senza dilungarmi troppo... le cronache sono indubbiamente fantasy, un fantasy diverso però, più realistico. Manca ( e meno male ) il classico viaggio/ricerca attraverso il quale si dipanano tutte le varie avventure; manca la rigida suddivisione dei personaggi in buoni e cattivi ( e quindi l'eroe e l'antieroe di turno ). C'è tutto il resto ed oltre ^^
p.s.
Entrando in merito al discorso eneide/odissea ritengo che tali opere non possano essere classificate come fantasy in quanto al momento della loro stesura gli eventi narrati fossero discretamente verosimili.
Questo è il primo messaggio che posto (a parte quello di introduzione), vorrei esprimere brevemente alcuni miei pareri sulle Cronache prese nel loro complesso e sapere cosa ne pensate. Questo topic mi sembrava il più adatto, spero di non aver "toppato"!
Io non sono un grande appassionato di fantasy; a dire il vero, a parte le Cronache di Martin non leggo fantasy, e - sacrilegio dei sacrilegi - non sono un grande fan di Tolkien. Tutto questo, credo, ha una spiegazione abbastanza chiara, che corrisponde al motivo per cui io amo Martin.
1 - Martin è uno scrittore a suo modo realista.
Nelle cronache non ci sono personaggi idealizzati: alcuni sono tendenzialmente buoni, ma hanno tutti delle macchie più o meno grandi nel loro passato (per esempio: Eddard Stark, Davos, lo stesso Jon Snow); altri non sono né tendenzialmente buoni, né tendenzialmente cattivi (come Robert Baratheon, Jaime Lannister o Daenerys); altri sono più cattivi che buoni, ma hanno tutti le loro valide ragioni per esserlo (Sandor Clegane è forse il caso più clamoroso). Ci sono poi dei casi di assoluta malvagità (Joffrey, per esempio), ma sono abbastanza rari.
Queste psicologie corrispondono sostanzialmente alla varietà dei casi umani. Dietro ogni comportamento c'è una spiegazione più o meno precisa, e i "valori" di ognuno vengono quotidianamente messi alla prova dall'incontrollabile corso degli eventi.
In questa sua attenzione per la realtà umana Martin si differenzia molto (per me in meglio) da Tolkien, in cui tutto è così "caricato" da diventare grottesco: chi è buono lo è fino in fondo, chi è cattivo pure. Ci sono poi dei casi ambigui (per esempio Gollum): ma anche in queste situazioni l'ambiguità è accentuata all'estremo, fino a farla diventare poco credibile. Manca del tutto quella banale meschinità del quotidiano che ognuno di noi esperimenta ogni giorno - e non solo da spettatore.
Nel coglierla Martin è, al contrario, un maestro: anche se ci parla di draghi, acciaio di Valyria ed Estranei.
Ed è a suo modo "morale", ma non "moralista": giudica sottilmente, senz apontificare, e lasciando sempre spazio anche al punto di vista dell'altro, pure da lui non condiviso.
2. - Le cronache non sono un romanzo, ma una realtà parallela.
Questo si riccolega in qualche modo al punto 1. Le cronache sono un racconto dettagliatissimo, o meglio una infinita serie di racconti, che si intrecciano, si separano, si ramificano, alcuni cessano, altri nuovi ne iniziano, in maniera apparentemente incontrollata. In ciò Martin sceglie di adottare non il punto di vista di una pluralità di personaggi, ma della realtà di westeros nel suo complesso.
Nei libri di Martin è Westeros che ci parla, offrendoci una miriade di storie diverse, storie di vite eccezionali ma anche banali; Westeros sembra così davvero vivere, respirare, si offre agli occhi del lettore come un mondo alternativo in cui farsi inghiottire per qualche ora.
La mia impressione è che lo stesso Martin sia rimasto in parte inghiottito da Westeros. La continua "espansione" del progetto parrebbe testimoniarlo.
Io credo che Martin stia inconsapevolmente creando un nuovo genere letterario. Non ci racconta semplicemente una storia, fa qualcosa di diverso, di più profondo - e di più rischioso.
Di più rischioso, perchè il finale delle Cronache, nel caso in cui fosse un finale tradizionale (che ne so, tirando a caso, con Jon Snow che diventa nuovo sovrano di Westeros sposando daenerys targaryen, e vissero tutti felici e contenti), finirebbe, almeno per il sottoscritto, per essere deludente.
