Allora dico la mia sulla questione maturità facendo l'esempio di quando la feci io.
Io non sono mai stato bravissimo al liceo classico. Bocciato il primo anno poi sono andato avanti a fatica con debiti vari. Alla maturità è andata un po' meglio. Le tre prove scritte sono andate alla grande (35) per i miei standard e a quel punto mi aspettavo di uscire con un voto abbastanza superiore alla mia media. Poi è arrivato l'orale che è andato discretamente ma non in maniera eccelsa. Facendo comunque i calcoli ero convinto di uscire con più di 70. Aggiungo che un mio compagno, origliando le discussioni dei professori, ci ha rivelato qualcosa di interessante. In pratica quando i prof dovevano decidere il voto di maturità non si interessavano minimamente alla maturità stessa ma facevano un discorso generale. Nel mio caso il discorso era principalmente che, non essendomi impegnato più di tanto durante i cinque(sei) anni non meritavo un voto molto alto. E infatti mi hanno dato 68. E' giusto? Io dico in parte si in parte no. E' giusto perchè la mia prestazione scolastica è stata mediocre, perchè il penultimo anno temevo di essere nuovamente bocciato e fino all'uscita degli esiti delle prove scritte della maturità temevo di non farcela. Facendo questo ragionamento anzi 68 è un voto anche troppo alto. Detto questo allora la maturità diventa una vera farsa perfettamente eliminabile. Se le prove finali non sono minimamente tenute in conto a che serve farle? Se il mio voto è già quasi del tutto predeterminato a che serve fare questa inutile sceneggiata? A questo si aggiunge un ulteriore beffa. Un altro mio compagno è stato promosso il penultimo anno con 4 debiti in latino, greco, italiano e filosofia. Praticamente le materie base del classico. Ha fatto una maturità al limite del ridicolo e gli han dato 62, solo 6 punti meno di me. Ecco che da questo punto di vista tutto cambia. Capisco infatti la severità nei miei confronti che mi porta ad avere un voto non eccelso, ma che un altro che ha fatto meno della metà di me, miracolato non so quante volte venga promosso con calcio nel didietro è una cosa che fa rabbia. Perchè in questo caso la severità è a senso unico e c'è un chiaro livellamento verso il basso della serie severi con i mediocri clementi con gli scarsi. Per questo credo che la maturità sia anacronistica, molto meglio il sistema universitario a questo punto. Arrivi alla tesi che hai già una grandissima parte dei punti e con la tesi puoi ottenere giusto quei punti che ti alzano un po' il voto, ma il grosso è determinato dal lavoro fatto negli anni passati. Detto questo visto che per ora il sistema è questo sarebbe meglio che venga fatto bene e senza più questi stupidi errori.
« I met a traveller from an antique land
Who said: Two vast and trunkless legs of stone
Stand in the desert. Near them on the sand,
Half sunk, a shatter'd visage lies, whose frown
And wrinkled lip and sneer of cold command
Tell that its sculptor well those passions read
Which yet survive, stamp'd on these lifeless things,
The hand that mock'd them and the heart that fed.
And on the pedestal these words appear:
"My name is Ozymandias, king of kings:
Look on my works, ye Mighty, and despair!"
Nothing beside remains. Round the decay
Of that colossal wreck, boundless and bare,
The lone and level sands stretch far away. »
Ora, ripeto, la linea va imposta anche ai professori che spesso hanno messo 6 per non dover fare i corsi di recupero...perchè ovviamente, poveretti, fare 10 giorni in meno di vacanza su quasi 3 mesi..
Ti do ragione, ma non generalizzare. Quest'anno è stata una giungla sul come/quando fare i corsi di recupero e i relativi esami. Quindici giorni a fine giugno ed esami ad inizio luglio, corsi per metà la prima settimana di luglio, per metà l'ultima settimana di agosto ed esami a settembre. Tutto a settembre.
