Per chi ha letto SdA in lingua: è vero che rende mille volte di più della traduzione?
Io non sono più riuscito a rileggerlo in italiano dopo averlo letto in inglese: non è l'inglese discorsivo di ogni giorno, ma è lontanissimo dai manierismi e dagli arcaicismi imposti dal traduttore (quirino principe: l'altieri dell'epoca). Peraltro, proprio Tolkien, accusato in Inghilterra di scrivere in modo troppo arcaico, presentò un paragrafo scritto in inglese corroquiale e contemporaneo, per far vedere come suonasse impossibile persino in un romanzo fantasy (lo trovi in La realtà attraverso la trasparenza).
Per quanto riguarda lo Hobbit: è solo una mia impressione che sia scritto come un libro per bambini? O è semplicemente tradotto diversamente da SdA?
Lo Hobbit nacque ed è un libro scritto sostanzialmente per bambini: era nelle intenzioni dell'autore che fosse una sorta di "favola epica", nel solco delle favole archetipe dei Grimm e di Andersen. E così anche Il Signore degli Anelli avrebbe dovuto essere, in origine, la semplice continuazione per bambini del libro precedente....ma poi, dice lo stesso Tolkien, il libro ed i personaggi gli sfuggirono di mano, e la storia crebbe praticamente da sola.
Premetto che il Silmarillion l'ho tentato tre volte senza mai farcela. In vita mia ho abbandonato solo due letture e devo dire che mi scoccia ma non ce la faccio proprio... ad ogni tentativo ricavavo solo un gran mal di testa per lo sforzo di ricordare tutti quei nomi.
Esiste un metodo / approccio che consenta di rendere la lettura un filino più scorrevole?
Se a batterti sono i nomi, allora non c'è speranza. se è lo stile, allora prendilo in inglese: la traduzione italiana è stracolma di errori di vario genere (ancora un volta, gli altieri dell'epoca), mentre in lingua originale scorre molto di più.
Quant alla divisione in capitoli....è vero solo in parte: sono argomenti separati, ma cronologicamente legati e ordinati, e se ne salti uno rischi di non capire il successivo.
Premetto che il Silmarillion l'ho tentato tre volte senza mai farcela. In vita mia ho abbandonato solo due letture e devo dire che mi scoccia ma non ce la faccio proprio... ad ogni tentativo ricavavo solo un gran mal di testa per lo sforzo di ricordare tutti quei nomi.
Esiste un metodo / approccio che consenta di rendere la lettura un filino più scorrevole?
Io ci ho provato una volta senza successo. La seconda volta ce l'ho fatta. Ora sto leggendolo la terza ed effettivamente lo sto trovando pesantuccio (ma ho intenzione di finirlo!)
Ti diró: anche sforzandoti, non riuscirai mai a ricordarti tutti i nomi e tutte le genealogie: ergo potresti provare ad ignorare molti dei nomi e lasciarti semplicemente coinvolgere dalle magnifiche atmosfere malinconiche. Inoltre, se non sbaglio e per lo meno nella mia edizione, alla fine del libro ci sono alcune appendici, compreso un elenco dei personaggi principali.
Grazie a tutti per i suggerimenti!!
Di certo mi butterò sulla lettura di ISDA in lingua. Eddard Seaworth, grazie per avermi confermato che quello stile pomposo e troppo finto-arcaico è tutta farina del sacco del traduttore!
Poi cercherò di ri-buttarmi sul silmarillion. Non ho neanche fatto caso alla presenza o meno di appendici, presa com'ero a cercare di leggerlo... colpa di una mia vecchia conoscenza, che ne parlava come se fosse ISDA all'ennesima potenza ma non s'è mai scomodato a dirmi che è scritto come una cronaca e non come un romanzo. Le aspettative contano parecchio, quando si tratta di lettura.
Peccato che lo Hobbit non sia stato riscritto e ampliato: al suo interno ci sono informazioni che mi sembrano molto utili per capire meglio ISDA.
Al momento sono ferma a quando il drago scappa dalla miniera. Me lo fareste uno spoiler, per favore? Mi potreste dire se a fine romanzo si arriva a capire cosa ne è stato di Balin e come è finito morto a Moria (sempre che sia lo stesso Balin... magari nei nani "Balin" è un nome comunissimo, che ne so XD)? E' una delle faccende che più mi incuriosiscono e a dirla tutta, mi sono messa a leggere lo Hobbit proprio in cerca di risposte.
Grazie a tutti per i suggerimenti!!Di certo mi butterò sulla lettura di ISDA in lingua. Eddard Seaworth, grazie per avermi confermato che quello stile pomposo e troppo finto-arcaico è tutta farina del sacco del traduttore!
