Perché gira? È legato al fatto che il fotone si muove lungo un percorso?Siccome la lancetta gira, ma la sua lunghezza rimane sempre uguale, questo numero è costante: il che significa che la probabilità di esistenza del fotone è costante
Cose come le onde elettromagnetiche sono quindi particelle (o, meglio, sono formate da particelle, come la luce è formata da fotoni)?il fotone è una particella, non un'onda. C'è l'effetto fotoelettrico a dimostrarlo (e tanti altri "effetti", e se volete ve li dico, sono semplici). Non ci sono onde. Le sole onde che esistono sono quelle che vediamo nel mondo macroscopico - sugli stagni, sulle corde di chitarra, e sulla pelle dei tamburi
Per gli altri effetti, volentieri
Se quell'onda è la sovrapposizione delle onde probabilistiche del fotone, i vari gruppi sarebbero la probabilità che il fotone si trovi in un determinato luogo, giusto? E la velocità di gruppo sarebbe la velocità con cui un gruppo si sposta?Immagina poi che ciascuna di queste onde abbia una lunghezza diversa. Quando le sommi tutte, ottieni proprio quella figura: ci sono zone dove si sommano, e zone dove si distruggono fra loro. Si formano cioè dei "gruppi" dove le onde sono alte, e zone dove le onde sono quasi assenti. Quando noi osserviamo vediamo i "gruppi". Si ha l'abitudine di dire che i "gruppi" sono i fotoni
Non potrebbe essere lo stesso che "rimbalza" (una sorta di urto "particella-particella")? Non ho chiaro perché l'atto della misura lo distruggerebbe: è un modello, è certo che sia cosí, o cosa?Cessa di esistere. Viene assorbito, fa schizzare via un elettrone da un atomo, ossida dell'argento su una lastra fotografica - e si spreca nell'azione. Poi può essere riemesso, certo - ma è un altro fotone
Beh, ma mica sempre... anche eliminando il "caso", c'e' pur sempre l'inconscio. Un pensiero cosciente che ha radici inconsce non e' rintracciabile per definizione, sembra apparso cosi', dal nulla. Anzi, e' proprio da fenomeni del genere che Freud ha dedotto che dovesse esistere un inconscio. "L'inconscio serve a spiegare i fenomeni di discontinuita' della coscienza".Io però una causalità nei miei pensieri riesco a rintracciarla.Che avvengono a un livello vicinissimo al mondo microscopico.
Non hai bisogno della rintracciabilita' dei pensieri per dimostrare che la mente e' deterministica: anche una mente dove non tutto e' rintracciabile puo' essere benissimo deterministica.Qualche volta mi è capitato di chiedermi "Ma com'è che sono arrivata a pensare a questo, se prima stavo pensando a tutt'altra cosa? O_o". Allora cerco di ricordarmi e alla fine riesco a risalire ai pensierini intermedi collegati fra loro.
Poi è ovvio che non sto tutta la vita a cercare di collegare tutto, nè è possibile che io mi ricordi tutti i pensieri che ho fatto
I know. Ma non era questo l'importante.Beh, ma mica sempre...
Oh, ma lo so benissimo.Non hai bisogno della rintracciabilita' dei pensieri per dimostrare che la mente e' deterministica: anche una mente dove non tutto e' rintracciabile puo' essere benissimo deterministica.
Però il fatto che a volte è rintracciabile lo mostra a maggior ragione =P
Siccome la lancetta gira, ma la sua lunghezza rimane sempre uguale, questo numero è costante: il che significa che la probabilità di esistenza del fotone è costantePerché gira? È legato al fatto che il fotone si muove lungo un percorso?
Si'...
Cose come le onde elettromagnetiche sono quindi particelle (o, meglio, sono formate da particelle, come la luce è formata da fotoni)?
Tutte le onde elettromagnetiche sono "luce". In fisica per "luce" non si intende solo quella radiazione che va dal rosso al violetto (con tutti i colori dell'arcobaleno in mezzo). Si intendono anche le onde piu' lunghe (infrarosso, microonde, radio) e piu' corte (ultravioletto, raggi X, raggi gamma): sono tutti fotoni!
Per gli altri effetti, volentieri
Un'altra volta, sono di fretta... Non e' una cosa cosi' importante, e l'effetto fotoelettrico e' sufficiente a chiudere questa questione.
