Contest di Scrittura Creativa
Caratteri 4960
Titolo: Exsecratio
Navigavano al largo delle Isole Fær Øer; il vento sferzava micidiali raffiche gelide, sembravano freddi coltelli che scavavano a fondo la tenera carne delle guance. Il cielo era coperto, nessuna stella poteva assistere alla scena. La ragazza scozzese, Ailie era il suo nome, camminava lentamente lungo il ponte della nave. I suoi zigomi erano sbucciati, aveva le mani rosse di sangue, così come il viso. Indossava solamente un vestito bianco di seta, era la sua preziosa scelta per il Gran Ballo di quella sera. Il freddo sembrava non intaccare la sua pelle insensibile. Aveva la carnagione chiara, che contrastava con i lunghi capelli neri che le scendevano dolcemente sulle spalle, in docili ciocche addomesticate con dei nastri. Era scalza, aveva dovuto abbandonare le scarpe durante la corsa. Il suo piede destro era gonfio, segno inconfondibile di una botta. Ciondolava lentamente seguendo il rollio della nave lasciata in balia di se stessa. Non c’era più un capitano a governare l’imbarcazione. Continuava a ripetere una frase, rifugiandosi nella mente per allontanarsi dall’orrore appena vissuto:
«Sono tutti morti… li ha uccisi tutti quanti…»
Il tono era flebile, quasi come se la sua voce si confondesse con il suo stesso respiro. Avanzò lentamente verso la ringhiera della nave, abbracciandosi da sola, cercando un po’ di conforto in quella stretta. Non lo trovò. Scoppiò in un pianto disperato. Nella sua mente, così come le onde contro la nave, s’infrangevano le immagini di quella serata. Tutti morti.
Decine di corpi senza vita sostavano lungo tutto il salone centrale, altri riposavano nelle rispettive camere, nei bagni, in qualsiasi luogo essi sperarono di trovare rifugio. Nessun luogo era sicuro, però, quando quel mostro era in circolazione. Ailie lo sapeva bene. Non avrebbe mai dovuto prendere quella pietra, nera come la pece. La sua anima aveva guardato dentro e non ne aveva scorto niente di buono. Quella voce che sentì nella sua testa, quando le sue dita sfiorarono la liscia superficie, era però un caldo richiamo verso un magico mondo lontano, simile a un’assolata valle popolata da farfalle dalle grandi ali, dove la pace colmava ogni cosa. Quel sasso sembrava pulsare, adesso, nella sua tasca. Lo prese in mano, e lo scrutò con occhi torvi, trovando in esso la causa di ogni male. Era lì, sul palmo della sua mano incrostata di sangue, che si faceva beffe di lei, lucente e nero come la notte. Una piccola pietra ovale, grande quanto il pugno di un neonato, riposava apparentemente inerte tra le sue dita. Ailie ormai ne aveva carpito il segreto. Era il suo richiamo. La maledizione l’aveva trovata, e non c’era modo di sfuggirle. Guardò in basso, accanto ai suoi piedi trovò una scatola di metallo con sopra scritto l’anno, 1814, e le sigle della società a cui apparteneva la nave, la Ocean Company of Scotland. La prese stringendo saldamente le fragili dita, dopo aver riposto la pietra nella sua tasca. Cercò di aprirla, il primo tentativo andò a vuoto. Era debole, le forze gliele aveva prosciugate quel mostro. Batté le palpebre per rischiarare la vista offuscata, un secondo tentativo riuscì dove il primo aveva fallito. Infilò la pietra dentro la scatola, sapendo in cuor suo che questo non sarebbe bastato a ucciderlo, ma sperava fosse sufficiente per fermarlo, almeno per un po’. Alcune lacrime le scesero lungo le guance, le ferite sul volto le bruciarono. Gemette sommessamente, quando la sua attenzione fu attirata da un rumore proveniente nella sala che dava accesso al ponte. Era arrivata l’ora. Salì sulla ringhiera della nave, guardò in basso, ma ci ripensò. Tornò sulle sicure tavole di legno, prese alcuni oggetti di metallo pesante che trovò lì accanto a lei, e li infilò nelle tasche.