Perchè le cronache, in realtà, non possono avere né inizio né fine: possono solo estendersi, svilupparsi, ogni tanto tornare indietro (con i vari prequel alla Dusk & Egg), mentre gli uomini e le donne dei Sette Regni nascono, si innamorano, combattono, invecchiano, muiono.
Ho letto che c'è chi si preoccupa di come andrebbe a finire il progetto se Martin dovesse morire prima di averlo terminato; premetto che auguro al buon george altri 150 inverni felici e di successi letterari, in realtà non credo che la cosa avrebbe alcuna incidenza sul significato del lavoro di Martin. Perchè il lavoro di martin non termina, si sviluppa e basta.
3. - Le cronache sono letteratura.
I libri di Martin sono davvero ben scritti, con un linguaggio ricco e avvincente. In questo si differenziano dalla gran parte dei libri Fantasy, che sono abbastanza deludenti sul piano stilistico, spesso palesemente tirati via (per la serie: l'eroe x arriva nella città di Khmer, uccide tutti e salva il mondo). Leggerli è un piacere, e anche un arricchimento personale.
4. Tyrion Lannister.
E' uno dei personaggi di fiction che mi è piaciuto di più in assoluto - a livello di alcuni personaggi di Pirandello, per quel che mi riguarda. Mi ci identifico moltissimo - e penso anche Martin.
E voi cfhe ne pensate?
Scusate se ho scritto molto, ma mi faceva piacere condividere queste riflessioni con voi esperti martiniani.
Per avere un parere da vero esperto martiniano e di fantasy, aspetta che passi di qua qualcun'altro più documentato di me (un nome a caso..Khal).
Condivido totalmente tutto ciò che hai scritto. Anche io non sono certo un'appassionata di fantasy nè un estiamatrice di Tolkien, sono incappata nelle cronache si può dire per sbaglio (grazie al cielo!) e le ho amate sin dall'inizio proprio per quelle caratteristiche che tu esponi così bene. Non ti posso però rispondere nel confronto con altri libri del genere perchè non ho letto molto.
E Tyrion Lannister è nell hit parade dei miei personaggi preferiti secondo solo a Jaime, che trovo essere il personaggio meglio riuscito proprio perchè lontano dallo stereotipo dell'eroe senza macchia e senza paura.
Questo è il primo messaggio che posto (a parte quello di introduzione), vorrei esprimere brevemente alcuni miei pareri sulle Cronache prese nel loro complesso e sapere cosa ne pensate. Questo topic mi sembrava il più adatto, spero di non aver "toppato"!
Io non sono un grande appassionato di fantasy; a dire il vero, a parte le Cronache di Martin non leggo fantasy, e - sacrilegio dei sacrilegi - non sono un grande fan di Tolkien. Tutto questo, credo, ha una spiegazione abbastanza chiara, che corrisponde al motivo per cui io amo Martin.
1 - Martin è uno scrittore a suo modo realista.
Nelle cronache non ci sono personaggi idealizzati: alcuni sono tendenzialmente buoni, ma hanno tutti delle macchie più o meno grandi nel loro passato (per esempio: Eddard Stark, Davos, lo stesso Jon Snow); altri non sono né tendenzialmente buoni, né tendenzialmente cattivi (come Robert Baratheon, Jaime Lannister o Daenerys); altri sono più cattivi che buoni, ma hanno tutti le loro valide ragioni per esserlo (Sandor Clegane è forse il caso più clamoroso). Ci sono poi dei casi di assoluta malvagità (Joffrey, per esempio), ma sono abbastanza rari.
Queste psicologie corrispondono sostanzialmente alla varietà dei casi umani. Dietro ogni comportamento c'è una spiegazione più o meno precisa, e i "valori" di ognuno vengono quotidianamente messi alla prova dall'incontrollabile corso degli eventi.
In questa sua attenzione per la realtà umana Martin si differenzia molto (per me in meglio) da Tolkien, in cui tutto è così "caricato" da diventare grottesco: chi è buono lo è fino in fondo, chi è cattivo pure. Ci sono poi dei casi ambigui (per esempio Gollum): ma anche in queste situazioni l'ambiguità è accentuata all'estremo, fino a farla diventare poco credibile. Manca del tutto quella banale meschinità del quotidiano che ognuno di noi esperimenta ogni giorno - e non solo da spettatore.
Nel coglierla Martin è, al contrario, un maestro: anche se ci parla di draghi, acciaio di Valyria ed Estranei.
