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Identità italiana
G di Gone Berserk
creato il 13 febbraio 2007

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khal Rakharo
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khal Rakharo
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Inviato il 16 febbraio 2007 13:03

Per esempio, cosa ha spinto un Dante a scrivere un'opera basilare per la lingua italiana; chi voleva unificare sotto il concetto di lingua unica degli italiani...

Per quanto ne so io, Dante ha scritto un'opera in volgare fiorentino, e tanti altri luminari rinascimentali non avevano minimamente il concetto di "Italia". (comunque, ne so pochino...)

 

Quoto in toto l'osservazione di Xaytar. La cultura italiana è diversa dal concetto di Italia. Altrimenti dovrei sentirmi italiano anch'io... Ma non è affatto il caso.

 

Alla fin fine, mi viene da pensare che l'identità nazionale sia semplicemente il risultato di una storia comune, di avvenimenti condivisi su uno stesso piano. La cultura e la lingua forse c'entrano ben poco. In quest'ottica il Ticino è davvero parte della Svizzera solo da quando Napoleone ha abolito i baliaggi e siamo diventati un cantone sovrano. Analogamente non so fino a che punto il meridione povero da cui tutti emigravano verso il Nord fosse Italia allo stesso modo della Milano bene... Oggi, che tutti quanto stanno piû o meno allo stesso modo, c'è molta più identità nazionale italiana che cinquant'anni fa, credo.


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MezzoUomo
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Inviato il 16 febbraio 2007 13:48

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello

 

Sono parole di padre Dante, che quindi una minima idea di essere Italiano direi che l'aveva...


Some people choose to see the ugliness in this world, the disarray. I choose to see the beauty. To believe there is an order to our days. A purpose.

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xaytar
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Inviato il 16 febbraio 2007 15:10

si, non volevo mettere in dubbio che Dante non avesse una qualche idea di Italianità, anche perchè il concetto di Italia già esisteva: il fatto è che l'idea di stato nazionalistico ottocentesco gli era cmq estranea, quindi la cosa è leggermente diversa. Ciò non toglie che, se si svegliasse oggi, potrebbe benissimo essere a favore dell'Italia, ma potrebbe anche essere a favore dello stato sovrano di Firenze o della Toscana... (Dante è solo un esempio eh, poi magari per lui non c'è neppure il dubbio basandoci sugli scritti) Quello che mi premeva dire è che la narrativa che va a costruire una determinata idea di nazione usa cose che magari non le competon odal punto di vista dell' onesta intellettuale, per così dire: va alla caccia di radici per fondare un fondamento comune ed un senso comunitario, ma stessa operazione si poteva fare per la Toscana o per l'Europa, usando ugualmente dante: poi magari Leonardo e Co. sono esenti da questo discorso perchè "italianissimi pure loro", ma mi premeva sottolineare che non è la regola, e che la formazione e l'unità della cultura italiana è meno semplice di quanto sostengano i manuali di letteratura :stralol:


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Drogon
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Drogon
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Inviato il 16 febbraio 2007 15:16

mi premeva sottolineare che non è la regola, e che la formazione e l'unità della cultura italiana è meno semplice di quanto sostengano i manuali di letteratura :stralol:

su questo dovremmo essere tutti d'accordo....

ciao :blink:


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Algor
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Inviato il 16 febbraio 2007 15:26
tanti altri luminari rinascimentali non avevano minimamente il concetto di "Italia".

 

Sicuro, Ludovico Ariosto e Torquato Tasso riempiono apposta i loro poemi di eroi "italiani" da contrapporre a quelli stranieri, ed un autore meno conosciuto, Gian Giorgio Trissino, intitolò un'opera "L'Italia liberata dai Goti".

E Petrarca, un paio di secoli prima, aveva detto "L'Italico valor non è ancor morto".

 

MA QUESTE COSE NON SI INSEGNANO A SCUOLA??? [odio frasi del genere, ma ogni tanto...]

 

X Xaytar: Dante credeva nell'ideale di IMPERO, non in Firenze capitale...

 

E l'Italia doveva essere la gemma di questo impero...


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xaytar
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Inviato il 16 febbraio 2007 16:32

Non è quello che intendo, forse non riesco a spiegarmi bene o non sei riuscito a capirmi, meglio lasciare perdere và, non sarà la morte di nessuno :stralol: :blink:


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Lord Lupo
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Inviato il 16 febbraio 2007 16:50

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna di province, ma bordello

 

Sono parole di padre Dante, che quindi una minima idea di essere Italiano direi che l'aveva...