Immagina poi che ciascuna di queste onde abbia una lunghezza diversa. Quando le sommi tutte, ottieni proprio quella figura: ci sono zone dove si sommano, e zone dove si distruggono fra loro. Si formano cioè dei "gruppi" dove le onde sono alte, e zone dove le onde sono quasi assenti. Quando noi osserviamo vediamo i "gruppi". Si ha l'abitudine di dire che i "gruppi" sono i fotoniSe quell'onda è la sovrapposizione delle onde probabilistiche del fotone, i vari gruppi sarebbero la probabilità che il fotone si trovi in un determinato luogo, giusto?
Giusto... anche se non e' proprio cosi' che si fanno i conti. A noi non ce ne frega nulla di rispondere alla domanda "chissa' dove sara' adesso il fotone, che non lo stiamo guardando...". Noi calcoliamo solo la probabilita' che un esperimento fornisca determinati risultati.
E la velocità di gruppo sarebbe la velocità con cui un gruppo si sposta?
Si'.
Cessa di esistere. Viene assorbito, fa schizzare via un elettrone da un atomo, ossida dell'argento su una lastra fotografica - e si spreca nell'azione. Poi può essere riemesso, certo - ma è un altro fotoneNon potrebbe essere lo stesso che "rimbalza" (una sorta di urto "particella-particella")?
Proprio cosi'!!! Ehi, ma sei un genio? O l'hai trovato scritto da qualche parte? Si', quello che hai descritto e' il cosiddetto "Effetto Compton". Che oltretutto e' uno di quei fenomeni che dimostra che il fotone e' una particella, e non un'onda, che per pigrizia non ho citato sopra. In questo caso hai ragione, si potrebbe dire che il fotone "rimbalza" sull'elettrone. A me non piace, ma si potrebbe in effetti dire cosi'...
Non ho chiaro perché l'atto della misura lo distruggerebbe: è un modello, è certo che sia cosí, o cosa?
Preferisco pensare che viene sempre distrutto, e se vedo un altro fotone spuntare fuori dico che e' un nuovo fotone... Ad esempio, un fotone viene assorbito da un atomo, facendo passare un elettrone a uno stato di energia superiore. Il fotone non c'e' piu'. Ma dopo qualche miliardesimo di secondo l'elettrone torna al livello di energia inferiore, e viene emesso un fotone della stessa energia di quello che era entrato (o magari due o piu' fotoni la cui somma delle energie corrisponde all'energia di quello entrato). Potrebbe sembrare che un fotone sia rimbalzato sull'atomo. Ma e' andata davvero cosi'? E' davvero lo stesso fotone, quello che esce (a parte il fatto che i fotoni non sono "etichettabili"... non ha nemmeno senso chiedersi se un fotone e' lo stesso di un altro, o addirittura lo stesso di se' stesso una frazione di secondo prima... non esiste "individualita'" nel mondo microscopico, e anzi, e' proprio l'indistiguibilita' di diversi elettroni, ad esempio, che genera alcune delle forze che tengono insieme certe molecole - queste si chiamano "forze di scambio"). Insomma, posso davvero immaginare che il fotone entra nell'atomo, se ne sta nascosto li' per un pochino, e poi decide di uscirsene? No, non posso, perche' un fotone non puo' stare fermo, e' condannato ad andare sempre alla velocita' della luce e basta.
Non hai bisogno della rintracciabilita' dei pensieri per dimostrare che la mente e' deterministica: anche una mente dove non tutto e' rintracciabile puo' essere benissimo deterministica.Oh, ma lo so benissimo.
Però il fatto che a volte è rintracciabile lo mostra a maggior ragione =P
Buahahahah! Comunque, credo di piu' nella falsificabilita' che nella verificabilita'...
Oh, ma certo, sìsì.Buahahahah! Comunque, credo di piu' nella falsificabilita' che nella verificabilita'...
Lo corrabora.
Solo per conferma: considerando che prima hai detto "il fotone è una particella [...] Non ci sono onde", ora nel dire "si intendono anche le onde piú corte" hai usato il termine "onda" nell'accezione della fisica classica per indicare l'oggetto, che comunque resta un insieme di particelle, giusto?In fisica per "luce" non si intende solo quella radiazione che va dal rosso al violetto (con tutti i colori dell'arcobaleno in mezzo). Si intendono anche le onde piu' lunghe (infrarosso, microonde, radio) e piu' corte (ultravioletto, raggi X, raggi gamma): sono tutti fotoni
Semplice ragionamento, mi era parsa una possibilità ragionevoleProprio cosi'!!! Ehi, ma sei un genio? O l'hai trovato scritto da qualche parte?
