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Fisica
M di Mornon
creato il 19 novembre 2008

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Inviato il 21 novembre 2008 12:57 Autore

Siccome la lancetta gira, ma la sua lunghezza rimane sempre uguale, questo numero è costante: il che significa che la probabilità di esistenza del fotone è costante

Perché gira? È legato al fatto che il fotone si muove lungo un percorso?

 

 

il fotone è una particella, non un'onda. C'è l'effetto fotoelettrico a dimostrarlo (e tanti altri "effetti", e se volete ve li dico, sono semplici). Non ci sono onde. Le sole onde che esistono sono quelle che vediamo nel mondo macroscopico - sugli stagni, sulle corde di chitarra, e sulla pelle dei tamburi

Cose come le onde elettromagnetiche sono quindi particelle (o, meglio, sono formate da particelle, come la luce è formata da fotoni)?

Per gli altri effetti, volentieri >_>

 

 

Immagina poi che ciascuna di queste onde abbia una lunghezza diversa. Quando le sommi tutte, ottieni proprio quella figura: ci sono zone dove si sommano, e zone dove si distruggono fra loro. Si formano cioè dei "gruppi" dove le onde sono alte, e zone dove le onde sono quasi assenti. Quando noi osserviamo vediamo i "gruppi". Si ha l'abitudine di dire che i "gruppi" sono i fotoni

Se quell'onda è la sovrapposizione delle onde probabilistiche del fotone, i vari gruppi sarebbero la probabilità che il fotone si trovi in un determinato luogo, giusto? E la velocità di gruppo sarebbe la velocità con cui un gruppo si sposta?

 

 

Cessa di esistere. Viene assorbito, fa schizzare via un elettrone da un atomo, ossida dell'argento su una lastra fotografica - e si spreca nell'azione. Poi può essere riemesso, certo - ma è un altro fotone

Non potrebbe essere lo stesso che "rimbalza" (una sorta di urto "particella-particella")? Non ho chiaro perché l'atto della misura lo distruggerebbe: è un modello, è certo che sia cosí, o cosa?

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Inviato il 21 novembre 2008 13:33

Che avvengono a un livello vicinissimo al mondo microscopico.

Io però una causalità nei miei pensieri riesco a rintracciarla.

 

Beh, ma mica sempre... anche eliminando il "caso", c'e' pur sempre l'inconscio. Un pensiero cosciente che ha radici inconsce non e' rintracciabile per definizione, sembra apparso cosi', dal nulla. Anzi, e' proprio da fenomeni del genere che Freud ha dedotto che dovesse esistere un inconscio. "L'inconscio serve a spiegare i fenomeni di discontinuita' della coscienza".

Qualche volta mi è capitato di chiedermi "Ma com'è che sono arrivata a pensare a questo, se prima stavo pensando a tutt'altra cosa? O_o". Allora cerco di ricordarmi e alla fine riesco a risalire ai pensierini intermedi collegati fra loro.

Poi è ovvio che non sto tutta la vita a cercare di collegare tutto, nè è possibile che io mi ricordi tutti i pensieri che ho fatto >_>

 

Non hai bisogno della rintracciabilita' dei pensieri per dimostrare che la mente e' deterministica: anche una mente dove non tutto e' rintracciabile puo' essere benissimo deterministica.


AryaSnow
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Inviato il 21 novembre 2008 14:42

Beh, ma mica sempre...

I know. Ma non era questo l'importante.

 

Non hai bisogno della rintracciabilita' dei pensieri per dimostrare che la mente e' deterministica: anche una mente dove non tutto e' rintracciabile puo' essere benissimo deterministica.

Oh, ma lo so benissimo.

Però il fatto che a volte è rintracciabile lo mostra a maggior ragione =P


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Inviato il 21 novembre 2008 14:53
Siccome la lancetta gira, ma la sua lunghezza rimane sempre uguale, questo numero è costante: il che significa che la probabilità di esistenza del fotone è costante

Perché gira? È legato al fatto che il fotone si muove lungo un percorso?

Si'...