La porta alle sue spalle si spalancò, il suo incubo l’aveva raggiunta.
«No, non prenderai anche me», furono le sue ultime parole.
Quel mostro caricò la ragazza. Le sue possenti falcate lo avvicinarono velocemente a Ailie, fortunatamente però, inciampò in una cima. Questo diede il tempo alla giovane donna di riacquistare uno spiraglio di lucidità misto ad adrenalina. Salì sulla ringhiera, si sporse, diede un’ultima occhiata indietro per osservare quell’essere che stava già ritornando ritto sui suoi piedi,
(Vienimi a prendere in fondo all’Atlantico, se ne sei capace)
e si gettò nell’oceano. L’acqua era paragonabile a centinaia di lame che la trafiggevano dappertutto. Non ci volle molto prima che i sensi la abbandonarono.
I nervi fremettero per un istante, il torace pure, poi tutto tacque; i suoi occhi immobili adesso osservavano inconsapevoli l’acqua tutt’attorno a lei, mentre il suo corpo prendeva una direzione diversa rispetto alla scatola di metallo con la pietra.
Se ci fosse stato qualcuno rimasto in vita sulla nave, avrebbe visto quell’essere compiere un salto e gettarsi nelle acque dell’oceano, inseguendo il suo richiamo e ciò a cui era eternamente legato: la pietra, e l’anima della ragazza.
Spero riesca a entrare nel tema, l'essere misterioso è un essere con mezza anima, che cerca l'altra metà della sua anima nel predestinato, colui che riesce a sentire la pietra nera... quindi una sorta di rapporto, legame negativo tra un predestinato e un essere umano mutato in bestia (è solo un prologo quindi purtroppo non sono riuscito a rendere questo concetto )
in caso non andasse bene, lo ritirerò " />
**ATTENZIONE**
Visto che è stato un periodo impegnativo per molti, abbiamo deciso di prolungare la durata del Contest di 3 giorni: quindi il nuovo termine per l'invio dei racconti è giovedì 3 aprile alle 21.00.
Le votazioni dureranno 4 giorni e si chiuderanno quindi lunedì 7 aprile sempre alle 21.00.
Mi è venuta una mezza idea di postare una prosa poetica attinente al tema che ho scritto qualche anno fa.. . Si può fare?
Se è una prosa inedita sì
Dai Kinginthenorth, che bel racconto!
Ma sei l'alter ego di ilredelnord???
L'invasione degli ultraRobbi " /> (a me sta bene mi chiamo Roberto dopo tutto)
Ygritte... POESIA! POESIA! POESIA!
e... Maya... certo che come ti fai aspettare te...
adesso con questi tre giorni in più di scritti ne voglio leggere... almeno il doppio!(cit.)
Dai Kinginthenorth, che bel racconto!
Ma sei l'alter ego di ilredelnord???
L'invasione degli ultraRobbi " /> (a me sta bene mi chiamo Roberto dopo tutto)
Ygritte... POESIA! POESIA! POESIA!
e... Maya... certo che come ti fai aspettare te...
adesso con questi tre giorni in più di scritti ne voglio leggere... almeno il doppio!(cit.)
ahahahaha, mi hanno detto che ci sono ben tre re del nord registrati, ho conosciuto solo ilredelnord, il terzo si sta facendo attendere :P grazie per il complimento!! ma saremo noi stessi a votare, o ci sarà una giuria apposita?
@Ser Matthews:
Bella storia davvero, triste ma che fa riflettere, con un bel messaggio (politico o no poco importa) e che tratta bene il tema proposto. Non so perchè ma mi ricorda un po' l'atmosfera del mondo di "Hunger games" (sarà che l'ho letto da poco e mi è rimasto impresso).
