credo inoltre che Stannis più che disdegnare totalmente la menzogna la ritenga inutile e superflua.
Quanto all'impressione che i suoi uomini hanno di lui, hai detto tutto in poche semplici righe. Sicuramente uno dei migliori comandanti dei Sette Regni. Il fatto che poi riesca ad ottenere un tale seguito ed estragga così tanta determinazione dai sottoposti è indicativo. Altri comandanti hanno bisogno dell'empatia e dell'espletazione dei buoni propositi (Jon Snow) o della semplice paura (Tywin, Randyll Tarly), o magari anche di un po' di follia e vigore (Euron e Victarion), Stannis invece non ne ha bisogno. Semplicemente comportandosi da sé stesso riesce ad ottenere lo stesso tipo di risultato. Questo forse lo rende anche superiore sotto l'aspetto del comando sul campo.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
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« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.
stannis è l'umanità con l'angioletto davos sulla spalla destra e il diavoletto tentatore melisandre sulla sinistra.
Avevi in mente questa gif, Davide?
Tornando seri, io sinceramente con Dany più che lo scontro auspicherei un matrimonio, che indubbiamente sarebbe un grande opportunità politica per risolvere le questioni dinastiche pendenti a Westeros, e che metterebbe in risalto anche alcune similitudini caratteriali evidenziate in questa discussione:
http://www.labarriera.net/forum/index.php?showtopic=15593
A proposito di Daenerys e Viserys, mi sono sempre chiesta come si sarebbe comportato Stannis se fosse riuscito a catturarli nella presa di Roccia del Drago. Per dovere li avrebbe di certo consegnati a Robert, ma avrebbe probabilmente chiesto garanzie per la loro vita secondo me (un po' perché erano bambini, un po' perché probabilmente aveva presente anche il legame di sangue che lo legava a loro). Allo stesso modo, non credo permetterebbe mai l'esecuzione di Asha (Theon è un discorso diverso) , anche se gli venisse chiesto dai suoi alleati settentrionali. Come la pensate voi?
bella domanda! mi duole dirlo ma credo li avrebbe consegnati a robert , certo non so se pubblicamente robert li avrebbe uccisi.
robert era un pò un vile in fin dei conti , voleva morti i figli di rhaegar ma non voleva il sangue di bambini sulle mani agli occhi della gente.
non so , una cosa è certa ,viserys e daenerys sono scappati su una nave dalle "vele nere" ,di nascosto
ma vi immaginate se veramente.........no non è possibile ma pensarci mi mette i brividi
ma vi immaginate se veramente.........no non è possibile ma pensarci mi mette i brividi
Stannis che affitta clandestinamente case dalle porte rosse e munite di alberi di limone?
Sinceramente non credo, era troppo giovane per avere una simile abilità organizzativa per una fuga così importante, e inoltre c'erano troppi soldati con lui perché la cosa potesse passare inosservata.
ma aveva già davos con se
non so neanche da dove mi sia uscita sta cosa
Davos in quella fase lo conosceva ancora troppo poco per potersi fidare fino a quel punto, credo - fossero stati scoperti, sarebbero stati accusati di alto tradimento. Il rapporto penso si sia approfondito con il passare degli anni, in quei primi tempi probabilmente era più una cosa alla Tyrion-Bronn (con le dovute differenze tra i personaggi).
Un altro aspetto che denota una certa empatia in Stannis è il suo atteggiamento verso gli animali: a differenza di Robert, non è descritto come particolarmente amante della caccia (anche se pratica la falconeria), da ragazzo raccoglie e cura un falco ferito (Proudwing) e descrive a Davos, con una certa repulsione, come Joffrey abbia squartato viva una gatta incinta. Non mi pare siano segnalate interazioni particolari con Spettro, ma probabilmente, avendo in parte del sangue di drago, potrebbe anche suscitare una certa simpatia nei draghi di Daenerys - dopotutto ci riesce anche Ben Plumm il Marrone, quindi perché non Stannis?
Arrivo tardi, avete già detto molto, complimenti per le ottime analisi.