Ed è a suo modo "morale", ma non "moralista": giudica sottilmente, senz apontificare, e lasciando sempre spazio anche al punto di vista dell'altro, pure da lui non condiviso.
2. - Le cronache non sono un romanzo, ma una realtà parallela.
Questo si riccolega in qualche modo al punto 1. Le cronache sono un racconto dettagliatissimo, o meglio una infinita serie di racconti, che si intrecciano, si separano, si ramificano, alcuni cessano, altri nuovi ne iniziano, in maniera apparentemente incontrollata. In ciò Martin sceglie di adottare non il punto di vista di una pluralità di personaggi, ma della realtà di westeros nel suo complesso.
Nei libri di Martin è Westeros che ci parla, offrendoci una miriade di storie diverse, storie di vite eccezionali ma anche banali; Westeros sembra così davvero vivere, respirare, si offre agli occhi del lettore come un mondo alternativo in cui farsi inghiottire per qualche ora.
La mia impressione è che lo stesso Martin sia rimasto in parte inghiottito da Westeros. La continua "espansione" del progetto parrebbe testimoniarlo.
Io credo che Martin stia inconsapevolmente creando un nuovo genere letterario. Non ci racconta semplicemente una storia, fa qualcosa di diverso, di più profondo - e di più rischioso.
Di più rischioso, perchè il finale delle Cronache, nel caso in cui fosse un finale tradizionale (che ne so, tirando a caso, con Jon Snow che diventa nuovo sovrano di Westeros sposando daenerys targaryen, e vissero tutti felici e contenti), finirebbe, almeno per il sottoscritto, per essere deludente.
Perchè le cronache, in realtà, non possono avere né inizio né fine: possono solo estendersi, svilupparsi, ogni tanto tornare indietro (con i vari prequel alla Dusk & Egg), mentre gli uomini e le donne dei Sette Regni nascono, si innamorano, combattono, invecchiano, muiono.
Ho letto che c'è chi si preoccupa di come andrebbe a finire il progetto se Martin dovesse morire prima di averlo terminato; premetto che auguro al buon george altri 150 inverni felici e di successi letterari, in realtà non credo che la cosa avrebbe alcuna incidenza sul significato del lavoro di Martin. Perchè il lavoro di martin non termina, si sviluppa e basta.
3. - Le cronache sono letteratura.
I libri di Martin sono davvero ben scritti, con un linguaggio ricco e avvincente. In questo si differenziano dalla gran parte dei libri Fantasy, che sono abbastanza deludenti sul piano stilistico, spesso palesemente tirati via (per la serie: l'eroe x arriva nella città di Khmer, uccide tutti e salva il mondo). Leggerli è un piacere, e anche un arricchimento personale.
4. Tyrion Lannister.
E' uno dei personaggi di fiction che mi è piaciuto di più in assoluto - a livello di alcuni personaggi di Pirandello, per quel che mi riguarda. Mi ci identifico moltissimo - e penso anche Martin.
E voi cfhe ne pensate?
Scusate se ho scritto molto, ma mi faceva piacere condividere queste riflessioni con voi esperti martiniani.
Condivido molto di quello che hai scritto,tra le altre cose anche a me Tolkien non piace tantissimo.Sì,indubbiamente è stato il pioniere del genere,ma il fantasy(com'è giusto che sia)si sta evolvendo(e uno dei casi di evoluzione è sicuramente Martin).Perchè secondo me quello di Martin E' fantasy.Di sicuro i suoi personaggi sono tutti totalmente reali(nel senso che potrebbero benissimo vivere nel nostro mondo,con tutti i pro e i contro);però dove li mettiamo i meta-lupi?e i draghi?e i morti che camminano?e gli estranei?e i giganti?e i metamorfi?e le persone resuscitate?L'elemento fantasy nella saga è sempre stato presente,fin dal prologo del trono di spade(anche se effettivamente diventa sempre più preponderante man mano che la narrazione procede).
io amo tolkien e amo anche martin, ma soprattutto a me il fantasy piace tanto!
condivido quello che hai scritto, ma senza dimenticare che per quanto realista l'alemento fantastico
è cmq molto presente in martin come giustamente faceva notare malkex.
non sono d'accordo su un punto: la fine secondo me deve esserci....
in questo momento i sette regni sono come una nazione in cui è in atto una guerra civile, e
nelle guerre alla fine c'è sempre chi vince e chi perde, non si può prescindere da questo ne si può andare avanti a combattere per sempre,
quindi una fine deve necessariamente esserci a parer mio.
un altro appunto: Martin scrive molto bene, ma ci sono anche autori fantasy che scrivono meglio di lui,
leggere gemmel per credere ad esempio....
ciao :singing: ^_^
ma come sono contento che questa discussione sia stata ''riesumata''
e ome sono contento dei vari tracciati che ha preso!