Per la forma forse ci sono un po' verbi da sistemare, ma tutto scorre abbastanza comunque.
E bravo Ser ^^!
L'ho letto anche io di recente, Hunger Games, ma è la prima volta che mi viene in mente un paragone tra il mio racconto e l'opera della Collins " /> ! Più che altro nello scriverlo ho pensato ad un racconto molto importante, con il quale ho partecipato ad un concorso.... l'ho progettato in un modo, ma poi man mano che lo sviluppavo ho cambiato idea e alla fine era completamente diverso rispetto al progetto iniziale... Guerra per il Territorio è appunto uno sviluppodi quella idea iniziale poi non andata in porto. In ogni caso, grazie per il commento.
P.S.Che errori hai trovato nei verbi, comunque ?
Eccomi qui allora a presentare la mia pseudoprosa poetica (così l'avevo definita all'epoca, correva l'anno 2001). Unico tentativo in effetti di prosa poetica (di poesie poi ne ho scritte davvero molte... ) ispirata ad una nota saga che non citerò (ma bravo chi l'indovina).
Mi dispiace di non essere riuscita a scrivere un racconto apposta per il contest, ma i dolori qui non vogliono saperne di andare via e quindi nonostante l'idea devo accantonare.
XXV Contest Letterario
Titolo: Fratelli di sangue (la storia di Armand)
Caratteri: 2858 con lettercount
Cantate fratelli e sorelle
la storia dei secoli bui,
quando, generato
fra le stragi feroci
dell’impeto umano,
ancora una volta vissi.
Osservate i vostri figli,
o gente del mondo,
soltanto bambini indifesi
portano la croce dell’innocenza.
Ero simile a loro
dedicato a Dio dai primi passi,
quella storia d’arte e di maledizione,
la mia, non fu mai narrata.
Guardavo negli occhi del cielo
vedevo e toccavo l’estremo,
confuso da tanto splendore
non capivo la fine…
solo un bambino.
Ma vennero uomini neri
mi presero dalla mia casa:
pianse mia madre invocando pietà….
una nave per l’eternità a lei mi prese.
L’inconscio divenne il mio solo padrone
nessuno parlava, invocavo la morte
ma le forze dormivano e la mente distante
coglieva soltanto l’odore del mare
finché ci fermammo.
Svaniti i compagni di viaggio
un uomo, solitario, venne a reclamarmi:
era pallido, esangue, bellissimo.
Mi diede casa e lavoro….con lui
dipingevo, e con gli altri fanciulli,
miei nuovi fratelli in quel regno dorato.
Ma spariva, di giorno
lo cercavo, m’assaliva l’angoscia di perderlo,
m’infuriavo, m’isolavo, piangevo,
quando stavo per impazzire
la sera…tornava.
Lo volevo, quell’uomo, lo amavo,
il suo nome incute rispetto
da secoli ai giovani e ai vecchi….
Marius Romanus, figlio dei Millenni.
Rimasi la sua ombra per mesi
lo sentivo ch’ eravamo legati,
speravo che il mio angelo nero
restasse per sempre al mio fianco.
Non fu così.
Un amante perfetto
che frenava paziente
la famelica voglia di conoscerlo in me….
non capivo.
Una notte mi svelò il suo segreto
accecato, infiammato da lui
sarei stato pronto a condannarmi
davanti ai miei dogmi e al mio credo
ma non ero che un ragazzo e del mondo
non sapevo le gesta.
Attinsi da lui conoscenza,
il sapere di secoli ed anni
stava tutto in quell’uomo maestoso
e imponente….ma restavo incosciente
delle umane scelte:
non poteva donarmi il suo sangue.
L’odiavo per questo
e avrei dato la vita per lui
tanto l’amavo….
non serviva, lo so, era fortissimo
sovrumano e potente
in quella Venezia che sorgeva
dalle ceneri dell’età di mezzo.