A seconda della scuola variava la scelta dell'organizzazione dei corsi e degli esami di riparazione anche basandosi sulla disponibilità dei professori di fare i corsi di recupero, perchè ricordiamolo che è meglio, il professore da la disponibilità a tenere i corsi e viene anche pagato come se fosse uno straordinario. Quindi non esiste, almeno credo, che un professore dà 6 a tutti per non fare i corsi di recupero, perchè tanto se non vuole dare la sua diponibilità nessuno lo prega di organizzare i corsi. Al massimo i ragazzi faranno un mini corso a fine agosto prima di fare gli esami di settembre. Ti sembrerà strano ma nella scuola dove insegna mio padre, lui ed un altro professore avevano chiesto la possibilità di tenere un corso più diluito lungo tutta l'estate da luglio alla data degli esami di settembre, stendendo un calendario di comune accordo con gli alunni. Due-tre lezioni a settimana da 2-3 ore, ma la scuola ha negato questa possibilità perchè sforavano con i fondi destinati ai corsi. Quello che voglio dire è che oltre ad una questione di farsi 10 giorni di vacanza in più, che secondo me, è poco rilevante, c'è soprattutto il fatto che i corsi sono strettamente regolati e quindi oltre a tutte le buone intenzioni non si riescono ad organizzare in modo iverso. Se devi fare 15 ore di corso, fisse, niente di più, niente di meno, con tutta la buona volontà ma i modi per organizzarli sono quelli: 5 lezioni da 3 ore.
^_^
Sicuramente ci sono persone e persone..come in ogni campo del resto. Purtroppo chi risalta è sempre chi fa le cose nel modo sbagliato, poi come al solito ci sono i diecimila regolamenti inutili tipicamente italiani che di certo non semplificano la cosa.
Con in più il fatto che l'intero sistema scolastico non aiuta chi vuole emergere, ma spinge all'omologazione. Come detto da molti altri qui, il sistema intero dovrebbe essere riformato. Alcuni parlavano di sistema tipo universitario, a me piacerebbe mantenere una formazione quanto più completa possibile alle superiori, però affiancando ad un curriculum obbligatorio che varia a seconda del tipo di scuola, un certo numero di ore scelte dallo studente per completare il suo orario personale.
Esempio buttato giusto per intenderci per il liceo scientifico: materie base matematica-fisica-scienze-italiano, esami semestrali di rendimento, se sgarri ripeti l'anno, latino-letteratura italiana-storia-lingua ecc..obbligatorie nel biennio, gestibili nel triennio, ma comunque non implicano la bocciatura, ma solo una diminuzione del voto d'uscita se gli alunni non raggiungono la sufficienza.
Io sono uscito da un liceo sperimentale e la mia formazione ha spaziato in tutti gli ambiti, dal diritto alla chimica, e ne sono felicissimo, perché mi ha preparato ad avere una mente aperta e dato la capacità di spaziare su vari argomenti anche totalmente diversi tra loro con un minimo di agilità.
Indubbiamente l'Università è un altro pianeta, il mondo ideale per specializzarsi, ma le due cose potrebbero integrarsi.
I primi tre anni delle superiori, così come si inizia a fare alle medie, dovrebbero dare una formazione il più ampia e completa possibile, dato che tutto ciò che si acquisisce diventa poi utile strumento per affrontare la carriera universitaria. Quindi spazio a tutte le materie, infondendo i rudimenti e le nozioni di base. Dal terzo anno in poi secondo me si potrebbe iniziare ad offrire un bouquet di lezioni, similmente all'università, dal quale gli studenti selezionerebbero i corsi che traccerebbero un primo abbozzo di indirizzo futuro. Sinceramente (esempio che conosco molto bene) mi sembra un po' castrante per un ragazzo che vuol fare il meccanico di auto entrare in un istituto tecnico o professionale ed uscirne senza sapere com'è fatto un motore di un'auto ma sapendo usare alla perfezione il tornio...