La cosa che mi piace maggiormente di Stannis è che, nonostante sia una persona amara, rancorosa, rigida, nonostante sia il pg più pragmatico di tutti in ASoIaF, i suoi progetti poggino su un certo idealismo di fondo; non è tutto dovere e legge senza diritto e giustizia come si potrebbe pensare di primo acchito. Crede nel fatto che la legge debba essere uguale per tutti, parla di creare nuovi lord, ha una visione essenzialmente meritocratica in questo senso, è convinto che sia suo futuro dovere come regnante garantire il benessere dei sudditi. In un contesto di monarchia assoluta tutto questo è, se non rivoluzionario, almeno fortemente riformistico.
Ma non è così dall'inizio. Nel corso dei libri non solo Stannis viene maggiormente approfondito, ma ha proprio un'evoluzione iniziata con la sconfitta a Blackwater: prima di essa sembra sì considerare suo dovere essere giusto, ma pecca di superbia come se si considerasse il più giusto tra gli uomini – pretende dagli altri almeno quanto pretende da se stesso, vorrebbe che tutti agissero secondo il suo “codice d'onore” e si sente legittimato senza se e senza ma a punire chi lo infrange, si lascia guidare troppo dall'orgoglio e dal risentimento personale.
La suberpia lo porta alla sconfitta, e qui inizia una grande crisi personale.
“I was trying to win the throne to save the kingdom, when I should have been trying to save the kingdom to win the throne” è emblematica proprio perché denota la capacità di mettersi in discussione da parte sua, non è legge cieca come uno Javert di Hugo, pur avendo parecchi tratti in comune con lui; Stannis capisce i suoi errori e cerca di correggerli.
Letterariamente, è un anti-eroe. Sa che la salvezza del reame viene ad un costo, e si sforza (sbagliando) di capire quale perché è disposto a pagarlo; è destinato a causare la sua stessa rovina per colpa di un errore di giudizio su una profezia mal interpretata; si sacrificherà per un popolo che non lo ama...
Parlando del suo lato “emotivo”, di sicuro una grande spaccatura nella sua vita si ha quando vede i genitori morire. Questo lo conduce verso un sentimento di sfiducia nei confronti degli dèi (e l'ateismo in un contesto medieval-fantasy secondo me è una roba grossa, l'ho già detto e lo ripeto) e fa parte di ciò che lo porterà a distanziarsi emotivamente dagli altri inibendo i propri sentimenti per una sorta di meccanismo di difesa; in realtà che Stannis soffra trapela moltissimo dai libri: il fatto che covi un tale risentimento verso Robert che non l'ha nominato Hand of the King e che non gli ha concesso Storm's End, il fatto che SE sia andata a Renly e che Renly si incoroni re sorpassandolo, dimostrano come Stannis si dolga di non avere l'affetto dei fratelli, sembra proprio che si chieda “ma gli sono così odioso per negarmi ciò che mi spetta?”
Alla base della sua psicologia in ACOK c'è proprio un bruciante bisogno di riconoscimento.
(Ironia della sorte è che da parte di Robert aver dato Dragonstone al fratello significava comunque onorarlo con una sede “regale”, e in generale Stannis vede nelle azioni di Robert un modo per screditarlo che in realtà non c'è, vista la natura poco calcolatrice di Robert).
Anche per me risente abbastanza dell' “effetto fratello mediano”, peggiorato dalla natura solo all'apparenza più adorabile di Renly e dall'acciaio in quella di Robert che non gli hanno mai permesso di brillare di luce propria. Ha sempre dovuto stare all'ombra del maggiore e l'ha sempre accettato perché così era giusto, un po' come Victarion con Balon; è innegabile che questo sia parte di ciò che lo spinge a rivendicare il trono con tale testardaggine, tanto da non ricercare alleati non dico in un Renly, ma neppure in un Robb, da lui sminuito come troppo giovane e considerato usurpatore. Insomma, io capisco sottolineare quanto Stannis sia dedito al dovere, ma l'orgoglio è comunque una grossa parte di lui!
Poi Melisandre arriva e gli offre il riconoscimento di cui ora ha bisogno più che mai.
Sul rapporto tra Stannis e Melisandre quoto quel che dice Twinkle... anche per quanto riguarda i loro, uh, rapporti intimi.
'He does not love me, will never love me, but he will make use of me. Well and good.' Melisandre had danced the same dance with Stannis Baratheon, back in the beginning.