Mi mandò a dimostrare
d’essere uomo per lui
quando più non sentivo la Storia.
Girai per quel mondo lussuoso
di bordelli soffusi e di vino
fino a quando rispose al richiamo
del terreno che è in me.
Da quell’istante io sono immortale
angelico eppure dannato
splendido uomo-bambino
dalla pelle candida
inumano e attaccato alla morte
degli altri.
Io sono mancanza
invenzione crudele del Tempo
destino nefasto di quelli
che si trovano sul mio cammino
quando istinto prevale ragione.
Io sono primordiale essenza
di una luce ormai spenta
che prosegue e s’innalza nei fossi
delle tombe in putrefazione.
Io sono conoscenza
totale sentire senza limitazioni,
pura espressione delle passioni:
amore, morte, sofferenza.
Ma che bella Ygritte!!! Bravissima!
io la saga l'ho capita direi che è facile visti alcuni... indizi.
Bellissima probabilmente e soprattutto la parte finale, per le considerazioni.
Ma anche il trasporto verso il desiderato è reso bene.
A tratti, spero ti faccia piacere il paragone, ho avuto alcune reminescenze de "Un'ora per la pazzia e la gioia"!
Complimentissimi!!!
Maya... prima il dovere, ci mancherebbe! " />
Ovviamente scherzo, e comunque non vedo l'ora di leggere i tuoi scritti!
(non solo i tuoi eh... ma sicuramente anche i tuoi, lo sai...)
E King... si votiamo noi scrittori partecipanti(non si può per se stessi ovviamente), e tutti gli iscritti che vogliono farlo(spero sempre ce ne siano tanti!)
Si possono esprimere due voti se i racconti/scritti/quel che è, postati sono più di 5(mi pare... ehm... coi regolamenti non ci vado molto d'accordo, ti diranno meglio Emma Snow e Viserion che si occupano del contest.
In ogni caso, benvenuto nella confraternita degli scrittori!!! " />
grazie del benvenuto, è un piacere " />
Ciao nonno, sapevo che avresti capito! ;-) e poi ti avevo fatto una piccola promessa sullo scrivere qualcosa sulla "razza" di cui parlavo nella prosa poetica :-D
Benvenuto Kinginthenorth!
Perdonate se più di tanto nemmeno commento, son proprio presa male e ho letto tutti i racconti finora ma ho pochissima concentrazione per dire qualcosa di sensato.
Inviato dal mio GT-I9300 utilizzando Tapatalk
Ciao nonno, sapevo che avresti capito! ;-) e poi ti avevo fatto una piccola promessa sullo scrivere qualcosa sulla "razza" di cui parlavo nella prosa poetica :-D
Benvenuto Kinginthenorth!
Perdonate se più di tanto nemmeno commento, son proprio presa male e ho letto tutti i racconti finora ma ho pochissima concentrazione per dire qualcosa di sensato.
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ciao ygritte baciata dal fuoco, grazie del benvenuto mi sono svegliato da poco, prometto che entro oggi anche io leggerò gli altri racconti!!
Eccomi! Questa storia poteva parlare di numeri, trattori e Peppa Pig (insomma puro horror, come piacerebbe ad Alberto Stella ed Emma Neve detta Bimbina ). Per nostra fortuna (?) ho trovato un'altra strada.
Mo' tutta questa suspense, tutta questa attesa e che tiro fuori? Vabbé, spero comunque che vi piaccia leggerlo.
XXV Contest di Scrittura Creativa
Titolo: Quell'ultimo fuoco
Battute (letter count): 4979
In un attimo il fuoco aveva rotto la copertina di cartone. Un rumore secco come un cuore che si spezza, un sogno che s’infrange. Luis Pascal aveva dieci anni il giorno in cui aveva visto bruciare l’ultimo libro prodotto dalla tipografia Pascal. L’ultimo libro in città. L’ultimo nel mondo, probabilmente.