 

ehi, mi hai rubato la citazione :stralol:

;)

Allargamento base Vicenza

 

...è una battuta, ovviamente :wacko:

 

Xay, hai ragione sul fatto che non poteva esistere l'idea di stato nazionalistico ottocentesco...però Arduino d'Ivrea (lo so, a volte mi fisso :blink:) voleva unificare tutte le province italiane; e questo succedeva intorno all'anno mille! Poi, è chiaro andrebbe approfondito il discorso in quanto, sebbene ci potesse essere nell'Italia di quel tempo un sentimento di ribellione verso la dominazione tedesca e, quindi, la voglia di affrancare la penisola da ogni dipendenza esterna, probabilmetne era più il frutto di egoismi da parte di alcune classi della società. Anche perchè, cosa che fu determinante per il fallimento del nostro, non aveva l'appoggio dei vescovi (sempre la cei, in mezzo ai piedi...) nè ebbe - cosa ancor più fondamentale - l'appoggio della popolazione, contraria al potere incontrastato dei signori feudali.

Fine del delirio storico.


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Darklady
Bardo Spadaccino dalla corte di Kellgeard
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Darklady
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Inviato il 16 febbraio 2007 17:20

Scusate, ma allora se davvero la cosidetta "cultura italiana" e la relativa letteratura non sono elementi sufficienti per cui un qualsiasi cittadino dell'italica penisona possa sentirsi un'italiano a tutti gli effetti, mi volete spiegare qual'è la conditio sine qua no per la quale siamo Italiani Veri ????(visto che siamo in vena di citazioni, citiamo pure Toto Cotugno :blink: ) La Storia, il patriottismo, non sono forse anche degli aspetti che il concetto di cultura può inglobare?

E per favore non ditemi che è solo per quanto c'è scritto sui documenti... :stralol:

 

Kisses ;)


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Gone
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Inviato il 16 febbraio 2007 18:21 Autore

IMHO, è la lingua parlata a contare.

 

Dove tutti parlavano latino e rispettavano la legge romana, si poteva parlare di roma, ma non è che siccome dieci o venti romanzieri hanno scritto dei marziani ora esistono gli omini verdi... no?

 

Un conto sono le speculazioni dell'elite (come la pangermania fantasticata dal reich), un conto le reali componenti demografiche, IMHO.


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Morgil
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Inviato il 16 febbraio 2007 18:42

l'italia è diventata nazione solo dopo la prima guerra mondiale quando soldati che venivano dai posti più diversi d'italia sono stati radunati in un solo posto con il loro bagaglio culturale e la loro diversità hanno dovuto imparare a conoscersi e a convivere dando vita al primo nucleo di "italianità"(oddio..)diverso dall'"italiano immaginato dalle elitè!

 

riguardo a me fiero di essere italiano e di servire questo paese nell'esercito ma nn sono cieco ci sono un enormità di cose storte e che detesto...



Lord Beric
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Inviato il 16 febbraio 2007 23:25

Personalmente mi identifico più nell'Italia che negli italiani... Non per snobismo o perché non mi piacciano gli italiani, ma proprio perché non riesco a trovare tratti caratteristici che li accomunino tutti.

 

E lo stesso vale per le persone di altri Stati, ovviamente.

Sono individui, ciascuno diverso dagli altri, e non ce la faccio a racchiuderli in insiemi che seguono i confini nazionali.

 

 

A questo punto resta la domanda: perché mi sento italiano? Boh, probabilmente perché me lo hanno detto da piccolo. :stralol:


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Lord dei Pan di Stelle - Lord Comandante dei Peluche

The best fantasy is written in the language of dreams. It is alive as dreams are alive, more real than real... for a moment at least... that long magic moment before we wake.
Fantasy is silver and scarlet, indigo and azure, obsidian veined with gold and lapis lazuli. Reality is plywood and plastic, done up in mud brown and olive drab.
Fantasy tastes of habaneros and honey, cinnamon and cloves, rare red meat and wines as sweet as summer. Reality is beans and tofu, and ashes at the end.
Reality is the strip malls of Burbank, the smokestacks of Cleveland, a parking garage in Newark. Fantasy is the towers of Minas Tirith, the ancient stones of Gormenghast, the halls of Camelot.
Fantasy flies on the wings of Icarus, reality on Southwest Airlines.
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We read fantasy to find the colors again, I think. To taste strong spices and hear the songs the sirens sang. There is something old and true in fantasy that speaks to something deep within us, to the child who dreamt that one day he would hunt the forests of the night, and feast beneath the hollow hills, and find a love to last forever somewhere south of Oz and north of Shangri-La.
They can keep their heaven. When I die, I'd sooner go to Middle-earth.