Cose come le onde elettromagnetiche sono quindi particelle (o, meglio, sono formate da particelle, come la luce è formata da fotoni)?

Tutte le onde elettromagnetiche sono "luce". In fisica per "luce" non si intende solo quella radiazione che va dal rosso al violetto (con tutti i colori dell'arcobaleno in mezzo). Si intendono anche le onde piu' lunghe (infrarosso, microonde, radio) e piu' corte (ultravioletto, raggi X, raggi gamma): sono tutti fotoni!

Per gli altri effetti, volentieri >_>

Un'altra volta, sono di fretta... Non e' una cosa cosi' importante, e l'effetto fotoelettrico e' sufficiente a chiudere questa questione.

Immagina poi che ciascuna di queste onde abbia una lunghezza diversa. Quando le sommi tutte, ottieni proprio quella figura: ci sono zone dove si sommano, e zone dove si distruggono fra loro. Si formano cioè dei "gruppi" dove le onde sono alte, e zone dove le onde sono quasi assenti. Quando noi osserviamo vediamo i "gruppi". Si ha l'abitudine di dire che i "gruppi" sono i fotoni

Se quell'onda è la sovrapposizione delle onde probabilistiche del fotone, i vari gruppi sarebbero la probabilità che il fotone si trovi in un determinato luogo, giusto?

Giusto... anche se non e' proprio cosi' che si fanno i conti. A noi non ce ne frega nulla di rispondere alla domanda "chissa' dove sara' adesso il fotone, che non lo stiamo guardando...". Noi calcoliamo solo la probabilita' che un esperimento fornisca determinati risultati.

E la velocità di gruppo sarebbe la velocità con cui un gruppo si sposta?

Si'.

Cessa di esistere. Viene assorbito, fa schizzare via un elettrone da un atomo, ossida dell'argento su una lastra fotografica - e si spreca nell'azione. Poi può essere riemesso, certo - ma è un altro fotone

Non potrebbe essere lo stesso che "rimbalza" (una sorta di urto "particella-particella")?

Proprio cosi'!!! Ehi, ma sei un genio? O l'hai trovato scritto da qualche parte? Si', quello che hai descritto e' il cosiddetto "Effetto Compton". Che oltretutto e' uno di quei fenomeni che dimostra che il fotone e' una particella, e non un'onda, che per pigrizia non ho citato sopra. In questo caso hai ragione, si potrebbe dire che il fotone "rimbalza" sull'elettrone. A me non piace, ma si potrebbe in effetti dire cosi'...

Non ho chiaro perché l'atto della misura lo distruggerebbe: è un modello, è certo che sia cosí, o cosa?

Preferisco pensare che viene sempre distrutto, e se vedo un altro fotone spuntare fuori dico che e' un nuovo fotone... Ad esempio, un fotone viene assorbito da un atomo, facendo passare un elettrone a uno stato di energia superiore. Il fotone non c'e' piu'. Ma dopo qualche miliardesimo di secondo l'elettrone torna al livello di energia inferiore, e viene emesso un fotone della stessa energia di quello che era entrato (o magari due o piu' fotoni la cui somma delle energie corrisponde all'energia di quello entrato). Potrebbe sembrare che un fotone sia rimbalzato sull'atomo. Ma e' andata davvero cosi'? E' davvero lo stesso fotone, quello che esce (a parte il fatto che i fotoni non sono "etichettabili"... non ha nemmeno senso chiedersi se un fotone e' lo stesso di un altro, o addirittura lo stesso di se' stesso una frazione di secondo prima... non esiste "individualita'" nel mondo microscopico, e anzi, e' proprio l'indistiguibilita' di diversi elettroni, ad esempio, che genera alcune delle forze che tengono insieme certe molecole - queste si chiamano "forze di scambio"). Insomma, posso davvero immaginare che il fotone entra nell'atomo, se ne sta nascosto li' per un pochino, e poi decide di uscirsene? No, non posso, perche' un fotone non puo' stare fermo, e' condannato ad andare sempre alla velocita' della luce e basta.