Se il fotone sparisce, nel far cambiare di stato l'elettrone, il rimbalzo è un'interpretazione utile a visualizzare il fenomeno, ma non corrispondente al vero? Inoltre, dici che il fotone emesso ha la stessa energia (o che la somma delle energie dei fotoni emessi è uguale all'energia del fotone entrante), ma su Wikipedia dice che "il fotone iniziale e quello finale non sono gli stessi, ma due diversi, perché diversa è la loro energia e quindi frequenza"; è sbagliato?
Ma se in realtà il fotone non rimbalza, visto che, nel far cambiare di stato l'elettrone, smette di esistere, il rimbalzo non perde di validità, come prova della natura particellare?quello che hai descritto e' il cosiddetto "Effetto Compton". Che oltretutto e' uno di quei fenomeni che dimostra che il fotone e' una particella, e non un'onda
Questo mi sfugge: perché non esiste individualità? Onestamente non ci avevo nemmeno mai pensato, ma se mi avessero chiesto se nel microscopico avrebbe senso chiedersi se un fotone è lo stesso di sé stesso un po' prima penso che avrei detto di sí " />non ha nemmeno senso chiedersi se un fotone e' lo stesso di un altro, o addirittura lo stesso di se' stesso una frazione di secondo prima... non esiste "individualita'" nel mondo microscopico, e anzi, e' proprio l'indistiguibilita' di diversi elettroni, ad esempio, che genera alcune delle forze che tengono insieme certe molecole - queste si chiamano "forze di scambio"
La questione delle forze che dipendono dall'indistinguibilità degli elettroni mi manca " />
Sí, sí... " /> L'espressione è ovviamente entrata nel linguaggio comune, si parla di onde radio, mica di particelle radio! " /> Comunque, sono tutte particelle. Più corta la lunghezza d'onda, e più alta l'energia di queste particelle. Ad esempio, le onde radio hanno energia bassa, i raggi gamma hanno energia elevatissima.Solo per conferma: considerando che prima hai detto "il fotone è una particella [...] Non ci sono onde", ora nel dire "si intendono anche le onde piú corte" hai usato il termine "onda" nell'accezione della fisica classica per indicare l'oggetto, che comunque resta un insieme di particelle, giusto?In fisica per "luce" non si intende solo quella radiazione che va dal rosso al violetto (con tutti i colori dell'arcobaleno in mezzo). Si intendono anche le onde piu' lunghe (infrarosso, microonde, radio) e piu' corte (ultravioletto, raggi X, raggi gamma): sono tutti fotoni
Esatto, non corrisponde al vero. È piacevole discutere usando parole approssimative, immaginare che sia proprio come un urto classico, ma il punto è che il fotone sparisce, assorbito dall'elettrone, e poi viene riemesso. Il diagramma di Feynman che rappresenta questo fenomeno lo mostra chiaramente, guarda la figura più in alto qui:Semplice ragionamento, mi era parsa una possibilità ragionevole " />Proprio cosi'!!! Ehi, ma sei un genio? O l'hai trovato scritto da qualche parte?
Se il fotone sparisce, nel far cambiare di stato l'elettrone, il rimbalzo è un'interpretazione utile a visualizzare il fenomeno, ma non corrispondente al vero?
http://www2.slac.stanford.edu/vvc/egs/tour/stop2.html
Il punto è che, nella MQ, non è possibile rubare a un fotone un po' della sua energia, e poi lasciarlo andare per la sua strada un po' più infiacchito... " /> O gli porti via tutto (distruggendolo), o niente. Quindi nell'effetto Compton un fotone viene assorbito dall'elettrone (cioè viene distrutto), e poi l'elettrone ne riemette un altro (cioè, viene creato) a energia inferiore.
Stavo parlando di un atomo, in quel momento, non di un elettrone libero. Era solo un altro esempio in cui un fotone viene assorbito, e poi riemesso da un "qualcosa". Nell'atomo succede cosí. Quindi quello che hai letto su Wikipedia è giusto: ed è proprio quello che dico io - nel caso Compton il fotone iniziale e il fotone finale sono diversi, perchè quello iniziale viene distrutto, e quello finale viene creato.Inoltre, dici che il fotone emesso ha la stessa energia (o che la somma delle energie dei fotoni emessi è uguale all'energia del fotone entrante), ma su Wikipedia dice che "il fotone iniziale e quello finale non sono gli stessi, ma due diversi, perché diversa è la loro energia e quindi frequenza"; è sbagliato?
