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Gran DM Letterario di Barriera
di Maya
creato il 01 marzo 2016

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E
Emma Snow
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Emma Snow
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Inviato il 27 giugno 2016 18:41

Scelta sofferta... Ma alla fine ho deciso di votare Roland Deschain, protagonista di una stupenda serie di libri, uomo imperfetto, tormentato, ossessionato dal pensiero della Torre Nera e pronto a sacrificare chiunque e qualunque cosa alla sua ricerca...

Ma anche colui che ha un legame viscerale con il suo ka-tet, che impara a voler loro bene e non considerarli solo come mezzi per la Torre, che diventa una figura paterna per Jake (e anche per Eddie), che instaura un profondo legame di rispetto con Susannah, che nonostante la sua mente acuta continua a chiamare l'aspirina "astina", perché viene da un altro mondo e non sa abituarsi a essa.

In più, i capitoli su lui e Susan nella "Sfera del buio" sono tra i più belli, coinvolgenti e toccanti che abbia mai letto.

 

Mi dispiace comunque non votare Elizabeth, protagonista di uno dei miei romanzi preferiti e figura femminile che ammiro.


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xrnmas
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xrnmas
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Inviato il 27 giugno 2016 18:44

Voto roland!!


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Angorian
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Angorian
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Inviato il 27 giugno 2016 19:40

Voto la meravigliosa Elizabeth Bennet :)


«When you heard him play his high harp with the silver strings and sing of twilights and tears

and the death of kings, you could not but feel that he was singing of himself and those he loved.»

 

— A STORM OF SWORDS

 

J
JonSnow;
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JonSnow;
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J

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Inviato il 27 giugno 2016 19:58

Elizabeth Bennet


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« I did what I thought was right. » Jon Snow

« There are no men like me. Only me. » - Jaime Lannister

« No one can protect me. No one can protect anyone. It's true, I am a slow learner, but I learnWinterfell is Our Home, we have to fight for it.  » - Sansa Stark 

« Leave one wolf alive and the sheep will never be safe. » - Arya Stark

« good act does not wash out the bad, norbad act the good. » - Stannis Baratheon

Take my Heart when You go _ Take Mine in It's Place.

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Ti proteggerò dalle paure delle ipocondrie, dai turbamenti che da oggi incontrerai per la tua via, dalle ingiustizie e dagli inganni del tuo tempo, dai fallimenti che per tua natura normalmente attirerai. Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale. Ed io avrò cura di te.


Seija
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Seija
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Inviato il 27 giugno 2016 19:58

" King notò il modo in cui Roland abbassò la testa durante quella parte del racconto e gli parlò con inaspettata dolcezza.

"Non è il caso che di vergognarsi tanto, signor Deschain. In fondo sono stato io a farti comportare così. "

(La Torre Nera VI - La canzone di Susannah - Stephen King)

 

Voto ROLAND DESCHAIN !



Euron Gioiagrigia
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Euron Gioiagrigia
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Inviato il 27 giugno 2016 20:06

Come consigliatomi, voto Elizabeth Bennett


G
Guenhwyvar
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Guenhwyvar
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Inviato il 27 giugno 2016 20:26

Questo è un gran duello..e l'Ultimo Pistolero di Gilead ha caricato le sue pistole...

 

Voto ROLAND DESCHAIN !


G
Granpasso
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Granpasso
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Inviato il 27 giugno 2016 20:31

Voto l'ultimo pistolero Roland Deschain...


C
Clitennestra
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Clitennestra
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Inviato il 27 giugno 2016 20:36

:ehmmm: Questa è una sfida al cardiopalma. :ehmmm:

Non è un’impresa facile, ma i sostenitori di ROLAND DESCHAIN devono crederci e provarci. :glare:

Anche perché la posta in palio è alta, altissima.


La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata.   (William Shakespeare).