 

Non hai bisogno della rintracciabilita' dei pensieri per dimostrare che la mente e' deterministica: anche una mente dove non tutto e' rintracciabile puo' essere benissimo deterministica.

Oh, ma lo so benissimo.

Però il fatto che a volte è rintracciabile lo mostra a maggior ragione =P

Buahahahah! >_> Comunque, credo di piu' nella falsificabilita' che nella verificabilita'...



AryaSnow
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Inviato il 21 novembre 2008 14:57

Buahahahah! >_> Comunque, credo di piu' nella falsificabilita' che nella verificabilita'...

Oh, ma certo, sìsì.

Lo corrabora. >_>


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Inviato il 22 novembre 2008 13:08 Autore

In fisica per "luce" non si intende solo quella radiazione che va dal rosso al violetto (con tutti i colori dell'arcobaleno in mezzo). Si intendono anche le onde piu' lunghe (infrarosso, microonde, radio) e piu' corte (ultravioletto, raggi X, raggi gamma): sono tutti fotoni

Solo per conferma: considerando che prima hai detto "il fotone è una particella [...] Non ci sono onde", ora nel dire "si intendono anche le onde piú corte" hai usato il termine "onda" nell'accezione della fisica classica per indicare l'oggetto, che comunque resta un insieme di particelle, giusto?

 

 

Proprio cosi'!!! Ehi, ma sei un genio? O l'hai trovato scritto da qualche parte?

Semplice ragionamento, mi era parsa una possibilità ragionevole >_>

Se il fotone sparisce, nel far cambiare di stato l'elettrone, il rimbalzo è un'interpretazione utile a visualizzare il fenomeno, ma non corrispondente al vero? Inoltre, dici che il fotone emesso ha la stessa energia (o che la somma delle energie dei fotoni emessi è uguale all'energia del fotone entrante), ma su Wikipedia dice che "il fotone iniziale e quello finale non sono gli stessi, ma due diversi, perché diversa è la loro energia e quindi frequenza"; è sbagliato?

 

 

quello che hai descritto e' il cosiddetto "Effetto Compton". Che oltretutto e' uno di quei fenomeni che dimostra che il fotone e' una particella, e non un'onda

Ma se in realtà il fotone non rimbalza, visto che, nel far cambiare di stato l'elettrone, smette di esistere, il rimbalzo non perde di validità, come prova della natura particellare?

 

 

non ha nemmeno senso chiedersi se un fotone e' lo stesso di un altro, o addirittura lo stesso di se' stesso una frazione di secondo prima... non esiste "individualita'" nel mondo microscopico, e anzi, e' proprio l'indistiguibilita' di diversi elettroni, ad esempio, che genera alcune delle forze che tengono insieme certe molecole - queste si chiamano "forze di scambio"

Questo mi sfugge: perché non esiste individualità? Onestamente non ci avevo nemmeno mai pensato, ma se mi avessero chiesto se nel microscopico avrebbe senso chiedersi se un fotone è lo stesso di sé stesso un po' prima penso che avrei detto di sí <img alt=" />

La questione delle forze che dipendono dall'indistinguibilità degli elettroni mi manca <img alt=" />


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Inviato il 22 novembre 2008 17:09

In fisica per "luce" non si intende solo quella radiazione che va dal rosso al violetto (con tutti i colori dell'arcobaleno in mezzo). Si intendono anche le onde piu' lunghe (infrarosso, microonde, radio) e piu' corte (ultravioletto, raggi X, raggi gamma): sono tutti fotoni

Solo per conferma: considerando che prima hai detto "il fotone è una particella [...] Non ci sono onde", ora nel dire "si intendono anche le onde piú corte" hai usato il termine "onda" nell'accezione della fisica classica per indicare l'oggetto, che comunque resta un insieme di particelle, giusto?

 

Sí, sí... <img alt=" /> L'espressione è ovviamente entrata nel linguaggio comune, si parla di onde radio, mica di particelle radio! <img alt=" /> Comunque, sono tutte particelle. Più corta la lunghezza d'onda, e più alta l'energia di queste particelle. Ad esempio, le onde radio hanno energia bassa, i raggi gamma hanno energia elevatissima.

