Leggo su un giornale:
7 marzo 2007. Ha facoltà di parlare il senatore Gianpaolo Silvestri. Dice: «Piena solidarietà a tutti i disertori di tutte le guerre! Io penso che la diserzione sia un atto di diritto»
E questa persona ha pure votato il rifinanziamento delle missioni italiane all'ester. Mi chiedo è possibile una incoerenza tale solo per la poltrona? E inoltre mi chiedo...ma vi sembra una cosa sana da dire?
Predica la diserzione e poi non la pratica? Interessante, il fanciullo di Insieme con l'Unione ex Verdi.
Un commento sul gesto politico e poi, cosa decisamente più stuzzicante, sulla diserzione in generale.
Silvestri, essere umano con le sue idee, non è mai stato eletto, avendo ricevuto zero voti. Ne ha ricevuti invece la sua lista, dal momento che non era possibile votare il singolo candidato. Pertanto il gesto politico diventa imho quello della persona che ha le sue idee, tenta di imporle alla sua parte politica ma si rassegna a votare come gli indica il partito (vero destinatario dei voti degli elettori).
Sul concetto di diserzione, invece, troverei intelligenti le sue parole nel caso in cui gli eserciti fossero ancora fatti con la coscrizione obbligatoria... In quel caso trovo giustissimo che una persona non combatta per qualcosa in cui non crede, anche se ci sarebbe da discutere persino su questo dal momento che quella persona è cittadina di uno Stato, Stato il cui interesse è l'interesse collettivo dei cittadini... Tuttavia il problema non si pone perché, in massima parte, gli eserciti di oggi sono praticamente fatti di volontari (quindi mercenari) professionisti, pagati per fare un lavoro, che gli piaccia o meno: le parole del senatore sono quindi completamente fuori dal mondo.
w i disertori! :D
not in my name! :blink:
p.s.: tottigò :lol:
Chi diserta per me ha un solo epiteto: codardo .
Sul concetto di diserzione, invece, troverei intelligenti le sue parole nel caso in cui gli eserciti fossero ancora fatti con la coscrizione obbligatoria... In quel caso trovo giustissimo che una persona non combatta per qualcosa in cui non crede, anche se ci sarebbe da discutere persino su questo dal momento che quella persona è cittadina di uno Stato, Stato il cui interesse è l'interesse collettivo dei cittadini... Tuttavia il problema non si pone perché, in massima parte, gli eserciti di oggi sono praticamente fatti di volontari (quindi mercenari) professionisti, pagati per fare un lavoro, che gli piaccia o meno: le parole del senatore sono quindi completamente fuori dal mondo.
Concordo in pieno. Sacrosanto. :blink: :lol:
Chi diserta per me ha un solo epiteto: codardo.
Non concordo proprio per niente, a meno che tu non ti riferisca ad un esercito di volontari e non ad uno di leva coatta.
Codardo è anche colui che non riesce a riconoscere le proprie colpe e si affida alla violenza sui più deboli.
Secondo te un tedesco della seconda guerra mondiale resosi conto dello sterminio (o altro soldato in altri eserciti colpevoli di genocidio) che diserti sarebbe stato un codardo?
Ti risponde la Storia: sono sempre stati più numerosi quelli che sono rimasti a combattere di quelli che scappavano.
Chiedi a un partigiano cosa pensava di chi si imboscava e invece di rimanere a combattere.
Il soldato tedesco sarebbe rimasto a combattere... per difendere la sua famiglia dal Moloch sovietico che dal 43 iniziava a incombere, ma questa è un'eltra storia.
MAgari quelli che sono rimasti l'hanno fatto perchè erano codardi e avevano paura della corte marziale, della polizia segreta, del biasimo della gente, che ne sai :blink:
'codardo' non è una parola, diciamo così, grammaticalmente esatta per un disertore che comunque sa che non avrà una vita facile da allora in poi :lol:
Poi disertare può essere 'stupido', 'ingiusto', 'sleale', 'illegale' o altro...dipende sempre da chi lo fa, perchè lo fa, quando lo fa, e soprattutto da chi lo giudica no?
Se il soldato che guidava l'aereo contro le torri gemelle avesse disertato, gli avresti dato del codardo?
