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Reek
T di Timett figlio di Timett
creato il 23 aprile 2008

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Timett figlio di Timett
Gran Visir delle Montagne della Luna
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Timett figlio di Timett
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Inviato il 26 maggio 2008 9:43 Autore
Nel migliore dei casi potrebbe diventare un sadico bastardo, o un Euron 2.

La differenza tra i due? ^^

Whahaha, sapevo che l'avresti scritto. ;)

 

Messo così io mi immagino una specie di Vermilinguo...

Ecco, questo sarebbe il peggio che gli può capitare... :D Io odio, odio, odio vermilinguo. :(


 

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Red Snow
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Red Snow
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Inviato il 26 maggio 2008 9:54

Forse siete un pò pessimisti, Io penso solo che servirà a farlo crescere sul serio a pensare di più prima di fare ca***te e magari ad essere meno egoista, se provi la vera sofferenza hai si voglia di vendetta ma ci pensi 2 volte prima di infliggerla a qualche innocente... :D


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AryaSnow
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AryaSnow
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Inviato il 26 maggio 2008 10:44

Boh...

Come ho già detto prima, non ho affatto simpatia per il personaggio e quindi la sua sorte non mi sta molto a cuore. Però non gli auguro nemmeno di soffrire ulteriormente, perchè a questo punto direi che ne ha già passate abbastanza.

Adesso bisogna vedere cosa succederà. Spero che faccia qualcosa che mi piace.

Se diventa un "sadico bastardo" riprenderò ad odiarlo =P



Neshira
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Neshira
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Guardiani della Notte

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Inviato il 26 maggio 2008 14:45

Forse siete un pò pessimisti

 

Perchè, l'ipotesi Robertino adulto è pessimista?

Povero Sweetrobin, non sta simpatico a nessuno :D


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Iskall Ytterligare
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Iskall Ytterligare
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Inviato il 26 maggio 2008 15:00

Il fatto è che non ha lo spazio per ripigliarsi: è fisicamente menomato, senza soldi e senza appoggi. Per quel che il mondo ne sa, è un assassino di bambini. Se anche riuscisse a tornare a Pyke avrebbe a che fare con la concorrenza per il trono di gente come Euron e Victarion (ma anche Asha così se lo mangia a colazione) e non può sottrarsi pena l'essere tacciato di debolezza: non può certo vivere come un mantenuto in un castello sperduto, disprezzato da tutti gli uomini di ferro.

L'opzione Isole di Ferro non è di quelle buone, ma se resta sul continente a chi interessa che lui sia vivo e stia bene?


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Alyssa Arryn
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Alyssa Arryn
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Inviato il 26 maggio 2008 20:18

Sono anch'io abbastanza pessimista riguardo al futuro di Theon, oltre ad essere rovinato nella reputazione e nel fisico temo, come Neshira, che sia rimasto profondamente segnato anche nella mente da ciò che ha subito a Forte Terrore: Ramsay ha avuto la mano decisamente pesante e Theon non mi ha mai dato l'idea di avere il tipo di carattere che esce temprato da un'esperienza del genere ...

 

Un Robertino adulto mi sembra l'evoluzione più coerente con il tipo di psicologia che il BVZM ha dato finora al personaggio :D



Neshira
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Neshira
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Inviato il 26 maggio 2008 21:29

Un Robertino adulto mi sembra l'evoluzione più coerente con il tipo di psicologia che il BVZM ha dato finora al personaggio ;)

Perlomeno per tutto ADwD e il libro dopo: nell'ultimo c'è ancora spazio per cambiare, sono troppo belli i tripli voltafaccia dei personaggi di Martin.

 

Quello che non sopporterei è che diventi l'ennesimo fanatico religioso causa trauma. No e poi no.