 

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Lady DragonSnow
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Lady DragonSnow
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Inviato il 27 giugno 2016 20:38

Voto ovviamente Lizzy Bennet

 

E questa é una bellissima sfida :)


 

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"Different roads sometimes lead to the same castle"
- Jon Snow


SPOILER TWOW

 

"It may be that we shall lose this battle," the king said grimly. "In Braavos you may hear that I am dead. It may even be true. You shall find my sellswords nonetheless."
The knight hesitated. "Your Grace, if you are dead..."
"...
you will avenge my death, and seat my daughter on the Iron Throne. Or die in the attempt."
- Stannis Baratheon


Fondatrice di T+S: Tyrion+Sansa (possibilmente a regnare su Castel Granito)
Fondatrice del Comitato Pro Shireen: perché noi la vogliamo mora

G.E.P.M.D.: Grenn e Pyp mai dimenticati
Comitato Pro Draghi dragon.gif
C.K.P.K.: Comitato Kitters per Kit: perché a noi ci piace
Membro sbavante del CP Jon Snow
G.M.S.S.: Giù le Mani da Sansa Stark, in difesa della giovane lupa
I.S.C.O.M.: Io sto con Oberyn Martell
H.H.H.: Hodor Hodor Hodor
C.A.P.R.: Comitato di Accoglienza per Personaggi Rovinati da D&D
C.P.S.: Comitato Pro Stannis, the One True King

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Lizzy_
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Lizzy_
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Inviato il 27 giugno 2016 20:39

Voto Elizabeth Bennet, l'eroina da cui ho preso il nome! Personaggio meraviglioso che amo da quando ho letto Orgoglio e Pregiudizio la prima volta, otto anni fa.


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Metamorfo
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Metamorfo
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Inviato il 27 giugno 2016 20:45

Elizabeth.


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Sansa Baratheon
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Sansa Baratheon
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Inviato il 27 giugno 2016 20:48

Dopo essermi informata, Elizabeth anche io.


_
_Visenya.Targaryen
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Inviato il 27 giugno 2016 20:50

Voto Roland


C
Clitennestra
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Inviato il 27 giugno 2016 20:55

Ad ispirare King è stata una poesia, "Chile Roland alla Torre Nera Giunse", scritta da Robert Browning nel 1855

 

Childe Roland alla Torre Nera giunse.

 

I

 

Il mio primo pensiero era che lui mentiva in ogni parola,

 

quello storpio canuto, con l’occhio cattivo

 

volto di sbieco per guardare l’effetto della sua bugia

 

sui miei occhi e la sua bocca a stento tratteneva

 

l’esultanza che increspava il profilo del suo labbro,

 

per la nuova vittima guadagnata.

 

II

 

Perché disporsi così col suo bastone?

 

a tendere insidie, inganni, e vincoli,

 

ai viaggiatori che lo trovavano appostato

 

e gli chiedevano la strada? Ho indovinato gli scrosci

 

di risa da teschio, e la gruccia che scriveva

 

il mio epitaffio per gioco nella pubblica via polverosa.

 

III

 

Se dietro suo consiglio m’incammino

 

lungo quel tratto fatale nel quale, tutti sanno,

 

è nascosta la Torre Nera. Tuttavia acquiescente

 

ho girato come indicato, non per orgoglio

 

né per speranza riaccesa alla vista della meta,

 

ma per la gioia d’aver visto una fine.

 

IV

 

Con il mio vagabondaggio in tutto il mondo intero,

 

con la mia ricerca continuata negli anni, la mia speranza

 

ridotta ad un fantasma incapace di far fronte

 

a quel successo clamoroso che di gioia mi colmerebbe,

 

appena ora ho provato a rimproverare il tuffo che il mio cuore ha fatto,

 

trasalendo per l’insuccesso ormai vicino.