Certo, questa cosa può offrire grossi problemi amministrativi in quanto richiederebbe un numero di docenti superiore, ma vista anche la scarsità (e gli stipendi ignobili) di posti di lavoro per gli insegnanti si potrebbe sanare due piaghe con una sola riforma.
Sulla questione meritocratica, sono il primo sostenitore, bisogna che vada avanti chi ha le qualità, non cani e porci. Il problema sarà più che altro il metodo di valutazione di questa selezione, tutt'altro che facile. Inoltre c'è sempre il pericolo che il metodo venga viziato per permettere i soliti favoritismi.
Uno dei metodi di progresso che ritengo buonissimi è quello universitario: segui il corso, dai l'esame, vieni valutato. Accetti il voto? ok, prosegui. Prendi un brutto voto? Invece di venire "marchiato a fuoco" con l'insufficienza ti riprepari e lo ridai. E' un po' come una bocciatura ma dovrebbe (in teoria e speranza) innescare il circolo virtuoso della volontà da parte del singolo di fare e fare bene, perché è una soddisfazione personale chiudere un esame con un bel voto. E poi, sostituendo verifiche, provette ed interrogazioni "a tabula rasa vediamo chi ha fatto i compiti oggi " (altra idiozia, i compiti per casa...mai fatti, eppure eccomi tra i migliori del mio corso universitario...) con degli esami "ad personam" si eliminerebbero molti problemi, tra i quali appunto stupidaggini come i compiti per casa, o le interrogazioni a sorpresa che prendono tutti impreparati (se lo facessero in università sarebbero stragi..) o il rischio di suggerimenti, copiature, assenze strategiche. Sai che ogni anno hai X corsi ed ogni corso è spezzettato in X esami. Sai che se per esempio in un corso spezzettato in 3 esami se non passi uno o entrambi dei primi, all'ultimo riporti tutto; sai che se alla fine dell'anno non hai concluso tutti i corsi sei bocciato.
Questo sistema secondo me funzionerebbe, sarebbe un po' più macchinoso per il sistema scolastico (che comunque così com'è fa abbastanza pietà) ma indubbiamente servirebbe alla preparazione degli allievi.
Inoltre, a mio parere, negli ultimi due anni con la formazione "autopilotata" anche il metodo d'insegnamento dovrebbe leggermente cambiare, ovvero passare da un sistema più "cattedratico" (professore spiega-alunni imparano), che per l'età degli studenti va bene ai primi anni, ad un sistema più "dialettico" (professore traccia il discorso e colloquiando con gli studenti li accompagna facendoli ragionare con la propria testa facendogli porsi problemi e darsi soluzioni fino alla meta dell'argomento), adatto a persone più mature. Ciò sarebbe anche più realizzabile in virtù della formula più "universitaria"dei corsi degli ultimi anni, in quanto essendo a scelta degli studenti le classi sarebbero meno numerose e la dialettica eviterebbe di sfociare nell'anarchia.
Questo ovviamente della meritocrazia deve valere anche per gli insegnanti, dato che conosco persone bravissime e competenti costrette a fare altri lavori e gente 'gnurant come capre che insegna.
Premetto che, come detto, la maturità è una cosa che trovo assurda: lo Stato mi dice per cinque anni che so determinate cose, e poi mi chiede di dimostrare che so ciò che lui ha detto che so?
Non serve mica andare tanto lontano fino al 2003...l'anno scorso era sbagliata la traccia del tema su Dante
Ricordi che errore?