 

PS OT: Robertino avrà anche lui il suo voltafaccia e vi stupirà tutti!! Ucciderà il patrigno e diventerà il miglior guerriero della Valle per amore di Sansa (che non se lo filerà nemmeno così :D)


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Raya
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Raya
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Inviato il 31 maggio 2008 1:38

Se anche riuscisse a tornare a Pyke avrebbe a che fare con la concorrenza per il trono di gente come Euron e Victarion (ma anche Asha così se lo mangia a colazione) e non può sottrarsi pena l'essere tacciato di debolezza: non può certo vivere come un mantenuto in un castello sperduto, disprezzato da tutti gli uomini di ferro.

 

Vero, vero, ma mi pare (e smentitemi se sbaglio perché AFFC l'ho letto ormai alcuni anni or sono...) che Theon sia anche l'unico erede legittimo al trono delle piovre - perchè Asha è donna. Victarion, Euron e il prete pazzo sono i fratelli del defunto sovrano, no? quindi un figlio maschio di Balon dovrebbe essere davanti a tutti loro nella linea di successione. :huh:

In effetti, tutta la pantomima tra contendenti al trono non è scattata proprio perché Balon non ha lasciato eredi diretti di sesso maschile? >_>

In questo senso Theon diventa quanto meno una pedina preziosa per chiunque dei Greyjoy voglia opporsi alla prepotenza di Euron. :mellow:



Neshira
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Neshira
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Inviato il 31 maggio 2008 15:00
che Theon sia anche l'unico erede legittimo al trono delle piovre

Quasi...Il Kingsmoot ormai c'è stato ed è legittimo quanto la discendenza di sangue, anche se in un altro riassunto si dice giustamente che SPOILER RIASSUNTO ASHA 1e1364b720b98a200a215afe7f729b35'1e1364b720b98a200a215afe7f729b35

Theon non c'era, e quindi è stato come approvare la messa in opera di un ascensore senza notificare l'assemblea a tutti i condomini

 

Ma tanto Euron e Victarion e magari anche Aeron faranno una finaccia scontrandosi con Dany :stralol:.

Comunque, se pure non dovesse recuperare del tutto, le cronache insegnano che per essere re la sanità mentale non è un requisito indispensabile :stralol:


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Messer Cipolla
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Inviato il 31 maggio 2008 16:20

Povero Theon, come l'hanno ridotto. In effetti gli unici a cui sta andando tutto bene, in questo tripudio di massacri, sono Daenerys e Ditocorto. Volendo possiamo anche aggiungere Stannis e Jon, però il primo per ora è un sovrano "periferico" e l'altro ha solo i guardiani della notte, stanno bene fisicamente (e non è poco!) ma politicamente contano quasi nulla, almeno per ora. Daenerys e Ditocorto invece, anche se nessuno a Westeros lo sa sono anche molto potenti. Cmq in questa saga tanto corale la protagonista sembra diventata proprio Daenerys, è l'unica che può far qualcosa per raddrizzare i torti nel perfetto stile americano e penso abbia troppi fan perché Martin si possa decidere a farla cadere


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Raya
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Raya
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Inviato il 31 maggio 2008 18:40

le cronache insegnano che per essere re la sanità mentale non è un requisito indispensabile :stralol:

 

anzi... meno ne hai, più probabilità sembri avere di posare il tuo onorevole didietro sul trono di spade :stralol:


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AryaSnow
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AryaSnow
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Inviato il 02 giugno 2008 12:23

Cmq in questa saga tanto corale la protagonista sembra diventata proprio Daenerys, è l'unica che può far qualcosa per raddrizzare i torti nel perfetto stile americano e penso abbia troppi fan perché Martin si possa decidere a farla cadere

Mannò, non penso proprio che Martin decida di non farla cadere per questo. :stralol:


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Cubo
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Inviato il 09 giugno 2008 23:33

Povero Theon, come l'hanno ridotto. In effetti gli unici a cui sta andando tutto bene, in questo tripudio di massacri, sono Daenerys e Ditocorto. Volendo possiamo anche aggiungere Stannis e Jon, però il primo per ora è un sovrano "periferico" e l'altro ha solo i guardiani della notte, stanno bene fisicamente (e non è poco!) ma politicamente contano quasi nulla, almeno per ora. Daenerys e Ditocorto invece, anche se nessuno a Westeros lo sa sono anche molto potenti. Cmq in questa saga tanto corale la protagonista sembra diventata proprio Daenerys, è l'unica che può far qualcosa per raddrizzare i torti nel perfetto stile americano e penso abbia troppi fan perché Martin si possa decidere a farla cadere