Stannis non si trova con sua moglie per un fattore di disparità nella loro relazione: non ha stima di lei, probabilmente non gli piace nemmeno il suo fanatismo cieco e il modo in cui favorisce i roghi senza porsi problemi etici. Melisandre oltre ad essere bella è intrigante, intelligente, è una figura capace d'imporsi sulle persone. Stannis ha un forte bisogno di rapporti di parità, odia i lecchini, non sopporta l'indecisione, apprezza invece la determinazione e la capacità di opporsi secondo ragione anziché fingere accordo, cerca consiglio da parte di gente che pensi da sola. Non a caso la donna che preferisce alla moglie è una dei suoi due consiglieri di fiducia.
Qualsiasi rapporto ci sia tra loro, comunque, se lo permette solo in virtù di ciò che Melisandre rappresenta – sacerdotessa del dio rosso e alleata fondamentale – o non sarebbe mai venuto contro i suoi doveri come marito.
Melisandre per farsi credere da lui ha giocato molto sulle sue insicurezze, e lui prima di allontanarsi dalla sua influenza sembra sempre in contrasto tra crederle o restare scettico. Ha poi importanza che sia davvero AA, per lui? Lei gli è utile, e lui continuerebbe in ogni caso a fare quello che ritiene il suo dovere. Inizialmente Stannis cerca di autoconvincersi che le visioni di Mel siano vere, poi comincia a crederci, e penso che alla fine, anche quando saprà che la donna rossa si sbagliava, la sua scelta sarà comunque quella del sacrificio. A dire sacrificio sembra che parlo di eroismi, in realtà lo intendo nella maniera concreta di Stannis, quella basata sulla 'scelta di fare ciò che va fatto'. Per un personaggio come lui sarebbe l'unica strada.
Avete parlato di Stannis-Davos, quindi mi lancio su Stannis-Jon, perché Jon, con l'assenza di Davos, viene un po' a sostituirlo come consigliere. Hanno una quantità di cose in comune anche solo nel modo di pensare, ad esempio sono entrambi persone che seguono un ideale di meritocrazia e che non fanno differenze, entrambi hanno messo da parte il “trono” per difendere il regno (mettete Winterfell al posto di trono ed eccovi Jon), l'Hand of the King di Stannis è un ex-contrabbandiere nato al Fondo delle Pulci mentre l'attendente di Jon è un ex prostituto di Oldtown, entrambi vogliono permettere ai bruti di oltrepassare la Barriera, e così via. A mio avviso si prendono entrambi un po' a modello: Stannis pare ammirarlo allo stesso modo in cui Jon ammira lui – sto pensando a quando Stannis approva il modo in cui Jon esegue la sentenza di suo pugno con Slynt. Di sicuro si affezionano – nei fatti, SPOILER TWOW
Jon lo informa del complotto di Arnolf Karstark, e Stannis gli manda Arya!Jeyne perché I will save your sister if I can.
Per quanto riguarda il rapporto tra Stannis e Renly, anch'io sono stata molto commossa dalla "frase della pesca" citata da JonSnow; e sul sentirsi responsabile e colpevole della sua morte – pare che abbia dato il suo consenso a Melisandre per qualcosa che nei fatti non sapeva /come/ sarebbe avvenuta, per qualcosa di molto più grande ed oscuro di ciò che credeva.
Non capirò mai come Renly possa venir dipinto come il “re migliore” dei Baratheon da tanti nel fandom: è vanitoso, ricerca gloria e attenzioni, si dimostra usufruista, prende in giro crudelmente una bambina affetta da morbo grigio, sembra un gran menefreghista e non abbiamo nessun pov accanto a lui a mitigare queste impressioni.
Sull'antipatia di Renly per Stannis potrebbe aver influito il ritrovarsi a Storm's End durante l'assedio: magari vede in Stannis un simbolo di deprivazione materiale ed emotiva, di sicuro lo considera crudele nella sua giustizia (quando racconta quell'aneddoto delle catapulte a cui Stannis fa legare il maestro d'armi e dice che Cressen è riuscito a farglielo risparmiare solo suggerendogli che avrebbero potuto aver bisogno di mangiare i morti) e mi sembra chiaro che, una volta cresciuto, lo consideri meno di zero, ritenendosi gerarchicamente superiore a lui nel suo ruolo di lord di Storm's End, dunque già abituato a surclassarlo, probabilmente "rubargli" il titolo di re è una cosa che si sentiva autorizzato a fare. Ironico e triste come Stannis debba provare tutto questo senso di colpa per un fratello che di lui se ne sbatteva altamente...