Secondo me ASOIAF è un fantasy solo perchè noi lettori e soprattutto le case editrici hanno bisogno di "inscatolare " i libri in un genere.
Io trovo le categorie comode ma riduttive. Secondo me tra l'altro la causa di quelle scritte balenghe che si trovano sul retro dei volumi cartonati di ASOIAF è proprio il fatto che vogliono farlo sembrare più fantasy, semplicemente per farlo vendere di più.
In effetti tutte le osservazioni ke hai fatto sono corrette, però a mio parere sono proprio queste differenze dal fantasy classico e dalle saghe in genere a rendere questa saga la migliore ke abbia mai letto!E' come la storia di un mondo ke non esiste, e ovviamente la storia di un mondo non si può raccontare solo guardando un lato di una medaglia (ecco xkè (IMO)non c'è un vero protagonista, ma molti POV)
Straordinaria la mole di lavoro e fantasia e coerenza nel raccontare questa grande storia, Martin è un vero genio!
Il fatto ke è molto + reale e meno fantastica dei classici fantasy la rende ai miei occhi ancora + attraente (mi fa sognare, dopotutto quello è il mondo in cui vorrei vivere); e poi è straordinaria la possibilità di affezionarti ad un personaggio, senza doverlo necessariamente vedere come appoggio del principale protagonista del libro(Difetto di quasi tutte le saghe....es. La ruota del tempo).
Insomma questi sono alcuni dei mille motivi ke mi convincono ke leggerò questa saga fino alla fine dei suoi (o dei miei) giorni...(a seconda di quali verranno prima :D )
Scusami x il malloppo di risposta!!!
Ciao
BRY :singing:
Le opere di Martin sono un affresco di un mondo fantasy-medioevale descritto nel suo insieme.
Il suo modo di raccontare il fantasy si discosta notevolmente dalla visione Tolkeniana.
Questo non vuol dire che chi ama il fantasy non digerisce Martin, anzi!
Francamente sono un pò stanco di leggere i soliti libri "fantasy Tolkeniani" in cui in tutti, tranne poche eccezioni, viene riproposta in mille salse la solita storia trita e ritrita dell'eroe di turno che da garzone diventa campione, per combattere il male in nome della pace e dell'ammore.
Uno come Martin è una splendida mosca bianca!
Alla fin finre, non tutti i fantasy sono uguali e interessanti. E' vero, Tolkien ha influenzato tutti, ma se prendiamo i primi libri di Brooks, quali "La Spada", "La canzone", "Le pietre magiche", possiamo notare che seguono tutte lo stesso percorso narrativo: una compagnia impegnata in una sorta di ricerca/avventura. Non è per sottovalutare e criticare, ma sembrano a volte più delle partite a D&D che veri romanzi. Invece prendiamo Martin, il fantasy c'è, ma non la classica successione degli eventi. Un pò come i libri di Gemmell sui Rigante e sui Drenai. Il fantasy non è tale solo per l'avventura e il mondo a se stante, e l'immedesimazione in una vita, e nella vita, di tutti i personaggi in essa contenuta. E tra l'altro, volendo aggiungere qlcosa in più sul merito delle cronache, Martin ha creato una varietà di personaggi tutti validi: chi non vorrebbe essere Jaime, Jon, Tyrion, o anche Ditocorto, Bronn, solo per citarne alcuni. Le cronache non sono libri da leggere, sono da vivere.
Più digeribile? Ehehehe
Dipende dagli stomaci!!! :figo:
Beautiful per me ha l'effetto del sangue degli Alien...mi corrode!
Cmq è vero, per lo più serve indicativamente una divisione per le case editrici, alla fine!
Avete mai letto Pratchett? Io lo trovo bravo e divertente, fruibile a diversi livelli ma per lo più viene inserito nella letteratura per ragazzi...mi sono sempre chiesta perkè! ^_^
Infine solo una domanda... non mi è chiaro cosa intendi quando dici: "riflessione sull'Uomo"...