Poi cercherò di ri-buttarmi sul silmarillion. Non ho neanche fatto caso alla presenza o meno di appendici, presa com'ero a cercare di leggerlo... colpa di una mia vecchia conoscenza, che ne parlava come se fosse ISDA all'ennesima potenza ma non s'è mai scomodato a dirmi che è scritto come una cronaca e non come un romanzo. Le aspettative contano parecchio, quando si tratta di lettura.
Peccato che lo Hobbit non sia stato riscritto e ampliato: al suo interno ci sono informazioni che mi sembrano molto utili per capire meglio ISDA.
Al momento sono ferma a quando il drago scappa dalla miniera. Me lo fareste uno spoiler, per favore? Mi potreste dire se a fine romanzo si arriva a capire cosa ne è stato di Balin e come è finito morto a Moria (sempre che sia lo stesso Balin... magari nei nani "Balin" è un nome comunissimo, che ne so XD)? E' una delle faccende che più mi incuriosiscono e a dirla tutta, mi sono messa a leggere lo Hobbit proprio in cerca di risposte.
No, non troverai nulla del genere ne Lo Hobbit. Essendo nato come romanzo "favolesco" molti personaggi e oggetti che successivamente avrebbero avuto importanza qui non ce l'hanno (ad esempio l'Unico Anello).
Per quanto riguarda Balin e le sorti di altri dei Nani della Compagnia, basta leggere ISDA e anche le sue Appendici.
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Peccato che lo Hobbit non sia stato riscritto e ampliato: al suo interno ci sono informazioni che mi sembrano molto utili per capire meglio ISDA.
Ma no, dai, Lo Hobbit è perfetto così com'è! La sua bellezza sta proprio nell'essere una "fiaba eroica", un libro per bambini che lascia però trasparire anche l'immensa cultura dell'autore in materia di letteratura inglese medievale.
Peccato che lo Hobbit non sia stato riscritto e ampliato: al suo interno ci sono informazioni che mi sembrano molto utili per capire meglio ISDA.
Ma no, dai, Lo Hobbit è perfetto così com'è! La sua bellezza sta proprio nell'essere una "fiaba eroica", un libro per bambini che lascia però trasparire anche l'immensa cultura dell'autore in materia di letteratura inglese medievale.
Concordo perfettamente, non avresti potuto dare una risposta migliore equivalente del mio pensiero. Lo Hobbit è nella sua delicata magia fiabesca un autentico capolavoro una porta che per i più giovani porta in una fiaba ma che per i più maturi dispiega tutto il retroterra leggendario per mondi, come poi è stato, più complessi e mitici che costituiscono il corpo principale dell'opera Tolkieniana.
Gil Galad - Stella di radianza
Le cose sono due: o l'edizione che ho io non ha le appendici o non me le sono mai filate O_o
Dovrò dissotterrare il volume (troppi libri e troppo poco spazio non aiutano l'ordine) e verificare.
E dire che mi ero messa a leggere lo Hobbit nella ferma convinzione che parlasse anche di Balin e di Moria " />
Per ora (ribadisco che sono ferma al momento in cui il drago esce dalla miniera) la storia mi sta anche piacendo ma lo stile di scrittura mi infastidisce non poco. Mi sembra che quegli stessi aspetti che mi infastidivano in ISDA ne lo Hobbit siano amplificati dal tono troppo infantilizzato. Mi chiedo se sia il caso di terminare la lettura o se sia meglio ricominciare da capo con la versione originale, visto che mi è stata data conferma che le traduzioni sono abbastanza mal fatte.
EDIT: scopro ora che le appendici ci sono e che non le avevo proprio calcolate (mea culpa) perchè la prima (gli annali) è soporifera quanto il Silmarillion. Dovrò leggere anche quelle in lingua, c'è poco da fare! Meglio leggerle prima di rileggere ISDA o le devo lasciare per dopo?
E dire che mi ero messa a leggere lo Hobbit nella ferma convinzione che parlasse anche di Balin e di Moria " />
E' ovvio, quando Tolkien ha scritto Lo Hobbit l'idea di farci un seguito non gli sfiorava nemmeno il cervello. Del resto ne Lo Hobbit non viene mai detto che l'Anello è opera del Negromante (che in realtà è Sauron) e il suo unico potere è di rendere invisibili. Quando gli fu chiesto a gran voce un seguito de Lo Hobbit, prese gli elementi che potevano essere utili per un sequel e gettò le basi per Il Signore degli Anelli, dove inizialmente avrebbe dovuto essere protagonista proprio Bilbo e non Frodo.