 

Certo! Può stare simpatica o no, ma la cosa palese fin da subito è stata la scalata della principessa Drago: prima vittima di un fratello pazzo, poi regina di un popolo difficilmente governabile, per passare al suo primo piccolo khal, che poi è cesciuto con l'aiuto dei Draghi fino a farle controllare 3 città.

 

Contro dei 7 regni in pace neanche questo sarebbe bastato, con centinaia di migliaia di soldati uniti alla difesa del trono dei Baratheon. E invece... provvidenziale guerra che non risparmia neanche un angolo di Westeros, falcidiando gli eserciti più potenti (Lannister, Stark ma anche Tyrrel e Baratheon), desolando le terre dei fiumi e mettendo gli eserciti residui al centro di guerre civili. L'unico scampato, quello di Dorne, è l'unico che guarda caso si scopre ad aver covato per 15 anni la speranza del ritorno dei Targaryen..

 

In sostanza 4 libri (col prossimo 5) per facilitare lo sbarco della Ragazzina. Si capiva da ACOK... >_>


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Timett figlio di Timett
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Timett figlio di Timett
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Inviato il 30 luglio 2008 8:55 Autore

Forse lo avete gia visto nell'altro topic Ultime notizie da A Dance with Dragons, in caso contrario, questo é il link per la versione ufficiale del capitolo (o di una parte del capitolo) di Reek:

Reek


 

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Marzio Seaworth
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Marzio Seaworth
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Inviato il 30 luglio 2008 16:26

Pronta la traduzione

 

ATTENZIONE!!!

 

SPOILER ANTICIPAZIONI DA "A DANCE WITH DRAGON" 055ccf97ee2991e6b47ff149c8d0c515'055ccf97ee2991e6b47ff149c8d0c515

Il ratto squittì mentre lo mordeva, agitandosi freneticamente nelle sue mani. Il ventre era la parte più tenera. Sbranò la carne dolciastra, il sangue caldo che gli colava sulle labbra. Era così buono che gli si riempirono di lacrime gli occhi. Il suo ventre borbottò ed inghiottì. Al terzo morso il ratto aveva cessato di lottare, e lui si sentiva quasì soddisfatto.

Poi udì il suono di voci fuori della porta del sotterraneo.

D'un tratto s'immobilizzò, temendo persino l'atto di masticare. La sua bocca era piena di sangue, carne e pelliccia, ma non osava sputare o inghiottire. Ascoltò terrorizzato il trapestìo di stivali e il clangore di chiavi di ferro. No, pensò, Vi prego dei, non ora. Ci aveva messo così tanto per catturare il ratto. Se me lo trovano, me lo porteranno via, e poi Lord Ramsay mi farà male.

Sapeva di dover nascondere il ratto, ma era così affamato. Erano passati due giorni dall'ultima volta che aveva mangiato, o forse tre. Laggiù nel buio era difficile dirlo. Nonostante le sue braccia e gambe fossero sottili come giunchi, il suo ventre era gonfio e vuoto, e gli doleva così tanto che si ritrovò a ricordare Lady Hornwood. Dopo il loro matrimonio, Lord Ramsay l'aveva rinchiusa in una torre ed affamata a morte. Prima della fine, aveva mangiato le sue stesse dita.

Si accovacciò in un angolo della cella, stringendo il suo premio. Sangue scorse a rivoli dagli angoli della sua bocca mentre sbranava il ratto con i denti, tentando di inghiottire rapidamente quanta più carne calda poteva. La carne era filacciosa, ma così pesante da fargli credere che avrebbe potuto farlo star male. Masticava e deglutiva, sentendo le piccole ossa frantumarsi tra i suoi denti.