Quella di Pirandello è una riflessione sull'Uomo. Perchè il principio delle Maschere è insito nella natura umana. Più chiaro?! :D
Sul fatto che non ci sia un evoluzione dei personaggi, è vero, ma forse Martin, come me, pensa che le persone non evolgano, tutt'al più alcuni lati nascosti vengono alla luce ed altri finiscono nell'ombra....
Che sia espressione o meno di una caratteristica propria o evoluzione effettiva poco cambia. Il risultato è sempre un cambiamento, che al momento non c'è stato in nessuno dei pg delle cronache. ^_^
Perché se lo facesse avremmo 35 libri di 2000 pagine l'uno...
Dando per scontato che trama e sottotrame dovrebbero rimanere le stesse e che lo Zio sia in grado di fare quell'analisi... beh, sì, verrebbe così lungo, ma nessuna di queste due condizioni è obbligatoria. Se allo Zio interessasse approfondire i personaggi potrebbe tranquillamente ridurre la complessità della trama e quindi il volume di pagine dedicate ad essa.
Invece non lo fa, preferisce soffermarsi di più sulla storia. E' una scelta, e su questa base mi pare ovvio che se ne deduca che il suo interesse non è puntato ad approfondire i pg :D
siete troppo dei f***i!!!!!!!!!!!
non sono d'accordo su un punto: la fine secondo me deve esserci....
in questo momento i sette regni sono come una nazione in cui è in atto una guerra civile, e
nelle guerre alla fine c'è sempre chi vince e chi perde, non si può prescindere da questo ne si può andare avanti a combattere per sempre,
quindi una fine deve necessariamente esserci a parer mio.
sì, ma la fine riguarderà gli esiti della guerra civile (una delle tante nella storia plurimillenaria e sanguinosissima di un intero continente), non la storia di Westeros nel suo complesso.
ed è appunto la storia di Westeros nel suo complesso che Martin sta sviluppando, con le storie collaterali e così via.
quello che intendevo dire è che troverei ridicolo se alla fine tutta la storia convergesse su un unico episodio, su un unico evento, un unico scioglimento; perchè la pluralità di spazi e di ambientazioni di per sè contrasta con un finale simile.
penso che dovrebbe essere lasciato un certo margine di "apertura", così che ognuno possa fantasticare su quello che succederà in seguito.
questo, per esempio, è uno degli aspetti che mi piace meno del Signore degli Anelli: il finale è veramente... definitivo, con la conclusione del libro muore anche la fantasia (gli elfi se ne vanno, gli hobbit iniziano a sparire, gli uomini trionfano e... la rivoluzione industriale è alle porte! :singing:)
Perchè secondo me quello di Martin E' fantasy.Di sicuro i suoi personaggi sono tutti totalmente reali(nel senso che potrebbero benissimo vivere nel nostro mondo,con tutti i pro e i contro);però dove li mettiamo i meta-lupi?e i draghi?e i morti che camminano?e gli estranei?e i giganti?e i metamorfi?e le persone resuscitate?L'elemento fantasy nella saga è sempre stato presente,fin dal prologo del trono di spade(anche se effettivamente diventa sempre più preponderante man mano che la narrazione procede).
sì sono d'accordo. quello che intendo dire con "realista" è che descrive in maniera molto vivida i tipi e i comportamenti umani, il che mi piace molto. non sopporto i libri in cui ci sono personaggi stereotipati, completamente buoni, o completamente saggi, o completamente... ambigui, perchè semplicemente credo che non rispecchino la natura umana, mi danno l'idea di una forztaura!
Sarò breve..... :singing:
è talmente realistica da essere quasi reale......
geniale....non ci sono altre parole.... ^_^
quello che intendevo dire è che troverei ridicolo se alla fine tutta la storia convergesse su un unico episodio, su un unico evento, un unico scioglimento; perchè la pluralità di spazi e di ambientazioni di per sè contrasta con un finale simile.