Proprio cosi'!!! Ehi, ma sei un genio? O l'hai trovato scritto da qualche parte?

Semplice ragionamento, mi era parsa una possibilità ragionevole <img alt=" />

Se il fotone sparisce, nel far cambiare di stato l'elettrone, il rimbalzo è un'interpretazione utile a visualizzare il fenomeno, ma non corrispondente al vero?

 

Esatto, non corrisponde al vero. È piacevole discutere usando parole approssimative, immaginare che sia proprio come un urto classico, ma il punto è che il fotone sparisce, assorbito dall'elettrone, e poi viene riemesso. Il diagramma di Feynman che rappresenta questo fenomeno lo mostra chiaramente, guarda la figura più in alto qui:

 

http://www2.slac.stanford.edu/vvc/egs/tour/stop2.html

 

Il punto è che, nella MQ, non è possibile rubare a un fotone un po' della sua energia, e poi lasciarlo andare per la sua strada un po' più infiacchito... <img alt=" /> O gli porti via tutto (distruggendolo), o niente. Quindi nell'effetto Compton un fotone viene assorbito dall'elettrone (cioè viene distrutto), e poi l'elettrone ne riemette un altro (cioè, viene creato) a energia inferiore.

Inoltre, dici che il fotone emesso ha la stessa energia (o che la somma delle energie dei fotoni emessi è uguale all'energia del fotone entrante), ma su Wikipedia dice che "il fotone iniziale e quello finale non sono gli stessi, ma due diversi, perché diversa è la loro energia e quindi frequenza"; è sbagliato?

 

Stavo parlando di un atomo, in quel momento, non di un elettrone libero. Era solo un altro esempio in cui un fotone viene assorbito, e poi riemesso da un "qualcosa". Nell'atomo succede cosí. Quindi quello che hai letto su Wikipedia è giusto: ed è proprio quello che dico io - nel caso Compton il fotone iniziale e il fotone finale sono diversi, perchè quello iniziale viene distrutto, e quello finale viene creato.

quello che hai descritto e' il cosiddetto "Effetto Compton". Che oltretutto e' uno di quei fenomeni che dimostra che il fotone e' una particella, e non un'onda

Ma se in realtà il fotone non rimbalza, visto che, nel far cambiare di stato l'elettrone, smette di esistere, il rimbalzo non perde di validità, come prova della natura particellare?

 

In effetti sí, il punto non è tanto il rimbalzo, quanto il fatto che la stragrande maggioranza dei fotoni incidenti non viene deviata (solo una piccolissima parte lo è). Ma nemmeno questo, in effetti... Mmmh... non sono mica tanto sicuro, ora. <img alt=" /> No... accontentiamoci dell'effetto fotoelettrico! &gt;_&gt;

non ha nemmeno senso chiedersi se un fotone e' lo stesso di un altro, o addirittura lo stesso di se' stesso una frazione di secondo prima... non esiste "individualita'" nel mondo microscopico, e anzi, e' proprio l'indistiguibilita' di diversi elettroni, ad esempio, che genera alcune delle forze che tengono insieme certe molecole - queste si chiamano "forze di scambio"

Questo mi sfugge: perché non esiste individualità?

 

Perchè due elettroni ad esempio sono proprio identici come (e meglio di) gemelli identici. Non gli puoi mettere una targhetta sopra e dire "Questo si chiama Paolo e quest'altro Piero". La loro estrema semplicità (sono particelle elementari, dopotutto...) le rende tutte uguali. Si dice, scherzosamente, che la particella stessa "dimentica" chi è, quando condivide una zona con un'altra. ;)

Onestamente non ci avevo nemmeno mai pensato, ma se mi avessero chiesto se nel microscopico avrebbe senso chiedersi se un fotone è lo stesso di sé stesso un po' prima penso che avrei detto di sí <img alt=" />

La questione delle forze che dipendono dall'indistinguibilità degli elettroni mi manca <img alt=" />

 

È un possibile modo di vedere certi legami fra molecole: quando le "nuvole" elettroniche si sovrappongono, gli elettroni non "sanno" più a che molecola appartengono, e cosí passano a casaccio da una molecola all'altra (nota bene, questo è davvero un modo orribile di dire la cosa, gli elettroni non hanno mai una posizione precisa... In realtà non c'è mai bisogno di parlare di "forze di scambio", quello che conta sono solo le regolette della MQ, e fare i conti).