I suoni stavano aumentando di intensità. Vi prego dei, fate che non stia venendo per me. C'erano altre celle, altri prigionieri. Talvolta li udiva gridare, anche attraverso gli spessi muri di pietra. Le donne sono sempre quelle che gridano più forte. Succhiò la carne cruda e tentò di sputar fuori l'osso della gamba, ma passò soltanto sopra il suo labbro inferiore e si impiglò nella barba. Andatevene via, pregò, andatevene mia, passate oltre, vi prego vi prego.

Ma i passi si fermarono proprio nel momento in cui erano più forti, e le chiavi tintinnarono proprio fuori della porta. Il ratto gli cadde dalle dita. Grattò coi calcagni la paglia tentando di spostarsi nell'angolo.

Il suono della chiave che girava era il più terribile di tutti. Quando la luce lo colpì in pieno viso, lanciò un urlo.

“Non è lui,” disse la voce di un ragazzo. “Guardalo. Abbiamo preso la cella sbagliata.”

“Ultima cella sulla sinistra,” replicò un altro ragazzo. “Questa è l'ultima cella sulla sinistra, no?”

“Sì.” Una pausa. “Che sta dicendo?”

“Credo non gli piaccia la luce.”

“Piacerebbe a te, se avessi quell'aspetto?” Il ragazzo si raschiò la gola e sputò. “E il suo fetore. Credo di soffocare.”

“Stava mangiando ratti,” disse il secondo ragazzo. “Guarda.”

Il primo rise. “E' vero. Divertente.”

Ho dovuto, pensò. I ratti lo mordevano nel sonno, rodendogli le dita delle mani e dei piedi, anche la faccia, così quando aveva messo le mani su uno di essi non aveva esitato. Mangiare o essere mangiati, queste erano le sole scelte. “L'ho fatto,” mormorò, “sì sì, l'ho mangiato, loro fanno lo stesso con me, vi prego...”

I ragazzi si avvicinarono, la paglia che crocchiava soffice sotto i loro piedi. “Parla,” disse uno di loro. Era il più piccolo dei due, un ragazzo magro, ma scaltro. “Dimmi il tuo nome.”

Il mio nome. Un urlo gli si strozzò in gola. Gli avevano insegnato il suo nome, l'avevano fatto, ma era passato così tanto tempo che se l'era scordato. Se ne dico uno sbagliato si prenderà un altro dito o peggio mi... “Vi pregò,” squittì, con voce debole e sottile Sembrava di sentire un vecchio centenario. Forse lo era. Da quanto tempo sono qui?

“Fetore,” disse il più robusto dei due ragazzi. “Il tuo nome è Fetore. Ricordi?” Era quello con la torcia. Il più piccolo aveva l'anello con le chiavi di ferro.

Fetore? Lacrime corsero sulle sue guance. “Mi ricordo. Sì che me lo ricordo.” La sua bocca si aprì e si chiuse. “Il mio nome è Fetore. Fa rima con squallore.”Nel buio non aveva bisogno di un nome, perciò era facile dimenticarsene. Fetore, fetore, il mio nome è Fetore. Non era nato con quel nome. In un'altra vita era stato qualcun altro, ma qui e ora, il suo nome era Fetore. Ricordava.

Si ricordava anche dei ragazzi. Erano vestiti con identici corpetti di lana, grigio-argento con orli blu scuro. Entrambi erano scudieri, entrambi avevano otto anni ed entrambi erano Walder Frey. Grosso Walder e Piccolo Walder. Solo che quello grosso era Piccolo, e il piccolo era Grosso, la qual cosa divertiva i ragazzi e confondeva il resto del mondo. “Vi conosco,” sussurrò, attraverso labbra screpolate. “Conosco i vostri nomi.”

“Devi venire con noi,” disse Piccolo Walder.

“Sua signoria ha bisogno di te,” disse grosso Walder.