Ci sono ragazzi/e che alle superiori non sanno sommare le frazioni, non sanno quando è stata l'unità d'Italia, non sanno chi è Enrico Fermi e tante altre cose ma nonostante questo vengono promossi ed ammessi all'esame
Qui il discorso è un po' complesso: se voglio uscire come perito informatico, anche se non so quando è l'unità d'Italia non è che mi cambi molto; stessa cosa (anzi, forse è pure meno grave) se non so chi sia Enrico Fermi.
fermo restando che se qualcuno avesse studiato a fondo la materia si sarebbe accorto dell'errore (e qui in mezzo ci vanno anche i vari professori di lettere che hanno letto il testo ai ragazzi)
Buona l'osservazione sui professori, non quella sugli studenti, se è vero, come ho letto, che in teoria i ragazzi non dovrebbero aver studiato la poesia oggetto dell'analisi.
se a sbagliare è chi ha il dovere di insegnare e dettare le regole per insegnare bene mi spieghi che credibilità c'è?
La credibilità di un essere umano, che per quanto possa aver studiato non è infallibile? Non sto dicendo "E allora chi se ne frega dell'errore", ma non concordo nel pensare che un errore da parte di chi insegna mini la credibilità dell'insegnante, e/o del corpo docente, e/o del sistema scolastico.
Si vede che non sei un professore..pensa 10 giorni di ferie quando al lavoro fai 18ore da 50 minuti che diventano 15 ore da 60 se fai due conti
Un buon professore a casa corregge compiti, prepara lezioni, ecc.; le ore crescono, se il professore fa seriamente il suo lavoro.
I primi tre anni delle superiori, così come si inizia a fare alle medie, dovrebbero dare una formazione il più ampia e completa possibile, dato che tutto ciò che si acquisisce diventa poi utile strumento per affrontare la carriera universitaria
Dipende dalle scuole: in un istituto tecnico togliere un anno alla specializzazione (gli ultimi tre) rende impossibile fare tutto quello che si deve fare; si potrebbe provare a mettere anche parte di quegli argomenti come "programma generico", ma, anche se rendesse la cosa possibile, a uno che fa informatica cosa gli importa del sistema trifase di trasmissione dell'energia elettrica?
segui il corso, dai l'esame, vieni valutato. Accetti il voto? ok, prosegui. Prendi un brutto voto?
Possibilità che però non viene data da tutti i professori, cosa che crea disparità tra corsi, istituti, ecc.
Dipende dalle scuole: in un istituto tecnico togliere un anno alla specializzazione (gli ultimi tre) rende impossibile fare tutto quello che si deve fare; si potrebbe provare a mettere anche parte di quegli argomenti come "programma generico", ma, anche se rendesse la cosa possibile, a uno che fa informatica cosa gli importa del sistema trifase di trasmissione dell'energia elettrica?
difatti ho detto che nel biennio dovrebbe scegliere lo studente nel pacchetto offerto quali corsi seguire e quali no, ci sono corsi inutili per certe linee di indirizzo che andranno tolti proprio in virtù della volontà di specializzarsi in una determinata cosa. E poi i corsi generici come i soliti matematica, storia, geografia, letteratura italiana, come formazione base si chiudono nel triennio, lasciando spazio a materie più specialistiche. Se qualcuno vuole continuare a seguire uno di questi corsi può farlo tranquillamente, così come sceglierebbe fisica o psicologia o letteratura greca (tanto per non trascurare nessuno :D )
Possibilità che però non viene data da tutti i professori, cosa che crea disparità tra corsi, istituti, ecc.
Cosa che sarebbe da mettere a regolamento, nella mia idea. Altrimenti verrebbero meno molti assunti del teorema.
Non serve mica andare tanto lontano fino al 2003...l'anno scorso era sbagliata la traccia del tema su DanteRicordi che errore?