 

V

 

Come quando un uomo ammalato prossimo alla morte

 

sembra morto effettivamente e sente cadere ed asciugarsi

 

le lacrime e prende l’addio d’ogni amico e sente l’uno dire a

 

l’altro di andare, e tirare un sospiro di sollievo

 

a chi è all'esterno,(poiché tutto è finito,

 

ed il colpo inflitto nessun dolore può emendare)

 

VI

 

Quando alcuni discutono se vicino alle altre tombe

 

c’è posto abbastanza per questa e sul giorno più giusto

 

per meglio organizzare il funerale,

 

e pensano a bandiere, vessilli e doghe

 

ed ancora l’uomo sente tutto, e prega

 

di non rovinare tanto affetto restando in vita.

 

VII

 

Così, ho lungamente sofferto in questa ricerca,

 

e udito profezie di fallimento, tante volte

 

ero segnato nella "Schiera", nel numero

 

dei cavalieri alla ricerca della Torre Nera,

 

e fallire come loro sembrava ora la cosa migliore,

 

e l’unico dubbio era – Sarò all’altezza? -

 

VIII

 

Così, con serena disperazione mi girai da lui,

 

da quello storpio odioso, che dalla strada principale

 

indicava ancora il percorso. Tutto il giorno che

 

era scorso disperante nel migliore dei casi e fioco

 

stava apprestandosi alla relativa fine, sparando

 

un lampo rosso e torvo per veder la pianura ghermire il randagio.

 

IX

 

Per le insegne! Non ragionevolmente dato

 

in pegno alla pianura, dopo un passo o due, facendo

 

una pausa per gettare indietro un ultimo sguardo

 

or era la strada sicura, andata; pianura grigia tutto in tondo;

 

solo pianura fino al limite dell’orizzonte.

 

poter continuare, nient’altro restava da fare.

 

X

 

Sono così andato avanti. Penso di non aver visto mai

 

natura tanto ignobile e affamata; niente ha qui prosperato:

 

per i fiori – sarebbe come prevedere un boschetto di cedro!

 

Ma il loglio e l’euforbia, secondo la loro legge

 

han potuto propagare il loro genere indisturbate

 

ed una fragola qui, sarebbe stata un raro tesoro.

 

XI

 

No! penuria, inerzia e sgorbi, erano

 

il certo ordinamento di queste terre. "Guarda

 

o chiudi i tuoi occhi", ha detto la Natura irata,

 

"Ma è uguale, non c’è rimedio al caso mio,

 

solamente il fuoco dell' ultimo Giudizio può curare questo posto

 

calcinarne le zolle e render liberi i prigionieri"

 

XII

 

Se mai spuntava un ispido gambo di cardo

 

sopra i compagni, la testa era mozzata, o l’arenaria

 

ne era gelosa. Perché quei fori e gli strappi nelle dure foglie

 

del romice, macerate come a distruggere

 

ogni speranza di verde? Questo è un animale che calpesta

 

e distrugge la vita, con istinti di bestia.

 

XIII

 

Per quanto riguarda l’erba, cresceva rada quanto i capelli

 

d’un lebbroso; fili d’erba rinsecchita bucavano il fango

 

che appariva impastato col sangue.

 

Un cavallo cieco rigido e tutt’ossa,

 

levato in piedi istupidito, arrivato chissà come fin qua:

 

sicuramente cacciato dal suo servizio di stallone del diavolo!

 

XIV

 

Vivo? potrebbe essere morto per quel che ho visto,

 

con quel suo collo rosso e scarno ed affilato.

 

Ed occhi chiusi sotto la criniera arrugginita;

 

raramente grottesco e penoso sono andati assieme in tal guisa;

 

non ho visto mai un animale che odiassi così;

 

doveva essere ben malvagio per meritare tale sofferenza.

 

XV

 

Ho chiuso gli occhi e li ho girati sul mio cuore,

 

come un uomo richiede vino prima di combattere,

 

ho chiesto una sorsata d’antiche visioni felici,

 

con la speranza di sostenere la mia parte.