E dire che mi ero messa a leggere lo Hobbit nella ferma convinzione che parlasse anche di Balin e di Moria " />
E' ovvio, quando Tolkien ha scritto Lo Hobbit l'idea di farci un seguito non gli sfiorava nemmeno il cervello. Del resto ne Lo Hobbit non viene mai detto che l'Anello è opera del Negromante (che in realtà è Sauron) e il suo unico potere è di rendere invisibili. Quando gli fu chiesto a gran voce un seguito de Lo Hobbit, prese gli elementi che potevano essere utili per un sequel e gettò le basi per Il Signore degli Anelli, dove inizialmente avrebbe dovuto essere protagonista proprio Bilbo e non Frodo.
Certamente senza lo Hobbit non ci sarebbe stato neppure il SDA, ma non dimentichiamo che Tolkien lavorava alla creazione del suo mondo, alle sue leggende, sin dai tempi in cui era soldato nella I Guerra Mondiale. Quindi non è che lo Hobbit sia nato dal nulla.
Gil Galad - Stella di radianza
E dire che mi ero messa a leggere lo Hobbit nella ferma convinzione che parlasse anche di Balin e di Moria " />
E' ovvio, quando Tolkien ha scritto Lo Hobbit l'idea di farci un seguito non gli sfiorava nemmeno il cervello. Del resto ne Lo Hobbit non viene mai detto che l'Anello è opera del Negromante (che in realtà è Sauron) e il suo unico potere è di rendere invisibili. Quando gli fu chiesto a gran voce un seguito de Lo Hobbit, prese gli elementi che potevano essere utili per un sequel e gettò le basi per Il Signore degli Anelli, dove inizialmente avrebbe dovuto essere protagonista proprio Bilbo e non Frodo.
Certamente senza lo Hobbit non ci sarebbe stato neppure il SDA, ma non dimentichiamo che Tolkien lavorava alla creazione del suo mondo, alle sue leggende, sin dai tempi in cui era soldato nella I Guerra Mondiale. Quindi non è che lo Hobbit sia nato dal nulla.
Però è anche vero che Lo Hobbit nacque, per ammissione dello stesso Tolkien, dietro ispirazione delle fiabe dei Grimm, del Beowulf, della mitologia norrena, dei romanzi di William Morris e del libro The Marvelous Land of Snergs di Wyke-Smith, l'inserimento di dettagli ripresi dal suo legendarium, come le spade di Gandalf e Thorin che vengono da Gondolin o la presenza degli Elfi, venne in un secondo momento ed è comunque piuttosto marginale (se la spada trovata da Gandalf l'aveva fatta Chef Toni o se al posto di Elrond c'era un uomo non cambiava molto), è nel Signore degli Anelli che quel background (all'epoca comunque piuttosto confuso) diventa più rilevante.
E dire che mi ero messa a leggere lo Hobbit nella ferma convinzione che parlasse anche di Balin e di Moria " />
E' ovvio, quando Tolkien ha scritto Lo Hobbit l'idea di farci un seguito non gli sfiorava nemmeno il cervello. Del resto ne Lo Hobbit non viene mai detto che l'Anello è opera del Negromante (che in realtà è Sauron) e il suo unico potere è di rendere invisibili. Quando gli fu chiesto a gran voce un seguito de Lo Hobbit, prese gli elementi che potevano essere utili per un sequel e gettò le basi per Il Signore degli Anelli, dove inizialmente avrebbe dovuto essere protagonista proprio Bilbo e non Frodo.
Certamente senza lo Hobbit non ci sarebbe stato neppure il SDA, ma non dimentichiamo che Tolkien lavorava alla creazione del suo mondo, alle sue leggende, sin dai tempi in cui era soldato nella I Guerra Mondiale. Quindi non è che lo Hobbit sia nato dal nulla.
Però è anche vero che Lo Hobbit nacque, per ammissione dello stesso Tolkien, dietro ispirazione delle fiabe dei Grimm, del Beowulf, della mitologia norrena, dei romanzi di William Morris e del libro The Marvelous Land of Snergs di Wyke-Smith, l'inserimento di dettagli ripresi dal suo legendarium, come le spade di Gandalf e Thorin che vengono da Gondolin o la presenza degli Elfi, venne in un secondo momento ed è comunque piuttosto marginale (se la spada trovata da Gandalf l'aveva fatta Chef Toni o se al posto di Elrond c'era un uomo non cambiava molto), è nel Signore degli Anelli che quel background (all'epoca comunque piuttosto confuso) diventa più rilevante.
Naturalmente ed aggiungerei i miti nordici come l'Edda di Snorri Sturluson. Molti dei nomi dei nani che Tolkien utilizza sono diretta espressione di quelle leggende e tradizioni.