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Inviato il 23 novembre 2008 2:39

Fidatevi, non è OT

 

http://www.decorumcomics.com/comic_image.php?id=121


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Inviato il 23 novembre 2008 20:11 Autore

È piacevole discutere usando parole approssimative, immaginare che sia proprio come un urto classico, ma il punto è che il fotone sparisce, assorbito dall'elettrone, e poi viene riemesso

Premesso che sarò schifosamente poco tecnico, cerco di far capire con termini comuni l'idea che mi è venuta: quindi il fotone è una particella/"pacchetto di energia" (una sorta di "pacchetto di energia" localizzato, nel senso che, quando lo misuro, la "particella" è in quel posto) che non si "concretizza" in massa (nel senso, E=mc², quindi massa e energia hanno comunque due forme diverse; il fotone resta E senza diventare m)? Se sí, allora forse ho capito come fa il fotone a essere una particella senza massa <img alt=" />

 

 

Stavo parlando di un atomo, in quel momento, non di un elettrone libero. Era solo un altro esempio in cui un fotone viene assorbito, e poi riemesso da un "qualcosa". Nell'atomo succede cosí. Quindi quello che hai letto su Wikipedia è giusto: ed è proprio quello che dico io - nel caso Compton il fotone iniziale e il fotone finale sono diversi, perchè quello iniziale viene distrutto, e quello finale viene creato

Nel caso dell'atomo invece il fotone prima e dopo ha la stessa energia?

 

 

In effetti sí, il punto non è tanto il rimbalzo, quanto il fatto che la stragrande maggioranza dei fotoni incidenti non viene deviata (solo una piccolissima parte lo è). Ma nemmeno questo, in effetti... Mmmh... non sono mica tanto sicuro, ora

In altri termini, fortuna: qualcuno ha visto quell'effetto, ha pensato "Figo, rimbalza!", su questo ha ipotizzato la natura particellare della luce... e l'ipotesi era esatta, anche se il rimbalzo non c'era &gt;_&gt;

 

 

<img alt=" /> ^_^

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Inviato il 23 novembre 2008 23:00

È piacevole discutere usando parole approssimative, immaginare che sia proprio come un urto classico, ma il punto è che il fotone sparisce, assorbito dall'elettrone, e poi viene riemesso

Premesso che sarò schifosamente poco tecnico,

 

... ma lo sono anch'io, intendiamoci: quando si parla si parla, c'è poco da fare... <img alt=" />

cerco di far capire con termini comuni l'idea che mi è venuta: quindi il fotone è una particella/"pacchetto di energia" (una sorta di "pacchetto di energia" localizzato, nel senso che, quando lo misuro, la "particella" è in quel posto) che non si "concretizza" in massa (nel senso, E=mc², quindi massa e energia hanno comunque due forme diverse; il fotone resta E senza diventare m)? Se sí, allora forse ho capito come fa il fotone a essere una particella senza massa <img alt=" />

 

Finchè è un fotone, il fotone resta un fotone (bella questa, eh? <img alt=" /> ). Certo, il fotone resta E senza diventare m. Comunque, spiegami come fa il fotone a essere una particella senza massa... perché non lo so! :)

Stavo parlando di un atomo, in quel momento, non di un elettrone libero. Era solo un altro esempio in cui un fotone viene assorbito, e poi riemesso da un "qualcosa". Nell'atomo succede cosí. Quindi quello che hai letto su Wikipedia è giusto: ed è proprio quello che dico io - nel caso Compton il fotone iniziale e il fotone finale sono diversi, perchè quello iniziale viene distrutto, e quello finale viene creato

Nel caso dell'atomo invece il fotone prima e dopo ha la stessa energia?