In effetti sí, il punto non è tanto il rimbalzo, quanto il fatto che la stragrande maggioranza dei fotoni incidenti non viene deviata (solo una piccolissima parte lo è). Ma nemmeno questo, in effetti... Mmmh... non sono mica tanto sicuro, ora. " /> No... accontentiamoci dell'effetto fotoelettrico!Ma se in realtà il fotone non rimbalza, visto che, nel far cambiare di stato l'elettrone, smette di esistere, il rimbalzo non perde di validità, come prova della natura particellare?quello che hai descritto e' il cosiddetto "Effetto Compton". Che oltretutto e' uno di quei fenomeni che dimostra che il fotone e' una particella, e non un'onda
Perchè due elettroni ad esempio sono proprio identici come (e meglio di) gemelli identici. Non gli puoi mettere una targhetta sopra e dire "Questo si chiama Paolo e quest'altro Piero". La loro estrema semplicità (sono particelle elementari, dopotutto...) le rende tutte uguali. Si dice, scherzosamente, che la particella stessa "dimentica" chi è, quando condivide una zona con un'altra.Questo mi sfugge: perché non esiste individualità?non ha nemmeno senso chiedersi se un fotone e' lo stesso di un altro, o addirittura lo stesso di se' stesso una frazione di secondo prima... non esiste "individualita'" nel mondo microscopico, e anzi, e' proprio l'indistiguibilita' di diversi elettroni, ad esempio, che genera alcune delle forze che tengono insieme certe molecole - queste si chiamano "forze di scambio"
È un possibile modo di vedere certi legami fra molecole: quando le "nuvole" elettroniche si sovrappongono, gli elettroni non "sanno" più a che molecola appartengono, e cosí passano a casaccio da una molecola all'altra (nota bene, questo è davvero un modo orribile di dire la cosa, gli elettroni non hanno mai una posizione precisa... In realtà non c'è mai bisogno di parlare di "forze di scambio", quello che conta sono solo le regolette della MQ, e fare i conti).Onestamente non ci avevo nemmeno mai pensato, ma se mi avessero chiesto se nel microscopico avrebbe senso chiedersi se un fotone è lo stesso di sé stesso un po' prima penso che avrei detto di sí " />
La questione delle forze che dipendono dall'indistinguibilità degli elettroni mi manca " />
Premesso che sarò schifosamente poco tecnico, cerco di far capire con termini comuni l'idea che mi è venuta: quindi il fotone è una particella/"pacchetto di energia" (una sorta di "pacchetto di energia" localizzato, nel senso che, quando lo misuro, la "particella" è in quel posto) che non si "concretizza" in massa (nel senso, E=mc², quindi massa e energia hanno comunque due forme diverse; il fotone resta E senza diventare m)? Se sí, allora forse ho capito come fa il fotone a essere una particella senza massa " />È piacevole discutere usando parole approssimative, immaginare che sia proprio come un urto classico, ma il punto è che il fotone sparisce, assorbito dall'elettrone, e poi viene riemesso
Nel caso dell'atomo invece il fotone prima e dopo ha la stessa energia?Stavo parlando di un atomo, in quel momento, non di un elettrone libero. Era solo un altro esempio in cui un fotone viene assorbito, e poi riemesso da un "qualcosa". Nell'atomo succede cosí. Quindi quello che hai letto su Wikipedia è giusto: ed è proprio quello che dico io - nel caso Compton il fotone iniziale e il fotone finale sono diversi, perchè quello iniziale viene distrutto, e quello finale viene creato
In altri termini, fortuna: qualcuno ha visto quell'effetto, ha pensato "Figo, rimbalza!", su questo ha ipotizzato la natura particellare della luce... e l'ipotesi era esatta, anche se il rimbalzo non c'eraIn effetti sí, il punto non è tanto il rimbalzo, quanto il fatto che la stragrande maggioranza dei fotoni incidenti non viene deviata (solo una piccolissima parte lo è). Ma nemmeno questo, in effetti... Mmmh... non sono mica tanto sicuro, ora
" />
... ma lo sono anch'io, intendiamoci: quando si parla si parla, c'è poco da fare... " />Premesso che sarò schifosamente poco tecnico,È piacevole discutere usando parole approssimative, immaginare che sia proprio come un urto classico, ma il punto è che il fotone sparisce, assorbito dall'elettrone, e poi viene riemesso