Mi riferisco a questo :D
Dove e come ha sbagliato il Ministero? Secondo Mariotti nella traccia sta scritto che san Tommaso d'Aquino descrive a Dante «le figure di San Francesco d'Assisi, fondatore dell'Ordine dei Francescani, e di San Domenico di Guzman, fondatore dell'Ordine dei Domenicani». Ma, spiega Mariotti «non è così: san Tommaso d'Aquino si limita a raccontare la vita di San Francesco. Quanto a San Domenico di Guzman, ne parlerà Bonaventura di Bagnoregio nel canto successivo, il dodicesimo. Non si tratta di una svista, ma di un errore grave». Grave perchè cancella il significato che Dante aveva attribuito allascelta di personaggi: «San Tommaso, che è un domenicano, tesse l'elogio di San Francesco; Bonaventura, che è un francescano, quello di San Domenico (e ognuno dei due termina criticando gli sviamenti dell'Ordine cui appartiene). Ignorare questa grande costruzione "a chiasmo" - dice Mariotti - significa distruggere il contesto in cui le parole di Tommaso si collocano, l'impianto ideologico dei due canti, il loro formare un dittico che non può essere smembrato. Infine, rende abbastanza vano l'invito finale a un approfondimento».
Ho citato un articolo del corriere, il primo che ho trovato.Corriere
Lady delle Gocciole Extra Dark
We are only human, and the gods have fashioned us for love. That is our great glory, and our great tragedy.
Qui il discorso è un po' complesso: se voglio uscire come perito informatico, anche se non so quando è l'unità d'Italia non è che mi cambi molto; stessa cosa (anzi, forse è pure meno grave) se non so chi sia Enrico Fermi.
Qui mi trovi alquanto contrario. Hai ragione a sostenere che per quel lavoro non ti servirà, ma si chiama cultura personale. Aborro chi sa tutto del proprio mestiere e non sa un accidente del resto del mondo. E' questa linea di pensiero che sta portando allo sfascio la cultura del nostro paese, i ragazzi dicono "voglio fare quello, il resto non mi interessa" e poi ci si lamenta perché si legge poco o perché si cercano opportunità di guadagno facile come il mondo dello spettacolo ("voglio fare la velina e sposare un calciatore famoso") dove la cultura ormai non ha nulla a che spartire.
Mi chiedo quanto dureremo ancora noi uomini di lettere, l'unica "specie rara" che cerca ancora con curiosità e vivo interesse di ampliare gli orizzonti del proprio sapere; gli unici che insegnando magari greco antico abbiamo comunque ancora voglia di sapere e capire che cos'è ed a cosa serve la Costante di Planck, anche se non ci servirà mai, mentre oggi come oggi un Perito Elettronico saprà anche tutta l'Algebra di Boole ma non glie ne frega un benemerito c***o della Pax Augustea o della Fenomenologia dello Spirito di Hegel, per il semplice fatto che nel suo lavoro non gli serve.
(ovviamente ci sono eccezioni da entrambi i lati della barricata)
La cultura è un bene preziosissimo, che oggi in Italia non solo si sta ignorando, ma addirittura disprezzando.
Non stupiamoci se nelle graduatorie europee siamo uno dei paesi più ricchi di ignoranza.
Hai ragione a sostenere che per quel lavoro non ti servirà, ma si chiama cultura personale
Non discuto, ma chi decide cosa è importante? Magari non so quando è stata l'unità d'Italia, né so chi è Enrico Fermi, ma ti so dire, perché l'ho studiato per conto mio senza che la scuola mi desse nulla in merito, tutta la storia dell'esegesi biblica, senza magari che sia credente; o conosco la linguistica a livelli superiori a quelli dei liceali; o conosco la storia cinese, mai trattata in classe; perché chi sa l'unità d'Italia dovrebbe poter passare, e uno che sa tutte quelle cose, ma non una data, no? Certo, l'unità d'Italia fa parte della nostra storia, è un momento importante; ma, se parliamo di cultura personalmente, anche il resto mi pare avere altrettata dignità.
Inoltre, ci sono scuole da cui chi esce deve uscire preparato per un determinato mestiere; se lo sa fare, se è il migliore, ma non sa quella data... mi pare quantomeno opinabile che venga bocciato.
Parentesi sul sistema statunitense: il progetto personale quanto è ampio, come viene strutturato? Perché si rischia di passare dal "Vediamo se il professore mi chiede quello che so" a "So (quasi) solo ciò che mi serve per il mio progetto".