La paura lo trapassò come un coltello. Sono solo dei bambini , pensò. Due ragazzi di otto anni. Sicuramente, poteva sopraffare due ragazzi di otto anni. Anche debole com'era, avrebbe potuto prendere la torcia, prendere le chiavi, prendere la daga inguainata sul fianco di Piccolo Walder, fuggire. No, troppo facile. E' una trappola. Se scappo, mi toglierà un altro dito, mi toglierà altri denti.

Servimi e obbeidscimi e ricordati chi sei, e non subirai più altro danno. Aveva promesso, sua signoria aveva promesso. Anche se avesse voluto resistere, non ne avrebbe avuto la forza. Gli era stata tolta con la frusta, il digiuno, il flagello Quando Grosso Walder lo tirò su e piccolo Walder gli fece segnale con la torcia per guidarlo fuori dalla cella, li seguì docile come un cane. Se avesse avuto una coda, l'avrebbe tenuta fra le gambe.

Fuori nel cortile, la notte stava scendendo su Forte Terrore e la luna piena stava sorgendo sopra le mura orientali del castello. La sua luce pallida proiettava le ombre dell'alta merlatura triangolare attraverso il terreno gelato, una fila di denti neri e aguzzi. L'aria era fredda e umida e piena di odori mezzo dimenticati. Il mondo, si disse Fetore, è così che odora il mondo. Non sapeva quanto a lungo era stato nei sotterranei, ma doveva essere stato almeno metà anno. E se fossero stati cinque anni, o dieci, o venti? Lo saprò mai? E se fossi ammattito laggiù, e metà della mia vita fosse già passata? Ma no, era una follia. I ragazzi erano ancora ragazzi. Se fossero stati dieci anni, sarebbero cresciuti e diventati uomini. Doveva ricordarselo. Non devo permettergli di farmi diventare pazzo. Può tagliarmi le dita di mani e piedi, può togliermi gli occhi e recidermi le orecchie, ma non mi può prendere il senno se non glielo lascio fare

Piccolo Walder apriva la via con la torcia in mano. Fetore seguiva mite, con Grosso Walder subito dietro. I cani nel canile abbaiarono al loro passaggio. Il vento spazzava il cortile, penetrando attraverso la sottile stoffa dei luridi stracci che indossava e facendogli venire la pelle d'oca. L'aria notturna era fredda e umida, ma non vedeva traccia di neve, nonostante l'inverno fosse sicuramente prossimo . Fetore si chiese se sarebbe stato vivo abbastanza a lungo per vedere la neve arrivare. Quante dita avrò sulle mani? Quante sui piedi? Quando alzò una mano, fu scioccato nel vedere quant'era bianca, e quanto scarna. Ho le mani di un vecchio. Poteva essersi sbagliato sui ragazzi? E se non fossero stati Piccolo Walder e Grosso Walder dopo tutto, ma i figli dei ragazzi che aveva conosciuto?

Le grandi mura erano scure e fumanti. File di torce bruciavano a destra e a sinistra, impugnate da mani umane scheletriche sporgenti dal muro. Alti sopra la testa c'erano delle travi di legno annerite dal fumo, e un soffitto a volta perso nell'ombra. L'aria era pesante dell'odore di vino, birra e carne arrostita. Lo stomaco di Fetore brontolò rumorosamente nel sentire i profumi, e cominciò ad avere l'acquolina in bocca.

Piccolo Walder lo spinse barcollante oltre le tavolate dove gli uomini della guarnigione stavano mangiano. Poteva sentire i loro occhi su di lui. I posti migliori, vicino alla pedana, erano occupati dai favoriti di Ramsay. Ma c'erano anche degli stranieri, facce che non conosceva. Qualcuno arricciò il naso mentre passava, mentre altri risero alla sua vista.