 

A meno che non ne siano emessi due (o più), la cui somma delle energie è uguale all'energia del fotone assorbito. Quando l'elettrone è legato a un atomo può assumere solo determinati livelli di energia.

In effetti sí, il punto non è tanto il rimbalzo, quanto il fatto che la stragrande maggioranza dei fotoni incidenti non viene deviata (solo una piccolissima parte lo è). Ma nemmeno questo, in effetti... Mmmh... non sono mica tanto sicuro, ora

In altri termini, fortuna: qualcuno ha visto quell'effetto, ha pensato "Figo, rimbalza!",

 

... no, ma che fortuna? Gli spari addosso due fantastiliardi di fotoni, e ne vedi tornare indietro (sempre) un paio di miliardini... Guarda che di fotoni ne abbiamo a bizzeffe, tutto attorno a noi! <img alt=" /> (comunque, lo sai no?, che il nostro occhio è sensibilissimo ai fotoni: per farlo reagire ne bastano 7).

su questo ha ipotizzato la natura particellare della luce... e l'ipotesi era esatta, anche se il rimbalzo non c'era <img alt=" />

 

No, la natura particellare della luce è stata scoperta da Einstein, con la sua spiegazione dell'effetto fotoelettrico (per la quale ha preso il Nobel...).

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Inviato il 24 novembre 2008 10:26 Autore

ma lo sono anch'io, intendiamoci: quando si parla si parla, c'è poco da fare

Certo, ma a volte io lo sono perché mi manca la terminologica tecnica <img alt=" />

 

 

Finchè è un fotone, il fotone resta un fotone (bella questa, eh? <img alt=" /> ). Certo, il fotone resta E senza diventare m. Comunque, spiegami come fa il fotone a essere una particella senza massa... perché non lo so

Il fotone ha massa nulla, giusto? Volevo solo dire che solitamente il concetto di particella viene accostato alla classica "pallina", che è difficile immaginare senza massa, mentre l'idea di una "pallina" di energia mi riesce già piú facile da visualizzare; e, se è una "pallina" di energia, che non abbia massa suona già meno assurdo (solo E non "convertita" in m). L'ho capito a livello intuitivo, nel senso che prima era un qualcosa che mi sembrava assurdo, ora mi pare già piú logico <img alt=" />

 

 

no, ma che fortuna? Gli spari addosso due fantastiliardi di fotoni, e ne vedi tornare indietro (sempre) un paio di miliardini... Guarda che di fotoni ne abbiamo a bizzeffe, tutto attorno a noi! <img alt=" /> (comunque, lo sai no?, che il nostro occhio è sensibilissimo ai fotoni: per farlo reagire ne bastano 7)

Non sapevo della sensibilità dell'occhio, ma quella parte sulla fortuna era una battuta <img alt=" />

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Inviato il 30 marzo 2010 22:33

Continuo la discussione da qui.

 

fra parentesi, oggi al cern hanno portato a termine il fantomatico esperimento della collosione delle particelle... ho appena sentito in radio che questo potrebbe servire (tra le altre cose) anche proprio a risolvere il problema della materia oscura...

 

una domanda: questo è stato l'esperimento "definitivo", o una specie di prova generale a velocità più ridotte?

 

Non lo so...

possiamo ufficilmente annunciare che quelli del cern non hanno fatto saltare per aria il mondo/creato buchi neri e soli instabili in mezzo alla svizzera? <img alt=" />

 

Possiamo annunciare al mondo che non l'hanno fatto, né lo faranno mai: i raggi cosmici hanno energie ben superiori a quelle sviluppate al CERN, e sono miliardi di anni che piovono sulla Terra senza creare micro buchi neri... Sono solo cavolate giornalistiche.

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Inviato il 12 aprile 2010 17:26 Autore

Domandona per chi sa di fisica: l'intensità di corrente è una grandezza facilmente visualizzabile, in quanto è un flusso di carica.