Aveva osservato suo padre completare la rilegatura sotto gli sguardi severi degli uomini in divisa, assorto nel suo lavoro ed indifferente alle loro battute. Una volta terminato, Manuel Pascal aveva stretto tra le mani il suo ultimo libro ed accarezzato la rigida copertina blu, prima di gettarlo nel rogo insieme agli altri, sacrificandolo in nome di un bene più grande, che però lui non vedeva.
Luis era rimasto a fissare le fiamme, stringendo forte la mano di Rey. Suo fratello amava quelle storie anche più di lui, ma non avrebbe mai imparato a leggerle. Nell’ingenuità dei suoi quattro anni, però, Rey del fuoco vedeva solo le fiamme, non il bruciare.
Leggi ancora, Luis. Leggimi la storia un’altra volta.
Nei vent’anni successivi, Manuel Pascal aveva pronunciato solo poche parole, senza per questo dire più nulla. Era morto con un amaro sorriso sulle labbra, che riassumeva tutto quello che non aveva più detto. Aveva afferrato la mano di Luis e cercato invano quella di Rey che, però, da tempo non era più con loro, perché del fuoco aveva continuato a vedere solo le fiamme, non il bruciare.
Il giorno in cui aveva conosciuto Alma, tra i capelli neri di Luis c’erano i primi fili d’argento, mentre in quelli di lei solo l’oro. Era entrata ed uscita dal suo negozio, lasciando un paio di scarpe da riparare e nessuna parola inutile. Sotto le solette, Luis aveva poi trovato un biglietto: un giorno, un’ora, un luogo.
Mille voci gli avevano detto di non andare, ma Luis aveva ascoltato l’unica che sussurrava il contrario. Così si era ritrovato in un parco con quella sconosciuta a conversare e ridere, come se fosse ancora possibile farlo, senza farsi tante domande.
All’improvviso, un bacio folle, un abbraccio cieco. Le mani di lei che s’infilavano sotto la sua maglia. Qualcosa di freddo che scivolava sulla pelle.
Alma se ne era andata con un sorriso, senza dire nulla.
Luis l’aveva riconosciuto fin dal primo istante: freddo, rigido eppure pulsante di vita. Quello sotto la sua maglia, in particolare, era “Don Chisciotte”. Per Luis fu come ritrovare un amico che credeva perduto.
Leggi la storia.
Nei mesi successivi, Alma gli avrebbe donato altri mille baci, mille abbracci ed almeno una decina di libri.
Nel silenzio delle notti, Luis aveva speso le ore con i migliori compagni della sua infanzia perduta. Tra quelle pagine, aveva ritrovato il bambino che era stato, il sorriso di suo padre e Rey, quando ancora amava le storie e non conosceva il fuoco.
Leggila.
-Buonasera signor Pascal. Lei ha qualcosa che mi appartiene-.
Era poco più di un ragazzo con l’oro nei capelli. Luis sapeva chi era, senza che lo dicesse e sapeva cosa voleva, prima ancora che lo chiedesse. Per tutto il tempo, l’ansia di quel momento era stata più forte della paura di essere scoperto.
-Ti stavo aspettando-, rispose con un filo di voce.
Erano dieci libri in tutto, solo dieci. Un piccolo tesoro proibito che però era tutto ciò che a Luis restava della famiglia che aveva amato e della vita che avrebbe potuto essere, ma che il fuoco aveva cancellato. Li consegnò al ragazzo senza fare obiezioni.
-Non “Don Chisciotte”- gli disse, restituendogli il volume. -Questo resta a lei. E’ il suo preferito, vero?-.
Leggi ancora.
Luis annuì, aggrappandosi al libro come fosse l’ultima promessa della sua vita a non essere stata infranta.
-Perché io?-.
-Suo padre-, rispose semplicemente il ragazzo.
-Ma mio fratello…-.
-Non ha importanza-.