I programmi andrebbero rivisti, soprattutto quelli storici, ma quello che mi da sui nervi non è l'idraulico che conosce a memoria testo e critica della Divina Comedia perché gli piace e se la legge a casa (i tuoi esempi sono esagerati...), a me da fastidio chi dice "io farò l'idraulico, al di fuori di quello non mi interessa altro."
Ci sono delle basi culturali che tutti devono sapere, altrimenti verranno rimandati. Bisogna ficcarsi bene in testa che quelle basi servono nella vita tanto quanto il saper fare bene il proprio mestiere. E le due cose nella scuola dovrebbero essere entrambe di pari importanza.
E comunque le scuole professionali non preparano per nulla bene a fare certi mestieri, come ho detto, ho molti amici usciti da istituti tecnici o professionali che fanno i meccanici d'auto ma a scuola hanno imparato solamente a costruire pezzi al tornio, pur specializzandosi in meccanica.
quello che mi da sui nervi non è l'idraulico che conosce a memoria testo e critica della Divina Comedia perché gli piace e se la legge a casa (i tuoi esempi sono esagerati...), a me da fastidio chi dice "io farò l'idraulico, al di fuori di quello non mi interessa altro."
Esagerati? Magari quello sul conoscere tutta la storia dell'esegesi biblica (che è diverso dal conoscere tutta l'esegesi biblica), ma non vedo nulla di esagerato né nel conoscere la storia cinese, né nell'uscire da un istituto tecnico con una preparazione linguistica superiore a quella di un liceale (questo non è un caso ipotetico).
Comunque, il problema del tuo discorso è, quali sono queste "basi culturali che tutti devono sapere"? La data dell'unità d'Italia è piú importante della storia cinese? Enrico Fermi è piú importante della linguistica? Se io so chi è Kant e tu no, ma tu conosci Confucio e io no, ho piú diritto di te a essere promosso?
E comunque le scuole professionali non preparano per nulla bene a fare certi mestieri, come ho detto, ho molti amici usciti da istituti tecnici o professionali che fanno i meccanici d'auto ma a scuola hanno imparato solamente a costruire pezzi al tornio, pur specializzandosi in meccanica
Non ho detto "tutti i mestieri", ma "un determinato mestiere": quei tuoi amici saprebbero fare i tornitori, il che è esattamente, per quanto ovviamente questo non risponda alle loro aspettative, quello che ho detto: escono preparati a fare un determinato mestiere (almeno in quanto a basi teoriche).
Esagerati? Magari quello sul conoscere tutta la storia dell'esegesi biblica (che è diverso dal conoscere tutta l'esegesi biblica), ma non vedo nulla di esagerato né nel conoscere la storia cinese, né nell'uscire da un istituto tecnico con una preparazione linguistica superiore a quella di un liceale (questo non è un caso ipotetico).
Comunque, il problema del tuo discorso è, quali sono queste "basi culturali che tutti devono sapere"? La data dell'unità d'Italia è piú importante della storia cinese? Enrico Fermi è piú importante della linguistica? Se io so chi è Kant e tu no, ma tu conosci Confucio e io no, ho piú diritto di te a essere promosso?
A parte il fatto che se ami così tanto storia della cina antica o esegesi biblica al punto di conoscerli a menadito, non fai di certo elettrotecnica, ma ci sono dei programmi, che vanno ampliati, rivisti e corretti per spaziare su molti argomenti che fino ad oggi trascurati. Ciò che intendo io è uscire sapendo non dico alla perfezione, dato che in quel caso ci dovrebbe essere l'Università per approfondire e specializzare (e dubito che i tuoi conoscenti sappiano in merito a quello che dici più di un universitario che si sta specializzando in quello stesso argomento), ma quanto meno sapere tanto chi era Kant e quali erano grandi linee le sue teorie filosofiche, quanto chi era Confucio e quali erano le sue di teorie filosofiche. Io in filosofia ho studiato anche Confucio. Sapere chi era Fermi è importante, come sapere la data dell'unità d'Italia (non tanto quanto saper parlare in un italiano corretto) e tanto quanto sapere la storia della rivoluzione americana e la storia della letteratura italiana, inglese o tedesca.