Al tavolo alto il Bastardo di Bolton era assiso nel seggio di suo padre, bevendo dalla coppa di suo padre. Due vecchi dividevano il tavolo alto con lui, e Fetore capì al primo sguardo che erano ambedue Lord. Uno era scarno, con occhi duri, una lunga barba bianca, e una faccia dura come una gelata invernale. Il suo corpetto era una pelle d'orso logora, consumata e unta.. Sotto di esso portava una cotta di maglia, anche lì a tavola. Il secondo lord era anche lui magro, ma tutto storto laddove il primo era ben dritto. Una delle sue spalle era molto più alta dell'altra, ed era curvo sul suo tagliere come un avvoltoio su una carogna. Aveva occhi grigi e cupidi, denti gialli e una barba biforcuta come un rovo di neve e argento. Solo poche ciocche di capelli bianchi si aggrappavano ancora al suo cranio chiazzato, ma il mantello che indossava era soffice e pregiato, lana grigia orlata con zibellino e allacciato alle spalle con una stella lavorata in argento battuto

Ramsay era abbigliato in nero e rosa; stivali neri, cintura e fodera nere, corpetto di cuoio nero sopra un farsetto di velluto rosa ornato con satin rosso scuro. Sul suo orecchio destro splendeva un granato tagliato nella forma di una goccia di sangue. Pure, con tutto lo splendore del suo abbigliamento, rimaneva un uomo brutto, dalle ossa grosse e le spalle cadenti, con una certa pinguedine a suggerire che invecchiando sarebbe diventato grasso. La sua pelle era rosa e flaccida, il suo naso largo, la bocca piccola, i capelli lungi, scuri e secchi. Le sue labbra erano grosse e carnose, ma la cosa che in lui gli uomini notavano per prima erano gli occhi. Aveva gli occhi del lord suo padre; piccoli, ravvicinati, curiosamente chiari. Grigio spettrale, qualcuno ne definiva così il colore, ma in verità i suoi occhi erano completamente incolori, come due schegge di ghiaccio sporco.

Alla vista di Fetore, sorrise. “Eccolo qua. Il mio scontroso vecchio amico." Agli uomini che gli stavano accanto disse, "Fetore è con me da quando ero un ragazzo. Il lord mio padre me lo diede, come testimonianza del suo affetto.”

I due lord si scambiarono uno sguardo. “Avevo udito che il tuo servo era morto,” disse l'uomo con le spalle curve. “Abbattuto dagli Stark, dicono.”

Lord Ramsay sghignazzò. “Gli uomini di ferro vi diranno che ciò che è morto può non morire mai, ma risorgere più duro e più forte. Come Fetore. Odora di tomba, però, quello ve lo garantisco.”

“Odora di escrementi e vomito.” Il vecchio lord gobbo gettò via l'osso che stava rosicchiando e si pulì le dita sulla tovaglia. “C'è una ragione per cui devi propinarcelo mentre stiamo mangiando?”

Il vecchio dalla schiena dritta nella cotta di maglia studiò Fetore con i suoi occhi duri. “Guarda di nuovo,” incitò l'altro lord. “I suoi capelli sono diventati bianchi ed è più magro di tre pietre, ma questo non è un servo. Hai dimenticato?”

Il lord deforme guardò ancora e diede un improvviso sbuffo. “Lui? Può mai essere? Il protetto di Stark. Sorridente, sempre sorridente.”

“Sorride meno spesso, ora” confessò Lord Ramsay. “Potrei aver rotto qualcuno dei suoi bei denti bianchi.”

“Avresti fatto meglio a tagliargli la gola,” disse il lord vestito di maglia. “Un cane che si rivolta contro il padrone è adatto a nient'altro che ad essere scuoiato.”

“Oh è stato scuoiato qua e là,” disse Ramsay.

“Sì milord. Sono stato cattivo, milord. Insolente e...” Si leccò le labbra, cercando di pensare a cos'altro aveva fatto. Servilo e obbediscigli, si disse, e ti lascerà vivere e tenere le parti che ancora hai. Servilo, obbediscigli e ricorda qual è il tuo nome Fetore, Fetore, fa rima con buon cuore.

“Hai del sangue sulla bocca,” osservò Ramsay. “Ti sei di nuovo masticato le dita, Fetore?”