 

[George R. R. Martin]


Neshira
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Inviato il 17 febbraio 2007 1:23

Scusate, ma allora se davvero la cosidetta "cultura italiana" e la relativa letteratura non sono elementi sufficienti per cui un qualsiasi cittadino dell'italica penisona possa sentirsi un'italiano a tutti gli effetti, mi volete spiegare qual'è la conditio sine qua no per la quale siamo Italiani Veri ????(visto che siamo in vena di citazioni, citiamo pure Toto Cotugno :blink: ) La Storia, il patriottismo, non sono forse anche degli aspetti che il concetto di cultura può inglobare?

E per favore non ditemi che è solo per quanto c'è scritto sui documenti... :stralol:

 

Kisses ;)

 

Italiano=uno che paga le tasse allo stato italiano e/o usufruisce dei servizi che altri italiani pagano con le loro tasse allo stesso stato...prosaico ma nemmeno tanto... :wacko:


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Inviato il 17 febbraio 2007 13:32
visto che siamo in vena di citazioni, citiamo pure Toto Cotugno

 

Eh forse ha scritto quello che ci accomuna davvero, anche cete cose sono ormai di parecchi anni fa...

 

Lasciatemi cantare

con la chitarra in mano

lasciatemi cantare

sono un italiano

 

Buongiorno Italia gli spaghetti al dente

e un partigiano come Presidente

con l'autoradio sempre nella mano destra

e un canarino sopra la finestra

Buongiorno Italia con i tuoi artisti

con troppa America sui manifesti

con le canzoni con amore

con il cuore

con piu' donne sempre meno suore

Buongiorno Italia

buongiorno Maria

con gli occhi pieni di malinconia

buongiorno Dio

lo sai che ci sono anch'io

 

Lasciatemi cantare

con la chitarra in mano

lasciatemi cantare

una canzone piano piano

Lasciatemi cantare

perche' ne sono fiero

sono un italiano

un italiano vero

 

Buongiorno Italia che non si spaventa

e con la crema da barba alla menta

con un vestito gessato sul blu

e la moviola la domenica in TV

Buongiorno Italia col caffe' ristretto

le calze nuove nel primo cassetto

con la bandiera in tintoria

e una 600 giu' di carrozzeria

Buongiorno Italia

buongiorno Maria

con gli occhi pieni di malinconia

buongiorno Dio

lo sai che ci sono anch'io

 

Lasciatemi cantare

con la chitarra in mano

lasciatemi cantare

una canzone piano piano

Lasciatemi cantare

perche' ne sono fiero

sono un italiano

un italiano vero

 

La la la la la la la la...

 

Lasciatemi cantare

con la chitarra in mano

lasciatemi cantare

una canzone piano piano

Lasciatemi cantare

perche' ne sono fiero

sono un italiano

un italiano vero


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Inviato il 17 febbraio 2007 14:50 Autore

Il presidente partigiano è un pò lo standard di tutte le nuove democrazie... in fondo una democrazia di solito nasce dopo aver demolito un regime precedente, e il capo militare diventa un capo politico, spesso e volentieri. Il nostro presidente partigiano indica che tutto sommato siamo ancora una democrazia giovane... beh, molto giovane in effetti, e forse anche poco democratica... ma pazienza.. comunque Toto ha centrato bene un certo tipo di cultura. Diciamo l'italia pre-boom, o comunque, quella subito dopo il boom... che comunque era già romanzata nel momento in cui la cantava. Un'italia di contraddizioni... in effetti l'esperienza repubblicana, il fascismo e l'antifascismo bene o male sono elementi fondanti della nostra cultura comune.


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Inviato il 22 febbraio 2007 15:03

Sarà OT, ma io piango quando nelle cartine geografiche vedo la mutilazione a nord-est :figo:


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