In quel giovane volto, Luis cercò allora la risposta ad una domanda che non esisteva: -E’ un grosso rischio-. Fu tutto quello che riuscì a dire.
-E’ vero-,confermò il ragazzo,-ma ne vale la pena-. E in un attimo uscì dalla sua casa e dalla sua vita.
Le urla ed i colpi contro la porta lo svegliarono di soprassalto.-Fammi entrare, Luis!-.
Era Rey. Rigido nella sua uniforme di legno, freddo come un fuoco spento, suo fratello irruppe in casa così come gli avevano insegnato.
-Dammelo, Luis! Lo so che ce l’hai tu!-.
Leggimela ancora.
–E’ finita. E’ stato stupido e basta. Ora fatti un favore: dammelo. Dirò che l’ho trovato. Non importa dove. Sei mio fratello. Ne esci pulito-.
Ancora...
Senza aspettare una risposta, Rey iniziò a frugare ovunque. -Ca**o, Luis. Dammi quella me***!-. Gli occhi di suo fratello bruciavano di rabbia ed incomprensione. -Non lo immagini quello che faranno a quei due!-.
… solo un’altra volta.
–Forse è tempo che io lo scopra-, rispose Luis con tranquillità. Suo fratello rimase a fissarlo finché il silenzio tra loro non fu assordante.
Ancora Luis... un’ultima volta, ti prego.
Furioso Rey riprese quindi a frugare, urlando, imprecando contro Luis che di quel fuoco, però, vedeva solo le fiamme, non il bruciare.
Eccomi qui allora a presentare la mia pseudoprosa poetica (così l'avevo definita all'epoca, correva l'anno 2001). Unico tentativo in effetti di prosa poetica (di poesie poi ne ho scritte davvero molte... ) ispirata ad una nota saga che non citerò (ma bravo chi l'indovina).
Mi dispiace di non essere riuscita a scrivere un racconto apposta per il contest, ma i dolori qui non vogliono saperne di andare via e quindi nonostante l'idea devo accantonare.
Brava Ygritte, peccato che a me le opere in versi non mi vadano giù, non le digerisco, ho cominciato a odiarle da piccolo, quando al posto di spiegarmi il senso di quei versi ero costretto a impararle a memoria. Ora tutte le volte che vedo un’opera suddivisa in strofe, senza nemmeno leggerla, già mi si drizza il pelo.
Comunque a parte i complimenti, già fatti, ti auguro una pronta guarigione e curati bene, il contest può aspettare ce ne saranno altri, o almeno spero.
Io so cosa vuol dire e i pianti che ho fatto, ero piccolo e come ti ho accennato in precedenza, in un altro post, a causa di un’otite ora sento di meno da un orecchio.
Scusate, nella mia infinita cafonaggine mi sono scordata
- di fare tanti auguri di pronta guarigione ad Ygritte. Ti abbraccio forte.
- di dare il benvenuto a kinginthenorth e scusarmi anticipatamente per tutte le volte che lo confonderò con gli altri sovrani ()
- di dare il bentornato a Ser Matthews (di cui sto sicuramente scrivendo male il nome... sigh!): ce la dici poi la scomessa? Perdonami, ma purtroppo la mia felina curiosità è certamente maggiore di una sana ed educata discrezione.
- di scusarmi con Metamorfo per tutti puntini di sospensione che ho usato nel mio racconto ()
- di ringraziare Emma e Viserion per aver dato al Contest qualche giorno in più.
- di ringraziare hachthuana perché aspetta sempre i miei racconti e perché ho reso per circa mezz'ora alla battuta dell' "invasione degli ultrarobbi".
- di fare forti incoraggiamenti a tutti quelli che hanno idee da sviluppare o work in progress, a quelli a cui è caduto il calamaio, a quelli che hanno il blocco da pagina bianca: forza ragazze e ragazzi, che tre giorni non sono pochi!
Buona giornata a tutti.