È giusto il tuo discorso sulla pluralità, così com'è giusto parlare di storia di Westeros più che di Tizio o Caio. È anche giusto dire che la bellezza del libro, il suo pregio sta nel racconto in sé, in qualunque punto lo si prenda, più che nel completo arco narrativo di. Tuttavia una certa meta viene disegnata sin dall'inizio nel momento in cui appaiono gli Estranei. Quel prologo a me dice una cosa evidente: la fine avrà per oggetto lo scontro con loro, non l'esito della guerra fra famiglie. E purtroppo esistono dei personaggi che sin dall'inizio appaiono predestinati a vivere questo scontro. Jon, Daenerys, Bran. Se fossero stati solo loro i protagonisti (in particolare i primi due) io credo che la storia di base non sarebbe cambiata di una virgola. Magari aggiungiamoci Tyrion e Sansa per la parte più politica, o Arya che ci mostra il punto di vista del popolo, ma non molto altro. Togli tutti i personaggi secondari e otterrai un libro (secondo me) dalla tipica struttura fantasy. Per questo mi piace così tanto AFfC. Non è un libro perfetto o avvincente come gli altri, ma è il concentrato di quello che di originale hanno le Cronache.
È la prima volta che leggo questo thread, e vorrei sottolineare l'intervento di Damien Amfar quotato da Edd, quello sulle maschere. Da qualche altra parte avevo espresso un concetto molto simile, quindi non posso far altro che essere d'accordo :-)
È giusto il tuo discorso sulla pluralità, così com'è giusto parlare di storia di Westeros più che di Tizio o Caio. È anche giusto dire che la bellezza del libro, il suo pregio sta nel racconto in sé, in qualunque punto lo si prenda, più che nel completo arco narrativo di. Tuttavia una certa meta viene disegnata sin dall'inizio nel momento in cui appaiono gli Estranei. Quel prologo a me dice una cosa evidente: la fine avrà per oggetto lo scontro con loro, non l'esito della guerra fra famiglie. E purtroppo esistono dei personaggi che sin dall'inizio appaiono predestinati a vivere questo scontro. Jon, Daenerys, Bran. Se fossero stati solo loro i protagonisti (in particolare i primi due) io credo che la storia di base non sarebbe cambiata di una virgola. Magari aggiungiamoci Tyrion e Sansa per la parte più politica, o Arya che ci mostra il punto di vista del popolo, ma non molto altro. Togli tutti i personaggi secondari e otterrai un libro (secondo me) dalla tipica struttura fantasy. Per questo mi piace così tanto AFfC. Non è un libro perfetto o avvincente come gli altri, ma è il concentrato di quello che di originale hanno le Cronache.
quotone!!!!!!!!!!!
effttivamente lo scontro con gli estranei non può mancare, anche se penso che da qui a definire "secondari"
gli altri personaggi......
scusate x il post un pò miserello di prima..ma ero al lavoro and so....
premettodi non essere un grandissimo appassionato di fantasy nel senso stretto,quello ''purista'' delineato prima nel corso della discussione..ho letto tolkien,manon mi ha appassionato piu di tanto,mi ha affascinato l'aspetto linguistico,la creazione di un universo totalmente indipendente...cosa che in martin manca in un certo senso,ma questa mancanza anziche scoraggiarmi alla lettura mi ha dapprima incuriosito,e poi sempre piu affascinato,fino a quando non m sono ritrovato totalmente rapito da westeros.
ho apprezzato soprattutto lo staccarsi dai canoni classici della fantasy,e i punti di vista.in questo senso mi sembra un misto tra brooks e welsh.
per quanto riguarda lo sviluppo del personaggio,il flowing of mind....beh io penso che anche questo sia una forzatura,un voler fare entrare un'opera che ha raggiunto un suo sviluppo e una ''completezza'' in schemi standard. IMHO asoiaf va benissimo cosi,lasciando pirandello e joyce nel loro campo.
tutto naturalmente IMHO..
gros bisous :singing:
^_^ edd :D
ho apprezzato soprattutto lo staccarsi dai canoni classici della fantasy,e i punti di vista.
per quanto riguarda lo sviluppo del personaggio,il flowing of mind....beh io penso che anche questo sia una forzatura,un voler fare entrare un'opera che ha raggiunto un suo sviluppo e una ''completezza'' in schemi standard. IMHO asoiaf va benissimo cosi,lasciando pirandello e joyce nel loro campo.
tutto naturalmente IMHO..
gros bisous :singing:
:figo: edd :D
concordo pienamente!!!!
ASOIAF è bellissimo così com'è!!! :D
Non importa che genere è, quanti protagonisti ci siano o come andrà a finire questa saga...!!!
E io non credo che possa essere "reale": a parte i personaggi che rappresentano i vari casi di comportamenti umani, non cìè nulla che possa essere scambiato per un mondo reale!!! Basta guardare gli Estranei, i draghi, le "magie" di Melisandre...ecc ecc... :D
ciao ^_^