 

Pensare in seguito, in primo luogo la lotta è l' arte del soldato:

 

un sorso del tempo felice trascorso appiana ogni cosa.

 

XVI

 

Non per me! Ho immaginato la faccia avvampata di Cuthbert

 

sotto l’ornamento d’oro dei suoi riccioli,

 

caro amico, finchè lo sentii quasi unire il suo braccio al mio

 

per porre la mia mano là come s’usava un tempo.

 

Ahimè, per il disonore d’una notte!

 

L’ardore dal mio cuore esalò e lo lasciò freddo.

 

XVII

 

Giles allora, anima dell’onore, sta

 

generoso come dieci anni fa quando fu investito cavaliere.

 

E in primo luogo, ciò che gli onesti dovrebbero ardire (diceva) lui osava.

 

Buono - ma la scena si sposta – orrore! mani di boia

 

appuntano al suo petto una pergamena? Sopra si legge Traditore,

 

povero traditore coperto di sputi e maledetto!

 

XVIII

 

Migliore questo presente di quel passato:

 

avanti ancora sul mio sentiero che s’oscura!

 

Nessun suono, niente si scorge fin dove l’occhio può vedere.

 

La notte porterà un gufo o un pipistrello?

 

Mi son chiesto: quando qualcosa giunse ad

 

arrestare i miei pensieri ed a cambiarne il flusso.

 

XIX

 

Un fiume piccolo improvviso ha attraversato il mio percorso

 

inatteso come un serpente arriva.

 

Nessuna marea limacciosa ma congeniale al tetro intorno;

 

questo fluiva schiumando e avrebbe potuto bagnare lo zoccolo

 

infuocato del diavolo – in vista l’ira

 

del nero gorgo intercalato di scaglie e di spuma.

 

XX

 

Così piccolo tuttavia così maligno! E sul suo corso,

 

ontani contorti e bassi come inginocchiati sopra di esso;

 

e salici fradici gli erano sopra precipitosi

 

in un accesso di muta disperazione, folla suicida,

 

Il fiume che aveva fatto tutto il torto,

 

possibile, fluiva e scorreva imperturbabile.

 

XXI

 

E mentre lo passavo a guado – per tutti i santi - come ho temuto

 

di calpestare le guance d’un morto, passo dopo passo,

 

o di sentire la lancia che infilavo nei buchi,

 

impigliarsi nei suoi capelli o nella barba!

 

- Può essere un topo d’acqua che avevo infilzato, ma,

 

oddio! ha risuonato come il vagito d’un bambino.

 

XXII

 

Felice raggiunsi l’altra sponda.

 

E partii alla ricerca d’un posto migliore. Vana speranza!

 

Ignoti guerrieri avevano ingaggiato battaglia

 

ed il loro calpestio selvaggio ammollava il terreno

 

umido, ormai un pantano. Rospi in un serbatoio avvelenato

 

o gatti selvaggi in una gabbia di ferro rovente. –

 

XXIII

 

Tale appariva la battaglia in quella feroce arena,

 

che cosa li rinchiudeva là, con tutta quella pianura attorno?

 

Nessun' orma conduceva a quell’ orrido serraglio,

 

nessuna ne usciva. Un insieme pazzo scuoteva i loro cervelli

 

senza dubbio, come i galeotti che il Turco

 

aizza per divertimento, cristiani contro ebrei.

 

XXIV

 

E più ancora – duecento passi avanti - perché, là!

 

Per quali torture era stata piazzata quella ruota,

 

leva, non ruota, quell’ordigno dentato

 

che dipana corpi umani come seta?

 

Preciso come lo strumento di Tofet, che ha dimenticato sulla Terra

 

o ce l’ha portato per affilarne i denti arrugginiti d’acciaio.