Non prendere il modello attuale, io sto dicendo che necessita una riforma nella quale vadano ampliati gli orizzonti anche dell'insegnamento, magari non approfondendo troppo su certi argomenti, ma trattando in maniera esaustiva più argomenti. Poi, come suddetto, ci penserà l'Università ad approfondire e specializzare, se uno si appassiona ed ha l'intenzione di approfondire gli studi.
Ci sono alcune cose, come la lingua italiana, che hanno delle priorità, ma per il resto hanno tutte pari dignità, ed è giusto e necessario che si riformi in questo senso.
(il tuo caso della preparazione linguistica dovrebbe essere valutato, sinceramente...potrebbe anche essere, ma ho qualche dubbio...dipende anche dal paragone...)
Non ho detto "tutti i mestieri", ma "un determinato mestiere": quei tuoi amici saprebbero fare i tornitori, il che è esattamente, per quanto ovviamente questo non risponda alle loro aspettative, quello che ho detto: escono preparati a fare un determinato mestiere (almeno in quanto a basi teoriche).
E' questo che si dovrebbe eliminare.
Se io entro in un istituto per prepararmi ad un lavoro, perché diamine ne devo uscire preparato in qualcos'altro che non mi interessa?
E comunque non ho detto che la preparazione ad un mestiere debba venire eliminata o penalizzata/sminuita; semplicemente deve avere la stessa importanza della base culturale.
Poi, per come gira il mondo oggi, la laurea è richiesta tanto quanto il saper leggere e scrivere...sarebbe bello se ci fossero delle formazioni di dignità pari a quella universitaria (magari brevissime, di due anni)anche per chi farà lavori "manuali" come il meccanico, l'idraulico o l'elettricista...più pratici ovviamente che teorici, ma qualcosa che valga davvero, al posto dei vari corsi e corsetti offerti a salti e singhiozzi dalle regioni o da piccoli enti a spese delle ditte.
A parte il fatto che se ami così tanto storia della cina antica o esegesi biblica al punto di conoscerli a menadito, non fai di certo elettrotecnica
A me piace molto la linguistica, eppure faccio ingegneria :(
Anche rivedendo i programmi: già il tempo per fare tutto quello che deve essere fatto è poco, e non si tratta delle innovazioni, se aggiungiamo anche storia e filosofia estere, storia delle letterature inglese e tedesca, ecc., anche negli istituti tecnici... il tempo dove si prende? Non è solo questione di riforma, ma anche di tempi; e questo a parte che, come detto, l'idea che uno che conosca a menadito tutto quanto serve per essere un perito elettrotecnico venga bocciato perché non sa Confucio mi pare quantomeno opinabile.
Per il caso della formazione linguistica: sono io :blink: Ammetto di essere un caso a parte, e di aver avuto l'immensa fortuna di avere un professore che ha saputo interessarmi e trasmettermi tantissime cose, ma ti posso dire che diversi liceali, anche classici, mi hanno detto che la mia preparazione linguistica è superiore alla loro, che dei liceali vengono da me per farsi correggere dei testi, che ho avuto delle discussioni con una che frequenta a Firenze la facoltà di lingue, e le mie conclusioni erano migliori delle sue. Certo, è una linguistica "applicativa" (a livello di Parlare e Scrivere Meglio di Gabrielli, se hai presente), nel senso che non so Latino e Greco, e di etimologia so quel poco che ho visto su dizionari etimologici (non ti so dire la storia etimologica di "stampante", ma ti so fare un discorso sul perché "ma però" è giusto o sbagliato); e, certo, nel fare questa valutazione posso basarmi "solo" su quanto so, sulle discussioni che ho avuto e su quanto mi hanno detto quei liceali; ma comunque, se prendiamo per vero quello che liceali stessi mi hanno detto, vale quanto sopra.