A proposito di Daenerys e Viserys, mi sono sempre chiesta come si sarebbe comportato Stannis se fosse riuscito a catturarli nella presa di Roccia del Drago. Per dovere li avrebbe di certo consegnati a Robert, ma avrebbe probabilmente chiesto garanzie per la loro vita secondo me (un po' perché erano bambini, un po' perché probabilmente aveva presente anche il legame di sangue che lo legava a loro). Allo stesso modo, non credo permetterebbe mai l'esecuzione di Asha (Theon è un discorso diverso) , anche se gli venisse chiesto dai suoi alleati settentrionali. Come la pensate voi?
Per me sì, li avrebbe consegnati al fratello, anche dopo esitazioni ma l'avrebbe fatto. La domanda giusta è: quali garanzie, come? Robert lo avrebbe ascoltato?
Considerando che Stannis ad un certo punto vive il conflitto sul tema "il sacrificio di pochi per il bene di molti" la risposta è effettivamente più complicata di quanto appaia, ma penso anch'io che avrebbe considerato troppo drastico uccidere due bambini. La sua etica nei libri è presentata come vicina a quelle di Jon Arryn e Ned Stark, e si sa che il primo è forse stato una figura di riferimento/qualcuno a cui fare affidamento, mentre del secondo per me era un po' geloso visto il buon rapporto con Robert...
You may dress an ironman in silks and velvets, teach him to read and write and give him books, instruct him in chivalry and courtesy and the mysteries of the Faith, but when you look into his eyes, the Sea will still be there, cold and grey and cruel.
Non capirò mai come Renly possa venir dipinto come il “re migliore” dei Baratheon da tanti nel fandom: è vanitoso, ricerca gloria e attenzioni, si dimostra usufruista, prende in giro crudelmente una bambina affetta da morbo grigio, sembra un gran menefreghista e non abbiamo nessun pov accanto a lui a mitigare queste impressioni.
Sull'antipatia di Renly per Stannis potrebbe aver influito il ritrovarsi a Storm's End durante l'assedio: magari vede in Stannis un simbolo di deprivazione materiale ed emotiva, di sicuro lo considera crudele nella sua giustizia (quando racconta quell'aneddoto delle catapulte a cui Stannis fa legare il maestro d'armi e dice che Cressen è riuscito a farglielo risparmiare solo suggerendogli che avrebbero potuto aver bisogno di mangiare i morti) e mi sembra chiaro che, una volta cresciuto, lo consideri meno di zero, ritenendosi gerarchicamente superiore a lui nel suo ruolo di lord di Storm's End, dunque già abituato a surclassarlo, probabilmente "rubargli" il titolo di re è una cosa che si sentiva autorizzato a fare. Ironico e triste come Stannis debba provare tutto questo senso di colpa per un fratello che di lui se ne sbatteva altamente...
Il problema fondamentale di Stannis, e quello che maggiormente lo differenzia da Victarion (oltre all'intelligenza, si intende! :-) ), è che mentre Victarion ammira Balon e non trova per questo difficile o particolarmente oneroso seguirne gli ordini, Stannis ha uno spirito fortemente critico - e acuto, come si nota dal suo pungente sarcasmo (Stannis ha un gran senso dell'umorismo e del ridicolo, lo avete notato? Le sue battute sono spesso migliori di quelle di Tyrion) - che lo porta a vedere tutte le pecche dei suoi fratelli più amati e ammirati.
Il problema di Renly è fondamentalmente la sua natura vanesia: essere migliori per lui equivale a essere più ammirati, più acclamati, più seguiti: il fatto che la natura di Stannis provochi l'antipatia dei più, per lui è evidentemente un demerito. Anche la crudele ironia di Renly nei confronti della bruttezza di Shireen di cui parlava Erodiade va ricondotta questo: la bellezza, l'esteriorità, il piacere agli altri sono palesemente le doti più appetibili per lui. Non c'è da meravigliarsi che Stannis, pur avendo amato il ragazzo, non potesse apprezzare l'uomo.