Finchè è un fotone, il fotone resta un fotone (bella questa, eh? " /> ). Certo, il fotone resta E senza diventare m. Comunque, spiegami come fa il fotone a essere una particella senza massa... perché non lo so!cerco di far capire con termini comuni l'idea che mi è venuta: quindi il fotone è una particella/"pacchetto di energia" (una sorta di "pacchetto di energia" localizzato, nel senso che, quando lo misuro, la "particella" è in quel posto) che non si "concretizza" in massa (nel senso, E=mc², quindi massa e energia hanno comunque due forme diverse; il fotone resta E senza diventare m)? Se sí, allora forse ho capito come fa il fotone a essere una particella senza massa " />
A meno che non ne siano emessi due (o più), la cui somma delle energie è uguale all'energia del fotone assorbito. Quando l'elettrone è legato a un atomo può assumere solo determinati livelli di energia.Nel caso dell'atomo invece il fotone prima e dopo ha la stessa energia?Stavo parlando di un atomo, in quel momento, non di un elettrone libero. Era solo un altro esempio in cui un fotone viene assorbito, e poi riemesso da un "qualcosa". Nell'atomo succede cosí. Quindi quello che hai letto su Wikipedia è giusto: ed è proprio quello che dico io - nel caso Compton il fotone iniziale e il fotone finale sono diversi, perchè quello iniziale viene distrutto, e quello finale viene creato
... no, ma che fortuna? Gli spari addosso due fantastiliardi di fotoni, e ne vedi tornare indietro (sempre) un paio di miliardini... Guarda che di fotoni ne abbiamo a bizzeffe, tutto attorno a noi! " /> (comunque, lo sai no?, che il nostro occhio è sensibilissimo ai fotoni: per farlo reagire ne bastano 7).In altri termini, fortuna: qualcuno ha visto quell'effetto, ha pensato "Figo, rimbalza!",In effetti sí, il punto non è tanto il rimbalzo, quanto il fatto che la stragrande maggioranza dei fotoni incidenti non viene deviata (solo una piccolissima parte lo è). Ma nemmeno questo, in effetti... Mmmh... non sono mica tanto sicuro, ora
No, la natura particellare della luce è stata scoperta da Einstein, con la sua spiegazione dell'effetto fotoelettrico (per la quale ha preso il Nobel...).su questo ha ipotizzato la natura particellare della luce... e l'ipotesi era esatta, anche se il rimbalzo non c'era " />
Certo, ma a volte io lo sono perché mi manca la terminologica tecnica " />ma lo sono anch'io, intendiamoci: quando si parla si parla, c'è poco da fare
Il fotone ha massa nulla, giusto? Volevo solo dire che solitamente il concetto di particella viene accostato alla classica "pallina", che è difficile immaginare senza massa, mentre l'idea di una "pallina" di energia mi riesce già piú facile da visualizzare; e, se è una "pallina" di energia, che non abbia massa suona già meno assurdo (solo E non "convertita" in m). L'ho capito a livello intuitivo, nel senso che prima era un qualcosa che mi sembrava assurdo, ora mi pare già piú logico " />Finchè è un fotone, il fotone resta un fotone (bella questa, eh? " /> ). Certo, il fotone resta E senza diventare m. Comunque, spiegami come fa il fotone a essere una particella senza massa... perché non lo so
Non sapevo della sensibilità dell'occhio, ma quella parte sulla fortuna era una battuta " />no, ma che fortuna? Gli spari addosso due fantastiliardi di fotoni, e ne vedi tornare indietro (sempre) un paio di miliardini... Guarda che di fotoni ne abbiamo a bizzeffe, tutto attorno a noi! " /> (comunque, lo sai no?, che il nostro occhio è sensibilissimo ai fotoni: per farlo reagire ne bastano 7)
Continuo la discussione da qui.
Non lo so...fra parentesi, oggi al cern hanno portato a termine il fantomatico esperimento della collosione delle particelle... ho appena sentito in radio che questo potrebbe servire (tra le altre cose) anche proprio a risolvere il problema della materia oscura...
una domanda: questo è stato l'esperimento "definitivo", o una specie di prova generale a velocità più ridotte?