Se io entro in un istituto per prepararmi ad un lavoro, perché diamine ne devo uscire preparato in qualcos'altro che non mi interessa?
Perché lo Stato non può fare una scuola per ogni singolo mestiere, ce ne sono troppi; se ti interessano mestieri non coperti, vai altrove. Lo so, non è un bel discorso, ma se ci sono due persone interessate a fare il meccanico, due interessate a fare il grafico, due a fare il regista... apri tre classi con due studenti ognuna?
Personalmente troverei logica la questione del bocciare se non si sa la data dell'unità d'Italia, ecc., a fronte della presenza di scuole professionali, intese come scuole che ti fanno uscire preparato per un mestiere, senza richiedere quella preparazione su date e simili: se io voglio fare l'elettricità, e ho tutte le capacità per farlo, perché devo essere bloccato dal fatto che non ricordo una data?
Con una riforma fatta come Dio comanda il tempo si trova, dato che verrebbe ad essere tutto ristrutturato. E poi come già detto nessuno pretenderebbe che tutti sappiano tutto alla perfezione, ma almeno un'infarinatura generale. Indubbiamente la fisica (e branche varie) di un liceo sarebbe molto più generica di quella di un it, così come la filosofia, ma che un perito non sappia chi è, per dire, Manzoni, è inammissibile, così com'è imperdonabile per un liceale non sapere cos'è la legge di gravità.
nota: comunque ci sarebbero materie specifiche e caratterizzanti eh, se al liceo faresti sotto la voce "fisica" una infarinata di tutto al it farai fisica, meccanica, elettronica, elettrotecnica....così come al liceo ci sarebbero corsi come greco, latino che in un it magari sarebbero limitati ad una rapida ripassata di etimologia nel corso di italiano, così come filosofia potrebbe venire integrata a brevi pillole in storia, mentre al liceo sarebbe un corso a parte.
Perché lo Stato non può fare una scuola per ogni singolo mestiere, ce ne sono troppi; se ti interessano mestieri non coperti, vai altrove. Lo so, non è un bel discorso, ma se ci sono due persone interessate a fare il meccanico, due interessate a fare il grafico, due a fare il regista... apri tre classi con due studenti ognuna?
Perché nessuno dice di fare una classe di papirologia, una di fenicio, una di astronomia, si parla di mestieri comuni e diffusi che fanno girare l'economia, come il meccanico, l'idraulico e l'elettricista. Se vuoi fare qualcosa di dettagliatissimo vai all'università, o a lavorare in una ditta che fa solo quello. Mica puoi dire "voglio fare l'elettricista dell'Enel e basta, o il meccanico di quel marchio d'auto, altrimenti non voglio altri lavori".
Personalmente troverei logica la questione del bocciare se non si sa la data dell'unità d'Italia, ecc., a fronte della presenza di scuole professionali, intese come scuole che ti fanno uscire preparato per un mestiere, senza richiedere quella preparazione su date e simili: se io voglio fare l'elettricità, e ho tutte le capacità per farlo, perché devo essere bloccato dal fatto che non ricordo una data?
Nessuno, nemmeno alla facoltà di storia dell'università, ti boccia se non ricordi l'anno della battaglia di Salamina, l'importante è tutto il discorso. Ovviamente se di storia del risorgimento non sai un cavolo e lo collochi nel 1600 hai sbagliato tutto ed è meglio che ti riprepari, anche per una questione di metodo di studio.
E poi ho detto che sarebbe un discorso "a corsi ed esami", quindi non perdi l'anno se la storia dell'800 non la sai, al massimo 10 giorni dopo rifai la prova, senza penalizzazioni.