Piccola nota: in un'altra discussione sottolineavo che Dillane, fermo restando la sua ottima interpretazione, è troppo bello rispetto alla descrizione fisica dello Stannis dei romanzi. Non so se l'essere "il Baratheon meno bello" lo colpisse in modo particolare (forse solo in funzione dell'atteggiamento altrui nei suoi confronti), ma sicuramente il dettaglio accentuava il senso di superiorità che Renly provava nei suoi confronti.
Puff-pant, arrivo tardissimo, ma non si può lasciare andare nel dimenticatoio questo topic!
Mi accodo ai complimenti già espressi per le vostre analisi, esaustive e centrate, non so quante volte me le sono rilette. A mio avviso Stannis Baratheon è uno dei personaggi più riusciti di Martin, uno dei miei preferiti se non il preferito in assoluto. Un uomo complicato e complesso, dal carattere pieno di sfumature e sfaccettature, il soggetto ideale alle prime impressioni facili, di quelle che risultano quasi sempre piene di errori di fondo.
Stannis viene nominato già nel primo libro e il quadro che ne emerge non è affatto lusinghiero. Io stessa, fino al prologo di ACOK mi ero fatta un'idea molto superficiale e abbastanza negativa di lui (per quanto Ned abbia di Stannis un'opinione sostanzialmente neutrale), bollandolo come il classico figlio di mezzo insoddisfatto e geloso, il preferito della maestra che fa la spia su chi sta copiando il compito, un uomo senza passioni. Martin qui è stato bravo a spiegarci le motivazioni che spingono i più a non voler seguire questo re che, a parer mio, in tempo di pace si sarebbe rivelato giusto e molto capace, apportando riforme moderne e necessarie. Quindi, ho iniziato a leggere il prologo di ACOK provando per lui antipatia e un senso di irritazione.
Mi sarebbe piaciuto molto leggere un suo POV, esplorare il suo mondo interiore, tentare di risolvere il puzzle che è il suo carattere, ma per fortuna ci sono molti POV diversi nei libri che interagiscono con Stannis, quindi almeno è possibile trarre delle conclusioni dai suoi comportamenti (sarebbe bello analizzarle nei dettagli, mi riprometto sempre di farlo...) che non siano eccessivamente "inquinati". Curioso come, nella maggior parte delle volte in cui appare, Stannis sia molto str antipatico, i primissimi POV che ce lo presentano sono quasi sempre pronti a giustificarne le mosse e le motivazioni invece di pensare “guarda questo str antipatico”. Stannis è un grande antipatico, consapevole e noncurante di esserlo (e lo adoro per questo). Non cerca adorazione (anzi, la rifugge), non cerca di farsi amare a tutti i costi, quello che anela più di ogni altra cosa è il rispetto. Con questo non voglio dire che non cerchi amore, a modo suo lo fa, così come a modo suo lo dona, ma credo che spesso tenda a confondere amore e rispetto, esaltando la naturale correlazione che questi due sentimenti possiedono (o dovrebbero possedere), questo perché, da bravo uomo razionale, tende a razionalizzare anche l'impossibile, in questo caso il più istintivo dei sentimenti umani. Dunque, seguendo quello che credo essere lo Stannispensiero, lui è giusto, lui fa tutto a regola d'arte, per cui le persone dovrebbero rispettarlo e seguirlo, a prescindere da quelle stupidaggini che sono le simpatie umane. Tutto molto logico, razionale. Invece no, non funziona così, neanche a Westeros, e questo lo infastidisce, dopotutto la stupidità e la superficialità non fanno parte di lui, non le giustifica e non le tollera nemmeno, è più forte di lui. Ne emerge che Stannis alla fine è solo molto logico, arguto e onesto, con un sarcasmo pungente e scarsi doti nel lecchinaggio spicciolo, qualità apprezzate da chi lo conosce bene.