La tensione già un po' meno, ma essendo il lavoro necessario a muovere una carica si fa.

Induzione magnetica (B) e campo magnetico (H)... cosa sono? C'è una definizione, un modo di vederli, analogo a quello della corrente?


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Inviato il 12 aprile 2010 18:54

Domandona per chi sa di fisica: l'intensità di corrente è una grandezza facilmente visualizzabile, in quanto è un flusso di carica.

La tensione già un po' meno, ma essendo il lavoro necessario a muovere una carica si fa.

Induzione magnetica (B) e campo magnetico (H)... cosa sono? C'è una definizione, un modo di vederli, analogo a quello della corrente?

 

Intanto, c'è una grande confusione perché a seconda del tempo e luogo si usano diverse convenzioni e si scambiano B e H come simboli per questi due concetti. Io ho sempre usato B per indicare il campo magnetico, e H per l'induzione magnetica (quindi l'opposto di quello che fai tu). Nel seguito userò B per indicare il campo magnetico, come sono abituato a fare. Altrimenti finisce che faccio confusione pure io... <img alt=" />

 

Poi: io uso sempre B, e di H me ne frego: lo ritengo inutile, lo detesto, lo odio, e non lo uso. Per passare da H a B basta un fattore, la permeabilità magnetica, e quindi non vedo l'utilità di H. Si può fare tutto con B.

 

Per rispondere alla tua domanda: non ha senso fare una analogia fra B da una parte, e corrente (I) dall'altra. Semmai un'analogia la puoi fare fra B e campo elettrico (E). Il campo elettrico E genera corrente elettrica (se ci sono cariche libere immerse nel campo elettrico). Il campo magnetico B, invece, non genera proprio niente. L'effetto che ha è quello di deviare la direzione del moto di eventuali cariche elettriche (se le cariche sono ferme, non c'è nessun effetto). E e B sono cose molto diverse, anche se, cambiando sistema di riferimento, un po' di B diventa E, e un po' di E diventa B (un po' come, cambiando sistema di riferimento, un po' di spazio diventa tempo, e un po' di tempo diventa spazio). Quindi B e E sono parte di uno stesso aspetto della realtà.

 

Chiedere quale sia l'analogia fra E e B è un po' come chiedere qual è l'analogia fra spazio e tempo. E la risposta è... Boh? <img alt=" />


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Inviato il 13 aprile 2010 13:38 Autore

c'è una grande confusione perché a seconda del tempo e luogo si usano diverse convenzioni e si scambiano B e H come simboli per questi due concetti

Ho indicato i simboli proprio per dire la convenzione che avrei usato per slegarmi da questa eterna diatriba... c'è anche chi li chiama campo B e campo H. Un casino, insomma.

 

uso sempre B, e di H me ne frego: lo ritengo inutile, lo detesto, lo odio, e non lo uso. Per passare da H a B basta un fattore, la permeabilità magnetica, e quindi non vedo l'utilità di H. Si può fare tutto con B

Perché usi solo B e non solo H?

 

non ha senso fare una analogia fra B da una parte, e corrente (I) dall'altra. Semmai un'analogia la puoi fare fra B e campo elettrico (E)

Sì, non volevo fare un parallelo; era solo per spiegare cosa stavo chiedendo (tentativo miseramente fallito, sembra). Più che un'analogia tra B e I o tra B ed E, mi stavo chiedendo se c'è un modo di visualizzare B e H, così come c'è per la corrente; se devo spiegare cos'è la corrente, se devo visualizzarmela, non ho problemi: è un flusso di cariche.

Invece, se devo visualizzare campo o induzione magnetici... non saprei cosa fare. Mentre per la corrente ho chiaro che è un flusso di cariche, per induzione e campo non ho chiaro cosa siano.

 

E e B sono cose molto diverse, anche se, cambiando sistema di riferimento, un po' di B diventa E, e un po' di E diventa B (un po' come, cambiando sistema di riferimento, un po' di spazio diventa tempo, e un po' di tempo diventa spazio)

Questo mi manca... o l'ho totalmente rimosso <img alt=" />

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