Gil Galad - Stella di radianza
Naturalmente ed aggiungerei i miti nordici come l'Edda di Snorri Sturluson. Molti dei nomi dei nani che Tolkien utilizza sono diretta espressione di quelle leggende e tradizioni.
Sì, c'è effettivamente un "catalogo di nani" nel poema scandinavo Edda poetica dove compaiono molti nomi di Nani usati da Tolkien: Bombur, Thrain, Fili, Kili, Durin, Thorin, persino Eikinskjaldi (che significa "scudo di quercia") e Gandalfr (che Tolkien diede allo stregone, però nelle prime bozze Gandalf era il nome del capo dei nani e Bladorthin quello del mago). Se uno va a leggere più attentamente l'opera di Tolkien, persino i dettagli più minuti, si trovano un sacco di riferimenti alla mitologia ma anche alla letteratura (persino a quella finlandese ed estone).
Naturalmente ed aggiungerei i miti nordici come l'Edda di Snorri Sturluson. Molti dei nomi dei nani che Tolkien utilizza sono diretta espressione di quelle leggende e tradizioni.
Sì, c'è effettivamente un "catalogo di nani" nel poema scandinavo Edda poetica dove compaiono molti nomi di Nani usati da Tolkien: Bombur, Thrain, Fili, Kili, Durin, Thorin, persino Eikinskjaldi (che significa "scudo di quercia") e Gandalfr (che Tolkien diede allo stregone, però nelle prime bozze Gandalf era il nome del capo dei nani e Bladorthin quello del mago). Se uno va a leggere più attentamente l'opera di Tolkien, persino i dettagli più minuti, si trovano un sacco di riferimenti alla mitologia ma anche alla letteratura (persino a quella finlandese ed estone).
Tolkien d'altronde era un filologo studioso dei miti e tradizioni nordiche, quindi era normale che fosse influenzato da questo nella stesura delle sue opere.
Gil Galad - Stella di radianza
(io intanto seguo con piacere le vostre conversazioni " /> )
Ho finito Lo Hobbit (quel romanzo è decisamente troppo breve... è come un antipasto che ti lascia con più fame di quanta ne plachi) e ho iniziato ISDA in lingua.
Mi sono bastate 5 o 6 pagine per chiedermi se fosse davvero lo stesso romanzo che avevo letto in italiano O_o E' mille volte più scorrevole!! Persino il capitolo introduttivo sugli Hobbit si lascia leggere di buon grado! Credo proprio che lo apprezzerò molto di più E credo proprio che rileggerò Lo Hobbit in lingua.
Quanto a lo Hobbit, sono un po' confusa. Nei due film usciti fin'ora continua a comparire quella specie di orco bianchiccio che ce l'ha a morte con Thorin. Da dove l'hanno tirato fuori? Lo hanno inventato gli sceneggiatori o è un personaggio che compare in qualche altra opera?
Stessa cosa per il mago marrone (mi sono di nuovo scordata il suo nome " /> ): ricordo che veniva menzionato in ISDA ma ne Lo Hobbit non compare proprio. E' un'aggiunta fatta per collegare meglio le due storie?
Quanto a lo Hobbit, sono un po' confusa. Nei due film usciti fin'ora continua a comparire quella specie di orco bianchiccio che ce l'ha a morte con Thorin. Da dove l'hanno tirato fuori? Lo hanno inventato gli sceneggiatori o è un personaggio che compare in qualche altra opera?
Stessa cosa per il mago marrone (mi sono di nuovo scordata il suo nome " /> ): ricordo che veniva menzionato in ISDA ma ne Lo Hobbit non compare proprio. E' un'aggiunta fatta per collegare meglio le due storie?
Allora, l'orco bianchiccio è Azog, che compare nelle Appendici del Signore degli Anelli, nella sezione sulla storia dei Nani, ed è a capo degli Orchi che occuparono Moria. Nel libro viene ucciso in battaglia dopo un lungo duello da Dain, il cugino di secondo grado di Thorin (anche Thorin partecipò a quella battaglia, quand'era giovane, ma non affrontò mai Azog); nel film, invece, hanno stravolto il personaggio di Azog facendolo sopravvivere alla battaglia e inserendo questa rivalità con Thorin, perché evidentemente Sauron e Smaug come cattivi non bastavano e bisognava metterci anche Azog per allungare il brodo. Avessero fatto il film in due parti ci saremmo risparmiati questo e altro.
Il mago marrone invece è Radagast e compare nel Signore degli Anelli (fra l'altro non direttamente, ma nel racconto che fa Gandalf al consiglio di Elrond). Nel libro non è un "fattone" come nel film, ha la testa fra le nuvole e ha perso di vista la sua missione di contrastare Sauron perché preso troppo dagli animali e dalla vita in mezzo alla natura, ma non è così fuori di testa.