A mio avviso, uno degli aspetti più ironici (e che apprezzo di più) di Stannis riguarda la sua passionalità. Molti POV che conoscono Stannis superficialmente gliene rinfacciano la mancanza, cosa a mio avviso del tutto errata. Stannis non è passionale nel termine convenzionale del termine, la sua è una passionalità “di ghiaccio”. Forse è un po' un ossimoro accostare il ghiaccio alla passione, ma Stannis non ha il fuoco che arde dentro, che divampa e se ne va (un po' come suo fratello Robert), piuttosto un ghiacciaio che avvolge e preserva ogni più piccolo ricordo e ne fa tesoro, ogni torto subito, ogni aiuto ricevuto; anche il ghiaccio può ustionare, ma è meno impetuoso del fuoco (anche se una tempesta di ghiaccio non è esattamente “calma”), più lento, più stabile, altrettanto letale, entrambi gli elementi – fuoco e acqua – portano morte oltre che vita. Ecco che diventa facile covare rancore quando si ha una passionalità di ghiaccio, il fuoco è meno portato al rancore, brucia tutto nell'impeto del momento e poi si spegne. Curioso che abbia fatto proprio il simbolo del cuore infuocato, essendo il “falso” Azor Ahai il connubio tra ghiaccio e fuoco ci sta eccome, ma più che una canzone del ghiaccio e del fuoco, la sua è solo una strofa, una forzatura per l'appunto. Già per questo ho messo in conto che Stannis non sarà destinato a fare una fine felice (sobbissimo).
Il bisogno di Stannis di rapporti paritari, non per status ma per meriti, è stato già egregiamente affrontato, perciò non mi dilungo. Stannis è fortemente meritocratico, ma vive in una società dove lo status spesso è più importante del merito e sa che, per raggiungere i suoi scopi, deve scendere a compromessi. Lo fa per esempio quando perdona (ma non dimentica!) i lord che gli hanno voltato le spalle appoggiando Renly per poi tornare da lui, ben conscio che il loro sia stato un tradimento consapevole. Anche a me è piaciuta molto la parte di Proudwing, proprio per l'innata indole di Stannis che lo porta fin dalla giovane età a concedere una possibilità a tutti (anche se grazie a Proudwing ha imparato a non insistere oltre ogni ragionevole tentativo). Nessuno è perso in partenza, tutti sono degni di essere salvati, anche i Bruti che molti avrebbero volentieri lasciato in pasto agli Estranei. Tutti, potenzialmente, possono sviluppare rapporti paritari con lui (basta che ne siano degni, poi è molto selettivo per altre cose ghgh!).
Un esempio del passaggio graduale da sopportazione/antipatia a rispetto in un certo senso si ha nel rapporto tra Jon e Stannis, di cui si è già parlato e non mi soffermerò oltre. Apro una piccola parentesi dicendo che, grazie alla loro interazione, per me entrambi hanno guadagnato tanti consensi. A mio avviso il loro rispetto reciproco non è così assurdo, il parallelismo tra i due è forte, anche leggendo mi hanno suscitato sentimenti talvolta speculari, ma simili. Bello anche il parallelismo con Daenerys nell'altro topic linkato, per me sarebbe bellissimo vederli interagire, magari tutti e tre insieme.
Ecco, mi riallaccio a questo per parlare del più grande difetto del Mannis, non l'antipatia, direttamente correlata alla sua tremenda onestà, ma la sua superbia, che lo porta a ritenersi sempre nel giusto, a combattere contro un orgoglio smisurato (la passionalità di ghiaccio ritorna...). Credo che un comandante debba ostentare sicurezza ed avere segretamente paura. Un comandante superbo, o è molto fortunato o prima o poi si scontrerà con qualcuno che gli darà una sonora batosta, e la sua discesa sarà più dolorosa di quella della sua controparte consapevole dei propri limiti. In questo, la battaglia delle Acque Nere sono state la botta che serviva a Stannis per analizzare i suoi limiti e ricominciare da capo. Ecco che però si mette in discussione, riparte come un panzer come a dire: “voi non mi volete, ma vi salverò ugualmente, pezzenti!”. Un altro sarebbe scappato ad Essos e lasciato marcire i Westerosi tra le loro guerre, oppure avrebbe cercato un accordo, lui no, non si arrenderà mai, questo è ciò che va fatto e lui lo farà, o morirà nel tentativo. Molto probabilmente, da bravo eroe tragico, morirà nel tentativo e morirà male, moralmente e fisicamente, ma la tragedia annunciata è parte del suo fascino, imho.