 

XXV

 

Poi giunsi ad una ceppaia, una volta un bosco,

 

e dopo quella che sembrerebbe esser stata una palude, ma ora solo terra

 

disperata e sfatta; (così un folle trova da rallegrarsi,

 

fa una cosa e poi la guasta, finchè il suo umore cambia

 

e si spegne!) all'interno d'un quarto d’acro

 

- palude, argilla e ghiaia, sabbia e nero seccume.

 

XXVI

 

Ora bubboni dalle macchie colorate e torve, ora zone

 

ove dal terreno erompevano muschi,

 

o materia di pustole; e poi

 

una quercia rachitica barcollante con uno squarcio nel mezzo

 

simile ad una bocca storta che si fende ai lati

 

spalancata alla vista della morte e morta nel raccapriccio.

 

XXVII

 

Ed ero lontano più che mai dalla meta!

 

Niente laggiù se non il buio, niente,

 

a guidare più oltre il mio passo! A quel pensiero,

 

un uccello nero grande amico d’Apollyon,

 

passò volteggiando, immoti le grandi ali spiegate di drago,

 

fino a sfiorarmi il cimiero – forse era la guida che cercavo.

 

XXVIII

 

Osservando in alto, mi accorsi non so come,

 

a dispetto dell’imbrunire, la pianura aveva dato il posto

 

tutt’intorno alle montagne - con tale nome da far fiorire

 

alture brulle furtivamente apparse-.

 

Quanto mi avessero sorpreso – a voi scoprirlo!

 

Il vero problema era adesso come allontanarsene.

 

XXIX

 

Tuttavia m’è sembrato di riconoscere un certo trucco

 

che m’era capitato, dio sa quando –

 

in un sogno difettoso forse. Qui si concludeva dunque

 

il cammino. Quando, proprio nel momento

 

d’arrendermi, una volta ancora, un clic

 

come quando una trappola si chiude – e resti dentro.

 

XXX

 

Come fiamma che è venuta su me tutto d'un tratto,

 

questo era il posto! quelle due colline a destra,

 

acquattate come due tori che si sono intrecciati

 

i corni nella lotta; mentre a sinistra stava un’ alta montagna

 

pelata... Zuccone, idiota, rimbambirti nel momento cruciale,

 

dopo una vita spesa ad addestrarti nella visione!

 

XXXI

 

Che cosa c’era lì in mezzo, se non la Torre?

 

la torre tozza e rotonda, cieca come il cuore dello sciocco,

 

eretta con la pietra scura, senza uguale al mondo intero.

 

Lo spiritello beffardo della tempesta

 

indica così al marinaio lo scoglio affiorante, dove può cozzare

 

solo quando il fasciame sobbalza.

 

XXXII

 

Non vedere? a causa della notte forse? - perché il giorno

 

tornò ancora! Prima del tramonto,

 

ed il tramonto morente brillò da una fessura:

 

le colline, come i giganti a caccia, appostate,

 

mento sulla mano, davanti alla bestia braccata -

 

'Ora affonda la lama fino all’elsa – e uccidila! '

 

XXXIII

 

Non sentire? Quando il fragore era dappertutto!

 

E un rintoccare crescente come di campane. I nomi nei miei orecchi

 

di tutti i compagni di ventura, miei pari, persi –

 

come tal era forte e tale era ardito

 

e tale fortunato, tuttavia ciascun compagno d’un tempo, perso,

 

perso per sempre! per un momento rintoccò la tristezza degli anni.

 

XXXIV

 

Stavano levati in piedi, sparsi lungo il pendio, venuti

 

ad osservare il mio ultimo istante, struttura vivente

 

per un' nuova immagine! Fasciati di fiamme

 

l’ho visti e l’ho riconosciuti tutti. Allora

 

portai il corno alle labbra e soffiai:

 

 

Robert Browing, 1855


La donna uscì dalla costola dell’uomo, non dai piedi per essere calpestata, non dalla testa per essere superiore ma dal lato, per essere uguale, sotto il braccio per essere protetta, accanto al cuore per essere amata.   (William Shakespeare).

 

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