MA tornando alla frase del topic, anche a me sembra una provocazione ad effetto e basta, troppo generale.
concordo con beric,
i soldati di oggi che disertano hanno poco senso.
il discorso probabilmente voleva essere provocatorio, seconod me è solo patetico :blink:
ma questo è un altro discorso
questa discussione mi riguarda personalmente essendo "soldato" essere renitenti alla leva era accettabile perchè ti veniva imposto contro la tua volonta venivi sradicato dalla tua casa e mandato a subire ogni tipo di angheria senza imparare nulla tranne che marciare,per nn parlare del flagello del nonnismo che ha infamato l'esercito italiano(e nn solo) per decine e decine di anni.
ma oggi la diserzione nn ha più alcun senso,non te lo impone nessuno ci vai di tua spontanea volontà hai vitto alloggio e fine settimana a casa e sopratutto sei pagato profumatamente(850 $ circa e se parti in missione aggiungi a questo stipendio di base 3/4000$)per non parlare della formazione che ti dà ora l'esercito,ai livelli base impari "solo il funzionamento del fucile a marciare a muoverti in terreni accidentati e teatri bellici e tanto altro ma già da sottoufficiale(marescialli)e ufficiali(dal sottotenente in poi)hai la possibilità di prenderti una laurea imparare lingue straniere e fare master all'estero.
le parole di quest'uomo sono allo stato attuale prive di motivazioni plausibili visto che ora come ora l'esercito italiano altro nn è che uno dei pochi posti di lavoro disponibile per i giovani.
io direi che la guerra è una cosa strana, e ognuna è diversa dall'altra quindi dipende da guerra a guerra
ogni affermazione di carattere "assolutistica" è sbagliata (a mio parere)
direi che la guerra è una cosa strana, e ognuna è diversa dall'altra quindi dipende da guerra a guerra
Però quando scegli di entrare nell'esercito lo fai con la consapevolezza che ci potranno essere missioni con cui non ti troverai d'accordo, quindi ha senso poi protestare perché queste missioni sono poi arrivate?
Se una persona fa servizio di leva volontario e poi diserta può essere interpretato come un comportamento incoerente, poi ci sono diverse sfumature...per esempio ho un amico che dichiara che se deve morire giovane vuole morire "sotto la bandiera italiana", ma finchè lo dice sono tutte parole. Morire non è tanto facile...citando Kurosawa, e ci sono poche (ma ci sono) persone che si sacriferebbero per la patria o il proprio governo. Essendo pacifista io penso che la guerra in primis sia distruttiva, e anche stupida, perciò secondo questo i disertori non dovrebbero essere nè stupidi, nè codardi, teoricamente, almeno finchè c'era l'arruolamento obbligatorio.
Però ogni uomo è libero di cambiare opinione, magari è un giovane che per tutta la vita è stato imbevuto di idee nazionaliste, concetti di patria, onore, famiglia...tutti bei concetti, per carità, ma ci vuole coraggio per affrontarli mentre una scarica di mitragliatrici vola qualche metro sopra di te. E la morte in guerra, nella maggior parte dei casi, non è mai gloriosa, perchè non c'è nulla di glorioso nella morte. Ovviamente, certo, un sacco di grandi condottieri, guerrieri, generali ecc...sono rimasti immortali per le loro gesta militari, ma tutti gli altri? Tutti quegli ignoti che hanno fatto la storia cosa ne hanno ricavato? Ci sono tante possibili risposte, ma, allora, cambiamo domanda: cosa ne hanno ricavato le persone che li amavano? Io preferisco 100.000.000 di disertori codardi che un 1.000.000 di eroi morti
Era partito per fare la guerra,
per dare il suo aiuto alla sua terra...
Gli avevano dato le mostrine e le stelle,
e il consiglio di vendere cara la pelle.
E quando gli dissero di andare avanti troppo lontano
Si mise a cercare la verità...
Ora ch'è morto, la Patria si gloria
di un'altro eroe alla memoria.
Ma lei che lo amava, aspettava il ritorno
d'un soldato vivo, d'un eroe morto che ne farà?
Se accanto, nel letto, le è rimasta la gloria
d'una medaglia alla memoria.
La ballata dell'eroe, Fabrizio De André
Un po' OT, me l'hanno ispirata le ultime parole del post di Lady Lion...
Interessante comunque il concetto del cambio di idea... Però altrove ci si può licenziare dal posto di lavoro, non fuggire.
sono pienamente d'accordo con Beric, ma per amore di provocazione: se una signorina dice di non voler avere più un rapporto sessuale è suo diritto anche se era consenziente fino ad un nanosecondo prima è un suo diritto, se un soldato volontario diserta allora è un codardo.
va bene, sono incoerenti entrambi, ma mi guarderei dal prendere posizioni assolutistiche...
se una signorina dice di non voler avere più un rapporto sessuale è suo diritto anche se era consenziente fino ad un nanosecondo prima è un suo diritto, se un soldato volontario diserta allora è un codardo
Codardo, dipende; incoerente, sí. Comunque, una differenza di fondo è che il soldato volontario per questa sua scelta ha ricevuto soldi e materiali dallo Stato, che ha investito in lui tempo e risorse per addestrarlo per quella guerra che lui ha disertato. Lo Stato ha investito in lui con lo scopo di "usarlo" come soldato, e questo, al momento di arruolarsi, la persona lo sapeva.