Un piccolo appunto sul suo aspetto fisico: sono d'accordo sul fatto che lo Stannis televisivo sia il più bello tra i fratelli Baratheon, cosa molto sbagliata, ma personalmente non credo che Dillane sia troppo bello per interpretare Stannis, sono Addy e Gethin Anthony ad essere troppo poco avvenenti per i loro ruoli! Onestamente, per renderlo proporzionato agli altri due, avrebbero dovuto scegliere una specie di mostro, cosa che non mi/ci auguravo assolutamente, anzi
Spoiler GOT season 5
dopo quel tipo di stravolgimento di personalità subito dallo Stannis televisivo, renderlo il più bello tra i Baratheon è solo magra consolazione, cosa buona e giusta!
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In realtà non mi pare si dica mai che Stannis sia brutto nel termine convenzionale del termine, è "solo" il meno avvenente dei fratelli Baratheon (poverino, anche questo!), anche se, probabilmente, si vende peggio del Robert grassone! A volte l'atteggiamento è tutto, e Stannis l'atteggiamento da pheego proprio non ce l'ha...
Per riassumere tutto sto malloppo, Stannis Baratheon è un personaggio meraviglioso
Stannis è un personaggio meraviglioso perché è un personaggio realistico. E' un personaggio umano.
Il realismo è dentro di lui, in quell'aridità, in quell'isolamento intimo, in quella fase dell'estraniarsi che può essere riscontrata anche in Jon Snow come in chiunque sia un minimo fallibile e non trascenda nel divino in questo mondo. Come si è sottolineato in questo topic, il Mannis è schiavo della sua incapacità di mentire, di circuire, di manipolare. Lui non solo si distanzia dalla menzogna, ma non è neanche in grado di adoperarla se lo volesse. Si è dato un codice etico nella sua moralità, si è dato un'etica proprio per la disparità di trattamento che ha provato sulla propria pelle. Il suo essere è inoltre solo apparentemente anaffettivo, ma in realtà soffre quanto è capace di amare.
Lui non prova il riverbero dell'esibizionismo, del vanesio mettersi in mostra. Lo trova superfluo, lo trova inutile, pensa che lo farebbe apparire stupido. E di qui si può fare anche un parallelo con Tywin, ove entrambi non ammettono che si rida di sé e non hanno vanto. Loro, semplicemente, si possono ergere con fierezza. Ma mai darsi all'esaltazione.
E così accade con Stannis. Lui pretende, con superbia, solo il riconoscimento di quelli che pensa essere i suoi diritti - ed in parte lo sono.
Inoltre è un uomo che pur perdonando laddove necessario, è in grado di sviscerare una catarsi irrefrenabile sugli uomini che gli hanno fatto un torto. Li assolve nel concreto, ma nell'effettivo li beffeggia. Sottolinea la stupidità dei loro errori, la loro mancanza di equità. Con il sarcasmo li riduce al nulla, li porta alla vergogna. Ed è per questo che il suo umorismo cupo è anche più utile nella trama stessa. Lui è fiero di seguire la verità dove gli altri, meschinamente, se ne sottraggono.
Per il senso del dovere, poi, credo anch'io avrebbe consegnato Viserys e Daenerys. Non l'avesse fatto sarebbe venuta meno una base del suo personaggio.
In Stannis c'è lo stesso senso dell'onore che si riscontra in Jon Snow ed Eddard Stark, ma la differenza è che ha un adesione meno positiva a questa sua caratteristiche e, sempre differenziandosi dai due personaggi citati, è ancor più neutrale di loro.
Di sicuro il senso di rivalsa sociale, per quanto i titoli nobiliari non gli manchino, genera un'enorme empatia nei suoi confronti.
Difatti è l'unico personaggio che mi sono sentito di tifare in modo spudorato. Per gli altri personaggi ho preferenze, ho il fatto che mi piacciano o, a tratti, mi ci riveda. Ma solo per Stannis Baratheon sono stato in grado di tifare.
E' un romantico capolavoro di Martin. Un Anti-Eroe fantasy.
« I did what I thought was right. » Jon Snow
« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister
« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learn. Winterfell is Our Home, we have to fight for it. » - Sansa Stark
« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark
« A good act does not wash out the bad, nor a bad act the good. » - Stannis Baratheon
Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.
Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.