“No. No milord, lo giuro." Fetore aveva tentato di togliersi a morsi l'anulare una volta, per far cessare il dolore dopo che gliel'avevano scorticato. Lord Ramsay non si sarebbe mai semplicemente limitato a tagliare il dito di qualcuno. Preferiva scorticarlo, e lasciare la carne viva seccarsi, screpolarsi e infettarsi. Fetore era stato frustato, torturato e mutilato, ma non c'era un dolore che arrivasse ad essere tormentoso la metà del dolore che seguiva lo scorticamento . Era il genere di dolore che faceva impazzire un uomo, e non poteva essere sopportato a lungo . Presto o tardi la vittima avrebbe gridato, “Vi prego, basta, fate smettere il dolore, tagliatelo via,” e Lord Ramsay avrebbe acconsentito. Era un gioco che avevano fatto. Fetore aveva appreso bene le regole, ma la volta che le aveva dimenticate e tentato di porre termine al dolore da se stesso con i denti, Ramsay non ne era stato contento, e l'offesa era costata a Fetore un altro dito (dei piedi). “Ho mangiato un ratto,” mormorò.

“Un ratto?”I pallidi occhi di Ramsay brillarono alla luce della torcia. “Tutti i ratti di Forte Terrore appartengono al lord mio padre. Come osi pasteggiare con uno di essi senza il mio permesso?”

Fetore non sapeva cosa dire, così non disse niente. Una parola sbagliata poteva costargli un dito dei piedi, o addirittura delle mani. Fino ad ora aveva perso due dita della mano sinistra e il mignolo della destra, ma solo il dito più piccolo del suo piede destro contro tre di quello sinistro. Talvolta Ramsay si divertiva a fargli perdere l'equilibrio. Non vuole farmi male, mi ha detto così, lo fa solo quando gliene do motivo. Il suo lord era pietoso e gentile. Avrebbe potuto scorticargli la faccia per certe cose che Fetore aveva detto, prima di imparare il suo vero nome e il suo giusto posto.

Lord Ramsay riempì la sua coppa di birra. “Fetore, ho buone notizie per te. Devo sposarmi. Il lord mio padre mi sta portando una ragazza Stark. La figlia di Lord Eddard, Arya. Ti ricordi della piccola Arya, vero?”

Arya Tra-i-piedi, quasi disse. Arya Faccia-da-cavallo. La sorellina più giovane di Robb, castana, dalla faccia lunga, magra come uno stecco, sempre sporca. Sansa era quella carina. Ricordava una volta che aveva pensato che Lord Eddard Stark avrebbe potuto farlo sposare con Sansa e riconoscerlo come suo figlio, ma quella era stata solamente la fantasia di un bambino. Arya, però... “Me la ricordo. Arya.”

“Sarà la Lady di Winterfell, e io il suo lord.”

E' solo una ragazzina. “Sì milord. Congratulazioni.”

“Sarai presente alle mie nozze, Fetore?”

Esitò. “Se lo vuoi, milord.”

“Oh, lo voglio.”

Esitò ancora, domandandosi se fosse un qualche crudele trabocchetto. “Sì milord. Se vi piace. Ne sarei onorato.”

“Dobbiamo toglierti da quelle ignobili segrete, allora. Spazzolarti per bene, darti qualche abito pulito, un po' di cibo da mangiare. Ho un piccolo incarico per te, e avrai bisogno di ritrovare le tue forze se devi servirmi. Tu vuoi servirmi, lo so.”

“Sì milord. Più d'ogni altra cosa.” Un brivido lo attraversò. “Sono il vostro Fetore. Vi prego lasciate che vi serva. Vi prego.”

“Dal momento che lo chiedi così graziosamente, come posso negartelo?” Ramsay Bolton sorrise. “Vado alla guerra, Fetore. E tu verrai con me, per aiutarmi a portare a casa la mia sposa vergine.”

 

 

 

 

ndKhal: metto tutto sotto spoiler per gli utenti, come me, che voglio sapere del libro ma non conoscerne i contenuti ^_^


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