Possiamo annunciare al mondo che non l'hanno fatto, né lo faranno mai: i raggi cosmici hanno energie ben superiori a quelle sviluppate al CERN, e sono miliardi di anni che piovono sulla Terra senza creare micro buchi neri... Sono solo cavolate giornalistiche.possiamo ufficilmente annunciare che quelli del cern non hanno fatto saltare per aria il mondo/creato buchi neri e soli instabili in mezzo alla svizzera? " />
Domandona per chi sa di fisica: l'intensità di corrente è una grandezza facilmente visualizzabile, in quanto è un flusso di carica.
La tensione già un po' meno, ma essendo il lavoro necessario a muovere una carica si fa.
Induzione magnetica (B) e campo magnetico (H)... cosa sono? C'è una definizione, un modo di vederli, analogo a quello della corrente?
Intanto, c'è una grande confusione perché a seconda del tempo e luogo si usano diverse convenzioni e si scambiano B e H come simboli per questi due concetti. Io ho sempre usato B per indicare il campo magnetico, e H per l'induzione magnetica (quindi l'opposto di quello che fai tu). Nel seguito userò B per indicare il campo magnetico, come sono abituato a fare. Altrimenti finisce che faccio confusione pure io... " />Domandona per chi sa di fisica: l'intensità di corrente è una grandezza facilmente visualizzabile, in quanto è un flusso di carica.
La tensione già un po' meno, ma essendo il lavoro necessario a muovere una carica si fa.
Induzione magnetica (B) e campo magnetico (H)... cosa sono? C'è una definizione, un modo di vederli, analogo a quello della corrente?
Poi: io uso sempre B, e di H me ne frego: lo ritengo inutile, lo detesto, lo odio, e non lo uso. Per passare da H a B basta un fattore, la permeabilità magnetica, e quindi non vedo l'utilità di H. Si può fare tutto con B.
Per rispondere alla tua domanda: non ha senso fare una analogia fra B da una parte, e corrente (I) dall'altra. Semmai un'analogia la puoi fare fra B e campo elettrico (E). Il campo elettrico E genera corrente elettrica (se ci sono cariche libere immerse nel campo elettrico). Il campo magnetico B, invece, non genera proprio niente. L'effetto che ha è quello di deviare la direzione del moto di eventuali cariche elettriche (se le cariche sono ferme, non c'è nessun effetto). E e B sono cose molto diverse, anche se, cambiando sistema di riferimento, un po' di B diventa E, e un po' di E diventa B (un po' come, cambiando sistema di riferimento, un po' di spazio diventa tempo, e un po' di tempo diventa spazio). Quindi B e E sono parte di uno stesso aspetto della realtà.
Chiedere quale sia l'analogia fra E e B è un po' come chiedere qual è l'analogia fra spazio e tempo. E la risposta è... Boh? " />
Ho indicato i simboli proprio per dire la convenzione che avrei usato per slegarmi da questa eterna diatriba... c'è anche chi li chiama campo B e campo H. Un casino, insomma.c'è una grande confusione perché a seconda del tempo e luogo si usano diverse convenzioni e si scambiano B e H come simboli per questi due concetti
Perché usi solo B e non solo H?uso sempre B, e di H me ne frego: lo ritengo inutile, lo detesto, lo odio, e non lo uso. Per passare da H a B basta un fattore, la permeabilità magnetica, e quindi non vedo l'utilità di H. Si può fare tutto con B
Sì, non volevo fare un parallelo; era solo per spiegare cosa stavo chiedendo (tentativo miseramente fallito, sembra). Più che un'analogia tra B e I o tra B ed E, mi stavo chiedendo se c'è un modo di visualizzare B e H, così come c'è per la corrente; se devo spiegare cos'è la corrente, se devo visualizzarmela, non ho problemi: è un flusso di cariche.non ha senso fare una analogia fra B da una parte, e corrente (I) dall'altra. Semmai un'analogia la puoi fare fra B e campo elettrico (E)
Invece, se devo visualizzare campo o induzione magnetici... non saprei cosa fare. Mentre per la corrente ho chiaro che è un flusso di cariche, per induzione e campo non ho chiaro cosa siano.
Questo mi manca... o l'ho totalmente rimosso " />E e B sono cose molto diverse, anche se, cambiando sistema di riferimento, un po' di B diventa E, e un po' di E diventa B (un po' come, cambiando sistema di riferimento, un po' di spazio diventa tempo, e un po' di tempo diventa spazio)